CAPITOLO 14

ALISSA

Dopo una pessima giornata in spiaggia, passata a ignorare Matt e, al contempo, a essere ignorata dalla mia migliore amica, mi ritrovo di nuovo nella mia camera. Sto solo attendendo il momento della mia morte, quando le mie sorelle, come al loro solito, mi obbligheranno a fare un giro su una delle attrazioni del Luna park.

Sbuffo e mi allaccio i gancetti del reggiseno dietro la schiena. Ancora in mutande e con un asciugamano in testa a coprirmi i capelli bagnati, mi dirigo in bagno. Dal mio beauty, afferro la crema per il corpo, al profumo di cocco, la mia preferita. Inizio a spalmarla sulle gambe abbronzate, sull'addome e infine sulle braccia. La mia pelle è tendenzialmente molto secca, soprattutto dopo una giornata di mare, perciò ne applico un bel po'. Anche se non credo che a Matt piaccia molto questo odore così dolce, tanto che a Miami, dopo la nostra prima notte insieme, aveva intenzione di lavare le sue lenzuola.

Sospiro stancamente e richiudo il tubetto per riporlo al suo posto. Prendo anche la crema per il viso, dello stesso tipo, e inizio a stenderla sulla pelle. Dopotutto, cosa dovrebbe importarmene se a quell'egocentrico non piace il mio profumo? Assolutamente nulla. Non potrei mai cambiare i miei gusti o il mio modo d'essere solo per compiacere qualcun altro, nemmeno per Matt. Il mio carattere è pieno zeppo di difetti, certo: sono timida, introversa, forse troppo buona e accondiscendente. Ma vado molto fiera del fatto che non mi sia mai lasciata condizionare da nessuno, che non sia mai cambiata per omologarmi alla massa e che sia sempre rimasta me stessa, nel bene e nel male.

Applicata una sottile linea di eyeliner, metto un po' di mascara sulle ciglia per infoltirle e renderle più lunghe, e torno in camera per finire di vestirmi. Infilo un paio di jeans a vita alta, un po' più attillati di quanto ricordassi dopo averli provati nel camerino del negozio. Dall'armadio, prendo una magliettina di cotone nera corta con delle margherite bianche disegnate sopra. Cerco di infilarla, ma il piano fallisce miseramente, quando l'asciugamano rimane intrappolato nel buco per la testa. Faccio sempre lo stesso, stupido errore, costringendomi a faticare il doppio per indossare una misera maglietta.

Stizzita, tolgo l'asciugamano dai capelli e lo butto sul letto. Afferro le mie Vans dal pavimento e mi siedo sul materasso per infilarmele, finisco di allacciarle e mi alzo, sentendo il sedere bagnato.

«Ma che diavolo...» Borbotto, toccandomi il tessuto dei jeans. Lancio un'occhiata a dove ero seduta, e mi rendo conto di essermi messa sopra all'asciugamano bagnato. «Sei un disastro, Alissa!» Mi rimprovero, afferrando la borsa dall'attaccapanni. Non mi prendo la briga di asciugarmi i capelli, dato che non lo faccio quasi mai, soprattutto in estate. È un pessimo vizio lo so, ma usare il phon è una delle cose che odio di più al mondo.

Abbandono la mia stanza e mi dirigo in quella di Alex, per dissipare la tensione che si è creata stamattina a causa della mia bravata. Ho lasciato andare Matt per lei, ed è stato il sacrificio più grande che abbia mai dovuto fare nella mia vita, quindi non ho intenzione di vanificare tutto con delle stupide litigate prive di senso.

Picchietto il pugno sulla superficie bianca della porta numero 360 e attendo che mi apra. Faccio vagare lo sguardo sulle pareti grigie scure, tristi e impersonali, mentre penso a come potrei risolvere la situazione. Busso di nuovo, data la mancata risposta ma, dopo un minuto, sono ancora lì fuori e quindi deduco che in camera non ci sia nessuno.

«Alissa!» Mi volto verso Cole, all'altro lato del corridoio. Sorride e viene verso di me, con il suo solito modo di fare spavaldo e con una sigaretta spenta incastrata tra le labbra. «Che stai facendo?» Mi domanda, appena mi raggiunge.

«Cercavo Alex, ma non credo sia in camera.» Sospiro rassegnata, e comincio a camminare affianco a Cole lungo il corridoio, per raggiungere l'ascensore.

«A parte che quella non è la stanza di Alex.» Mi informa, prendendo la sigaretta dalle labbra e voltandosi a guardami, con in viso un sorriso divertito.

