Parte 30
Kageyama's POV
Non so ben dire che cosa mi sia scattato nella testa per passare da :
sentirmi in colpa mentre mi rimproveri per essere stato poco sincero con te, a andare in panico perché non ricordo di aver mandato al diavolo mia madre, a per finire, trovarmi sopra di te sul tuo letto, mentre ho già un erezione.
Sono decisamente sobrio questa mattina, nonostante mi faccia male la testa.
Allora come mai le cose si sono evolute in questo modo?
Come ci troviamo avvinghiati in questa maniera, se poco fa eravamo in cucina e tu, per giunta, mi stavi anche sgridando?
Un'istinto irrefrenabile, una voglia incontenibile, una fame insaziabile.
Più ti guardo, più ti desidero.
Più sento la tua voce e più perdo la ragione.
Non riesco a trattenermi.
Necessito di farti mio, solo e completamente mio.
Non appena ti ho sentito, ferito e triste, sgridarmi per non essere stato onesto con te, avrei voluto scomparire.
Per un momento ho pensato che avresti potuto dirmi di andarmene da casa tua, perché non volevi più vedermi.
Il panico si era insidiato in me, non riuscivo più a rispondere ne a guardarti negli occhi.
Sarei voluto tornare indietro a ieri sera e dirti esattamente le cose come stavano.
È stata colpa del mio grande senso dell'imbarazzo a spingermi a dirti una bugia.
Non volevo ammettere che dovevo un favore ad Oikawa, non volevo ammettere che volevo chiedere a lui come fare... a renderti mio.
Anche adesso, mentre sei tra le mie braccia, non riesco a dirti quello che sento.
Non riesco a chiederti se anche tu, vuoi esattamente la cosa che voglio io.
Quel barlume nei tuoi grandi occhi nocciola, poco fa, ha fatto scattare una scintilla dentro di me che ha provocato un incendio.
"Stai dicendo di si, con questi occhi?"
Non mi sarà possibile trovare un contegno, chiusa quella porta alle spalle, Hinata.
Non mi sarà possibile avere alcun tipo di freno.
Ricadiamo, stretti l'uno all'altro sul tuo materasso, le tue gambe sono ancora strette al mio bacino.
Ne accarezzo tutta la lunghezza con una mano, partendo dalla tua natica e finendo al tuo polpaccio.
Nel mentre, non riesco a staccarmi dalle tue labbra.
Avido, ti bacio sempre con più forza, cercando di affondare la mia lingua nella tua bocca sempre più in fondo.
Ti sento tremare e gemere tra le mie braccia.
Ti sfilo la maglietta, togliendomi da solo anche la mia.
Mi butto subito dopo a baciare il tuo collo e le tue spalle.
Dovrei aver imparato la lezione, dovrei essere più cauto e delicato: ma davanti alla bontà che il tuo corpo rappresenta io non riesco davvero a controllarmi.
Dovrei essere più moderato e contenuto, ma è impossibile.
Sono affamato di te, sono assetato di te.
Affondo i denti nella tua carne, succhiando con forza mentre tu, ti aggrappi alla mia schiena.
Devo lasciare un segno su questo corpo, un marchio che indichi la mia stretta e assoluta proprietà.
-Ka... Kageyama, la ... la porta...-
La voce di Hinata è quasi un sussurro, sovrastato dai nostri affanni.
Mi volto, la porta della sua stanza si stava riaprendo lentamente.
Credevo di averla chiusa per bene, ma alla fine le avevo solo dato una spinta con i piedi.
Riluttante mi alzo a richiuderla, facendone scattare anche chiave.
Il rumore della serratura che si sigilla ti fa avere un sussulto.
Nessuno aprirà quella porta Hinata, non prima di aver rimediato al mio errore di ieri sera.
Leccandomi le labbra, torno vicino a te, che mi accogli con un bacio.
-Potrai perdonarmi per ieri?-
Ti sussurro all'orecchio, mentre con la lingua lo stuzzico.
Non rispondi, affondi solo il viso nella mia spalla.
Ti stringo a me.
" Hinata, sono certo, adesso di averti atteso per tutta la mia vita.
Finora la mia vita è stata così vuota e solitaria solo perché un giorno tu me l'avresti riempita."
Ti faccio sdraiare, sfilandoti i pantaloncini e le mutande assieme.
La tua erezione pulsa davanti i miei bramosi occhi.
Mi avvento su di te, baciandoti e mettendo una mano tra le tue cosce.
Stringo il tuo sesso, duro, lasciandoti gemere.
Forse dovrei dirti di far piano, di essere più discreto.
