CAPITOLO 42
MATT
"Vaffanculo, Matt..." dire che me lo sono meritato è un eufemismo. Mi sono comportato da idiota, di nuovo, e ora Alissa mi odia, di nuovo. Continuiamo a litigare, quando io vorrei fare con lei tutto l'opposto. E lo so che la colpa è solo mia. Mi ha chiesto di dimostrarle qualcosa e io sono sparito. Perché ho paura di farla soffrire. Sono solo un codardo. Io non voglio essere per lei un Mason o un Liam, ma la mia vita è piena di problemi e io riesco solo a fare stronzate. E il mio cazzo di occhio nero ne è la conferma.
Come glielo spiego che ho incontrato proprio Mason in un bar e che gli ho spaccato il naso? Non so nemmeno il motivo per cui l'abbia fatto, ho solo seguito l'istinto. Se ne stava lì, sorridente, con qualche amico, e la rabbia mi ha accecato. L'ho semplicemente preso per il colletto della camicia, fatto alzare dalla sua sedia e preso a pugni. Sfortunatamente, sono intervenuti i suoi amici del cazzo e i miei lividi ne sono il risultato. E di sicuro, se Alissa lo venisse a sapere, non mi perdonerebbe mai e poi mai. È vero che lo odia, ma non così tanto da ritrovarselo in ospedale tra un turno e l'altro, credo. Inoltre, se c'è una cosa che Alissa non riesce proprio a sopportare è la violenza, anche se usata contro chi se lo merita. Così, invece di assumermi le mie responsabilità, sono sparito e qualche minuto fa, l'ho anche trattata di merda. Anche se il mio atteggiamento di prima nei suoi confronti è stato più che giusto, dopo che ha passato l'intero volo a ridere e a sonnecchiare sulla spalla dell'altro suo ex, il biondo. Il problema è che adesso ho la fottuta paura che il mio atteggiamento di questa settimana l'abbia potuta spingere di nuovo nelle braccia dello stronzo. Potrebbe averlo già perdonato? Devo prendere a pugni anche lui? Sì, se è l'unico modo per levarlo di mezzo.
Mi butto sul letto, fissando il soffitto in legno e mi levo gli occhiali da sole. Mi stropiccio gli occhi con una mano, per poi passarla tra i capelli ribelli, scompigliando ancora di più il ciuffo. Non riesco a pensare ad altro se non allo sguardo deluso e triste di Alissa, a causa del mio atteggiamento da stronzo arrogante, in corridoio. Avrei voluto baciarla, tenerla vicina, come sempre, perché questa settimana mi è mancata più di quanto mi sarebbe mancato l'ossigeno dopo tre minuti sott'acqua. La sua voce dolce, il suo sorriso sincero, i suoi occhi cioccolato. Osservare i suoi lineamenti delicati, il suo corpo e perfino respirare il suo profumo di cocco. Mi è mancato tutto di lei. Ma la sua delusione aumenterebbe di parecchio se venisse a conoscenza di quello che è successo due giorni fa.
«Ancora non hai messo il costume?» Harper si butta sul letto accanto a me, distogliendomi dai miei pensieri.
«No.» Sospiro.
«Stiamo aspettando tutti te.» Mi informa, accarezzandomi il livido sotto l'occhio. «È migliorato un po' rispetto a ieri.» Constata squadrando il mio viso. «E sulla pancia, come va?» Tira su la maglietta, per controllare l'ulteriore livido che mi macchia la pelle sul fianco.
«Fa ancora un po' male, ma va meglio con l'antidolorifico.» La rassicuro con un sorriso.
«Beh, guarda il lato positivo... ti dona un'aria da duro. In spiaggia farai più strage del solito, le ragazze amano i bad boys.» Ridacchia e riesce a strapparmi un sorriso.
«Lei no, però.» Ammetto, sovrappensiero. E maledico immediatamente la mia boccaccia.
«Matt...» Inizia esasperata, ma la blocco subito.
«No, non ricominciare. Lo so. Non sono quello giusto per lei.» Interpreto il suo pensiero.