«Cosa? Come no?» Ribatto, accigliata.

«No, è la 350» Si morde il labbro, come se si volesse trattenere dal prendersi gioco di me. «E comunque, Alex è in camera mia. Lei e Matt stavano discutendo di...» Aggrotta la fronte e alza gli occhi al soffitto, in un'espressione pensierosa. «... Non ho la più pallida idea di che cazzo stavano parlando, in realtà. Il mio cervello ha smesso di ascoltarli appena ha sentito la parola "bambino".»

Tento di sorridergli, ma evito di guardarlo per non fargli capire il mio stato d'animo.

«Ehi.» Cole mi afferra per un polso, facendo arrestare i miei passi. Mi volto verso di lui, che mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, con la stessa mano con cui tiene la sua sigaretta. Poi mi fa scivolare le stesse dita sotto il mento, per costringermi a guardarlo. «Non fare quella faccia triste, Alissa. Non stavano facendo nulla di male, tranquilla. Matt non si scoperebbe mai Alex, di nuovo, se questo significasse perdere te...» Parla in maniera dolce, il che mi fa sgranare gli occhi. Non mi aspettavo un atteggiamento e delle parole del genere da Cole. «... Sarebbe un vero coglione, se lo facesse.» Aggiunge, poi, scendendo con lo sguardo sulla mia bocca. Si lecca le labbra e continua a fissare le mie, perso in chissà quale pensiero su di loro. È difficile interpretare Cole, spesso finge di provarci con me solo per far innervosire Matt. Ma alcune volte, come adesso per esempio, mi guarda con uno strano luccichio di desiderio negli occhi. Ma non ne sono sicura, non sono mai stata molto brava a interpretare certi segnali. E poi, Cole è talmente bello che potrebbe avere chiunque desideri. Senza tralasciare il fatto che io sia completamente persa per il suo migliore amico, e che non riuscirei mai a ricambiare il suo ipotetico interesse nei miei confronti. No, di sicuro è la mia immaginazione che fa brutti scherzi.

Credo che tu stia leggermente sopravvalutando te stessa, Alissa.

Imbarazzata, mi schiarisco la voce e gli sorrido debolmente, riportando l'attenzione dei suoi occhi ai miei.

«Ma bene... guarda chi c'è.» La voce stridula e fastidiosa di Brianna interrompe il nostro contatto visivo. Cole allontana subito le dita dal mio mento e si volta verso la bella bionda, rivolgendole uno sguardo truce. Ci mancava solo la regina degli inferi a migliorare questa pietosa giornata. Sapevo che ci avrebbe raggiunti per la serata, ma speravo in una ruota bucata in autostrada, o un guasto al motore. «Non ti facevo così, piccola Alissa.» Brianna ridacchia e inchioda i suoi occhi azzurri e cattivi su di me.

«Così come?» Domando, irritata. Non che mi interessi la sua opinione, ma sono molto curiosa di ascoltare quale cattiveria ha partorito la sua mente contorta e malata.

«Insaziabile, direi. Matt... Cole...» Lancia un'occhiata sbieca a quest'ultimo, che si irrigidisce vicino a me. «Sai, non dovresti metterti in mezzo a un'amicizia che dura da una vita. Io mi sentirei veramente una... stronza!» Continua a insultarmi, con un sorriso sprezzante dedicato tutto solo e soltanto a me. «Chissà cosa avrebbe detto Matt, se vi avesse beccato lui in atteggiamenti a dir poco... ambigui.» Si porta l'indice sul mento e riflette sulle sue stesse parole.

«Tu sei completamente pazza. La tua mente è fuori controllo!» Ribatto, indispettita, sentendo gli occhi Cole puntati su di me. «Diresti qualsiasi cosa per farmi passare per una persona che non sono.»

«Ti sbagli. Perché io sono l'unica a vederti realmente per quella che sei. Tutti innamorati della piccola e indifesa Alissa. Ma per favore... la verità è che tu hai capito tutto nella vita. Fare la finta ingenua ti frutta parecchio però, da quello che vedo.» Dopo avermi sputato la sua cattiveria addosso, torna a squadrare dall'alto al basso Cole.

«Stai esagerando, cazzo.» Interviene proprio quest'ultimo, dato che io sono completamente senza parole. È davvero così che Brianna mi vede?

«Certo... Siete ridicoli tu e quell'altro. Le andate dietro come dei fottuti cagnolini e ve la litigate come due ragazzini.» Sbotta, fuori di sé, la bionda. Io continuo a fissarla ad occhi e bocca aperta.

