CAPITOLO 44

ALISSA

«Sei sicuro di non voler venire a ballare?» Domando a Liam, sedendomi vicino a lui sul divano.

«No, lo sai che non amo le discoteche. Preferisco andare a bere qualcosa con gli altri.» Risponde, prendendo le mie gambe e portandosele sulle ginocchia. Non dico nulla della sua iniziativa, nonostante non sia del tutto a mio agio.

Lui, insieme a Dylan, Abbie e Evan hanno deciso di non venire con noi e andare a fare una passeggiata in centro, per prendersi qualcosa da bere. Non avevano voglia di ritrovarsi tra una mandria di giovani ubriachi, pronti a darsi ai vizi più sfrenati. Anche io ero molto tentata di andare con loro, ma Ben e Alex me l'hanno vietato categoricamente.

«Hai ragione. Anche io non avevo molta voglia di andare, ma conosci Ben. Non gli si può dire di no.» Ride, e comincia a massaggiarmi i piedi. Lo sa che lo adoro.

«Posso farti una domanda?» Mi guarda negli occhi, titubante.

«Certo.» Dico sicura, anche se ho paura delle parole che stanno per uscire dalla sua bocca. Se fosse stata una semplice domanda innocua, non avrebbe chiesto il permesso di porgermela.

«C'è qualcosa tra te e Matt?» Chiede a bruciapelo. Spalanco gli occhi, presa alla sprovvista. Sapevo che mi sarei pentita di aver acconsentito alla sua richiesta. Come sapevo altrettanto bene di non essere riuscita a mascherare il mio rapporto con Matt – di qualunque natura esso sia – in questi due giorni. Ci siamo stuzzicati, abbiamo riso, litigato, ci siamo sfiorati, guardati. E Liam è un ragazzo fin troppo intelligente, per non capire che ci fosse qualcosa sotto.

«Cosa? No!» Mento spudoratamente, nonostante tutto, scuotendo vigorosamente la testa in segno di diniego. Non voglio che Liam possa starci male e rovinarsi la vacanza. Anche se non è quella che avevamo organizzato insieme, queste sono pur sempre le sue ferie. La sua pausa dal lavoro, dai problemi, dalla vita quotidiana. E voglio che se la goda, come ho intenzione di fare io. «Come ti salta in mente?» Aggiungo, per enfatizzare la mia menzogna.

«Non lo so, lui ti sta sempre addosso. E ho visto che è geloso di Cole. A proposito, dovrei esserlo anch'io?» Sorride imbarazzato e si gratta la testa.

«No, ovviamente. Non devi essere geloso di nessuno.» Continuo ad alimentare la mia bugia. E so già che prima o poi mi si ritorcerà contro. Ma Liam è un pezzo del mio cuore e non posso dirgli la verità. Non adesso. E comunque, quello che c'è tra me e Matt non è nemmeno definibile in qualche modo. Proviamo una sorta di attrazione l'una per l'altro, ma non vogliamo essere una coppia. Credo. Anzi no, ne sono sicura. Io non voglio gettarmi nell'ignoto e lui è Matt. Non ha mai voluto una relazione. È solo un gioco, che lui spera termini con me nel suo letto. Ma non succederà mai. Di conseguenza, Liam non ha davvero nulla di cui preoccuparsi.

«Allora, c'è ancora speranza per me? Per noi?» E questa domanda è ancora peggiore della precedente. Cosa dovrei dirgli? Ovviamente tengo molto a lui, ma poi penso al modo in cui mi fa sentire Matt. Sull'orlo di un precipizio e sempre con il fiato sospeso, vero, ma anche con il batticuore, il respiro impazzito e, ahimé, le mutandine sempre bagnate.

Diavolo, Alissa, un po' di contegno!

Scuoto la testa per levarmi dalla testa questi pensieri del tutto inappropriati, e cerco di dissipare il rossore sulle mie guance. Io non faccio pensieri sporchi sui ragazzi, posso sognare l'abito bianco, il principe azzurro a cavallo, ma mai e poi mai ho immaginato scene hot. Eppure... No, basta così!

«Io... non lo so, Liam.» Mormoro imbarazzata, dopo qualche secondo, scacciando tutte le fantasie del tutto fuori luogo dalla mia mente. E la mia risposta sincera. Una parte molto insistente di me, vorrebbe perdonarlo e ricominciare da zero. Lasciarci tutto il male alle spalle e guardare al futuro insieme. Con lui, è sempre stato tutto abbastanza facile. Liam è il classico da ragazzo da sposare, sempre con la parola giusta al momento giusto, pronto a sostenerti in qualsiasi situazione. E non posso etichettarlo di certo come il cattivo della mia storia per un singolo errore che ha commesso nel periodo più buio della sua vita. In realtà, io credo di averlo già perdonato, ma c'è qualcosa che mi blocca dal tornare insieme a lui. Qualcosa che ancora non riesco a identificare.

