Parte 25


MATTINA DEL GIORNO SEGUENTE

Kageyama's POV

Il risveglio mattutino che mi si presenta davanti è uno dei più strani che abbia mai avuto.

Una testa arancione è posata sul mio petto, mentre mi sbava addosso e mi cinge il bacino con una gamba.

"Ma questa è una persona o una cozza?"

Faccio per scostarti leggermente, ma per tutta risposta ti avvinghi ancora di più.

Non ho idea di che ore siano, il sole non riesce a filtrare attraverso le nubi scure che attraversano il cielo.

Un sommesso ticchettio della pioggia sul vetro della finestra va a mescolarsi ai diversi rumori della casa che si risveglia.

Forse la madre di Hinata è già in piedi.

Sento rumori indistinti provenire da un punto imprecisato della casa.
Mi soffermo a guardare la piccola cozza arancione ancorata al mio fianco.

Il suo profilo è così delicato, mentre dorme beatamente.
Assomiglia veramente ad un piccolo cucciolo di un tenero animale da compagnia.
Lo stringo in un abbraccio, lasciandogli un leggiadro bacio sui suoi capelli.

È talmente tranquillo quando dorme che quasi mi spiace cercare nuovamente di spostarlo dalla sua posizione.

Non posso restare, con indosso solo delle mutande, nel tuo letto, con te altrettanto seminudo ancorato al mio corpo.
Tua madre o ancor peggio, tua sorella, potrebbero entrare in qualsiasi momento.

Finalmente riesco a divincolarmi dalla tua morsa, tu sbuffi nel sonno, ma non sembri darci molta importanza.
Mi alzo e vado alla ricerca della maglietta che hai letteralmente lanciato nel nulla.
Mi rivesto completamente e prendo dalla tasca il mio telefono.

Sono le 7:02.

Per fortuna gli allenamenti di oggi iniziano alle ore 9, possiamo fare ancora con calma.

Vedo che ci sono 2 chiamate perse da parte di mia madre, cosa che ignoro bellamente.

Ci sono inoltre altri 3 ulteriori e soprattutto non richiesti, messaggi da parte di Oikawa.

Mi correggo: sono 3 ulteriori e soprattutto non richiesti, messaggi vocali da parte di Oikawa.

Mi siedo sul letto ed inizio ad ascoltarli.

Tōru Oikawa
1* messaggio:

" Non osare Tobio-Can non rispondermi più. Mi devi tutti i dettagli di questa inaspettata faccenda. Oh... ho detto inaspettata? Che strano, non era esattamente quello che già ti avevo detto sarebbe successo ?!?"

Tōru Oikawa
2* messaggio:

" Tobiooooo-chan!!! Domani sera, scegli dove, vengo a riscuotere la cena che TU mi hai promesso. Abbiamo davvero taaaanto di cui parlare."

Ma non ci penso neanche ad andare davvero a cena con una persona molesta come Oikawa-Senpai.
Non farebbe altro che mettermi in imbarazzo e riempirmi di "te l'avevo detto Tobio-Chan".

È una cosa che non posso sopportare.
Già il fatto di avergli raccontato di essere riuscito a far un passo verso Hinata, è davvero più che sufficiente.

Prima di formulare una risposta, ascolto il suo terzo ed ultimo messaggio vocale.

Tōru Oikawa
3* messaggio

"Prima che tu possa soffocare da solo la tua voglia di vedermi, non sprecare inutili scuse per cercare di rimandare.
Hai bisogno di parlare con me... a meno che tu non sappia già cosa fare con i tuoi.. ma soprattutto con i SUOI orifizi, caro Tobio-Chan... non mi dire che sei..."

Non riesco a terminare di ascoltare il messaggio che una fiammata di imbarazzo mi fa bruciare il viso.

Non riesco più a formulare un pensiero di senso compiuto, non riesco neanche più a formulare un qualsiasi insulto per Oikawa.

Non può aver ragione ancora questa volta.
Non posso dargliela vinta nuovamente.

"Io non ho bisogno di parlare con te... io mi documenterò da solo, quando sarà il momento ..."

Mi volto a dare uno sguardo ad Hinata ancora addormentato.

I ricordi di quel che è successo ieri sera vanno a sommarsi con la mia erezione mattutina.

