Parte 14
IL GIORNO SEGUENTE.
Hinata's POV
Arrivo in palestra abbastanza presto, non c'è nessun altro ancora.
Respiro l'aria fresca mattutina a pieni polmoni, prima che inizi a riscaldarsi.
Mi sento rigenerato dalla chiacchierata avuta ieri con la mamma.
Le nuvole scure che vedevo all'orizzonte sembrano diradarsi lasciando filtrare caldi raggi solari.
Metterò tutta la carica ritrovata nell'allenamento di questa mattina.
Vedo Daichi e Suga in lontananza, hanno fatto presto anche loro.
Quando scorgono la mia figura nei pressi della palestra alzano una mano per salutarmi.
-Buongiorno Daichi-San, Suga-San!!-
Mi guardano un po' straniti, poi rispondono al mio saluto.
-Tutto ok Hinata? Sei su di giri questa mattina- dice Daichi.
- Mi sento molto carico!- rispondo sorridendo
- Per caso... ??- Suga trattiene il fiato portandosi le mani alla bocca.
- No, assolutamente no.
Ma non ho bisogno esclusivamente di lui per sentirmi felice...- rispondo, guardando Daichi di sottecchi.
Come se stessi cercando la sua approvazione.
Mi passa una mano intorno alle spalle.
- La tua felicità Hinata è una cosa solo tua. Non lasciare che dipenda dagli altri. Come dico sempre
" La felicità può essere trovata anche negli attimi più oscuri e tenebrosi... se uno si ricorda di accendere la luce"-
Dice gonfiandosi il petto.
- Quello era Harry Potter... Daichi...- Suga fa una faccia molto contrariata al misto con il divertito.
Scoppiamo tutti a ridere.
" Grazie capitano"
Arrivano anche tutti gli altri e stranamente tu sei in ritardo Kageyama. Questa cosa non era mai successa e mentirei se dicessi che non mi ha provocato nessuna reazione.
Mi sento inquieto e nella mia testa sto passando in rassegna tutti i possibili scenari che ti stanno facendo tardare.
E la maggior parte di questi finiscono con te nudo sopra di lei.
Cerco di trovarmi qualcosa da fare in tua attesa, gli altri stanno facendo riscaldamento, mi accodo anche io.
Non è abbastanza per tenere la mia mente occupata.
Così esco e mi fiondo alle fontane esterne, con la scusa di dover assolutamente andare a rinfrescarmi.
Il fatto che Suga abbia parlato con Daichi riguardo "La nostra faccenda" sta tornando utile, poiché mi lascia uscire con solo uno sguardo apprensivo addosso.
Sento una voce provenire dal cortile interno, giusto dietro le fontane vicino la nostra palestra.
Mi accovaccio dietro le vasche per non essere visto.
Di spalle, ci sei tu Kageyama ed in piedi davanti a te c'è Hirose.
Lei ti sta parlando ma tu, tieni sguardo basso e non rispondi.
Non riesco a trattenere il gesto di tapparmi la bocca.
" Stai davvero attardandoti agli allenamenti per parlare con lei ? Tu non avresti mai fatto una cosa del genere... per nessun motivo al mondo"
- Sei sicuro quindi, che vuoi farlo?-
La voce di Hirose sembra quasi un sussurro, ma io riesco a sentirla forte e chiara.
" Fare che cosa ? Che cosa c'è che vuoi fare con lei che ti impedisce di essere puntuale agli allenamenti??"
Il mio cuore non può reggere.
La mia testa mi impone di allontanarmi per non origliare altro, ma le mie gambe sono come incollate al terreno.
Stanno mettendo delle salde radici che mi impediscono di andare avanti.
" Perché... perché ogni giorno deve essere così maledettamente doloroso ?"
Lei ti si avvicina e ti lascia un bacio sulla guancia. Tu immobile accetti quel contatto così improvviso.
Lei se ne va.
Non ti volti a guardarla, semplicemente rimani lì fermo inchiodato e sospiri.
Devo andarmene e pure alla svelta.
Lentamente, senza emettere alcun rumore sgattaiolo via. Mi stropiccio gli occhi e torno in palestra.
So che sei dietro di me ma so anche che non mi vedi.
La carica che avevo questa mattina sembra essersi dissolta nuovamente.
" Perché una singola immagine di te fa più male di mille parole di conforto che provengono dagli altri ?"