Dovrei, eppure ti sussurro all'orecchio:
"Di più."
Il tuo viso prende fuoco, ti porti le mani alla bocca, disperato.
Il tuo viso, così innocente non fa altro che eccitarmi ed esortarmi a fare molto di più.
Afferro i tuoi polsi, togliendoti le mani dalla tua bocca, le porto in alto sopra la tua testa.
Ubbidiente, mi lasci fare, inarcando la schiena.
Tenendo saldi i tuoi polsi, scendo a leccare il tuo collo fino ai tuoi capezzoli, anch'essi induriti dall'eccitazione.
Chiudi gli occhi e ti sforzi di non essere troppo rumoroso.
Lascio andare i tuoi polsi, che sono arrossati per averli tenuti troppo stretti, mentre con la lingua scendo fino al tuo bacino.
Non riesco a staccarti gli occhi di dosso.
Non riesco a non guardarti mentre ricadi indietro con la testa mentre prendo in bocca il tuo sesso.
Ti porti le mani sulla bocca ancora una volta.
Allarghi le cosce per permettermi di starti molto più vicino.
Ne lecco la base, per tutta la sua lunghezza, soffermandomi sulla punta, umida.
Posso notare come questa cosa ti faccia contorcere di piacere.
Con le mani, massaggio anche i tuoi testicoli, mentre lentamente faccio scorrere tutta la tua calda erezione nella bocca.
Le tue mani si aggrappano ai miei capelli, stringendone alcune ciocche.
Per quel che mi riguarda, in questo momento, potresti anche staccarli dalla mia testa, non mi importerebbe.
Aumento il ritmo, lasciandoti sempre meno tempo per regolarizzare i tuoi respiri.
" Ti voglio sentire, Hinata."
Ti sento ansimare, come un'incalzante musica di sottofondo.
Mi riempi la testa dei tuoi eccitati affanni.
Non riesco neanche a sentire che mi stai dicendo che ci sei quasi.
Con una mano provi a farmi sollevare lo sguardo.
I miei occhi sono fissi su di te, quando ti vedo gemere l'orgasmo che stai avendo.
Intenso, ti scuote le gambe che tremano sulle mie spalle.
Incontrollato, il tuo dolce sapore mi riempie la bocca.
Mando giù senza pensarci, mentre tu inerme, resti ansimante.
Ti copri gli occhi con una mano intanto che cerchi di riprenderti.
Peccato che non ne avrai il tempo, piccolo mandarino.
Sollevo le tue gambe, portandomele intorno al collo.
Mi sfilo anche i miei pantaloncini e le mutande, decisamente troppo strette che mi hai dato ieri sera.
Mi chino a baciarti.
Ricambi, tremante.
Nuovamente ti guardo negli occhi, chiedendoti il permesso di entrare in te.
Tacitamente annuisci, stringendo le lenzuola del tuo letto.
Porto un dito nella mia bocca, inumidendolo bene.
Tu osservi, mentre porti una mano sul mio polso.
Lo stesso dito che ho appena finito di leccare, dalla mia bocca entra nella tua.
Lo accogli e lo succhi, per tutta la sua lunghezza.
Mi chino su di te, portando quel dito a stimolare la tua entrata.
Tu, piano, riprendi a gemere vicino al mio orecchio.
Non potrei avere una musica più appagante della tua voce.
Con movimenti circolari spingo lentamente all'interno.
A poco la punta del mio anulare sinistro riesce ad entrare.
Sei dannatamente stretto, Hinata.
Ti bacio, sempre più appassionatamente mentre spingo più in profondità.
Ci siamo quasi.
Passo a succhiare il tuo lobo e a leccare il tuo collo.
Nuovamente sei aggrappato alla mia testa.
-Ti fa male?- ti bisbiglio piano.
Per risposta scuoti la testa.
Non aspettavo davvero di sentire altro.
Sfilo il mio dito e ne inserisco due, partendo sempre dalle sole punte.
Un ansimo quasi urlato ti esce dalla bocca.
Devo provvedere a farti far piano, baciandoti e non lasciandoti il tempo di raccogliere tutta la voce che hai in corpo.
Inizio a muovere avanti e dietro le mie dita dentro di te.
Ti sento, già così.
Posso capire dalla faccia che fai che, superato il dolore iniziale, la cosa diventa piacevole anche per te.
Vorrei provare ad infilare un terzo dito, per darti il tempo di abituarti ma non riesco.
Non riesco più a trattenermi dalla voglia di possederti.
Abbassi le tue gambe, mi afferri per il bacino e mi spingi verso di te.
