Parte 16
Hinata's Pov
Non ebbi neanche il tempo di fare tutti i collegamenti necessari nella mia testa, che un sonoro smack mi fece fischiare le orecchie.
In quel momento il tempo mi parve fermarsi, le voci zittirsi.
Tutto venne coperto da un velo di tristezza e doloroso silenzio.
La madre e la sorella di Kageyama erano dietro di noi e sua madre lo aveva appena schiaffeggiato.
Lui rimase immobile, pietrificato dall'imbarazzo e dall'umiliazione.
- Che cosa stai facendo ? Con questo ragazzo?-
Il disgusto sul viso della madre mi colpì con forza.
Osservava il figlio con ribrezzo e rabbia. Urlava in mezzo alla folla senza preoccuparsi di come potesse sentirsi Kageyama in quel momento.
Neanche mi rivolveva uno sguardo.
Detestava la mia visione più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Ero incapace di pensare e di muovermi.
Volevo dire qualcosa per aiutarti Kageyama, per liberarti da quella vergogna che ti stava inchiodando.
" Come può trattarti così ? Perché non le dici nulla?"
I suoi occhi erano iniettati d'odio e il suo labbro inferiore tremava per la rabbia.
- Niente... stavamo andando dagli altri...- la voce di Kageyama non era che un sussurro.
Impossibile da sentire in mezzo a quel vociare incessante.
-Tobio è inaccettabile vederti in questo modo in pubblico... cosa ne sarà della tua immagine ai Nazionali se dovessero sapere che vai in giro... in modo così disgustoso ?- anche sua sorella di inserì nella conversazione.
Con un tono ancora più infimo di quello della madre.
- Mi vergogno di te, ricopri di ridicolo la famiglia, Tobio!- sibilò la madre.
Kageyama rimase nuovamente in silenzio. Vedevo solo i suoi pugni stringersi.
- È stato lui a costringerti? È stato lui a deviarti?!- la sorella posò finalmente il suo sguardo su di me.
Era glaciale e terrificante.
Mi sentii schiacciare e sopraffare da quello sguardo che mi giudicava colpevole ancor prima di conoscermi.
Era ricolmo d'odio e non faceva nulla per nascondere la sua profonda avversione.
Con il solo sguardo mi sentii affossare e soffocare.
" È per questo che sei così? Per questo tieni tutti fuori dalla tua vita ?"
- Chi è questa feccia che ti sta vicino Tobio?! È colpa sua se ti metti in ridicolo in questo modo. Sua e di quell'altro deviato del tuo compagno, Oikawa.-
" Oikawa- senpai? Il grande Re? Che cosa aveva a che fare lui con tutta questa faccenda ?"
Tu sei ancora in silenzio, non riesci a dir nulla contro tua madre e tua sorella ?
Avrò io allora il coraggio che serve per difenderti, Kageyama.
Niente può tormentare di più la mia anima di quanto non mi sia già successo.
Niente può rovinare il ricordo della tua mano calda e gentile nella mia.
- Come può parlare così a suo figlio? Non ... non stavamo facendo nulla di male... stavamo solo andando...-
Le parole uscivano a tratti dalla mia bocca. Tradivano una grandissima agitazione ed anche una tremenda paura.
La gente aveva iniziato a fermarsi attorno a noi, incuriosita da quella scena.
" Cosa volete vedere? Lo spettacolo è più avanti... quella che avete davanti gli occhi è solo l'ennesima tragedia della mia vita.."
- Taci, animale...- ringhiò sua madre.
Lei prese lo slancio con il braccio sinistro.
Sapevo cosa stava per succedere.
Sapevo che quel suo colpo sarebbe stato carico di tutto il risentimento che aveva per me in quel momento.
" Perché dobbiamo essere umiliati così solo perché ... perché ho deciso di prenderti la mano ?"
" Ho rovinato nuovamente tutto. Ti ho messo la tua famiglia contro per il mio unico capriccio di voler stringere la tua mano... mi dispiace Kageyama... non faccio altro che incrinare il nostro rapporto, non faccio altro che ferirti e farti sentire indegno."
Chiudo gli occhi, in attesa che la mano della madre di Kageyama mi colpisca e mi riporti alla realtà una volta per tutte.
