CAPITOLO 25
ALISSA
«Buonasera, Charity!» Esclamo, mentre ispeziono l'intero pronto soccorso alla ricerca di Ben. Mi aveva chiesto di andare a bere qualcosa insieme, dopo la fine del turno ma ha detto che doveva passare a salutare un amico in pronto soccorso prima, e di raggiungerlo qui.
«Ciao.» Risponde Charity, la simpaticissima receptionist dell'ospedale, annoiata e con un sorriso forzato.
«Hai visto Ben, per caso?» Le domando. Dato che le piace tanto spettegolare insieme ad Aria, dovrebbe essere una buona osservatrice.
«No.» Risponde secca, continuando a scrivere sulla tastiera del suo computer. Alzo gli occhi al cielo e mi allontano dalla reception per andare a vedere se è fuori. Passo per la sala d'attesa, lanciando un'occhiata in giro.
Un ragazzo è seduto su una delle poltroncine, i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani, e i suoi capelli castani sembrano molto familiari.
«Matt?» Lo chiamo, avvicinandomi a lui. Alza la testa per guardarmi, ha gli occhi gonfi, stanchi e arrossati, la sua espressione è triste, sembra distrutto. Deglutisco lentamente e una sensazione di ansia totale mi assale.
«Alissa.» Mormora con voce roca, mentre si alza in piedi. Guardo il ragazzo seduto vicino a lui che segue i movimenti di Matt con gli occhi. Anche lui sembra stanco.
«Che è successo?» Domando preoccupata, riportando gli occhi su Matt.
«Raylee... Lei...» La voce gli muore in gola, non riesce a parlare. Chi è Raylee? Perché Matt è così sconvolto? Mille domande a cui non so dare risposta si affollano nella mia mente. E Matt mi guarda, con i suoi occhioni lucidi. «N-non è... possibile.» Balbetta e le lacrime cominciano a rigare il suo bellissimo viso.
«Oddio, Matt.» Mi alzo in punta di piedi e gli avvolgo le braccia attorno al collo. Lui mi stringe per la vita e nasconde il suo viso nel mio collo. Il suo corpo è scosso dai singhiozzi, il suo respiro è irregolare, e il suo cuore batte forte contro il petto. Gli accarezzo i capelli, mentre le sue lacrime continuano a bagnarmi la pelle scoperta del collo e qualche ciocca di capelli. «Calmati. Dimmi che è successo.» Sussurro vicino al suo orecchio. Alza la testa dal mio collo per guardarmi, ma le sue braccia continuano a stringermi la vita. Mi fissa con i suoi occhi bagnati, e sento che il mio cuore non reggerà a lungo quella vista. Non riesco a sopportare la sua sofferenza, e vorrei tanto avere uno di quei superpoteri per riuscire a prendermi tutto il suo dolore e per fargli tornare quel sorriso che amo tanto. Gli asciugo le lacrime e lui chiude gli occhi quando le mie mani toccano il suo viso. Poi le appoggio sulle sue spalle. Matt tira su con il naso e fa un respiro profondo prima di parlare.
«Nostra sorella, Raylee.» Si blocca, deglutendo e leccandosi le labbra bagnate dalle lacrime. «Hanno chiamato l'ambulanza perché è svenuta in un locale. Dicono che abbia mischiato alcol e droga.» Dice tutto d'un fiato e poi si blocca, scuotendo la testa. Si allontana da me e si lascia cadere sulla sedia dietro di lui, coprendosi il viso le mani. Mi porto una mano tremante alla bocca, completamente sconvolta, e mi siedo accanto a lui. «Fa la modella e frequenta questo ambiente di ricconi, in cui la cocaina gira come se fosse acqua.» Continua, la voce rotta. Mi sento male per lui, e forse adesso riesco a capire il modo in cui si è comportato con me la sera al Dejà vu. Anche se di certo io non faccio uso di droghe.
