CAPITOLO 43
ALISSA
Vengo scossa da un brivido di freddo, sentendomi improvvisamente scoperta. Mugugno qualche lamento e affondo la testa nel cuscino per sfuggire alla luce che entra dall'enorme portafinestra che si apre sul balcone della nostra camera.
Ancora completamente assonnata, sento due mani forti che mi accarezzano i fianchi e si infilano sotto la mia canottiera nera, alzandola leggermente. Una bocca morbida si posa sulla pelle scoperta, bagnandola con la punta della lingua. Il mio corpo si ricopre di pelle d'oca, quando Matt trascina le sue labbra in alto, sfiorando il collo e giungendo al mio orecchio.
«Buongiorno, amore mio.» Sussurra, mentre si tiene sui gomiti per non schiacciarmi con il suo peso. Mi bacia dietro il lobo, dolcemente, poi scende di nuovo verso il basso, fino a sentire il suo respiro risaldarmi la pelle del sedere. «Buongiorno anche a te.» Mi afferra una natica con la mano e la stringe talmente forte da sentire le sue dita imprimersi sulla mia pelle. Sollevo la testa, mi sistemo i capelli che erano finiti di fronte alla faccia e mi volto a guardarlo da sopra la spalla.
«Parli con il mio sedere?» Lo prendo in giro, con la voce ancora roca per il sonno.
«Certo. Lui parla a me e io parlo a lui.» Si abbassa e mi morde, facendomi sussultare per il dolore. Poi bacia lo stesso punto, dove la pelle è arrossata e sensibile.
«Ora è solo mio.» Mormora, tracciando con le dita i contorni del segno che i suoi denti mi hanno lasciato. Si raddrizza, mettendosi in ginocchio sul materasso. I suoi occhi si fanno più scuri, mentre scivolano lentamente su tutto il mio corpo. Mi sento arrossire e quasi vorrei nascondermi dalla sua attenta ispezione, ma in realtà amo quando mi guarda così, facendomi sentire bella.
«Vieni qui da me.» Mi rigiro, posizionandomi di lato sul materasso e picchiettando con il palmo della mano sul posto vuoto accanto a me.
«No, vieni tu da me.» Ordina, poi esegue il suo comando in totale autonomia. Mi prende per i fianchi e mi fa voltare sulla schiena, per poi aprirmi le gambe e posizionarsi tra di loro, ma rimanendo comunque in ginocchio. Il mio corpo freme per la voglia di sentirlo contro di me. Nei suoi occhi c'è lo stesso desiderio, ma riesco a scorgere anche preoccupazione e paura. E io voglio che lui dimentichi, anche solo per un po', le menzogne, i dubbi, il test di paternità e l'imminente conversazione con Alex. Voglio essere colei che lo farà stare bene e che gli toglierà quella patina di dolore dal viso. Voglio essere la sua àncora, la sua spalla, il suo bastone. Qualsiasi cosa di cui pensa di aver bisogno al momento. Qualsiasi.
«Sei così fottutamente bella e dolce e...» Smette di dar voce ai suoi pensieri e afferra i bordi della mia canottiera per togliermela, sfilandomela dalla testa. «... sexy.» termina, leccandosi il labbro inferiore, mentre i suoi occhi sono fissi sul mio seno nudo.
«Ti prego, vieni qui da me.» Lo supplico ancora, allungando una mano verso di lui e afferrando la sua per tirarlo contro di me. Lui si lascia cadere, il suo petto contro il mio seno, i gomiti ai lati della mia testa, le mie gambe attorno alla sua vita e il suo sesso duro contro il mio bagnato, separati solo dal sottile strato di tessuto dei suoi boxer e delle mie mutandine di pizzo.
«So che mi hai detto di stare bene, ma so anche che è una bugia e che non vuoi parlarne.» Sussurro, mentre le mie dita gli accarezzano la guancia ruvida e coperta da un po' di barba.
«Allora non parliamone.» C'è disperazione nella sua voce.
«Va bene. Ma sono qui per te e farò tutto ciò che vuoi. Dimmi solo di cosa hai bisogno.» Labbra contro labbra e occhi negli occhi.
