thirty-seven
Vybes's POV
31 dicembre. L'ultimo giorno di uno degli anni più strani e spettacolari della mia vita. Mi sono fatto il culo nella musica, il mio talento e la mia passione sono stati riconosciuti, ho assistito a tantissimi concerti venendo pagato per togliere i tappi alle bottiglie, i miei problemi di ansia e depressione sono diminuiti, finalmente la gente conosce il nome di Vybes e non ho ricevuto troppi pali dalle ragazze, anzi.
Cazzo, sono ad Amici, sto con la ragazza che mi fa impazzire e mi sto per esibire davanti a una moltitudine di persone.
L'aereo da Firenze a Catania è atterrato nella città siciliana già da qualche ora.
Prima di partire abbiamo salutato la famiglia Bernál, li ho ringraziati per l'ospitalità e ho esteso loro l'invito che mamma Alessia mi ha imposto di dargli.
Nonostante sia pieno inverno, la temperatura è quasi piacevole mentre la serata del "Capodanno in musica" si apre.
Dietro le quinte ci sono tantissimi artisti con i quali non mi sembra vero di poter parlare faccia a faccia.
Gigi d'Alessio in persona è venuto da me a farmi i complimenti per le cose che scrivo, dicendomi di continuare così e non farmi mettere i piedi in testa da nessuno.
Tra noi ragazzi di Amici la tensione è alle stelle. È come se tutti dovessimo affrontare dieci sfide immediate nella stessa puntata.
Tuttavia non è solo l'ansia, bensì una grande eccitazione ci contraddistingue.
Mi guardo intorno, sotto al cielo scuro e privo di nuvole di Catania. C'è chi fa riscaldamento vocale, chi non la smette di saltellare (come Senza Cri), i ballerini fanno stretching e ripassano i loro pezzi.
Ma il mio sguardo finisce sempre su di lei, come se avesse una calamita addosso.
Ester se ne sta più lontana rispetto agli altri, insieme ad Antonia. Le due provano per l'ennesima volta la loro esibizione.
Da perfezioniste quali sono vogliono che ogni singola interazione venga impeccabile.
Le gambe lunghe di Ester si flettono ad ogni movimento, in perfetta sincronia con le braccia e il corpo che volteggia.
Sarebbe in grado di incantare chiunque, ma io resto letteralmente ammaliato ogni volta che la vedo fare... qualsiasi cosa.
Ballare, ridere, cercare di coniugare correttamente il congiuntivo in italiano, parlare in modalità Eminem in spagnolo, aiutarmi con l'inglese, coprirsi il sorriso inutilmente con la mano, arrabbiarsi e aggrottare la fronte, alzare gli occhi al cielo, piroettare.
Ai miei occhi resterà la ragazza più bella del mondo.
E, cazzo, glielo direi ogni secondo della mia nostra vita. Le urlerei che è bellissima in ogni cosa che fa, sia per come la fa sia perché è lei a farla.
Non appena nota il mio sguardo su di lei, tocca dolcemente la spalla di Antonia, le mormora qualcosa e mi raggiunge.
Un sorriso luminoso le illumina il volto.
Aggancia entrambe le braccia dietro al mio collo, avvicinandosi poi per stamparmi un bacio sulle labbra.
«Sei felice» affermo.
«Mucho, non mi sembra vero di essere qui ed esibirmi con una delle cantanti emergenti que stimo di più en todo el mundo. Y soy feliz de passare il capodanno con te» risponde.
«Anche io sono felice. Per me, per te e per quello che siamo»
Le sue dita iniziano a stuzzicarmi i capelli, liberi dal capellino che porto ormai ogni giorno.
«¿Ah, si? E cosa siamo?» chiede con aria innocente.
Mi avvicino al suo orecchio, come se volessi confidarle un segreto.
«Non lo so, Ester. Dopo l'altra sera, tutti i baci che ci scambiamo costantemente, la tensione, il tuo farmi uscire pazzo... secondo te cosa siamo?»
In tutta risposta, la bionda ride. L'aria si tinge della risata cristallina di Ester, che attira l'attenzione di alcuni dei nostri compagni.
«Siete vomitevoli ragazzi, davvero» borbotta Ilan, scuotendo la testa.