" Io devo starti lontano.
Io non sono per te e sono stato egoista a pensarlo.
Sono stato un'idiota a illudermi che questa serata potesse rimettere le cose a posto tra di noi.
Hai ragione tu, hai sempre avuto ragione tu.
Non so nulla di te, non so nulla della tua famiglia.
Ho sempre provato ad impicciarmi senza mai realmente capire... senza mai capire in che mondo fossi costretto a vivere.
Mi dispiace Kageyama.... mi dispiace Tobio."
Quello schiaffo non arrivò mai sul mio viso, anche se mi ero preparato già a riceverlo.
- Tenga le mani a posto. Quello è mio figlio.-
La voce rabbiosa di mia madre dissipò il torpore nel quale mi trovavo in quel momento.
Come se tutto fino ad allora fosse stato solo un sogno, all'improvviso quell'aura di dissolse.
Potevo nuovamente percepire lo scorrere normale del tempo.
Le voci dei passanti investirono nuovamente con violenza le mie orecchie. Tutto ciò che prima taceva, prese nuovamente vita.
La madre di Kageyama si voltò e divenne paonazza in viso osservando quanto mia madre fosse minacciosa dietro di lei.
Continuava a tenerle saldo il polso mentre la faceva voltare verso di lei.
- Con che coraggio si mette a schiaffeggiare due ragazzi per strada ?- sibilò.
- Con che coraggio osa definirsi una madre?!-
A quelle parole anche Kageyama alzò il viso.
- Come può azzardarsi a rivolgermi queste parole...- provò a dire la signora Kageyama, con evidente difficoltà.
- Le posso assicurare che mi sto anche trattenendo. La prossima volta che la rivedo minacciare mio figlio... io non sarò così disposta a parlarle con tutta questa calma.-
" Calma... mamma? Stai facendo tremare anche me..."
Lascia andare il polso di sua madre e la spinge da parte, per venire vicino a me.
-Stai bene, tesoro ?- mi prende per mano.
Io non riesco a darle una risposta, i miei occhi terrorizzati sono ancora su Kageyama, che viene portato via dalla sorella.
Li vedo allontanarsi e disperdersi nella folla.
Ti vedo andare via con lo sguardo basso, ricolmo di dispiacere e vergogna.
" Se solo potessi... Kageyama... se solo potessi ... aiutarti.."
Kageyama's POV
Non ho la forza di muovere un muscolo, mentre mia madre e Miwa mi trascinano via. Cammino per inerzia, ma se potessi sprofonderei nella terra senza uscirne mai più.
Stanno continuando ad urlarmi contro degli insulti e parole di ogni genere, ma non credo di sentirle.
Le loro voci arrivano ovattate alle mie orecchie.
"Adesso lo hai visto Hinata. Adesso hai avuto un piccolo assaggio del mondo di cui faccio parte... e credimi se ti dico che non è niente.
Credimi se dico che nessuno può capire come mi sento.
Credimi se ... non ti ho mai lasciato entrare, neanche come amico."
Io non posso avere altro dalla vita Hinata.
Io sono nato solo per la pallavolo e un domani per fare dei figli.
Per renderli schiavi e per renderli bravi ed ubbidienti ed infelici.
Proprio come ora sono io.
Sono nato in questo mondo e non posso semplicemente scrollarmelo di dosso, come probabilmente faresti tu.
Vedi io, io devo obbedire.
Perché non mi è mai stata concessa la facoltà di scegliere.
Non ho mai potuto esprimere la mia opinione se non fosse conforme a quella della mia famiglia.
E non posso dimenticare... non posso solo dimenticare il modo in cui sono stato cresciuto.
Il mondo che mi offri tu, il mondo che dipingi tu è distante anni luce dal mio.
Non riesco a riconoscere tutti i colori che mi descrivi.
Non riesco a sentire tutti i suoni che dici di sentire.
Per me è sempre stato tutto bianco o nero.
Dovevo essere un avvocato, come mio padre.
Era stato già scritto... ma quando ho sviluppato un talento nella pallavolo, come mio nonno, hanno creduto fosse la sua defunta volontà a muovere i fili della mia vita.
Non sanno che mi sono allenato così tanto solo per non sentire le loro incombenti presenze nella mia vita.
