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La luce del tramonto si riflette sul mare dipingendolo di un rosso vivo, le onde s'infrangono lentamente sulla spiaggia in un moto continuo e instancabile, bagnando la riva con la sua spuma bianca. Là in lontananza, fin dove si perde l'occhio il mare e il cielo si fondono creando un unico sfondo.

Jimin e Jungkook erano poggiati alla ringhiera che dava al bel panorama: uno poggiato di schiena sui gomiti e l'altro sulle braccia.
L'unico suono udibile era quello delle onde e del vento; nessuno dei due proferiva parola per la situazione "strana" in cui erano finiti.

<Perché mi hai guardato quasi scioccato quando hai scoperto chi sono?>
<Perché ti ho sempre ammirato e desiderato segretamente. Si può dire che io ho sempre avuto una cotta per te.>
I due non ebbero problemi nel confessarsi l'uno all'altro, si sentivano sicuri.

<Sei l'unico che tramite bigliettini stupidi mi ha fatto sentire speciale.... tu credi nel destino?> chiese dopo una breve pausa.

Il moro si girò per osservare quei lineamenti definiti e delicati illuminati dagli ultimi e deboli raggi del sole. Si mise dritto e si avvicinò a Jimin.
Questo si mise dritto a sua volta e aspettò il moro che si avvicinasse.

Non passò un secondo che le labbra si attrassero come calamite.

<Lo prendo come un si?>

Il moro rise poggiando la sua fronte a quella dell'opposto.

<Si> risero ancora entrambi poco imbarazzati. Le guance di Jimin si tinsero di rosa.

Jungkook ammirò come il ragazzo potesse essere così carino sotto tutti i punti di vista.
Passò leggermente un dito sul labbro e alternando lo sguardo tra occhi e labbra, cautamente di avvicinò all'opposto lasciandogli un delicato bacio al di sopra.

Così passarono gran parte del pomeriggio scambiandosi effusioni amorose, avvolti dal tempore e la sicurezza che entrambi emanavano.

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