«E... e cosa hanno detto di medici?» Domando con voce tremante, ancora scioccata dalla situazione.
«Non lo so, non ci dicono niente, cazzo.» Risponde irritato.
«E i vostri genitori? Li avete avvertiti?» Matt si acciglia e irrigidisce la mascella, mentre il fratello sbuffa in una risatina amara che sembra essere piena di odio.
«Nostro padre è troppo impegnato a scoparsi la sua puttana negli Hamptons.» Mi risponde il fratello di Matt, stringendo i pugni. Alzo le sopracciglia, sorpresa.
«Aiden.» Lo ammonisce Matt, come se non volesse fargli dire troppo. Osservo per un momento i due fratelli, si somigliano e allo stesso tempo sono molto diversi. Aiden ha un look più ordinato, vestiti più eleganti, capelli sistemati e sembra più grande di Matt. Ma hanno gli stessi grandi occhi marroni e sinceri.
Prendo il telefono e mando un messaggio a Ben, per avvertirlo di non aspettarmi e di non poter più andare con lui.
«Hai da fare? Non voglio trattenerti.» Dice Matt, alternando il suo sguardo tra i miei occhi e il mio telefono.
«Non ho da fare. Voglio rimanere qui con te.» Confesso, a bassa voce. Mi sorride e mi passa un braccio attorno alle spalle.
«Grazie.» Mi sussurra all'orecchio, prima di baciarmi sui capelli. Appoggio la guancia sul suo petto e lui affonda il naso nei miei capelli e, quando alzo gli occhi verso Aiden, mi accorgo che è girato verso di noi e ci sta guardando. Arrossisco, e cerco di allontanarmi da Matt, ma lui non me lo permette e mi attira maggiormente contro di sé.
Apro gli occhi, svegliata dalla suoneria di un telefono. Sbatto le palpebre un paio di volte, prima di rendermi conto che mi sono addormentata in sala d'attesa e che ho usato la spalla di Matt come cuscino. La sua testa è poggiata sulla mia, e dal suo respiro lento capisco che anche lui si è addormentato. Il suo braccio è ancora attorno alle mie spalle e ho addosso il suo giacchetto a coprirmi. Il collo mi fa malissimo e cerco di muovermi il più piano possibile per non svegliarlo ma, appena mi sposto la testa, sussulta e si raddrizza.
«Scusa.» Mi dice, con la voce ancora arrocchita dal sonno, mentre si stropiccia gli occhi con una mano. Gli sorrido timidamente, mi metto dritta e mi stiracchio un po' il collo.
«Ah! Vi siete svegliati, piccioncini.» Aiden si siede vicino a Matt con due caffè in mano. Matt gli dà una gomitata sul braccio, infastidito, e il fratello se la ride prima di passare a entrambi i due caffè.
«Oh, grazie.» Gli sorrido e lui risponde con un occhiolino.
«Ho parlato con i medici.» Esordisce Aiden, voltandosi verso Matt, che si irrigidisce subito. «Le hanno fatto una lavanda gastrica. Sta bene, deve riposare e potremo vederla domani pomeriggio.» Matt sospira, rilasciando tutta la tensione che aveva accumulato e io mi rilasso insieme a lui. Si passa una mano tra i capelli e poi si gira verso di me, mettendomi una mano dietro la testa per avvicinarla al suo viso e darmi un bacio sulla fronte. Il gesto mi imbarazza, perché so che suo fratello ci sta guardando e non voglio che si faccia strane idee. Soprattutto dopo la sua battutina.
Frugo nella mia borsa alla ricerca del mio telefono, ho due messaggi: uno di Ben e l'altro di Liam. Il panico mi assale quando leggo il nome del mio ragazzo, perché so che è qui in ospedale per il turno di notte.
"Dobbiamo parlare."