È bizzarro quanto inaspettato, come la sola visione di lui, disteso sul letto, mi possa provocare reazioni del genere.

Prendo un respiro.
Per quanto sarebbe bello, non si può di certo replicare ora, con la madre e la sorella in giro per casa.

Gli irruenti e meravigliosi ricordi di noi due tornano ancora alla mia mente.
Mi fanno tremare le mani al solo pensiero.

Non credevo che, star insieme a te, sarebbe stato così esuberante e fuori controllo.

E, soprattutto, non credevo sarei stato io a prendere l'iniziativa di varcare un'ulteriore porta, assieme a te.

Quando ho un contatto fisico con te, la mia mente si annebbia. Non riesco più a pensare e darmi un contegno.

È come se un'altra persona si impossessasse di me ed agisse per conto mio.

" Ma tu vorresti... vorresti davvero che sia io il primo per te?

Vorresti davvero che sia io a farlo con te?"

Non credo avrò mai il coraggio di chiedertelo apertamente, poiché se dovessi rifiutarmi, ne uscirei distrutto.

Piano, mi avvicino per svegliarti, prendendo un profondo respiro del tuo profumo, una volta affondato il viso nell'incavo tra la tua spalla e il tuo collo.

Mi avvicino al tuo orecchio e ti bisbiglio di svegliarti.

-Mmmmh ... ancora 5 minuti mamma.- rispondi tenendo ancora gli occhi chiusi.

"Mamma... MAMMA??
Ma che razza di risvegli ti da tua madre ?!?"

Prendo il cuscino su cui sei poggiato per dartelo sonoramente sulla testa.

-Ma che cazzo vuol dire "mamma"???-
La mia voce sembra più che altro un sibilo velenoso.

Questa cosa ti fa sobbalzare e svegliare del tutto.

Ti metti a sedere sul letto e mi guardi frastornato.

-Che succede?- mi chiedi confuso.

-Succede che non sono la tua cazzo di mammina! Ma come ti viene in mente idiota!!-

Sono furente di disappunto e delusione.

-Scusami io... non sono abituato a ... insomma... credevo fosse ...-

-Credevi fosse la tua mamma, che veniva per dare un caloroso abbraccio a suo figlio, seminudo nel letto, sussurrando al suo orecchio.
Ma certo, qui lo strano sono io.- rispondo con fastidio.

Ti lancio la tua maglietta addosso, assieme al peluche di squalo rimasto a terra.

-Ma perché sei così permaloso appena ti svegli. È stato un errore... non capiterà più.-
Dici mentre ti alzi e vieni ad abbracciarmi da dietro.

-Magari la prossima volta mi chiamerai come tua sorella... giusto, non avevo pensato anche a questa eventualità.-

Mi sento rabbrividire al solo pensiero.

Trasalisci mentre lo dico e poi tenti di soffocare una risata.

Sorrido anche io.

Ti alzi sulle punte per cercare di lasciarmi un bacio sulle labbra, cerco di resistere un po' ma alla fine ti lascio fare.

-Buongiorno, Re.-  mi dici.

"Stai nutrendo il mio ego in un modo pericolosamente stimolante, Hinata.-

Ti rivesti anche tu e molto lentamente apri la porta della tua camera per sbirciare fuori.

Tua madre e tua sorella sono in cucina che chiacchierano animatamente.

Ti spingo in avanti per farti andare per primo.

Mentre compari sulla soglia della cucina, più impacciato che mai, resto dietro l'angolo.


Hinata's POV

-Buongiorno Tesoro.-

La voce della mamma mi accoglie non appena compaio sulla soglia cucina.

-Fratellone!- si aggiunge la voce Natsu.

Il cuore inizia a battermi dall'imbarazzo.
Che cosa posso fare?
Come posso dirglielo alla svelta ma anche in maniera efficace?
Spero solo che la mia voce non risulti troppo robotica.

- Buongiorno... ecco vedi...- inizio.

- A che ora sei tornato ieri da casa del tuo ragazzo?Non ti ho sentito rientrare...-  mi interrompe lei.

In questo momento vorrei solo che una voragine si aprisse nel pavimento e mi inghiottisse.
Non ho il coraggio di guardare il viso di Kageyama, appena qualche centimetro da me.

Il mio viso si sta letteralmente staccando dalla mia faccia, per colpa delle ustioni di imbarazzo che sto subendo.

