Parte 18


IL GIORNO SEGUENTE

Hinata's POV

Non sono mai stato così nervoso per un allenamento in vita mia.
Non so se verrai, non so se , per sfogare la tua rabbia ti accanirai di nuovo con me.
Non so se sarai freddo e distante o farai finta che non sia successo nulla.
Spero non ti abbia urtato ancora di più il gesto che, impulsivamente, ho fatto ieri.
Volevo aiutarti Kageyama, ma non potevo semplicemente presentarmi alla tua porta.

Credo che non potrò farlo mai, non dopo quello a cui ho dovuto assistere ieri.
Non riesco a prendere pace, mi chiedo perché?
Perché ti lasci sottomettere così?
Perché la tua famiglia non ti appoggia ma cerca solo di schiacciarti?

Sei brillante, sei talentoso... sei sempre così imbronciato e serio.
Non vedono la tristezza nei tuoi occhi?
Non si sentono opprimere dalla prorompente presenza dei tuoi silenzi?

Se dipendesse da me... se dipendesse da me ti lascerei libero di volare in cielo, andare in alto e ripiombare giù.
Ti lascerei assaporare la libertà anche con il rischio... che tu possa non ritornare.

Non sei fatto per stare in gabbia, Kageyama.

Siamo tutti in palestra e gli altri chiacchierano allegramente.
Io non riesco a staccare gli occhi dalla porta.

"Adesso entrerai da quella porta, se sono sicuro.
Entrai, saluterai... avrai lo sguardo triste ma giocherai al tuo meglio. Lo so.
Sta per succedere"

- Bene, i ritardatari faranno 3 giri extra del campo...-
Daichi batte le mani per richiamare l'attenzione di tutti. 

Lo guardo disperato.
Ricambia il mio sguardo ma si stringe nelle spalle.
Non può fare altro.

Anche Suga-San mi guarda apprensivo.

" Se non varca quella soglia non possiamo far nulla Hinata"

Ricordo ancora le sue parole di questa mattina presto.

Io non posso credere che non posso far davvero nulla per te.
Che non posso fare altro.

Resto a guardarti mentre ti trascinano via, sempre più lontano... in posti dove non posso raggiungerti.

La pancia inizia a farmi male.
Mi piego in due e cautamente spiego la mia emergenza.

Arrivo in bagno che sono nuovamente in lacrime.
Mi siedo ma so che il dolore che provo in questo momento, non è dovuto all'ansia, non è dovuto a qualcosa che non avrei dovuto mangiare.

Non riesco a non immaginare scenari in cui tu mi sbraiti contro, dicendomi che ti avevo messo in un bel guaio.... dove mi dicevi nuovamente che non volevi avermi intorno.

" Se tu lo facessi Kageyama, io questa volta non potrei sopportarlo.
Non potrei più sopportare un rifiuto da parte tua.
Non ti chiedo neanche di ricambiarmi se non vuoi... ma almeno, almeno non scacciarmi via in malo modo."

Il mio telefono vibra nella tasca.

Con il cuore in gola spero con tutto me stesso che sia tu, Kageyama.

Miyako Hirose
" Hinata, Tobio mi ha detto che non sta bene. Oggi non verrà all'allenamento, potresti dirlo al Capitano ?"

E nuovamente mi sento sull'orlo del precipizio.
Il terreno è fragile sotto ai miei piedi, non un passo è sicuro.
Mi sento instabile in questa terra dove mi sono avventurato.
Mi sento un ingenuo per essermi imbarcato da solo in questa marea.

Perché hai scritto a lei?
Perché non hai scritto a chiunque di noi?

Non riesco a non pensarlo. Non riesco a farmene una ragione.
Perché hai dovuto mandare questo messaggio tramite lei?
Lei a me.
Cosa mi stai dicendo, questa volta da codardo?
Mi stai dicendo che preferisci lei a me?

Hai davvero fatto la tua scelta, Kageyama?
Ma è davvero quello che il tuo cuore desidera o è quello che ti impongono i tuoi genitori ?

Tiro un pugno alla porta del bagno.

" Non posso accettarlo."

Nuovamente, colpisco la porta, questa volta con più violenza.

" Non posso accettarlo ma.. devo"

"Non voglio accettarlo, non voglio... non è reale. Non può essere vero.
Non puoi davvero scegliere lei.
Sono stato io a dirti di provarci, sono stato io a farla entrare prepotentemente nella tua vita. Ed ora mi stai dicendo che l'hai scelta ?"

" Se solo quel giorno io... non avessi detto nulla. Tu oggi saresti qui, Kageyama? Staremo allenandoci assieme ?
Se quel saggio non ci fosse mai stato assegnato, noi adesso cosa saremmo?
Se io non mi fossi soffermato a pensarci... lo avremmo mai capito ?"

