Parte 12

IL GIORNO SEGUENTE

Kageyama's POV

La notte precedente non sono riuscito a chiudere occhio. I miei pensieri sono confusi, continuano a vorticarmi in mente le parole dei miei genitori.

"Due uomini è contro natura."

Mi metto a sedere sul letto, prendendo un profondo respiro. Devo smettere di pensare a queste cose... del resto non mi riguardano.
Non mi interessa cosa fa Oikawa fuori dal campo, non mi interessa cosa fanno tutti quanti una volta usciti dal campo.
A me interessa solo capire le loro strategie e le loro capacità durante un incontro.
Per il resto per me non esiste nessuno.

Oggi ci alleneremo nuovamente tutti insieme.

"Stupido Hinata, spero ti sia dato una calmata. Non mi beccherò un'altra punizione per colpa dei tuoi sbalzi d'umore."

"Questa volta sono serio, sono deciso Hinata. Non te ne farò passare più neanche una."

Mi preparo ed esco. Voglio arrivare in anticipo per non doverlo vedere sin da subito.
Magari Daichi arriverà presto per aprire la palestra,  così non rimarremo da soli.

" Se credi che verrò a scusarmi ti sbagli di grosso."

Arrivo a scuola che erano da poco passate le 7:00 del mattino.
Vedo i ragazzi del club di fotografia fuori che stanno sistemando alcune cose.
Tra di loro anche Hirose.
Non mi ha visto, per fortuna.
Cerco di sgattaiolare verso la palestra.

"Non ho voglia di parlarti Hirose, non ho voglia di parlare con nessuno."

La palestra era ancora chiusa.
In attesa, seduto sui gradini c'era Hinata con il telefono in mano.

" Dio... entrambi nel giro di qualche secondo. Non ce la posso fare.."

Deglutisco.
Faccio appello a tutti i muscoli del mio corpo per muovermi, cercando di non risultare un robot, e mi avvicino per salutarlo.
Devo far finta di niente.
Per il bene della squadra devo fare questo sforzo.

- Ehi- dico in tono neutro.
Lui alza lo sguardo. Posso vedere sui suoi occhi un velo di tristezza.
L'occhio destro è ancora violaceo, ma per fortuna non è poi  così gonfio.
In quell'istante mi sento un perfetto idiota.

-Ehi, buongiorno.- risponde con un sorriso.

" Hai davvero la faccia tosta di sorridere ?!?"

Faccio per schiarirmi la voce, ma Hinata prende nuovamente la parola.

-Prima che tu possa dire qualsiasi cosa: Mi dispiace. Avevo dei pensieri in testa e ti ho provocato.
Non avrei dovuto.-

" Allora ce la fai anche tu ad arrivare ad un concetto così semplice."

- Per quanto riguarda il resto... non era mia intenzione mettere il naso nella tua vita. Non succederà più.- continuò lui.

-Bene, allora... apposto- dissi

-Apposto Kageyama- sorride nuovamente.

Dopo poco arrivò Daichi, che ci rivolse un'occhiata davvero tremenda. Hinata saltò in piedi iniziando a scusarsi per il suo comportamento, iniziando ad implorare Daichi di perdonarci.
Mi accodai anche io, del resto dovevo mostrare al capitano che ero pentito per aver aggredito Hinata.

Ma io ero pentito solo di non esser potuto andare a Tokyo.

L'allenamento procede bene, Hinata è leggermente sottotono ma mi accorgo che ce la sta mettendo tutta per impegnarsi.

" Bene così, allora hai imparato davvero la lezione"

Finito l'allenamento, per la pausa pranzo, trovo Hirose sulla porta, con un sacchetto in mano.
Le voci di Tanaka e Nishinoya mi arrivano come zanzare fastidiose. 


Mi volto a fulminarli con lo sguardo ma loro fanno i vaghi.

Lei sfodera il suo migliore sorriso.

- Ti ho portato il pranzo.. mi ha scritto tua mamma dicendomi che te lo eri dimenticato a casa.- Disse lei avvicinandosi.

" E tu da QUANDO ti scrivi con mia madre?!"

" Perchè ci deve essere qualcuno che cerca di controllare la mia vita?"

