CAPITOLO 52

ALISSA

«Allora, com'è andata?» Mi domanda Ben, con un ghigno soddisfatto in volto, appena Alex si allontana per andarsi a scatenare a ritmo di musica sul ponte dello yacht, dove abbiamo allestito una piccola festicciola. Non rispondo, mi limito a guardare Alex come se fosse la fonte di tutti i miei problemi. E molto probabilmente lo è. Le voglio bene ma, cavolo, mi sta veramente rendendo la vita difficile. «Cazzo, è andata così tanto male? Eppure, ero certo che il mio messaggio lo avrebbe messo K.O. Beh, se non ha colto l'occasione, allora è proprio uno stronzo! E io che pensavo che Alex ti avrebbe beccato con le mani nel sacco... o sul pacco. E invece, che facevate? Litigavate come sempre?»

Sbatto le palpebre ripetutamente e aggrotto la fronte, cercando di immagazzinare e comprendere lo sproloquio appena uscito dalla bocca del mio amico e mio primo sostenitore. «Non ho capito un accidente di quello che hai appena detto, lo sai, vero?» Mi volto a guardarlo, completamente confusa.

«Ho solo detto che lo stronzo non ti merita, se non ha apprezzato il mio messaggio.» Ben rivolge a Matt uno sguardo omicida e, quando i loro occhi si incontrano, il mio amico gli fa il dito medio. Matt alza un sopracciglio e si gratta la fronte, ancora più in confusione di me. Io mi affretto ad abbassare la mano di Ben e a guardarlo male.

«Ma che stai facendo?» Lo rimprovero bonariamente.

«Se lo merita!» Incrocia le braccia, imbronciato, continuando a fissare Matt con sguardo truce, facendogli scuotere la testa e sospirare.

«Credo tu abbia frainteso, Ben. È andato tutto... bene.» Un sorriso mi spunta sulle labbra, mentre nella testa mi rimbombano le bellissime parole che Matt mi ha detto. Sono la sua luce. Lui sta male quando non ci sono e per le nostre litigate. «E io ho capito di essere completamente e irrimediabilmente innamorata di quel raro esemplare di idiota bellissimo.»

Lo sguardo di Ben si illumina e la sua bocca si apre in uno O di puro stupore.

«Dio, e io amo voi!» Intercetta di nuovo gli occhi di Matt e stavolta gli alza il pollice in segno di approvazione, annuendo con enfasi. Matt lo guarda ancora più sconvolto e la sua faccia sembra esattamente quella di chi sta osservando un malato di mente.

«Ok, ora basta a renderti ridicolo, che ne dici?» Lo prendo in giro, e scoppiamo a ridere. Sono al settimo cielo, perché ho finalmente ammesso quello che provo realmente per lui, quello che ho sempre provato. Ed è un sentimento completamente diverso, qualcosa che non ho provato né con Liam né con Mason. Perché quello che sento ogni volta che Matt mi è vicino è indescrivibile. Mi sommerge, mi chiude lo stomaco e mi fa sentire giusta, per la prima volta nella vita. E io lo amo per questo. Lo amo perché non mi fa sentire sbagliata e perché accetta tutti i miei pregi e i miei difetti. Matt mi fa sentire viva, quando litighiamo e poi facciamo pace, quando mi bacia con una passione tale da lasciarmi senza fiato, quando mi guarda con i suoi occhi nocciola che mi sciolgono come un ghiacciolo al sole.

«Lo dirai a Liam?» Ben mi riscuote dai miei pensieri, facendomi sprofondare direttamente dentro un oceano di tristezza. E anche la sua espressione ora è diversa, priva dell'euforia che aveva fino a trenta secondi fa. Mi si stringe la gola, tanto che mi è difficile anche solo deglutire, o respirare. Perché forse Liam non è l'amore della mia vita, ma è stato una persona fondamentale per me. E solo l'idea che lui inevitabilmente si allontanerà da me, una volta confessata la verità, mi spezza il cuore. Vorrei che lui mi rimanesse accanto, magari anche solo come amico. Ma lo so che è un discorso troppo egoista e non gli chiederei mai di soffrire per me, solo per il mio tornaconto personale.

«Credo che si meriti di venirlo a sapere direttamente da me, sì.»

«Giusto.» Ben annuisce, convinto.

