CAPITOLO 19

ALISSA

Sento di essere decisamente ubriaca, sì. Ma questo è un bene, perché mi ha permesso di affrontare la cena di compleanno di Harper senza drammi, senza litigate che potessero comprometterne la buona riuscita. Mi sono scolata circa una bottiglia di vino, che mischiato ai Martini di oggi pomeriggio mi ha ridotta in delle condizioni indicibili.

Ho cercato di farmi una doccia fredda per riprendermi un pochino, in vista della festa di stasera nella piscina dell'hotel. Un po' mi ha aiutata, ma poi ho pensato che non avrebbe avuto senso cercare di riprendermi da una sbronza, dal momento in cui stasera mi verrà messo a disposizione un open bar che io ho intenzione di prosciugare.

Grazie al cielo, mio padre è venuto a prendere Sophie dopo cena, in modo da non farla assistere al nostro inevitabile devasto totale e, ahimè, anche all'autodistruzione di sua zia.

Ora, l'importante sarebbe quello di riuscire a decidere cosa indossare. Il problema? È che, da ubriaca, le cose che avevo scelto di portarmi da casa, da sobria, mi fanno completamente schifo. Mi ricordano esattamente chi voglio dimenticare di essere per stasera. Un'ingenua, stupida, credulona, ragazza che riesce a rimanere fregata in qualsiasi situazione perché non ha abbastanza palle per reagire o per prendersi quello che vuole nella vita. Quindi, continuo a ballare nuda al ritmo di musica, che ho messo dal cellulare, fregandomene di fare tardi e di non avere nulla che mi piace da indossare. È questo il bello di avere la testa talmente confusa dall'alcol, no?

Saltellando per tutta la stanza, mi infilo un reggiseno di pizzo color carne e una brasiliana abbinata. L'intimo l'ho scelto con cura, perché inconsciamente speravo che Matt l'avrebbe visto e magari strappato via di dosso. Non sapevo fino a che punto fossi fuori strada due giorni fa.

Alla fine, opto per un tubino nero che arriva sopra il ginocchio, con un paio di sandali rossi, comprati un anno fa e mai indossati. Questo perché hanno un maledetto tacco dodici che mi fa dolere i piedi solo a guardarlo. Ma quale giorno più azzeccato, se non uno in cui sei ubriaca ancora prima di allacciare il cinturino alla caviglia?

Vado in bagno e, diversamente dal solito, prendo la malsana decisione di truccarmi in maniera un po' più pesante. Eyeliner, tre strati di mascara e un rossetto rosso acceso che riprende il colore delle scarpe.

Mi guardo allo specchio e, per una volta, non mi trovo disgustosa. Al contrario, mi sento proprio una bomba. Ma probabilmente è l'alcol che distorce la realtà.

Continuando ad ancheggiare e a ballare per tutta la stanza, vado verso il letto e afferro la pochette, per poi uscire dalla mia camera e raggiungere la piscina, dove sono già arrivati tutti.

Attorno alla grande piscina, è pieno di ragazzi e ragazze che chiacchierano e bevono cocktail, muovendosi a tempo di musica.

«Sono arrivata!» Scompiglio i capelli di Dylan, quando gli passo dietro.

«Sei di buonumore.» Mi sorride.

«Ubriaca è più corretto.» Harper mi guarda con un sopracciglio alzato, mentre mi siedo su un divanetto tra Cole e Evan.

«Beh, è una festa. E alle feste ci si ubriaca.» Sghignazzo, voltandomi a guardare alla mia sinistra, dove Alex e Matt sono seduti vicini. Beh, almeno qualcuno ha ottenuto quello che voleva in questa giornata. Di certo, la mia migliore amica non potrà lamentarsi di averli separati stasera. E, a quanto pare, gli ultimatum sono unidirezionali.

Gli occhi di Matt sono puntati sulle mie cosce, lasciate ancora più scoperte ora che mi sono seduta. Il suo sguardo risale sulla mia scollatura, per poi puntarsi sulla mia bocca tinta di rosso. Si passa la lingua sul labbro inferiore, mentre io vado completamente a fuoco. Mi concentro sulla camicia bianca, che lascia intravedere il suo petto definito, si tende sulle spalle larghe e sui bicipiti allenati e lascia scoperti gli avambracci, abbronzati e delineati dalle vene in rilievo.