«Me lo farò bastare, per il momento.» Alza un angolo della bocca in un sorriso, che non arriva fino ai suoi occhi. Mi avvicino a lui e gli lascio un bacio sulla guancia. Mi logora vedere i suoi occhi azzurri pieni di tristezza, ma sono convinta che anche se riprovassimo a far funzionare la nostra relazione, al momento, io non sarei in grado di dargli tutta me stessa. Non sarei completamente lì con lui, né con il cuore, né con la mente. Ma magari ho solo bisogno di un po' più di tempo.

«Ora, vado a vestirmi, o Ben potrebbe venirmi a cercare con un machete.» Ridiamo un'ultima volta e poi mi alzo per andare in camera mia, dove Alex mi aspetta con una serie di vestiti in bella mostra sul letto.

«Puoi mettere questo e... questo.» Mi allunga un top in pizzo nero, completamente trasparente tranne che sul seno e una minigonna a vita alta di jeans.

«Stai scherzando? Non metterò questa specie di top.» Asserisco, quasi indignata. La mia amica mi guarda come se fossi impazzita tutto d'un tratto.

«Perché no?» Domanda, perplessa.

«Alex, è completamente trasparente.» Ribatto, esasperata.

«Oh, ma smettila Madre Teresa. Ti copre nei punti giusti e la gonna a vita alta nasconde quasi tutto.» Alzo gli occhi al cielo, lascio i vestiti sul letto e inizio a spogliarmi per cambiarmi.

«Metti questo.» Alex mi lancia un perizoma di pizzo nero.

«Ok.» Sbuffo. Non provo nemmeno a combattere perché so che stasera ha preso in mano le redini della situazione. Si è messa in testa di voler far ingelosire Matt e io e Ben siamo i suoi compagni di gioco. "Dobbiamo essere sexy come non lo siamo mai stati e mangiarci tutti gli uomini di quella discoteca chic." Ha detto, orgogliosa del suo ingegnoso piano. Io non ne sono entusiasta. Soprattutto perché non voglio scoprire se lei riuscirà nel suo intento e se Matt sarà veramente geloso di lei.

Quando esco dalla doccia, mi sciolgo l'asciugamano di dosso e inizio a vestirmi esattamente come mi ha consigliato Alex. Dopotutto, è lei l'esperta di moda, non io.

«Mi si vede il reggiseno con questo coso.» Mi lamento, cercando di coprire il mio intimo. Troppo volgare lasciarlo in bella vista.

«Alissa...» Alex sospira e si avvicina. «Ovviamente, il reggiseno lo devi togliere.» Lo slaccia e me lo sfila da sotto il top. Rimango a bocca aperta.

«No!»

«Sì, invece. Ha le coppe imbottite, non ne hai bisogno.» E questa la chiama imbottitura? È un leggero strato di tessuto, semmai.

«Ok, ma è anche cortissimo. Sembra un costume!» Ribatto, per niente contenta delle sue imposizioni. Non mi sento a mio agio. Ho come la sensazione di essere nuda. Troppa pelle in vista, scollatura troppo profonda e senza reggiseno. Non l'ho mai abbandonato. È sempre stato uno dei miei più fedeli compagni. Non posso uscire così.

«Esatto!» Esclama lei, entusiasta, ignorando completamente il mio cipiglio.

Ben spalanca la porta, facendo una giravolta per mostrarci il suo look da rimorchio. Camicia bianca con le maniche arrotolate sugli avambracci, pantalone beige che mette in evidenza la sua muscolatura ben definita, e scarpe bianche.

«Per-fet-to!» Sentenzia Alex, saltellando sul posto, euforica.

«Grazie. Anche tu, tesoro.» Ben sposta lo sguardo su di me e sulle mie mutande non mutande e fa un fischio di apprezzamento. Fortunatamente, è solo Ben. Non mi sento completamente a disagio a mostrarmi mezza nuda davanti a lui, dopotutto, in ospedale ormai sono più le volte che ci cambiamo insieme che non. Direi che ci ho fatto l'abitudine. E poi, so che il mio amico non mi giudicherebbe mai, mi apprezza per quella che sono ed è l'unico uomo – oltre a mio padre, certo – che mi riempie di complimenti dal primo momento della giornata in cui mi vede, fino all'ultimo.

