CAPITOLO 37

ALISSA

Apro gli occhi, quando sento una mano accarezzare il mio viso. Matt è sdraiato di lato di fronte a me, con un braccio piegato sotto la testa.

«Comoda?» Mi domanda, un ghigno sul suo volto. Mi stropiccio gli occhi e mi guardo intorno, un po' disorientata.

«Scusa... la porta era aperta e mi sono addormentata.» Confesso, arrossendo. «Che ore sono? Devo andare a casa, dove sono mie sorelle e Ben?»

«Tranquilla, anche Dylan ha bevuto un po', quindi sono rimasti tutti a dormire qui, anche Ben. Lo spazio non manca.»

«Oh, ok.» Mi mordo il labbro inferiore, mentre mi domando cosa dovrei fare in questa situazione a dir poco imbarazzante. «Beh... quindi... dove posso?»

«Puoi restare qui. Giuro che rimango nel mio angolo e non ti tocco.» Rido e annuisco. Anche se l'idea di dormire con lui mi innervosisce parecchio, il letto è abbastanza grande per entrambi, senza invadere l'uno lo spazio dell'altra.

Matt allunga il braccio e mi prende una ciocca di capelli, iniziando a giocherellarci. Mi guarda con quei suoi occhi color cioccolato, che mi trafiggono come lame e mi fanno venire i brividi sulla pelle. I suoi capelli sono umidi, delle ciocche castane gli ricadono disordinatamente sulla fronte, come al solito.

«Se provassi a baciarti ora, mi fermeresti di nuovo?» Continua a passare le dita lunghe e affusolate tra i miei capelli, ricci e scompigliati almeno quanto i suoi, avendoli lasciati asciugarsi naturalmente. Si mordicchia il labbro inferiore, come se fosse in qualche modo preoccupato.

«Cosa?» Rido e mi copro il viso con la mano, imbarazzata.

«Mi fermeresti di nuovo?» Ripete serio, spostando la mano dalla mia faccia.

«Sì.» Ci riuscirei davvero? Ho quasi vacillato nel momento in cui avevo ancora un fidanzato, ma ora sono libera e Matt sa esercitare un potere tale su di me, che non riesco nemmeno a spiegarlo. È come un campo magnetico, che mi attira e mi tiene incatenata a lui, indipendentemente dalla mia volontà.

«Perché?» Mi scosta i capelli dal viso e mi li porta dietro l'orecchio.

«Perché non dovrei?» Ribalto la domanda, non sapendo bene cosa rispondere. Odio quando mi fa questi discorsi, riesce solo a confondermi. E ho già parecchi pensieri, senza che ci si mettano anche lui e i suoi giochini perversi.

«Non puoi risponde a una domanda con un'altra domanda.»

«Perché dovresti provare a baciarmi?» Voglio che mi spieghi cosa sta succedendo. Perché sente il bisogno di avvicinarsi in questo modo a me. È solo uno stupido gioco? Uno sfizio di cui ha bisogno di liberarsi? Voglio sentire uscire dalla sua bocca qualche diavolo di spiegazione. Qualsiasi cosa.

«Questa è un'altra domanda, zucchero. Io voglio una risposta.» Mi picchietta l'indice sulla punta del naso, in un gesto tanto tenero quanto sconcertante.

«Perché hai detto che non mi avresti toccata e saresti rimasto nel tuo angolo di letto.» Lo prendo in giro, rigirandogli le stesse parole dette da lui qualche minuto fa. Sorrido soddisfatta, ma Matt si allunga verso di me, mi mette un braccio attorno alla vita e mi trascina a sé. Ci ritroviamo a qualche centimetro l'uno dall'altra e non importa cosa faccia, o quanto io lo neghi, Matt riesce sempre a destabilizzarmi. Sentire le sue mani su di me mi fa impazzire, così come avere la sua bocca a pochi centimetri dalla mia.

«Non m'interessa cosa ho detto. Credo che ti bacerò, invece.» Il suo alito caldo si abbatte sulle mie labbra, facendole formicolare dal desiderio. Studio attentamente il suo viso, in cerca di qualche indizio che mi dica che sta scherzando, che si sta prendendo gioco di me. Ma non c'è. Matt non ride, è completamente serio e continua a fissare le mie labbra, come incantato.