Ha un atteggiamento particolarmente rilassato, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le mani intrecciate tra loro. Mi sento andare in ebollizione e una fitta quasi dolorosa mi colpisce dritta tra le cosce. Istintivamente, le serro e mi copro la bocca con una mano per costringermi a non emettere nessun suono di piacere e rendermi ridicola di fronte a tutti. Ma i miei occhi non riescono a staccarsi da Matt, bello come un Dio, nei suoi pantaloni neri eleganti e con il suo ciuffo sempre ribelle. Sono eccitata e accaldata, e l'alcol che scorre nel mio sangue non aiuta a migliorare la mia situazione. Matt se ne accorge, perché piega un angolo della bocca in modo beffardo, continuando a puntarmi addosso i suoi occhi ardenti e penetranti. Ma il suo sorriso non ha niente a che vedere con quelli che mi ha rivolto ieri sera, non ha nulla di dolce, di amorevole. No, è pura collera mista a desiderio.

Le gambe prendono a tremarmi, perché più mi guarda così, più io vorrei prenderlo e trascinarlo nella mia camera, nel mio letto e mandare a fanculo Alex e il suo ultimatum di merda. Ma è proprio lei che attira la mia attenzione, quando posa la sua mano sulla coscia muscolosa di Matt. Fisso i miei occhi proprio lì, nel punto in cui le dita di Alex si stringono sul quadricipite del mio amore impossibile, ritrovandomi a invidiarla con tutta me stessa, a odiarla quasi.

Matt si raddrizza, appoggiandosi allo schienale del divanetto su cui è seduto e, continuando a guardarmi costantemente negli occhi, mette un braccio attorno alle spalle della mia amica. Poi si avvicina al suo orecchio per dirle qualcosa che le fa cambiare il colore delle gote in un rosso più acceso del mio rossetto, prima afferrarle la mano e trascinarla lentamente sul suo sesso. Sconvolta, sussulto, deglutendo a vuoto per lo shock. Mi tremano le mani e le palpebre battono a tutta velocità, come in preda a delle convulsioni. Sento lo stomaco stringersi, attorcigliarsi su sé stesso, mentre il cuore palpita nel disperato tentativo di capire cosa sta succedendo.

«Io...» Alzo gli occhi da quella scena a dir poco orrenda e volgare, e mi accorgo che Alex gli sta guardando la bocca, come incantata, come se lo stesse supplicando di baciarla. E lui l'accontenta, lasciandomi completamente imbambolata, incredula e terribilmente ferita. La bocca di Matt si posa su quella di Alex, vorace e impaziente, facendomi sprofondare nel nulla.

Mi asciugo il sudore che mi imperla la fronte, mi tocco la gola, perché non riesco a respirare. Vorrei liberarla dal nodo invisibile che piano piano si fa sempre più stretto e permettere all'aria di raggiungere i polmoni. Vedo le loro lingue scontrarsi, in un bacio languido, perverso, senza vergogna. E più fa male, più i miei occhi mi costringono a guardare, come se non volessero crederci, come se aspettassero impazienti il momento in cui tutto avrà fine, come se da un momento all'altro dovessero accorgersi che è tutta una loro visione, una loro paranoia insensata.

«Non respiro.» Mormoro tra me, reprimendo un conato di vomito e coprendomi la bocca con le dita tremanti, mentre Matt mi lancia occhiate con la coda dell'occhio. La sua lingua continua a leccare con ardore quella di Alex, i suoi denti le mordono le labbra gonfie e Alex geme, senza ritegno, come se non si fosse accorta che tutti stanno assistendo allibiti a quella scena. Mi gira la testa, tutto si fa confuso nella mia testa, la vista sfocata.

Cole mi passa un braccio attorno alla vita e mi stringe una mano attorno al fianco, forse per attirare la mia attenzione. Mi volto a guardarlo, gli occhi spalancati e bagnati e le labbra schiuse. Ha l'espressione intrisa di preoccupazione, mi scruta in volto come se non gli piacesse affatto quello che ha di fronte. Ed effettivamente, non mi sento così bene da poter contraddire la sua idea. Sento che il panico e il dolore stanno avendo la meglio su di me e non so nemmeno come riuscire a riprendere il controllo di me e delle mie emozioni. È tutto troppo. La rottura con Matt, poi il suo ritorno nella mia vita, l'ultimatum di Alex, il nostro bacio di oggi in spiaggia e ora... questo. Il mio cuore già indebolito da tante delusioni, non può reggere niente di più.

