CAPITOLO 49
ALISSA
«Cazzo!» Sbraita Matt, mentre raggiungo velocemente le scale. «Cazzo!» Impreca di nuovo, poi sento i suoi passi avvicinarsi alle mie spalle. «Alissa, aspetta.»
«No! Non voglio parlarti ora!» Gli lancio un'occhiataccia da sopra la spalla, sta praticamente correndo per raggiungermi, salendo i gradini a due e due. Anche io cerco di accelerare il mio passo, ma le sue gambe lunghe lo pongono decisamente in una posizione di vantaggio.
«Ti prego, amore, fermati.» Mi placca proprio alla fine delle scale, stringendomi la vita da dietro e dandomi piccoli e dolci baci sul collo. «È successo una vita fa... non è importante.» Le sue parole mi risvegliano e mi scrollo le sue braccia di dosso per voltarmi e fronteggiarlo.
«Non è importante?» Grido, poi mi ricordo che Crudelia è ancora di sotto e che probabilmente sta gioendo e godendo della mia rabbia nei confronti di Matt. Lo afferro per il polso e lo tiro in camera nostra, sbattendo la porta dietro alla sua schiena, una volta entrato. «Non è importante?» Ripeto, incrociando le braccia al petto.
«No, cazzo! No, che non lo è. Parliamo di mesi fa e non stavamo nemmeno insieme.» Ha ragione, forse non dovrei prenderla in questo modo. Forse non dovrei arrabbiarmi tanto per una cosa accaduta una volta e parecchio tempo fa. Ma le sue occhiate verso di lei, il fatto che non abbia allontanato la sua mano dalla coscia mentre parlavano, mi fanno tremare dalla gelosia. Probabilmente è un atteggiamento immaturo, ma, diavolo, è la sua matrigna.
«È la tua maledetta matrigna. La compagna di tuo padre!» Sbraito, fuori di me.
«Oh, avanti, Alissa. Ero solo arrabbiato, non ha significato niente.»
Cala il silenzio per qualche secondo, mentre le mie spalle si rilassano leggermente e la mia rabbia si affievolisce un po'.
«Davvero?» Ora la mia voce è fragile sussurro, piena di tutto ciò che mi rende insicura di me stessa.
«Ma certo, amore mio.» I suoi occhi gridano "credimi", sono supplichevoli e tristi. Ma io sono sopraffatta dalla gelosia.
«Sei...» Alzo lo sguardo per affrontarlo e non tirarmi indietro nella discussione. «sei attratto da lei.» Non è una domanda, più un dato di fatto per me.
«Cosa?» Ridacchia, ma io non ci vedo nulla da ridere. Anzi, le sue risatine di scherno mi fanno solo infuriare ancora di più.
«Tu credi che io sia una cretina, Matt?»
«Adesso? Vuoi proprio che sia sincero? Perché ora sì, lo sembri!» La sua risposta mi spiazza, ma trattengo il mio stupore e socchiudo gli occhi, scrutandolo come se volessi prenderlo a calci nelle palle. «Non sono attratto da Ethel!» Lo dice con un sentore di disgusto o disprezzo nella voce.
«Oh, ho notato. Da come le hai fatto la radiografia al seno quando si è tolta il cappotto!»
«Non le ho fatto una radiografia. Aveva le tette di fuori, stavo solo...» Si blocca, come se non sapesse cosa dire. Forse perché non ha alcuna scusa.
«Stavi solo?» Lo incito.
«Solo... guardando.»
«Oooh!» Mi colpisco con uno schiaffetto la fronte. «Giusto! Giusto! Stavi solo guardando! Che scema che sono.» Scoppio a ridere, ma sono talmente falsa che Matt non ci spera nemmeno che l'arrabbiatura sia passata.
«Avanti, non intendevo...»
«No, no, hai ragione. Guardare si può. Tu...» Mi avvicino e gli affondo l'indice nel petto. «... tu puoi! Io... beh, io potrei essere messa sotto processo, se solo ci provassi. Se domani mi beccassi a guardare il culo di Liam, o di Steve, o persino di Ben, si scatenerebbe una guerra. Ma tu puoi. Giusto?»