"Perché sei così prepotente con il mio cuore che non mi lasci spazio per provare altro ?"
" Ti impossessi della mia testa e mi impedisci di pensare ad altro. Ti senti in diritto di farmi trattenere il respiro e di togliermi ogni speranza."
" Sei crudele, Kageyama."
L'allenamento andò comunque discretamente bene.
Ho cercato di mantenere quanto più autocontrollo possibile.
Non sai quanto sforzo questo richieda da parte mia, eppure sto cercando di giocare al mio meglio.
Perché mi piace la pallavolo e perché non voglio che tu ti senta frustrato perché io non rendo come dovrei.
Daichi ci annuncia che abbiamo 2 ore di pausa per mangiare e riprenderci, poiché l'allenamento del pomeriggio sarebbe stato abbastanza intenso.
Vado a cambiarmi rapidamente e prendo la borsa per andare in sala di musica.
Una mano mi trattiene dal polso.
Sento che potrei svenire.
" Ti prego... non dirmi che"
" Perché adesso stai facendo questo?"
Kageyama ha allungato una mano per trattenermi dal polso, mentre stavo uscendo dallo spogliatoio.
Un gesto improvviso che mi fa salire subito il cuore in gola.
La tua stretta è salda e il tuo viso serio.
"Come credi che io possa far finta di nulla dopo questo gesto? Sto facendo così tanto per non guardarti troppo, per non toccarti più del necessario e tu.... tu con un singolo gesto abbatti tutte le mie barriere, lasciandomi nudo ed indifeso."
Sono consapevole di star arrossendo, non riesco a trattenermi. Ci provo sul serio ma non riesco.
- Perché sei venuto a spiarmi questa mattina?- dici all'improvviso con una voce molto fredda
Mi si gela il sangue nelle vene. La tua freddezza nei miei confronti è qualcosa alla quale ancora devo abituarmi.
- Io non ti stavo spiando. Ero lì per caso ...-
-Non mentire stupido idiota. Che cosa hai sentito?-
La tua faccia arrabbiata viene fuori, tanto per cambiare.
- Kageyama, adesso basta. Non ho sentito nulla. Daichi mi aveva mandato a vedere dove fossi... ti ho trovato con lei e ho pensato di non disturbarti.
Scusa tanto se ho pensato...-
- Tu non devi pensare. Tu devi solo stare lontano da me fuori dal campo. Sono stanco di averti sempre dietro come un cane.-
Le sue parole mi trafiggono il cuore, definitivamente.
" È questo il tuo colpo più duro? È questo il massimo che sai fare?"
Come in preda di un capogiro faccio qualche passo indietro e tu lasci la presa sul mio polso.
Mi sento devastato e non posso dirlo.
Mi sento come se mi avessi definitivamente spinto dall'orlo del precipizio e non posso urlare.
È come un brutto sogno dal quale non riesco a svegliarmi.
- Cane...- dico mentre i miei occhi si riempiono nuovamente di amare e calde lacrime.
Le sento bollenti come lava scorrermi lungo le guance.
Non mi importa questa volta di piangere davanti a te.
È giusto che tu veda il dolore che mi infliggi senza neanche preoccupartene.
Guarda la ferita che ho nel cuore Kageyama, guardala zampillare nuovamente di fresco sangue.
E guarda le tue mani, intrise dello stesso.
Con queste mani, con le quali mi ferisci, tocchi anche Hirose?
Con queste crudeli mani con le quali mi soffochi, mi passi anche la palla aspettandoti che io faccia punto?
Il tuo viso cambia espressione.
"Sei pentito Kageyama? Sei pentito ma non riesci a chiedermi scusa, non è vero?"
Stringo i pugni così forte da sentirmi le unghie penetrare nella carne.
- Se per te non sono altro che un cane... se davvero non riesci a vedere altro che questo... sappi che da oggi ho smesso di scodinzolare nella tua ombra. Non toccherò mai più una palla... se alzata da te-
Le mie parole erano tossiche come veleno e potevo vedere come ti stavano corrodendo.
Esci dallo spogliatoio sbattendo la porta.
Non aggiungi altro... come potresti del resto?
Già lo sai dentro di te che la colpa è solo mia.
Non ti poni nessun dubbio, per te la risposta è chiara e trasparente: io sono un peso.
Tremante di rabbia mi dirigo verso l'aula di musica.
La mia anima è scossa e ridotta a brandelli.