Comincio a mordicchiarmi l'unghia del pollice, in preda alla preoccupazione. E se mi avesse visto dormire abbracciata a Matt? Potrebbe aver frainteso tutto.
«Devo andare.» Annuncio all'improvviso, alzandomi in piedi.
«Stai bene?» Mi domanda Matt.
«Sì... sì. Solo che... devo proprio andare.» Rispondo, recuperando la mia borsa e la mia giacca, ancora con il caffè in mano.
«Ti accompagno alla macchina.» Dice, mentre si mette in piedi.
«Ehm, no, no, tranquillo. Devo... ehm... devo passare agli spogliatoi a prendere una... una cosa. Tranquillo.» Farfuglio, evitando di guardarlo in faccia. «È stato un piacere Aiden.» Lo saluto e lui mi sorride in risposta, prima di voltarmi verso Matt. «Allora, fammi sapere di tua sorella, va bene? Ci sentiamo, Matt.» Mi volto e me ne vado verso gli ascensori, prima che possa rispondere. Devo vedere Liam, non voglio che sia arrabbiato con me per un semplice malinteso. Spero solo non sia in sala operatoria.
«Alissa?» Mi sento chiamare, dopo qualche metro. Faccio finta di non sentire Matt, e accelero il passo, ma lui mi afferra per il polso facendomi girare verso di lui. «Ehi, aspetta!»
«Sì?» Domando con nonchalance, mentre mi allungo per buttare il bicchiere vuoto.
«È successo qualcosa?» Sembra preoccupato e anche un po' confuso. Certo, me ne sono andata via come una pazza, all'improvviso.
«No.» Mento, guardandomi intorno e stringendo la tracolla della mia borsa.
«È per quello che ha detto Aiden? La storia dei... piccioncini?» Si gratta la testa e abbassa lo sguardo, imbarazzato. Mi mordo il labbro per non ridere del suo atteggiamento tenero. «Aiden è un cretino. Gli piace stuzzicarmi, non dargli troppo peso.» Continua, tornando a guardarmi e mi accorgo che è arrossito un po'.
«No, Matt, non è per quello. È solo tardi e devo andare a casa.» Annuisce, e si infila le mani in tasca.
«Okay, volevo solo...» Fa un respiro profondo. «Grazie per essere rimasta con me.» Mi accarezza la guancia con il dorso della mano e poi si avvicina per darle un bacio.
Quando si allontana, mi fermo a guardare la persona qualche metro dietro di lui. Segue il mio sguardo e sbuffa nell'accorgersi di Liam. È con Jace, il suo amico specializzando, e sta parlando con una signora che piange, di gioia sembrerebbe, prima di stringere le mani di entrambi.
«Era da lui che stavi correndo?» Mi domanda, le sopracciglia aggrottate.
«Mi dispiace, Matt, devo andare.» Gli do un ultimo abbraccio veloce, per poi andare verso Liam.
«Fantastico.» Lo sento mormorare, mentre me ne vado. Vorrei girarmi a guardarlo un'ultima volta per accertarmi che stia bene, ma mi trattengo dal farlo e corro verso Liam.
«Ehi!» Lo tiro per il camice bianco, facendolo fermare. Jace mi guarda con un sopracciglio alzato, probabilmente chiedendosi che ci faccio ancora qui alle due del mattino. Liam mi guarda inespressivo per qualche secondo, poi si gira verso Jace e gli dice che lo raggiungerà tra dieci minuti. Mi prende la mano e mi trascina in una saletta appartata del pronto soccorso. Mi dà le spalle, guarda per terra e ha le mani sui fianchi. Non sembra troppo arrabbiato, più pensieroso.
«Ho letto il tuo messaggio. Volevi parlarmi?» Cerco di mostrarmi tranquilla, ma credo che mia voce tradisca tutta la mia agitazione. Il fatto che non sia stupito di vedermi qui, significa solo che mi ha visto con Matt, e la sua aria distaccata me lo conferma.