«Cosa cazzo ti sei fumata?» Cole da voce alle mie domande, poiché io sono troppo imbambolata per ribattere. «Vedi di placare la tua gelosia. Sembri una appena uscita da un manicomio.» Aggiunge, poi, con una tranquillità notevole. Le narici di Brianna si allargano dalla rabbia, ma non fa in tempo a ribattere che un uomo elegante si dirige verso di noi, attirando la nostra attenzione.

«Ah, tesoro, eccoti.» Esordisce il ragazzo, passando un braccio attorno al fianco di Brianna e guardandola con adorazione. Aggrotto le sopracciglia e osservo la scena, ancora più inebetita di quanto non lo fossi nei cinque minuti precedenti.

«Cole, è un piacere rivederti.» Il ragazzo sorride in direzione del moro alla mia destra, porgendo la mano in saluto. Poi, si volta verso di me e mi sorride gentilmente. «Ciao, sono Chris, il fidanzato di Brianna. Non credo ci siamo mai visti.» Sussulto, non appena il mio cervello collega tutte le informazioni a mia disposizione, facendomi finalmente rendere conto che quello che è davanti a me, altro non è che il pover'uomo che ha deciso di sposarsi la strega malvagia. Per una come Brianna, di certo mi sarei immaginata uno stronzo arrogante e snob. Ma il ragazzo qui di fronte non sembra nessuno di tutti e due. Ha l'aria gentile, dolce. È elegante con la sua polo bianca, i pantaloni beige e i mocassini, ma non ostenta superiorità. L'unica cosa che sembra avere in comune con Brianna sono gli occhi dello stesso colore. «Qualcosa non va?» Sbatto le palpebre e sgrano gli occhi, quando mi rendo conto che lo sto letteralmente studiando da capo a piedi, mentre lui ha ancora una mano tesa nella mia direzione.

«Oh... ehm... no, no.» Balbetto, in difficoltà. Brianna sembra nervosa e mi osserva come se avesse paura di me. E so anche bene il perché. Potrei benissimo spifferare al suo futuro marito quanto poco rispetto la sua fidanzata porti a lui e alla loro relazione. Potrei tranquillamente salvarlo dal suo destino così ingiusto e cattivo. Ma mi limito a stringere la mano di Chris, con un sorriso. «Sono Alissa.» Mi presento, infine.

«Ah, la sorella di Harper, è un vero piacere. Credo che gli altri ci stiano aspettando nella hall per la serata.» Ci informa, e più i suoi modi si fanno gentili, più provo un'immensa tenerezza per colui che prima o poi vincerà una medaglia al valore, solo per riuscire a sopportare Brianna per più di dieci minuti di seguito.

Tutti e quattro scendiamo, in silenzio, nella hall e raggiungiamo tutti gli altri. Sembra che l'arrivo di Chris abbia chiuso la boccaccia insopportabile della sua fidanzata, e questa è la prima gioia della giornata. Al momento, ho bisogno di molta tranquillità e di prepararmi per quello che mi attende.

«Dov'è Alex?» Domando al gruppo, non vedendola insieme a tutti gli altri.

«Non viene. Si sente stanca e, comunque, non potrebbe salire su nessun'attrazione nelle sue condizioni.» Mi spiega prontamente Matt, che sembra proprio un fidanzatino premuroso, attento alle esigenze della sua donna.

«Bene.» Rispondo, mentre la gelosia invade ogni mio tessuto. Lui alza un sopracciglio, sorpreso dal mio tono aggressivo. «Andiamo?» Cerco di ignorare le occhiate di tutti i miei amici, che cercano di comprendere il mio atteggiamento, e mi dirigo verso la porta girevole che porta in strada.

«Sei arrabbiata con me?» Una voce calda mi raggiunge da dietro le spalle e un brivido mi percorre il petto fino a liberarsi nello stomaco. Dio, la sua voce è... non riesco nemmeno a descriverlo e tanto meno a spiegare esattamente l'effetto che riesce a farmi. Mi scombussola, mi penetra fin dentro le viscere e mi fa fremere il cuore.

«È mai esistito un momento, da quando ti conosco, in cui io non lo fossi?» Ribatto, continuando a camminare senza nemmeno voltarmi a guardarlo. Basta la sua voce a farmi tremare le gambe, non c'è assolutamente bisogno di aggiungere il suo viso e il suo sorrisino da bastardo – quello che già immagino sulle sue stupende labbra – per mandarmi in confusione.

