EPILOGO

ALISSA

Un anno dopo.

«Mi odio.» Sbraita Matt da dentro la cabina armadio. «Anzi no, odio il mio cazzo di capo!»

«Non c'è bisogno di odiare nessuno, Matt.» Alzo gli occhi al cielo, mentre le mie labbra si piegano in un sorriso. Mi metto un paio di jeans, che finalmente sono tornati a essere della mia vecchia taglia, e mi infilo le mie Vans.

«Sì, che c'è n'è bisogno.» Brontola, uscendo dalla cabina armadio con solo i boxer addosso e buttando sul letto il suo smoking nero insieme alla camicia bianca. Ho già l'acquolina in bocca al pensiero di vedere mio marito vestito tutto elegante. «Questa fottuta riunione mi sta facendo perdere il primo giorno di asilo dei miei figli, e dici che non dovrei odiarlo?»

«Vorrà dire che li accompagnerai a scuola un altro giorno, amore, non è così terribile.» Mi avvicino e lo bacio sulle labbra. Lui mi circonda la vita e fa scivolare le mani in basso, sul mio sedere e me lo stringe. Sì, è ancora la sua ossessione. E io ne sono super felice. Adoro come continua a guardarmi, a toccarmi, a fare l'amore con me. Come se fosse ancora la prima volta. Nonostante le mie condizioni non siano sempre al massimo, nonostante tutti i cambiamenti che il mio fisico ha subìto, nonostante mi veda spesso senza trucco e con i capelli in completo disastro mentre mi occupo di Ivy e Connor, lui continua a guardarmi come se non esistesse nulla di più bello. Solo quando guarda i suoi figli, i suoi occhi sembrano più luminosi e innamorati.

«Tra quanto dovete uscire?» Strascica la domanda mentre con la bocca scende sul mio collo.

«Tra quaranta minuti.»

«È tanto tempo.» Inizia a baciarmi, bagnando la mia pelle con la lingua. Gesù, le mie gambe stanno già tremando dall'eccitazione e il mio cuore batte come un matto.

«No, se devi preparare la colazione per due bambini, lavarli, vestirli e preparare loro le cose da portare per il primo giorno di scuola.» So già dove vuole andare a parare ma, per quanto ne abbia voglia, non abbiamo abbastanza tempo.

«Ma siamo in due, ricordi?» Alza la testa e mi fa l'occhiolino.

«Okay, hai quindici minuti.» Lo afferro da dietro la nuca e lo attiro sulla mia bocca. Lui grugnisce e mi spinge verso il letto. Cedo, perché tra il lavoro, i bambini e tutti i vari impegni, non ci rimane molto tempo per il sesso e quindi dobbiamo approfittare di ogni momento che ci viene concesso.

«Me ne bastano dieci, zuccherino.» Sorride, con quel suo fare malizioso e seducente e io già sono sul punto di venire. Alla velocità della luce, mi spoglia e si leva di boxer neri, rivelando la sua erezione. Dio, non mi stuferò mai di guardarlo nudo.

«Sei uno spettacolo, cazzo.» Si lecca le labbra, osservandomi con gli occhi che gli brillano dall'eccitazione, mentre con una mano si accarezza l'erezione. Torna sopra di me, mi bacia sulla bocca in modo possessivo, reclamando la mia lingua e mordendomi le labbra. Poi trascina le sue giù, sulla gola, fino ad arrivare al mio seno. Mi succhia un capezzolo, rilasciando un mugolio di apprezzamento e poi continua a scendere. Morde il mio interno coscia, prima di passarci la lingua per lenire il dolore e il mio corpo trema. Il respiro mi esce affannoso e la pelle d'oca mi ricopre dalla testa ai piedi. I suoi occhi non abbandonano i miei, quando la sua lingua finisce sul mio clitoride.

Mi bacia proprio lì, tra le cosce, e io non riesco a reprimere l'urlo che abbandona le mie labbra. Butto la testa all'indietro sul materasso, con gli occhi chiusi, mentre le mie cosce si stringono attorno alla sua testa. Mi aggrappo al lenzuolo sotto di me, mentre ansimo e mi contorco, inarcando la schiena e assecondando i suoi movimenti con il bacino. Mi lecca il clitoride, poi lo succhia e dopo lo lecca di nuovo.