«Ma prima di tutto, devo trovare il coraggio di dirlo ad Alex. Ma lo farò... ho intenzione di dirle tutto non appena torneremo a New York. Perché non voglio che questa storia rovini la vacanza di nessuno, anche se continuare a nascondere la mia storia con Matt è difficile. Ma posso farcela.» Cerco di convincere più me stessa che il mio amico, che mi mette una mano sulla schiena e l'accarezza, sorridendomi.

«Credo che tu abbia preso la decisione giusta, tesoro.»

Appoggio la testa sulla sua spalla, mentre ci godiamo il resto del pomeriggio sullo yacht. Io e Matt non ci rivolgiamo la parola per le quattro ore successive del pomeriggio. Ma gli sguardi che ci mandiamo ogni due minuti significano tutto. Sono pieni di promesse, desiderio, passione e persino amore. E questo basta per rendermi felice più di quanto non lo sia mai stata nella mia vita. Ed è proprio questo bellissimo sentimento che mi ha spinto a svegliarmi alle quattro del mattino per infilarmi nella sua stanza. Non perché io sia una maniaca, credo, ma per il semplice fatto che ho bisogno di lui. Di sentirlo accanto, di respirare il suo odore di bagnoschiuma, di accarezzare i suoi capelli folti e morbidi, di sentire le sue braccia avvolgermi.

Sono entrata nella sua camera, chiudendomi la porta alle spalle, mentre lui dormiva come un bambino, supino e con la bocca leggermente aperta. Il ciuffo gli ricadeva in parte sul viso e il lenzuolo lo copriva fino alla vita, lasciando scoperto il suo addome. Mi sono presa del tempo per osservarlo, senza muovermi, ferma sull'uscio della porta. In adorazione, quasi. Ed era meraviglioso. Un angelo sceso in terra, non per regnare nel mio inferno personale, come avevo sempre pensato fino a quel momento, ma per salvarmi la vita.

Mi sono riscossa e sono entrate nel suo letto, e lui mi ha accolto tra le sue braccia con un sorriso. Abbiamo fatto l'amore, riprendendo da dove eravamo stati bruscamente interrotti e poi ci siamo addormentati insieme, con il suo braccio ad avvolgermi le spalle e il mio viso sul suo petto. Ho ascoltato i suoi battiti e contato i suoi respiri, per poi lasciarmi andare al sonno.

«Ehi, zuccherino.» Ancora con gli occhi chiusi, sento una mano accarezzarmi la fronte e delle labbra posarsi sulle mie. Con molta fatica, sollevo le palpebre, ritrovandomi davanti Matt, sorridente e con una tazza di caffè in mano. Mi volto verso il comodino e osservo l'ora sul cellulare, le sette del mattino.

«Ma sono solo le sette, Matt!» Mi lamento, consapevole di essere andati a dormire non più di un'ora e mezza fa a causa della sua insaziabile voglia. «Torna qui da me, ancora un po'» Allungo le braccia, sperando che accetti il mio invito e si sdrai al mio fianco almeno per altre quattro ore. Anche se lui non mostra alcun segno della sua assenza di sonno. È semplicemente perfetto... e completamente vestito. Indossa il suo costume nero e una canottiera dello stesso colore che lascia liberi i suoi bicipiti. Io, al contrario, devo sembrare... non lo so cosa devo sembrare, perché non ho la minima idea di quali siano le condizioni della mia faccia. Ma di sicuro non sono delle migliori.

«Potrei, ma non ti farei comunque dormire, zucchero.» Alza un sopracciglio, in modo malizioso e mi copro il viso con il lenzuolo, sia per non fargli vedere il sorriso che mi spunta sulle labbra, sia perché non voglio che mi veda in queste condizioni. Gli occhi impastati dal sonno, le occhiaie e le borse al di sotto di essi, i capelli spettinati. Immagino già il grande spettacolo.

Lui me lo abbassa e mi porge la tazza di caffè, divertito dal mio atteggiamento infantile.

«Alzati, ce ne andiamo in spiaggia. Solo noi due.» Attira tutta la mia attenzione. Alzo la testa e lo guardo con sospetto mentre si infila le scarpe da ginnastica. «E tranquilla, sei bellissima.» Dice. E potrei pensare che è bravo a leggere nel pensiero, ma la realtà è che Matt è in grado di capire ogni mio gesto. Perché mi conosce.

