CAPITOLO 55

MATT

Mi butto sotto il getto d'acqua, che però non riesce a lavare via il mio nervosismo. Emetto un verso rabbioso e comincio a prendere a pugni la parete della doccia. La mano fa male, ma è nulla in confronto alle parole di Alissa. In confronto a come mi sento adesso.

Perso.

Come se l'ultima briciola di speranza fosse stata spazzata via dal vento, come se, a un passo dal traguardo, io non avessi raggiunto il mio unico scopo nella vita. Perciò continuo a colpire il mosaico della doccia, macchiandolo del rosso del mio sangue.

Mi blocco solo quando sento il rumore della porta e, senza nemmeno voltarmi, so che è lei. Il mio corpo la riconoscerebbe a chilometri di distanza.

Appoggio la fronte sulle piastrelle fredde, cercando di placare la mia collera. Ma è solo quando sento le sue braccia circondarmi la vita e il suo seno premersi contro la mia schiena che il mio corpo si rilassa. Il respiro rallenta e il cuore riprende un ritmo naturale.

«Calmati.» Sussurra, sfiorando la mia schiena con le sue labbra. Mi rigiro a guardarla, e solo in quel momento la terra riprende a girare nel verso giusto. È semplicemente la cosa più bella che i miei occhi abbiano mai avuto la fortuna di vedere. Mi guarda da sotto le sue ciglia bagnate, con gli occhi pieni di tristezza e delusione. E tutto questo è per colpa mia.

Alissa afferra la mia mano, che ancora perde sangue e macchia di rosso l'acqua sul pavimento della doccia.

«Guarda che ti sei combinato.» Constata, portandosela alle labbra e baciandola. Il contatto è così dolce che solo il pensiero che tutto questo possa finire rischia di farmi perdere i sensi. Così la bacio, come non ho mai fatto, come se dovessi morire una volta messo piede fuori da questa maledetta doccia. Lei ricambia con la mia stessa passione ma, soprattutto, con la mia stessa paura. Le sue mani si aggrappano alle mie spalle, le dita mi artigliano la pelle, le unghie quasi me la perforano. E io continuo ad avere paura. Paura che non cambi idea, che rimanga convinta della decisione che ha preso, che mi dimentichi, che possa ridere con un altro, che possa vivere senza di me. Perché io, al contrario, non potrei. Non riuscirei a ridere con nessun'altra come faccio con lei, non riuscirei a vivere senza di lei.

La tengo stretta per i fianchi, la spingo contro il vetro freddo della doccia e la schiaccio con il mio corpo, facendola gemere nella mia bocca. La intrappolo, come se così facendo lei rimarrà per sempre con me e non la vedrò voltarmi le spalle non appena atterreremo a New York domani mattina.

Stacco la mia bocca dalla sua e la guardo per qualche secondo, completamente nuda e bagnata, attaccata al mio corpo. È questo il suo posto, è l'unica certezza che ho.

«Come stai?» Mi domanda, ma io non ho voglia di parlare e mi limito a rispondergli con una scrollata di spalle. «So che sei preoccupato, ma andrà...»

Non le do il tempo di terminare la sua frase, la faccio girare e la sbatto contro le piastrelle della doccia. Non ho bisogno che mi dica che andrà tutto bene, perché, cazzo, non andrà tutto bene se lei non sarà al mio fianco. È così difficile da capire?

Alissa ansima, con la guancia schiacciata alla parete, e chiude gli occhi. Appoggio le mani sopra le sue, sul mosaico che prima stavo prendendo a pugni e il mio petto entra in contatto con la sua schiena. Sento il suo respiro farsi sempre più irregolare e la mia erezione sempre più grossa contro il suo sedere, soprattutto quando lei si inarca per venirmi incontro.

Lascio che le mie dita percorrano lentamente le sue braccia, il profilo dei suoi seni, fino a che una non si ferma su un fianco, mentre l'altra continua la sua corsa verso il tesoro.