«Smettila. È un'idea di Alex.» Mi difendo prontamente.

«Un'ottima idea, direi.» Ben mi fa un occhiolino per esprimere tutto il suo sostegno nell'idea della mia amica, facendomi sbuffare. «Matt ti mangerà viva stasera, tesoro. Tieniti pronta!» Mi sussurra all'orecchio per evitare che anche Alex lo senta. La mia pelle va completamente a fuoco e le guance si mi bruciano dall'imbarazzo.

«Smettila di blaterare assurdità.» La mia voce è talmente bassa, che non sono nemmeno sicura che Ben mi abbia sentito realmente. Ma mi sorride e mi ammicca, totalmente convinto delle sue idee. Lo ignoro e finisco di vestirmi, indosso la gonna e i miei sandali neri con il tacco. Mi trucco, mi sistemo i capelli e finisco con un braccialetto e un paio di orecchini non troppo vistosi.

«Direi che siamo pronti.» Dice Alex, prendendo me e Ben sottobraccio. Con mio grande dispiacere, usciamo dalla camera, il mio luogo sicuro, e scendiamo in soggiorno, dove ci aspettano Matt, Cole, Brianna e Harper. Spero che, dopo tutti gli sforzi che sto facendo, almeno Matt apprezzi e rimanga folgorato. Ma no. Non mi guarda nemmeno. All'improvviso, mi sento di essere diventata la donna invisibile. I suoi occhi passano in rassegna tutto il soggiorno, l'arredamento, le persone presenti all'interno, eccetto me. Lo fa per non darmi soddisfazione, il cretino. Stizzita, cammino verso l'uscita della villa, calpestando il pavimento come se stampata sopra ci fosse la sua faccia. Ma spero ancora che venga folgorato, ma non da me, da un maledetto fulmine! Cavolo, ho già detto che lo odio?

Mi infilo in uno dei due taxi che ci aspetta di fronte la villa e, grazie al cielo, lo stronzo non è nella mia stessa autovettura. Anche se non mi piace per niente il fatto che sia insieme a Brianna.

Dopo qualche minuto in macchina, raggiungiamo la nostra destinazione. Il Cosmo è un locale alla moda, su un'enorme terrazza di un grattacielo. È pieno zeppo di giovani, americani e non.

Ci sediamo al tavolo che avevamo riservato nel privé e ordiniamo dei cocktails. Non faccio in tempo a berne il primo sorso, che un gruppo di quattro formose ragazze inizia ad ancheggiare e ammiccare a Cole e al mio Matt. Lui risponde loro con il suo solito sorriso arrogante e Cole fa lo stesso. E io ancora mi chiedo perché siano uno il migliore amico dell'altro. Sono uguali, si completano, si spalleggiano. E, soprattutto, sono idioti nello stesso identico modo.

Inizio torturarmi con i denti il labbro inferiore e rivolgo a Matt il mio sguardo più minaccioso. Ma lui è entrato in una specie di trance, ipnotizzato dalle due mongolfiere appese al petto di una delle quattro, che si muovono a ritmo di musica insieme alla loro proprietaria. Una bella mora mediterranea, forse spagnola, o italiana, o non ne ho idea. Guardo afflitta le mie due gemelle, ancora più piccole, senza l'imbottitura del reggiseno.

Non ho tempo di compiangermi sull'inesistenza delle mie tette, che Alex mi afferra per un braccio e trascina me e Ben sulla pista da ballo.

«Quelle stronze stanno rovinando il mio piano.» Sbotta Alex, che inizia a muoversi come se si stesse esibendo in uno striptease. «Non sono bella come quelle lì, certo, ma non sono nemmeno da buttare via, no?» Continua, in tono lamentoso e triste.

«Sei molto più bella, scherzi? Non sei meno di nessuno. Non voglio nemmeno sentirtele dire certe cose.» La guardo con rimprovero.

«Matt non la pensa così, a quanto pare.» Asserisce, delusa, abbassando gli occhi e rallentando i suoi movimenti sensuali.

«Matt è solo un decerebrato.» Mi porto le mani suoi fianchi e smetto di muovermi. Non che prima stessi veramente ballando, ero solo intenta a muovere i piedi a desta e a sinistra per omologarmi alla marmaglia intorno a me.

«Hai perfettamente ragione.» Mi spalleggia Ben, annuendo. «Guardati intorno, è pieno di bei ragazzi.»

