~CAPITOLO 35~
qualcosa attirò la mia attenzione, o meglio qualcuno.
Ariadna, dopo aver fatto il prelievo, è uscita dalla stanza, accompagnata da Lucas, e fuori c'era...Andrés?
che cazzo ci faceva Andrés?
che cazzo dovevano dirsi?
dissi a Stoccolma e a Denver di occuparsi degli ostaggi e, molto lentamente, mi avvinai alla porta per, cercare, di origliare.
le voci erano ovattate e non si sentiva granché così, molto molto delicatamente, aprii la porta e, notando che i due soggetti non erano più davanti alla porta ma dietro a un angolo vicino alla stanza, uscii e mi avvicinai, rimasi nascosta dietro l'angolo.
-che cosa dovevi dirmi di tanto importante.-parlò primo Andrés.
-s-sai..-cominciò Ariadna singhiozzando.
erano palesemente finti, due minuti fa stava bene e, anzi, mi stuzzicava pure.
-che è successo?-chiese Andrés, quasi, preoccupato.
-M-Miami..-pronunció il mio nome singhiozzando più forte.
-che gli è successo?-chiese l'uomo più preoccupato.
-a-a lei n-nulla...ma...mi ha fatto qualcosa, m-mi ha detto una c-cosa orribile.-disse la ragazza.
i nervi cominciavano a salire.
-che ti ha detto?-chiese Andrés curioso.
-b-beh...m-mi ha detto di non a-avvicinarmi mai più a..a te e che....-cominciò la ragazza prendendosi qualche istante ti pausa, facendo finta di essere terrorizzata.
-m-mi ha minacciata di m-morte dicendomi che...mi avrebbe uccisa lei stessa se mi fossi avvicinata di nuovo a t-te, anche solo guardato o sorriso o parlato, che non sarei uscita con le mie gambe ma bensì con i piedi avanti.-balbettò leggermente.
silenzio.
-mi spiace davvero.-disse avvicinandosi a lei.
la abbracciò?
gelosia.
rabbia.
tristezza.
potevo sentire solo questo, avrei voluto avvicinarmi e, anche se può sembrare macabro, ucciderla, così su due piedi.
ma non potevo, il professore era stato chiaro, anche se questa era una guerra, non potevamo fare vittime "innocenti", anche se lei non lo era affatto.
-ho una domanda.-disse la ragazza.
"adesso non balbetta più eh?" pensai.
sembrava più "tranquilla" dopo l'abbraccio del ragazzo.
"come se prima avesse avuto davvero qualcosa, tsk."pensai
-dimmi pure.-rispose.
si staccarono, finalmente, da quel abbraccio e Ariadna emise un mugolio di disapprovazione mentre la gelosia, la rabbia e la tristezza scorrevano ancora in me.
-siete veramente fidanzati?-chiese Ariadna.
"cazzo, adesso gli dirà la verità, che non siamo nulla è un amore però senza una vera e proprio relazione.
gli dirà che lui è soltanto il padre di mio figlio nulla di più." pensai.
-si.-rispose con tranquillità.
Il mio cuore batteva forte.
-oh...ed è vero che, una volta usciti di qui, vi sposerete?-chiese speranzosa che fosse una menzogna.
ma non lo era, lui me lo aveva chiesto, anche se indirettamente.
aveva detto che ci saremmo sposati e sarebbe stato un marito e un padre migliore.
-si.
-non è possibile...ed è vero che è incinta e tu sei il padre...?-chuese incerta.
silenzio.
nessuno parlava, si sentivano solo i respiri, forti, di Andrés, che evidentemente non sapeva cosa dire, e di Ariadna, che sperava non fosse vero.
non glielo avrebbe detto, non gli avrebbe detto che è il padre di questo bambino, non ne avrebbe il coraggio oppure si vergognava, non so ma visto che non lo voleva suppongo sia così.
-si è vero.-rispose.
Andrés sorrise e io pure.
il mio cuore batteva forte, l'unica cosa che sentivo ora era amore.
amore per Andrés, amore per questo bambino, amore per il nostro futuro matrimonio, amore per tutto.
-oh...congratulazioni.-disse Ariadna tristemente.