Non sanno che l'ho fatto per sovrastare il rumore dei miei pensieri e dei miei desideri.
Questo non puoi saperlo neanche tu.
Il silenzio che la pallavolo crea intorno a me è l'unica tregua che mi hanno concesso.
Non posso rinunciarci... non posso rinunciarci per avere una boccata d'aria nel tuo mondo.
Non saprei neanche come fare a respirarci dentro, essendo che io trattengo il fiato da quando sono nato.
Arriviamo a casa, dove mio padre ci viene incontro per sapere cos'è successo.
Mia madre cade a terra in lacrime raccontando l'oscena visione di me che tiene la mano ad un altro ragazzo.
" Devi chiamarmi per forza Tobio? Non riesci a chiamarmi figlio?"
Vedo il petto di mio padre alzarsi e abbassarsi per la rabbia.
Non mi chiede perché, non mi chiede se è vero.
Mi colpisce anche lui in viso, con molta più forza di quanta ne avesse mia madre.
Mi colpisce in silenzio.
Non servono parole per accompagnare questa folle violenza.
Il sangue inizia a colarmi dal naso.
Non riesco a reagire... non riesco a muovere un singolo muscolo del mio corpo.
Mi trascina in casa per il colletto della maglia e mi scaraventa nell'ingresso.
- Non ho messo al mondo un figlio per poi dovermene vergognare, Tobio.- inizia ad urlare.
- Sono deluso e disgustato dal tuo atteggiamento.
Non vedrai mai più quell'abominio di questa sera. Non compirai mai più atti osceni del genere.
Ti sarà concesso uscire di casa solo per la scuola e gli allenamenti di pallavolo. Ti verremo a prendere a scuola ogni giorno, se sarà possibile. E se ... se lo rivedo in tua compagnia... -
I suoi occhi folli sembravano stessero per uscire fuori dalle orbite.
- Ci siamo intesi Tobio?-
- Si signore...- dico con un filo di voce.
- Ho detto...ci siamo intesi Tobio?-
Mi solleva nuovamente dalla maglietta e mi porta con il viso alla sua altezza.
- Si, Signore-
Mi rilascia cadere a terra con disprezzo.
- Adesso va a metterti del ghiaccio su quell'occhio.-
Mi rialzo in silenzio da terra, vado in cucina a prendere la borsa del ghiaccio e mi chiudo in camera mia.
I miei occhi sono così asciutti da farmi male.
Non riesco a versare una singola lacrima, nonostante il dolore dentro di me sia incontrollabile.
Vorrei essere capace di provare le emozioni con la tua stessa intensità Hinata...
Ma neanche questo lusso mi è stato concesso.
Il telefono vibra dentro la mia tasca.
Shoyo Hinata
" Mi dispiace."
Hinata, mi concederai di sfogare la mia rabbia e la mia delusione nuovamente su di te ?
Puoi essere davvero così ingenuo?
Ti detesto, ti detesto con tutto me stesso quando sei così irrimediabilmente speranzoso verso il prossimo.
Non sono tutti come te, non sono tutti così propensi come credi tu.
Anzi, forse tu sei unico nel tuo genere Hinata.
Sempre così raggiante, gentile, sempre così schifosamente positivo... sempre così fastidiosamente allegro.
Come ci riesci Hinata?
Come?
Non ho il coraggio di risponderti.
E non so se avrò il coraggio domani di presentarmi agli allenamenti con questa faccia.
Sospiro.
Vorrei tanto vedere uno spiraglio dentro questo questo vortice.
Ma non esiste.
Volevo sistemare le cose tra di noi perché mi sentivo tremendamente in colpa con te, Hinata.
Volevo tornare alla nostra intesa in campo.
Volevo solo tornare a vederti sorridere come solo tu sai fare.
Così spensierato, come se non ci fosse nient'altro di più importante al mondo di quel sorriso.
Quel sorriso che ho sempre invidiato perché non sono mai stato capace di farlo per me stesso.
Dopo qualche minuto il mio telefono torna a vibrare.
Miyako Hirose
" Tobio! Dove sei ? :P"
Un amaro sorriso affiora sulle mie labbra.
Vuoi davvero sapere dove sono Hirose?
Tobio Kageyama
" Sono all'inferno."
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