Hai ragione, anche questo deve essere abbastanza umido per favorire l'entrata.
Le tue labbra calde sulla mia intimità, mi fanno mancare il respiro.
Sei dannatamente bravo.
Non posso permetterti di restarci troppo sopra, così ti sdraio sul letto e ti lascio un bacio sulla fronte.
I tuoi occhi si riempiono di lacrime e così, fanno i miei.
È il momento e come sei spaventato tu, lo sono anche io.
Spero tu possa ricordare questo momento con il cuore ricolmo di gioia Hinata.
Se questa è davvero l'ultima volta che ci vediamo, lasciami avere tutto di te.
Ti sollevo nuovamente le gambe.
Prendo in mano il mio pene e esitante, l'avvicino alla tua apertura, impercettibilmente più larga di prima.
Spingo con i fianchi per aiutare almeno un primo ingresso.
Sdraiato sotto di me ti vedo contorcerti in un misto di dolore e piacere.
Lo so, non sono due dita quelle che stanno entrando adesso, ma tu cerca di resistere solo un altro po'.
Spingo ancora un minimo e riesco ad entrare, seppur solo con la punta dentro di te.
La sensazione che mi da è impagabile.
Il cuore mi batte all'impazzata, senza un freno e un controllo.
Ci siamo solo tu ed io in questo momento, e non potrei chiedere di più.
Solo con la punta provo ad andare avanti e dietro, per vedere che effetto mi fa e soprattutto che effetto fa a te.
La sensazione calda, umida ma dannatamente stretta attorno al mio sesso è seducente ed appagante.
Tu porti nuovamente le mani alla bocca e ti vedo mandare indietro gli occhi.
Posso capire che ti sei abituato alla pressione così spingo per entrare di più.
Lentamente, con piccoli tentativi riesco a penetrarti del tutto.
Sento completamente il mio sesso in te.
Ricado su di te, portando anche le tue gambe assieme.
Mi accogli, abbracciando e graffiando la mia schiena. Sento il tuo cuore battere contro il mio orecchio.
Sento le tue unghie affondare nella mia carne ogni qual volta entro ed esco da te.
Dapprima piano e lentamente, in un secondo momento molto più ritmicamente e incalzante.
Ti sento stringerti, ti sento gemere, ti sento eccitato.
Sento che il dolore sta lasciando spazio al piacere e mi inebrio di questa sensazione.
Più forte, spingo nella tua direzione, contro le tue natiche.
Posso giurare di sentire il sangue scorrermi lungo le scapole, ma è una cosa che scoprirò solo in seguito.
Sollevi senza fretta il capo per portarlo vicino al mio orecchio:
"Di più, Re."
Il tuo mormorio, tra i nostri ansimi, arriva dritto al mio cervello.
Spegnendolo.
Mi rialzo, afferrando saldamente le tue caviglie.
Aumento il ritmo a dismisura tanto che posso sentire il rumore che fanno i nostri bacini quando si scontrano.
Sudaticci, si appicciano per un secondo ma si separano con violenza non appena mi muovo verso dietro.
Continuo per qualche minuto fino a quando non inizio a sentire una scarica elettrica partire dalla base del mio bacino.
Aumento ancora il ritmo, facendo cigolare anche il letto.
Qualcosa dalla mensola appoggiata su di esso ricade a terra.
Sono concentrato su di te che non riesco a vedere altro.
La scarica si muove più velocemente dentro di me fino a quando non mi porta all'orgasmo.
Non riesco a trattenere la mia voce, non riesco a non ansimare assieme a te.
Anche tu sei venuto, per la seconda volta, sul tuo stesso addome.
Perdo il conto di quanti fiotti io abbia lasciato dentro di te.
Tremante mi sfilo piano, per non farti male.
Sento di non avere più forza nelle mie ginocchia.
Prontamente avevi dei fazzoletti questa volta alla nostra portata.
Asciughi il tuo seme da sopra di te ed anche il mio, che aveva preso leggermente a colare attraverso le tue natiche.
Mi butto sul letto sfinito, e tu altrettanto.
Mi guardi con i tuoi immensi occhi nocciola, carichi di emozione.
Non riesco ancora a pensare lucidamente, gli spasmi dell'orgasmo appena concluso scuotono ancora i miei muscoli.
Ti vedo chiudere gli occhi e portarti una mano su di essi.
Inizi a ridere, lentamente, tra i tuoi ansimi.
Io ti osservo, divertito e sorrido.
Sei senza fiato.
Sei completamente rosso in viso.
Sei bellissimo.
Sei mio.
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