❥Extra 4.
Questa volta non era una di quelle classiche dormite già fatte in precedenza. Questa volta c'era qualcosa di speciale, anche in una semplice azione come l'addormentarsi seguita poi dal risveglio. Non un risveglio qualunque. Un risveglio di due persone ormai legate fra loro, non più dall'amicizia ma dall'amore!
Nelson, nonostante i raggi del sole che filtravano dalle tapparelle, continuava a dormire beatamente mentre l'altro lo osservava con dolcezza sorridendo.
Cesare si sentiva strano da quando aveva aperto gli occhi trovando quella splendida visione davanti a lui.
Qualche riccio di quei capelli scompigliati dal sonno, gli cadeva sul viso. Ricci che spostò per poterlo ammirare meglio sperando di non interrompere così il suo sonno.
La prima cosa che fece Cesare una volta sveglio, fu quella di far sfiorare le loro mani. Giocava leggero con il suo indice sul palmo della mano del fidanzato che poco dopo, forse per istinto, chiuse stringendo così la mano dell'altro. Con un sospiro si posizionò nuovamente meglio nel letto tenendo per mano Cesare che sorrise nel sentirsi stringere, come in segno di voler restare lì.
La terza sveglia ormai suonò e Nelson non ne voleva proprio sapere di alzarsi da quel comodo letto. «Faremo tardi così... Devi alzarti» dolce gli sussurrò, scatenando solo un mugolio di negazione da parte sua. Rise sfoggiando uno dei suoi splendidi sorrisi. Cesare decise di alzarsi per andare in bagno ma qualcosa, o meglio qualcuno, lo fermò. «Ancora qualche minuto...» tenendolo stretto per la mano, gli disse Nelson con voce roca. Non poteva rifiutarsi. «Voglio rimanere qui...» continuava a parlare ad occhi chiusi con la bocca impastata dal sonno, mentre si sentiva avvolto in un amorevole abbraccio. Sentendo quel dolce tepore, misto alla fragranza che sprigionava la sua pelle, Nelson stava per addormentarsi definitivamente. «Se ti addormenti, giuro che mi stacco da te» lo rimproverò. Di colpo spalancò gli occhi cercando di rimanere sveglio quanto poteva.
Erano passati circa dieci minuti in cui anche Cesare si era concesso un minimo di riposo in più incollato alla schiena dell'altro. «Devo andare in bagno Nelson, o me la faccio sotto» ribadì dopo l'ennesimo tentativo di fermarlo dall'alzarsi dal letto. Si stiracchiò le braccia alzandole al cielo e poi posò di nuovo lo sguardo sul bello addormentato. «Se non sei sveglio per quando sarò uscito dal bagno... Vedrai...» non sapeva come ricattarlo. «Ma sono sveglio» replicò a tono più che basso. Scuotendo la testa si diresse verso il bagno.
Subito si mise con la schiena diritta quando sentì tirare poco dopo lo sciacquone.
Una volta percorso il piccolo corridoio Cesare arrivò davanti al letto pronto a rimproverarlo immaginando di già che non si fosse alzato. «Alla faccia tua! Sono sveglio» disse un po' sbadigliando. «Si vede come sei sveglio» pimpante invece rispose l'altro. «Buongiorno» si avvicinò al letto facendo scontrare le loro labbra in un bacio a stampo. «Buongiorno anche a te» replicò con un sorriso nato da quel gesto. «Apriamo le tapparelle e facciamo entrare un po' di luce» disse incamminandosi verso le finestre. «No... Cesare... Ahi!» strizzò gli occhi per la luce mattutina. «Tra poco abbiamo il check-out Nelson. Dobbiamo prepararci. Abbiamo un treno da prendere!» esclamò. Sbuffò non rispondendolo perché aveva solo che ragione. «Dai vieni con me» lo invitò ad alzarsi una volta per tutte da quel maledetto letto. Tendendo entrambe le mani chiedeva aiuto per strisciare da quelle coperte fino a lui, ai piedi del letto. Una volta alzato lo prese e cinse le braccia alla sua vita rubandogli un altro bacio ancora. Passando la presa alla sua mano, si incamminarono verso il bagno.