Sorrido, appoggio il caffè sul comodino, mi alzo e sgattaiolo fuori dal letto, portandomi dietro anche il lenzuolo, dato che non ho assolutamente nulla addosso.

«Faccio in un attimo.» Gli bisbiglio all'orecchio, prima di sparire fuori dalla porta. E di certo non torno nella mia camera. Solo una pazza suicida lo farebbe.

I corridoi della villa sono vuoti, grazie al cielo, e mi permettono di arrivare in camera di Abbie senza intoppi. Peccato che l'intoppo sia all'interno della camera. Perché Abbie non dorme da sola, Evan è nel suo letto.

«Porca merda!» Impreco in un mormorio appena udibile. Anche questa volta, mi ritrovo a ringraziare il regno dei cieli, perché entrambi sono vestiti. Beh, Evan indossa solo i suoi boxer, ma nulla di visibile all'orizzonte. E poi, ovviamente lo guardo il meno possibile.

Valuto l'idea di tornare indietro e andare a prendere qualche vestito di Harper, ma credo che la situazione non sarebbe poi così diversa, grazie a Dylan.

«Okay.» Mi incito e cammino in punta di piedi verso l'armadio, facendo attenzione a non far cadere il lenzuolo a terra.

«Che diavolo stai facendo?» Sobbalzo e mi volto, ritrovandomi con Evan e Abbie seduti sul letto, che mi fissano interdetti.

«Ciao!» Esclamo, imbarazzata.

«Alissa, che stai facendo? Ci hai fatto prendere un colpo.» Si figurasse lei.

«Ho solo bisogno di un costume e un paio di pantaloncini.»

«E perché hai bisogno proprio dei miei e alle sette di mattina, oltretutto?»

Abbasso il mio sguardo sul lenzuolo che mi copre e torno a guardare Evan e mia sorella. Lui sorride, come se avesse già capito tutto. E devo dire che non è che ci voglia una laurea specialistica e un dottorato di ricerca per comprendere la mia situazione. Ma a quanto pare, quella sadica di mia sorella vuole sentirselo dire.

«Non posso tornare in camera mia.» Ammetto, mentre mi arrotolo una ciocca di capelli.

Abbie e Evan scoppiano a ridere e si ributtano sul letto. Ok, lo prendo come il permesso per appropriarmi della sua roba per stamattina. Torno in camera di Matt a vestirmi e poi lo raggiungo di sotto.

«Mmh... menomale che facevi in un attimo.» Mi canzona, alzandosi dal divano e dirigendosi verso di me.

«Ho avuto un... ehm... un piccolo problema tecnico!» Mi limito a dire, senza entrare nei particolari di tutte le peripezie che sono costretta a vivere solo per lui.

«Okay.» Matt mi prende per mano e mi trascina verso la spiaggia, fino ad arrivare in un piccolo spazio nascosto da tutto e tutti da delle enormi palme alberi di vario genere. Sembra il Paradiso.

«Matt... come hai trovato questo posto?»

«Ehm, ho le mie fonti.» Mi fa un occhiolino, butta per terra gli asciugamani e si leva la canottiera per correre dentro l'acqua. Lo osservo divertita, mentre mi abbasso per stendere i teli da mare, perché non ho nessuna intenzione di bagnarmi a quest'ora con l'acqua ghiacciata. Ho i brividi solo a pensarci.

In attesa che torni, mi sdraio a pancia in giù, di spalle al mare, allungandomi per recuperare il cellulare dalla borsa. Non appena pigio sullo schermo sopra l'icona di Instagram, due mani grandi si posano vicino ai miei gomiti, goccioline di acqua fresca mi ricadono sulla schiena, seguite da un corpo bagnato che si sdraia sopra di me.

«Non credo di riuscire a trattenermi se mi sbatti il tuo culo in faccia, zucchero.» Mi sussurra malizioso all'orecchio, con la sua solita volgarità in grado di imbarazzarmi terribilmente ma allo stesso tempo di mandarmi su di giri nell'arco di un secondo.

«Smettila, Matt!» Affondo il viso completamente in fiamme nella piega del gomito, ridacchiando.

«Non dicevi la stessa cosa, stanotte.» Continua a stuzzicarmi, scivolando con l'indice sul fianco. Mi si accappona la pelle e il cuore galoppa nel petto, come sempre quando mi tocca.

