❥Extra 1.

Nelson, preso da una completa euforia, fece un piccolo passo in più prendendo un minimo di iniziativa. Sporgendosi in avanti, continuando a passare la lingua nella bocca dell'altro, si posizionò meglio sulle gambe di Cesare divaricando le proprie. Quello che stava sotto, con un rapido gesto di mani, gli stava alzando la maglia per sfilargliela quando...

Un leggero tonfo proveniente dalla porta chiusa della camera, li pietrificò totalmente!

Nelson, con un balzo quasi felino, scattò via da Cesare allontanandosi verso il tavolino che c'era vicino il divanetto; mentre l'altro prese di corsa il telefono dalla tasca fingendosi in una telefonata.
«Per caso volete farci fare tutto il lavoro da soli scusate?» domandò Frank entrando nella stanza, con il suo solito tono basso e pacato di voce.
Nelson interruppe quella finta ricerca, di un qualsiasi oggetto a caso, voltandosi verso l'interlocutore.
Stravaccato sul divano, dopo un po' Cesare concluse quella chiamata immaginaria con sé stesso. «Certo che no Frank! Ero venuto qui a prendere una cosa dallo zaino e mi hanno chiamato al telefono. Arriviamo subito» parlò alla fine per tutti e due. «Sbrigatevi» un po' rimproverandoli si pronunciò secco.
«Non pensavo riuscissi a saltare così a lungo. Quando vuoi sei agile!» ridendo lo beffeggiò Cesare. «Io invece non pensavo che fossi un attore di questo calibro» ribatté l'altro. Era stato credibilissimo sia per quanto riguarda la falsa telefonata, con i giusti tempi di "botta e risposta", sia per la scusa di dover prendere una cosa dal suo zaino. «Touché!» affermò Cesare alzandosi e mettendosi in piedi.

Una grossa e grassa risata coinvolse entrambi, con il cuore che sembrava esplodere per come batteva all'impazzata dopo quello spavento.

Ci è mancato poco, davvero poco, che venissero scoperti!

Avvicinandosi nuovamente, assaporando così non solo le loro labbra ma anche il gusto del rischio, si incamminarono verso la porta. Con il suo petto, e la sua vita, Cesare premeva l'altro contro di essa. Questa volta prese lui le mani bloccandole nella sua morsa e portandole sopra la testa. Divertito e stuzzicato dalla cosa, Nelson rideva mentre si lasciava baciare, mentre sentiva tutto il corpo dell'altro contro il proprio.

Adesso però era proprio ora di andare ad aiutare gli altri, altrimenti le loro scuse non avrebbero retto per nulla.

Aprendo la porta Cesare uscì per primo. «Sono arrivati i muscoli!» salendo le scale che portavano al palco esordì mostrando i bicipiti. Poco dopo arrivò anche l'altro raggiungendo tutti.
Tra sguardi complici ed ammiccanti, che volano su quel palco, stavano sistemando tutte le loro cose. Battutine per le varie posizioni, chinandosi per prendere e spostare oggetti, riempivano il silenzio che calava di tanto in tanto.

Le lancette del tempo si muovevano in avanti veloci.

D'accordo con il titolare, responsabile della gestione di tutto quanto il locale, depositarono temporaneamente tutto il materiale che avevano lì. Sarebbero passati poi l'indomani mattina a recuperarlo prima di lasciare definitivamente la città. Uscirono dal locale ormai in tardo pomeriggio, alle porte della sera, anche se non sembrava affatto così viste le lunghe giornate del mese corrente che sembravano non finire mai.

Stava appena iniziando a tramontare.

«Cesare, ma... Cos'hai sul collo?» con tono molto curioso, domandò il capellone della band mentre camminavano.
Alla luce naturale del giorno il marchio che, forse involontariamente Nelson gli aveva lasciato, era ancora più evidente sulla delicata pelle chiara di Cesare. Ragionando rapidamente, sempre pronto, il diretto interessato della domanda collegò tutto e capì al volo cosa intendesse Frank. Decise di non tergiversare ma di passare al contrattacco rendendo più credibile la scusa che stava per liberare.
«Pensavate davvero che vi avrei ascoltati per tutto quel tempo senza fare nulla? Poveri illusi!» con il suo solito fare, con tono scherzoso, parlò. «C'era una ragazza che si occupava del Food&Beverage del backstage che non era niente male...» concluse e spiegò facendo un occhiolino a tutti i presenti. «Hai capito Cesare...» in coro dissero gli altri membri del gruppo. Dopo varie risatine e battutine fatte solo per punzecchiarlo, l'argomento si concluse serenamente. Filò tutto liscio come l'olio a quanto pare.
«L'ho detto io che sei un attore professionista!» esclamò sussurrandoglielo delicato all'orecchio sfiorandogli l'indice sinistro con il suo pollice e indice destro. Lasciò poi la presa, nonostante fossero gli ultimi indietro del gruppo. Ridendo di gusto dalla schietta battuta, Cesare riafferrò quella presa mancata per qualche secondo. Non gli dispiaceva affatto la cosa. Fece ricombaciare le loro dita che giocavano a sfiorarsi tra di loro mentre erano intenti a camminare.
Dopo aver capito che Nelson provava i suoi stessi sentimenti, che per mesi aveva tenuto imprigionati da catene in un piccolo scrigno del suo cuore, Cesare si sentiva un pochino più sciolto verso di lui e verso quella "situazione" che si stava creando e plasmando intorno a loro.