«Una bella doccia, anche se non vorrei farla, ci sveglierà per bene» parlò il ragazzo dagli occhi chiari. «Ho il tuo profumo, il profumo della tua pelle, su di me che non mi abbandona da quando ho aperto gli occhi...» continuò a parlare sussurrandoglielo a pochi centimetri dalle sue labbra. Un bacio passionale nacque di getto! «A cosa stai pensando?» chiese Nelson. «A nulla... Mi passi il bagno schiuma?» replicò sviando un po' il discorso. «Conosco quell'espressione Cantelli. Sputa il rospo!» affermò. Gonfiando le guance, e facendo un'espressione buffa, alla fine vuotò il sacco. «Vogliamo fare una pazzia?» buttò fuori d'un fiato. Uno sguardo confuso si impadronì del volto di Nelson. «Fanculo i piani ed i programmi! Vogliamo restare questo week-end a Roma? Solo io e te! Lasciamo partire gli altri e noi restiamo qui» propose. «Tanto oggi è sabato, non abbiamo molti programmi per quanto riguarda il lavoro con gli altri, lo stesso vale per domani. Partiamo domenica sera, o magari lunedì mattina presto per iniziare la nostra normale settimana lavorativa di sempre. Dai, facciamolo!» cercò di convincerlo. «Stiamo insieme da tipo un giorno e non so quante pazzie mi hai già fatto fare...» replicò sorridendo provocando un sorriso anche al fidanzato. «Allora, cosa diciamo agli altri?» chiese già convinto ed entusiasta all'idea. Cesare sprizzava gioia da tutti i pori! Di getto abbracciò Nelson baciando poi a stampo quelle labbra rivolte in un sorriso partecipe. «A questo non ci avevo ben pensato però...» con un sorriso sforzato replicò staccandosi da lui. «Mmh... Potremmo inventare qualcosa sull'incontrare qualcuno qui che non vediamo da tanto, che ne dici?» pensò Nelson. «Non è male come idea sai? Dobbiamo solo modificarla un attimo... Facciamo che un tuo vecchio amico, una tua conoscenza da anni, vedendo dai social che sei qui nella sua città, ti ha scritto per chiederti di fare una semplice uscita per due chiacchiere e un drink in compagnia. Un po' come fosse una "rimpatriata"» facendo il segno delle virgolette con le mani si spiegò. «E poi potrei dire che io gli ho spiegato che dovevo partire e lui ha insistito molto per convincermi a rimanere almeno fino alla fine del week-end, per ricordare i vecchi tempi e passare dei bei giorni insieme» continuò Nelson a fantasticare sul piano. «E concluderemo con il fatto che non ti va di tornare poi in aereo da solo e quindi hai chiesto a me di farti compagnia. Come ti sembra?» chiese con un luccichio in quegli occhi verdi. «Sei troppo maleficamente geniale per i miei gusti...» rispose malizioso schioccandogli poi un bacio sulle labbra. Una risata, forse un po' maligna, uscì dalla bocca di Cesare.
Una volta usciti dalla doccia in pochi minuti si vestirono, pronti a mettere in atto quello spettacolo fittizio sperando che tutti ci sarebbero cascati con tutte le scarpe! «Rega, mancate solo voi per il check-out, sbrigatevi» disse Stiva una volta che i due ragazzi uscirono dall'ascensore. «Prendi la palla al balzo» gli sussurrò Cesare tamponandolo con il gomito. «In realtà c'è stato un imprevisto» sicuro, con l'aiuto psicologico del ragazzo affianco, parlò Nelson. Tutti quanti aspettavano che continuasse a parlare per venire a conoscenza dell'accaduto.
«A condizione che la tua roba la porti te però su a Bologna però» tranquillo ribadì Frank con il suo solito fare pacato.
A quanto pare il piano era filato liscio come l'olio! Nessuna domanda strana o ambigua. Nessun problema sul fatto che Cesare sarebbe restato con lui. Niente di niente. Il Fato era dalla loro parte evidentemente!
