21.

Ero completamente assorto nei miei pensieri, intento a guardare il panorama dalla finestra della casa di Jimin quando quest'ultimo mi chiamò.

Scese in fretta le scale e mi raggiunse con il fiatone, tenendo qualcosa in mano.

"Yoongi, oh Dio, ho scoperto una cosa assurda"

Inarcai un sopracciglio. "Ovvero?"

"C'era un...cioè io...mi ero messo a tirare fuori i miei giochi da un cassetto e c'era anche la scatola dello scarabeo, poi mi sono ricordato di averla buttata così ho-" iniziò a farfugliare.

"Jimin, vai dritto al punto" lo bloccai io.

"Sì scusami, c'era questo quaderno, che ho scoperto essere di mia madre, così l'ho aperto e l'ho letto e..." mi porse quella carta straccia. "Vedi con i tuoi occhi"

"Cos'è?" domandai prendendolo, per poi aprirlo piano per paura che si sbriciolasse tra le mie mani.

"Un albero genealogico della mia famiglia"

Annuii, notando il nome di Jimin. "E allora?"

"E allora guarda l'inizio" indicò un punto con il dito ed io mi immobilizzai.

"Nam...Namjoon?" potrei giurare che se fossi stato umano sarei sicuramente impallidito.

"Da quanto lo conosci, Yoongi?"

"Circa...300 anni credo, forse di più, non lo so..."

"Bene, la data di inizio dell'albero genealogico è del 1657, e ora siamo nel 2059 Yoongi, l'hai conosciuto che era già un vampiro, ma lui è un mio avo" spiegò guardandomi. "Ho scoperto che la mia famiglia faceva parte di una congrega creata nell'anno di inizio dell'albero genealogico, e che forse è stata creata proprio per aiutare Namjoon poiché era un parente"

Lo osservai, tutto quello che stava dicendo era davvero assurdo, ma poteva avere senso.

"Salvarlo? Jimin, santo cielo è un vampiro, ora e soprattutto all'epoca se diventavi un vampiro non importava chi fossi, se un figlio, un marito o un padre, quelli ti ammazzavano"

"Sì, ma Yoongi, mia madre ha scritto...ha scritto che la congrega aiutava una uhm...com'è  che l'ha chiamata? Ecco, una setta di vampiri non proprio cattivi, cioè vampiri che facevano e fanno del male non perché vogliano ma perché sono costretti, ma che in fondo sono buoni perché...nati con...oh..." la sua voce si affievolì ed io deglutii.

"Nati con?" insistetti per farlo continuare.

Sapevo dove stava arrivando.

Lo sapevo perfettamente.

"Perché non ci ho pensato prima..." disse tra sé e sé.

"Jimin, parla"

"Lo sapevi, vero? Ecco perché quello strabiliante discorso del rapporto tra bene e male, non è così? Sei uno di loro, non è vero?" mi guardò, e Dio, quegli occhi sembrarono leggermi dentro.

"Puoi per piacere finire la frase che avevi iniziato?" lo incalzai, non volevo rispondere.

Non ancora.

"Nati con una parte angelica dentro di sé, cristo, Yoongi, sei uno di loro?" Sul suo volto c'era un'espressione indecifrabile, non riuscivo a capire se fosse arrabbiato, deluso o sorpreso.

Ma cazzo, c'era arrivato.

Aveva colpito in pieno.

"Non...non siamo in molti" risposi finalmente.

"È così? È davvero così? Perché non mi hai detto prima di essere legato alla mia famiglia?!"

Vidi chiaramente i suoi occhi riempirsi di lacrime, portò le mani sul mio petto e mi spinse via.

"Perché mi mentono sempre tutti..." sussurrò, ed una lacrima scivolò lungo la sua guancia.

"No Jimin ascolta, calmati ora" gli bloccai le mani.

"No, vattene via, ti odio, odio tutti voi" cercò disperatamente di svincolarsi dalla mia presa ma non glielo permisi.

"Jimin, fammi parlare, posso?" portai una mano a bloccare il suo viso, per guardarlo negli occhi.

"Non c'è bisogno di piangere"

Tolsi le lacrime dalle sue guance.

"Non avevo la più pallida idea di far parte di una setta Jimin, siamo in pochi, pochissimi. Quelli come me fanno fatica a resistere alla trasformazione, okay? O muoiono prima, o durante la trasformazione, mentre se non lo fanno, la trasformazione è molto più lunga e dolorosa del normale, poiché qualcosa di angelico sta venendo dannato per sempre. Jimin, te lo posso assicurare, non ne sapevo nulla di questa cosa, so solo che prima che mi mordessero ero come te" buttai fuori.

Ormai la verità era stata in parte scoperta, tanto valeva raccontargli tutto.

"E come... c'era scritto che voi siete...ricercati dai vampiri, come...voglio dire, nasconderlo va bene, ma se la trasformazione è più lunga e dolorosa come hanno fatto a non accorgersi di te?" disse tirando su col naso, asciugandosi gli occhi.