«Stanotte eravamo in una camera.» Borbotto, ancora con il viso nascosta, cercando di non far vacillare la voce, con scarsi risultati.

Matt ridacchia e si lascia cadere al mio fianco, e solo a quel punto sollevo la testa per incontrare i suoi occhi. Mi giro verso di lui, che mi accoglie nel suo abbraccio e mi fa infilare la gamba tra le sue. Respirando tra i miei capelli, mi accarezza la schiena con il palmo della mano e scendendo fin sopra una natica. Non dico nulla, e lui la lascia lì, mentre indietreggia con la testa per richiamare i miei occhi sui suoi.

«Stavo pensando di... prendere una casa per me.» Ammette un po' titubante, attirando tutta la mia attenzione.

«Davvero?» Mi alzo su un gomito per guardarlo meglio, con un sorriso sulle labbra.

«Sì, mio padre è sempre più spesso a casa con la sua compagna e mi sono stufato di litigare dalla mattina alla sera.» Sbuffa, riprendendo ad accarezzarmi la schiena con le dita.

«Come mai litigate così spesso?» Gli domando, non riuscendo a tenere a freno la curiosità. Voglio e ho bisogno di sapere di più su di lui, sulla sua famiglia, sul suo modo di vivere.

«Non la pensiamo allo stesso modo su tante, troppe cose. Ma non voglio parlare di lui adesso.» Annuisco delusa, abbassando lo sguarda sul suo petto. Mi prende il mento tra indice e pollice e riporta lo sguardo su di me. «Alissa, ho bisogno di dirti una cosa.» I suoi lineamenti si induriscono e la mano si stringe attorno al mio fianco. Deglutisco a vuoto, perché quella è esattamente la faccia che usa per confessarmi qualche disastrosa marachella che ha fatto. Un brivido di paura mi attraversa la schiena, mentre mi lecco il labbro inferiore, nervosa.

«Okay.» La mia voce è flebile, bassa, direi quasi terrorizzata, perché non ho voglia di ascoltare parole che possano compromettere la stabilità che abbiamo trovato dopo tante difficoltà.

«Okay.» Ripete, sospirando e mettendosi di scatto seduto. Mi invita a fare lo stesso e a mettermi di fronte a lui, poi mi prende le mani nelle sue.

«Mi stai mettendo paura, Matt. Quanto è grave in una scala da "mi sono portato al letto Brianna" a "Anche la tua migliore amica, più volte"?» Cerco di stemperare un po' la tensione che si è creata con una battuta, ma Matt non ride, anzi non accenna nemmeno un misero sorriso. Al contrario, rimane serio, con la mascella indurita.

«Cazzo.» Impreca, lasciando per un attimo la mia mano per passarsela sul viso, prima di riprendermela.

«Matt?» Lo richiamo, perché non l'ho mai visto così. E adesso sono davvero preoccupata.

«Vieni qui.» Mi tira verso di lui, per farmi salire sulle sue gambe, ma io faccio resistenza.

«Non voglio starti vicino mentre mi confessi di aver fatto sesso con chissà chi.»

Mi guarda, confuso e con un sopracciglio alzato e, con più forza della volta precedente, mi attira sopra di sé, facendomi avvolgere le gambe attorno alla sua vita.

«Non c'entra niente quello. Devo dirti una cosa che riguarda te.» Mi fissa intensamente, come se volesse leggere le risposte alle sue domande. Peccato, però, che io non capisca quali siano.

«Me? In che senso?» Gli accarezzo i capelli, cercando di calmare il suo respiro irregolare. «Perché sei così agitato?»

«Perché ho una fottuta paura di merda.» Sbuffa e si passa una mano tra i capelli.

«Ma perché? Non ti capisco, Matt. Parlami.» Lo imploro, cercando il suo sguardo sfuggente. Infatti, non riesco a trovarlo. Matt guarda ovunque, tranne che i miei occhi, e io continuo a non capire il suo atteggiamento.

«Perché una volta che te l'avrò detto, mi sarò esposto talmente tanto che non potrò mai più tornare indietro. E se tu non mi darai la risposta che voglio sentire, io mi incazzerò, perché mi sentirò ferito e io non voglio sentirmi così. No, cazzo, non voglio per niente.» Confessa tutto d'un fiato. Gli prendo il viso tra le mani e inchiodo i miei occhi nei suoi.