Prima di uscire definitivamente dal B&B, si fermarono a prolungare il pernottamento per altre due sere, più la colazione del lunedì. Nelson si era lasciato così trasportare che decise di passare l'intero week-end con il suo fidanzato partendo di conseguenza all'inizio della nuova settimana. «Sono contento che alla fine hai deciso così... Non ho avuto nemmeno il tempo dirti niente, ma speravo lo facessi» confessò schietto Cesare. Uno sguardo dolce era l'unica cosa che poteva ricevere adesso con la presenza degli altri.
Mentre si incamminavano verso il locale dove si erano esibiti il giorno prima, Cesare e Nelson erano intenti ad occuparsi sul posticipare la partenza senza dover poi comprare dei nuovi biglietti. Non ci volle molto. I responsabili del servizio della vendita dei biglietti, erano stati davvero molto gentili e disponibili cambiando così la data del volo chiedendo solo una minima quota di denaro.
Adesso era tutto ufficialmente pronto ed organizzato!
Questo splendido momento si stava concretizzando sempre di più.
Una volta arrivati al locale, presero ognuno le proprie cose e salutarono ringraziando ancora una volta il proprietario sperando di collaborare ancora una volta insieme in futuro. Un rapido saluto con gli altri e, in men che non si dica, il taxi sfrecciò veloce in direzione dell'aeroporto.
«Finalmente soli!» esclamò Cesare prendendo il viso dell'altro tra le mani per lasciarsi un dolce bacio. «Non pensavo che ci sarebbero cascati così in fretta e così bene... Mi stai contagiando con la tua influenza negativa» lo prese in giro. Ridendo si incamminarono di nuovo verso il B&B per depositare le varie cose prese poco prima. «Che bella giornata oggi...» di nuovo fuori dalla struttura ricettiva, disse Nelson chiudendo gli occhi e alzando la testa facendosi baciare leggermente dai quei raggi già caldi del sole. «Andiamo a fare colazione?» lo raggiunse Cesare portando un braccio attorno alle sue spalle. «Assolutamente sì!» esclamò rapido esprimendo la fame che sentiva. Così, con un braccio attorno al collo con tutta la gioia possibile e la non curanza di nulla, si diressero verso un bar che gli ispirava fiducia e bontà.
«Che ne dici, ci fermiamo qui?» domandò picchiettando la mano che aveva poggiata sul proprio petto. «Sì. Credo possa andare bene. Ci mettiamo fuori?» chiese Cesare facendo notare con lo sguardo la tensostruttura adibita dal bar. «Perfetto!» affermativo rispose Nelson. Chiesero un tavolo per due e Cesare ordinò al cameriere un croissant vuoto integrale con un caffè ristretto, rigorosamente non zuccherato, mentre l'altro una brioche ripiena ed un cappuccino. «Non ti smentisci mai...» disse Cesare in una leggera risata divertita. «Ma ho fame io. Cosa dovrei farci con un croissant e un caffè?» ripentendo il suo ordine, con una stupida vocina, gli faceva il verso. Si meritò così un leggero schiaffo alla guancia come rimprovero.
Tutto delizioso e con una bella ambientazione.
Pagarono e si incamminarono di nuovo per quella città tutta da scoprire!
Un po' furtivamente Nelson giocava con le dita dell'altro mentre camminavano per le strade di Roma. Deciso però, Cesare afferrò senza problemi la sua mano continuando così quella piacevolissima camminata in una giornata neanche troppo afosa.
Era tutto un misto di emozioni. A volte c'era l'imbarazzo nel dire alcune cose o nel fare determinate azioni, ma poi quest'imbarazzo veniva superato dallo stretto legame che li univa fin da sempre. Era questo il bello del loro rapporto. Non era cambiato nulla rispetto a prima se non un avvicinamento fisico notevolmente maggiore. Per il resto erano sempre gli stessi. Si era passato semplicemente ad uno stato evolutivo del loro rapporto già molto confidenziale. La naturalezza con cui dei gesti venivano palesati era la cosa più bella da vedere!