"Mamma ma come ti salta in mente di dire una cosa del genere?!"

-AH ... NO NO... MAMMA COSA DICI... IO... VEDI...-

Non credo di riuscire mai a trovare le parole, tanto vale mostrartelo direttamente.
Mi metto di lato e tiro con tutte le mie forza un terrorizzato Kageyama, fuori dall'oscurità del suo angolo sicuro.

Credo che la mia povera mamma stia per svenire da un momento all'altro.
Il suo viso sbianca ma poi riacquista colore.

-Oh... che piacevole... sorpresa Tobio.- dice spostando lo sguardo da me a Kageyama e viceversa.

-Buongiorno, signora.-
Dice lui come se fosse all'appello per andare sul patibolo.

-Venite a fare colazione, per fortuna che c'è del riso in più.-
Ci accomodiamo nel più scomodo dei silenzi.
Fino a quando la voce allegra di Natsu non inizia a tempestare di domande Kageyama.

-Ma tu come ti chiami?-
-Ma tu giochi a pallavolo?-
-Ma tu hai una sorellina con cui io possa giocare?-
-Ma tu che scuola fai?-
-Ma tu stanotte hai dormito nella stanza del fratellone?-

Quell'ultima domanda, innocente quanto mirata, fece andare di traverso il boccone a tutti.

-Natsu... non essere scortese con il nostro ospite.- la rimbecca subito la mamma.

Il viso di Kageyama è quasi viola per quanto si senta in imbarazzo.

Finito di mangiare, aiutiamo la mamma a sparecchiare.
Lei ci lascia il pranzo dentro alcuni bento improvvisati, poiché non si aspettava di doverne preparare uno anche per Kageyama.

Kageyama va a farsi una doccia e si prepara con i vestiti che si era portato da casa.
Io mi infilo per ultimo in bagno per farmi una doccia molto rapida.

Durante la mia permanenza in bagno posso sentire la mamma provare ad intrattenere conversazione con lui.

-Comunque, puoi venire qui ogni volta che vuoi, non hai bisogno di farlo di nascosto, vabene?-
Sento mia madre dirgli.

Credo sia sinceramente preoccupata per la situazione familiare di Kageyama, in seguito a quanto successo alla festa d'inizio d'estate.

Posso immaginare il tumulto all'interno di Kageyama stesso.

-Io... si, grazie mille.-
Lo sento rispondere con la sua solita voce robotica.

Usciamo di casa alle 8:00 precise, con due ombrelli ed il cuore abbastanza leggero.

-Non è andata male, hai visto?-
Gli dico appena ci siamo distanziati un po' dalle orecchie di mia madre.

Per tutta risposta mi dai una botta sulla testa.
L'accetto. So perché lo hai fatto, per quando ti ho trascinato davanti a lei senza preavviso.

Vorrei anche parlare della questione "tuo ragazzo" ma non credo sia ancora il momento giusto.
Proseguiamo in silenzio, intervallato da pensieri sugli allenamenti di stamane.

In palestra troviamo già tutti gli altri.
Appena entro sento lo sguardo indagatore di Sugawara pesarmi sulle spalle.

"Come mai siete arrivati insieme?"

Sento dirgli incessantemente.

Iniziamo il riscaldamento mentre cerco di liberare la mente dalle immagini inopportune di ieri sera.

Credevo che giocare a pallavolo con lui, senza portargli parlare o senza poterlo toccare fosse difficile.
Ma non sapevo che giocare a pallavolo con lui, dopo aver passato la notte assieme fosse addirittura impossibile.

Cercavo di concentrarmi il più possibile, cercavo di non guardare ossessivamente il modo in cui i suoi muscoli si flettevano.
Cercavo davvero di concentrarmi su qualche altra cosa che non fosse lo svolazzare della sua maglietta.
Provavo, con tutto me stesso, ma non indugiare troppo con lo sguardo sul suo viso, imperlato di sudore, concentrato sulla palla.

Come diamine fai Kageyama a tenere questa tremenda concentrazione sulla palla?
Come fai ad essere impeccabile anche dopo quello che è stato tra di noi ieri sera?

Non si risparmiava neanche di urlarmi contro di correre, di concentrarmi e di darmi una svegliata.

Kageyama, è colpa tua se stamattina non riesco davvero a concludere nulla.