- Grazie.- fu tutto quello che riuscii a dirle.

Lei per tutta risposta prese la mia mano e mi condusse fuori dalla palestra.

Un gesto improvviso che mi lascia abbastanza infastidito.

- Io devo andare a ... lavarmi le mani prima..- cercai di dirle.

- Ma certo- rispose, saltellando sul posto.

" Puoi star ferma per un solo.. un solo secondo. Io davvero non ti sopporto!"

In silenzio mi sciacquai le mani e la faccia. Dopo di ciò la seguii per consumare il pranzo. Devo dire che effettivamente ero abbastanza affamato.

- E' buono- dissi con la bocca piena, assaggiando quello che mi aveva preparato.

Lei emise un suono indecifrabile, che mi costrinse a guardarla con un sopracciglio alzato.

- Hai parlato con Hinata?- chiese.

" Dio.. ancora con questa storia..."

- Si, tutto risolto.-

- Hai visto? Era più semplice di quel che pensavi, no?-

Non risposi, non mi interessava rispondere. Non avrebbe potuto capire le mie motivazioni.

" Proprio perchè sono stato sempre in mezzo alle ragazze che ho capito che non mi piacevano in quel senso"

Le parole di ieri di  Oikawa-senpai mi tornarono in mente. 

Perchè proprio adesso?

Hirose sta parlando di qualcosa, ma non riesco a sentire la sua voce. La mia testa è un tornado di pensieri che sta distruggendo qualsiasi cosa incontri sul suo cammino.

Mi soffermo a guardare le sue labbra. Sono rosee e sottili. A pause regolari si mordicchia il labbro inferiore.

" Questa era una cosa che faceva sempre anche Hinata quando era assorto nei suoi pensieri"

- Kageyama...- dice con un tono molto insicuro.

Senza rendermene conto mi sono avvicinato moltissimo al suo viso.  Che in questo momento, per questa posizione è completamente rosso.

"Dov'è finita tutta la tua sicurezza, Hirose? Dov'è finito il tuo coraggio di venire e stare sotto il mio viso, per dirmi quello che posso o non posso fare?

Scatto in piedi, anche il mio viso era diventato paonazzo.

Anche lei si alza.

" Devo togliermi questo stupido dubbio dalla testa. Io devo capire se.. lei non mi piace perchè è lei o perchè... sono io."

Mi avvicino nuovamente al suo viso, lei si solleva sulle punte e si lancia letteralmente verso di me.

L'incontro delle nostre labbra è un morbido scontro. Posso sentire il sapore del suo lucidalabbra alla ciliegia. 

Non c'era qualcosa di particolare, erano solo due labbra che si toccavano. 

Cosa dovrei provare? Che cosa dovrebbe succedere? 

Non credo che questa cosa abbia risolto i miei dubbi, poichè mi sento ancora più confuso di prima.

Il suo viso è di un colore indefinibile tra il rossiccio ed il viola. Tiene gli occhi chiusi e sta ... trattenendo delle lacrime?

Dovrei piangere anche io?

Ma perchè mai dovrei piangere per un bacio?

Sento le sue mani abbracciarmi la schiena. Il suo tocco è delicato ed impercettibile. Lentamente risale a toccarmi i capelli.

"Che cosa devo fare adesso?"

Mi sentivo solo più confuso di prima. 

 Prendo coraggio e porto una mano sul suo seno.

E' tondo e soffice, sembra una nuvola.. sembra come toccare una nuvola con le mani. 

Ma cosa dovrei fare adesso ? Che cosa dovrei sentire? Che cosa dovrei dire?

Lei emette un gemito, si porta istantaneamente le mani sulla bocca per coprirsela. Si allontana da me .. mi guarda con gli occhi carichi di lacrime...

" E' stato così brutto? Ho sbagliato qualcosa?"

Rimango impalato sul mio posto, non sapendo davvero che cosa fare.

- Devo.. andare.- dice all'improvviso. 

Lasciandomi da solo. Sono sempre più confuso.


Hinata's POV

Sono riuscito a chiedere scusa a Kageyama senza crollare su me stesso. 

