𝕿𝖗𝖆𝖚𝖒(sogno)

Mayerling, 1889

I corpi dei due amanti giacevano sommersi dalle lenzuola del letto, bagnate dal dolce aroma della lavanda, appena estirpata dai prati Provenzali.

Un raggio di luna striava i guanciali orientali e risaltava il loro porpora cangiante e il violaceo unito a quel colore intenso. La flessuosa colonna errava tra colline di seta, gonfiata dal movimento inquieto di quelle anime in procinto di perdersi nella passione.

I capelli d'ebano di Maria Vestera contrastarono la pressione, seppur gentile, delle coperte. Il viso eburneo, accentuato dalle iridi profonde, sfiorò il petto di Rodolfo, terra pallida, forte come l'acciaio delle spade calate sui nemici.

Oh, la spalla della sua Mary, ribellatasi alla manica di velluto nero, era irresistibile! Le sue labbra smaniavano di succhiare la ninfa vitale racchiusa in quella collina invernale, liscia e satolla di elettricità. La spalla, voleva la spalla! Non importa se sarebbe stata rosseggiata dal sangue, non importa se si sarebbe colorata di nero per il buio della morte.
Ambiva a quell'arto innocente, controllato dai capricci della diciassettenne sdraiata accanto a lui.

La luce della Sala da Ballo avviluppava la porta della stanza. Nell'aria, aleggiavano la melodia dei violini e l'insistente scalpiccio dei tacchi delle signore. Tutti gli abitanti della corte stavano festeggiando, ignari della tragedia che sarebbe avvenuta. Stupidi. Non sapevano che Rodolfo D'Asburgo sarebbe andato all'Inferno con la sua amante.

-Sei sveglio?- sussurrò la voce seducente della ragazzina, la quale disegnava arabeschi sul corpo del principe. L'uomo la attirò a e affondò le unghie nella sua schiena di latte. Un grido eruppe dalle labbra vermiglie di ella.

-Si, Mary.- confermò Rodolfo, stringendola convulsamente. Il momento era giunto, in punta di piedi. Aspettava sul mobile legnoso, insieme alla pistola.
-Posso farti una domanda?- soggiunse

-Dimmi, mio principe- replicò la brunetta, ineggiandolo alla spiegazione, introduzione al finale sinistro della sua breve esistenza.
Rodolfo raccolse nei polmoni l'odore di morfina intriso nell'aria: doveva farsi coraggio
Anche se Mary avrebbe accettato
Anche se Mary lo avrebbe addandonato spaventata.

Il suo occhio azzurrognolo avvolse la pistola, la quale aveva intenzione di cadere dalla scrivania. L'arma aveva un compito importantissimo: sarebbe stata l'artefice della Fine aspirata dal figlio di Elisabetta di Baviera. Come se non bastasse, avrebbe trascinato Maria nel crepuscolo del sonno infinito.

-Vorresti morire con me?- Rodolfo scagliò la fatidica domanda nell'animo della fanciulla, che era in uno stato di apparente sonnolenza seducente.
La ragazza scattò in piedi, elettrizzata dall'idea di seguire il suo amante nell'Aldilà. D'altronde, gli aveva giurato solennemente di seguire i suoi ordini, folli o razionali che fossero. A Maria non piaceva disobbedire al principe d'Austria.

-Si.- la mano sottile afferrò la pistola, puntandola sui capelli fulvi del suo tormentato amante. -Uccidimi e suicidati.-

Ad un tratto echeggiò il rumore di uno sparo, il pianto disperato di due donne. Seta scarlatta liquida avvelenò il pavimento a scacchi di Mayerling, distruggendo la felicità di tutta la corte austro-ungarica.

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