Accarezzo la sua intimità, e le gambe di Alissa tremano letteralmente, inducendomi a stringere maggiormente la mia presa sulla sua pelle. Senza nemmeno darle il tempo di capire, mi spingo completamente dentro di lei, con rabbia, perché sono incazzato nero. Con me stesso per aver rovinato l'unica cosa bella della mia vita, con Alissa per le parole che mi ha rivolto e con Alex perché aspetta un cazzo di bambino da me. E ogni spinta con cui la faccio sempre più mia esprime tutta la mia frustrazione e la mia collera. Sono accecato, ho solo voglia di continuare a sprofondare in lei per il resto dei miei giorni. Voglio perdermi dentro di lei e non riuscire a trovare mai la via d'uscita. Quindi, la scopo come se questa fosse l'ultima volta in cui io posso sentire il suo calore, anche se con molta probabilità lo è. Perché quando usciremo da questa doccia, lei mi costringerà a tornare da Alex, mi allontanerà di nuovo da sé, mi dirà ancora una volta che mi odia e che le ho rovinato la vita. E più ci penso, più aumento la forza delle mie spinte.

Le mie dita si stringono con tale forza sulla sua pelle liscia e delicata che probabilmente le rimarranno le mie impronte disegnate sopra. Ma io voglio proprio questo. Ho bisogno che su di lei rimangano i segni che dimostrino che sia stato tutto reale.

«Matt.» Cerca di voltarsi a guardarmi, ma con una mano le premo ancora di più il petto contro le piastrelle. «Baciami, Matt.» Mi supplica, come se percepisse la mia distanza. Ma io non la bacio. Non voglio sentire le sue labbra, perché non riuscirei a fermarmi sapendo che non le avrò mai più. Non voglio toccarla più del dovuto, se poi non potrò più farlo. Voglio iniziare a dimenticarla già da adesso, quando ancora sono dentro di lei, cominciare a ripetermi che questo è solo sesso. Nulla di più. Quindi non facciamo l'amore, scopiamo e basta. Come due animali.

Alissa chiude le mani in un pugno, serra le palpebre e grida il mio nome, mentre viene, contraendosi dal piacere.

Non le do nemmeno il tempo di riprendersi, la faccio girare, le premo le mani sul culo e la sollevo. Chiude le gambe attorno alla mia vita e si aggrappa alle mie spalle, ancora affannata. Non la guardo nemmeno negli occhi, quelli che mi hanno completamente fottuto, perché se facessi il contrario non potrei lasciarla mai andare.

«Matt, ti amo.» Continua a dirmi cose dolci, con la sua voce gentile, ma io non voglio sentire un cazzo. Solo il rumore dell'acqua che cade a terra e quello dei nostri bacini che si scontrano. Così riprendo l'opera da dove l'avevo lasciata.

Alissa geme forte, tirando la testa all'indietro e infilzandomi con le sue unghie.

«Ti prego... Matt.» Ansima, e non so per cosa mi stia pregando esattamente, se ancora una volta di baciarla o di farle sentire un'ultima volta quelle due parole del cazzo, che a quanto pare non hanno nessuna importanza. Perché non conta il fatto che io lo provi, dal momento in cui noi, secondo lei, siamo destinati a stare lontani.

Alissa mi bacia il collo, lecca le goccioline d'acqua sulla mia pelle, la mordicchia, e un verso gutturale fuoriesce involontariamente dalla mia bocca. Un misto tra rabbia e il piacere che mi provocano le sue labbra e la sua lingua su di me.

Tenta di nuovo di baciarmi sulla bocca, ma il mio viso si distorce dalla rabbia e si volta dall'altra parte.

«Mi ami?» La sua voce è supplicante, e questo mi porta al limite della collera. Perché vuole sentirselo dire? È una cazzo di masochista? Oppure è una sadica di merda che vuole farmi soffrire nel ripetere quelle due parole senza un briciolo di significato?

«Oddio.» Dice, di nuovo al limite, buttando la testa all'indietro. Mi tira i capelli, incapace di controllare il suo piacere, mentre io continuo a entrare e a uscire da lei come un matto.

Si contrae attorno al mio sesso, mentre io vengo scosso dagli spasmi dell'orgasmo e mi libero in lei.

Respiro, in affanno, continuando a rimanerle dentro, perché ho paura a uscire e perché io ricomincerei tutto da capo subito. Perché fare sesso con Alissa è come farlo ogni volta per la prima volta. È scoprire sempre sensazioni nuove, sconosciute.

È bellissimo.

