❥Extra 2.

Una volta fuori dal B&B, passeggiando, arrivarono alla comune conclusione di passare a vedere il Colosseo. Non si può di certo dire di esser stati di visita a Roma senza aver visto l'anfiteatro più grande al Mondo! Anche soltanto di sfuggita in macchina o in una tranquilla camminata. Colsero l'occasione di quella libera sera al balzo. Per quella Roma che si era colmata di luci artificiali che la facevano risplendere nella notte.
Il più pacato e tranquillo del gruppo, attento a non inciampare e a non scontrarsi con i vari passanti, visionava le varie recensioni dei locali dove poter consumare la loro cena. Gli altri invece si godevano a pieno quello spettacolo che gli veniva posto davanti dalla città, senza preoccuparsi minimamente di aiutare il poveretto con le sue ricerche. I chiudi fila, Cesare e Nelson, erano intenti a godersi la città anche loro, ma allo stesso tempo imperterriti sfidando la Sorte, avevano ripreso quel rischioso gioco iniziato questo pomeriggio.

Ma fino a che punto sarebbero arrivati?

Fino a che punto avrebbero ostentato tanta complicità e voglia di contatto fisico?

Tra sguardi attenti, proseguivano nella camminata sfiorandosi le dita e tenendosi "per mano".

Camminando camminando, arrivarono a scorgere tutti quel gigante rotondo in breve lontananza. Per poterlo ammirare almeno per qualche minuto, si diressero entusiasti accorciando la distanza.
«Ne ho trovato uno perfetto!» esordì Frank, avendo compiuto la sua ricerca per il locale giusto dove cenare. «Non dista molto da qui e le recensioni sono super positive. Che dite?» mostrò il cellulare con la pagina aperta per leggere le recensioni, per lasciare sbirciare qualche foto del locale e delle pietanze.
«Basta, andiamo qui, è troppo figo!» categorico rispose Nelson, scrollando la pagina dal telefono, innamorato a prima vista di quel pub un po' rustico. «E se qualcuno non ci volesse andare invece?» sempre a stuzzicarlo, con un ghigno in un sorrisetto, parlò Cesare subito dopo di lui. «Guardate e ditemi se non avete voglia di andarci...» passò il telefonino agli altri ignorando quella provocazione.
In conclusione, dopo vari pareri si raggiunse l'unanimità. Il locale era la perfezione, tra un connubio di pietanze e di arredo degli interni! Quei classici pub dove i giovani vogliono passare una serata tranquilla, mangiando non poi così sano e bevendo dell'ottima birra artigianale. Anche per Cesare fissato con: la linea, la dieta, l'allenamento ed il mangiare sano; si era concesso lo "sgarro" però per questa serata speciale.
Leggermente in ritardo per un normale orario di cena, sono alle porte del pub per chiedere se fosse disponibile all'interno un tavolo per sei. Fortunatamente, dopo una decina di minuti ad aspettare, un tavolo sbucò dal nulla in quel locale abbastanza pieno.

Giusto in tempo, per un soffio!