«Di te. Solo di te.» Mi bacia, incastrando il mio labbro inferiore tra le sue. La sua lingua si infila nella mia bocca, alla ricerca della mia. È calda ed esigente e sa di caffè. Si intreccia con la mia, facendomi sospirare dal piacere. Mi prende i capelli in un pugno e mi tira la testa all'indietro per esporre il collo. La sua bocca scende sulla mia gola, baciandola e mordicchiandola. «Voglio sentire il tuo sapore sulla mia lingua.» La sua voce è bassa, roca e sensuale. Vibra contro la mia pelle, facendomi tremare e contrarre i muscoli pelvici. La mia intimità lo brama e si stringe attorno al nulla ogni volta che una parola abbandona la sua bocca.
«Ti prego, Matt, non ce la faccio più.» Stringo i suoi capelli tra le dita, mentre mi contorco sotto i suoi baci. La sua lingua è ovunque, sul collo, sul seno, sulla pancia. Scende sempre più in basso, fino ad arrivare al bordo delle mie mutandine. Con i denti, le afferra e io sollevo il bacino per facilitarlo. Le fa scivolare lungo le mie cosce, fino alle caviglie. Le scalcio per terra, completamente imbambolata a fissarlo. Matt mi alza una gamba e bacia l'interno della caviglia, trascina le labbra verso l'interno coscia e si ferma solo quando la sua bocca è in linea con la mia apertura. Il suo respiro mi solletica, facendomi bagnare ancora di più, per quanto possibile. Non credo di essere mai stata più eccitata di oggi. I miei ormoni sembrano completamente impazziti.
«Matt...» Voglio sentire la sua bocca proprio lì, sulla mia intimità, per la prima volta e allo stesso tempo la cosa mi fa paura. Non gliel'ho mai permesso, perché non sono mai stata in grado di lasciarmi andare fino a quel punto. Ma ora, ne ho bisogno. Il mio corpo lo sta reclamando e io non posso fare nulla per fermarlo.
«Muoio dalla voglia di assaggiarti, cazzo.» Soffia sul mio clitoride già gonfio e sensibile e le mie dita si stringono attorno alle lenzuola. «Dimmi che lo vuoi anche tu.»
«Lo... lo voglio.» Balbetto, totalmente affascinata da lui e ormai con il cervello in blackout. Nei suoi occhi balena un lampo di sorpresa, perché probabilmente si aspettava il mio solito rifiuto. Ma poi, lo stupore lascia spazio solo al desiderio. Matt si precipita sulla mia intimità, passando una sola volta la lingua dal basso verso l'alto. Prende il clitoride tra le labbra e lo succhia disperatamente. La mia schiena si inarca e i miei occhi si serrano.
«La tua fica mi fa impazzire.» Lecca di nuovo dalla mia apertura verso l'alto, passando per il clitoride, raggiungendo l'ombelico, fino ad arrivare al mio seno. Intrappola il capezzolo tra le labbra e lo tira, risucchiandolo nella sua bocca.
«Ti prego, Matt.» Accecata da un desiderio ardente, gli infilo la mano nei capelli e con il palmo cerco di riportare la sua lingua sul mio sesso. Non ce la faccio più. La voglia di sentirlo tra le mie cosce è diventata quasi insopportabile. Matt oppone resistenza, alza il viso e intercetta i miei occhi.
«Dimmi cosa vuoi.» Mi morde il labbro inferiore.
«Che torni a fare quello che stavi facendo.» Scuote la testa, con un sorrisino perverso sul viso. «Ti prego.»
«Devi dirlo.» Che sadico maledetto. Le mie guance avvampano, le labbra si seccano e sono costretta a umidirle con la lingua.
«Voglio che... che...» Sorride al mio imbarazzo e mi impedisce di continuare, dandomi un lento e passionale bacio.
«Ti piacerà, te lo prometto.» Sussurra e poi si abbassa con il viso sulla mia intimità. La sua lingua calda mi accarezza il clitoride e io sono già pronta a scoppiare. Matt mi afferra le cosce e le sue dita si imprimono nella mia pelle, mentre continua i movimenti con la sua bocca. La mia mano gli stringe i capelli, li tira, mentre la mia gola non riesce a trattenere gemiti e mugolii. Non voglio che Steve ci senta, soprattutto dopo quello che mi ha riferito, ma non ne posso fare a meno. La voce abbandona la mia bocca in maniera del tutto involontaria. La sua lingua si muove sul mio clitoride, mentre la mia mano spinge la sua testa sempre di più su di me. Sento il bisogno di muovermi contro la sua bocca, ed è quello che faccio. Il mio bacino inizia a strusciare, ad andare incontro ai suoi movimenti, in cerca di sollievo.