«Vieni con me?» Le parole di Cole arrivano offuscate alle mie orecchie, riesco solo a pensare alla gola completamente chiusa che non lascia passare l'aria, alle mani che mi tremano in piena sincronia con le gambe, alla testa che gira. «Andiamo.» Cole mi aiuta ad alzarmi e, impreparata, inciampo sui miei stessi piedi, poi mi aiuta a stabilizzarmi e con delicatezza mi spinge verso la piscina. Da masochista quale sono, mi volto a guardare di nuovo Matt e Alex, lui mi inchioda con un'occhiata mentre continua a invadere la bocca di lei con la lingua e mentre le palpa il sedere con foga, stringendolo con le sue dita affusolate. Guardo per un secondo gli altri, trovando Harper che lo fissa con le sopracciglia aggrottate, Abbie completamente schifata, mentre Evan e Dylan decisamente contrariati e allo stesso tempo afflitti. Ovviamente, Brianna mi guarda con aria compiaciuta e soddisfatta, ora che ha avvalorato le parole che lei stessa mi aveva detto. Io non sono poi così speciale, a lui piacciono le donne, non importa se siano castane, more, con i capelli biondi, alte, basse, tatuate o non. Credevo di averlo cambiato almeno un po', credevo che mi amasse davvero come mi ha detto solo qualche ora fa in spiaggia, ma mi sono sbagliata su tutto. È stata tutta una finzione, una bugia. E, prima che Cole possa spingermi via da quella situazione, Matt e Alex si alzano, lei si imbarazza trovandosi tutti gli sguardi addosso.

«Tranquilla...» Mi dice Matt, totalmente indifferente alle mie condizioni. «Ce ne andiamo noi.» Prende Alex per mano e la trascina verso l'hotel.

«Matt?» Lo richiama Cole, in tono collerico, facendolo voltare di nuovo verso di noi. «Che cazzo stai facendo?»

Matt non risponde, sorride e gli fa un occhiolino, costringendomi ad aggrapparmi alla camicia di Cole per non crollare a terra, poi si gira e riprende a camminare. Alex non mi guarda nemmeno una volta.

«Stai bene?» Cole mi prende il viso tra le mani e mi scruta attentamente.

«Sì.» Rispondo con voce strozzata, dopo forse un minuto passato a fissare il vuoto. «Ho bisogno di qualcosa da bere.» Allontano le sue mani e mi dirigo in direzione del bar, portandomi una mano sul cuore per cercare di lenire il dolore straziante che sento nel petto.

Ordino un Negroni, perché, nonostante mi faccia schifo, è il cocktail più pesante che conosco. La mia conoscenza in fatto di alcol è molto limitata, di solito è Alex che mi consiglia. Alex... Come ha potuto tradirmi così? Come ha potuto fregarsene di me in questo modo, nonostante tutto quello a cui ho rinunciato per lei?

Scolo tutto il mio cocktail, cercando di rimuovere dalla mia testa le immagini che continuano a presentarmisi davanti agli occhi. La mano di Alex su quello che dovrebbe essere solo mio, quella di Matt sul suo sedere, le loro bocce e le loro lingue unite.

«Tutto bene, bambolina?» Mi chiede il barman, fissando la lacrima sulla mia guancia.

«Sì, un altro Negroni per favore.» Rispondo, passandoci le dita sopra per asciugarla.

«Sei sicura? Dovresti andarci piano, bambina.»

«Non sono una bambina, tano meno una bambolina! Fai il tuo lavoro, invece di rompermi!» Sbotto contro il barman, che alza le mani in segno di resa e inizia a prepararmi ciò che gli ho richiesto, facendomi pentire immediatamente del mio comportamento arrogante.

«Grazie e... scusami se sono stata scortese, non volevo.» Borbotto, appena me lo porge, e lui mi fa un sorriso gentile.

Faccio fuori anche il mio secondo superalcolico e mi dirigo verso tutti gli altri, che stanno ballando a bordo piscina.

