CAPITOLO 31

ALISSA

Matt fa per lasciarmi la mano di fronte all'entrata della sala ricevimento, ma io la stringo nella mia. Lui si volta con un sopracciglio alzato, i suoi occhi si posano sul mio viso, poi sulle nostre mani ancora unite e di nuovo su di me.

«Sei passata dal non voler avere niente a che fare con me per non ferire Alex, a volerla umiliare di fronte a tutti?» Il suo tono non è esattamente di rimprovero, possiede delle leggere sfumature di divertimento. Si capisce benissimo che si sta sforzando per trattenere un sorrisino.

«Così suona cattivo.» Mi imbroncio, anche se so che ha perfettamente ragione. Dobbiamo parlarle, ma non è questo il modo di farla venire a conoscenza di tutta la questione.

«Glielo diremo, okay?» Mi tranquillizza con un leggero bacio sulla bocca e poi abbandona definitivamente la mia mano. «Vai prima tu, io vi raggiungo tra cinque minuti.»

«Va bene.» Faccio un passo, poi mi fermo e mi volto per regalargli un altro bacio, romantico e veloce, prima riprendere a camminare verso l'interno.

«Ah! Alissa?» Mi blocca, chiamandomi, proprio mentre la mia mano si posa sulla maniglia.

«Sì?» Gli sorrido, gli occhi che sprigionano amore.

«Se non vuoi ritrovartelo con le mani mozzate, fai in modo che non te le metta più addosso.» Mi avverte e i miei occhi si alzano a guardare il cielo, mentre la mia bocca si lascia sfuggire un sospiro esasperato. Quando la smetterà di essere geloso del povero Liam? «Dico sul serio, cazzo!» Lo sento urlarmi, mentre mi richiudo la porta alle spalle. Non mi volto, ma riesco a immaginare il suo bellissimo viso imbronciato e distorto dalla rabbia e dalla gelosia.

Arrivo al tavolo pienamente rilassata, felice e anche appagata sessualmente. Dio, non riesco nemmeno ancora a credere a quello che abbiamo fatto, a quello che io ho fatto. Chiunque avrebbe potuto vederci e sarebbe stato l'evento più imbarazzante della mia vita, probabilmente non sarei nemmeno riuscita a superarlo. Sarebbe rimasto incastonato nella mia mente, come un trauma da curare insieme a uno psicoterapeuta. Ma fortunatamente, nessuno ci ha visto e io ho vissuto un momento unico. Talmente bello e passionale da abbattere tutte le mie barriere e portarmi ad avere un orgasmo in un luogo pubblico, fregandomene anche delle circostanze. Nella mia mente si ripropongono ancora le immagini del nostro bacio, così rude e disinibito, e del suo viso distorto dal piacere, mentre la mia mano si stringeva attorno a lui. Riesco a sentire ancora nelle orecchie i nostri gemiti sommessi, gli ansiti. Posso percepire ancora le sue dita dentro di me, su di me, il suo respiro caldo sulle labbra, e il suo petto scontrarsi con il mio a ogni respiro.

Ma appena mi ritrovo tutti gli occhi dei miei amici e delle mie sorelle che mi osservano cercando di carpire qualche verità nascosta, mi rendo che questo è l'ultimo momento in cui dovrei fantasticare su quello che è appena successo.

«Cazzo, sembri completamente sconvolta.» Cole ridacchia, prendendosi una gomitata da Evan e ricevendo un'occhiataccia da Harper.

«Come?» Decido di giocare la carta della "finta tonta", facendo finta di non sapere a cosa si stia riferendo. Ma solo in questo preciso e maledetto istante, mi sto rendendo conto che la situazione non potrebbe essere più chiara di quella che è. Io e Matt siamo spariti, non ho nemmeno idea per quanto tempo, in contemporanea. Dio, che razza di idioti. Cosa ci aspettavamo, che tutti ci ignorassimo?