«Matt!» Grido, quando infila due dita dentro di me, continuando la sua dolce tortura con la bocca. «Ti prego, Matt.» Non so per cosa lo sto pregando, so solo che ho bisogno di sentirlo maggiormente su di me e dentro.
«Lasciati andare, amore. Voglio sentirti venire sulla mia lingua.» E la sua voce bassa e il calore che ne deriva bastano a farmi raggiungere il limite. Le mie gambe tremano, le dita dei piedi si arricciano come nei peggiori dei cliché, Il mio intero corpo freme e la mia mente si annebbia, mentre l'orgasmo mi raggiunge. Serro gli occhi e per qualche secondo la testa sembra completamente spegnersi. Ed è proprio per questo che i francesi lo chiamano "la petite morte". Perché è come perdere la coscienza per qualche secondo, il respiro si blocca nei polmoni e tutto intorno sparisce.
Quando riapro gli occhi, Matt mi fissa con la bocca schiusa e ancora bagnata dei miei umori. Si porta le due dita che ha usato su di me alle labbra e ne lecca una per volta, lentamente e sensualmente. Poi fa lo stesso con le sue labbra, passandoci la lingua sopra. E io sono di nuovo eccitata e la voglia di sentirlo interamente dentro di me diventa intollerabile. Fa quasi male. Sento il sangue bruciarmi nelle vene per lui. E dalla situazione sotto i suoi boxer bianchi, capisco che lui non è messo meglio. Alterno gli occhi dal suo viso alla sua erezione e, con un sorrisino fin troppo compiaciuto, si alza e si sfila i boxer sotto il mio sguardo più che attento. Il suo pene rimbalza sul suo addome, quando il tessuto che lo conteneva lo libera, poi punta verso di me. Lui, il suo metro e ottantasette, i suoi muscoli e tutta la sua virilità ritornato a inginocchiarsi sul letto, facendomi leccare le labbra pregustandomi l'attesa.
«Voltati.» Mi ordina e io, troppo concentrata a sbavargli letteralmente addosso, lo guardo confusa. Sbatto le palpebre cercando di capire cosa mi ha chiesto e che vuole fare. Ma Matt sembra impaziente e, vedendomi ancora imbambolata nella stessa posizione, mi afferra per i fianchi e mi volta, facendomi finire a pancia in giù. Con una mano, mi solleva il sedere in aria. Sento le sue dita percorrere la mia spina dorsale, mentre il mio respiro si fa concitato e il cuore inizia a galopparmi nel petto.
«Sei bellissima, cazzo.» Chiudo gli occhi. Mi sento in fiamme.
«Matt...»
«Che c'è, amore mio?» Ogni volta che quelle due parole abbandonano le sue labbra, sento lo stomaco rivoltarsi nell'addome. Le famose farfalle.
«Ti voglio dentro di me.»
Si abbassa e mi bacia sulla schiena, per poi trascinare le labbra sul mio sedere, lasciando anche lì una serie di delicati baci. Nel mentre, sento la sua punta iniziare a strusciarsi tra le mie labbra intime, spargendo la mia eccitazione su tutto il mio sesso.
Si spinge dentro di me, lentamente. Lo sento riempirmi centimetro dopo centimetro, facendomi abituare alle sue dimensioni. La mia intimità si contrae, chiudendosi attorno a lui. Con una lentezza esasperante, si tira fuori da me e con una spinta profonda mi riempie di nuovo. Ringhia, mentre comincia a pompare violentemente dentro e fuori da me. La mia bocca si apre e annaspa in cerca di aria. La guancia è schiacciata sul materasso e struscia sulle lenzuola grigio chiaro del nostro letto.
Matt mi stringe la pelle del sedere tra le dita, lo tiene fermo, mentre lui continua a invadermi selvaggiamente. I suoi gemiti leggeri mi arrivano alle orecchie e la sua voce mi porta di nuovo verso il punto di non ritorno.
