Parte 24
Hinata's POV
Durante il tragitto verso casa mia siamo rimasti in silenzio, tu avevi la tua borsa già preparata per domani, che ti pendeva da una spalla.
Tenevi una mano in tasca e con l'altra il telefono.
Non saprei dire se stessi parlando con qualcuno che ti faceva realmente paura oppure con qualcuno che ti infastidiva.
Passavi dal borbottare frasi del tipo:
"Stupido deficiente, insulso essere inferiore."
A:
"Come puoi dire una del genere, pervertito."
Sono abbastanza incuriosito da questa situazione, vorrei allungarmi a sbirciare il tuo schermo, ma mi trattengo con tutte le mie forze.
Sono certo che reagiresti male, se mi mettessi a spiarti.
Non posso fare a meno però di camminare con lo sguardo basso.
Le nostre case sono a 15 minuti di distanza, a piedi, così il tragitto seppur animato dal tuo monologo, non risulta estremamente pesante.
Estraggo le chiavi e silenziosamente ti faccio entrare.
Tu guardi l'ora e trasalisci nel renderti conto che sono già le 00:15.
L'obbligo di far piano è inviolabile.
Ti faccio un gesto di far silenzio e tu annuendo inizi a muoverti a rallentatore.
Non riesco a trattenere le risate nel vederti muovere così.
Mi porto le mani alla bocca per cercare di soffocare l'ilarità della situazione.
Inizi ad alzare una mano in aria con fare adirato.
Penso di riuscire a vedere anche il fumo uscire dalle tue narici, ma dalla tua bocca non esce alcun suono.
Mi stai rimproverando in silenzio.
Questa cosa non fa altro che farmi sganasciare ancora di più.
Come vorrei le tue prediche fossero tutte prive di suoni.
Mentre sei ancora arrabbiato posi la tua borsa nella mia stanza, in punta di piedi.
A rilento estraggo il futon dall'armadio e lo stendo vicino al mio letto.
Prendo lenzuola e cuscini e ti sistemo al meglio che posso.
-Scusami se non è molto comodo, ho solo questo.-
Ti dico in un sussurro.
Tu non dici niente, mi ringrazi con un gesto e lentamente ti metti dentro.
Sei ancora infastidito per prima?
Spengo la luce, lasciando solo filtrare i raggi lunari attraverso la mia finestra.
La luce entra ad intermittenza.
Il cielo non era limpido questa notte, carichi nuvoloni si stavano frapponendo tra il chiarore della luna e me, che la osservavo dalla finestra.
"Sta per venire a piovere."
Mi volto a guardarti, sembra che ti sia già addormento.
È così strano averti in camera.
Ti osservo ancora un po' anche se nella mia mente sento la tua voce dirmi: "che cosa stai guardando, scemo?"
Rabbrividisco ma mi diverto al contempo, nell'immaginare con estrema precisione, le tue sfuriate.
Sospiro piano e chiudo gli occhi.
Devo prendere sonno anche io oppure domani gli allenamenti non saranno dei migliori.
Non passa poco tempo prima che un tuono squarci il silenzio della nostra nottata clandestina.
Un modesto lamento mi sfugge dalle labbra.
Generalmente non mi spaventano i temporali, ma questo particolarmente inatteso, mi ha colto alla sprovvista, facendo fuoriuscire la parte insicura di me.
Mi allungo a prendere un peluche a forma di squalo dalla mensola sopra la mia testa.
Non voglio svegliarti, non voglio un'altra delle tue prediche silenti sulla mia incontrollata paura.
Nascondo il viso all'interno del soffice peluche, cercando di ritrovare la tranquillità e di conciliare finalmente il sonno.
Con un fruscio ed un passo felino, ti alzi dal
Futon e vieni vicino a me.
Ti sento aprire il lenzuolo dalla parte della mia schiena e ti infili nel letto con me.
Credevo stessi dormendo.
Credevo non mi avessi sentito.
Anche nell'oscurità della stanza, posso sentire il mio viso arrossire e fiammeggiare dall'imbarazzo di averti accanto a me.
Ti volti, senza parlare, su un fianco e mi sottrai il peluche dalle mani, lanciandolo sul tuo futon.