«No. Voglio lui. Hai visto in spiaggia, no? Ha quei momenti in cui mi dimostra che gli piaccio. Devo solo fargli mettere la testa a posto.»

Alzo gli occhi al cielo e faccio un profondo respiro. Vorrei ucciderlo. Vorrei che Hagrid comparisse in questo momento e mi dicesse che hanno perso la mia lettera per Hogwarts, ma che in realtà io sono una strega. Il mio primo incantesimo lo userei per incenerire Matt. Oppure oblivierei le nostre memorie, così da non ricordarci nemmeno più di lui. Vorrei non averlo mai incontrato.

Mi volto verso di lui e lui verso di me. Per la prima volta nella serata, Matt mi guarda. Ha assunto la sua posizione da maschio arrogante, perfettamente rilassato sulla sua poltroncina, le gambe leggermente divaricate. Con una mano si accarezza la barba sotto il mento, mentre l'altra è poggiata sulla sua coscia. I suoi occhi si soffermano sulle mie scarpe alte e lentamente risalgono sulle mie gambe, lasciate scoperte dalla gonna corta. Sento la pelle bruciare nei punti in cui il suo sguardo si posa su di me. Risale sulle mie natiche, accarezza la mia schiena, fino a puntare le mie iridi marroni.

Deglutisco a vuoto, a causa dell'intensità del suo sguardo, le mie gambe diventano gelatine incapaci di tenersi dritte. Dimentico Hogwarts, gli incantesimi per la memoria, quelli di incenerimento. Quando mi fissa così, vorrei solo una cosa. Lui. Nudo. Nel mio letto. Sopra di me. Le sue mani sulla mia pelle. La mia lingua che percorre il suo intero corpo. La mia bocca sulla sua.

Oh, mamma.

Torno immediatamente a guardare verso Alex e Ben. Sollevo i capelli dal collo con una mano e con l'altra mi sventolo la faccia per farmi aria. Dio, sto avendo una fantasia erotica in mezzo a duemila persone. Che diavolo mi succede? Vergogna, Alissa.

Il braccio di Ben, che mi passa attorno alla vita, mi desta dai miei pensieri. Il mio amico si appiccica a me e comincia a muoversi, trascinandomi con lui. Non ne ho particolarmente voglia, ma preferisco rendermi ridicola sulla pista da ballo con le mie movenze scoordinate, piuttosto che continuare a comportarmi da pervertita repressa.

«Ok, io torno un po' al tavolo a prendere qualcos'altro da bere.» Con la gola secca e tutta sudata, abbandono Ben e Alex in pista e ne approfitto per dileguarmi velocemente. Ho esaurito tutta la mia dose di ballo in discoteca della serata.

Sto per raggiungere il privé, quando due mani mi afferrano per i fianchi e mi trascinano verso un muro, facendomici sbattere contro con la schiena violentemente. È un angolo buio del locale, ma una flebile luce mi aiuta a riconoscere il viso di Matt.

«Sei impazzito?» Grido, spaventata. «Credevo fossi...» Mi chiude la bocca con la sua. Mi forza ad aprirla con la sua lingua, impaziente di incontrare la mia. Gioca con le mie labbra con rabbia, le lecca, le succhia. Imprigiona quello inferiore tra i suoi denti e lo tira. Gemo. Di piacere e dolore allo stesso tempo. Non era mai stato così prima d'ora, passionale sì, ma ora è diverso. È quasi animalesco. Lascia la mia bocca, mi bacia il mento, il collo, poi trascina le sue labbra fino a raggiungere la mia scollatura.

«Hai vinto.» Ammette, con il viso immerso nella piega mio seno. Piego la testa all'indietro e appoggio la nuca contro il muro. Chiudo gli occhi. Non mi importa se tutti i giovani dell'Elite di Miami ci possono vedere, se possono pensare male di noi. Una parte malata di me vuole che ci guardino, che mi invidino perché Matthew Scott sta baciando me. Voglio che per una volta si parli di me perché sto trasgredendo le regole e perché non me ne sta fregando niente delle conseguenze. Voglio che Alex ci veda, che ci osservi mentre la lingua di colui che vorrebbe marchia la mia pelle, che capisca che lui è solamente mio e che stavolta ho davvero vinto io. Mi sento invincibile, bella, sexy, desiderata.

«Cosa?» Ansimo, in confusione.

