CAPITOLO 9

ALISSA

Matt compare all'improvviso, saluta Alex con un abbraccio, e non mi guarda nemmeno. È vero che ci siamo visti solo un'ora fa, ma non è comunque carino ignorarmi, di nuovo. Comincio a non star più dietro ai suoi sbalzi d'umore. Un momento è gentile, l'altro è odioso e antipatico come mai. Inizio a pensare che nella sua testa ci siano due personalità che si battono per uscire fuori. Matt sorride ad Abbie e Giuly e saluta Ben con un "ciao." molto freddo, prima di stringersi la mano con il suo amico Evan. Si direbbe che sia appena arrivato, quindi Alex è venuta da sola, non è passato a prenderla.

«Sei venuta da sola?» Domando ad Alex, avvicinandomi al suo orecchio per non farmi sentire.

«Sì, perché?» Si stringe nelle spalle.

«No, niente... per sapere.» Rispondo con una scrollata di spalle e un sorriso anche abbastanza soddisfatto. Certo che per essere un primo appuntamento, non è proprio il massimo. L'ha invitata in un pub con tutti i suoi amici, era a meno di un chilometro da casa sua e nemmeno si è offerto di passarla a prendere. E poi, dove doveva andare vicino casa mia, se non a prendere Alex? Studio Matt con attenzione, come se l'osservarlo mi potesse dare tutte le risposte alle mie domande. La verità è che ogni scusa per me è buona per guardarlo. Per sbavare sul suo fisico perfetto e sul suo viso talmente bello da farti credere che sia un angelo. Un angelo caduto dal paradiso, come Lucifero, venuto sulla terra per regnare nel mio infermo personale.

«Ah, eccoti!» Esclama Ben, guardando dietro Matt. Mi giro e vedo il viso gentile di Liam. È bellissimo come sempre, con un maglioncino nero di Fred Perry, un paio di jeans e delle Adidas.

«Ciao! Scusate il ritardo, l'intervento è durato più del previsto.» Dice, avvicinandosi a noi. Vedo Matt alzare gli occhi al cielo, è solo invidioso perché Liam salva delle vite, non gioca tutto il giorno al computer. Appena ci raggiunge, Liam si presenta a mia sorella, alla sua amica e ad Alex. Non presta molta attenzione alla mia amica, con mio grande sollievo. Avevo paura che anche lui, come Matt, sarebbe potuto cadere sotto il suo incantesimo. Se fosse successo, questa volta mi sarei veramente rinchiusa in un convento per fare la monaca di clausura. E non scherzo. Liam tende la mano a Matt, che si sofferma a guardarla per qualche secondo prima di ricambiare la stretta. Liam si volta verso di me, mi accarezza la guancia con il dorso della mano e mi sorride teneramente. Mi sento un po' in imbarazzo, ma cerco di non darlo a vedere.

«Ciao!» Lo saluto, sorridendo. Vedo Alex sussurrare qualcosa a Matt all'orecchio, e lui annuisce. Lei gli prende la mano, si gira verso di me e mi fa un discreto occhiolino per poi trascinare Matt verso il palco, dove la band si sta preparando per iniziare a suonare. Beh, sempre meglio che averceli tutta la sera davanti gli occhi.

Liam si avvicina. «È tua sorella?» Domanda, indicando Abbie, poco più in là che chiacchiera con Evan e Ben.

«Sì, quella più piccola.»

«Non è l'unica?» Domanda, sedendosi sullo sgabello vicino al mio, per poi ordinare due birre.

«No, ne ho anche una più grande, Harper, ma non c'è stasera.»

«Tre sorelle? Wow. Tuo padre è un eroe... Il mio impazzisce con una sola figlia femmina. Ti assomiglia molto Abbie, comunque.» Mi fa piacere che Liam si sia accorto della somiglianza, significa che è un buon osservatore. Anche se io e Abbie abbiamo gli stessi occhi e capelli castani, non è facile individuare subito tutti i dettagli che ci rendono così simili. Sono per di più atteggiamenti, espressioni facciali e modi di comportaci, piuttosto che i nostri lineamenti del viso.

«Oh, e non è finita. Harper ha una bambina di tre anni e anche il nostro cane è una femmina. L'unico maschio è una tartaruga.» Liam fa una faccia tra sorpreso e il divertito e alla fine ride, facendo comparire le fossette sulle guance.