"È qui che entra in gioco Namjoon. Dopo essere stato morso da uno stronzo che anni dopo ho ammazzato, Nam mi ha assistito durante tutta la trasformazione. C'era lui accanto a me, a subire le mie richieste di morte, le mie urla e i miei pianti, lui era lì con me. Non lo conoscevo, ma mi ha raccontato perché soffrissi così tanto e mi sono fidato di lui, mi ha anche dato il ciondolo che ormai indosso da centinaia di anni, per proteggermi dal sole, ma non mi ha mai parlato di questa cosa" raccontai, guardando Jimin negli occhi.

"Il...il ciondolo"

"Sì il ciondolo"

"Dammelo"

"Certo che no, Jimin" negai con fare ovvio.

"No Yoongi, devo vedere una cosa, mettiti all'ombra e dammelo, per favore"

Jimin era serio, troppo serio.

"Potresti fidarti di me per una sola volta? Te ne prego Yoongi, ne ho bisogno" mi supplicò con lo sguardo.

Sospirai e mi misi all'ombra, lui si avvicinò a me, e mi tolsi il ciondolo dal collo.

Non l'avevo mai fatto prima, eppure in quel momento mi sembrò giusto farlo.

Lo prese dalle mie dita, e per una volta dopo anni mi sentii nudo, terrorizzato all'idea che il sole avrebbe potuto bruciarmi da un momento all'altro.

"Ho letto...sul quaderno c'era un disegno fatto da mamma e..."

Non finì di parlare, portò una mano dentro la sua maglietta e si tolse anche il suo.

Lo guardai confuso.

Che diavolo stava facendo?

Poi li avvicinò tra di essi.

"Oh cazzo..." mormorai.

Combaciavano.

Combaciavano perfettamente.

Eppure non erano simili.

Il mio ciondolo era nero, il suo era bianco.

La forma del mio era romboidale e quella del suo aveva quattro punte, eppure la uno degli angoli del mio ciondolo entrava perfettamente nello spazio che si creava tra le quattro punte del suo. 

"Sei...tu?" vidi stupore nei suoi occhi, ma non ci stavo davvero capendo niente.

"Io a fare cosa, scusami?"

"Tu...io...cioè noi siamo...legati da questi ciondoli da quando sono stati creati e..." prese un grosso respiro.

Era quello il motivo allora?

Quello il motivo per il quale mi sentivo così strano, eppure così bene ogni volta che lo toccavo?

Eravamo legati?

"Jimin-"

"Metti una mano al sole" disse lui posando i due ciondolo sul tavolo.

"Cosa?!"

"Mettila sotto il sole Yoongi, per favore" insistette lui.

E ancora una volta lo ascoltai.

Misi la mano sotto i raggi del sole e subito essa iniziò a bruciare terribilmente.

Strinsi gli occhi, ma il dolore finì due istanti dopo.

"Non...non è possibile" mormorai.

La sua mano aveva preso la mia, e il sole non mi stava bruciando la pelle.

"Non so come...credevo di averlo letto sul..."

E mandai tutto a puttane.

Tutto quello che mi ero imposto di non fare, lo feci.

Lo scansai da me e mi buttai sotto la luce del sole, sentendomi male, ma poi presi nuovamente la sua mano e la avvicinai al mio viso.

Non bruciavo più.

Tutto quello che stava accadendo era reale.

Jimin mi stava toccando ed io non bruciavo nonostante non avessi il ciondolo con me.

"Non sono solo i ciondoli ad unirci vero? È molto di più, Jimin?" sussurrai avvicinandosi a lui.

"Io non...non lo so"

Scossi la testa.

"Non importa"

Lo tirai a me e lo baciai.

Ne avevo bisogno, terribilmente bisogno.

Quello che stava succedendo era talmente assurdo, e io sentivo la necessità di averlo vicino a me.

Allacciò le braccia al mio collo e ricambiò il bacio più che volentieri.

Feci forza sui suoi fianchi, Jimin fece un piccolo salto e strinse le gambe attorno al mio bacino, stringendomi forte, mentre la sua bocca si muoveva contro la mia con dolcezza.

Dolcezza.

In quel bacio c'era dolcezza.

E non solo donata da lui, ma anche da me.

"Andiamo in camera Yoongi, te ne prego" sussurrò con il fiato corto, poggiando la fronte sulla mia.

Sorrisi leggermente alla sua richiesta.

Questo proprio non me lo aspettavo.

Feci come mi era stato chiesto e lo adagiai sul letto, salendo sopra di lui e inspirando il profumo che emanava.

Lo spogliai con lentezza, e lui fece lo stesso con me.

Il sole entrava nella stanza, non avevo nulla addosso, ma non mi interessava più nulla.

Il mio corpo era unito a quello di Jimin come non lo era mai stato, e la luce non mi avrebbe fatto nulla.

C'eravamo solo noi, i nostri sospiri e i nostri gemiti che riempivano la stanza, le sue braccia che mi tenevano stretto a sé.

Solo io e Jimin.

E in quell'istante fui sicuro di non aver mai provato nulla di così intenso in vita mia.


IN BOCCA AL LUPO AI MATURANDI ORA STO PER INCONTRARE MARY CIAO
All the love xx
Clau

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