Mi liscio il maglioncino e la gonna, pensando di mostrare indifferenza, ma in realtà il mio gesto aumenta solo i sospetti che aleggiano nell'aria. Cole ha stampato in faccio un sorrisino che la dice lunga. Tutti gli altri sembrano... pensierosi. Credo che mi stia salendo un po' d'ansia.

Incrocio lo sguardo di Dylan, mio più grande alleato. Culla tra le braccia Sophie, che si è addormentata, e scrolla le spalle come per dire "ormai quel che è fatto è fatto, tesoro, fregatene". "Sì, beh, è proprio un consiglio del cazzo, lo sai?" Cerco di rispondergli con gli occhi e lui fa di nuovo spallucce. Inspiro un'enorme dose di coraggio e guardo Alex, che mi fissa malamente, prima di alzarsi bruscamente.

«Vaffanculo! Sei proprio una stronza, Alissa!» Non mi lascia il tempo di ribattere, che si volta e va a sbattere contro il petto muscoloso di Matt, che è appena rientrato. Lui la guarda, cercando di capire quello che sta succedendo.

«Ti sei divertito, razza di bastardo?» Alex gli spintona il petto e lo sorpassa per dirigersi verso i bagni. Gli occhi di Matt scattano subito nei miei, che però si abbassano, colpevoli. Il senso di colpa mi travolge, ricordandomi che se mi girassi verso Liam, anche in lui riuscirei a leggero solo delusione.

«Che è successo?» Domanda Matt, che sembra tranquillo, al contrario mio che sono un completo fascio di nervi, oltre che imbarazzata sopra ogni limite immaginabile.

«È successo che siete due idioti! Credevate davvero che non lo avrebbe notato?» Ci rimprovera Harper, sospirando come una mamma di fronte all'ennesimo disastro combinato dai suoi bambini. Perché è questo che siamo. Due mocciosi immaturi. O forse solo due innamorati che stanno lottando per il diritto di viversi, senza che nessuno li giudichi.

«Almeno potevate darvi una sistemata, prima di rientrare.» Cole si rilassa sullo schienale della sedia e guarda le parti basse di Matt, alzando un sopracciglio. Il che mi porta automaticamente a voltarmi verso il mio ex, che ha le mani in tasca e lo sguardo perso nel vuoto oltre le vetrate della sala.

«Liam.» Lo chiamo, mettendogli una mano sulla spalla. La sua testa scatta verso di me, e i suoi occhi mi gelano con un'occhiata fredda e completamente delusa. «Mi dispiace, io...» Mi blocca alzando una mano.

«Non dire niente. Ti aspetto in macchina.» La voce e il volto inespressivi, si volta e si allontana a passo svelto verso l'uscita.

«Liam!» Lo richiamo e mi preparo a seguirlo, ma una mano mi blocca per il polso.

«Non ti azzardare a seguirlo!»

«Matt, ti prego, gli devo una spiegazione.» Lo supplico, cercando di farlo ragionare.

«Non gli devi niente, cazzo!» Sibila. «Prendi Sophie e chiama un cazzo di taxi. Non ci torni in macchina con lui.»

«Non essere ridicolo.» Si intromette Evan, e la mia dignità lo ringrazia.

«Tu fatti gli affari tuoi, io vado a vedere come sta Alex.»

Ridacchio e mi libero bruscamente dalla sua presa.

«Ma certo! Ti aspetti che io ignori completamente Liam e torni addirittura in taxi, mentre tu corri dietro a lei? Te lo puoi anche scordare.»

«È diverso. Alex è incinta di mio figlio!» Sbotta, passandosi le mani tra i capelli.

«Appunto!» Mi calmo e afferro il suo viso tra le mani per farmi guardare negli occhi. «Devi fidarti di me, Matt.» Strizza le palpebre, come se si stesse costringendo con tutto sé stesso a fare la cosa giusta. Si passa una mano sul viso e poi annuisce, riaprendo gli occhi.

«Va bene, cazzo, va bene. Mi fido di te, ma ti giuro che lo ammazzo se...» Premo le labbra sulle sue per evitare che termini la sua minaccia e, soprattutto, per far in modo che si rilassi.