Le luci si spengono, e solo il palco rimane illuminato. Finiamo la nostra birra e andiamo verso il palco, ma rimanendo fuori dalla calca. Il locale non è grandissimo, ma c'è comunque molta gente. Alcuni ascoltano il concerto seduti al tavolo, sorseggiando delle birre. Altri si scatenano a ritmo di musica sotto il palco. Liam si posiziona dietro di me e avvolge le sue braccia attorno alla mia vita. Per un momento rimango sorpresa da quel gesto improvviso, ma il suo abbraccio è talmente dolce e accogliente, che riesce a mettermi a mio agio. Dopo un attimo di esitazione, prendo coraggio e poggio le mie mani sulle sue braccia. Lui non si scansa, quindi non dovrebbe dargli fastidio la mia iniziativa. Giro la testa per guardarlo e, capendo che voglio parlare, avvicina leggermente l'orecchio alla mia bocca.

«Ti piace questa musica?»

«Sì, ma mi piace più stare con te...» Mi guarda con i suoi occhi azzurri, e solo in questo momento mi rendo conto di quanto siano vicini i nostri visi. Osservo i suoi lineamenti gentili, le poche lentiggini sparse sulle guance e sul naso, la leggera barba dello stesso colore dei suoi capelli, le sue labbra carnose. Lui sì, che è il paradiso. Più lo guardo e più mi rendo conto che lui e Matt sono come il diavolo e l'acqua santa: completamente opposti in tutto.

Proprio in quel momento, una ragazza va a sbattere addosso a Liam, e ci riporta alla realtà facendoci barcollare leggermente. Lei si scusa un paio di volte, e poi se ne va. Distolgo lo sguardo da quello di Liam e ritorno a guardare il palco, un po' più in imbarazzo rispetto a prima.

Il concerto finisce e Liam non ha smesso un secondo di tenermi stretta a lui. Sto bene tra le sue braccia, mi sento coccolata e al sicuro.

Matt e Alex tornano verso di noi, leggermente sudati. Liam si raddrizza un po', ma tenendo comunque le mani sui miei fianchi.

«Oddio, non si respira laggiù! Sto morendo di caldo, andiamo a bere qualcosa?» Alex si sventola con una mano per farsi aria. Matt abbassa lo sguardo e lo fissa per qualche secondo sulle mani di Liam attorno ai miei fianchi, per poi guardarmi negli occhi. I suoi non esprimo nulla, nessuna emozione. Ma la mascella è contratta e il suo corpo non sembra essere rilassato.

«Non posso, ho promesso a Evan... ehm... di aiutarlo con delle casse, non so. E poi riaccompagno Cole a casa.» La abbraccia con le sue grandi braccia, e Alex quasi scompare dietro la sua figura. Lei gli sussurra qualcosa all'orecchio e gli dà un bacio sulla guancia. Lui le sorride e si allontana da lei. Per ogni gesto di uno nei confronti dell'altra o viceversa, c'è un pezzettino del mio cuore che si rompe. Vorrei piangere, è la cosa che so fare meglio in queste situazioni. Ma sono stufa anche di quello. Come vorrei essere più forte e saper reagire in maniera diversa. E invece, eccomi qui! Alissa Williams, la sfigata per eccellenza, che rimane impalata a guardare che il ragazzo dei suoi sogni le venga portato via, ancora una volta. Ma stasera devo resistere, non posso piangere di nuovo. Lo avevo promesso a me stessa, che non avrei mai più pianto per nessuno dopo Mason.

Con gli occhi lucidi e fissi a terra, faccio un profondo respiro per riprendermi e smetterla di frignare. Matt mi saluta con un semplice cenno del capo, che io non ricambio. Mi limito a fissarlo con rabbia, mentre spero che il mio sguardo possa fargli capire che cosa sto pensando: Ciao, stronzo! Maledizione, se avessi un briciolo di coraggio in più, avrei potuto dirglielo invece di pensarlo e basta. Lo so che è ingiusto da parte mia pensare che sia uno stronzo, perché alla fine Matt non mi ha mai promesso nulla e tanto meno non mi ha mai mandato nessun segno che fosse anche solo minimamente interessato a me. Al contrario, gli ha sempre fatto molto piacere sbattermi in faccia tutte le sue conquiste, mentre si vantava delle sue doti da Don Giovanni. Chissà se si è mai accorto delle mie smorfie disgustate. Non credo, altrimenti avrebbe smesso a un certo punto. Per cui, sì, faccio proprio bene a definirlo "stronzo". Ripensandoci bene, se lo merita proprio. E poi, è più facile insultarlo che ammettere a me stessa di essere stata respinta anche questa volta.