«No. Non ho mai detto questo, e lo sai. Il Matt bambino non è quello giusto per lei. Il Matt che conosco io, lo è. Anche se ultimamente faccio fatica a riconoscerlo. Lo so che con tuo padre le cose non vanno bene e che sei sempre arrabbiato, ma so che il tuo sorriso si è spento anche a causa di mia sorella. E io rivoglio il mio migliore amico e se credi che sia lei la tua felicità, allora non privartene.» Si appoggia con il viso sul mio petto e io gli passo un braccio attorno le spalle.
«Lei non mi vuole, Harper. Pensa ancora a Liam, e ora ho anche preso a pugni il suo primo ragazzo, senza nemmeno una ragione apparente. Credi che me la farebbe passare liscia, per questo? E poi, se almeno Alex si decidesse a lasciarmi in pace, sarebbe già un grandissimo passo avanti.» Mi passo una mano sulla faccia, come a voler cancellare la stanchezza di questi ultimi giorni.
«Se magari smettessi di portartela al letto e illuderla.» Mi rimprovera alzandosi su un gomito e lanciandomi uno sguardo omicida.
«Lo so.» Mi limito a dire. Anche a volermi inventare scuse, con lei non potrei. Mi conosce e non ho bisogno di nascondermi dietro un dito.
«E sì, la stronzata di Mason te la potevi risparmiare. Mi piacerebbe proprio sapere cosa ti è saltato in mente.»
«Cazzo, è colpa sua se Alissa non si fida di me! Sua e di quell'altro imbecille al piano di sotto.» Sbotto, confessando finalmente il motivo che mi ha spinto a mettere le mani addosso all'ex di Alissa.
«Oh!» Harper alza gli occhi per guardarmi e cerca di sorridermi, dolcemente. «Ascolta Matt, io lo vedo come ti guarda Alissa. Solo tu non te ne accorgi. Vuole solo che combatti per lei e te lo ha anche detto. E tu non ti sei fatto più vedere e hai picchiato il suo ex, invece di dimostrarle che sei innamorato di lei.»
Scoppio a ridere e trattengo una smorfia di dolore. «Io non sono innamorato di lei. Non esagerare.» La canzono, tenendomi il fianco dolorante per la risata.
«Sì, certo. È come dici tu.» Alza gli occhi al cielo e la fulmino con lo sguardo. Io non sono innamorato di Alissa, provo qualcosa per lei, certo, ma non sono innamorato. Non scherziamo. «Ora, mettiti il costume signor non innamorato. Altrimenti ti lasciamo qui.» Annuisco infastidito, mentre lei si alza dal letto e sparisce fuori dalla mia stanza.
Mi cambio, infilandomi un costume nero e una canotta dello stesso colore. Mi do una sistemata in bagno e poi raggiungo gli altri di sotto. Mi accorgo subito che Alissa è già scesa, probabilmente con i suoi amichetti e anche con... Liam. Dalla mia gola esce involontariamente un grugnito rabbioso, nemmeno fossi un animale. Mi costringo a starmene buono e seguo gli altri oltre il giardino, per accedere direttamente alla spiaggia.
«Allora, quando andiamo a comprare il brillante?» Domando a Dylan, sfilandomi la maglietta e poggiandola su uno dei tanti lettini disposti in fila.
«Con Alissa e Abbie abbiamo pensato di andare domani mattina, se anche a te va bene.» Mi stringo nelle spalle. Va bene qualsiasi giorno, anche se preferirei non dover passare la mattinata a stretto contatto con la ragazza che sto cercando di evitare a tutti i costi.
«Sì, va bene. Ma non capisco perché non siamo potuti andare a sceglierlo a New York.» Faccio in tono lamentoso.
«Te l'ho già detto. Non volevo portarlo in aereo. Non si può mai sapere cosa può succedere.» Mi ripete per l'ennesima volta in una settimana.
«Pensa se ti dice di no. Diecimila dollari di brillanti buttati nel cesso.» Scoppio a ridere e Dylan scuote la testa divertito.
«Sei un coglione.» Mi insulta.
«Non sono mica io quello che vuole sposarsi, amico.» Lo canzono, dandogli una pacca sulla spalla.
«Per adesso.» Ribatte sicuro.
«Mai.» Lo correggo, aggrottando la fronte e puntandogli un dito contro.