La mattinata passò tranquilla ma rapida tra giri per i vari negozi, che si trovavano a tiro per le strade, e piccole effusioni scambiate amorevolmente. Non osando troppo per evitare semplicemente situazioni che potevano risultare sgradevoli da affrontare. Il week-end doveva essere solo ed esclusivamente una bella esperienza da ricordare, non richiamare alla mente in futuro circostanze non carine.
Nelson aveva voglia di pasta per pranzo, così decisero di fermarsi in una tavola calda dove c'erano molte pietanze tra cui poter scegliere, in primis molti primi piatti che accontentarono le voglie di quest'ultimo. Una volta scelto il pranzo, e una volta pagato alla cassa, si diressero verso un tavolo libero nella sala interna. «Vuoi assaggiare?» più che una richiesta era quasi un invito forzato, visto gli occhi che non smettevano di fissare quella carbonara succulente presa da Nelson. «Giusto per provare com'è dai... Siamo pur sempre a Roma» cercava di giustificare quello sgarro molto calorico. Prese la forchetta del fidanzato e infilzò tre rigatoni di numero. «Wow... Spaziale!» disse assumendo un'espressione di sconcerto porgendo la forchetta di nuovo nelle sue mani. «Tu sempre a fare il fighettino con la roba salutare...» lo punzecchiò alzando le sopracciglia. «Prima che andiamo via da qui però, devo assolutamente prenderla una carbonara» promise a sé stesso Cesare quasi ragionando a voce alta.
«Vorrei giusto qualcosa di dolce adesso» manifestò ancora una volta le sue voglie Nelson, che non riusciva proprio a completare un pasto senza affiancarci qualcosa di dolce alla fine. «Calma i bollenti spiriti! Queste cose non si dicono in pubblico...» sussurrò Cesare. «Ma quanto sei scemo! Ho davvero voglia di qualcosa di dolce da gustare» genuino rispose l'altro. «Se vuoi ci appartiamo un attimo da qualche parte...» spiritoso continuò a provocarlo. «Fatti bastare questo» replicò Nelson stampandogli un bacio sulla guancia, sentendo leggermente quella sua corta barba. «Al massimo questo...» ribadì dopo avergli preso le guance in una mano facendo incontrare le loro labbra. Un sorriso nacque sul volto di Nelson. Era così strano poter essere sé stessi senza restrizioni e senza doversi nascondere da qualcosa o qualcuno, ma liberatorio a livelli estremi!
«Un caffè senza zucchero e ... Cosa prendi tu?» chiese Cesare appoggiato al balcone del bar. «Io...» diede un rapido sguardo attorno a sé. «Io prendo un kinder cereali» affermò indicandolo con il dito. «Un caffè senza zucchero e un kinder creali» ordinò al barista che rispose con il prezzo totale che pagò prontamente Cesare. «Grazie» repentino lasciò posare le labbra sulla guancia di Cesare mentre il barista era intento a preparare il caffè. Queste piccole azioni facevano andare in brodo di giuggiole sia uno che l'altro. Alla fine sono i piccoli gesti che contano! Spesso si fanne cose plateali, opulente, solo per dare un contorno superfluo al gesto, sminuendolo di molto. Invece anche un semplice "grazie", seguito da un innocente bacio sulla guancia, può essere un gesto che vale più di qualsiasi altra cosa. O appunto il gesto di voler offrire qualcosa, anche un semplice dolciume, conta! Perché è il gesto che si apprezza, non si dà valore alla quantità monetaria con cui è stato fatto.
Una volta finita questa piccola pausa decisero di camminare un po', volevano perdersi totalmente nello splendore della città in cui erano visitatori.
Camminando, gioendo del tempo che stavano trascorrendo nella compagnia reciproca, le nuvole si spostavano lente nel cielo mosse da un leggerissimo venticello pressoché fresco.
«Nooo...» a momenti urlò Nelson portandosi le mani su entrambe le guance lasciando la presa con Cesare. Questo lo guardava un po' perplesso non capendo cosa fosse successo. «Hai pestato una cacca per caso?» chiese guardandogli le scarpe. «Ma quale cacca... Guarda dove siamo» lo spinse a guardare all'interno del locale che avevano di fianco. Nelson era già rivolto con il labbro inferiore all'infuori cercando di convincere il fidanzato. «Sembra un'idea carina, perché no» replicò contento anche lui. Lo prese per la mano ed entrarono nella sala giochi.