Quindi, faccio l'errore di guardarla negli occhi nocciola, e fanculo tutto. Non capisco più niente, il motivo della mia rabbia, quello della sua, il perché ha deciso che non possiamo stare insieme. Nulla. Affondo il viso nel suo collo, imprecando, mentre lei mi accarezza i capelli bagnati.

«Non voglio lasciarti andare. Non voglio saperti tra un anno, o qualche mese, o addirittura qualche settimana, con un altro. Non ci posso nemmeno pensare.» Torno a guardarla negli occhi e lo vedo che ha voglia di piangere e che si sta trattenendo.

«Non succederà, tu sei l'unico per me.» La voce le cede sul finale.

«Lo dici adesso, ma appena io ti lascerò libera, un cazzo di stronzo pervertito ti corteggerà e forse tu lo respingerai. Ma poi ne arriverà un altro e forse manderai a fare in culo anche questo...» Le scappa una risata, che va in totale contrasto con le lacrime agli occhi. «Ma poi, arriverà quello che riuscirà a prendere il mio posto. Nel tuo cuore. Nella tua testa. E, cazzo, anche nel tuo fottuto letto. E solo l'idea mi dà il voltastomaco.» E ora la mia mente non fa altro che farmi vedere di continuo la scena. Di lei, nuda nel suo letto a Staten Island, mentre un fottuto stronzo qualunque, che non ha fatto il nemmeno un terzo di quello che ho fatto io per conquistarla, se la scopa. Il fortunato bastardo avrà il privilegio di sentire i suoi gemiti e mugolii, che dovrebbero essere riservati solo a me, e questo è inaccettabile.

«Non c'è posto per nessun altro nel mio cuore o nella mia testa. Sei sempre stato tu. E lo sarai sempre.»

«Ti sei scordata di dire che non ci sarà mai posto nemmeno nel tuo letto.» Sollevo un sopracciglio e la minaccio con lo sguardo. Sorride e non mi risponde, e questo mi dà la forza di uscire da lei e metterla di nuovo a terra. «Alissa.» La incalzo, e le conviene accontentarmi se non vuole rimare rinchiusa nella doccia. Anche se so che questo non potrà mai realizzarsi, pensare che, come me, nessun altro potrà mai più toccarla mi tranquillizza momentaneamente.

Alissa si alza in punta di piedi e preme le labbra sulle mie. Capisco subito che il piano di non baciarla era una grandissima stronzata, perché non potrei dimenticare la sua bocca nemmeno se resettassi completamente il cervello. Nemmeno se la CIA utilizzasse tutte le tecnologie possibili per rimuovermi la memoria.

«Preferirei farmi suora.» Mormora sulle mie labbra, facendomi spuntare un sorriso.

«Direi che è perfetto.» Approvo, anche se potrei essere geloso anche di Dio. Ridiamo, fino a quando il suo sorriso non si spegne e io capisco che è la fine, che mi sta lasciando sul serio e che la mia vita ripiomberà nel buio.

Alissa esce dalla doccia e la seguo con gli occhi, mentre prende un asciugamano e se lo avvolge attorno.

Abbandona il bagno, lasciando dietro di sé me e una scia d'acqua che gocciola dai suoi capelli bagnati. Io la seguo, non preoccupandomi nemmeno di mettermi qualcosa addosso o di asciugarmi.

«E quindi, ora che hai intenzione di fare?» Le domando, rientrando in camera. Ha già infilato le sue brasiliane e sta finendo di allacciarsi il reggiseno dietro la schiena. La sua pelle bronzea è arrossata e porta ancora i segni delle mie mani sulle natiche, dove l'ho stretta quasi fino a farle male.

«Non posso farle questo. Non posso farlo a nessuno di tutti e due. Tu credi di volere questo...» Si volta verso di me, mentre ci indica con una mano.

«Cosa ne sai tu di cosa voglio realmente io? Non sai niente! Credevo di avertelo dimostrato, ma a quanto pare mi sbagliavo.» Constato, deluso.

«Ti pentiresti e capiresti che tu vuoi stare con la tua famiglia. Perché loro saranno la tua famiglia, Matt, non io. Io potrò solo e soltanto rimanere il terzo incomodo, quella che si è messa in mezzo e non vi ha dato l'opportunità di essere felici insieme.» Abbassa gli occhi, improvvisamente lucidi, cercando di mantenere la sua corazza da dura, ma entrambi sappiamo che lei non lo è. Ed è per questo che ha bisogno di me, perché noi ci completiamo. Lei mi rende più umano e io la rendo un po' più forte. Mi avvicino a lei con l'intento di toccarla, di abbracciarla, di farle cambiare idea.

