Capitolo 13

Lexa sorrise.  "Non ho davvero un vestito speciale per stasera" ha detto Clarke quando una sarta stava aggiustando l'orlo del suo nuovo vestito fatto apposta per questa occasione. "Sono più confortevoli dei pantaloni...E scommetto che non indosserai un vestito vero? " Lexa ridacchiò, in piedi dall'altra parte della stanza e la guardò.  "Beh, io sono Heda" disse.  Clarke alzò gli occhi al cielo.  "Allora, quando posso vedere cosa indossi?" chiese.  Lexa ha detto all'altra fanciulla di preparare il suo vestito.  Il vestito di Clarke era rosa chiaro, così sbiadito da sembrare quasi argento e crema insieme, aveva un'imbottitura morbida sotto in modo che non avesse freddo con maniche lunghe "E perché il mio vestito deve essere rosa?" Ha chiesto e Lexa ha ridacchiato. "Perché tu sei la Mia skaiprisa" disse. "Bene ora sono tu sei houmon (in Trigedasleng significa moglie)" disse e Lexa sorrise. "Presto, sì" entrò la fanciulla e iniziò a sistemare l'abito di Lexa. "Deciderò il mio vestito per il matrimonio sì?" chiese Clarke e Lexa annuì.  "Indosserai un vestito al matrimonio?" chiese Clarke.  "Se vuoi che lo faccia io" Lexa annuì.  Clarke ha guardato Lexa nel vestito che indossava stanotte.  Era una veste scura, con maniche lunghe e che arrivava fino ai suoi piedi e c'erano degli anelli di metallo che lo tenevano chiuso, allacciati strettamente intorno alla vita. Indossava i pantaloni sotto ma erano a malapena visitabili.  "Stai benissimo" sorrise.  La cameriera iniziò a lavorare sui capelli ricci di Lexa, facendo piccole trecce e infilandovi dentro piccoli fiori. Clarke sorrise e avvolse un braccio intorno a lei e la baciò. " Stanno aspettando" disse Titus attraverso la porta e Clarke alzò gli occhi al cielo. "Pronto?" chiese a Lexa che annuì e le prese il braccio tra le sue.  Uscirono dalla torre nel cortile dove centinaia di persone che esultavano. Clarke rimase lì, prima un po' imbarazzata, poi sorrise a Lexa.  Stava per dire qualcosa quando vide un movimento e un barlume di metallo.  Il movimento era così rapido che nessun altro lo vide, ma Clarke afferrò Lexa per un braccio e la spinse verso di lei, lontano dalla lama.  La sua nuova guardia del corpo che stava dietro a Lexa la mancò di appena un centimetro. Lexa agì rapidamente, girandosi e sguainando una delle sue lame. Incontrò il suo secondo attacco e poi si fermò dietro di lui, puntandogli la sua stessa lama alla gola. Ormai le altre sue guardie sono accorse e l'uomo, la sua guardia, era legato a un palo. Lexa guardò Clarke, con uno sguardo che si scusava per quello che stava per accadere.  "Va tutto bene, so che deve essere fatto" ha detto. Fece segno a sua madre di accogliere i bambini e guardò Lexa. Se non si fosse rivolta a lei le cose sarebbero potute finire davvero male, e si sentiva il cuore martellare.

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