«Hashtag "pomeriggio alternativo"» parlò Nelson in estasi davanti tutte le lucine della miriade di videogames che vi erano all'interno.
Veloci, si diressero verso il punto di scambio "soldi-gettoni" per iniziare poi una competitiva battaglia a chi faceva più punti. Ergo, a chi accumulava più tickets per "comprare" poi il regalo più bello.
«Sei pronto ad essere stracciato?» prendendolo per la vita, tirandolo a sé, si pavoneggiava Cesare. «Le regole sono che facciamo gli stessi giochi, per vedere chi è stato effettivamente il migliore, senza ripeterlo due volte però. Si cambia sempre gioco» spiegò categorico il nerd di Nelson stretto in quella morsa così piacevole e confortevole. «Andata!» accigliando lo sguardo gli porse la mano in segno dell'accettazione della sfida. «Cesareee VS Nelsooon... Fight!» con voce grossa, Nelson, imitava la classica frase di uno start di un videogame picchiaduro facendo scoppiare l'altro in una fragorosa risata.
«Chi è che doveva essere stracciato scusa?» gli rinfrescò la memoria Nelson al conteggio finale dei punti, dopo ore spese nella sala giochi. «La Dea Bendata non era dalla mia parte oggi!» esclamò l'altro mettendo tutto su di un piano fortuito. «Ammetti di aver perso per una volta» ribatté. «Non ho perso. Questi giochi sono tarocchi, fanno schifo, sei stato solo fortunato» continuava orgoglioso Cesare. «Allora... Vuol dire che sceglierò da solo il premio da ritirare. E pensare che avevo proprio voglia di fare un regalo a qualcuno...» disse Nelson per poi incamminarsi verso la zona del cambio dei tickets. «Ehm... Forse sei stato un tantino più bravo tu dai...» incominciò già a rimangiarsi le parole. «Ormai è troppo tardi non mi compri più» alzando entrambe le sopracciglia, ad occhi chiusi, fece spallucce. «E dai Nelson...» lo supplicò abbracciandolo da dietro poggiando la testa sulla sua spalla. «Dammi un bacio!» affermò accarezzandogli la guancia per invogliarlo. Allungandosi verso di lui, Cesare arrivò a poggiare le labbra sulle sue. «Forse mi hai convinto dai» lo teneva ancora sulle spine.
«Wow! Ma possiamo prendere davvero un sacco di cose con tutti questi punti» sbalordito, vedendo il punteggio molto alto dei tickets e dagli svariati oggetti, si pronunciò Cesare. «Posso prendere molte cose» precisò l'altro che immediatamente si ritrovò un dito nei fianchi che lo fece sobbalzare un po'. «Dai, cosa vuoi» sorridente chiese a Cesare. Indicò al ragazzo presente dietro il bancone un modellino di action figure di Star Wars. «Ottima scelta» si complimentò porgendo il cofanetto a Cesare scalando poi definitivamente i punti accumulati in quelle ore. «Buon lavoro e buona giornata» dissero uscendo dal retro della sala.
«Ci fermiamo a bere qualcosa? Sto morendo di sete» confessò Cesare sentendo la gola davvero secca. Dopo l'uscita sul retro, sempre di proprietà della sala giochi, vi era una carinissima zona all'aperto con panchine in legno circondata da varie postazione di cibo e bevande. «Ti va una Pepsi?» chiese il ricciolino dopo aver notato la postazione a tema. «Ci sta di brutto!» affermò sincero. «Vatti pure a sedere e prendi un tavolo. Torno subito» disse per poi avviarsi a prendere da bere. Poco dopo raggiunse Cesare con le due bibite in mano e gliene porse una. «Grazie» disse per poi mettere la bocca a mo' di bacio, alzando il sedere per sporgersi in avanti verso il fidanzato. Lo stesso fece Nelson prendendosi così quel bacio.