«Fermo.» Mormora, insicura, alzando una mano per bloccarmi.

«Noi siamo fatti per stare insieme e questo non cambierà mai, anche se tu fai finta di non vederlo o vuoi farmi credere il contrario.»

«No, altrimenti tutto questo non sarebbe successo.» Ribatte sicura.

«Tutto quello che è successo non c'entra niente con noi due. Cazzo, Alissa!» Urlo di rimando. Non accetto che si stia arrendendo così, non accetto che metta il nostro amore in secondo piano e non accetto che mi stia mollando senza una vera motivazione.

«Sì, invece! È la mia migliore amica, Matt! Cosa avresti fatto se fossi rimasta incita di Cole, per esempio?»

«Cosa? Che c'entra Cole, adesso? Non farmi questi cazzo di esempi, Alissa, porca puttana mi mandi fuori di testa!» Non me la voglio nemmeno immaginare una situazione dove Alissa va al letto con il mio amico e nemmeno una dove mette al mondo un bamboccio dai capelli neri, la pelle già tatuata e la nicotina compresa nel pacchetto. Mi viene da vomitare.

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto in cui ci guardiamo negli occhi e in cui io non so cosa diavolo dire. Poi, Alissa abbassa gli occhi sul mio corpo, ricordandosi che sono ancora nudo come un verme, mentre la supplico di non abbandonarmi. Si imbarazza, le sue guance si fanno rosse, come se non ci fossimo fatti la doccia insieme solo dieci minuti fa.

Si morde il labbro inferiore, cosa che vorrei fare io al suo posto, e nel frattempo cerca di coprirsi un po' con le braccia. D'improvviso, si avvia verso il mio armadio e si infila una mia maglietta, troppo larga e lunga per lei, ma che la rende ancora più perfetta. Prende un paio dei miei boxer e li indossa sopra le sue mutandine.

«Così forse sentirò meno la tua mancanza.» Mormora a bassa voce, come se fosse indecisa se farmi udire le sue parole o no. E sfortunatamente, non so se più per lei o più per me, io le sento perfettamente.

«E io? Non ci pensi a me?»

«Tu non hai mai pensato a me, mentre ti portavi al letto la mia amica.» Risponde, inacidita. E non sa quanto si sbaglia. Io ho sempre e solo pensato a lei, anche se ho commesso comunque un errore alla fine.

La sua espressione si addolcisce, mentre cammina verso di me, con il suo asciugamano tra le mani. Me lo avvolge in vita, e poi si alza in punta di piedi e mi butta le braccia al collo.

«Io ti amo, Matt, e in questo momento sto pensando solo a te. Lo faccio per te. Forse ora non riesci a capirlo, ma è così ed è la decisione più difficile che abbia mai dovuto prendere in tutta la mia miserabile vita. Tu mi hai dato tutto quello che credevo di non meritare e io ti amo più della mia stessa vita. Ma probabilmente, questo non è il nostro momento, e forse un giorno arriverà o forse no...» Dice, affondando il naso nella mia guancia, per poi darmi un bacio sullo stesso posto. Si rimette giù e, quando sta per allontanarsi, la afferro per la vita e la stringo di nuovo a me, tentando di baciarla. Ma lei si volta, lasciando che le lacrime le bagnino le guance e divincolandosi dalla mia presa.

Quando si dirige verso l'uscita della mia stanza e si chiude la porta alle sue spalle, capisco che è tutto finito. E stavolta sul serio.

ALISSA

Ancora vestita con i suoi abiti, scendo in giardino e mi siedo a bordo piscina. Non ho intenzione di tornare in camera e affrontare Alex, al momento non ne ho proprio la forza. Chiudere qualsiasi cosa ci fosse tra me e Matt mi ha prosciugata di tutte le energie che avevo in corpo e anche le lacrime che continuano a scorrere sul mio volto mi rendono sempre più debole.

Smetto di piangere solo quando sento Liam sedersi accanto a me. Cerco di ricompormi e di sorridergli, per quanto mi sia possibile.