Facciamo un attimo di pausa, nel mentre mi avvicino agli altri per bere dalla borraccia.
Dietro di me sento che ci sei anche tu.

-HINATA .... CHE COSA TI È SUCCESSO?!?!-

La voce di Tanaka-Senpai fa sobbalzare tutti, che si girano a guardarmi preoccupati.

-AH.. Niente niente ahahahah mia sorella stanotte è stata male e non ho dormito molto ahahahah.-

La mia risata è così nervosa e falsa che anche un bambino lo capirebbe.

-NO HINATA CHE COSA È SUCCESSO AL TUO COLLO?!?!?- riprende ad urlare indicandomi.

Tutti si avvicinano per vedere.

Alla base destra del mio collo si trovavano due lividi viola, molto scuri. Di cui uno ben visibile, l'altro leggermente nascosto dall'orlo della maglietta.

-AH NIENTE !!!- mi affretto a dire, cercando di coprirmi, ma Nishinoya mi è già saltato sulle spalle per impedirmi di farlo.

Tutti si stringono ancora di più attorno a me, per cercare di osservare.

-SEMBRANO PROPRIO DUE DITA... È STATO KAGEYAMA CHE LO HA STRANGOLATO.-
continua ad urlare Tanaka-Senpai.

Posso vedere, con la coda dell'occhio il viso di Kageyama impazzire dalla vergogna.

-MA CHE COSA STAI DICENDO IDIOTA... IO NON L'HO TOCCATO.-
Anche Kageyama inizia ad urlare.

I due si stringono in una lotta su chi avesse ragione.

-Ragazzi ... RAGAZZI!-
La voce di Daichi sovrasta il casino che quei due avevano iniziato.

-Basta cosi, Hinata non è stato strangolato da Kageyama. Adesso riprendiamo l'allenamento.-

Gli occhi di Sugawara su di me, erano taglienti come lame.

"Vorrei tanto dirtelo Suga-San, ma adesso non è proprio il momento.-

Passato l'imbarazzo della situazione torniamo ad allenarci, mentre mi sforzavo di restare lucido e concentrato per non finire nei guai.

La seconda parte dell'allenamento procede decisamente meglio rispetto alla prima.

Arriviamo in pausa pranzo che sono davvero con il fiato corto.

Faccio per dirigermi nello spogliatoio per cambiarmi, ma Kageyama mi trattiene dalla maglietta.
Gli altri non sembrano accorgersene e vanno avanti.
Indugio in palestra, fingendo di sistemare qualcosa nella borsa, fin quando non restiamo da soli.

Appena anche l'ultimo dei nostri compagni esce dalla palestra, con un balzo tu sei già di fianco a me.

Mi lasci l'ennesima botta sulla testa.

-Ahio! Ma perché ?!?- ti dico dolorante.

-Perché non sei concentrato e perché tutti se ne accorgono.-

Non mi lasci replicare che mi sollevi da terra, sorreggendomi dai glutei e inizi a baciarmi appassionatamente.
Sento la tua lingua nella bocca spingere famelica alla ricerca della mia.

- E questo perché ?!- ti dico mentre prendiamo un attimo di respiro.

-Perché non sono concentrato e me ne rendo conto da solo.-

Mi lasci tornare a terra e come se nulla fosse esci dalla palestra, dirigendosi verso lo spogliatoio.

Quante facce diverse risiedono nel tuo corpo Kageyama?
Quante personalità si ritrovano a convivere nella tua testa?

Come fai ad apparire così dannatamente calmo, dopo che mi hai appena baciato a quel modo?

Esco anche io, dopo aver ritrovato un po' di contegno.
Mi cambio e cerchiamo assieme un posto dove consumare il nostro pranzo.

Restiamo tranquillamente seduti a parlare del più e del meno, sotto un albero nel cortile scolastico, quando davanti a noi passa un gruppo di ragazze.

Mi sembrava di averle già viste da qualche parte, ma non riuscivo a ricordare esattamente dove.

Kageyama non sembra farci caso, come sempre è completamente disinteressato al mondo attorno a lui.

Il respiro mi si ferma.
La testa mi da un capogiro.
Sento una stretta dolorosa al cuore quando intravedo voltare l'angolo, con estrema rapidità, una folta e scompigliata chioma arancione.

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