Tutto cambia!

Era così strano e nuovo tutto questo, ma liberatorio!
Una nuova città, dove non erano mai stati prima. Nuovi sentimenti che si facevano largo sprigionandosi e fuoriuscendo dai loro animi.
Tutto dannatamente bello da scoprire e vivere!

Prendendo per i fondelli il Rischio, continuavano a tenersi per le dita mentre passeggiavano per la città in direzione del loro alloggio. L'ebrezza di esser scoperti da un momento all'altro dai compagni, leggermente più avanti, creava una suspense ed un circolo di adrenalina altissima!
«Sei davvero bellissimo!» disse timidamente Nelson a voce bassissima senza incrociare il suo sguardo, continuando a guardare in avanti. Anche lui, d'altronde, si sentiva come Cesare. Più sereno, tranquillo, riguardo il nuovissimo Insieme che li circondava. Riguardo quella nuova aura che era appena nata da entrambi.
Un po' impacciato, preso soprattutto alla sprovvista, Cesare non seppe replicare qualcosa.
«Ma con quello al collo sei ancora più bello!» ridacchiò sempre l'autore del complimento di prima. «Questa me la paghi, sappilo!» controbatté.
Tra quel gioco pericoloso con le dita, e qualche chiacchiera con gli latri, erano arrivati davanti il loro B&B. Una volta all'interno chiesero le chiavi e si fermarono un attimo lì nella hall per mettersi d'accordo.
Erano tutti in delle rispettive camere doppie, o matrimoniali. Nelson con Cesare. Frank con Marco e Luca con Stiva.
«Una mezz'oretta e siamo qui di nuovo» parlò chiaro e deciso Frank. Non era così presto per una cena, non avevano di certo tutto il tempo del mondo. I loro stomaci poi parlavano per loro.
Dopo tale affermazione, Cesare scattò verso l'unico ascensore della struttura tirando Nelson con sé per poi chiudere, con il tasto apposito, rapido le porte. Potevano sentire gli altri al di fuori sbuffare e lamentarsi perché non volevano fare le scale e dovevano aspettare il viaggio dell'ascensore.
Senza pensarci un attimo, nemmeno una frazione di secondo, era già incollato alla bocca di Nelson mentre lo premeva contro lo specchio dell'ascensore. Come un'ape su un fiore che ha bisogno di quel nettare dolcissimo da assaporare per nutrirsi.

Il suono robotico dell'ascensore che era arrivato al piano non li fermò di certo!

Sempre incollati l'uno all'altro uscirono dalla cabina.
«C-cesare... Potrebbero... V-veder-...» cercava di parlare Nelson tra i baci complici che non si arrestavano. «Zitto!» baciandolo ancora, cercò di frenare quelle maledette parole che stavano rovinando quel momento.
Arrivati davanti alla porta della loro camera, due porte più in là usciti dall'ascensore, Cesare infilò la chiave nella serratura mentre l'altro diede una breve occhiata per assicurarsi che nessuno fosse sul loro piano. La serratura scattò ed entrarono nella stanza. Nelson, rubandogli lesto le chiavi da mano, fece scattare di nuovo la serratura in chiusura generando un sorriso malizioso sulla bocca di Cesare.
«Abbiamo poco tempo... Dobbiamo solo fare una doccia...» con il fiatone per la foga, parlò l'artefice della chiusura della porta mentre si toglieva le scarpe facendo leva dal tallone prima su una, poi sull'altra.
Cesare si staccò da quell'infinito bacio. «Sei tu che stai continuando a baciarmi...» lo provocò addossandogli la colpa. «Non sembra che hai intenzione di fermarti...» continuò mentre riprese a baciarlo mimandolo per quanto riguardo lo sfilarsi le scarpe.
«Sei tu invece che sembri incollato alle mie labbra» ribatté Nelson.
Arrivati dinnanzi al letto, sorridendo Cesare lo buttò di peso con una spinta dal petto.
«Dobbiamo davvero sbrigarci, non abbiamo tempo!» cercò di dire serio quello steso a letto mentre guardava l'altro togliersi la maglietta. «Ma infatti andiamo a fare la doccia adesso, non voglio fare altro...» ammiccante rispose il muscoloso. Posizionandosi a cavalcioni sull'altro, iniziò a sbottonargli la camicia chinandosi per stampargli un bacio ad ogni bottone che slacciava.