«Matt, io...»

«Io te l'ho permesso, quella notte.» Mi interrompe, facendomi corrugare la fronte, confusa.

«Che cosa?» Domando in un sussurro.

«Di baciarmi.» Trasalisco e il respiro mi si mozza nella gola. «Avrei dovuto fermarti, perché eri ubriaca, ma non l'ho fatto.»

Deglutisco a vuoto, la mia bocca si schiude per lo stupore e il mio cervello smette di ragionare. Io... io ho baciato Matt? Ma, soprattutto, come è possibile che io non lo ricordi?

«C-cosa? Di che parli... io... noi?» Farfuglio, completamente sconvolta. Continuo ad aspettare il momento in cui scoppierà a ridere e mi farà sentire come una cretina che ha creduto alla sua ennesima cazzata. Ma lui continua a non ridere, a non scherzare. E io comincio ad avere paura.

«La notte al Dejà vu mi hai baciato, e io non faccio altro che aspettare il giorno in cui tu deciderai di rifarlo. Il giorno in cui tu avrai di nuovo bisogno di me.» Mormora, accarezzando i lineamenti del mio viso con la punta dell'indice.

Improvvisamente mi torna in mente il nostro pomeriggio al parco giochi, quando mi ha detto esattamente la stessa cosa e io ho pensato che fosse uno scherzo. Ma non lo era. Matt ha cercato di dirmelo e io non l'ho ascoltato.

Si avvicina ancora di più, fino ad attaccare completamente i nostri corpi. Unisce le nostre fronti, e le punte dei nostri nasi si sfiorano. Sembra rilassato, tranquillo, come se tutto questo fosse una cosa normalissima, ma il suo cuore che batte forte contro il mio petto tradisce la sua agitazione. Mi gira la testa. Lui mi fa girare la testa, il suo profumo che si mischia al mio, i nostri respiri che diventano un tutt'uno, la sua pelle calda a contatto con la mia fredda, il suo braccio che si stringe attorno alla mia vita. «Quindi, credo che ti bacerò.» Ripete, fissando la mia bocca. «E tu mi lascerai fare, o potrei dare di matto stavolta.»

La mia mano si posa con naturalezza sulla sua guancia, resa ruvida dalla leggera barba. L'ossigeno comincia a scarseggiare nel mio cervello, dovrei respirare ma sono completamente paralizzata, persa nei suoi bellissimi occhi marroni. Non devo, non posso... continuo a ripetermi, ma lo voglio così tanto. L'ho sempre voluto, dal primo momento in cui i miei occhi si sono posati su di lui, fuori dal suo ufficio. Di tutte le persone che passeggiavano su quel dannato marciapiede, il mio sguardo ha deciso di fissarsi su di lui e non ha mai più voluto cambiare il suo obiettivo. Per quanto provi ad allontanarlo dalla mia vita, per quanto continui a pensare che lui sia solo il male per me, io non riesco a fare a meno di lui.

Senza nemmeno accorgermene, la sua bocca si posa timidamente sulla mia. E io non capisco più niente. Non so spiegare quale sia la sensazione che provo nel sentire le sue labbra morbide a contatto con le mie. È come vivere l'emozione più grande della tua vita, ma al contempo quella più brutta, perché già sai che da adesso in poi loro ti perseguiteranno e ti mancheranno in ogni istante in cui staranno lontane da te. Intaseranno i tuoi sogni, i tuoi pensieri, i tuoi incubi e non te ne libererai mai.

Chiudo gli occhi e mi lascio andare, cercando di smettere di pensare. Matt mi lecca le labbra chiuse, pregandomi di lasciarlo entrare. Le apro leggermente e la sua lingua mi invade, per poi intrecciarsi alla mia, provocandomi un brivido alla schiena. Le sue labbra intrappolano le mie in un incastro perfetto, come se il loro posto non fosse mai stato nessun altro se non questo. I movimenti della mia bocca sono impacciati, controllati e tutto questo perché ho paura di sbagliare e che questo momento finisca troppo in fretta.