Mi volto verso di te un po' infastidito.
-Ma scusa... perché lo hai lanciato via?-
Sussurro all'oscurità delle linee del tuo volto.
Pian piano mi sto abituando a vedere al buio e riesco a distinguere i contorni del tuo viso.
Vedo la tua bocca aprirsi e poi sussurrarmi:
-A cosa ti serve quello, se ci sono io?-
Colpito e affondato.
Il mio cuore ha appena mancato un battito.
Vorrei baciarti fino al sorgere del sole per esprimere quanta gioia mi danno queste parole che dici.
-Ok... allora buonanotte...- ti dico mentre mi volto nuovamente sull'altro fianco.
Non riesco a reggere di addormentarmi a pochi centimetri dal tuo viso.
- Buonanotte.-
Chiudo gli occhi per qualche secondo e li riapro subito.
Non riesco a trovare la calma necessaria ad addormentarmi se so che sei qui vicino a me.
Lentamente mi avvicino, partendo da un movimento di bacino, al tuo corpo.
Accorciando sempre di più la nostra distanza.
Spero questo mio slancio di coraggio non ti infastidisca.
Arrivo con la schiena e le natiche a sentire il tuo braccio ed il tuo ventre.
Vorrei urlare nel cuscino ma mi costringo a rimanere in silenzio.
Sento il cuore martellarmi in gola.
Non sono capace di contenere l'impulso dentro di me.
Ho bisogno di un contatto con te.
Come posso resistere se sei qui, sdraiato nel mio letto, con addosso solo una t-shirt e dei boxer.
Non posso pensare ai boxer che indossi.
Non devo assolutamente pensare ai boxer che indossi.
Da quando dormi in questo modo, Kageyama?
"Siamo ad Agosto, genio, non dovresti avere neanche tu tutta questa roba addosso."
Il condizionatore nella mia stanza all'improvviso mi sembra fare un rumore infernale, giusto per ricordarmi la sua presenza.
Devo semplicemente darmi una calmata, chiudere gli occhi e sperare che domani la mamma non abbia uno shock nel vederti a colazione.
Faccio per chiudere nuovamente gli occhi quando sento il tuo braccio sollevarsi e stringermi da dietro.
Mi avvicini con un solo gesto a te, facendomi sentire le tue gambe contro le mie, il tuo addome contro la mia schiena.
L'ennesima scarica elettrica mi attraversa da capo a piede.
La tua mano si poggia poco sotto il mio pettorale sinistro, andando ad infilarsi sotto il cuscino.
Posso sentire il tuo fiato sul mio collo, estremamente caldo, che però mi fa avere un brivido freddo.
Porto anche io la mia mano sotto al cuscino, per intrecciarla con la tua.
Accogli la mia mano, stringendola.
Attraverso di essa è come se ti fossi stretto ancora di più attorno le corde del mio cuore.
Piano, posi un delicato bacio sulla base della mia nuca, e resti così, con le labbra che non si staccano dalla mia pelle.
Sento la pelle d'oca venirmi su tutto il corpo.
Per ricambiare la tua attenzione, sposto leggermente un piede sopra al tuo.
Non è molto, ma è l'unica cosa che posso fare per farti capire che sto apprezzando il contatto.
Le tue labbra si aprono e quella serpentina lingua che ti ritrovi, esce fuori.
Mentre scorre dal mio collo fino alla mia nuca, mi sento impalare dal piacere che quel singolo gesto mi trasmette.
Apro la bocca, ne esce un flebile gemito.
Lo hai sentito Kageyama?
Le nostre mani sotto al cuscino sono ancora legate.
L'altra mano, libera che hai, prende il posto di quella sotto il cuscino, passando sotto la mia testa.
Mi avvicino ancora di più al tuo corpo.
La mano che prima stava legata con la mia, lentamente scende ad accarezzare il mio collo, teso e già imperlato da alcune goccioline di sudore.
Sono immobile, completamente inerme nelle tue braccia.
Il tuo spietato tocco si fa sempre più insidioso, percorre la lunghezza del mio addome e si infila sotto la maglietta.
Il contatto tra la tua mano e la mia pelle mi fa sussultare ancora una volta.
Inizio senza un perché ad ansimare.
