Parte 7

Hinata's POV

Sono rimasto di cattivo umore fino a sera.
Mi sentivo tremendamente in colpa per quello che avevo detto a Kageyama e questo mi rendeva... inquieto.
Cammino su e giù per la mia stanza, ho ancora le guance umide per le lacrime.

"Hinata sei un'idiota! Perché gli hai detto quelle cose?!"

Non facevo altro che tormentarmi sul suo stato d'animo e... se fosse effettivamente serio riguardo quella ragazza.
Non mi importa.
Davvero, non mi importa.
Dovrebbe importarmi? No.
Infatti non mi interessa, vorrei solo capire se lui prova davvero qualcosa per lei o se stava solo mentendo.

Mi  schiaffeggio la faccia per l'ennesima volta.

Devo fare chiarezza.
Devo star calmo.
Faccio un respiro profondo.
Esco in giardino.
Quella sera c'era una leggera brezza, piacevole da sentire sul viso.

" Non ci sarebbe niente di male se lui decidesse di star con lei. Del resto è così che deve andare... ed è così che andrà prima o poi.
Perché sono preoccupato?
Perché mi sento inquieto dentro di me?
Non posso essere egoista come in quel sogno.
Kageyama non è... non è neanche mio amico in fin dei conti.
È solo il mio alzatore.
E va bene se lui vuole stare con lei.
Non lascerà la pallavolo per questo, ne sono sicuro. "

Mentre pensavo, le lacrime incontrollate continuavano a scendermi giù come un fiume in piena.
Non riuscivo a capire perché stessi reagendo in quel modo e non potevo neanche impedirmelo.

" Sarà sicuramente perché sono pentito per le parole che gli ho rivolto. Adesso vado e gli scrivo che mi dispiace. Sono solo uno schiacciatore, non sono suo amico. Mi scuserò da compagno di squadra."

"Te lo prometto Kageyama, da questo momento ci saranno solo interazioni tra di noi legate alla pallavolo. Non ci sarà altro.
Te lo prometto.... me lo prometto"

Inizio a tremare con le mani, mi sento instabile.

"Respira, va tutto bene "

Sospiro.
Cerco di asciugarmi nuovamente le lacrime con il dorso della mano.
Mentre ero in giardino il telefono della mia tasca stava impazzendo di squilli.
Che diavolo sarà mai successo?

7 nuovi messaggi:

Kei Tsukishima -nella chat di gruppo-
"-Foto-"

Kōshi Sugawara -nella chat privata -
6 nuovi messaggi

Con le mani tremanti, sento un groppo in gola.
Nuovamente il mio respiro si fa incontrollabile, la testa sembra scoppiare.
Sento nuovamente il cuore martellarmi contro le pareti del petto.

"Non può succedere di nuovo"

Stringo il telefono in mano fino a sentirne il metallo penetrarmi nella pelle.
Mordo violentemente anche il mio labbro inferiore che inizia a sanguinare.

"Apri la foto per prima..."

Una voce, probabilmente la mia coscienza , martella le pareti delle mie tempie.
Devo darle ascolto?
Mi sento spaesato, non so cosa fare ed ho addosso solo delle tremende sensazioni.

Affondo ancora di più i denti nella carne del mio labbro.
Con un dito tremante apro la chat del gruppo.

"Stai tranquillo... andrà tutto bene "

Cercavo invano di ripetermi.

Kei Tsukishima

Ore 20:12

Il telefono cadde dalle mie mani, spegnendosi.
Rimasi inchiodato sul posto, con l'affanno come se avessi corso per più di 50km.

"Non era lui... non era lui... insieme a lei ... non..."

Mi inginocchio pesantemente sul terreno, portandomi le mani alla bocca.

Piango, senza un controllo, senza un ritegno.
Piango come Natsu ogni qual volta viene sgridata.
Piango come quando persi la mia prima partita di pallavolo.
Piango perché non so che altro fare per liberarmi della frustrazione e del... dolore che provo in questo momento.

" Devi star calmo... devi star calmo..."

Continuo a ripetermelo, come un mantra ma ormai non sento più neanche la voce dei miei pensieri.
Sento solo un martellare doloroso nel petto mentre mi accascio a terra.

" Vorrei solo sparire.. "

" Perché sto così male? Da dove nasce questo dolore ?  Sono solo uno stupido.
Io non sono niente.
Non ho il diritto di sentirmi così "

La porta interna si apre e una voce familiare si allarma improvvisamente vedendomi disteso nel giardino.
- HINATA... COSA SUCCEDE?!-

" Suga? Sei tu? Che cosa ci fai qui ?!"

A fatica provo a rialzarmi.
Lo vedo impalato sulla porta, con Natsu che si nasconde dietro le sue gambe.
Guardo la mia sorellina: è in lacrime ma sta cercando di trattenersi.

"Piccola, ti sei spaventata ? Sono davvero senza rimedi... mi dispiace.. così tanto... per tutto.."

Suga si avvicina a me, anche i suoi occhi sono lucidi, il suo respiro affannoso.
Mi aiuta a mettermi in piedi e mi chiede se sono in grado di camminare.
Annuisco.
Mi prende sotto braccio e mi guida verso la mia camera, richiudendosi la porta alle spalle.
Mi fa sdraiare sul letto.