Una scia calda e umida partì dal petto scendendo verso il basso.

L'avvicinarsi dei loro corpi, il riavvicinamento pelle contro pelle, scatenò una bufera di ormoni che librava nell'aria in un profumo distintivo, letale! Di cui si inebriavano le narici respirando a pieno polmoni come fosse una dolce droga.

Ogni bacio era seguito da un leggero gridolino di piacere di quello sotto, che si stava lasciando un attimo andare al piacere rilassandosi.

Cesare era così maledettamente bravo!

L'ultimo bottone era andato e posò così le labbra sull'inguine del ragazzo che inarcò leggermente la schiena.
Rapido aprì anche il bottone dei pantaloni tirando poi giù lentamente la zip, liberando sempre di più i boxer leggermente gonfi. Un furtivo e malizioso bacio si posò su di essi per poi sfilargli definitivamente i pantaloni.
Erano soltanto leggermente imbarazzati, infondo non era la prima volta che si osservavano in intimo.
Nelson scattò di lato facendo passare Cesare nella posizione in cui si trovava lui prima. Il sottile strato del tessuto dei boxer si era posato sul leggero materiale dei suoi shorts.

Entrambi avvertivano tutto da quel contatto!

Cesare così si posizionò meglio sotto di lui facendo una piccola leva alzando il bacino.
Quello a cavalcioni scosse la stessa ridendo sotto i baffi guardando l'espressione, convinta e di concentrazione, che aveva con la lingua di fuori leggermente tra le labbra.
«Sei un provocatore nato tu comunque!» affermò. «Senti chi parla... Ma hai visto cos'ho qui!?» Cesare si indicò la parte sinistra del collo. «Sembra che chissà quale animale selvatico si sia avventato alla mia giugulare con l'intento di uccidermi!» lo prese in giro.
Per la pelle delicata che aveva, quello era decisamente troppo! Il marchio aveva già iniziato ad assumere un leggerissimo tono violaceo, come se fosse un forte livido di conseguenza ad una botta, ma comunque predominava il bordeaux dei capillari venosi rotti.
Prendendo posizione, quest'ultimo impostò le mani dietro la testa.
«Sei tu che ne volevi sempre di più... E poi come hai appena detto prendendo come esempio gli animali, devono pur marcare il loro territorio, no...!?» disse parlando a bassa voce Nelson chinandosi verso di lui per poi baciarlo.
Cesare rimase lì inerme a godersi quel bacio con l'altro sopra comodamente appoggiato alla perfezione!
Soddisfatto del bacio Nelson si mosse verso il basso, verso il petto, per arrivare poi a stuzzicargli i capezzoli mentre gli sbottonava il pantalone. Poco dopo abbassò la zip e di proposito fece scivolare la mano sui suoi boxer accarezzandogli interamente il membro non del tutto dormiente, anzi... «È ora di andare adesso!» esclamò il ricciolino alzandosi di colpo. Un po' interdetto lasciò Cesare steso agiatamente sul letto in attesa di qualcos'altro magari... Lo seguì alla fine in bagno e si ritrovarono entrambi in doccia con soltanto i boxer ancora indosso.
Il getto iniziale, improvviso e gelido, fece sobbalzare entrambi che subito si strinsero. Non riuscivano proprio a resistere!

Come due calamite le loro labbra erano in una continua ricerca l'una delle altre.

Manipolata da Nelson, l'acqua man mano diventava sempre più calda. Le goccioline cadevano dai loro capelli rigando il viso e arrivando su quelle labbra intente a gustarsi ancora e ancora...

L'acqua che scivolava su quei corpi vogliosi rendeva trasparente il tessuto della biancheria intima, rendendo il tutto quasi visibile al 100%!