«Di cosa stai parlando, Matt. Sai che puoi dirmi tutto. Io non ti ferirei mai.»

«E perché?» Domanda poi, lasciandomi ancora più perplessa.

«Come sarebbe a dire "perché"? Si può sapere che cos'hai? Ti giuro che mi stai spaventando.»

«Okay.» Si alza, portando me con sé, come se pesassi quanto una piuma, e si allontana, dandomi le spalle. Io lo fisso, allibita e senza parole, con le braccia a penzoloni lungo i fianchi e la bocca semiaperta. Poi si volta e, appena parla, tutto nella mia testa si fa confuso. «Io credo di essere innamorato di te. Ecco l'ho detto.» Sbatto le palpebre ed esattamente come un'imbecille, rimango imbambolata a guardarlo. I pensieri iniziano ad andare dove vogliono, i neuroni vorticano da una parte all'altra del cervello senza una meta. Vorrei parlare, dire mille cose, fargli un milione di domande, ma non esce nulla, perché la bocca non risponde più ai comandi. «Cioè non lo credo, lo so.» Si corregge, come se il mio stato catatonico fosse colpa delle sue parole. O meglio, lo è. È colpa delle sue parole, ma non come crede lui.

«Cosa?» Questo è tutto quello che riesco a sussurrare, facendogli aggrottare le sopracciglia.

«Mi dispiace, scusa, forse è troppo presto, ma non lo so. Io non ci capisco niente di queste cose, quando è il momento giusto, quanto tempo dover aspettare... Cazzo, io non l'ho mai detto. È solo che dovevo dirtelo, lo sentivo sulla punta della lingua, dovevo liberarmi. E forse tu non mi ami e io sono un coglione, ma...» Non gli lascio il tempo di terminare il suo monologo sconclusionato, che gli salto in braccio, baciandolo con tutto l'amore che anche io provo per lui. La sua pelle è fresca, anche se il suo corpo ormai è completamente asciutto, mentre la mia va letteralmente a fuoco. In un primo momento, la bocca di Matt è esitante, forse è confuso dal mio atteggiamento. E per la prima volta da quando abbiamo iniziato questa nostra storia, mi sento in vantaggio, come se dovessi io insegnare qualcosa a lui e non il contrario.

Gli lecco le labbra chiuse, incitandolo a farmi entrare. E appena la mia lingua raggiunge la sua, Matt si riprende e le sue mani finiscono sul mio fondoschiena, come se puntualmente venissero richiamate proprio in quel punto del mio corpo, che, a quanto pare, gli piace particolarmente.

Continuo a baciarlo, mentre la leggera brezza mattutina ci scompiglia i capelli. Matt si avvicina agli asciugami distesi a terra e si abbassa per farci sdraiare.

«Non è questo il momento in cui anche tu dici di amarmi?» Borbotta sulle mie labbra, prima di darmi un altro dolce bacio.

«No, se non è quello che sento.» Lo stuzzico, ma lui alza la testa di scatto e mi guarda corrucciato. Colgo l'occasione per farlo cuocere un po' e rimango in silenzio, aspettando la sua reazione. Matt si alza da sopra di me e si siede sull'asciugamano vicino.

«Quindi tu non mi ami e sono un cazzo di coglione.» Constata deluso, scuotendo la testa. Lo spingo per il petto e lo faccio stendere, posizionandomi a cavalcioni su di lui. Mi abbasso fino a schiacciare il seno contro il suo petto, e inizio a baciargli sensualmente il collo.

«Dai Alissa, non ne ho voglia.» Dice infastidito, divincolandosi dalle mie labbra.

«Matt, io non ti amo solamente...» I suoi occhi schizzano in alto a cercare i miei, pieni di speranza. «Io impazzisco per te. Sei esattamente quello che voglio e che desidero. Sei tutto per me.» Gli bacio la punta del naso e poi la bocca. Sorride e mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, dopodiché cerca di capovolgere la situazione, ma spingo i palmi delle mani sul suo petto per farlo rimanere fermo dov'è. Matt mi guarda, in quel modo in cui mi guarda quando il cervello che ha tra le gambe prende il sopravvento.

«Non faremo sesso su una spiaggia, rischiando di essere visti.» Metto subito in chiaro, impedendogli anche solo di provarci.

«Oh, avanti, non c'è nessuno qui. Siamo solo io e te.» Mi bacia, e con una mano mi palpa il sedere e con l'altro il seno.

