~CAPITOLO 25~
dopo esserci assicurati che gli ostaggi stessero bene e aver dato loro da mangiare e da bere mi sedetti sulla scalinata osservando un punto non preciso della stanza ma venni interrotta da una mano sulla spalla.
alzai il viso e incontrai quello della bionda.
-Miami, che succede?-parlò piano.
-niente di che...semplicemente una litigata con Berlino.-dissi quasi malinconica.
-sono cose che capitano in una coppia. si risolverà tutto vedrai. ora stai tranquilla, voi vi amate tanto.-disse la ragazza.
spalancai gli occhi.
-n-non siamo una...coppia..e non ci...non ci amiamo.-dissi balbettando in un modo alquanto fastidioso pure per me.
-ah...scusami tanto io, io non volevo davvero...-rispose imbarazzata.
-non fa niente.-le sorrisi.
-è che sembrate davvero una coppia.-disse la riccia.
-davvero?-chiesi incerta.
-si. si vede come vi guardate, come vi parlate, è palese la vostra passione l'uno per l'altra.-questa volta era lei a sorridere.
-non, non c'è nulla tra noi...è solo amicizia o...odio penso.-abbassai lo sguardo per l'imbarazzo.
-tra l'odio e l'amore c'è solo un piccolissimo passo di distanza Miami ed è più che ovvio che vi piacete a vicenda.-si sedette la donna.
-si, forse hai ragione ma su una cosa ti devo contraddire...a lui non piaccio.-dissi triste.
-tu lo ami?-mi chiese la donna.
-si..tantissimo.-alzai lo sguardo.
-allora diglielo.-mi sorrise.
-è questo il punto, l'ho già fatto e lui mi ha detto che non vuole distrazioni che merito di meglio e cazzate varie per non dirmi direttamente che non gli piaccio.-il suo sorriso si spense.
-e poi?-chiese incerta sulla sua domanda.
-e poi..mi sono incazzata, ma mi sembra una cosa normale no? eppure lui mi ha...mi ha minacciata.-dissi e una fitta al cuore mi raggiunse e sicuramente non per un buon motivo.
-lui vuole solo mio corpo Stoccolma.-delle lacrime scesero a rigarmi le guance e alzai lo sguardo verso la bionda che mi guardava quasi con pena.
-mi dispiace molto, anzi moltissimo. e scusa se sarò un pochino volgare ma se è così allora non ti merita cazzo. sei una persona stupenda internamente e esteriormente, non sei la sua troia. devi farti valere quindi adesso tu ti alzi, ti lavi il viso e vivi la tua vita al massimo, come se non ci fosse un domani.-mi prese il viso tra le mani facendo scontrare i nostri occhi.
-sai che c'è? hai ragione. grazie Stoccolma.-la abbracciai e mi asciugai le lacrime.
-ragazzi, radunatevi, fate in modo che ci sia anche Tokyo.-disse la voce del professore.
ci radunammo.
-professore, sono Tokyo.-disse la mora.
-Tokyo, ce l'abbiamo fatta. in cambio di 40 ostaggi e la polizia che abbiamo al piano di sotto legati ci daranno Rio, Rio entrerà qua con noi.-disse l'uomo con gli occhiali.
Tokyo si mise a piangere.
sorrise e ci abbracciò, anche me stranamente.
Il professore ci ordinò di preparare tutto l'occorrente e cose varie.
prima che potessi uscire una mano mi fermò per il braccio.
Stoccolma annuì con la testa uscendo.
Andrés chiuse la porta.
-che vuoi.-incrociai le braccia al petto.
-calmiamoci.-disse alzando le mani facendo il finto spaventato.
-arriva al dunque De Fonollosa.-dissi senza pensare alle parole che uscivano dalla mia bocca.
-mi chiami pure per cognome adesso? ti direi che è molto eccitante ma in questo momento è molto fastidioso, significa che ce l'hai con me vero?-chiese avvicinandosi di qualche passo.
non risposi.
-lo prendo come un si. che ti ho fatto?-riprovò.
-che ti ho fatto? stai scherzando vero? mi hai rifiutata dicendo delle stronzate da adolescenti e poi mi sbattuto al muro mettendomi una mano al collo e minacciandomi, ti sembra poco?-feci una risata nervosa.
-non ero in me.-disse semplicemente.
-non me ne fotte un cazzo.-ringhiai.
-cosa devo fare? chiederti scusa? scusami allora.-disse l'uomo con indifferenza.
-oh no, no, no, no, no. questa volta non bastano le scuse.-dissi fredda.
-dimmi cosa devo fare allora, darti parte del bottino?-chiese quasi ovvio.
-ma stai scherzando? non mi interessano i tuoi fottuti soldi, te li puoi infilare su per il culo.-ero incazzata.
-Miami, non potrai stare arrabbiata con me per sempre. tu sei mia ricordi?-chiese.
-no. tutto quello che vuoi è il mio corpo, tu non vuoi me, non vuoi il mio amore, vuoi solamente che io sia la tua puttana ma sai che c'è? io non sono la tua troietta da quattro soldi che puoi usare quando ti pare e piace. io non dipendo da te Andrés. tu sei solo uno psicopatico a cui piace giocare a cose perverse e che prende per il culo le persone. sei un sadico, freddo e violenti pure le ragazze. non sono una prostituta e non voglio stare con una persona possessiva e che mi minaccia. io non sono e non sarò mai tua Andrés.-sputai l'odio che avevo dentro.
mi guardò sorpreso.
-Miami...io...-disse.
-lascia stare Andrés, vado ad aiutare.-dissi uscendo senza lasciarlo finire.
ANDRÉS POV. (ne vedrete pochi di questi)
Miami...se solo sapessi quanto tu mi piaccia.
mi fai impazzire ma non possiamo stare insieme.
non voglio farti del male.
non avremmo dovuto conoscerci ma...non potevo stare a guardare mentre quel ragazzo metteva le sue mani su di te e cercava di violentarti, che uomo sarei.
mi dispiace aver perso la testa e averti minacciata ma...non ero in me.
non so cosa mi sia preso.
sono un coglione.
io...io ti amo Miami.
[SPAZIO AUTRICE]
spero solo non faccia troppo schifo, comunque sto malissimo perché ho mal di pancia ma ho pensato di aggiornare.
grazie per le 610 visualizzazioni.
i love you:).
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