«Lasciati andare.» Sussurra sulle mie labbra. Mi bacia di nuovo, ma stavolta non c'è niente di romantico o delicato nel suo bacio. Lascio da parte i pensieri e le paure, la mia mano si stringe attorno ai suoi capelli per attirarlo ancora di più verso di me. La mia bocca ha fame di lui, del suo sapore.

Matt mi afferra sotto il ginocchio e se lo porta alla vita, facendo aderire al meglio i nostri bacini. La sua mano scivola in maniera possessiva verso l'altro, percorrendo la mia coscia, fino a soffermarsi sul mio sedere. Lo palpeggia e mi spinge ancora di più verso di lui, mentre le nostre lingue continua a rincorrersi con fare disperato, come se si fossero desiderate per troppo tempo senza mai, però, raggiungersi.

Il cuore mi sta per esplodere nel petto, mi prega di liberarlo dalla mia gabbia toracica e di unirsi al suo. Nel mio stomaco uno sciame di farfalle sembra essere impazzito, è come se la festa in terrazzo si fosse trasferita nella mia pancia, con tanto di fuochi d'artificio.

Il mio autocontrollo è andato a farsi benedire e non voglio che torni e che interrompa questo bacio. Sono eccitata, fuori controllo e non per colpa dell'alcol. Ma per colpa sua. È lui, il mio cocktail preferito, è il suo sorriso a rendermi ubriaca.

Ci allontaniamo qualche secondo per riprendere fiato e cerco di abituarmi all'idea che questo sia tutto vero.

«Tu... non immagini nemmeno come mi sento, in questo momento.» Sussurra, gli occhi ancora chiusi. A malapena riesco a comprendere le sue parole. Lo guardo, affannata, stravolta... e con il solo desiderio di farlo di nuovo.

Matt sposta la mano dal mio sedere e la fa scivolare al di sotto della sua maglietta che indosso. Mi accarezza la schiena, provocandomi brividi e pelle d'oca ovunque.

«Ero io?» Mi sorprendo della mia capacità di parlare, dopo il bacio più sconvolgente della mia vita, e Matt punta i suoi occhi nei miei. Sono diversi, più scuri, come se le pupille si fossero dilatate troppo e avessero invaso tutto lo spazio delle iridi.

«Ce ne hai messo di tempo a capirlo, zuccherino.» Lo dice con la sua voce bassa e roca, in grado di farmi vedere le stelle. Matt nasconde il viso nel mio collo, facendomi reclinare il capo all'indietro, istintivamente. Ispira il mio odore, poi bacia la mia pelle, si sposta sul mento e di nuovo prende d'assalto le mie labbra. Ne lecca il contorno, poi intrappola quello inferiore tra le sue e lo succhia, tirandolo leggermente. Un gemito abbandona la mia bocca per perdersi nella sua, nel momento in cui torna a baciarmi. Il suo sapore si imprime sulla mia lingua e mi invade la testa. Ho immaginato così tante volte questo momento, che adesso mi sembra di essere nuovamente in uno dei miei sogni. Solo che, Matt è qui, con me, in carne e ossa.

Le sue dita si stringono sul mio fianco, quasi volessero bucarmi la pelle. Mi spinge all'indietro, facendomi aderire la schiena al letto, per poi sovrastarmi con tutto il suo metro e ottantasette di muscoli e virilità.

Mi tira su la maglietta per scoprire la mia pancia, e poi scende a baciarla, inumidendo la mia pelle con la punta della sua lingua.

«Dio, mi fai impazzire.» Dice, scendendo a baciare il mio interno coscia, per poi tornare sulla mia bocca.

«Queste labbra mi hanno torturato per mesi.» Mi guarda dritto negli occhi, e sorride vendendo l'imbarazzo propagarsi sulle mie guance. Dà un bacio dolce e delicato su quella di sinistra, prima di tornare a torturare la mia bocca e la mia lingua.

Intorno a noi c'è solo silenzio, la festa è finita e nella stanza riecheggia solo il rumore dei nostri respiri incontrollati e gli schiocchi dei nostri baci. Non so cosa significhi tutto questo, al momento il mio cervello non è in grado di elaborare teorie di senso compiuto. L'unica cosa che so è che è sbagliato, per me, per Alex, e anche per Liam. Ma il mio corpo ne ha bisogno, io ne ho bisogno. Solo per un'ultima volta, solo per stanotte. Matt mi rende libera dai pensieri, dalle paure, dalle insicurezze e, anche se stento a riconoscermi, adesso non riesco a smettere.