Alla fine, Matt sparisce in una stanza dietro il bancone del bar, insieme a Evan e Cole.

Tutti decidiamo di andare a casa, dato che siamo un po' stanchi. Mentre usciamo, vedo Abbie sorridere, leggendo un qualcosa sul suo cellulare. Cerco di avvicinarmi per capire cosa la fa sorridere così, ma gira il telefono e mi guarda male e con la fronte aggrottata. Dopo cinque secondi, fa leggere il suo telefono alla sua fedele compagna. Scherza? Sono sua sorella. Perché Giuly ha diritto e io no?

«Ali... Vado... vado un attimo al bagno.» Dice mia sorella appena mettiamo piede fuori, e sparisce di nuovo dentro il locale. E secondo lei io ho delle scimmie urlatrici in testa? Sono una ragazza abbastanza perspicace, il più delle volte. E sono sicura che stia andando a salutare Evan. Dovrei chiedere a Matt se sa qualcosa di questi due, ma anche solo parlare con lui si sta rivelando difficile, in questi ultimi giorni. Mi fermo a respirare un po' d'aria fresca mentre gli altri si dirigono alla macchina. Liam li saluta e si ferma vicino a me.

«Sono stato davvero bene con te, stasera.» Allunga una mano e sposta una ciocca dei mei capelli mossi dietro l'orecchio, mentre mi guarda intensamente.

«Anche io, Liam. Grazie.» Le sue labbra si piegano in un sorriso sincero, come se gli avessi detto molto di più di questo.

«Allora, ci vediamo lunedì in ospedale?»

«Certo. A lunedì.» Annuisco. Si avvicina, sembra indeciso e improvvisamente imbarazzato. Si guarda intorno, le mani in tasca. Ma cosa gli prende?

Mi afferra il volto tra le mani, e si abbassa per darmi un leggero bacio sulle labbra. Istintivamente chiudo gli occhi, e poso le mie mani sulle sue. È un bacio a fior di labbra, non prova ad andare oltre. Si limita a stare lì qualche secondo, a studiare la consistenza della mia bocca. Quando si allontana quel poco che gli basta per tornare a guardarmi negli occhi, nei suoi leggo la voglia di prendersi qualcosa in più, ma non lo fa. Continua a fissarmi, con le labbra schiuse e il respiro pesante, forse cercando di capire la mia reazione a questo suo bacio improvviso. Non so cosa debba leggere sul mio viso. Confusione, forse? Non lo so, ma sono al momento non riesco nemmeno a parlare. Alla fine lascia il mio viso e si allontana, schiarendosi la gola.

«Scusa... io non so cosa mi sia preso...» Si massaggia il collo, imbarazzato. «Di qualcosa, ti prego.»

«Io...» Abbie esce dal locale. Ha le guance rosse, i capelli leggermente disordinati e il rossetto un po' sbavato. Guarda me, poi Liam, poi di nuovo me.

«Tutto bene?» Domanda.

«Sì!» Rispondiamo all'unisono io e Liam. «Devo andare... Ci vediamo lunedì. Ciao Abbie.» Continua lui, abbozzando un sorriso a mia sorella poi sparire nel parcheggio.

«Sicura di stare bene? Sembri sconvolta...»

Senti chi parla.

«Sì, sì sto bene. Andiamo.» La prendo sotto braccio e ci avviamo alla macchina. Mi mordo il labbro per sopprimere un sorriso, mentre ripenso a quello che è appena successo. Liam è così dolce, e da lui non potevo che aspettarmi un bacio così.

Quando raggiungiamo gli altri alle macchine, Ben guarda la mia faccia fin troppo felice e mi squadra attentamente. Si avvicina e mi sussurra: «Non me la racconti giusta. Voglio tutti i dettagli lunedì.»

«Pettegola!» Lo rimprovero, e scoppiamo a ridere. Ci salutiamo e torniamo a casa. 

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