Il mio sesso inizia a spingere sul tessuto delle mie mutande.
Vorrei dirti qualcosa; ma sono bloccato sull'orlo di questo baratro di piacere, nel quale mi stai spingendo.
Scorre senza una meta, come per misurare quanta pelle riesce a toccarmi con una sola passata.
Ti soffermi leggermente ad accarezzare i miei addominali, la parte subito sotto al mio ombelico per poi risalire, ingordo, ai miei capezzoli.
Al passare delle tue dita si irrigidiscono ancora di più, la cosa sembra divertiti a tal punto che inizi a stuzzicarli con movimenti circolari.
Un'altro ansimo sfugge dalla mia bocca.
Porti il tuo viso vicino al mio orecchio.
-Sshh.-
Un dolce sussurro, al quale non riesco a non obbedire.
Mi hai reso schiavo di te, nel giro di qualche secondo.
La tua mano continua a indugiare sul mio corpo, finché non ti sento avvicinare il bacino alle mie natiche.
Posso sentire anche la tua erezione spingere attraverso le fibre dei boxer.
Questa cosa mi porta immediatamente ad immaginare le tue dimensioni.
Mi sento avvampare, sento l'aria uscirmi dai polmoni e non rientrarvi più.
Un altro gemito seguito da un altro ancora.
Mi volti verso di te, con un singolo quanto rapido movimento.
Mi premi una mano sulla bocca.
-Sshh.-
Bisbigli nuovamente.
Deglutisco.
Posso vedere le iridi chiare dei tuoi occhi brillare di una lussuriosa brama.
La stessa che mi spinge ad obbedirti, ancora una volta.
La stessa che mi fa sentire assetato di te.
Togli la mano dalla mia bocca, mi lasci prendere solo un respiro, prima di iniziare a baciarmi.
Lo stesso trasporto di prima, la stessa appassionata voglia di scoprire e sperimentare.
Sei davvero lo stesso Kageyama impacciato del primo giorno?
Lo stesso Kageyama scontroso che tutti conoscono?
È questo il tuo modo di essere, non riesci ad esternare tutte le tue emozioni; ma quando lo fai sono violente e travolgenti.
Un torrente in piena, una marea instancabile, un uragano implacabile.
Tu sei fatto così, sei tutto o niente.
Ed in questo momento sei la totalità di ogni mio desiderio represso, di ogni voglia e fantasia che io abbia mai avuto.
La tua lingua è calda e vorace all'interno della mia bocca.
Non riesco a starti dietro, non riesco a stare al passo della tua irruenta passione.
Le mie mani iniziano a scorrere anch'esse sul tuo corpo.
Assaporo con il tatto ogni tuo singolo muscolo, teso e leggermente sudato.
"Che sapore hai, Kageyama?"
Nel giro di qualche secondo mi ritrovo sopra di te, con le tue mani che stringono il mio sedere.
Nella posizione in cui siamo, sento ancora più chiaramente la pulsante erezione del tuo membro.
Ti metti a sedere, sostenendo la mia schiena con le mani.
Ti stacchi dalla mia bocca per affondare nel mio collo.
I tuoi baci sono deliziosamente carichi di tutte le tue emozioni.
Spingo indietro la testa, per permetterti di esplorare ogni porzione del mio collo.
Se devi averlo, prendilo tutto, Kageyama.
Mi stringo a te, affondando le unghie nella tua schiena.
Ciò che sento è solo il battere dei nostri cuori e l'affanno dei nostri respiri.
Ricadiamo sul letto, senza più preoccuparci di far o meno rumore.
Non riesco a pensare ad altro se non a te, in questo momento.
La nostra posizione si capovolge, mi ritrovo ad accoglierti tra le mie gambe, mentre ti vedo sopra di me, ansimante e sudato.
Esiste una visione migliore di questa?
Senza pensarci troppo ti tolgo la maglietta, lanciandola in un angolo non definito della stanza.
Tu fai lo stesso con la mia.
Restiamo un momento a contemplare l'uno il corpo dell'altro.
Gocce di sudore impreziosiscono la visione che ho davanti gli occhi: il tuo fisico scolpito e voglioso.