«Porca puttana, siete così melodrammatici e smielati.» Cole si scola il suo calice di vino, allungando il braccio sullo schienale della sedia di una ragazza con un caschetto biondo, gli occhi verdi e un fisico mozzafiato stretto in un tubino verde smeraldo. E io, troppo presa e concentrata su altro, non avevo nemmeno mai notato la sua presenza. Oh Dio, andiamo bene. Lei osserva la scena, come se fosse una telenovela, con occhiate poco discrete e piuttosto interessate. Sposto lo sguardo su Cole, corrucciando la fronte in un'esplicita richiesta di colmare la mia insana curiosità. Insomma, non lo vedo da un po', è vero, ma non credevo si fosse impegnato. Lui è sempre stato il tipo da "No alle relazioni, sì al sesso occasionale". Ma l'unica risposta che ricevo dal diretto interessato è un occhiolino divertito. Razza di stronzo!

«Vado, allora.» Riporto lo sguardo su Matt, appuntandomi mentalmente di chiedergli assolutamente chi sia la ragazza che è riuscita a far capitolare anche l'ultimo degli scapoli d'oro, se non il più difficile.

Matt mi bacia la punta del naso e poi, totalmente rassegnato, si volta per raggiungere Alex in bagno, creandomi un moto di gelosia che mi costringo a sopprimere nei meandri della mia anima. Saluto tutti gli altri, prendo Sophie, facendo attenzione a non svegliarla, e raggiungo Liam in macchina.

La mia nipotina si agita leggermente e mugugna qualche lamento, mentre la sistemo sul seggiolino che ho spostato dalla mia auto a quella del mio ex in modo che mi accompagnasse a prenderla. A questo punto, mi chiedo perché diavolo non sia venuta semplicemente da sola. O perché abbia preso la malsana decisione di imboscarmi con Matt, durante un maledetto matrimonio.

Forse perché lui è l'unico in grado di farti perdere il controllo e farti vivere veramente? Mi ricorda il mio amico subconscio. E come dargli torto, dopotutto.

Mi accomodo sul lato passeggeri, vicino a Liam. La cintura mi scivola tra le mani per quanto sono sudate. Sono nervosa e mi sento tremendamente in colpa, ma, nonostante questo, non riesco a rinnegare o a pentirmi nemmeno per un singolo secondo di quello che è successo. È inutile nascondermi dietro stupide scuse, io volevo farlo. Lo volevo più di qualsiasi altra cosa. Il mio corpo necessita di Matt nello stesso modo in cui necessita di bere, di mangiare, di respirare. È un bisogno primario, fisiologico.

«Liam.» Prendo un enorme respiro e mi volto a guardarlo, nonostante le mie guance che vanno completamente a fuoco e l'imbarazzo che provo in questo momento.

«Non ho voglia di discutere, Alissa, e nemmeno di svegliare Sophie.» Mi interrompe subito, senza nemmeno darmi il tempo di dire qualcosa. La sua voce ha perso tutta la gentilezza che di solito la contraddistingue, ha le braccia rigide e le mani che stringono il volante e il cambio. Tiene stretta la mascella e gli occhi azzurri fissi sulla strada. Sembra arrabbiato, ma soprattutto deluso.

«No, devi ascoltarmi, invece. Mi dispiace, non volevo lasciarti lì da solo. Ma non è successo niente con Matt, abbiamo solo parlato un po'.» Mento, non perché mi vergogni di quello che ho fatto, piuttosto perché non voglio ferirlo.

«Ti prego, non mentirmi come se fossi un povero idiota.» Si passa una mano sul viso e, nonostante tutto, la sua voce rimane calma. Il che mi ricorda ancora una volta quanto lui e Matt siano diversi. L'acqua e il fuoco. Il dolce e il salato. La calma e l'impulsività.

«Hai ragione, scusami.» Abbasso gli occhi a guardare le mie cosce, lasciando che la giusta quantità di senso di colpa mi invada completamente.