***

Matt mi tiene stretta tra le sue braccia, come se dovessi scappare da un momento all'altro. Mi stringe al suo petto e la sua gamba intrappola le mie. Dorme ancora profondamente, al contrario di me. No, i miei occhi sono spalancati, nonostante siamo andati a dormire poche ore fa. Non riesco più a riprendere sonno, i miei neuroni lavorano a pieno regime e mi fanno ripercorrere tutte le tappe di stanotte. Ho baciato Matt. Cavolo, ho baciato Matt. Ed è stato... da togliere il fiato. Sento ancora le labbra intorpidite per i nostri baci e per i suoi morsi. Il suo sapore è ancora ben impresso sulla mia lingua e la sensazione delle sue labbra ovunque sul mio corpo è indelebile nella mia testa. Non so nemmeno quale forza oscura ci abbia trattenuto dall'andare oltre. Lui di certo non avrebbe disdegnato, ma io sapevo che non potevo sorpassare quel limite invalicabile, o non sarei mai più potuta tornare indietro.

Non posso dire di esserne pentita, o nemmeno dare la colpa all'alcol perché stavolta ero completamente lucida. Ho agito consapevolmente, fregandomene di tutto quello che avrebbe comportato baciarlo. Ma è stato un errore? Voglio dire, le emozioni che ho provato mentre lo baciavo possono essere considerate un errore? Sì. Ma è stato travolgente lo stesso.

Alzo il viso dal suo petto e cerco di guardarlo in viso. È bello, maledizione. È talmente bello che sembra quasi irreale. E io l'ho baciato. Matthew Scott ha baciato Alissa Williams. È talmente assurdo che ho paura di essermi persa all'interno della mia immaginazione e che tutto questo non sia successo davvero. Ma Matt è qui, e io sono tra le sue braccia. E non respiro. Mi sento in colpa per Liam, nonostante al momento non stiamo insieme. E per Alex, perché so cosa prova per lui, anche se Matt non la ricambia. Non mi sarei dovuta comunque nemmeno avvicinare per rispetto nei suoi confronti. Dannazione, cosa ho fatto? E perché continuo a rimanere su questo letto infernale con il naso infilato tra i suoi pettorali, persa nel suo profumo e con le mani che gli accarezzano la pelle nuda? Continuo a toccare i suoi muscoli, che sembrano scolpiti nel marmo, esattamente come le statue. Mi tocco le labbra, ancora gonfie per i suoi assalti, ci passo la lingua sopra e chiudo gli occhi per assaporare ancora il suo sapore. Alzo di nuovo gli occhi sul suo viso, guardo la sua bocca e, santo cielo, ho di nuovo una voglia pazzesca di sentirla addosso alla mia, e al mio corpo.

Deglutisco e cerco di liberarmi dalla sua presa, ho bisogno di allontanarmi e calmare la mia, i miei desideri, ma anche la mia agitazione. Ma Matt stringe il suo abbraccio e brontola qualcosa di incomprensibile. Afferro il suo braccio e tento di nuovo di spostarlo dal mio fianco, ma lui non molla.

«Rimani qui con me ancora un altro po'.» Mormora tra i miei capelli, la voce ancora arrocchita dal sonno.

«Devo andare al bagno... e ho fame.»

Allontana leggermente la testa per guardarmi in faccia, gli occhi ancora abbottonati dal sonno.

«Okay, ma poi torna qui.» Mi libera dalla sua presa e chiude di nuovo gli occhi. Mi alzo e mi soffermo di fronte allo specchio. Dio, sempre peggio: trucco sbavato, occhiaie da paura, capelli completamente spettinati. Ho bisogno urgentemente di un bagno, per rendermi almeno presentabile. E non devo andare molto lontano, apro la porta sulla parete opposta al letto e si apre un bagno che potrebbero essere tranquillamente due. Vasca idromassaggio enorme, doccia doppia e non uno ma ben due lavandini con un mega specchio che prende un'intera parete. Tutto è perfettamente in ordine ed estremamente pulito, troppo pulito per essere il bagno di un uomo. Ma non mi stupirebbe sapere di una donna di servizio, anche perché non ce lo vedo proprio Matt a pulire. Mi sistemo un po' i capelli, mi sciacquo il viso e cerco di lavarmi i denti con il dito e il dentifricio. Il risultato non è perfetto, ma è pur sempre meglio di niente.