«Aah... Ci voleva proprio!» dopo un bel sorso sospirò contento Cesare.
Restarono lì per un lasso di tempo indefinito. Si lasciarono trasportare dalla tranquillità del momento, dopo tanta foga ed euforia, rilassandosi e sorseggiando quella dolce Pepsi smarriti tra chiacchiere e sguardi di intesa.
Il tempo era letteralmente volato via. Il sole ormai accennava a tramontare quando i due erano di ritorno al B&B.
«No, no, no Cesare. Non buttarti sul letto che altrimenti dopo non ti alzi più! Facciamo prima una doccia almeno, è meglio» consigliò tirandolo per un braccio per non farlo sdraiare. Consiglio che accettò e prese subito alla lettera iniziandosi a spogliare.
«Cosa vogliamo fare questa sera?» urlò Nelson dal bagno mentre preparava gli asciugamani e le altre cose che sarebbero servite per il post doccia. «Io direi cena semplice e poi relax con la televisione a letto. Sono distrutto!» propose togliendosi i calzini rimanendo in boxer. «Va bene, in effetti anch'io sono stanco dopo oggi» replicò Nelson tornando in stanza per togliersi i pantaloni.
«Ci voleva proprio una bella doccia calda...» ad occhi chiusi, Cesare si lasciava trasportare dal quel picchiettio di acqua che gli cadeva sul viso. Vedendolo decisamente stanco, Nelson incominciò a massaggiargli delicatamente le spalle per cercare di rilassarlo ulteriormente. Dei piccoli mugolii di piacere si levarono nel box doccia. «Mettici un po' di forza in più» dandogli la schiena lo invitava ad essere più deciso e ad estendere la zona del massaggio anche sulla spina dorsale. Completamente perso da quel tocco sui suoi muscoli, si stava godendo a pieno quel sano momento di relax dopo una piena giornata.
«Cesare, ma ti sei addormentato per caso?» chiese non sentendo più reazioni da parte sua. «No, no, mi stavo solo godendo al massimo il momento» un po' a rilento scandì le parole. «Dai che ne verranno altri di massaggi magari...» con una pacca finale smise di massaggiarlo. Un po' provocatorio cercò di stuzzicarlo per farlo riprendere un attimo da quello stato di trance -data dalla stanchezza, dall'acqua molto calda e dal massaggio- apparente. «Ah sì?» in un baleno si girò con uno sguardo malandrino. «Possibile che sia l'unico modo per attivarti un po' questo?» rise Nelson divertito da tutto ciò. «Come se fossi solo io l'unico maiale tra noi...» a bassa voce, sulle sue labbra, sussurrò Cesare per poi baciarlo dolcemente.
Dopo una rilassante doccia, Cesare si era un attimo ripreso da quello stato di sonno che lo assaliva. Rapidi si cambiarono per uscire dal B&B in cerca di un posto dove cenare. «Kebabino tattico?» suggerì Nelson. «Mi raccomando senza cipolla che non voglio sentire la fiatella» con una voce esotica, ed una strana cadenza, replicò l'altro per scherzare. Non dovettero camminare molto per incrociare un venditore ambulante. La proposta di Nelson non era affatto campata in aria. Goloso com'era, aveva già notato il giorno prima che nelle vicinanze del B&B c'era questa piccola bancarella che faceva il kebab.
«Che bontà...» disse Nelson boccheggiando leggermente per il calore emanato dalla carne.
«Non me l'aspettavo ma era davvero ottimo» incredulo disse Cesare dopo l'ultimo boccone. Un ultimo sorso d'acqua e si alzarono dalla panchina della bancarella del venditore ambulante. «Ora voglio solo sprofondare a letto» tornato l'abbiocco, ribadì il castano trattenendo un rutto portandosi la mano sinistra chiusa davanti alla bocca. L'altra era stretta a quella di Nelson che invece non era poi così stanco quanto lui, ma un po' di riposo dopo un'intera giornata passata a camminare era più che dovuto.
Spalancando la porta della camera, Cesare si addentrò con una sola cosa nella sua mente: il letto! Lasciando il fidanzato dietro di sé corse buttandosi di peso su quel morbido materasso.