«Non pretendo niente da te, Alissa. So cosa provi, so che sei innamorata di lui e anche che probabilmente lo sei sempre stata.»

«Non dire così.» Lo interrompo, premendo la mia mano sopra la sua sul cambio. Ho amato Liam, un amore diverso, certo, ma questo non lo rende meno reale. Lui è stato e sempre rimarrà una persona fondamentale nella mia vita, anche se non è l'uomo che voglio al mio fianco.

«È quello che penso, però. Ma non sono arrabbiato con te per questo, Alissa. Non posso odiarti perché non stiamo più insieme. Per quello, posso detestare solo me stesso, dopotutto.»

«Liam.» Cerco di attirare la sua attenzione per almeno un secondo, per fargli capire che l'ho perdonato per quello che ha fatto e che lui dovrebbe fare lo stesso con sé stesso e andare avanti. Ma continua a guardare la strada, mentre i suoi bellissimi occhi si trasformano in un oceano di tristezza.

«Ho fatto la più grande stupidaggine della mia vita e ti ho persa, e mi merito tutto il male che ho provato da quando ci siamo lasciati. Lo so. Ma, ti prego, Alissa. Non usarmi più, solo per farlo ingelosire. Non costringermi a guardare lui che ti fissa come se fossi perennemente nuda, o mentre i tuoi occhi lo venerano come non hanno mai fatto con me. Non aggiungere di proposito sofferenza su quella che già provo ogni giorno vedendoti lontana da me.» Finalmente i suoi occhi si posano per qualche secondo su di me, forse per valutare la mia reazione. Mi sento la persona più stupida e insensibile del pianeta. Sono sorpresa, perché non mi aspettavo che provasse ancora un sentimento così forte nei miei confronti. È passato così tanto tempo da quando ci siamo lasciati e sono successe così tante cose. Ma forse questo è stato solo il mio punto di vista della situazione. Mi prenderei a schiaffi per come mi sono comportata da egoista a Miami, oggi, in tutto questo tempo. Ho sempre evitato di parlare di noi, perché, da brava codarda, avevo paura di sentire una verità che sapevo non essere in grado di sostenere. Questa verità. Non gli ho mai chiesto il suo stato d'animo, non ho mai pensato a come potesse stare. Mi sono sempre illusa che fosse un ragazzo forte, che mi avesse dimenticata, che fossimo solo una coppia di amici. Ma era, appunto, un'illusione.

«Io non credevo... Oddio, mi dispiace tanto, Liam.» Si ferma a un semaforo rosso e si volta verso di me.

«Dio, no, non volevo che piangessi, Alissa, per favore!» Come se ci fosse lui nel torto più totale, mi guarda dispiaciuto e allunga una mano per asciugarmi le lacrime e accarezzarmi una guancia.

«Non essere gentile con me, non me lo merito.»

«Ma che dici? Certo che te lo meriti.» Mi accarezza i capelli con fare amorevole e con il suo solito sorriso gentile stampato sul viso.

Appena il semaforo torna verde, riporta lo sguardo sulla strada e la sua mano afferra la mia per stringerla. Lascio che intrecci le sue dita con le mie, perché so che è quello di cui ha bisogno in questo momento. Un ultimo contatto. Non ho mai chiuso in maniera esplicita e diretta con Liam, non abbiamo mai detto addio alla nostra relazione, e credo fortemente che sia arrivato il momento di farlo. E questa stretta sembra proprio sancire la fine di qualcosa, che spero non sia la nostra amicizia.

Rimaniamo in silenzio per il resto del viaggio e le nostre mani unite fino a quando la Range Rover di Liam non si ferma di fronte casa mia. Esco dall'auto e prendo Sophie dai sedili posteriori, proprio mentre mia madre viene verso di noi. Saluta Liam, che mi ha raggiunta dall'altro lato della vettura, e poi sparisce di nuovo all'interno di casa per portare Sophie al letto.

«Grazie per avermi accompagnato.» Non sapendo come comportarmi dopo la nostra mezza discussione, tengo gli occhi bassi, guardando la punta del mio stivale che disegna dei piccoli cerchi strusciando sull'asfalto.

