~CAPITOLO 23~

-Berlino.-interruppe quell'aria testa il professore.

"grazie." pensai.

-operativo.-rispose l'uomo prontamente.

-stanno entrando, non sappiamo ne come ne da dove, state pronti a qualsiasi evenienza, restate in ascolto.-disse l'altro chiudendo.

-miei cari, entreranno, mi dispiace non potervi dare altre informazioni quindi useremo la violenza.-si girò Berlino con occhi freddi.

-cosa?-spalancò gli occhi Tokyo.

-volete usare la violenza?-chiese la ragazza.

-non abbiamo altra scelta.-rispose Berlino.

-ma il professore non..

-il professore sarebbe d'accordo con me e inoltre questo è il mio piano, l'ho ideato io e decido io. sono il capo di questa rapina e voi mi state a sentire che vi stia bene o meno.-alzò leggermente la voce l'uomo.

-aspetta aspetta...non sai se entreranno con i blindati, se si caleranno dalle finestre o se passeranno per le fogne, come pensi che la violenza possa risolvere tutto questo.-provò a convincerlo Tokyo.

-non scherziamo...lì fuori c'è gente che ci sostiene. siamo entrati lanciando denaro non bombe.-continuò la ragazza.

ci guardò in segno di approvazione ma Andrés aveva ragione.

-Tokyo lo so che così facendo non ti ridaranno Rio ma non abbiamo altra scelta, Berlino ha ragione.-dissi.

-e tu che avresti fatto se ci fosse Berlino al posto di Rio eh? l'avresti usata la violenza?-chiese quasi ovvia, mi fece salire i nervi.

-Tokyo non...

-Berlino sta zitto so difendermi da sola.-lo fermai.

-ascolta qui non si tratta se al suo posto ci fosse stato Berlino ok? mi dispiace per Rio e farei di tutto per proteggere e salvare Berlino, e quando dico di tutto intendo che darei la vita ma se proprio vuoi saperlo se ci fosse stato Berlino al suo posto la violenza l'avrei usata lo stesso, se entrano ci ammazzeranno tutti oppure, se ti va bene, avrai un ergastolo quindi non provare a mettere in mezzo me o Berlino perché 1 tra di noi non c'è nulla e 2 non è di certo colpa mia se lui è finito lì, questa è la conseguenza per chi non resisteva proprio a non fare festa o no Tokyo?-dissi io con sguardo assente, mi facevo quasi paura da sola.

-dammi retta da ora questa è l'unica amica che hai.-dissi alzando l'arma che avevo in mano.

-scegli l'arma, ti aspettiamo di sotto.-le disse Berlino uscendo e io lo seguii.

-hai fatto un bel discorso.-disse l'uomo.

-grazie.-risposi.

-davvero faresti di tutto per proteggermi e salvarmi la vita? daresti la vita per me Miami?-chiese guardandomi attentamente.

-si.-ricambiai il suo sguardo.

-nessuno mi aveva mai detto una cosa simile.-disse sorpreso.

-allora, piacere nessuno.-gli sorrisi.

-anche io darei la vita per proteggerti Miami.-mi sorrise lui.

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-ignetteranno gas narcotico.-ci disse il professore.

-mi aspettavo qualcosa di più da loro, tutto sotto controllo fratellino.-disse ghignando.

-avete 35 minuti per mettervi le maschere e bloccare tutte le entrate, confido in voi.-disse chiudendo quella conversazione.

andai in un ufficio per caricare i proiettili sulla pistola e sul fucile.

-la tua maschera...dopo che hai finito mettitela.-disse Berlino entrando.

-grazie.-la appoggiai sul tavolo.

-Miami...-disse il ragazzo con un filo di voce.

-mh?-risposi senza alzare lo sguardo.

-quando usciremo di qui, e sono sicuro che ne usciremo vivi quindi sta tranquilla e non fare domande, voglio che tu venga via con me.-disse tutto d'un fiato.

-c-cosa?-alzai lo sguardo.

-si. mi sembra chiaro che siamo molto legati e, seppur avevo detto che non volevo una relazione, ed i effetti è così almeno qui dentro, vorrei che tu venissi via con me una volta finito tutto questo.-rispose.

-davvero?-chiesi.

-si. davvero.-rispose.

-ma da...da cosa?-chiesi incerta.

-non lo so...non so se sono pronto a un'altra relazione dopo tutte quelle andate male però...vorrei provarci, non dico da fidanzati ma...da persone che si frequentano?

vedevo la sua vulnerabilità negli occhi e la cosa bella era che si mostrava così solo con me...mi sentivo così speciale.
era incerto sulle sue parole e aveva visibilmente paura della mia risposta.

-non sei obbligato a farlo.-dissi.

-cosa?-alzò lo sguardo sorpreso.

-non sei obbligato a dirmi quello che vorrei sentire, se non sei pronto o se non ti piaccio o addirittura se non sono adatta a te fa niente. a me non importa, l'importante è che tu sia davvero felice e non che lo faccia solo perché io provo qualcosa per te.-dissi.

-non hai capito. Miami tu mi piaci davvero. ed è ovvio che voglia stare con te, ma ho troppe cose per la mente e non voglio avere relazioni, per il momento. e hai ragione tu non sei adatta a me, non sono la persona adatta.-si spiegò.

-non decido io i miei sentimenti Andrés.-dissi.

-dobbiamo andare...rimandiamo.-disse mettendosi la maschera e anche io.

-oh, gli altri stanno portando gli agenti al centro, noi dobbiamo bloccarli.-mi spiegò.

-quindi devo stare con te?-chiesi incerta, non mi andava dopo questa discussione.

-Miami non è il momento delle bambinate, verrai con me e punto. questo è lavoro non un gioco.-disse serio.

-non posso andare ad aiutare Helsinki o Nairobi o non so?-chiesi.

mi ritrovai contro il muro mentre lui era davanti a me con sguardo freddo e arrabbiato.

-Miami qui comando io, devi ubbidire.-disse con voce ferma.

-oppure?-chiesi ingenuamente.

-oppure in un modo o nell'altro capirai chi comanda qui. se ti dò un ordine lo esegui e punto. non fare storie.-ringhiò.

-sadico.-sbuffai.

mi mise una mano al collo stringendola leggermente.

-smettila Miami mi stai provocando e non in senso buono. questa te la faccio pagare.-disse lui staccandosi.

-mi minacci pure adesso?-risi io.

non ci credo, questo non è l'Andrés che ho conosciuto io...
chi sei davvero Andrés...?

[SPAZIO AUTRICE]

non mi piace molto come capitolo ed è anche corto quindi mi scuso già da adesso.

non mi convince perché l'ho fatto senza molte idee ma spero vi piaccia lo stesso.

sono molto impegnata con la scuola quindi non ho molto tempo, passo le giornate sui libri perché quest'anno ho gli esami.

kiss.

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