" Anche se tu non sai, Kageyama che dietro quelle scuse c'era molto di più. Non importa comunque, è giusto che lo sappia solo io. E' giusto che io seppellisca questi sentimenti nel profondo del mio cuore.

Non importa se Suga-San dice che è sbagliato reprimerli, non importa se dovrò soffrire ancora per un po'... sono sicuro che potrò sistemare le cose in questo modo, tra di noi Kageyama. 

Se torno a pensarti come un semplice compagno di squadra... io guarirò vero? Guarirò da questa piaga che mi sta lacerando il cuore.

Quanto può beffarsi di me il destino? Quanto può essere avverso il fato... per averti messo sulla tua strada una ragazza che mi assomiglia... ma che alla fine non sono io?"

Un sorriso triste mi esce spontaneo sulle labbra.

" E' giusto così, non smetterò mai di ripetermelo, deve essere lei."

Nel mio vagabondare sono arrivato davanti la mia... la nostra aula.

Se mi sforzo di immaginare, posso vederti seduto al tuo posto, mentre stai scrivendo già il saggio sull'amore che dobbiamo consegnare.

"Da quel giorno sono cambiate un bel po' di cose, Kageyama, solo che.. tu neanche lo sai. 

Non te ne sei accorto, perchè non è qualcosa che ti interessa.

Potrebbe mai interessarti cosa ho da dirti?

Ascolteresti quello che... vorrei dirti?

Non credo, Kageyama, non credo lo faresti."

Una melodia tristissima di pianoforte mi riporta alla realtà.

Proviene dalla sala di musica. Incuriosito mi avvicino. Quella musica è davvero bellissima, ma anche di una tristezza unica.

"Se potessi dare un nome a questa musica, credo che avrebbe il tuo nome Kageyama."

Entrando nell'aula di musica, seduta al pianoforte c'è Mofuru Nio, la mia compagna di classe.

La sua melodia  è dolcissima, mi lascio cullare da quelle note che stanno invitando le mie lacrime a danzare con loro.

Mofuru, perchè stai producendo una musica così tristemente delicata? Sono queste le corde del tuo cuore in questo momento?

La musica si interrompe quando mi vede impalato sulla porta.

- Hinata.. cosa ci fai qui?- dice, richiudendo lo scomparto dei tasti del pianoforte.

Devo avere un'aspetto tremendo, essendo che le lacrime avevano appena fatto capolino dai miei occhi.

- La tua musica è bellissima Nio-San.- le dico  sincero.

- Grazie. Questo è il brano che ho composto per il festival. Vorrei suonarlo con la band.. peccato non ci siano cantanti.- dice abbassando lo sguardo.

- E' un peccato Nio-San, è così bella... ti toglie le parole di bocca questa melodia.-

- Che parole scriveresti per questa musica, Hinata?-

" Scriverei di te, Kageyama, ma in un modo che solo io potrei capirlo"

- Ecco io... io non sarei in grado di scrivere nulla.-

- Non credo... Hinata, secondo me tu riuscirei benissimo a tradurre in parole le emozioni che questa musica ti suscita.- si alza dal pianoforte e mi viene incontro.

Lentamente mi lascia un delicato bacio sulle labbra.

Una leggera pressione, delle sue labbra contro le mie.

"Mi dispiace Nio-San"

Mi stacco da lei. Non sembra infastidita.. più che altro sembra rassegnata. Come se già si aspettasse questa reazione.

-Nio- San, mi dispiace io credo di essere ... io sono... ga...-

Lei mi mette un dito sulle labbra.

- Lo so Hinata, ma volevo provare lo stesso. - disse lei con un sorriso vuoto.

- Da quanto... sai... che...- inizio a balbettare.

- Hinata, non c'è bisogno di continuare questa conversazione. Io credo di saperlo da sempre, credo di saperlo da prima di te.-

Mi supera ed esce dalla porta.

- Sai, sono sicura che.. per come corri nel campo, tu abbia abbastanza fiato da riuscire anche a cantare. Io potrei insegnarti... se mi porti un testo degno di accompagnare la mia musica.-

Incrocia le mani dietro la schiena e inizia ad incamminarsi per il corridoio.


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