Le nocche iniziano a sanguinarmi leggermente per i pugni dati alla porta.
Decido di uscire dal bagno e di aprire l'acqua fredda del rubinetto per sciacquarmi.
Affanno davanti lo specchio.
Affanno davanti la mia immagine riflessa.

Ciò che vedo è un ragazzo, con un livido sotto l'occhio destro, sull'orlo delle lacrime, con un viso tonto e paffuto.

Detesto la mia immagine.
Detesto vedermi riflesso in questo momento.

"Ti sono sempre restato accanto, sono sempre stato vicino a te anche se tu non mi vedevi.
Ho sempre provato ad esserti amico nonostante mi chiudessi sempre le porte.
Ho sempre provato a mostrarti un'altra via nonostante tu seguissi ciecamente il tuo cammino.
Ero lì, Kageyama mentre nessun altro osava avvicinarsi.
Ero lì, dietro di te, la prima volta che hai alzato una palla.
Ci sono sempre stato.
Eppure adesso hai scelto lei. "

Assesto un pugno anche allo specchio, che inevitabilmente va in frantumi.
Alcuni diamanti di vetro si conficcano nella carne delle mie nocche già sanguinanti.

Il rumore assordante del vetro che si frantuma per un solo secondo riesce a coprire l'incessante battere del mio cuore.

Mille piccole superfici riflettenti sono sparse intorno a me, macchiate dal gocciolare del mio sangue.

Vedo ancora il mio volto.
Il mio patetico ed insulso volto osservarmi da tutti quei frammenti.
Non posso sfuggire al mio sguardo.
Non posso sfuggire da me stesso.

Andai in infermeria per farmi fasciare la mano.
Non potevo giocare in quelle condizioni.
E non era dovuto solo alla ferita che mi ero provocato.

Decisi di andare nell'aula di musica, nella speranza di trovare Nio-San.

Volevo parlarle , volevo dirle cosa fosse successo e volevo avidamente approfittare dell'azione lenitiva della sua musica.

Le nostre prove voce- pianoforte procedevano bene, almeno secondo Nio-San.

Dall'aula di musica provenivano le note di una canzone.
Mi sembrava di averla già sentita... ma non riuscivo a capire dove.
Era presto, non ci eravamo mai incontrati a quest'ora.

" Ci sei Nio-San?"

Entrando rimasi a bocca aperta.
Tutta la band di cui mi aveva parlato Nio-San era al completo.
Lei non sedeva al pianoforte, bensì era in piedi in un angolo con un violino.

-Hinata! Cosa ci fai qui? Non hai gli allenamenti?-
Disse venendomi incontro.
Per risposta le mostrai la mia mano fasciata.

-Vieni pure, stavamo provando la musica con il gruppo. Ma adesso possiamo provare anche la voce.-

-Io ecco... non vorrei... voi siete bravissimi.-
Nio-San mi prende per mano e mi trascina al centro dell'aula.

-Hinata non fare complimenti. Non sei curioso di sentire come viene ? Mancano 3 settimane, non possiamo continuare a provare solo io e te.-

- Mi vergogno, terribilmente...- dissi fissandola negli occhi.

Lei si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi:

- Loro non ti conoscono Hinata, non sanno di cosa parla la tua canzone. Se riuscirai a far commuovere anche solo uno degli altri musicisti, ti prometto che non proveremo più assieme agli altri. Fagli arrivare tutte le tue emozioni.... vedrai, sarà bellissimo.-

Il ragazzo alla batteria, un tipo dai capelli biondicci e gli occhi assenti mi guardò.

-Do io il tempo, così...-
Iniziò a battere insieme le bacchette della sua batteria.

- Sempre al 3... Hinata.- disse Nio-San portando l'arco del violino in posizione.

La ragazza dietro di me, con una chitarra classica in grembo mi lanciò una piccola scatoletta.

- Prendi questi.-

Erano due pezzi di gomma soffice dalla forma squadrata.
Io guardai prima lei e poi Nio-San, senza capire.
Nio semplicemente si scostò i capelli da sopra l'orecchio facendomi vedere che anche lei indossava quei piccoli aggeggi.
Erano incastrati nelle sue orecchie.

" Tappi?"

Li indossai anche io.

- Riscalda un po' la voce prima.- suggerì il ragazzo seduto ad una tastiera.

Le sue mani scorrevano ancora più velocemente sui tasti rispetto a quelle di Nio-San.
L'esercizio svolto con lei ormai non aveva più segreti per me.
Sapevo armonizzare.

Presi un bel respiro, ricordando la respirazione che Nio-San mi aveva fatto ripetere più di una volta e aspettando un cenno dal batterista.