«È diverso, e lo sai bene.» Ribatte debolmente.
«Non. È. Diverso.» Faccio un passo indietro e ripristino la distanza tra noi.
«Senti, amore...»
«Non chiamarmi "amore", non ci provare nemmeno, Matt.» Interrompo subito il suo piano di corrompermi.
«Va bene, Alissa. Senti...»
«Matthew!» La voce tonate e da brividi di Robert Scott ci raggiunge dal piano di sotto. Io e Matt ci guardiamo per un attimo, indecisi sul da farsi. Non voglio tornare in salotto, non voglio essere costretta a sopportare il sorrisino arrogante di Ethel, e tanto meno le cattiverie che il padre di Matt pensa di me. Come che io sia un'arrampicatrice sociale come la sua attuale compagna, che è stata in grado di tradirlo con il figlio. Dio, solo il pensiero mi fa venire la nausea.
«Vai, ne parliamo dopo.»
«No, non me ne vado, se so che sei incazzata con me.»
«Vattene, Matthew, ora non riuscirei comunque a essere lucida.»
Tentenna per qualche secondo, poi, con un sospiro rassegnato, annuisce ed esce fuori dalla stanza, lasciandomi sola nella mia autocommiserazione. Mi butto sul letto, intrecciando le dita sulla pancia e fissando il soffitto bianco. Dal soggiorno, arrivano le voci soffuse di Matt e suo padre che parlano. La conversazione non sembra essere più di tanto piacevole, ma scorre velocemente, in un insieme di botta e risposta. Probabilmente, Robert starà cogliendo la palla al balzo per mettere di nuovo suo figlio in guarda da me e dall'arpia arrivista che crede che io sia. Fanculo! Davvero, fanculo! Aspetto un bambino da Matt, saremo una famiglia e quei due esseri malvagi non riusciranno a rovinare tutto. Devo solo trovare il coraggio per dirlo a Matt. Devo ammettere che il suono del campanello che ci ha interrotti un po' mi ha sollevato, ma non mi aspettavo di certo che fosse una stronza racchiusa in uno striminzito tubino nero.
Mentre continuo a rimuginare sul letto, la porta si apre e la testa biondo scuro di Steve fa capolino.
«Ciao, cioccolatino.»
Mi volto sul letto, mettendomi di lato per guardarlo. «Ciao.»
«Matt mi ha detto di venire a vedere come stavi, dato che avete litigato.» Entra e si chiude la porta alle spalle. «Lui è ancora intrappolato con suo padre, che non sembra voler schiodare tanto presto.»
«Ah, ok.» Mormoro, mordicchiandomi le labbra, mentre lui si accomoda accanto a me sul letto.
«Che è successo?» Si mette nella mia stessa posizione, io rivolta verso di lui, lui verso di me.
«Ho scoperto che è stato a letto con la sua matrigna.»
«Chi? Quella bomba sexy qui di sotto?»
«Proprio lei.» Rispondo, disgustata.
«Merda, quel ragazzo me ne dà di soddisfazioni.» Ridacchia e io gli colpisco la spalla con un piccolo schiaffo.
«Sei uno stronzo.» Mi volto e gli do le spalle.
«Okay, okay, scusa. Non sono riuscito a trattenermi.»
«Lo pensavi... è questo che conta.»
«Potresti ritornare a guardarmi? Per quanto mi piaccia il tuo didietro, preferisco parlare con la tua faccia.» Sbuffo, e mi volto di nuovo. «Molto meglio.» Commenta con un sorrisino, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Pensi che lei sia sexy?» Lo so, sembro una bambina insicura e disagiata.
«Sì. Ma questo non vuol dire che tu non lo sia. E Matt ama te.»
Sospiro pesantemente. «Lo so.»
«E allora, qual è il problema?»