«Sono geloso.» Ammette, leccando la pelle scoperta del mio seno. Sono in estasi, la mente completamente annebbiata dal piacere. «Di tutti gli stronzi che non hanno smesso di guardarti mentre ballavi.» Riporta la sua bocca sul mio collo e lo succhia, come se volesse marchiarlo per sempre. «Sono geloso anche del tuo amico gay. Nemmeno lui deve toccarti.» Smette di baciarmi, mi afferra i capelli in un pugno e mi costringe a guardarlo. «Tu sei mia, hai capito? Il tuo corpo è mio. Le tue labbra sono mie. Tutto di te è mio. E non mi piace quando gli altri mettono le mani dove non dovrebbero.» La sua voce roca e calda mi fa perdere completamente il controllo. Il mio petto si solleva e si abbassa alla velocità della luce, e un brivido mi colpisce lo stomaco.

Eccitata, poso una mano sul suo membro duro e lo stringo da sopra il tessuto dei suoi jeans. Ma Matt non si lascia impressionare. Vuole mantenere il controllo della situazione, avere il dominio sulla mia mente e sul mio corpo.

«Io non sono di nessuno. Appartengo solo a me stessa. Il mio corpo è solo mio. Le mie labbra sono solo mie. Tutto di me è solo mio. E nessuno ci mette le mani sopra, a meno che io non voglia.»

I suoi occhi, pieni di desiderio, scrutano attentamente il mio viso.

«E preferisci sentire le mie mani o quelle di Cole?» Infila la mano libera sotto la mia gonna e mi accarezza la languidamente la coscia, mentre con l'altra continua a stringere i miei capelli.

Aria.

Ho bisogno di aria. I miei polmoni non ne ricevono a sufficienza. Il cuore richiede troppo ossigeno, a causa del ritmo che ha preso. Fisso la sua bocca carnosa e invitante. Voglio di nuovo quelle labbra. Ma non faccio in tempo ad avventarmici sopra che allontana il suo viso, impedendomi di raggiungerlo.

«Devi rispondermi prima, piccola pervertita.» Si prende gioco di me, con un sorriso malizioso in volto. Lo guardo confusa. A cosa devo rispondere? Il mio cervello è in panne. Pensa solo alla sua mano che si avvicina pericolosamente al mio fondoschiena, alla sua erezione che preme contro il mio bacino, al suo profumo, al suo petto che si muove contro il mio seguendo il ritmo del suo respiro irregolare. «Le mie o di Cole?»

«Le tue.» Rispondo di getto. Le sue. Sempre.

Si avvicina per riprendere a baciarmi, ma questa volta sono le mie dita che bloccano la corsa della sua bocca.

«Le mie o quelle di Alex?» Domando, accarezzando la sua schiena da sopra la camicia.

«Hai davvero bisogno di chiedermelo?»

«Rispondi.» Gli mordo il labbro il labbro inferiore e lo tiro leggermente.

«Le tue.» Sussurra sulla mia bocca, prima di intrappolarla di nuovo con la sua. Infila anche la seconda mano sotto la mia gonna e afferra le mie natiche. Le sue dita si stringono attorno alla mia carne e mi premono sempre di più contro il suo bacino. E non mi importa se la gonna si è alzata a livelli scabrosi e tanto meno se si intravedono le mie mutandine. Riesco solo a pensare che voglio andarmene di qui e sentirlo veramente, fino in fondo. Voglio che mi faccia sua e che mi dimostri che sono davvero una sua proprietà. Il che dovrebbe indignarmi, ma l'idea semplicemente mi eccita da morire.

«Voglio...» Provo a parlare, ma la sua lingua non abbandona la mia bocca. Non mi lascia nemmeno respirare. «Voglio tornare alla villa con te.» Mi butto, con il poco fiato che ho ancora in gola. Respiro velocemente. Non posso più aspettare. Ho un bisogno viscerale di lui. Di sentire la sua pelle a contatto con la mia. Di baciarlo tutta la notte, ovunque. «Ho bisogno di te.» Guardandolo negli occhi, ripeto ciò che gli ho detto durante il nostro primo bacio, e che non ricordo di aver fatto. Ma che ricordo benissimo di aver pensato almeno un milione di volte. Io ho bisogno di lui. E questo non è mai cambiato. Ma il suo silenzio comincia a terrorizzarmi. Lui non vuole? Perché non risponde? Si limita a fissarmi, affannato e con il fiato corto. Le sue mani abbandonano il mio sedere e mi risistemano la gonna sulle cosce. Seguo i suoi movimenti con lo sguardo, e la paura che non mi voglia come lo voglio io mi blocca il respiro. Ma Matt circonda le braccia attorno alla mia vita e mi solleva da terra, mentre cammina verso l'uscita del locale.

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