«Ehi!» Le mie sorelle corrono ad abbracciarmi, e io mi rilasso sentendomi subito confortata. «Dov'eri?» Mi domanda Harper, dispiaciuta.

«Al bar.» Le sorrido per rassicurarla.

«Va tutto bene?» Abbie mi accarezza i capelli in modo affettuoso, attirando i miei occhi su di lei.

«Sì, va tutto bene. Sentite, è il compleanno di Harper, niente drammi, okay? Ho proprio voglia di ballare.» Comincio ad ancheggiare nel mio solito modo sgraziato, reso ancora meno armonico dall'enorme quantità di alcol nel mio corpo. Harper e Abbie annuiscono e si mettono a ballare insieme a me, mentre io do un'ultima occhiata in giro, ancora con un pizzico di speranza che Matt stesse solo bluffando. Ma, quando i miei occhi non lo trovano da nessuna parte, il mio cuore smette di sperare e la testa smette di pensare, lasciandosi andare per permettere all'alcol di fare il suo lavoro.

Chiudo gli occhi e mi godo la serata, sentendomi piano piano sempre più leggera e su di giri.

«Oh, ma dai, non fatemi sentire di troppo!» Mi lamento, nel momento in cui le mie sorelle prendono a ballare con i rispettivi ragazzi. Ma non faccio in tempo a dire altro, che qualcuno mi avvolge un braccio attorno alla vita, facendomi sbattere la schiena contro il suo petto. Per un momento, la mia testa completamente offuscata mi spinge a sperare che sia il mio Matt. Me lo immagino domandarmi scusa per il suo comportamento, ammettere di averlo fatto solo a causa del mio rifiuto, ripetermi che mi ama e chiedermi di non lasciarlo mai più. Ma, appena abbasso gli occhi sul braccio, completamente tatuato, le mie speranze si dissolvono come fumo. Mi volto, ritrovandomi di fronte un sorridente Cole, che mi afferra la mano e mi fa girare su me stessa, per poi schiacciarmi di nuovo contro di sé.

Inizialmente, i nostri, sono dei movimenti del tutto innocenti, ci divertiamo, ridiamo insieme. Ma, senza nemmeno sapere come, ci ritroviamo completamente appiccicati, talmente tanto da sentire il suo cuore battere contro il mio petto e il suo respiro cadermi caldo sul viso.

La testa mi gira a causa dell'alcol, la musica mi rimbomba nelle orecchie, e io vorrei solo mettere a tacere le voci che continuano a ripetermi che Matt è con Alex in questo momento. Vorrei che le continue domande a cui non so rispondere smettessero di vorticarmi nel cervello. Vorrei che lo stomaco smettesse di bruciare, che le mie gambe la finissero di incespicare tra di loro.

Senza neanche pensarci, infilo la mano nei capelli di Cole, spingendolo ad abbassarsi e a baciarmi. Lui mi asseconda, posa le labbra sulle mie ma, appena la mia lingua gli accarezza la bocca, lui tira di scatto la testa all'indietro.

Sbatto le palpebre, mentre lui impreca e si passa una mano tra i capelli.

«Non facciamo cazzate, Alissa.» Mi dice, tornando a guardarmi negli occhi. «Tralasciando il fatto che sei completamente ubriaca e che in condizioni normali non lo avresti mai fatto, io non posso.» Urla per farsi sentire al di sopra della musica.

«Perché?» Gli accarezzo gli addominali, al di sopra della sua maglietta nera, scendendo poi ad afferrargli la mano per posarmela su una natica. «Non piaccio nemmeno a te?»

Cole chiude gli occhi e ispira profondamente, come se cercasse di mantenere il controllo e non perdere la testa.

«Cazzo, Alissa, sì che mi piaci. È tutta la sera che fantastico su tutti i modi possibili in cui potrei strapparti questo vestitino del cazzo e scoparti...» Apre gli occhi, stringe le dita attorno al mio sedere e mi spinge contro la sua erezione. «Ma Matt è il mio migliore amico e, anche se tu riesci a mettermi particolarmente in difficoltà, Alissa, non rischierei mai di mandare tutto a puttane con lui.»