Nicolò, accanto a lui, annuisce. «Siete passati dal non rivolgervi la parola a limonare ogni tre secondi... un po' di sensibilità per noi single»
La nostra attenzione viene dirottata verso la conduttrice di questa serata, che inizia piano piano a presentare la nostra classe e i duetti che faremo.
A noi si avvicinano Chiara e Pietro. Le due ragazze si stringono la mano, emozionate.
«La prima ad esibirsi è una coppia tutta al femminile. Con la loro eleganza, il loro stile e la loro amicizia vi faranno entrare in un mondo pieno di fate, elfi, foreste incantate e giganti. Con "Giganti" Antonia ed Ester!»
«Mierda mierda mierda!» esclama Ester a sé stessa, stampandomi un bacio sulla guancia, prendendo Antonia per mano e sparendo dalla mia visuale.
Accade tutto così in fretta che neanche riesco a mormorarle un "in bocca al lupo".
Sullo schermo del retro le quinte che trasmette in tempo reale cosa sta succedendo dietro la parete scura, compaiono in primo piano le due ragazze.
Il pubblico applaude e si riesce a scorgere persino qualche cartellone per una delle due.
Ester sei una farfalla. È ciò che c'è scritto su uno di questi e non posso trovarmi più d'accordo.
Il mio pensiero si riconferma quando la mia ragazza inizia a ballare sulla voce di Tota.
Ogni suo passo è aggraziato e misurato. Il morbido vestito lilla fascia perfettamente il suo corpo e la accompagna in ogni movimento, mentre sembra quasi stia per prendere il volo.
«Frate' occhio che ora inizi a sbavare» mi sfotte Trigno.
Lo ignoro, troppo preso a guardare la biondina.
I capelli sono tirati su un una mezza coda leggera e volteggiano con lei.
È completamente a suo agio, si vede anche da qui.
La sua espressione è rilassata, gli occhi sono luminosi e balla come mai prima d'ora.
E sì che anche prima era brava.
L'esibizione finisce forse anche troppo presto, lasciando tutti con la bocca aperta dato il perfetto mix tra la danza di Ester e la voce di Antonia.
Non appena tornano da noi, le due ragazze vengono accolte e strette in un grande abbraccio, mentre la coppia successiva viene richiamata sul palco.
Ester corre verso di me e, prontamente, la afferro dai fianchi e le faccio compiere un piccolo giro, proprio come si vede nei film.
Riesco a sentire il suo cuore leggero e felice quanto il mio.
«Com0 è andata?» domanda, ansiosa, nonostante il suo sorriso non accenni ad afflievolirsi.
«Bravissima, bellissima, affascinante, eterea, pura, una fata, una stella...» la elogio con ironia, seppur io pensi veramente ogni parola che le sto dicendo con leggerezza.
La sua mano raggiunge la mia nuca, colpendomi piano.
«Suficiente, estúpido» ridacchia.
«Sul serio, sei stata incredibile. Hai rapito tutti»
* * *
Mancano due minuti alla mezzanotte e al 2025.
La mia esibizione è andata bene, qualcuno nel pubblico cantava insieme a me e mi sono sentito finalmente privo di ogni ansia sul palco.
Ero gasatissimo, continuavo a saltare e a fare avanti e indietro, più del solito.
La conduttrice della serata di Capodanno convoca tutti gli artisti sul palco, stringendoci in una catena umana.
Il braccio di Ester mi cinge la vita da destra, mentre il mio braccio le circonda le spalle.
E anche quest'anno è passato. Sì, discorso basico da donna di mezza età, ma necessario.
Sembra ieri che avevo festeggiato il capodanno 2023 in una discoteca di Roma con i miei tre amici.
Sono cambiate un sacco di cose.
Sono cambiato io, il mio rapportarmi con le persone e lo stesso rapporto, è cambiata la musica e una miriade di altre cose.
Guardo la biondina alla mia destra, che sorride guardando il pubblico.
E realizzo di essere il ragazzo più fortunato del mondo ad avere al mio fianco Ester, che tra tutti ha scelto proprio me.
«Mancano pochi secondi!» esclama una voce femminile che pare incredibile lontana.
Gli occhi di Ester si incatenano ai miei, generando come sempre uno scontro tra tempesta e mare.
