~CAPITOLO 30~

camminai velocemente fuori da quella stanza, non volevo a parlare, o solo stare insieme, ad Andrés.
ma sentii dei passi, altrettanto veloci, proprio dietro di me.
mi prese per un braccio e mi trascinò dentro un ufficio, per poi chiudere la porta.

-che vuoi?-chiesi scazzata.

-parlare.-disse l'uomo.

-oh che casualità, io non voglio parlare con te.-dissi seria.

-per favore Miami lasciami spiegare.-mi supplicò.

non risposi.

silenzio.

eravamo in un ufficio, chiuso, e lui davanti alla porta che, ovviamente, non mi avrebbe fatto passare per nessun motivo finché non lo avessi ascoltato.
non ne avevo intenzione ma...non mi lascerà in pace fin quando non sarei stata a sentire quindi...tolto il dente tolto il dolore no?

-velocemente che ho da fare.-sbuffai.

-grazie, un minuto solo.-disse quasi sollevato.

annuii.

-Grace...-iniziò.

mi pietrificai, quando mi chiamava con quel nome era qualcosa di serio, e non che questo discorso non fosse serio ma sentire il mio nome uscire dalle sue labbra così morbide e carnose e...ahh smettila sto divulgando.

un brivido mi pervase, partì dalla schiena e sovrastò tutto il mio corpo, lentamente.

-io non volevo dire quelle cose, ma ero sotto shock e...-disse incerto.

-quindi vuoi il bambino?-chiesi per vedere se fosse serio.

-ecco...veramente no. rimango dell'idea che questo bambino sia uno sbaglio.-disse certo.

-lo sbaglio sei tu Andrés.-lo guardai seria.

quelle parole lo ferirono, potei vederlo dai suoi occhi che si fecero tristi e la sua espressione meno dura.

-lasciami spiegare. il problema non sei tu, tu non sei una stupida ragazzina che non sa badare a sé stessa, sei una donna molto forte e coraggiosa che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, che si fa rispettare, che sa farsi amare da tutti ma anxhe temere allo stesso tempo. sei una persona fantastica insomma.-disse prendendomi le mani nelle sue.

-e allora chi è il problema sentiamo? anzi te lo dico io, sei tu il problema. so di non essere io.-tolsi le mani.

-ok Grace adesso mi ascolti bene cazzo. tu sei meravigliosa. sei la mia cazzo di Dea Greca ok? ma io ho già avuto un figlio, Rafael, è un ladro anche lui come noi, non si può definire proprio ladro più che altro è uno spettatore troppo interno che aiuta un pochino, prima della zecca lui ha fatto una rapina con me ma è impacciato, non sa quello che fa, è simile al professore, ha una grande intelligenza come lui ma non ha esperienza con le rapine ecco. in quel periodo stavo con una donna...Tatiana, eravamo sposati in realtà ma mio figlio si innamorò di lei, discutemmo(non so se si dica così aiuto), ma poi pensai: "lei è una donna matura, è più grande di lui, non può innamorarsi." e invece un giorno mi lasciò, senza nessun motivo, gli chiesi se ci fosse un altro ma non rispose, la seguii e indovina cosa scoprii? che lei stava con mio figlio e mi aveva lasciato per lui. per questo non voglio un figlio o una relazione seria non so se mi capisci.-mi spiegò.

aveva gli occhi velati di lacrime ma non ne scendeva nemmeno una.
uno sguardo intenso mi trafisse e la fitta non tardò ad arrivare al mio cuore.

-mi dispiace.-dissi soltanto.

-Grace..., cazzo mi ero promesso che non sarebbe più successo, io ti amo...ma non posso accettare il fatto di avere un altro figlio ed essere ferito di nuovo.-disse.

-Andrés...ti amo anche io, con tutta me stessa, vorrei avere un futuro con te, o almeno lo volevo, come già ti ho detto, per quanto mi dispiaccia, io non sono Tatiana e questo bambino/a non è Rafael, io non ti ferirò mai, sai che darei la vita per te, ma io non potrò perdonarti per aver abbandonato il tuo bambino, per farmelo crescere da sola, per non vederlo nascere, per non sentire  la sua prima parola, per non vedere i suoi primi passi, la sua prima pappa, il primo giorno di scuola, la sua laurea, il suo fidanzamento, il suo matrimonio e tutte le cose belle che ci risparmia la vita. farò di tutto pur che non diventi come noi, due criminali, ma sopratutto come te, uno psicopatico, codardo, che non si prende le responsabilità, che minaccia le donne, anche la sua. ma non penso prenderà da te, visto che non ci sarai. io no voglio che mio figlio mi chieda: "mamma dov'è papà?", "mamma posso vedere papà?" oppure "mamma ho un papà?". io troverò un padre migliore per mio figlio e un fidanzato/marito migliore per me, io merito di meglio. se mai uscirò di qui ricomincerò, da capo, da sola con mio figlio, una nuova vita, con una persona migliore al mio fianco. se mai non dovessi trovare la persona giusta...dirò la verità a mio figlio, non voglio essere una di quelle madri che mente ai propri figli dicendogli: "papà arriva...è andato a comprare il latte." oppure "papà è a un viaggio di lavoro.", non voglio fingere che ci sia un padre quando il vero padre non c'è mai stato. sai Andrés...tu dici di non voler essere ferito ma...tu hai ferito me...anzi...noi.-dissi.

uscii di quella stanza lasciandolo solo, a riflettere.
voglio che capisca il dolore che mi ha causato.
che ci ha causato.

[SPAZIO AUTRICE]

scusate se il capitolo è corto ma se i paragrafi dei discorsi sono lunghissimi haha, sopratutto l'ultimo.

scusate per eventuali errori di scrittura.

spero vi piaccia<3.

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