Sono eccitata come non mai e, quando si prende in mano l'erezione e inizia a toccarsi anche lui, la vista mi si appanna. Non riesco più a ragionare, sono sopraffatta dalle sensazioni che la sua lingua e la vista di lui che si masturba mentre mi lecca mi stanno facendo provare.

Quando sono al limite, lui alza la testa e mi guarda con gli occhi lucidi e le labbra umide dei miei umori. Si stende sopra il mio corpo e mi bacia, mentre si spinge dentro di me.

«Dio, è così bello.» Mormora sulle mie labbra. E lo è. Lui che continua a muoversi dentro di me, io che gli circondo le cosce con le gambe e lo tengo stretto contro di me, mentre gli affondo le unghie nel sedere sodo.

«Sto venendo, Matt.» Mi formicolano le punte delle dita, chiudo gli occhi e la mia testa si spegne completamente. Lo risucchio dentro di me, mi stringo attorno al suo sesso mentre il mio corpo trema completamente.

Lui si abbassa a baciarmi, dà altre due spinte profonde e poi mi segue nel suo orgasmo, accompagnato da un gemito profondo. Si lascia andare sul mio corpo sfatto e decomposto dall'orgasmo e affonda la testa nel mio collo.

«Dieci minuti.» Mormora, depositando piccoli baci sul mio collo. Lancio un'occhiata all'orologio sulla parete, ed effettivamente ha rispettato tutti i tempi. Si sposta da sopra di me, si sdraia al mio fianco e mi trascina a sé, stringendomi forte tra le sue braccia. «I cinque minuti che ci restano possiamo utilizzarli per le coccole.»

«Vorrei che non fossero solo cinque.» Non fraintendetemi, adoro la mia vita. Amo la mia famiglia e occuparmi dei miei bambini, amo il mio lavoro. Ma amo anche mio marito e il tempo con lui non sembra mai abbastanza. E a volte mi manca essere solo noi due e avere la possibilità di starcene una giornata intera a letto, a coccolarci, guardare Netflix e fare l'amore tra un episodio e l'altro.

«Non dirlo a me, amore. Sai cosa?» Alza la testa e mi guarda ridacchiando. «Il weekend lo passiamo fuori, solo io e te.»

«E i bambini?»

«Li lasciamo a tua madre.»

«Non possiamo lasciarli due giorni, Matt.»

«Ormai hanno un anno, tesoro, dovremmo cominciare ad abituarci a lasciarli ogni tanto.»

Lo guardo dubbiosa, mordendomi il labbro inferiore. Fino a ora, non mi sono mai separata da loro, nemmeno per una serata da passare con le amiche. Ho ripreso il lavoro solo da poco e, nonostante la nostra tata sia veramente fantastica, mi sento in colpa anche a lasciarli per quelle poche ore. Figuriamoci se potrei mai passare una notte sapendo che sono lontani da me. No, è fuori discussione.

«È troppo presto.»

«E se portassimo con noi anche tua madre e lei badasse ai bambini, mentre noi ci diamo dentro?»

Ridacchio. «Non è male come soluzione.»

«Fantastico.» Si alza, euforico, regalandomi la meravigliosa vista del suo corpo nudo. «Allora chiamo tua madre, prenoto due stanze in un hotel e, mentre tua madre si diverte a fare la super nonna, noi ce ne restiamo in camera a scopare come due adolescenti in calore. Mi piace.»

«Aspetta, che?»

«Ormai hai detto di sì, non puoi rimangiartelo.»

«Okay, ma dove? E non è detto che mia madre accetti.»

«Accetterà, perché mi ama e sa che ho bisogno di tanto sesso per soddisfare i miei bisogni.»

«Che mia madre sappia tutto questo, mi mette leggermente a disagio.»