«Meno 10...» annunciano.
resto incantato a guardare gli occhi luminosi della mia ragazza
9...
la lingua inumidisce le labbra già rosee
8...
le sue mani mi stringono dietro il collo
7...
i nostri cuori battono all'unisono
6...
tutto intorno sembra essere quieto, come se fossimo in una bolla
5...
un'irrefrenabile voglia di baciarla mi assale
4...
le sue mani si spostano sulla mia camicia, che tira in modo da avermi più vicino
3...
e finalmente mi rendo conto, o ammetto a me stesso, di essermi innamorato di Ester Bernál
2...
innamorato in maniera talmente tanto inaspettata, innamorato di lei in tutto e per tutto
1...
i nostri nasi si sfiorano, mentre i sorrisi sulle nostre labbra sono incapaci di afflievolirsi
2025!
«Buon anno, stella» sussurro.
Il mio sguardo resta immobile sui suoi occhi.
«Sì ok, feliz año nuevo. Me lo dai un bacio o devo aspettare il 2026?»
Le nostre labbra coincidono l'una sull'altra.
Sembra che siano passati secoli dall'ultima volta, anche se in realtà si tratta di mezz'ora massimo.
Ester, audace ed intraprendente, afferra il mio volto con le mani e non lo lascia andare, in modo da poter muovere la lingua a suo piacimento.
La sento sorridere nel bacio.
Sono fottuto, completamente.
Fottuto e innamorato perso. Di lei, dei suoi baci, dei suoi gesti, di come si schiacchia sempre di più contro il mio corpo pee avere più contatto, di tutto.
Per questa volta inverto le posizioni e sono io a mordicchiarle il labbro, mentre un ansito esce dalla sua bocca.
I fianchi della bionda slittano contro il mio ventre, generando una scarica elettriche nel mio corpo che parte dalla mia intimità e si diffonte.
Ci stacchiamo quando ormai il 2025 è iniziato da qualche minuto.
Non mi perdo ad osservare intorno a noi, ma sento urla e risate ci circondano.
Un sorriso timido dipinge le labbra rosse e gonfie di Ester.
«Buon anno» mormora poi.
Sì, fottuto e perso, totalmente.
* * *
Sono le due del mattino, il programma è finito da un'ora e i due uomini della produzione di Amici ci hanno concesso due ore libere prima di tornare in albergo.
Ester ed io camminiamo mano nella mano per le strade stranamente silenziose del centro di Catania.
Tutto il caos è riversato nelle piazze più grandi e anche da qui, oltre alle nostre risate, si possono sentire urla e musica dei festeggiamenti.
La mia ragazza è instancabile nonostante sia notte. Corre avanti rispetto a me, torna indietro, improvvisa passi di danza che nonostante la situazione appaiono aggraziati, compie saltelli e si contorce su sé stessa quando le solletico i fianchi.
L'aria che ci circonda è piacevole, fresca ma non pungente, aggiungendo sempre più punti allo statk in cui ci troviamo.
Felici, spensierati, insieme.
Ester saltella al mio fianco, ancora euforica, e non smette di parlare di quanto sia soddisfatta della sua esibizione con Antonia o di qualsiasi argomento a caso.
E io, dal canto mio, la ascolto per ogni secondo, senza perdermi neanche un gesto o una parola.
Sì, sono innamorato pazzo.
Ma infondo l'ho sempre saputo, dal primo momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati.
Sapevo che sarebbe stata o l'amore o la mia rovina più grande.
«...e poi c'era Spiderman que hizo pew pew pew con le telarañas su tutta New York...» afferma con enfasi, imitando l'iconico gesto con la mano che caratterizza il supereroe.
«Ti piacciono i superereoi, eh?»
Lei annuisce, entusiasta. «A te no?»
«Ero un bambino cresciuto negli anni duemila, certo che mi piacciono. Qual è il tuo preferito?» chiedo.
Ester sembra pensarci su, stringendosi intanto nel suo cappotto nero e continuando a camminare.
Improvvisamente è seria, come se stessimo trattando un argomento di massima importanza o segretezza.
«Mh, creo que sia Occhio di falco... sì, es el mejor ma è anche sottovalutato...»
La mia bocca si muove in automatico, senza che io riesca a controllare le due parole che mi sbucano fuori dalle labbra.
«Ti amo»
Ester non sembra toccata dalle mie parole, tanto che continua a camminare con la solita andatura.
«Gracias, pensavo di essere l'unica a pensarla così. Cierto, anche Ironman es forte, pero creo...» continua imperterrita, lasciandomi di stucco.