«Sono incinta, Steve.» Le parole mi escono fuori dalla bocca prima che io riesca a comprendere ciò che sto facendo. Dovrebbe essere Matt il primo a saperlo, mentre io lo sto dicendo a chiunque tranne che a lui.
«Merda.» Dice solo questo. Una parola. Merda.
«Non so come potrebbe prenderla dopo tutta la storia con Alex. E io mi fido di lui, ma...»
«Ma?»
«Ma... non lo so. Se tornasse il vecchio Matt? Se non volesse questo bambino con me?» Sbuffo e mi alzo dal letto, in preda all'ansia. «Ho sentito quando ha ti ha detto di non volere figli adesso. Che è troppo presto.»
«Non c'entra niente questo. Era tanto per dire. Ma non puoi sapere come potrebbe reagire se non glielo dici.» Anche lui si alza e mi raggiunge al centro della stanza.
«Volevo farlo questa sera, prima che Ethel e suo padre si presentassero qui senza preavviso. Gli avevo preso una cosa...» Vado verso l'armadio e, dalla busta, tiro fuori le scarpette di calzini prese nel mercatino di Natale, questa mattina. «È una stupidaggine, però...» Tronco la frase a metà e Steve mi guarda con tenerezza.
«Mi piacciono.» Sorride. «Wow... non riesco davvero a crederci.» Scuote la testa e chiude gli occhi, come se volesse nascondere l'emozione che sta provando. «E credo che piacerebbero tanto anche a lui, Alissa.»
Annuisco. «Credo di sì.»
«Devi dirglielo, cioccolatino. Non puoi più nasconderglielo.» Mi prende il viso tra le mani e mi bacia sulla guancia. «Capisco che Matt non sia un tipo facile e che tu abbia paura di una reazione esagerata, ma ha il diritto di saperlo.»
«Lo so. Hai ragione. Lo farò appena se ne andrà suo padre. Mi sento tremendamente in colpa a nascondergli una cosa del genere.»
«Brava ragazza.» Mi bacia, toccandomi appena le labbra e poi mi attira a sé in un abbraccio. Alzo gli occhi oltre la sua spalla e sussulto nel vedere Matt dietro di lui, immobile con i pugni chiusi lungo i fianchi e l'espressione infuriata. Dio.
«Matt.» Il suo nome esce dalla mia bocca come un singhiozzo sorpreso. Steve si volta di scatto e, notando la sua espressione e postura, si irrigidisce. Non so cos'abbia esattamente sentito della nostra conversazione, ma di sicuro nulla che gli sia piaciuto. E se avesse sentito tutto?
Nascondo le scarpine dietro la schiena e le rimetto nella busta, perché non sarebbe il miglior modo per sapere di diventare padre.
«Allora? Cos'è questa storia?» La sua voce è bassa e roca.
«Dobbiamo parlare, Matt.»
«Beh, vi lascio da soli.» Steve fa un passo in direzione della porta, ma Matt lo fulmina con lo sguardo.
«Perché non rimani, invece? Sembri c'entrare parecchio in questa storia.»
Steve si acciglia. «Come?»
«Non lo so. La mia ragazza mi nasconde qualcosa e si sente in colpa, da quello che ho capito. E credo che quel qualcosa sia proprio tu, dato che te la baci come se fosse tua. Quindi, perché non rimani?» Matt guarda Steve dall'alto verso il basso, con il disgusto disegnato sulle labbra. Bene, ha completamente frainteso tutto.
«Sei fuori strada, amico.» Prova a difendersi Steve, ma conosco l'espressione di Matt. È quella che gli si forma sul viso quando si convince di qualcosa che non gli piace assolutamente.
«Davvero? Io non credo proprio. Altrimenti, perché la tua bocca del cazzo dovrebbe poggiarsi su quella della mia ragazza?» La rabbia nella sua voce cresce repentinamente, man mano che la sua mente metabolizza tutto quello che ha visto e ha sentito.