«A Matt non frega un bel niente di me, Cole. Vaffanculo agli amici, dove sono il tuo e la mia, eh?» Mi aggrappo alle sue spalle per avvicinare la bocca al suo orecchio. «A scopare, Cole... Insieme! E di certo non si stanno facendo tutti i problemi che ci stiamo facendo noi.»

«Non diresti così, se non avessi bevuto come una spugna per tutto il cazzo di giorno.» Mi prende per le braccia e mi allontana da lui.

«Oh, ma certo, hai paura anche tu del grande Matt. Colui che può comportarsi come vuole e non portare rispetto a nessuno, ma a cui tutti glielo devono. Fanculo! Me ne frego, troverò sicuramente qualcuno disposto a darmi quel che voglio per stanotte.» Grido, incazzata come mai. Non solo ho dovuto subire l'umiliazione più grande di tutta la mia esistenza ma, anche quando non c'è, Matt ha il potere di controllare la mia vita di merda.

«E cos'è che vorresti esattamente, Alissa?» Cole alza gli occhi dietro le mie spalle, e a me non serve girarmi per sapere a chi appartiene quella voce e quella domanda.

«Non so, avevo pensato al cazzo di Cole, ma a quanto pare il tuo amichetto se la fa sotto.» Ribatto, continuando a guardare Cole, che alza un sopracciglio, completamente stupefatto dalle mie parole.

Scuoto la testa, e mi volto a guardare lo stronzo. Per niente intimidita dal suo sguardo di rimprovero e dalla sua mascella contratta dalla rabbia, fisso i miei occhi in quelli castani di Matt.

«Semplicemente, Cole tiene alla sua vita.» Ribatte, lanciando un'occhiataccia al suo amico dietro di me.

«Oh, sì, certo.» Scoppio in una risata isterica, facendogli aggrottare le sopracciglia. «Come se ti importasse qualcosa.» Continuando a ridacchiare, mi volto e mi dirigo verso l'entrata dell'hotel.

«Alissa, dove cazzo vai?» Mi richiama Cole.

«A cercare qualcuno che smetta di fantasticare su di me e agisca.» Lo provoco, girandomi a guardarlo da sopra la spalla.

«Stavi fantasticando su di lei?» Sento dire a Matt, mentre riprendo a camminare.

«Certo che sì. Cazzo, ma l'hai vista?» Si giustifica Cole, facendomi sospirare esasperata.

«Alissa!» Sento Matt seguirmi, riesco percepire nelle orecchie il suo respiro compromesso dalla rabbia, i suoi passi pesanti, il suo corpo sfiorare la mia schiena. «Dove vai?» Mi domanda, credendo di avere ancora il diritto di rivolgermi la parola. Lui continua a pensare che sia tutto un gioco, che io lo perdonerò come ho sempre fatto, che mi farò imbambolare dalla sua bellezza, dal suo modo di fare seducente. Ma non è mai stato più lontano dalla verità.

Inchiodo e mi volto, costringendolo a fermarsi bruscamente per non venirmi a sbattere contro.

«Lasciami in pace!» Lo guardo con disgusto dall'alto al basso, non riuscendo nemmeno a riconoscere più la persona di fronte a me. Ricomincio a camminare in direzione dell'hotel per mettere finalmente la parola fine a questa giornata, ma un'altra persona mi sbarra la strada.

«Alissa...» Alex mi guarda dispiaciuta, allunga una mano per toccarmi, ma faccio un passo indietro per evitarlo. Con Matt alle mie spalle e Alex di fronte, mi sento completamente braccata, come se mi trovassi in un letto d'ospedale, completamente immobile, e qualcuno mi stesse soffocando con un cuscino. «Alissa, ascolta, lasciami parlare.»