Ogni tanto si sbirciavano curiosi l'uno il basso ventre dell'altro. Fu Cesare a prendere l'iniziativa infilando le mani, che aveva posizionate sulla vita dell'altro, dentro l'elastico dei boxer. Scorrendo arrivò dietro il fondoschiena lasciandole poi infine cadere ancora più giù.
«Il solito manesco» lo riprese ridendo. Decise poi di fare lo stesso anche lui però. Copiandolo, posizionò così le mani sul suo sedere all'interno dei boxer. «Sodo, vero?» domandò il fisicato. «Molto... Perfetto!» si complimentò strizzandogli un po' le natiche.

Si sollevò una risata mista di un leggero imbarazzo.

Entrambi, da quella presa, spinsero verso il basso per lasciare depositare definitivamente a terra l'ultima cosa che avevano addosso.
«Dobbiamo pur lavarci il papero, no?» con il solito nomignolo che usava parlò Nelson, seguito dall'incontrollata acuta risata distintiva dell'altro.

Erano finalmente nudi uno di fronte all'altro! Potevano iniziare in modo definitivo a lavarsi.

Mentre la schiuma riempiva i loro corpi, pulendoli e rendendoli profumati, Cesare iniziò a massaggiargli il petto insaponandolo maggiormente e iniziando poi a baciargli il collo.
«Adesso arriva la tua vendetta?» disse l'altro, con la testa tirata indietro per l'eccitazione del momento, immaginando il suo scopo finale. «Non ti dispiacerebbe tanto, ammettilo!» rispose.

Nessuna parole fuoriuscì dalla sua bocca come replica. Si sa, chi tace acconsente!

Controllandosi, a differenza di Nelson questo pomeriggio, scese verso la sua scapola. Per quanto volesse lasciargli un segno indelebile visibile a tutti quanti, marchiando così anche lui il territorio, preferì non destare sospetti. Evitò il pericolo che poteva scaturire da quel gesto. Comunque gli lasciò un suo segno sulla pelle, ma era palesemente più nascosto.
In estasi, il ricevitore del succhiotto rimaneva immobile

L'acqua che sgorgava dal soffione della doccia aveva compiuto il suo lavoro.

Freschi, puliti e profumati si stavano ricomponendo con degli accappatoi forniti dalla struttura ricettiva stessa. Scompigliandosi i capelli con il cappuccio, iniziavano a dare una prima asciugatura ai capelli che completò in secondo luogo un phon.
«Potevi anche farmelo sul collo» un po' provocatorio, ma in modo veritiero, disse Nelson dopo aver infilato i pantaloni guardandosi la parte alta del petto. Segretamente avrebbe voluto che quel marchio fosse stato evidente e palese, come quello che aveva Cesare. Decise di indossare una camicia che avrebbe rimasto con vari bottoni non inseriti nelle asole non solo per il caldo, ma anche in modo da sperare che leggermente quel segno d'amore potesse vedersi.
«Non saresti stato bravo come il sottoscritto ad inventare una buona scusa» lo punzecchiò ed immediatamente gli arrivò un oggetto non indentificato addosso. Una goccia di profumo sul collo, e sui polsi, ed erano pronti ad abbandonare la camera.
«Me lo dai un ultimo bacio prima di uscire da questa stanza e fingere che siamo solo amici, "cugini"?» si pronunciò Nelson afferrandolo per i fianchi tirandolo a sé.
«E perché... Cos'è che siamo ora, sentiamo?» sorridendo rispose l'altro dopo un bacio passionale. Negandogli una risposta, Nelson uscì dalla camera e si incamminò verso l'ascensore. Cesare gli stava per correre dietro quando... «Chiudi bene la porta!» esclamò urlando un po' mentre prenotava l'ascensore. L'aveva proprio dimenticato di fare e, percorrendo la strada a ritroso, tornò indietro.
"Testone..." pensò Nelson mentre sorrideva guardandolo.

Gli altri quattro erano già alla hall ad aspettarli.

Tutti pronti per un breve e rapido giro per la città mentre iniziava in contemporanea la ricerca di un pub dove cenare.

#MySpace
Ed eccoci qui con il primo "extra".
Molto avventati hanno rischiato varie volte di essere scoperti ma... Situazioni maggiormente "pericolose" e leggermente "piccanti" accadranno nel capitolo seguente ;) Vi "spoilero" solo che ci sarà del cibo di mezzo...

AMO FOLLEMENTE quando Nelson rinomina il membro "papero", muoio ogni volta dalle risate. Dovevo per forza inserirlo e credo ci stia alla perfezione, HAHAHA.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemelosapere con una stellina e un commento, è importante :)

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