«Non ti chiederò che cosa è successo tra voi, perché non sono sicuro che la risposta mi piacerebbe. Quindi, starò qui con te e ti sarò di supporto, se tu vorrai.» Lo guardo, stupefatta e intenerita. Anche se Liam ha commesso un errore e mi ha fatto stare male, non è minimamente paragonabile a quello che ha fatto Matt, e non ho mai avuto il minimo dubbio che Liam fosse una persona d'oro. Sono passata sopra il suo sbaglio e ora ho bisogno di qualcuno che mi supporti. Perciò, senza dire nemmeno una sillaba, gli prendo la mano e mi poggio sulla sua spalla, mentre le mie lacrime cominciano a bagnare la sua maglietta.

Liam mi circonda le spalle con il suo braccio confortante e mi accarezza.

«Ci sono io con te.» Mi assicura. E io gli credo. Lo so che lui ci sarà sempre per me.

Così, passiamo l'intero pomeriggio a bordo piscina, parliamo poco, ci guardiamo di tanto in tanto, lui mi sorride spesso e io smetto di piangere. Non scendiamo in spiaggia con gli altri e passiamo il nostro ultimo giorno di vacanza così, ma a lui non sembra interessare, e questo mi conforta ancora di più.

Per l'ora di cena, Liam mi invita ad andare con lui a tavola, ma il mio stomaco è chiuso e non credo che riuscirebbe a trattenersi dentro nulla. Così resto nuovamente da sola, con l'unica differenza che invece di guardare il sole, osservo la luna e le stelle. E non so nemmeno quantificare quanto tempo rimango a fissarle. Capisco che sono passate diverse ore solo quando Ben si accovaccia vicino a me e mi mette una mano sulla spalla.

«È ora di andare a dormire, tesoro.» Mi volto verso di lui e lo guardo, ma non lo vedo veramente. «Vieni, puoi dormire con me.» Mi afferra per il gomito e mi aiuta ad alzarmi. Ho le gambe addormentate e sono priva di energie. La testa mi gira e mi fa male, probabilmente perché non bevo da ore e sono disidratata per tutte le lacrime che ho versato.

«Lui dov'è?» Riesco a domandargli, perché nonostante tutto, non posso fare a meno di preoccuparmi per lui.

«È in camera sua. Non è uscito per tutto il pomeriggio e non ha voluto vedere nemmeno tua sorella o i suoi amici. Ma ora, non te ne preoccupare. Non so cosa sia successo, ma adesso hai bisogno di riposarti.» Annuisco e lo seguo nella sua stanza. Ci infiliamo nel suo letto e mi accoccolo contro di lui. Poi faccio quello che ho evitato di fare per tutto il tempo: annuso la maglietta di Matt. Sa di lui, del suo odore, del suo profumo che amo.

«Alex è incinta.» Confesso al mio migliore amico.

«Cazzo.» Sbuffa, incredulo. «Razza di coglione.» Insulta Matt, stringendomi ancora di più contro di lui. «Mi dispiace tanto, Alissa.» E non ho nemmeno la forza di rispondere. Chiudo gli occhi, continuando a inebriarmi con il suo odore, consapevole che domani alle sei del mattino prenderemo un maledetto areo che mi rispedirà dritta nella mia solita routine. Nel mio nulla, nella mia tristezza, nella mia normalità e, soprattutto, nella mia insicurezza. Mi metterà di fronte al fatto compiuto che il mio sogno più bello è terminato e mi ha lasciato un vuoto incolmabile.

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Ehi! Come state?

Finalmente, ho finito di ripubblicare tutto "Someday". Se riesco, già da stasera inizierò con "Everyday", per cercare di arrivare il prima possibile al punto in cui ci eravamo interrotti. Vorrei ringraziarvi per il supporto che mi state continuando a dimostrare, per tutti commenti e le stelline che mi avete lasciato nuovamente. Per me, è importantissimo, perché mi aiutano a far risaltare la storia, soprattutto ora che ho perso praticamente tutti i followers che avevo e la maggior parte delle persone che stavano seguendo la storia di Matt e Alissa. Quindi, grazie di cuore. Ancora un po' di pazienza e presto riprenderemo da dove avevamo lasciato. <3

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