«No, Ester, sul serio. Ti amo»
«Amo ogni cosa di te, ogni cosa che fai, la persona che sei. Amo essere innamorato di te ed averlo capito ora, perché siamo ad un punto in cui non possiamo fare altro se non decollare.
Ogni gesto che fai, anche minimo, ha un significato enorme per me. Perché questo è amare. Riconoscere, apprezzare, ammirare. Ti amo perché quando c'è un problema non ti piangi addosso ma dai il massimo per risolverlo.
Amo come non riesci a pronunciare alcune parole in italiano e ne vengono fuori di nuove ed inventate; amo il suono della tua risata, specialmente se sono io a provocarla; amo la tua piccola gelosia e la ruga che ti viene sulla fronte quando lo sei; amo ogni singolo atomo di te.
Ti amo per la tua semplicità, per come ti affezione velocemente a chiunque incontri, amo come riesci a lasciare una parte di te a chiunque incontri; amo la tua ironia, la tua empatia, il tuo sorriso, la tua grazia, la tua danza. Tutto questo mi ha fatto innamorare di te e rendeemi conto di quanto io sia fortunato» esordisco velocemente, gesticolando ed evitando il contatto con i suoi occhi color oceano.
La ragazza boccheggia un paio di volte, senza però riuscire a pronunciare una parola.
Il silenzio è denso come la notte che ci circonda.
«Non... non dici niente?» mormoro, mentre tutto d'un tratto il coraggio che ho tirato fuori sparisce.
Ester si avvicina velocemente a me, prendendomi il volto tra le mani.
«No se que dire, Gabriel. Mi hai lasciata senza parole, de nuevo. Sono le cose più belle che qualcuno mi ha mai detto in vita mia.
Non dico nada por que nessuna mia parole potrà avere significato, dopo le tue. Sono veramente fortunata de tenerti nella mia vita»
Poi, mi stringe nell'abbraccio più bello della mia vita.
Le sue braccia mi circondano il collo, mentre sale sulle punte dei piedi.
La sua vicinanza, il suo profumo, i lunghi capelli biondi che scorrono sotto le mie dita mentre le circondo i fianchi.
Riesco a sentire tutto ciò che non riesce a dirmi a parole, anche se nella mia testa vortica solo una domanda.
«Y sí, visto che so che te lo stai chiedendo, anche io sono innamorata de ti. Soy enamorada de ogni gesto che fai, por que ci metti sempre la costanza y la passione che ti contraddistingue. Anche con me. Voglio dire, sei venuto sotto casa mia il giorno di Natale por farti perdonare.
Sono innamorata di te da quando mi hai fatto la battuta el primer dia, da quando ci siamo vestiti abbinati ad Halloween sin saberlo. Dal nostro primo sguardo, dal nostro primero incontro.
Y non lo avevo realizzato, ma tu hai siempre avuto un posto speciale nel mio cuore. Corazon che batte ogni giorno per te» mormora ad un centimetro dal mio volto.
Anche il mio cuore batte. Batte forte, forte come non ha mai fatto prima.
E io non posso fare a meno di essere grato di avere tra le mie braccia Ester, in tutti i suoi pregi e difetti.
Ma so che è innamorata di me.
E se è innamorata di me almeno una virgola di quanto io lo sia di lei, allora è quella giusta.
«Ester ti giuro che se non mi baci adesso ci chiudiamo in hotel fino al prossimo Capodanno» sussurro.
La risata fresca della bionda mi fa tremare il petto.
«Scommettiamo?» sussurra nel mio orecchio, improvvisamente seria.
In meno di cinque minuti apriamo la porta della sua stanza dell'albergo in cui alloggiamo.
Le nostre labbra si divorano, fameliche e frenetiche, mentre chiudo la porta con il piede e cammino alla cieca nella camera.
La luce di una lampada rimasta accesa illumina solo un piccolo angolo della camera, lasciando il resto soffuso.
La lingua di Ester si muove sulla mia, mentre le sue mani mi tolgono rapidamente la giacca e inizia a sbottonarmi la camicia.
Per la scoordinazione dei nostri corpi uniti, sbatto con la schiena su un mobile, provocando un tonfo sordo.
«Cristo, Ester, potrei impazzire» soffio a pochi millimetri dalle sue labbra.