Non resisto più alla tentazione di toccare anche il tuo sesso, ormai al limite della sua erezione.
Questa cosa ti fa correre un brivido per tutta la schiena, posso vedere la tua pelle contrarsi sotto il mio tocco.
Dovrei sorprendermi, dovrei restare intimorito, ma sotto sotto ho sempre sospettato tu fossi dotato.
Una punta di invidia si insinua dentro di me:
Hai vinto anche questa sfida tra di noi.
L'invidia viene perso subito spazzata via dalla cupidigia.
"Che sapore hai, Kageyama?"
Ti afferro dal collo, costringendoti nuovamente a baciarmi, mentre con una mano continuo a massaggiare la tua intimità, abbassandoti leggermente i boxer.
Ti sento ansimare tra un bacio e l'altro.
Ti sento fremere sotto il mio tocco.
La mia mano è umida per il sudore e per le gocce preorgasatiche che il tuo sesso, duro, rilascia.
Ti forzo nuovamente a fare a cambio di posizione, sono nuovamente sopra di te.
Ti osservo, godo della visione del tuo corpo teso.
Inizio nuovamente a baciarti: bacio le tue labbra, bacio il tuo lobo, bacio il tuo collo, bacio il tuo capezzolo inturgidito.
" Spero sia di tuo gradimento."
Lentamente dal tuo petto mi sposto sempre più in basso, assaporando con la lingua ogni boccone del tuo corpo.
Le tue mani si impietriscono, non scorrono più sul mio corpo, ricadono ai tuoi fianchi.
Posso immaginare anche il tuo sguardo, paralizzato, per la realizzazione di quello che sta per succedere.
Arrivo in prossimità della tua intimità, scosto leggermente le tue mutande, finché non fuoriesce del tutto.
Prenderlo in bocca è esattamente come avevo immaginato.
Duro, caldo ed estremamente umido.
Ti sento contorcerti ogni qual volta entra ed esce dalla mia bocca.
Un movimento semplice, che però ti fa rabbrividire sempre di più.
Aumento la velocità, succhiando, in modo da sentirti gemere sempre di più.
Sei già al limite Kageyama?
Le tue mani afferrano i miei capelli, con determinata gentilezza, si aggrappano alla mia testa, favorendo il movimento.
Il tuo respiro non ha più un controllo, così come i tuoi ansimi.
Posso capire che ci siamo quasi, quando le tue mani si stringono ancora ai miei capelli.
Continuo ad aumentare il ritmo fino a quando non ti sento provare ad avvisarmi.
- Io... Hinata... io...-
Lo avevo già immaginato, non c'è bisogno che tu ti trattenga, Kageyama, del resto sono io che ho deciso di volerti assaggiare.
Il tuo orgasmo esplode nella mia bocca, intenso e incontrollato.
Sento le tue gambe scosse da spasmi, così come il tuo respiro.
"Lo immaginavo, hai un ottimo sapore, Kageyama."
Torno in superficie e vengo subito catturato dalle tue braccia che mi stringono al tuo petto.
Sento come ti batte il cuore, sento come sia agitato il tuo respiro.
Non perdi molto tempo prima di mettermi su un fianco e portare una mano, ancora tramante, tra le mie mutande.
La mia erezione stava iniziando a far male, ma non potevo anteporre il mio piacere al tuo.
I tuoi movimenti sono decisi e abili.
Devo portarmi le mani alla bocca per non esagerare con gli ansimi.
Rapidamente porti anche me all'orgasmo, che si riversa nelle mie mutande.
Ansimante resto sdraiato dandoti la schiena.
Asciughi la tua mano sul lenzuolo che abbiamo addosso.
Probabilmente avrai dovuto darti un fazzoletto, ma non ho davvero la forza di muovermi.
Resto immobile, godendo ancora degli spasmi che l'orgasmo ha lasciato nel mio corpo.
Ti rimetti nuovamente nella medesima posizione in cui tutto questo è iniziato: un braccio attorno la mia vita, che va ad intrecciarsi con le mie mani sotto il cuscino.
Lentamente i nostri respiri si regolarizzano e piano, stretti l'uno all'altro, ci addormentiamo, mentre la pioggia del temporale estivo, batte sui vetri della mia finestra.
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