«Te l'avevo detto io che dovevamo muoverci...» disse con un tono di voce più che basso che poteva Nelson, guardando le varie persone da cui erano circondati nella sala interna.
Il pub era munito di una sala all'interno, dotata di aria condizionata che rendeva gradevolissimo anche stare dentro, ed una sala più all'aperto al di fuori. Era un'unica struttura al coperto con una divisione di queste due sale una più chiusa rispetto all'altra.
«Vuoi rinnegare quello che è successo allora?» a sua volta con tono flebile chiese Cesare. Era un provocatore nato, di prima categoria! Si divertiva a mettere in piccola difficoltà gli altri per gustarsi quelle loro reazione, scaturite dalle sue molteplici provocazioni o battutine.
«Smettila, hai capito cosa intendevo. Non mettermi parole in bocca che non ho detto» sorridendo, lo rispose raggiungendo poi gli altri che avevano iniziato a prendere il posto a sedere.
Le panche ed il tavolo in legno erano perfette per l'ambiente e l'atmosfera che si respira in quel locale. Ci stavano proprio a pennello!
Optarono di posizionarsi rispettivamente in tre nelle due panche a loro disposizione. Frank si era incastrato verso il muro alla sua destra, gli piaceva avere un appoggio. Di seguito si infilò Nelson affianco a lui lasciando poi spazio a Cesare che sarebbe stato fuori dalla parte del corridoio. Non risultava piccola la panca per tre persone, non erano uno appiccicato all'altro impossibilitati dal muoversi. C'erano le giuste distanze l'uno dall'altro. Ma ogni tanto Cesare si espandeva leggermente per far incrociare il tocco della sua gamba destra con quella sinistra del ragazzo di fianco a lui. Oppure faceva il medesimo gesto ma con il braccio.
Una volta prese le giuste posizioni non tardò ad arrivare il cameriere con il menù. Distribuendoli ad ognuno di loro che lo aiutavano facendo il passa mano. «Torno tra un po'. Scegliete pure con calma» disse per poi dileguarsi. «Quante cose buone!» affermò Luca con già l'acquolina in bocca per la miriade di sfizioserie che il menù presentava. «Io sto già salivando...» lo seguì Nelson concordando con lui. «Attenzione a Gommo, eh» disse Cesare ad alta voce toccandogli la pancia. Ingegnoso in quel momento trovò una palese scusa solo per poterlo toccare, anche se era in compagnia degli altri. Da tempo immemore ormai, Nelson definiva così la sua piccola pancetta: Gommo! «Ha, ha, ha, divertente» sarcastico rispose il diretto interessato, levando così una risata generale da tutto il tavolo.
«Cosa prendiamo prima della pietanza principale?» domandò Cesare aprendo le discussioni. Troppe teste equivalgono solo a troppi pensieri che porta ad una sola ed inevitabile cosa: confusione! Il menù era così vario nelle sue specialità riguardo la friggitoria che non riuscivano a prendere una decisione. «Che ne dite se facciamo un paio di questi fritti misti? Li mettiamo al centro e così proviamo tutto, tutti quanti» propone riflessivo Marco. «Idea geniale. Per me va bene» secco replicò Stiva. Ma Marco riuscì con quest'idea a mettere d'accordo anche gli altri. Il fritto misto comprendeva un insieme di quasi tutte le specialità del reparto friggitoria, come ad esempio: pepite di pollo, frittatine, bocconcini al chili piccanti, alette di pollo, crocchette di alghe, patate novelle tagliate a mo' di chips, e altre cose squisite ancora.
«Tu cosa prendi poi?» chiese Cesare picchiettando con il gomito il ricciolino. «Mi sa che vado di hamburger! Uno di quelli belli grossi e grassi. Tu invece?» ribaltò la domanda continuando ad osservare il menù. «Ho voglia di pizza questa sera. Ora vedo un po' quale mi ispira di più» concluse ancora incerto sul gusto.
«Rega, ma avete notato questi cocktail birrari? Birra artigianale con aggiunta di altre bevande all'interno, alcoliche o analcoliche» suggerì l'ubriacone del gruppo. «Dobbiamo assolutamente provarle!» aggiunge subito dopo, mentre gli altri osservavano la pagina in questione. «Potremmo prenderlo e berlo con il fritto misto per poi ordinare delle birre normali da accompagnare con la portata principale» continuò sempre a proporre Frank, l'ubriacone. L'idea stuzzicò tutti che seguirono il consiglio.
«Scommetto che prenderai questo con il prosecco come cocktail con la birra» si pronunciò Nelson conoscendo i gusti di Cesare. A lui piaceva molto il gusto dell'amarognolo. «Indovinato!» confessò. «Tu vai per quello con la granatina?» tentò di azzeccare sapendo i gusti strani dell'altro. «Ci sei andato molto vicino. Era nella top 3 che mi incuriosivano di più. Ma prenderò quello con lo sciroppo all'amarena» disse. «Cavolo! Era la seconda opzione che volevo dire» imprecò Cesare essendoci andato così vicino. «Non mi conosci così bene allora...» disse avvicinandosi all'altro facendo toccare le spalle. Questa volta era Nelson a divertirsi prendendolo un po' in giro. Cesare sorrise divertito da quel tentativo.

"Non ti conviene sfidarmi Nelson..."
gli scrisse in chat privata su WhatsApp.

Sussurrarglielo all'orecchio sarebbe stato troppo rischioso, alla fine erano tutti relativamente molto vicini.

"Perché già sai che perderai, ecco perché non mi conviene 😉"

"Va bene. Preparati alla guerra allora 😈"

L'altro sorrise visualizzando la notifica.