«Alissa?» Liam richiama la mia attenzione e alzo la testa per guardarlo. Ha gli occhi spenti e tristi, ma le labbra incurvate in un sorriso leggero. «Ascolta... tu sei importante per me. Davvero. Mi sei stata vicino in uno dei momenti più brutti della mia vita, e in quel periodo hai perdonato i miei sbalzi d'umore, il mio rifiuto nei tuoi confronti, il mio tradimento...» Stavolta, è lui ad abbassare gli occhi, come se non fosse degno di pronunciare quella parola e, nel frattempo, guardarmi in faccia. «... insomma, non mi hai mai abbandonato, nonostante ne avessi tutte le ragioni. Anche se ti ho ferita. Per questo, sei diventata una persona fondamentale per me. E io preferisco averti come amica nella mia vita, che non averti affatto. Forse continuerò ad amarti, forse riuscirò ad andare avanti con la mia vita, ma voglio che tu, in un modo o in un altro, ne faccia parte. E sono anche disposto a parlarne con Matt, a spiegargli che la mia amicizia non ha secondi fini, che rispetto... insomma, rispetto...» Senza costringerlo a dire qualcosa che lo ferirebbe, lo zittisco, alzandomi sulle punte e buttandogli le braccia al collo per abbracciarlo.

«Dio, è... è... non ho parole, Liam.» Ed è la verità. Faccio un passo indietro per guardarlo nuovamente negli occhi, anche se i miei sono appannati da un leggero velo di lacrime. «Tu sei un ragazzo fantastico, Liam. Sei... semplicemente perfetto. E io ti voglio talmente tanto bene, che non riesco nemmeno a spiegarlo. Ed è per questo che voglio che tu trovi la donna che ti meriti davvero e che ti ami come è giusto che sia. Anche tu sei una persona importante per me e non permetterei a nessuno, neanche a Matt, di convincermi del contrario. Voglio che continui a far parte della mia vita, ma non voglio farti stare male. Quindi, se credi di non riuscire a gestirlo, o hai bisogno di più tempo, io aspetterò.»

«Non ho bisogno di tempo, Alissa. Te l'ho detto. Ho bisogno di te nella mia vita, anche solo come un'amica. E per moltissime ragioni, oltre al fatto che probabilmente sono ancora innamorato di te. Tu sei gentile, sei buona. Condividi con me lo stesso amore per le persone da aiutare e mi fa sorridere sempre vederti con loro. Come te ne prendi cura, come ti leghi a loro. Sei in grado di riportarmi di buon umore con un solo sorriso. E, soprattutto, sai sempre come aiutarmi nei miei momenti "no". E io non posso perdere tutto questo. Quindi, mi metterò l'anima in pace, sapendo che non ho più alcuna possibilità con te e me la farò passare, qualsiasi cosa sia. Ma, ti prego, non escludermi dalla tua vita e non allontanarmi, solo perché credi che così starei meglio, perché non ci potrebbe essere nulla di più lontano dalla verità.»

«Okay.» La mia voce è un misero sussurro strozzato. Avrebbe potuto essere lui l'uomo della mia vita. Di certo, tutto sarebbe stato più semplice, con meno complicazioni, meno drammi e nessun bambino inaspettato con la mia migliore amica. Ma non sarei stata felice. Il mio cuore non avrebbe sussultato nel vederlo ogni singola volta. La mia vita sarebbe rimasta incompleta e la mia anima avrebbe vagato per sempre alla ricerca della sua parte mancante senza sapere dove cercare. Matt è amore, litigi, passione, ripicche, protezione, gelosia. È tutto.

«Promettimelo, Alissa.» Mi alza il viso prendendomi il mento tra indice e pollice.

«Te lo prometto.» Mi stringe di nuovo tra le sue braccia, mentre con una mano mi accarezza la schiena e con l'altra i capelli. «Ci vediamo domani mattina in ospedale?»

«Sì.» Gli sorrido un'ultima volta e poi scompare nella sua auto. 

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