«Non l'ho baciata.» Steve ribatte in maniera tranquilla, all'apparenza, ma forse lo fa solo per non far agitare maggiormente Matt. Se si mettesse sulla difensiva, aumenterebbe solo il sospetto di qualcosa che, in realtà, non è mai esistita.
«Matt, Steve non c'entra niente.»
«Ma come sei carina quando lo difendi.» Si volta verso di me, e i suoi occhi sembrano andare a fuoco. «Quindi, hai scoperto improvvisamente di essere innamorata del tuo migliore amico? Che bel cliché del cazzo, Alissa, ti facevo un po' più originale.» Ora, ha alzato il tono della voce e fatto un passo all'interno della stanza.
«Smettila di insinuare queste cose. Smettila!» Grido, ormai spazientita dalla sua continua gelosia ingiustificata.
«Come tu hai insinuato che fossi attratto da Ethel?»
«Non sei attratto da lei, ma ci sei andato a letto! Io e Steve non ci siamo nemmeno mai toccati.»
«Permettimi di dissentire! Ti fai toccare da lui e ora anche baciare sulla bocca.»
«Aspetta, Matt, è colpa mia, solo uno stupido vizio. Ma non c'è niente di più, te l'ho detto.» Cerca di difendermi Steve.
«Ah, quindi gli hai fatto già il terzo grado?» Lo accuso di riflesso.
«Scusami, se voglio essere sicuro che la mia ragazza non mi tradisca con tutta New York!» Le sue parole mi colpiscono come uno schiaffo in piena faccia. Come se io gli avessi mai dato modo di pensare una cosa del genere.
«Bene. Se credi che io sarei mai capace di fare una cosa del genere, allora non dovremmo stare insieme.»
Sussulta, colto di sorpresa, e con la coda dell'occhio, vedo Steve fare lo stesso. Ma poi, Matt riprende la sua aria arrogante e annuisce.
«Hai ragione, forse non dovremmo.» Mi sfida con lo sguardo, come se la sua minaccia dovesse farmi cambiare idea e supplicarlo di non dire certe cose nemmeno per scherzo. Ma se io non sono degna nemmeno di un briciolo della sua fiducia, allora tutta la nostra storia non ha alcun senso. E forse non siamo nemmeno pronti per avere un bambino insieme. Il solo pensiero mi procura una fitta allo stomaco e mi serra la gola.
«Bene.» Come una furia, e totalmente convinta a non lasciar trasparire le mie vere emozioni, mi precipito verso l'armadio. Tiro fuori un borsone da palestra e ci metto dentro un po' di cose essenziali. Mutande, reggiseno, un paio di jeans e qualche maglione.
«Che diavolo fai?» Domanda Matt, circospetto, ma lo ignoro.
«Alissa, avanti, non fare così. Cercate di risolvere la situazione. State litigando per una sciocchezza. Digli quello che devi.» Steve cerca di farmi ragione, ma ormai la rabbia ha preso il sopravvento su di me.
«Ma certo che glielo dico.» Borbotto, mettendomi la borsa su una spalla. Lascio la busta con le scarpine nell'armadio, sotto un cumulo di vestiti, e mi volto di nuovo. Fisso Matt, e lui fissa me. Cerco i suoi occhi, nella speranza che anche questa volta ritratti le sue parole, che mi chieda scusa, che mi tolga questa borsa dalla spalla e mi parli con calma e ragionevolezza. Ma non lo fa. Il suo sguardo è duro e si alterna tra me e Steve, che ricambia senza timore.
«Sai...» Inizia Matt, e poi sorride ma senza ironia. «Non avevi bisogno di una scusa per mollarmi, avresti potuto dirmelo e basta.»
«Scusami?» La mia bocca è completamente spalancata.
«Hai usato la scusa di Ethel per farmi passare come il cattivo, quando sei tu che ti scopi il "tuo migliore amico".»
«Tu sei completamente pazzo, Matt!» Grido e Steve sbuffa, passandosi una mano tra i capelli. Vedo il suo senso di colpa, il rimorso per essersi spinto troppo oltre nonostante l'abbia fatto in buona fede. Matt, comunque, mi ignora completamente e fa un passo nella mia direzione, continuando con le sue speculazioni.