«Noo, Emma è in pratica il mio migliore amico, non si scandalizza più.» Si infila un paio di boxer puliti e io mi obbligo a non saltargli addosso per strapparglieli di nuovo via. Uno: perché sono una mamma e moglie e non una ninfomane. Due: perché è tardissimo e devo andare a svegliare Ivy e Connor. «E poi, lascia fare a me, amore. Organizzo tutto io.» Mi viene incontro e mi bacia, poi sparisce nel bagno.

Venti minuti più tardi, siamo in cucina. Matt tiene in braccio Ivy e le dà il biberon, mentre lei, mezza assonnata, tiene a stento gli occhi aperti e si rilassa toccando i capelli del padre. Credo che abbia ereditato il mio stesso vizio di accarezzare e arrotolare i capelli, i suoi o quelli degli altri. Ma soprattutto, quelli di Matt. È completamente innamorata del suo papà, e la cosa è assolutamente reciproca. Lei è gelosissima di lui e lui è super geloso di lei. Ogni volta che mi avvicino a mio marito sul divano o per abbracciarlo, lei piange perché vuole venire in mezzo a noi. E ho bisogno di parlarvi di lui? Ha il muso ogni volta che qualcuno, che non sia lui, la tiene in braccio. Quando mio padre passa i pomeriggi a giocare con lei, Matt non fa altro che tenerli d'occhio da lontano. E questo perché mio padre gli darebbe un pugno se solo Matt gli impedisse di passare il tempo con la sua nipotina. Ma quando Steve o Cole o Evan o Dylan – insomma, chiunque – si avvicinano, lui tira fuori gli artigli. E i suoi occhi si infiammano quando sente delle frasi tipo "Buongiorno, principessina mia", "L'amore dello zio", "amore mio". A me fa ridere tantissimo, ma per lui sembra essere una vera e propria tortura. Non oso immaginare il giorno in cui la sua dolce principessa si presenterà a casa con il suo primo fidanzatino. Dovrò portarlo in ospedale, o fargli intraprendere una terapia prima e dopo averlo conosciuto. Forse avrà bisogno anche di qualche psicofarmaco per riprendersi dallo shock.

Per quanto riguarda Connor, hanno un rapporto più complice. Matt passa il tempo a parlargli di Hockey o di football o di come conquistare le donne. Ci fa dei veri e propri discorsi, ma Connor sembra divertirsi parecchio a sentire le stupidaggini che escono fuori dalla bocca di suo padre e gli risponde con qualche sorriso e verso incomprensibile.

Il problema è che ho l'impressione che Matt rimarrà deluso quando scoprirà che quella più viperina, tra i due, è proprio la "sua principessina". Perché Ivy è un disastro ambulante. Nemmeno riesce a tenersi per più di cinque secondi in piedi senza cadere, e già mi sta facendo vedere le stelle. È curiosa, pasticciona e quando mangia, il cibo le arriva ovunque. E, inoltre, è socievole e dà subito confidenza a chiunque. Connor, al contrario, è molto più pacato e timidino. Gli piace stare sulle sue e accoccolarsi sul mio petto, con il ciuccio in bocca e le mani a toccare il mio viso. Lui è un po' più mammone rispetto a sua sorella. E io li amo entrambi più della mia stessa vita.

«Wow, la mia principessina ha finito tutto il biberon. Avevi fame, piccola.» Matt bacia la guancia di Ivy, poi la posa a terra e lei comincia a gattonare in cerca di qualche guaio da combinare.

«Okay, devo andare, sono già in ritardo.» Matt si avvicina a me e a Connor. Si abbassa e bacia dolcemente la fronte di suo figlio. «Ciao, ometto.» Lo saluta, poi mi bacia sulle labbra. «Ci vediamo stasera, chiamami se hai problemi con la scuola. Ti amo.» Mormora e poi sparisce fuori dalla cucina, diretto al lavoro.

Preparo Connor e Ivy, poi li sistemo nel doppio passeggino e siamo pronti per uscire, in direzione della scuola. Invece che a Yonkers, abbiamo preferito iscriverli a una scuola a Manhattan perché i nostri lavori, la mia famiglia e i nostri amici sono tutti lì, quindi abbiamo pensato fosse più comodo per tutti e per qualsiasi esigenza particolare.