Con una mano, mi prende i capelli in una coda e me li tira per farmi alzare. La mia schiena entra in contatto con il suo petto sudato, la sua bocca si posa sul mio collo, mentre i suoi respiri concitati mi accarezzano la pelle. Mi avvolge il braccio attorno alla pancia per tenermi in equilibrio e premermi ancora di più contro di sé. I nostri corpi sudati scivolano l'uno sull'altro a ogni spinta. È magnifico. Riesco a sentirlo ovunque. Matt mi riempie alla perfezione, come se fossimo l'una l'esatta metà dell'altro. E forse Aristofane aveva veramente ragione. Passiamo la nostra vita alla ricerca dell'altra metà della mela, e a volta non riusciamo nemmeno a trovarla. Ma ora, qui, io mi rendo conto di essere una tra le più fortunate donne del pianeta. Perché io ci sono riuscita. La mia parte mancante, quella che il destino voleva tenermi lontana, ma che l'amore ha riunito. Abbiamo combattuto, abbiamo sfidato gli Dèi e abbiamo vinto. Indipendentemente da quello che succederà oggi, da quale sarà il risultato del test, io e Matt ce l'abbiamo fatta. Nulla, nessun imprevisto, potrà mettere in dubbio quello che abbiamo costruito finora. E questo, adesso, è un'assoluta certezza.
Matt mi afferra il mento e mi fa voltare verso di lui da sopra le spalle. Mi guarda fisso negli occhi e appoggia la fronte alla mia, mentre continua con le sue spinte.
«Siamo io e te, Matt. Per sempre.» Sussurro sulle sue labbra, prima che lui le intrappoli tra le sue in un bacio talmente intenso da farmi quasi perdere la coscienza. Le ginocchia mi tremano, quando la sua lingua incontra la mia. Le nostre bocche danzano al ritmo delle nostre intimità che si scontrano. Ingoio i suoi gemiti e lui i miei ansiti.
Quando le dita della mano libera scendono ad accarezzarmi il clitoride, la mia vista si appanna. Una nebbia di piacere mi offusca la mente, mentre le sue dita e il suo sesso mi portano al limite, di nuovo.
«Matt!» Mi aggrappo al suo braccio e con l'altra mano, affondo le dita nel suo collo. Piego la testa all'indietro, appoggiandomi alla sua spalla e lui mi bacia delicatamente dietro il lobo dell'orecchio. Un forte calore nasce dal mio stomaco e si espande in tutto il corpo, mentre tutto si fa nero e raggiungo l'orgasmo, proprio mentre Matt si svuota dentro di me. Aveva detto che voleva usare il preservativo, nonostante prendessi la pillola, ma raramente ha onorato i suoi propositi. So che si fida di me e lui sa che io non riuscirei mai a incastrarlo come ha fatto Alex. Non lo minaccerei mai per farlo rimanere con me. E quando e se un giorno avremo dei bambini, sarà perché lo abbiamo deciso insieme e sappiamo che siamo pronti per affrontare l'esperienza più importante che la vita potrebbe mai offrirci.
Matt respira affannosamente, mentre si riprende. Sento il suo petto sollevarsi contro la mia schiena, mentre le sue mani mi accarezzano i fianchi, la pancia, le cosce. Le sue dita sono delicate e mi riempiono di pelle d'oca, nonostante sia completamente sudata. Inizia a baciarmi dolcemente la guancia, il collo e la spalla, continuando a rimanere dentro di me. E io mi lascio andare e mi godo tutte le attenzioni e le sensazioni che ha voglia di regalarmi. So che la realtà sta per piombarci di nuovo addosso, come un maledetto temporale perennemente in agguato e pronto a metterci in difficoltà. E lo sa anche lui.
Mi rigiro verso di lui e ci ritroviamo l'uno di fronte all'altra, in ginocchio sul nostro letto. Occhi negli occhi. Così simili eppure così diversi. Gli prendo il viso tra le mani e premo le labbra sulle sue.
«Non devi affrontare questa cosa da solo. Io sono con te.»
«Non voglio che ti carichi anche dei miei problemi. Non ti meriti tutta questa merda.» Il suo sguardo nel mio riesce solo a farmi capire la sua sofferenza. Ha paura. Che non sia suo figlio. Che lo sia. Che tutto ciò in cui ha creduto negli ultimi mesi sia tutta una menzogna. Che non lo sia. È confuso, disorientato, e io non ci penso nemmeno a staccarmi da lui ora.
«Non esiste niente in questo mondo che mi impedirà di starti accanto in questo momento, Matt. Niente. Mi hai capito?» Si lecca le labbra e sospira.
«La tua amicizia con Alex ne risentirà, ne sei consapevole?» Sorrido e gli accarezzo la guancia.