«Mio padre è un grandissimo stronzo, lo sai, no?» Me lo domanda, ma non credo che sia in cerca di una risposta, per cui taccio, cercando di capire fino a che punto ha voglia di arrivare. «Ma prima... ha cercato di avvertirmi, credo.»
«Ma di cosa stai parlando?» Sbotto, esasperata.
«Vi ha visti, nella sua azienda, mano nella mano. E io l'ho anche mandato a fanculo, dicendogli di non parlare mai più di te in questo modo!»
«E hai fatto bene, perché non eravamo mano nella mano, Matt. Non puoi crederlo davvero.» Tento di farlo ragionare, ma continua a ignorare le mie parole.
«Poi, lo caccio di casa e vengo a cercarti e cosa vedo? Lui che ti bacia, cazzo, ti bacia e tu che glielo lasci fare!» Grida mentre pronuncia l'ultima parte della frase.
«Non l'ho baciata!» Sbraita anche Steve.
«Tu sparisci dalla mia vista, prima che faccia qualcosa di cui possa pentirmi amaramente.» Matt gli punta un dito contro.
Steve scuote la testa, a mo' di rifiuto. «Non lascio la stanza come se fossi un vigliacco colpevole. È tutta una grandissima cazzata.»
«Matt.» Lo richiamo, attirando la sua attenzione. «Per favore. È vero, devo parlarti, ma Steve non c'entra niente. Non è di lui che devo parlarti.»
«Beh, io non voglio sentirti, cazzo! Ti tolgo ogni incombenza. Sei libera di andartene.» Le lacrime mi sgorgano fuori come un fiume in piena, ritrovandomi completamente impreparata a controllarle. Mi appoggio una mano sulla pancia piatta, pensando a quanto sia sbagliato tutto ciò.
«Non sei pronto.» Sussurro debolmente e Matt si irrigidisce.
«Vattene.» Sibila a denti stretti, non concedendomi nemmeno la possibilità di spiegargli. Senza aggiungere nemmeno una parola, lo supero e mi avvio verso la porta. Le lacrime non accennano nemmeno a fermarsi, i singhiozzi aumentano e mi rendono difficile respirare regolarmente.
«No, no, no, cazzo! Alissa, aspetta. Non te ne devi andare! Che cazzo, Matt!» Steve tenta di riprendere un po' la situazione, ma Matt sembra irremovibile. La sua più grande paura è un mio tradimento, e ora crede di averlo visto davanti ai suoi occhi. Mi ferisce il fatto che pensi che io sia capace di una cosa del genere, ma la fiducia di Matt è cosa rara e quando viene ferito, tende ad attaccare per proteggersi. Lui è tutta la mia vita, ma se non riesce a capirlo, con quali presupposti possiamo mettere al mondo un bambino e crescerlo insieme?
Entrambi ignoriamo le parole di Steve, nessuno dei due risponde o torna sui suoi passi. Afferro la maniglia della porta, la apro e me ne vado.
Guidare con gli occhi appannati dalle lacrime e in piena notte non è una cosa sicura, per cui, cerco di calmarmi e asciugarmeli. Almeno fino a quando non mi ritroverò al sicuro a casa di mia madre e potrò di nuovo buttarle fuori senza rischiare due vite. La mia e quella del mio bambino. Il mio. Non il nostro. Perché adesso il futuro mi appare così incerto che non so più nemmeno come definirlo.
Quando parcheggio di fronte la villetta di mia madre, mi lascio andare qualche secondo contro il poggiatesta. Respiro a fondo, perché non voglio che Abbie o mia madre mi vedano nello stato pietoso in cui mi trovo. Mi passo le dita sotto gli occhi, tentando, invano, di togliere il mascara e l'eyeliner che mi è colato. Sono un completo disastro. Ho tracce di trucco nero sparse per tutto il viso, ma alla fine decido di fregarmene. In macchina fa freddissimo e ormai è anche tardi e completamente buio fuori.
