fifteen

Vybes's POV.

La sveglia suona puntuale, alle sette. Nel letto al mio fianco, Pietro dorme ancora profondamente, mentre Ilan è già in bagno.
Mi metto a sedere sul materasso, stropicciandomi gli occhi.
Il fastidio alla gola che non mi dà pace da due giorni è ancora presente, di questo passo non so se riuscirò a cantare in puntata.

Il primo pensiero che fa capolino nella mia mente è il ricordo di ieri sera.
Il divano, Halloween, Ester e il nostro bacio. O meglio, il primo che ha dato via ad una lunga serie durante la serata.
Dio mio, ancora non ci credo.

Dopo aver dato la buonanotte alla ballerina sono entrato in camera quasi saltellando dalla contentezza, invadendo la bolla che Chiara e Pietro si erano creati e distraendo Ilan dalla scrittura di qualcosa.
«Ci siamo baciati!» ho esclamato, lasciandomi cadere di schiena sul letto arancione.
Il cuore batteva ancora all'impazzata.

La coppietta accanto a me aveva iniziato a fare versi di approvazione e commentini. Dopo poco, Chiara si era diretta nella loro camera, probabilmente per sentire la versione di Ester.

«No, frate', non ci sto credendo» avevo ripetuto, incredulo.
Trigno continuava a guardarmi con un sorriso malizioso sul volto.
«Ti giuro non avevo mai avuto un bacio così».

A risvegliarmi dai miei ricordi felici di appena poche ore fa è proprio il mio vicino di letto, che si alza dal materasso con un grugnito.
Faccio per dargli il buongiorno ma dalla mia bocca non esce che un sussurro.
Oh oh.
Ok, molto probabilmente sarò bloccato per un po'.

Io e i miei compagni di stanza arriviamo in cucina e la troviamo già gremita di persone, ma io cerco solo una testolino bionda, che trovo seduta sullo stesso divano di ieri a parlare con Teodora.
«Fra', che faccio? Vado lì e...?» chiedo a Ilan con il poco di voce che mi rimane, incerto.
«Vai lì, le dai il buongiorno, le chiedi se ha dormito bene o cose del genere».
Osservo il mio amico con occhi sgranati, poi gli do una pacca sulla spalla e mi allontano scuotendo il capo.

Non appena mi giro verso il salotto, non vedo più Ester.
Vorrei andare da Teodora, ora intenta a bere il caffè, e chiederle dove sia finita ma non vorrei sembrare un sottone totale.

Mangio in silenzio, mentre della biondina non c'è ancora traccia.
Solo mentre torno in camera a prendere il borsone la vedo, seduta sul mio letto. Quando i nostri sguardi si incrociano, il viso le si apre in un sorriso radioso e si alza in piedi.

«Buongiorno» saluta, avvicinandosi a me.
Il sorrisetto furbo che le incornicia il volto mi fa intuire che stiamo pensando entrambi alla stessa cosa.
«Dormito bene?» chiedo con voce roca.
Ester aggrotta le sopracciglia. «Cosa è successo a tu voz?»
«Ieri me l'hai rubata tu» la prendo in giro, beandomi della sua espressione.

Mi tira un colpetto sul petto, come ormai fa sempre. «No hables tonterías. Sul serio, che hai fatto?»
«Mal di gola, non so se riuscirò a cantare in puntata».
La ballerina annuisce, sovrappensiero.

«Ora la smettiamo di parlare e mi dai il buongiorno?»
Gli occhi azzurri di Ester si illuminano. «Que pretencioso. Y sentiamo, quale sarebbe este buongiorno?» mi stuzzica, mentre il lieve rossore sulle sue guance e il respiro più lento la tradiscono.
Non mi sfugge il sorrisetto furbo sulle sue labbra, quando si sporge verso di me e mi stampa un bacio sulla guancia.
«Buen día».
Storco il naso, ancora desideroso di un maledetto bacio sulle labbra, ma quando vedo che la ballerina non accenna ad aggiungelo sospiro.

Va bene, stella, se vuoi che le cose stiano così le facciamo andare avanti in questo modo.

Facciamo il tragitto per andare a scuola chiacchierando le più e del meno, anzi a parlare è Ester.
Mi racconta delle lezioni di oggi, della coreografia a cui sta lavorando e di come si trova bene in camera con Chiara, Angelica e Teodora.
Vorrei prenderle la mano, ma mi trattengo. L'ultima cosa che voglio è affrettare le cose o, peggio ancora, aver frainteso tutto.

In sala relax arriva la comunicazione che dovremo esibirci a squadre in un compito assegnatoci un paio di giorni fa.
Per via della mia voce attuale non posso cantare, quindi mi limito a salutare il maestro Pennino, chiamato a giudicare, e a sedere al mio banco.

Vedere Diego, Angelina e Ilan cantare e divertirsi in studio performando una canzone a cui abbiamo lavorato tutti mi mette un po' di invidia addosso, ma non appena sentiamo il parere del giudice mi rilasso immediatamente.

La mattina va avanti più o meno così, noi che guardiamo le esibizioni delle altre due squadre e il momento della classifica, nella quale risultiamo secondi.
Il giudice ha apprezzato molto le mie barre, accendendo una miccia di gratitudine nel mio petto.

Ester's POV.

«¡Nos besamos!» era la prima cosa che avevo esclamato una volta entrata in camera dopo i baci con Gabriel.
Ormai l'orologio segnava le tre di notte passate. Teodora e Angelica chiacchieravano sui loro letti, all'appello mancava solo Chiara, che è comparsa poco dopo con un enorme sorriso in volto.