«Perché ancora non hai trovato quella giusta, amico.» Si intromette Evan, arrivando alle nostre spalle.
«Concordo.» Lo spalleggia Dylan. Cosa cazzo sta succedendo qui? Perché ora al centro del discorso ci sono io? Io odio i matrimoni. Già solo l'idea di dover partecipare a quello di Harper, e anche da testimone, mi fa venire l'orticaria. Rimanere intrappolato per tutta la vita in una relazione? Mi vengono i brividi solo a pensarci. L'amore dopo un po' finirebbe, la passione si spegnerebbe, la noia prenderebbe il sopravvento e alla fine l'unica soluzione sarebbe il divorzio. A meno di non prendere la strada del tradimento, come alternativa. E allora, perché sposarsi?
«No. Non esiste nessuna talmente giusta da farmi vacillare e cambiare idea sul matrimonio.» Ridacchio.
«Forse no. O forse sì. E magari l'hai già trovata, ma non vuoi ammetterlo.» Mi stuzzica Dylan. No, non cominciasse anche lui con questa stronzata dell'innamoramento. Non cambierei mai idea sul matrimonio, nemmeno per Alissa.
«Parliamo della dolce Alissa?» Ridacchia Evan, facendomi imbronciare. Si stanno approfittando della mia benevolenza, ma stanno giocando con il fuoco.
«Assolutamente no. Dite un sacco di stronzate da quando vi siete fatti incastrare dalla prime e l'ultima sorrella Williams. Ma io non sono una ragazzina innamorata come voi due. Per cui, non mi sembra ci sia molto di cui parlare. E ora, se avete smesso di sparare cazzate, mi riposerei volentieri.» Li liquido, sdraiandomi e mettendomi gli occhiali da sole. Non ho più voglia di continuare questo discorso. Nessuno dei due è obbiettivo sull'argomento. Dylan sta per fidanzarsi e Evan è super cotto di Abbie, anche se ancora non vuole ammetterlo e pensa che tutti ne siano all'oscuro - tranne me ovviamente. E gli altri continuano a fare finta di niente perché vogliono vedere fino a dove si spingeranno nella loro recita mal riuscita.
«Certo, quando la discussione si fa scomoda, scappi.» Mi prende in giro Evan, dandomi una pacca sul livido sul mio fianco. Mi contorco dal dolore e lo maledico mentalmente, non riuscendoci a parole. Ride e corre verso l'acqua, o meglio verso Abbie.
«Se lo prendo, lo ammazzo.» Borbotto tra me e me, appena ritorno a respirare. Controllo che sul cellulare non ci siano messaggi o chiamate da parte Raylee, mia sorella, e mi rimetto comodo.
Alissa e Alex escono dall'acqua e vengono dritte verso di me, o meglio, verso i nostri lettini. Guardo la mia inconsapevole tentatrice, nascondendomi dietro le lenti scure dei miei Ray Ban. Sorride mentre chiacchiera con la sua migliore amica, non che mio grande, grandissimo problema. Sembra felice, anche se abbiamo litigato un'altra volta, lei sembra star bene. Più si avvicina e più mi fisso sul suo corpo e sul suo bikini bianco, che mette in risalto la sua carnagione scura. I miei occhi ringraziano l'acqua per aver reso il suo costume leggermente trasparente, ma la mia mente la maledice perché, in questo modo, tutta la spiaggia ha la possibilità di bearsi di tale visione. Compreso quello stronzo di Cole che dalla riva continua a lanciare occhiate piuttosto esplicite al suo culo. Devo risolvere questa situazione al più presto. Alissa è mia, cazzo. Lei forse non ne è del tutto consapevole, ma nella mia testa fottuta lo è. Lei è mia. E Cole non deve guardarla nemmeno per sbaglio con la coda dell'occhio. Mi fa impazzire l'idea che qualcun altro possa trovarla attraente e possa concepire strani pensieri su di lei, esattamente come quelli che attraversano la mia mente praticamente ventisei ore su ventiquattro. Se non fosse stata di una bellezza disarmante sarebbe stato tutto più semplice, nessuno l'avrebbe guardata con desiderio e la mia gelosia sarebbe rimasta sotto il mio controllo. E invece no, diventa sempre più bella ogni giorno che passa e io ho perso il conto di tutti i calci in culo che dovrei dare a chiunque provi anche solo a immaginarsi qualcosa.