Esco dalla stanza di Matt in estremo silenzio e, in punta di piedi, e vado verso la cucina. La casa è silenziosa e dalle varie stanze non arriva il minimo rumore, segno che tutti stanno ancora dormendo. Apro qualche scaffale, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Prendo dei cereali e mi siedo al bancone mentre ne prendo una manciata.

«Buongiorno.» Sobbalzo e mi porto una mano al petto, mentre Dylan entra in cucina. «Scusa, non volevo spaventarti.» Sorride imbarazzato. È un uomo di successo, bello, con una carriera da sogno, eppure delle volte è così tenero da sembrare un bambino.

«Tranquillo, ero solo sovrappensiero.»

«Dormito bene?» Domanda, iniziando a preparare il caffè. Arrossisco, ripensando alla notte che ho passato. E ho paura che Dylan sappia qualcosa, ma non c'è malizia nella sua domanda, solo cortesia, credo.

«Sì, grazie. E tu?» Gli sorrido, cercando di mostrarmi tranquilla e non far trasparire tutte le mie emozioni. Anche se la mia voce tremante è un indizio abbastanza palese.

«Con tua sorella che si è rubata tutto il letto, non molto.» Ride e mi offre una tazza di caffè, che accetto molto volentieri. Con le mie tre ore di sonno, non so nemmeno come faccia a tenere gli occhi aperti.

«Grazie.» Gli sorrido, mentre lui si poggia con i gomiti di fronte a me e mi fissa con i suoi occhi verdi penetranti.

«Vorrei parlarti di una cosa.» Dice, con un'espressione seria sul volto, che non gli avevo mai visto.

«Ok.» Mi mordo il labbro, preoccupata.

«Chiederò a tua sorella di sposarmi a Miami.» Spalanco gli occhi e la mandibola mi cade sul bancone. Scioccata. Questa è l'unico aggettivo per descrivermi in questo momento.

«S-sul serio?» Mi porto le mani alla bocca, in un misto di emozione, felicità, stupore. Le lacrime mi bruciano negli occhi, tanto sono contenta. Dylan è un uomo fantastico e io non ho mai visto mia sorella tanto serena prima di conoscerlo e Sophie lo adora.

«La amo e amo sua figlia. Voglio costruire una nostra famiglia e passare il resto della mia vita con lei. Ne sono sicuro.»

Una lacrima mi scende sulla guancia, mentre mi alzo e aggiro il bancone per andarlo ad abbracciare.

«È fantastico.» Blatero, tra i singhiozzi. «Sono così contenta per voi.>> Mi asciugo gli occhi, mentre lui ride. Lo so, forse sono un po' troppo emotiva, ma mia sorella ha l'occasione di essere felice e questa è la cosa che più mi riempie di gioia.

«Abbie ne è già al corrente, sono riuscito a parlarle ieri e volevo chiedervi se vi andava di accompagnarmi a scegliere l'anello. Sicuramente conoscete i gusti di vostra sorella meglio di me e voglio che tutto sia perfetto.»

«Da dove diavolo sei uscito fuori tu?» La mia faccia incredula lo fa ridacchiare. Dylan è esattamente tutto quello che Harper ha sempre cercato. Quando fantasticavamo sugli uomini della nostra vita, lei lo descriveva proprio come lui. Per loro è tutto così semplice, ed è proprio così che l'amore dovrebbe essere, no? Semplice, senza drammi e discussioni.

«Io... certo che ti accompagneremo. Grazie Dylan. Non avrei potuto sperare niente di meglio per Harper. E sarei onorata di diventare ufficialmente tua cognata.» Ci sorridiamo ancora e torniamo alla nostra colazione. Grazie a lui, il mio cuore stamattina è un po' più leggero e la felicità ha preso il posto dell'agitazione. Almeno fino a quando non vedo Matt entrare in cucina, ancora a petto nudo. Il mio sorriso si spegne e la mia ansia torna a soffocarmi.

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