Anche io, dal mio canto, non riuscivo a togliermi il sorriso dalle labbra o a far tranquillizzare il mio cuore, che batteva all'impazzata.
«Dios, l'ho baciato!» avevo ripetuto per l'ennesima volta in cinque minuti.
Le tre ragazze mi guardavano con dei sorrisi dolci sul viso.
«Sei proprio cucinata» aveva affermato Angelica.

Eh sì, sono proprio cucinata.
Sono cucinata perché a ormai ore dall'accaduto non riesco a non pensarci senza sentire le farfalle nello stomaco.
Sono cucinata perché il buongiorno di stamattina mi ha mandata in orbita.
Sono cucinata e cotta a puntino perché non vedo l'ora di passare altro tempo con lui.

«Molto bene, Ester, abbiamo lavorato bene oggi» si complimenta Debora, chiudendo l'ultima lezione della giornata.
«Gracias» sorrido timidamente, prendendo i complimenti e chiudendoli nel mio cassettino interno.
«Sul serio, ti vedo molto più serena. Hai risolto quella situazione, immagino».
Annuisco senza riuscire a celare un sorrisetto.
La mia maestra ricambia, dandomi anche un piccolo abbraccio. «Mi raccomando, però. Niente distrazioni dalla danza» afferma in un finto tono minaccioso, lasciandomi poi tornare in casetta.

Durante il tragitto trovo Alessio, con il quale parlo della giornata.
Vorrei raccontare anche a lui di ieri, ma la situazione diventerebbe troppo pubblica.
Okay, già sanno tutto Teodora, Angelica e Chiara.
Se Chiara lo sa, ne è a conoscenza anche Pietro e, di conseguenza, anche Ilan, essendo compagno si stanza dei due.
Insomma, massimo due giorni e sarà di dominio pubblico. Rabbrividisco al solo pensiero.

Chissà come, gli addobbi di halloween sono già spariti, lasciando la casetta spoglia com'era fino a quattro giorni fa.
L'aria di Roma si è raffreddata, novembre inizia a farsi sentire già dal suo primo giorno. Il sole è già calato, lasciando il cielo blu scuro.

* * *

«...e quindi si sono incazzate» conclude Pietro.
Dopo cena ci siamo messi qui in giardino a fumare io, lui e Chiara.
I due ragazzi hanno ricevuto un cazziatone da Anna Pettinelli e la Celentano per via di un video inviato da Trigno su un gruppo e girato per internet.
«Lo siento, Pietro, ma sei stato un po' un boludo».
Il corvino annuisce, aspirando un tiro dalla sua iqos.

La coppietta inizia a fissarmi insistentemente.
Alzo gli occhi al cielo. «Fuerza, que volete chiedermi?»
Chiara sorride. «Come è andata oggi?»
Facco un cenno affermativo con il capo. «Muy bien»
«E con Vybes?» aggiunge Pietro.

Non faccio in tempo a rispondere che il diretto interessato fa capolino dalla porta finestra.
Quando i nostri occhi si incrociano, sorride.
Saluta gli altri due con la mano e si mette accanto a me.
«Bene, ora che siamo tutti possiamo fare un discorsetto...» esordisce Trigno, guadagnandosi un cuscino in testa lanciato dalla sottoscritta.

Chiara lo guarda divertita ma non posso non rendermi conto della luce negli occhi che ha quando è con Pietro.
Mi chiedo se anche a me succede la stessa cosa.

Le mie ginocchia sfiorano quelle di Gabriel, mentre lui è così vicino che riesco a sentire il suo profumo.
«Ce lo fate vedere un bacetto?» continua imperterrito il corvino.
Vybes alza gli occhi al cielo. «Okay, mamma e papà, perché non andate dentro? Qui fa freddo».
Chiara e Pietro ubbidiscono, sparendo in casetta.

E siamo di nuovo soli.
Il silenzio che ci avvolge è rassicurante, privo di imbarazzo o disagio.
«Sei riuscito a cantare, alla fine?» domando, girandomi verso di lui.
Gabriel scuote la testa. «No, ma sto meglio rispetto a stamattina». Sorrido, spegnendo poi la sigaretta nel posacenere.

Lo sguardo del ragazzo passa dai miei occhi alle mie labbra in un millesimo di secondo.
Il mio cuore inizia a battere più forte.
«Creo que andrò a dormir» sussurro.
Dentro di me però, ho soltanto voglia che mi chieda di restare.
«Di già?» C'è una nota nella sua voce che non riesco a cogliere.

A malincuore, gli lancio un sorriso e mi dirigo verso la mia stanza.
Non passano neanche dieci secondi che pento una mano afferrarmi il polso, costringendomi a voltarmi.
Il volto di Gabriel è a un palmo dal mio.
Il corridoio scuro che collega la stanza blu alle altre ci fa da sfondo.

«¿Qué es? Hai dimenticato la buonanotte» lo prendo in giro con un piccolo sorriso sulle labbra.
Gabriel mi prende il mento tra il pollice e l'indice della mano destra e fa combaciare le nostre labbra.
Qualcosa dentro di me si accende, proprio come ieri.

La sua lingua cerca la mia, mentre le nostre bocche si muovono frenetiche l'una sull'altra.
Gli afferro a felpa con entrambe le mani, portandolo ancora più vicino a me.
Senza riuscire a staccarci, indietreggio fino a toccare con la schiena un mobile.
Per diversi secondi non si sente altro che il rumore del nostro bacio.

Per necessità di aria di dividiamo, senza però lasciare le nostre mani ora intrecciate.
«Buonanotte» sussurra poi, lasciandomi un piccolo bacino sulla punta del naso.
Gli tiro un colpetto, stavolta sul braccio, e scuoto il capo sorridendo.
«Me volveré loca» sussurro, ancora intenta a guardare la schiena di Gabriel allontanarsi.

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