«Yo también»
La mia camicia bianca vola in un angolo scuro della stanza, mentre continuamo a girovagare in essa con passi sconnessi.
Per la prima volta è lei a baciare il collo a me, mentre le sue dita tracciano il mio petto.
Afferra un lembo di pelle tra i denti, che stringe fino a farmi gemere.
Si fionda nuovamente sulla mia bocca. Passa la lingua sul mio labbro inferiore ad una lentezza che fa crescere ancora di più l'erezione che spinge nei miei pantaloni.
«Okay, calmiamoci. Abbiamo tutto il tempo del mondo» rifletto, facendo un passo indietro.
La stanza cala in uno stato di tranquillità e silenzio, nonostante intorno a noi sembri essere passato un uragano.
Guardo la mia ragazza, ancora stretta nel suo vestito viola e con le labbra gonfie.
«Mi togli el vestido o lo faccio da sola?» chiede, girandosi e scostando i capelli da un lato.
Non ho mai sentito tanta tensione quanto ne sto percependo ora, mentre faccio scorrere lentamente la zip sulla schiena di Ester.
Il suo profumo di vaniglia mi invade le narici, mentre la mia testa mi sussura di mandare tutto a fanculo e di continuare con il ritmo che avevamo preso poco fa.
«Te quiero, Gabriel. Ti amo» soffia in un sussurro così tanto lieve che quasi quasi mi sembra di essermelo immaginato.
Il vestito cade a terra, ma i miei occhi rimangono fissi su quelli di Ester, che ora sono incastrati nei miei.
Se ne sta qui, difronte a me in intimo, mentre mi guarda con gli occhi più puri che il mondo abbia mai partorito.
«Ti amo» ripete, come per darmi una conferma definitiva. «Te amo por tutte le motivazioni di prima. Ti amo perché sei tu, perché in questo momento mi stai guardando in faccia y non el resto del corpo, perché mi fai battere il cuore a mille».
L'aria attorno a noi è magica, carica di tensione e di intimità.
Il mio cuore sta per esplodere.
«Cazzo, ti amo anch'io. Sei bellissima. Non so che dire» balbetto senza parole.
Solo ora mi concedo uno sguardo lungo tutto il suo corpo.
Il reggiseno nero è fatto completamente in pizzo, così come lo sono gli slip. Tutto le calza a pennello, fasciandole le forme alla perfezione.
Nonostante la sua bellezza, vedo che cerca in tutti i modi di apparire più piccola, quasi invisibile.
Come può lei sentirsi brutta?
«Te l'ha consigliato Chiara, vero?» ridacchio, per cercare di metterla a suo agio.
La bionda annuisce, già più serena.
«A proposito, non tornerà stanotte vero? Perché ho intenzione di averti tutta per me fino a domani mattina e per sempre» mormoro, prendendole i fianchi e facendola salire sullo stesso mobile su cui ho urtato prima.
Innocentemente, Ester apre le gambe per farmi infilare tra di esse, inconsapevole di quanto il suo gesto abbia avuto un impatto su di me.
Inizio a tracciare dei cerchi sulle sue cosce, per tornare a dove eravamo prima.
«No, è da Pietro. Credo che anche lui abbia le tue stesse intenzioni» risponde con un piccolo sorriso.
Le prendo il labbro inferiore tra i denti, mormorando un "Bene", prima di ricominciare a baciarla.
Di nuovo, l'aria torna elettrica e tesa.
Le bacio prima la mandibola, il collo, la clavicola, fino ad arrivare alla curva del seno.
Dalla bocca di Ester escono dei respiri profondi e dolci, seppur estremamente sensuali.
Man mano che scendo più in basso con le labbra, l'eccitazione cresce sempre di più.
Quando mi ritrovo a meno di un palmo dalle sue mutandine, alzo lo sguardo verso gli occhi di Ester, già vitrei.
«Sicura?»
In tutta risposta trascina i fianchi più avanti.
Mi inginocchio e, lentamente faccio scorrere gli slip lungo le sue gambe, fino a lanciarli da qualche parte alle mie spalle.
Un'ulteriore scia di baci su tutto l'interno coscia la fa ansimare più forte.
Quando sfioro il suo clitoride con la lingua, un sapore dolce mi accoglie.
Le gambe lunge di Ester si aggrappano alle mie spalle, per avermi più vicino.