Ho bisogno di sfogarmi, anche se questo volesse dire sfigurare per sempre il mio viso.
Quel viso che non sopporti, quel viso che detesti con tutto te stesso.
Nio- San è in aula che mi aspettava, come avevamo pattuito.
Vedendomi arrivare in quelle condizioni così disastrose mi viene incontro e mi abbraccia.
Non avevamo mai avuto con contatto fisico ed un po' me ne pento.
" Sei una persona meravigliosa Nio-San"
Mi lascia sfogare e le mie parole incontrollate la travolgono.
Le confesso tutto.
Le confesso di come ho capito di amarti, di come ho una morsa al cuore ogni qual volta ti vedo con Hirose, nonostante sia una ragazza meravigliosa.
Le confesso di come il dubbio, di provare questo amore sia sbagliato e malato.
Le dico la difficoltà che ho avuto nell'accettare che sono diverso perché sono innamorato di te.
Le dico di come mi fa soffrire il modo in cui mi tratti, il modo di in cui mi guardi con disprezzo e soprattutto le dico come mi fa sofferite la tua gelida indifferenza.
Lei, sensibile come la sua musica, inizia a lacrimare insieme a me. Dice che capisce quanto dolore io abbia dentro, solo dai miei occhi.
Ovviamente spreca parole taglienti per te... ma io, nonostante annuisca davanti a lei, nel mio cuore ti difendo.
Perché hai ragione a pensare che io sia un'idiota, hai ragione a vedermi come un cane.
Perché lo sono.
Quando qualcuno parla di te, nonostante le pene che mi infliggi io ti difendo.
Io non riesco a sentire qualcuno parlar male di te, non riesco a permettere che qualcuno possa offenderti e farti sentire male.
Da bravo, torno a farti le feste ogni qual volta ti vedo rientrare anche se il giorno prima mi hai lasciato affamato.
Vengo a scodinzolare alla tua gamba anche se mi hai appena scalciato via.
" Sono patetico, sono irrimediabilmente patetico."
- Hinata, guardami bene- dice Nio-San prendendo il mio viso tra le mani.
- Questa sensazione, questo dolore imprimilo per bene nella tua mente e quando... quando sentirai le note del mio pianoforte tu dovrai tirarlo nuovamente fuori.-
Annuisco. Anche volendo non potrei mai.
- Adesso ti spiego come fare, respira insieme a me e prova a ripetere quello che faccio io.-
Prende una mia mano e le poggia sul suo ventre. Poi con la sua fa lo stesso sul mio.
- Senti come respiro..-
La mano poggiata sul suo diaframma sente quando inizia ad espandersi nel momento in cui libera l'aria.
Mi invita a fare lo stesso.
Dopo qualche prova capisco come fare, come spingere con i muscoli del basso ventre l'aria fuori dai miei polmoni.
Mi insegna qualche altro esercizio, " preparatorio" per la mia voce.
Non ho mai cantato qualcosa, che non fosse sotto la doccia, non avevo idea ci fosse tutta questa preparazione.
Si siede al pianoforte ed inizia a suonare alcuni accordi, vocalizzando poi con la voce.
" Che voce meravigliosa che hai, Nio-San"
Non riesco ad assomigliare alla tua voce, ma provo a starti dietro.
La tua musica sembra davvero esorcizzarmi da tutto il dolore che ho dentro.
- Hinata, ho fatto qualche piccola modifica a quello che mi hai mandato ieri sera, ho modificato gli accordi che avevo scritto per renderlo più musicale. Nella mia testa l'ho immaginato più o meno così...-
Inizia a suonare e cantare.
Riconosco le mie parole e sentirle cantate da lei sembrano mille spilli che si conficcano nella mia carne nuda.
- Cosa ne pensi? Ti piace ?-
- Assolutamente. Perché non la canti tu al festival dei club?- le chiedo
- Non potrei mai suonare e cantare davanti ad un pubblico. Tu sei abituato ad avere degli occhi addosso.
Ed in più, cantata da te renderebbe al 1000 per 1000 di più.
C'è la tua storia qui dentro Hinata, non la mia.-
Riprende a suonare, mi passa il testo della canzone scritto al di sopra di un pentagramma.
- Adesso prova tu, io andrò molto lenta... ma voglio sentire come viene.-
- Al mio 3... Hinata-
Porta le mani in posizione sul pianoforte.
Prendo un profondo respiro.
" Al tuo 3... Nio-San"
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