La fisso spudoratamente, anche se lei non può vedermi, e lei fissa spudoratamente me, pensando che io non la veda. Ferma i suoi occhi sul mio livido sull'addome e il suo viso si distorce dalla preoccupazione. Mi ha mandato a fare in culo, mi odia, ma ancora le interessa di me. So che muore dalla voglia di sapere cosa è successo e con chi mi sono picchiato. So che ha investigato con Alex e che lei le ha riferito quello che le ho fatto credere sull'aereo. E spero vivamente che Alissa le abbia creduto e che smetta di indagare oltre.
Dal mio livido, il suo sguardo si sposta sui miei addominali, sulle mie gambe, sulle mie braccia e sul mio viso. Probabilmente pensa che stia dormendo, dato che non mi sono mosso di mezzo millimetro. Non è consapevole che anche i miei occhi si stanno nutrendo di lei. Alzo gli occhiali da sole sulla testa e li sistemo tra i capelli, giusto per farle capire che non sono mai stato più sveglio di così e che non mi sono perso nessuno dei suoi sguardi infuocati. Se il suo intento è quello di far credere alla sua amica che tra noi non c'è niente, direi che non è questo il modo migliore.
Alissa distoglie immediatamente gli occhi da me e le sue guance si colorano di bordeaux. È consapevole che l'ho beccata a sbavare sul mio corpo, e automaticamente un sorriso pieno di orgoglio si disegna sulle mie labbra. Allora, forse, anche a lei piacciono i cattivi ragazzi con gli occhi neri e i lividi sul corpo. Si siede sul lettino di fronte a me e si guarda intorno, completamente in imbarazzo.
«Dio, Matt. Quello stronzo ti ha colpito anche qui!» Alex si siede sul mio lettino, dando le spalle alla sua amica, e comincia ad accarezzare delicatamente il mio livido violaceo sul fianco. Gocce di acqua fresca cadono sulla mia pelle incandescente. La lascio fare, non perché trovi piacevole il suo tocco, ma perché la smorfia di gelosia sul viso di Alissa è impagabile. Alex può fare quel che vuole con me, anche scoparmi qui davanti a tutti, se lo volesse. Lei no. Lei deve mantenere il suo segreto, deve essere rispettosa nei confronti della sua unica amica e restarmi lontano. E anche io, tra l'altro.
«Lui è messo peggio, dolcezza, non preoccuparti.» Cazzo. È sbagliato, lo so, devo convincere Alex che tra noi non ci sarà mai niente, non farla piombare nel mio letto. Ma vedere Alissa gelosa mi rende euforico e spietato. Più la ruga sulla sua fronte si fa evidente, più io voglio provocarla. Perché sono uno stronzo bastardo e non me ne frega un emerito cazzo se Alex ci starà male. Io voglio che Alissa sia gelosa al tal punto da alzarsi da quel fottuto lettino e gridare a tutta Miami che solo lei ha il diritto di toccarmi, perché io sono una sua proprietà.
Lascio cadere una mano sulla coscia di Alex, proprio sul suo tatuaggio, provocandole un fremito. Alissa trasalisce e fissa la mia mano, stupefatta. Sembra come ipnotizzata, in bilico tra il mandarmi di nuovo a fare in culo o il prendermi a schiaffi. È furiosa, le sue guance non sono più rosse per l'imbarazzo ma per la collera. Il suo corpo è rigido, le mani strette in due pugni sulle sue cosce, le sopracciglia aggrottate e la mascella contratta. Sta per scoppiare e io vorrei che mi prendesse il viso tra le mani e mi infilasse la lingua in bocca per rivendicare ciò che è suo di diritto. Ma non lo fa. Si limita a guardarmi negli occhi, con una tale rabbia da farmi ritrarre subito la mano dalla coscia della sua amica, prima che me la tagli. Piega la testa di lato e, con mia grande sorpresa, sorride. Perché cazzo ride? Cosa ronza nella sua testa di così divertente?