«Alissa...» Sospira e si volta verso di me. «Cosa c'è tra voi due?» Mi domanda, prendendomi completamente in contropiede e facendomi paralizzare sul posto.
«N-niente... Di... di che parli?» Balbetto, non riuscendo ad essere molto convincente.
«Non sono uno stupido. Dimmi la verità. Siete stati insieme? È successo qualcosa tra voi due? Siete ancora innamorati?» Sgrano gli occhi e apro la bocca per rispondere, ma nemmeno un minuscolo suono esce fuori. Sono completamente imbambolata e sconvolta. «Credo di meritarmi almeno la verità.» Continua, e la sua espressione triste mi spezza il cuore. Che gli sto facendo? Che razza di persona sono?
Non ricevendo una mia risposta, annuisce come a convincersi di qualcosa, e va verso la porta. E, quando capisco che se ne sta andando, il mio cervello decide di riprendersi e mi frappongo tra lui e la porta. Gli metto una mano sul petto per fermarlo.
«Aspetta! Mi dispiace, Liam. Non c'è mai stato niente tra noi, te lo giuro. Niente di niente. Siamo solo amici.» Dico, prendendogli la mano. Lui osserva le nostre mani unite, ma mi lascia fare e non si allontana. Quando torna a guardarmi negli occhi, quello che leggo è tristezza e soprattutto delusione. È deluso da me. Ed era l'unica cosa che mi sarei mai aspettata di fare. Di solito, sono gli altri a deludermi e a ferirmi e ora mi sento un mostro.
«Non sono un ragazzino, Alissa. Lo vedo come lo guardi. Non mentirmi, ti prego.» Fa in tono supplichevole.
«Io... è vero, io provavo qualcosa per lui, ma...» Si passa la mano libera tra i capelli e distoglie lo sguardo dal mio. «ma voglio te, Liam. Voglio stare con te!» Confesso, prendendogli il volto tra le mani per farmi guardare. Spero che vedendo i miei occhi capisca che sono sincera e che gli sto dicendo la verità. Forse una parte di me prova ancora qualcosa per Matt e non riesce ancora a lasciarlo andare, ma voglio stare con Liam. Lui riesce a farmi sentire bene, a farmi sorridere sempre. «Non lo vedrò più, se è questo che vuoi, ma credimi, ti prego. Ti sto dicendo la verità.» Stavolta sono io a supplicare lui. E per quanto possa ferirmi il pensiero di non poter vedere più Matt, quello di perdere Liam è anche peggio. Non ho mai incontrato una persona come lui, nessuno mi aveva mai trattata come lui, e nessuno mi aveva mai detto quello che mi dice lui. In così poco tempo, è riuscito a farsi spazio nel mio cuore. E io ho bisogno della sua presenza nella mia vita.
«Non ti ho mai chiesto questo.» Sospira.
«Lo so. Sto decidendo io di farlo, infatti.»
«Anche se tu decidessi di non vederlo più, e non è quello che voglio, lui ti sta sempre intorno. Dove sei tu, c'è anche lui. E non lo sopporto. Voglio fidarmi di te, Alissa, ma posso fidarmi anche di lui?» Aggrotto la fronte, confusa.
«No, ti sbagli. Lui è il migliore amico di mia sorella, non prova niente per me. Te lo assicuro. E poi, mi ha confessato di provare qualcosa per un'altra persona. Non hai niente di cui preoccuparti. Te lo giuro.» Annuisce, anche se non completamente convinto
«Lo spero, altrimenti dovrò trovare il modo per fargli capire che non ti lascerò a lui tanto facilmente. Dovrà passare sopra il mio cadavere.» Sorride malizioso, facendomi ridere, e mi prende per la vita per avvicinarmi a lui.
«Mmmh, che uomo.» Mi mordo il labbro, prima che lui ci si fiondi sopra per baciarmi.
********************************************************************************
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top