«Ho detto no, e non mi lascerò tentare.» Ripeto, decisa.

«Peccato che la mia non era una domanda.» La sua mano scende tra i nostri corpi fino a raggiungere la mia intimità. «E a quanto pare, la tua fica è d'accordo con me.» Mi mordo il labbro, colpevole. Il mio corpo non riesce mai a rimanere indifferente alle sue carezze, e quel che è peggio è che non posso nasconderlo.

Matt sposta di lato il tessuto che separa le sue dita dal mio sesso e lo accarezza, trovandolo già pronto per lui.

«Fanculo ai preliminari, ti voglio adesso.» Non fa in tempo a dirlo che tira fuori il suo membro e sistema la punta sulla mia apertura tra le gambe. Tenta nuovamente di rigirarmi di schiena ma, anche questa volta, glielo impedisco.

«Se lo facciamo, lo facciamo a modo mio.» Sussurro, prima di sollevare il busto. Mi alzo, quel che basta per riuscire a sistemarmi sopra di lui, poi mi riabbasso, accogliendolo nella mia intimità.

«Cazzo. Tre ore di astinenza sono decisamente troppe.» Mi stringe i fianchi tra le mani e mi sorride malizioso. Mi abbasso a baciargli il petto, mentre inizio a muovermi sopra di lui lentamente, con l'unica volontà di farlo impazzire. Trascino la lingua fino al collo, lo mordo e poi proseguo fino al lobo dell'orecchio. Lo incastro tra le labbra e lo tiro, facendolo gemere sommessamente. Sento che si sta trattenendo, che sta reprimendo la sua personalità dominante per cercare di stare al mio gioco. Il suo respiro è affannoso, il suo cuore batte velocemente contro il mio petto, e le dita quasi mi penetrano la pelle, tanto la stringono.

«Rischio di venire prima di cominciare, se continui così.»

«Così impari a fare il prepotente.» Sussurro sulle sue labbra.

«Ho compreso il mio errore, ora però smettila di torturarmi.»

«Allora, dimmelo un'altra volta...» Lecco il contorno delle sue labbra, facendogli chiudere gli occhi.

«Che cosa?» Ansima.

«Quelle due paroline.» Spalanca gli occhi e li fissa nei miei.

«Ti amo, Alissa.» Il mio cuore fa una capovolta, arriva nello stomaco, poi risale in gola, prima di ritornare al suo posto. Quelle tre parole, insieme alla sua voce bassa, si imprimono nella mia testa e sento che non la lasceranno mai più.

Inizio a muovermi più velocemente, seguendo il ritmo che le sue mani sui miei fianchi mi impongono. Lo bacio, sentendo piano piano la mia anima congiungersi alla sua. Mi sento contaminata da lui. Matt mi scorre dentro esattamente come il sangue scorre nelle mie vene e, indipendentemente da quello che ci riserverà il futuro, niente e nessuno potrà mai cambiare questo.

«Cazzo, se ti amo.» Ripete, ansante, alzando il bacino per venire incontro ai miei movimenti.

«Matt!» Gemo ad alta voce, e arrossisco, appena mi ricordo di essere in un luogo pubblico.

«Voglio che vieni a vivere con me.» Mi tiene ferma, e inizia a spingersi con forza dentro di me.

Non rispondo, alzo il busto e butto la testa all'indietro, mentre la vista si appanna e le mie mani si aggrappano al suo costume. Con le dita, passa a stuzzicarmi il clitoride, portandomi al limite. L'orgasmo mi travolge come tornado, stringo la mia intimità intorno al suo sesso, risucchiandolo dentro di me. Matt mi segue l'attimo dopo, riempiendomi del suo seme caldo. Senza più forza, crollo sul suo petto e nascondo il viso nel suo collo. Rimaniamo in silenzio, ascoltando solo il rumore dei nostri respiri irregolari e il cuore rimbombare nelle orecchie.

«Ci voglio venire a vivere con te.» Ammetto, dopo essere certa di aver ripreso la capacità di parlare. Mi prende il volto tra le mani per guardarmi, sembra stupefatto e incredulo.

«Davvero?»

«È completamente insensato e immaturo da parte nostra, ma io non posso stare lontano da te, Matt.»

«Questo significa che rimarrai mia per sempre, ne sei consapevole?»

«Sono sempre stata tua.» 

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