-sei sicuro che io non abbia una chance?-chiese sperazosa.
"giuro che un giorno o l'altro l'ammazzo." pensai.
-si Ariadna, sono sicuro anzi sicurissimo, ho avuto 5 mogli ma l'amore che provo per Miami è indescrivibile, non l'ho provato mai per nessun'altra. sono felicissimo di stare con lei, di amarla, di sposarla e di avere un bambino/a insieme a lei, vorrei fare tutto con lei, andrei in capo al mondo con lei. è la persona più importante della mia fottuta vita del cazzo, rende le giornate migliori ed è la luce che mi illumina. con lei esce il mio lato buono, quello che solo lei può vedere. io appartengo a lei e lei appartiene a me e so che non dovrebbe esserci un appartenenza perché non siamo oggetti ma siamo fatti l'uno per l'altra, non possiamo stare distanti, litighiamo sempre ma torniamo a cercarci. ogni volta. perché l'amore significa questo a noi non importa dei soldi, del lusso e di tutto il resto, ci siamo solo noi. solo io e lei. amare è come l’alcool. Lo provi una volta, ti fa girare la testa, ne vuoi ancora e ancora. Ti fa sentire male, tanto male che dirai di non voler provare mai più. Ma poi, al prossimo bicchiere ci ricascherai. E non dirai di no.(Charles Bukowski). un giorno lo proverai anche tu, fidati di me, e sarà bellissimo ma...non con me, non sono la persona adatta a te, io non ti amo e in realtà nemmeno tu ami me, lo capirai quando amerai davvero una persona, quando vuoi che ti appartenga, quando capisci che non potrai andare avanti anche se verrai rifiutato. perché lei è l'unico amore della tua vita e la amerai per sempre, come io amo Miami. quindi per favore, te lo chiedo per favore, lasciaci vivere la nostra storia senza ostacolarci. amo Miami più di ogni altra cosa al mondo e ho intenzione di invecchiare con lei, a lei appartiene il mio cuore,a mia anima e tutto il resto, è la cosa più bella che mi sia mai capitata.-disse l'uomo.
(manco Gandhi HAHAHA, scusate la divina commedia.)
felicità.
amore.
emozione.
le lacrime uscirono dai miei occhi ma, questa volta, non per la tristezza bensì per la felicità.
le parole che aveva detto mi toccarono nel profondo, anche io lo amavo, profondamente.
il mio cuore batteva più forte di prima, poteva esplodere.
-hai ragione, scusami tanto, dirò lo stesso a Miami vi amate molto e si vede, io non voglio essere d'intlarcio.-disse.
finalmente qualcosa di corretto lo aveva detto.
due secondi dopo rientrò e mi sorrise timidamente, per la prima volta non la vedevo come una minaccia bensì come una ragazza indifesa.
sentii la porta, mi girai e Andrés entró avvicinandosi a passo lento verso di me.
-ti è piaciuto il mio discorso?-sussurrò al mio orecchio.
brividi.
-come hai fatto a vedermi?-chiesi confusa.
-oh mi amor io so tutto e lo so che hai ascoltato.-disse.
-ne parliamo dopo, chiaro? niente scuse, niente cazzate solo la verità.-disse.
lasciò un bacio sul mio collo per poi allontanarsi.
[SPAZIO AUTRICE, LEGGETE SE VOLETE]
lasciando stare il fatto che ho pianto solo a scriverlo e mi sono impegnata un sacco per fare una cosa decente.
scusate per gli eventuali errori.
COMUNQUE QUELLO CHE VOLEVO DAVVERO DIRVI È CHE HO INTENZIONE DI METTERE, A FINE DI OGNI CAPITOLO, UN FRASE SULL'AMORE, PERCHÉ PRINCIPALMENTE I CAPITOLI SONO CONCENTRATI SULL'AMORE, NON SARÀ NULLA DI SMIELATO DA TAGLIARSI LE VENE EH HAHA PERÒ È UN AVVISO.
tra """poco""" finirà la storia e so già come.
prima frase del capitolo:
L’amore è come il vento, non puoi vederlo ma puoi sentirlo.
(Le pagine della nostra vita - Nicholas Sparks)
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