Inizio a muovere la lingua lungo tutta la sua intimità, mentre le dita della bionda si aggrappano ai miei capelli.
I nostri occhi non si staccano neanche per un secondo, mentre inizio a succhiarle avidamente il clitoride.
«Cazzo, sei buonissima»
Una serie di gemiti esce dalla bocca di Ester, mentre continuo a darle piacere.
Dai suoi occhi traspare solo lussuria, mentre si morde il labbro per soffocare i gemiti troppo rumorosi.
Continuo con dei colpetti alternati sul punto in cui le piace di più.
«Più veloce» ansima, e nel frattempo inizia a muovere i fianchi contro la mia bocca.
Il ritmo aumenta notevolmente e, mentre scorro la lingua fino alla sua entrata, Ester mi tira i capelli così tanto da farmi mugolare.
«Scusa» sussurra con il tono di voce che tradisce il piacere che sta provando.
«Cazzo, mi piace. Continua» soffio sulla sua intimità, lucida dei suoi umori e delle mie labbra.
Nonostante sia io quello in mezzo alle sue gambe, è lei ad avere il comando.
Si struscia contro di me, in un disperato tentativo di avere sempre più contatto.
Continuo a guardare verso il suo viso, ormai arrossato e con gli occhi chiusi, mentre sta per raggiungere il limite.
È quando sento il suo centro pulsare contro la mia lingua che interrompo i colpetti e torno davanti al suo viso.
Lei mi guarda, ancora con gli occhi lucidi e la pelle d'oca.
«Lo fai siempre, ¿verdad?» borbotta, infastidita per l'orgasmo mancato.
In tutta risposta, la sollevo dai glutei. Allaccia le gambe suo miei fianchi, mentre la sua intimità scoperta e bagnata entra con contatto con il mio ventre.
La mia eccitazione cresce ancora di più, in un disperato bisogno di sollievo.
La appoggio sul letto e mi perdo ad osservarla qualche secondo, escludendo ogni suono che non sia il suo respiro dalle mie orecchie.
La pelle bianca è costellata da qualche smagliatura all'altezza dell'inguine. Striature lucide simili a dei fulmini che la rendono ancora di più la cosa più vicina ad una divinità.
Il reggiseno di pizzo contiene il seno misurato.
Ma a catturare la mia attenzione è un piccolo tatuaggio sul fianco, che fino ad ora non avevo mai visto perché coperto.
Un piccolo fiore.
Una peonia disegnata con una linea talmente sottile da risultare quasi invisibile.
Mi riprometto di chiederle di più su di esso più tardi.
Ester mi afferra dai passanti della cintura, trascinandosi verso di sé e catturandomi in un bacio famelico.
«Vieni aquí, subito» sibila, mordicchiando lentamente il lobo de mio orecchio.
«Sei la più bella del mondo» sussurro, già in preda all'eccitazione.
«Tu eres».
In poco tempo mi ritrovo in boxer, i pantaloni e la cintura finiti chissà dove.
Sdraiata di schiena sul letto, Ester giocherella con l'elastico dei boxer.
La mia erezione pronunciata spinge contro il tessuto, in attesa di essere alleviata.
Incrocia il mio sguardo supplichevole e ricambia con un sorriso malizioso.
Il mio intimo scivola sulle gambe con una lentezza da farmi impazzire.
Con un gesto audace, Ester circonda la mia erezione con la mano. Scorre su di essa un paio di volte, prima di aprire le gambe.
«È da quando ti ho vista ballare stasera che sto in queste condizioni per te, Ester. Quindi te lo chiederò una volta sola: posso?»
«Aspetta» la bionda si sporge verso il comodino, dal quale recupera un preservativo.
Con un gesto lento, paragonabile ad una tortura, lo apre con i denti e me lo infila su tutta la lunghezza.
«Puedes» annuisce ora, soddisfatta.
Se non stessi per impazzire sarei scoppiato a ridere.
Il mio membro entra lentamente nella sua fessura, affondando centimetro dopo centimetro in modo da potersi adattare alle mie dimensioni.
Un gemito profondo scivola dalle sue labbra rosee.
I movimenti iniziano lenti e cauti, anche in modo da poterci godere al massimo il momento.
Le stelle dalla finestra, la luce soffusa, i vestiti sparsi per la stanza e i nostri sguardi che non accennano a staccarsi.