-Tranquilla piccola, è solo una crisi di astinenza dalla pallavolo. Per questo sono qui. Sai fare il the?-
La voce di Suga tradiva una certa inquietudine ma nonostante tutto, cercava di parlare con Natsu nel migliore dei toni.

" Ma certo che sa fare in the, è in gamba lei..."

Suga  appena richiuse la porta della mia stanza si avventa su di me.

- Hinata, ho provato a mandarti dei messaggi a chiamarti 10 volte... non hai risposto a nulla!-
La sua voce era poco più di un sussurro.

- Ecco io.. mi spiace, il telefono si è spento... o forse rotto-
I singhiozzi del mio pianto stavano trovando un controllo ed una dignità. Me lo stavo imponendo. Natsu non poteva vedermi in quello stato.

-Hinata io stavo cercando proprio di... evitare questo ...-
Fece un gesto generico con la mano.

Non capisco. Che cosa mi sta dicendo ?

- Suga... non...-

- Stavo cercando di evitare che tu vedessi... quella foto... Sono degli idioti, volevano solo ...-

- Perché avrei dovuto evitare di vederla...?- chiesi mentre sentivo il dolore al petto intensificarsi.

Suga mi guarda, con uno sguardo così dolce che poteva essere scambiato per quello di mia madre.  I suoi capelli argentei sembrano ancora più sottili e scintillanti.
I suoi occhi luccicavano alla luce della luna che filtrava tra le finestre. Mostravano estrema delicatezza e sincera preoccupazione per me. Una lacrima iniziò a ruotare incessante nei suoi occhi.

" Perché ...?"

Suga si abbassa per abbracciarmi. Improvvisamente le lacrime tornano a galla, esplodendo come un vulcano rimasto sopito molto a lungo.
Un terremoto interiore sembra scuotermi violentemente.
Mi tiene stretto alla sua spalla, mentre mi dispero abbracciato a lui.

"Perché Kageyama... perché..."

I miei pensieri erano sconnessi, ma quel semplice gesto di calore umano era davvero ciò di cui avevo bisogno, per buttar fuori tutto il veleno che avevo dentro.

- Hinata mi dispiace... ma devi essere forte, devi essere più forte di quando sei in campo. Non devi lasciarti attaccare così da queste emozioni, devi difenderti.- disse quando i miei singhiozzi iniziarono ad essere meno violenti.

"Sono privo di difese..? Forse è vero... non ero pronto, non ne avevo idea. Sono stato io a spingerlo a farlo, perché adesso mi sento così? Che diritto ne ho ? Dovrei essere felice... io dovrei essere felice per lui... per lei... è così che deve andare ed io dovrei essere felice"

-Suga... io credevo... io credevo che... la pallavolo bastasse...-

Lui mi strinse forte. Poi mi costrinse a guardarlo negli occhi.
Erano arrossati ma si stava facendo forza.

-La pallavolo basta, per un certo periodo di tempo, ma a volte... altre cose... altri sentimenti... si impadroniscono della nostra ragione e del nostro cuore...-

- Dovrei essere felice, vero ? Dovrei essere ... felice .. ma allora perché... -

- Hinata, so che riuscirai ad essere felice con il tempo, non è semplice ... ma devi farti forza-

- Credi che... credi che io sia...di lui?-
Suga sorrise, nuovamente con dolcezza.

- Non ha importanza dirlo a me, io lo so già. Devi dirlo a te stesso e devi capire... che cosa vuoi fare. Io se vorrai sono qui per darti una mano. Ti chiedo solo di perdonare gli altri, loro... non potevano saperlo.-

Suga mi libera dal suo abbraccio quando sente Natsu bussare con il the.

"Che brava.. che brava piccola"

" Suga ha ragione io devo fare chiarezza nel mio cuore, non posso restare in balia di questo dolore per sempre."

- Penso che... sono solo impaurito... che lui... che lui non presti più attenzione alla pallavolo...-
Dico prendendo una tazza di the tra le mani.

Suga mi imita, ringrazia Natsu e chiude nuovamente la porta.

- Questo non succederà mai, lo sai vero?-

Ci rifletto un po'.

" Forse ha ragione, per Kageyama la pallavolo è così importante... non potrà mai ..."

Annuisco, prendendo un sorso di the.

- Non devi avere paura Hinata, è una cosa normale. Può succedere. Solo che... nel posto in cui viviamo o forse... nel mondo in cui viviamo, questa cosa sembra sbagliata e innaturale. Ma ti prego di credermi quando ti dico che non lo è. Tu non sei sbagliato e quello che provi... non è sbagliato. È forse la cosa più pura che io abbia mai visto ...anche se ci saranno volte in cui penserai il contrario.-

Inizia a dire Suga serio.
Non capisco però a cosa si stia riferendo.

- Ci saranno momenti in cui sarai spaventato e ti sentirai estremamente solo, ma vedrai che il sole tornerà a splendere. Devi solo avere fiducia. Non devi perdere te stesso Hinata, ok ?-

Lo guardo, senza dire niente.

- Ok?- mi incalza di nuovo.

- Ok, io... ci proverò-

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