Ad interrompere quello scambio di messaggi fu l'arrivo del cameriere. «Siete pronti per ordinare o vi lascio qualche altro minuto?» chiese cordiale. «No, no, siamo pronti» ribadì Cesare parlando per tutti. Con calma spiegarono tutto quanto al cameriere che con il suo tablet mandava già gli ordini in cucina. Si riprese i menù e sorridendo si dileguò di nuovo.

Iniziò così la classica chiacchiera, la classica conversazione per passare il tempo.

Poco dopo Cesare per "sbaglio" fece cadere una posata sotto il tavolo e, sporgendosi di poco verso Nelson, infilò la mano alla ricerca della forchetta. Appositamente ci mise più del dovuto e nel frattempo si accingeva a sfiorare la gamba del ragazzo di fianco che zitto, ed immobile, doveva subite tutto ciò. «Eccola, l'ho trovata finalmente!» disse poi risalendo continuando a sfiorargli la gamba partendo dalla caviglia fino ad arrivare all'interno coscia, pericolosamente vicino il suo membro.

"Questo è giocare sporco Cantelli!"
lo riprese in chat privata chiamandolo per cognome.

"Non ti hanno insegnato che in guerra e in amore tutto e lecito?"

L'altro visualizzò senza poi rispondere.

Per primi arrivano i cocktail birrari. Domandando, il cameriere li distribuì uno ad uno.
«Un brindisi a questa splendida opportunità che ci è stata offerta. A questa meravigliosa giornata» parlò Nelson con alto il boccale marcando bene le ultime parole, muovendo il ginocchio verso quello di Cesare che sorrise contento.

«Mi fai provare il tuo?» domandò Cesare al ragazzo occhialuto di fianco. «"A me non piacciono le cose dolci"» con una stupida vocina gli faceva il verso. «Dai, sono curioso...» gli rubò il boccale dal tavolo. «In effetti è dolce, ma non quanto mi sarei aspettato» disse leccandosi con la lingua il baffo. «Vuoi provare il mio?» gli chiese semplice. «Non mi va, ho voglia di una cosa dolce...» lo provocò ancora. «Continuerò a bere il mio cocktail...» beffardo sorrideva. La frecciatina era stata scoccata e aveva colpito in pieno il centro del bersaglio vista la reazione, moderata dato che erano in pubblico.
Dopo l'arrivo dei cocktail quasi immediatamente arrivarono anche i fritti misti da dividere. Iniziarono a mangiare e Cesare decise di passare subito all'attacco prendendo uno stick di mozzarella fritta. Richiamando l'attenzione del compagno, mordendo lento lasciò filare tutta la mozzarella dalle sue labbra lasciando anche cadere qualche gocciolina sul suo mento. Nervoso, Nelson fece un sorso del suo drink. Passò poi lui all'attacco però, intingendo una pepita di pollo pesantemente nella maionese. Affondando i denti in quella prelibatezza intrisa di crema, si sporcò inevitabilmente un po' le labbra e la barba. Normale, fece finta di nulla per poi attrarre l'attenzione di quegli occhi verdi che lo stavano già fissando, mentre erano seguiti da una lingua che attraversava il labbro superiore. «Sono sporco per caso visto che mi guardi?» incalzò Nelson davanti a tutti. Questa Cesare non se l'aspettava davvero, per nulla! «E-effettivamente sì» esclamò indicando la zona unta. Intenzionalmente sbagliò a pulirsi. «Ora?» ribatté sempre contro Cesare che però non restò fermo senza dire o fare nulla. Non poteva! «Ora sì!» affermò passandogli un pollice all'angolo esterno della bocca per poi succhiare il residuo che si era traferito sul suo dito. «Rega, siamo in pubblico però dai...» disse Frank ridacchiando.
In men che non si dica le schifosamente buone pietanze fritte erano già negli stomaci dei sei ragazzi. Era tutto delizioso e in più la fame si faceva sentire già da un pezzo. Spazzolarono via tutto!

"Avrei voluto toglierti quella maionese di lì con la lingua..."
scrisse Cesare.

"Ora possiamo mangiare normalmente?"
rispose tenendo l'ormone a bada.

"Te lo concedo. Facciamo un trattato di pace"
propose il provocatore.

"Accordato🤝🏻"

Arrivò poi anche la tanto attesa portata principale insieme alle birre medie bionde, facendoli immergere di nuovo nel cibo.