Esco e, di corsa, raggiungo la porta, che apro con la mia copia delle chiavi. Il caldo dell'interno e il profumo familiare di casa mi avvolgono come una coperta, facendomi sentire subito al sicuro.
«Chi è?» Urla mia madre dal soggiorno. La sua voce allegra mi fa contorcere i visceri dal dolore. Non sono pronta a dire a tutti la verità, ma non ho scelta. Non ho tempo di mettere su la mia faccia da poker e fingere un sorriso, che mia madre fa capolino, sporgendosi in corridoio.
«Amore! Che ci fai qui?» Mi viene incontro con un sorriso e le braccia larghe e, appena mi avvolge nel suo abbraccio confortante, scoppio di nuovo in lacrime. «Amore?» Mamma mi prende per le spalle e mi allontana per guardarmi. «Tesoro, che è successo? Perché stai piangendo?»
«Niente.» Biascico, piagnucolando.
«Niente? Sei disperata... mi fai preoccupare.»
«Credo che Matt mi abbia lasciata, mamma.» Nel dirlo ad alta voce, scoppio e le mie gambe non mi tengono più in piedi. Mi accascio sul pavimento, la borsa che ho sulle spalle si schianta a terra con un tonfo e mia madre si accuccia di conseguenza, preoccupata.
«Cosa? Ma come? perché? Che è successo?» Mi accarezza i capelli e la schiena, in un tentativo di calmarmi. Ma io sono nel bel mezzo di una crisi isterica e i miei singhiozzi sono talmente alti da coprire la voce di mia madre.
«Crede che l'abbia tradito, ma io non l'ho mai fatto. Mai, te lo giuro.»
«Lo so, amore, certo che non lo avresti fatto.»
«Ma lui ne è convinto!» Grido e mi copro la faccia con entrambe le mani.
«Okay, ora calmati, piccola. Vedrai che si sistemerà tutto, è solo un malinteso.» Mamma mi abbraccia.
«Non posso calmarmi, mamma. Perché sono incinta. Sono incinta. E io non so cosa fare!» Lei trasalisce e il suo sedere finisce a terra, tanto è stupita. I miei occhi incontrano i suoi, che sono completamente spalancati. Sbatte le palpebre, come se cercasse di metabolizzare le mie parole.
«Sei... sei...» Non riesce nemmeno a parlare.
«È un completo disastro!»
«No, no, assolutamente no! Piccola mia...» Mamma sembra riprendersi leggermente dallo shock e mi accarezza il viso dolcemente. «Tu e Matt vi volete bene. Vedrai che si sistemerà tutto.» Continua a ripeterlo, ma lei non ha visto come lui mi ha guardata. Come se fossi un essere disgustoso. Mi disprezzava completamente.
«Mi odia, mamma, adesso mi odia. Non vorrà mai questo bambino da me.»
«Lui lo sa?»
Mi limito a scuotere la testa in segno di negazione. «Volevo dirglielo, ma non ho avuto il tempo necessario.»
«Andrà tutto bene, piccola mia, ci sono io qui con te.»
«Prometti?»
«Sempre, amore mio, sempre.» Rimaniamo avvinghiate l'una all'altra di fronte alla porta d'ingresso per non so nemmeno quanto tempo. Fino a quando le mie gambe non riacquisiscono un po' di forza e riescono a portarmi nella mia vecchia camera.
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Buonasera! Come state?
Finalmente ecco il nuovo capitolo! Sono un po' in ansia perché era da parecchio che non ne pubblicavo uno nuovo e questo sicuramente vi avrà fatto anche un po' arrabbiare. Steve ha combinato un piccolo macello e Matt non è riuscito a trattenere la sua gelosia. Come andrà a finire? Il prossimo capitolo sarà POV Matt e vedremo quello che succederà! Fatemi sapere cosa ne pensate sia del capitolo e di ciò che succederà.
Buona lettura! Vi adoro <3
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