La interrogo con lo sguardo e lei mi risponde voltandosi verso il mio tatuato amico Cole. Ed eccola, l'illuminazione. Non avrà mica intenzione di ripagarmi con la stessa moneta, vero? Lei non lo farebbe mai, non sfrutterebbe una persona solo per farmi ingelosire. Anche se Cole non è un innocente ragazzo e sicuramente a lui non dispiacerebbe essere usato di tanto in tanto, lei non è come me. Non si abbasserebbe mai al mio livello.
Mentre Alissa è voltata verso Cole e io verso di lei, Alex si fa spazio sul mio lettino per sdraiarsi vicino a me.
Allarme rosso!
Mi preparo a inventarmi qualche scusa per alzarmi e allontanarmi da lei, ma Alissa si gira nuovamente verso di noi e la sua faccia perde tutta la sicurezza che aveva acquisito. E questa volta, sono io quello che se la ride. Anche se ancora per poco.
«Cole?» Lo chiama Alissa, facendolo avvicinare.
«Non ci provare!» Le intimo, fregandomene di chi ci sta intorno e che ci può sentire.
«A fare cosa?» Mi domanda Alex, sollevando la testa per guardarmi.
«No, niente. Parlavo con quest'ape che non vuole lasciarmi in pace.» Mento, dicendo la prima cosa ridicola che mi passa per la mente. E Alissa ridacchia soddisfatta, prima di voltarsi ancora una volta verso Cole.
«Mi aiuteresti a mettermi la crema?» Gli domanda e io quasi cado da questo cazzo di lettino.
«Certo!» Risponde entusiasta il mio prossimo defunto migliore amico.
Alissa si sdraia di pancia sul lettino, senza rimorsi e con tutte le intenzioni di portare a compimento il suo piano malvagio. Mi passo una mano sulla faccia per asciugare le goccioline di sudore che mi scorrono sulla pelle.
«Ho caldo!» Sbotto, alzandomi in piedi di scatto. Alex mi guarda infastidita, ma la ignoro. Io sono concentrato su altro. Sulle dita di Cole che massaggiano la pelle morbida di Alissa, che si infilano sotto le bretelle del costume e le fanno scendere sulle spalle. Lei mugola di apprezzamento e il sangue mi ribolle nelle vene.
«Non ti ha chiesto un cazzo di massaggio, Cole, limitati a spalmarle la crema e basta!» Il mio amico mi guarda, confuso e divertito, ma non c'è proprio niente da ridere. Sono incazzato nero e voglio farla pagare a qualcuno.
«No, è bello, continua.» Lo incita Alissa. Vedo rosso, la gelosia mi sta accecando e sono pronto a scoppiare come una bomba atomica. «Anche un po' sui glutei, altrimenti rischio di bruciarmi.» Mi guarda mentre lo dice e io scoppio in una risata isterica.
«Non scherzare.» La prendo in giro. Non lo farà. Non si farà massaggiare il culo da uno pseudo pervertito come Cole, solo per farmela pagare.
«Per favore, Cole, non ci arrivo da sola.» Fa in tono supplichevole, mordendosi un labbro. Scuoto la testa a mo' di minaccia, ma lei se ne frega altamente di me.
«Non c'è problema, piccola. Ci penso io.» Piccola? Piccola? Strabuzzo gli occhi, quando Cole mi fa un occhiolino che vuol dire tutto. È divertito, non vedeva l'ora che gli capitasse un'occasione del genere.
«Ok, basta così.» Prendo un asciugamano e lo butto sul fondoschiena di Alissa, che non riesce più a trattenersi dal ridere.
«Oddio, siete due bambini! Levati, Cole, faccio io.» Interviene Alex, alzandosi dal suo lettino e raggiungendo Alissa. Mi rilasso, butto gli occhiali nella borsa da mare di Harper, pronto ad andare a farmi un bagno rilassante. Ma il mio telefono squilla. È Alissa.
Alissa 1 – Matt, l'idiota, 0.
Mi scappa un sorriso, che faccio attenzione a non mostrarle. È vero, ha vinto questo round, ma la guerra è appena cominciata. E la vendetta è un piatto che va servito freddo.
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