«Male?» chiedo con difficoltà, mentre il piacere inizia a diffondersi anche in me.
«No, anzi. Più veloce»
Le mie spinte diventano più ritmate e veloci, mentre la sua intimità si stringe attorno a me.
I suoi gemiti si mischiano ai miei ed il silenzio della camera viene compromesso.
I nostri occhi sono annebbiati dal piacere, la tensione cresce sempre di più e l'elettricità scorre tra di noi.
La sua pelle calda si fonde con la mia mentre il ritmo di miei movimenti dentro di lei diventa più rapido e netto.
«Mierda» impreca a seguito di una spinta più profonda.
Nonostante abbia la pelle arrossata, gli occhi lucidi, i capelli sparsi per tutto il lenzuolo bianco e un lieve stato di sudore, non posso fare a meno che guardarla con tutto l'amore che posso darle.
Improvvisamente, senza dire una parola e con una forza che mai immaginato avrebbe potuto avere, Ester mi fa rotolare sotto di me.
Su trova a cavalcioni sul mio inguine, con il membro ancora affondato dentro di lei, ma con l'espressione più sexy del mondo sul viso.
Prende il controllo in maniera quasi naturale. Appoggia le mani sul mio petto e inizia a compiere movimenti circolari con il bacino, mandandomi alle stelle.
Il cuore batte all'impazzata e scariche di calore partono dal mio centro fino a diffondersi.
Il calore della mia ragazza mi avvolge, mentre alterna i movimenti dei fianchi con quelli in verticale.
Le poggio le mani sulla vita, in modo da aiutare entrambi in quegli ultimi gesti.
«Sei bravissima» mormoro, continuando a guidarla dai fianchi asciutti.
Manca poco ad entrambi per arrivare al culmine del piacere, annebbiati dall'atmosfera, da noi due e dal sesso spettacolare che stiamo facendo.
I gemito rumorosi di Ester fanno crescere ancora di più la mia eccitazione.
«Sei bravissima, tesoro, continua»
Dopo l'ennesima spinta sall'altro verso il basso, sento l'intimità della mia ragazza pulsare attorno a me, mentre un urletto più acuto degli altri esce dalla sua bocca.
Quello è ciò che porta anche a me all'orgasmo, mentre vengo nel preservativo, ancora seppellito dentro Ester.
Ester si muove ritmicamente su di me ancora un paio di volte, in modo da poter assaporare meglio l'orgasmo.
Conficca le unghie nel mio petto, stringendo le dita dei piedi mentre una scarica elettrica attraversa entrambi i nostri corpi.
Vedo le stelle.
Il mio cuore batte all'impazzata, ancora eccitato.
Il petto della biondina di alza e si abbassa ritmicamente, mentre si accascia accanto a me e ci copre entrambi con il lenzuolo.
Per qualche minuto non proferiamo parola.
L'eccitazione avvolge ancora tutti e due, troppo provati dalle emozioni appena provate e dal poacere appena provato.
«È stato...fantastico. Tu sei fantastica» farfuglio, a corto di commenti.
Ester ridacchia, mettendomi a tacere con un bacio a stampo. Le avvolgo le spalle con il braccio, portando la tua testa ad aderire contro il mio petto.
«Ti amo. È l'ennesima volta che te lo dico. E non lo dico solo per via del sesso pazzesco e migliore della mia vita, ma perché lo penso sul serio. Cioè, ormai dovresti averlo capito».
Gli occhi oceano di Ester mi catturano, portandomi a tacere.
«Anche io ti amo. Sì, neanche yo por las cosas che hai appena detto. Anche se potrei farci l'abitudine a questa adrenalina»
Restiamo sdraiati l'uno accanto all'altra per un tempo indefinito, nudi e con la pelle d'oca che si afflievolisce ogni volta che ci avviciniamo di più.
«Posso farti una domanda?» chiedo.
Il suo solito sorriso puro le inonda il volto «Todos quel che vuoi»
«Il tatuaggio. La peonia. Cosa significa?»
«Tiene muchos significados. La peonia è simbolo di amore eterno y affetto, ma anche di onore e rispetto. Infite, si collega alla felicità, alla fortuna y alla guarigione. La collego alla mia abuela»
Annuisco.
«È bellissimo. Come te»
Due labbra morbide si appoggiano sulla mia guancia.
«Tu eres, Gabriel. Te quiero»
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