«Sono troppo curioso di provare la tua pizza Cesi, emana un profumo assurdo!» ribadì Nelson. Il pesto al pistacchio, sulla mortadella calda, inebriava le narici di quest'ultimo. «Assaggia» prendendone una fetta in mano la porse verso di lui, pronto ad imboccarlo. Preparato a ricevere spalancò la bocca ma l'altro tirò indietro la fetta proprio mentre stava per addentarla, lasciandola a bocca asciutta. «Ma...» sconcertato disse. Tutti quanti risero per come ci era cascato come un pollo! Avevano stipulato una tregua, eppure Cesare continuava con questo tipo di provocazioni. «Dai, assaggia...» lo incoraggiò nuovamente. «No, non la voglio più!» esclamò permaloso. «Dai Nelson, sta colando del liquido...» si avvicinò di nuovo a lui con la fetta di pizza e alla fine si convinse a dare un morso. «È stra buona!» affermò masticando ad occhi spalancati. «Vuoi assaggiare un po' del mio panino?» chiese lui riprendendolo in mano. «Troppa roba dentro, meglio di no» declinò l'invito. «Non sai cosa ti perdi...» addentò il panino gustandosi quell'esplosione di mille sapori.

I piatti erano tutti puliti ed il cameriere passò per fare il suo lavoro.

«Io devo andare un attimo in bagno a lavarmi le mani» parlò Nelson. Il tovagliolo e la salviettina mono uso del pub non erano bastati per lui. Si sentiva ancora le mani un po' luride dal succo dei pomodori misto alle varie salse colate tra le sue dita. Andando in bagno per lavarsi le mani ne avrebbe anche approfittato per svuotare la vescica piena. «Stai, stai... Ci passo» invitò Cesare a rimanere seduto. Voleva vendicarsi per la situazione della pizza, ma Cesare intuitivo l'aveva capito al volo. Lo scavalcò e passando di soppiatto, gli altri erano distratti da chiacchiere e cellulari, si poggiò lasciando strofinare il suo sedere sul cavallo dei pantaloni di quello seduto. L'altro invece, approfittando che il tavolo di fianco a loro era libero, gli sfiorò la natica con la mano sinistra non visibile agli altri componenti al tavolo. Vide Nelson imprecare leggermente poi, non era riuscito nel suo intento.
«Vado a cambiare l'acqua all'uccello» qualche minuto dopo disse il simpaticone, Cesare. Scappò in bagno speranzoso di trovarci ancora Nelson e nessun altro dentro... Entrò e vide che stava uscendo dalla porta interna di uno dei singoli bagni intento a lavarsi le mani.
«Avevi detto "tregua"...» lo rimproverò strofinando le mani con del sapone. Interessato l'altro rimaneva appoggiato alla porta principale del bagno. «C'è qualcuno?» urlò poi tutto d'un tratto. «Ma sei impazzito? Cosa mi urli?» lievemente scioccato disse Nelson. L'eco della sua voce rimbombava tra quelle pareti e nessuna risposta arrivò.

Rapido si piombò come un avvoltoio sulla sua preda in procinto di morte per dargli il colpo di grazia. Nelson in questo caso!

Ridendo, tra un bacio e l'altro, si lasciò trasportare da quel folle momento. Finirono così contro il muro infondo alla stanza. Cesare lo spingeva contro la parete mentre seguivano dei baci molto passionali. Con una mano sulla sua guancia, con le dita tra la barba, e l'altra nell'incavo del suo ginocchio sinistro. Nelson, con la gamba che gli teneva alta Cesare, l'aveva attorcigliata alla vita e con essa faceva pressione per accorciare al minimo immaginabile le distanze. «Lo sai che sei un pazzo vero?» retorico chiese quest'ultimo dopo che il muscoloso afferrò anche l'altra gamba, sempre dall'incavo del ginocchio, sollevandolo da terra. «Pazzo di te? Sì, lo so!» sorridendo Nelson riprese a baciarlo. «Non pensavo che riuscissi a prendermi in braccio» disse pungolandolo per il suo peso non così leggero. «Allenarsi serve pur a qualcosa, no?» gongolando e gonfiando i pettorali rispose. «Mi stai dicendo che io non ho muscoli per caso?» Una risatina fuoriuscì dalla bocca del fisicato.
Di peso Nelson si buttò a terra e di forza, prendendolo per le spalle, voltò Cesare verso il muro. Riprese a baciarlo con foga e con una mano afferrò una sua gamba per avvolgerla alla vita.
«Non ce la fai...» gli sussurrò sulle labbra per poi proseguire a baciarlo con la lingua. Sorridendo Nelson afferrò lentamente anche l'altra gamba e lo sollevò piano da terra. «Sono molto impressionato, sappilo!» neanche Cesare era tutto questo peso piuma. «Visto che ce l'ho fatta?» sghignazzando si pronunciò retoricamente.
Cesare lasciò scivolare le braccia intrecciandole dietro il suo collo rilassandosi dal sollevamento aereo.