«Oh, non credo che ci sia molto da dire, Alex.» Rispondo con una freddezza che mi è totalmente estranea. Di solito, non riesco a essere arrabbiata con le persone a cui tengo, ma credo che questa sera sia Matt che Alex abbiano sorpassato qualsiasi limite. Sono furiosa e anche ubriaca, quindi non sarà facile farmi ragionare e cercare di avere una conversazione civile con me. Sento che potrei spaccare il mondo, che potrei perdere completamente le staffe, che potrei rovinare per sempre un'amicizia che dura praticamente da sempre. Mi sento tradita e ferita ancora una volta. «E ora, scusatemi, ho proprio voglia di un bel bagno!» Mi levo il vestito, sfilandomelo dalla testa e rimanendo in intimo, sotto lo sguardo sbigottito di quella che dovrebbe essere la mia migliore amica. Gli occhi di Matt non riesco a vederli, ma li sento perfettamente bruciarmi sulla schiena. Riesco benissimo a immaginare nella mia testa la sua espressione adirata e confusa allo stesso tempo. Le palpebre strette, la mascella dura e lineamenti tirati dalla rabbia. O almeno, questo è quello che penso farebbe il vecchio Matt. Quello che tiene a me, che mi rispetta nonostante le litigate e le stronzate che entrambi abbiamo sempre fatto, quello a cui piace ferirmi solo per proteggersi ma che non mi avrebbe mai spezzato in due nel modo in cui ha fatto stasera.

«Alissa, che stai facendo? Non hai nemmeno il costume, sei ubriaca...» Mi fa la predica Alex, fingendosi preoccupata per me. Ora si preoccupa? Ora vuole proteggermi? È da lei che mi dovrei proteggere, da lei e dall'idiota dietro di me, che credo abbia fatto un passo per avvicinarsi a me e coprirmi il più possibile dagli occhi di tutti.

Per avvalorare la mia tesi, mi volto a guardarlo da sopra la spalla, ritrovandolo quasi attaccato al mio corpo, mentre si guarda intorno per controllare che nessuno mi stia osservando, con un'espressione furiosa in volto, proprio come avevo previsto. Beh, almeno ha la decenza di rimanere in silenzio senza avvalersi del diritto di farmi una predica inopportuna.

«Che c'è, sei geloso che qualcuno possa vedermi in intimo?» Lo stuzzico, ricordandomi che forse dovrei bere più spesso, perché, diavolo, l'alcol mi rende veramente una stronza determinata. Mi rilassa, lascia che le parole sgorghino fuori dalla mia bocca, invece di incastrarsi in gola per la paura di ferire o di rendermi ridicola. È liberatorio.

«Stai facendo la ragazzina del cazzo, Alissa. Mettiti questo fottuto vestito.» Sibila furioso, puntando i suoi occhi duri nei miei.

«Sì, sei proprio geloso.» Sorrido soddisfatta, voltandomi completamente verso di lui e avvolgendogli le braccia attorno al collo.

«Alissa...» Inizia a parlare, ma poi si blocca per fissare un ragazzo dietro le mie spalle. «Che cazzo guardi tu?» Lo rimprovera brusco, coprendomi le natiche con le mani grandi. «Sparisci, coglione!» Il suo alito che odora di alcol, mi fa supporre che anche lui non ci sia andato poi così leggero nel bere stasera, ma questo non lo giustifica. Probabilmente si sarà fatto una bevuta post coito. Ridacchio, non trovando nemmeno la situazione poi tanto divertente, e mi volto a guardare Alex.

«Sai, ha una strana ossessione per il mio sedere.» La informo, orgogliosa, mentre lei mi guarda tristemente e quasi con le lacrime agli occhi. «O lo fa anche con te?» Le domando poi, fingendomi curiosa, anche se il solo pensiero che possa toccarla come fa come me e il mio corpo mi dà il voltastomaco. «Forse hai una fissa in generale?» Torno a guardare Matt, in attesa di una risposta.

«Lo sai che adoro il tuo culo da impazzire, ma ora smettila, così la ferisci. E non è quello che vuoi.» Si piega per sussurrarmi all'orecchio, spostando le mani dal mio fondoschiena e lasciandole cadere lungo i fianchi. Certo, lui può permettersi di fare i suoi giochetti, di farmi male, ma io non posso fare lo stesso. Questo perché lui è Matt e io sono Alissa.

«Spero che ti sia piaciuto palparmi il culo, perché questa è l'ultima volta che ti permetto di toccarmi. Tu per me sei morto. Tu e lei.» Indico Alex con un cenno del mento, capendo che non si è persa nulla della mia ultima frase. Mi rimetto il vestino, stanca del mio stesso teatrino, giro i tacchi e me ne vado in direzione dell'entrata dell'hotel. E da che questa mattina avrei dato tutto pur di tenere entrambi nella mia vita, ora il mio cuore spera solo di riuscire a dimenticarsi di loro prima di morire di dolore.

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