Quando arriviamo, ci accoglie subito la maestra dei miei due bambini. È giovane, il che è una cosa che mi fa molto piacere, perché questo vuol dire che è una ragazza con voglia di fare e con la mente aperta. E non passa affatto inosservato il fatto che sia bellissima. Ha degli occhi azzurri che riescono ad abbagliare e una cascata di capelli neri che le cadono ondulati sulle spalle. Non ha un filo di trucco sul viso, eppure la sua pelle è priva di imperfezioni e liscia come quella dei miei due bambini. Quasi mi ritrovo a essere gelosa di lei, del suo fisico formoso e assolutamente perfetto.

«Ciao!» Ci sorride, in un modo talmente entusiasta e allegro che mi rende stranamente tranquilla al pensiero di lasciarla con i miei figli. Matt ha quasi dovuto costringermi a mandarli all'asilo, invece di farli restare con la nostra tata di fiducia. Ma ha ragione, i bambini hanno bisogno di giocare con altri bambini, di socializzare sin da piccoli. «Sono Aimee.»

«Piacere, Alissa. E questi sono Ivy e Connor.»

Lei si abbassa verso di loro e li saluta con la mano e un grande sorriso, poi controlla sulla cartellina che tiene in mano e disegna una spunta vicino ai loro nomi.

«I gemellini Scott, non vedevo l'ora di conoscervi.» Torna a guardarmi. «Io sono la maestra della classe di Ivy e Connor. Ho già il tuo numero e quello di tuo marito, dato che lo avete lasciato al momento dell'iscrizione. Ma preferirei lasciarti il mio numero, in caso avessi bisogno di qualsiasi cosa. So che la prima settimana, o il primo mese, possono essere difficili.»

«Oh, sì, magari. Cercherò di lasciarti lavorare in pace, ma se dovessi avere una crisi di astinenza, potrei almeno essere rassicurata che vada tutto bene.»

Aimee ridacchia e mi detta il suo numero. Ma questa ragazza mi trasmette tanta sicurezza e anche dolcezza. Lo capisco dal modo in cui guarda i bambini che le piace il lavoro che fa.

«Ok, ora proviamo a farli entrare senza di te. Ma se vuoi puoi rimanere qui fuori per un po' di tempo. Abbiamo delle vetrate da cui si vede la classe e sono fantastiche perché i genitori possono vedere i bambini, ma i bambini non possono vedere i genitori.»

«Oh, wow, sì, è fantastico.»

«Bene.»

Una volta che Ivy e Connor sono entrati, mi precipito alle vetrate come una stalker pazza. I miei bambini sono tranquilli e giocano con delle grandi costruzioni.

"Sono entrati. Dovresti vedere come sono teneri con tutti gli altri bambini."

Scrivo a Matt, più che altro per tranquillizzarlo, poi torno a guardare i miei figli. La mia bocca si piega in un sorriso dolce, e mi rendo conto di avere davvero una vita fantastica. Dei bimbi bellissimi e in salute, un marito che mi ama e che amo da impazzire. È perfetta, e spero lo sarà per sempre! 

FINE

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Buonasera, come state?

Eccoci qui. Siamo arrivati alla fine, e non potete nemmeno immaginare come mi senta vuota in questo momento. Matt e Alissa hanno fatto parte della mia vita per più di un anno, e ora mi sembra di abbandonare una parte di me stessa. Ma li rivedremo, ve lo assicuro. 

Intanto, voglio ringraziarvi con tutto il cuore per il sostegno infinito che mi avete dato. Per i sorrisi che mi avete regalato leggendo i vostri i commenti. Per le stelline che avete lasciato a ogni capitolo. Per i complimenti che non avete mai lesinato e che mi hanno fatto emozionare più volte di quelle che riesco a ricordare.

Grazie per aver amato così tanto Matt e Alissa e non averli mai abbandonati. Spero che le prossime storie vi appassioneranno così come è stato con questa. 

Buona lettura, vi adorooo <3

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