UN GIORNO PRIMA DEL FESTIVAL SCOLASTICO DEI CLUB.

Kageyama's POV

Quando finalmente, dopo 2 giorni, tornai agli allenamenti, mi sentii stranamente calmo.
Avevo smaltito la rabbia e l'angoscia per quello che era successo.
Avevo esercitato i miei demoni, da solo, come avevo sempre fatto.

Trovarti in palestra, con quell'aura di tristezza non mi lasciò indifferente, ma non potevo farci nulla.
Non potevo rischiare che i miei ti vedessero nuovamente accanto a me.
Non avrei potuto sopportare un'altra scenata di quelle e soprattutto... non avrei potuto sopportare che tu venissi colpito al posto mio.

" Forse ti stai rammollendo, Kageyama"

Era il mio pensiero fisso.

Nei giorni seguenti alla conversazione con Oikawa-Senpai non riuscii a togliermi le sue parole dalla testa.

" Il mandarino potrebbe cadere dall'albero nel momento in cui ti risveglierai"

Non c'è nessun mandarino da cogliere qui.
Non c'è mai stato.
Perché tutti vedono cose che non esistono?

Io non sono più un bambino, Oikawa, hai ragione.
Non posso credere alle fiabe, alle favole e alla magia.
Non tutte le storie sono incantate come la tua.
Non tutti sono destinati ad incontrare il principe azzurro.
Non tutti si risvegliano con un bacio dall'incantesimo.

Io non sono la protagonista di una stupida storia inventata.
Io sono una persona reale, fatta di reali sentimenti e non di inutili speranze.
Non indosso scarpette di cristallo.
Non ho incontrato il genio della lampada.
Non ho 7 nanetti che canticchiano intorno a me.
Non sono... prigioniero di un castello.

Vero?

Le nostre interazioni erano limitate al campo e alle cose che Daichi ci diceva di fare.
Cercavo di non restare più da solo con te e soprattutto, alla fine degli allenamenti cercavo di non farmi vedere in tua compagnia da mia sorella, la quale veniva puntualmente a prendermi ogni giorno.

Mi sentivo frustrato.
Mi sentivo incredibilmente solo, ma dovevo solo farci l'abitudine.

Anche Luglio, volgeva così al termine.
Tra le mie notti insonni per il terribile vuoto che sentivo dentro di me e gli allenamenti di pallavolo.

Hirose ogni tanto si faceva viva, veniva da me ma restavamo la maggior parte in silenzio.
Lei lavorava al pc sulla sua mostra, incessantemente, mentre io palleggiavo.

I miei genitori, come sempre erano felicissimi di vederla.
Lei forse, non era poi tanto felice di vedere loro... e forse anche me.

Eppure eccola, che si presentava nei fine settimana.
Eccola che ogni tanto spuntava dalla porta della palestra.

Non posso negare che la sua presenza, per quanto assurdo, mi facesse bene.

Era un po' come se non ci stessimo ignorando Hinata.
Nella mia testa immaginavo che quei capelli arancioni e arruffati fossero i tuoi, così da sentirmi meno in colpa quando effettivamente ti avevo davanti.

Sono un codardo penoso.

Ma preferisco tenere le mie sensazioni per me piuttosto che far succedere l'ennesimo disastro naturale.
Io riesco a convivere con le mie emozioni.
Le tengo qui, ben custodite. Legate ai miei polsi e alle mie caviglie, come pesanti catene.

Tra qualche ora saremo ad Agosto e poi, la scuola riprenderà.
Non solo dovrò vederti in palestra, ma anche in classe.
Per quanto continueremo questa guerra del silenzio?
Per quanto ancora  prolungheremo questo tacito logoramento che abbiamo intrapreso?

Il mio telefono vibra.

Sono le 22:30

Miyako Hirose
"Ehi! Ti ricordo che domani pomeriggio ci sarà la mia mostra, assieme a quella del club. Dopodiché vorrei che andassimo a vedere il concerto del club di musica.
So che nella mattinata il tuo club fa una partita amichevole..."

Tobio Kageyama
" Si, ma non so se ho voglia di restare dopo la partita."

Miyako Hirose
" Solo per domani. Non chiedo altro."

Tobio Kageyama
" Non mi piacciono i concerti."

Miyako Hirose
" Credo che questo ti piacerà. I ragazzi del club di musica si sono esercitati tanto... c'è anche una mia compagna di classe che suona. Per favore *^*"

Sospiro.
Sono stremato e non ho la forza di mettermi a discutere con lei.

Tobio Kageyama
" D'accordo. Ma solo per un brano. "

Questo è il massimo a cui posso acconsentire.

Miyako Hirose
" Fidati di me! Un brano sarà più che sufficiente :)
A domani."

Tobio Kageyama
" A domani."

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