«Ho scelto te, ricordi? Non rinuncerò di nuovo a noi e non mi nasconderò da lei ancora una volta. Quindi, ora ci facciamo una doccia per levarci questo sudore di dosso, ci vestiamo e, insieme, andiamo a parlare con Alex e a fare il maledetto test del DNA. Qualsiasi cosa succeda, Matt, andrà tutto bene. Te lo prometto.» L'angolo della sua bocca si piega in un sorriso appena accennato.
«Cosa cazzo ho fatto per meritarti?»
Scrollo le spalle. «Probabilmente quello che ho fatto io per meritare te.»
«Ragazzi! Siete ancora nudi o posso entrare?» La voce di Steve ci raggiunge e ci riporta sulla terra. Eccola, la maledetta realtà.
«Prova a entrare e ti estirpo gli occhi e me li mangio per colazione.» Gli urla Matt di rimando, facendomi scoppiare a ridere. Gli do uno schiaffo sul braccio, notando il suo sorrisino soddisfatto. Si comporta da stronzo con Steve, ma mi sono resa conto benissimo che in realtà lo trova simpatico. E stranamente è molto meno geloso di lui di quanto mi sarei aspettata. «Menomale che avendo una casa nostra, avremmo potuto stare in pace.» Commenta, dandomi una pacca sul sedere per poi scendere dal letto e andare verso la porta.
Mentre cammina, questa volta sono io che mi beo del suo fantastico fondoschiena che si contrae a ogni passo. E quando si gira verso di me, mi becca a fissarlo con un'espressione sognante in faccia. Alza un sopracciglio e non può fare a meno di sorridere compiaciuto, mentre io arrossisco come se la sua lingua non mi abbia fatto vedere tante piccole stelline solo una mezz'ora fa.
«Hai intenzione di coprirti, o preferisci continuare a guardarmi il culo mentre io apro la porta al tuo invadente amico?»
Mi infilo sotto le lenzuola, coprendo il mio corpo nudo, mentre Matt apre uno spiraglio della porta e si affaccia con il viso verso l'esterno.
«Che vuoi?»
«Solo dirvi che Ben sta cercando Alissa e che la vostra prestazione mattutina ha svegliato tutti. Grazie, a proposito. Ero proprio nel bel mezzo di un bellissimo, bellissimo sogno, non so se mi spiego.» Stringo gli occhi e mi copro con il lenzuolo fin sopra i capelli, imbarazzata, anche se la porta già mi nasconde da Steve. Che potrei scommettere l'intero stipendio di questo mese, è estremamente divertito.
«Oh, beh, cazzo. È veramente fantastico. Sono riuscito a farti ricordare come si scopa?» Scuoto la testa e non riesco a reprimere una risatina alla risposta di Matt. Gesù, deve essere sempre così arrogante. E lo adoro.
«Ah, quindi lo fate per me? Tranquillo, amico, me lo ricordo benissimo. Posso prendere in prestito la tua ragazza per dimostrartelo?»
«Ehi!» Abbasso il lenzuolo da sopra la testa e mi acciglio. «Sono proprio qui e ti sento. Non fare lo stronzo!» Gli urlo, infuriata.
«Scusa, cioccolatino, non volevo insultarti. Ma il tuo stronzo fidanzato mette in discussione le mie doti e devo pur difendermi. Sei disponibile per aiutarmi?»
«Non ti mando a fanculo, solo perché ti voglio troppo bene!»
«Beh, ma io no. E sto per mandarti a fare in culo con un biglietto di sola andata, mentre ti prendo a calci nel culo fino a far urlare le tue chiappe pietà.» Ribatte Matt, rimettendo subito al suo posto il mio amico, che sento sospirare.
«Ah... Signori e signore, vi presento Mr. Gentilezza!» La voce di Ben si intromette in questo scambio di batture e provocazioni. Sghignazzo, ancora sotto le coperte, quando sento la porta sbattere e chiudersi.
«E va bene, ce ne andiamo! Vi aspettiamo di sotto.» Urla Ben dall'altra parte della porta ormai chiusa.
«Ti avverto.» Matt mi punta il dito indice contro. «Ti voglio nella doccia entro i prossimi trenta secondi, altrimenti sfogherò la mia frustrazione sui tuoi due amichetti.» Mi minaccia e io scoppio a ridere, facendogli alzare un sopracciglio in segno di sfida. «Pensi davvero che stia scherzando?» Vedendo la sua espressione terribilmente seria, scatto giù dal letto e mi precipito in bagno di corsa, pronta alla nostra doccia.
***************************************************************************
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top