«Vuoi una mano?» domandò Nelson, davanti a letto, notando lo sforzo svogliato che stava facendo per togliersi le scarpe. Buttandosi all'indietro e sospirare quasi stremato, furono degli evidenti segnali di approvazione alla domanda rivolta. Sedendosi a letto, prese entrambi i suoi piedi e li portò sulle sue gambe. Voilà, le scarpe erano andate via! «Vuoi una mano anche a togliere altro per caso?» chiese un po' ammiccante. «Se proprio insisti...» disse sorridendo malizioso. Salì a cavalcioni posizionandosi bene divaricando le gambe, iniziando poi a sfilargli la maglia agevolato da lui avendo portato le braccia verso l'alto. «Che muscoli...!» con un leggero colpo sui pettorali si pronunciò Nelson. Scivolando lateralmente scendendo da lui, aprì il bottone e tirò giù la zip del pantalone. Lo invitò ad alzare le gambe per potergli sfilare in definitiva l'indumento e facendolo, approfittando della posizione, si dispose di fronte a lui in mezzo le sue cosce e gettò quello che era di troppo sul pavimento. Restando fermo, tenendosi su con le braccia tese, lo guardava mentre l'altro si accingeva ad avvolgerlo per bene con le sue gambe in vita. Con le braccia invece faceva presa dal suo collo rimanendo incatenato allo sguardo che trapassava da quelle lenti trasparenti.
I suoi occhi erano scuri ma con il giusto sguardo sapevano riscaldarti dentro come le fiamme di un fuoco che danzano divampando e sprigionando il loro massimo calore!
«Ma lo sai che sei davvero bello?» retorico si complimentò con lo splendore che aveva davanti a sé. Cesare non era molto abituato ai complimenti. Sapeva di essere un bel ragazzo, esteticamente parlando e non, ma non si abituava mai a dei sinceri complimenti venuti dal profondo del cuore come quelli che gli erano appena stati fatti. Leggermente paonazzo, si allungò con il collo per baciarlo.
«Dai aggrappati a me come una scimmia che prova a portati su alla spalliera del letto, così guardiamo un po' di televisione»
L'altro, tra le risate scaturite in quel momento, ci provò ad aggrapparsi a lui con tutto il corpo ma fallirono miseramente nell'impresa.
«Dai, passami il telecomando» gli disse Cesare mentre rideva ancora. Con un po' di fiatone dallo sforzo, si allungò verso il comodino e glielo porse. «Non ho più l'età per fare certe cose...» si lamentava. Si alzò, spogliandosi anch'esso, e ritornò dov'era. «Fammi un po' di spazio e vediamo che film sta per iniziare qui dai» non riusciva proprio a trattenere le risate Cesare vedendo l'espressione di fatica sul volto dell'altro. Prendendo una migliore posizione, poggiandosi tra la sua spalla ed il petto una volta che Nelson aveva alzato il braccio per avvolgerlo in un abbraccio, alzò il volume della televisione mentre il prologo e la spiegazione del film stava appena cominciando.
Inutile dire come fu il filma guardare loro, non loro il film!
Presi dalla stanchezza accumulata in questi due giorni, si lasciarono cullare dalle parole dei vari attori crollando definitivamente in un sonno profondo.
#MySpace
"No, ma non mi dilungo" -CIT
È stato il capitolo più lungo che ho scritto dall'inizio di questa storia e non mi capacito davvero di come sia possibile che sia uscito COSÌ lungo. Ho tralasciato un sacco di cose cercando di essere conciso su altre, eppure... lol
Con questa ritorno a "sorpresa"(?) vi dico che ci saranno altri tre aggiornamenti sicuri che arriveranno non tardissimo. Ci sarà la seconda giornata a Roma e poi il ritorno a Bologna nella loro routine quotidiana di lavoro allo studio di Space Valley. Cosa succederà? Se siete curiosi #staytuned, haha...
Spero lo stesso, anche se un po' lunghino, che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemelo sapere con una stellina e un commento che è importante!
A presto :)
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