Mentre erano assorti in quel momento travolgente, un rumore improvviso si sentì...

Qualcun altro era entrato nel bagno!

Presi, non si erano soffermati all'idea che chiunque potesse entrare da un momento all'altro per usufruire del bagno.

«Nelson...» sussurrò Cesare ad occhi spalancati. Immediato l'altro lasciò la presa sulle gambe mollandolo a terra.
Un signore adulto, sulla via della vecchiaia, spalancò la porta entrando. «Ma... Non c'è più l'educazione di una volta! Sapete che ci sono modi e momenti per fare questo tipo di cose?» li sgridò. «Ci scusi...» replicò Cesare grattandosi la nuca imbarazzato. «Andiamo via che è meglio» ribadì Nelson.
«Ma guarda te...» continuava a borbottare il signore, entrando in uno dei bagni liberi, scuotendo la testa. «Solo per colpa tua poteva succedere una cosa simile!» disse quasi con le lacrime agli occhi per le risate. «Ssh! Scappiamo via ora Nelson» tra le risate, prendendolo per una mano, lo trascinava verso l'uscita.

«Il cameriere ha chiesto se prendiamo dei dolci. Che dite voi?» chiese Luca agli appena arrivati. «Ho giusto un piccolo spazio per il dolce. Io lo prendo!» affermò Nelson. «Io passo, sono apposto così» rispose l'altro.
Vogliosi di cioccolato, Nelson, Stiva e Marco, presero un soufflé con cuore caldo con tanto di pallina di gelato annessa. Il tutto ricoperto da una spolverata di zucchero a velo e delle strisciate di topping al cioccolato bianco.
Dalla foto che avevano visto sembrava così delizioso, speravano che poi nella realtà non arrivi una totale distorsione del manicaretto.
Sempre gentile con un sorriso pronto e disponibile, il cameriere porse i soufflé ai commensali che l'avevano ordinato.
«È caldo ma è buonissimo» disse Nelson boccheggiando sperando di calmare il calore con un po' d'aria fresca.

Degli occhi verdi lo osservavano mentre si gustava la prelibatezza mentre fantasticava con la mente...

Si divisero il conto ed uscirono, più che sazi, dal pub.
Adesso ci voleva solo una camminata per smaltire un minimo quello che avevano ingurgitato, prima di andare definitivamente a dormire per mettere la parola fine a quell'interminabile, ma magnifica, giornata.
«Ti va se ci fermiamo per una passeggiata da soli noi due prima di ritirarci nelle camere?» bisbigliò Cesare sfiorandogli la mano. «Mi farebbe molto piacere» repentino bisbigliò Nelson per poi stampargli un bacio sulla guancia.

Le macchine che passavano illuminavano maggiormente la via che percorrevano.
I suoni della città pian piano si stavano leggermente affievolendo con il calare delle tenebre incessanti.

«Ragazzi, io vado a fare altri due passi. Mi sa che qualcosa mi è rimasto sullo stomaco. Meglio se passeggio per qualche altro minuto» finse Cesare.
"L'attore non si smentisce mai" pensò Nelson. «Se vuoi ti faccio compagnia. Sono troppo pieno e non riuscirei a mettermi a letto così» seguendolo a ruota finse anche lui. «Voi che fate?» speranzoso in un rifiuto generale domandò.
«Io vado a letto, sono stanco morto, voglio riposarmi» replicò Frank seguito dall'approvazione degli altri tre.

Alla fine erano riusciti a ritagliarsi un momento solo per loro due in quella bellissima città prima di partire e non vederla più.
Salutarono gli altri, augurandogli una buonanotte, e si incamminarono continuando la strada che avevano di fronte oltrepassando così il B&B.

Dopo un paio di traverse, con ormai la struttura parecchio alle loro spalle, Cesare prese e strinse la mano del compagno incastonando le dita alla perfezione con quelle dell'altro che ricambiò subito.

Finalmente mano nella mano per davvero ora!

#MySpace
Il rischio è una costante per provare un brivido di follia e adrenalina pura!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemelosapere con una stellina e un commento, è importante :)

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