«Non che io ricordi, no.» Mi asseconda, proprio mentre sento le sue braccia circondarmi la vita, arrestando quindi la mia camminata. Ed è quando sento il suo naso accarezzare la pelle del mio collo, che mi lascio andare a un sospiro frustrato e al tempo stesso rilassato. Permetto a Matt di toccarmi, di schiacciarmi addosso a lui, di abbracciarmi e proteggermi con il suo corpo e di invadermi di nuovo il cuore e tutta la mia anima. Perché è questo che lui fa. È questo che ha sempre fatto. Lui è una parte di me e il mio corpo si sente completo solo quando è unito al suo.

«Che facevi in camera con Alex?» Chiudo gli occhi, mentre le sue dita mi spostano i capelli di lato per lasciare libero accesso alle sue labbra, che si poggiano delicatamente sulla mia pelle. I miei occhi si chiudono automaticamente, appena la sua lingua inizia a lambire il mio collo.

«Non hai motivo di essere gelosa di lei.» Mi rassicura tra un bacio e l'altro, ma io non ricordo nemmeno la domanda che gli ho appena posto. Il suo fiato caldo a contatto con la mia pelle mi riempie il corpo di brividi e mi costringe a spalancare di nuovo le palpebre.

Presa da un incontrollabile desiderio, che solo lui è in grado di scatenare dentro di me, mi volto tra le sue braccia e, senza darci il tempo di comprendere qualsiasi cosa stia per succedere, mi alzo sulle punte e attacco le mie labbra alle sue. Mi aggrappo alla sua maglietta bianca, stringendola tra le mani e tirandogliela come se volessi strappargliela di dosso. Matt rimane fermo, completamente immobile, forse spiazzato o infastidito, ma quella di baciarlo non era un semplice capriccio, ma un'esigenza. Le sue labbra sono soffici, tanto familiari e dolci da lasciarmi senza fiato. Il suo profumo di bagnoschiuma mi solletica le narici, facendomi bagnare esattamente dovrei non dovrei desiderarlo. Eppure, io voglio solo lui. Ovunque e in qualsiasi momento.

L'unico problema è che Matt continua a non muoversi e a non darmi segnali di voler ricambiare il mio bacio.

«Oddio...» Mi stacco immediatamente, lasciando di colpo la maglietta, mentre sento le mie guance infiammarsi per l'imbarazzo e, devo ammetterlo, anche un po' dal nervosismo. Insomma, è lui che ha iniziato a stuzzicarmi, a toccarmi, a sussurrarmi parole all'orecchio e... e... io ci sono cascata come una completa idiota.

Maledetta me!

«Scusa, io... scusa, non so veramente... mio Dio, che diavolo mi è preso?» Inizio a farneticare, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia. Mi ci mancava solo un bel rifiuto dell'uomo di cui sono innamorata e che sono stata proprio io a lasciare per dare finalmente il colpo di grazia alla mia inesistente autostima.

Cerco di dimenarmi per liberarmi almeno dalla presa abbastanza stretta delle sue braccia attorno alla mia vita. Prima, stargli vicino mi era sembrata una boccata di aria fresca, ma ora mi sembra quasi di soffocare.

«Okay, credo che...» Con una mano, mi stringe le guance quasi con violenza, alzando il mio viso verso il suo e facendomi spalancare gli occhi. E lui – giuro su tutto ciò che mi è più caro – ringhia. Un ringhio basso, frustrato, animalesco, lussurioso.

Si abbassa con il viso fino a sfiorarmi il naso con il suo e a unire le nostre fronti. Io non riesco più a parlare, a ragionare, a muovermi, nemmeno a respirare.

«Preparati, cazzo, perché ho intenzione di fare marcia indietro e passare la serata a divertirmi con un'unica fottuta giostra...» Passa la lingua sulle mie labbra e poi succhia quello superiore. «... Quella tra le tue cosce, zuccherino.» Specifica, come se ce ne fosse stato bisogno, mentre mi lascio sfuggire un gemito, esattamente come se avessimo già iniziato a giocare. Il che mi riporta prontamente con i piedi a terra e mi ricorda dove siamo, con chi e perché.

«Che cazzo, vi stiamo cercando per tutto l'hotel e voi siete qui a saltarvi addosso.» Scossi dalla voce di Cole, ci allontaniamo, voltandoci verso tutto il resto della combriccola, che ci osserva, in un misto di curiosità e divertimento. Tranne Brianna. No, lei mi fulmina con il suo solito sguardo d'odio e disgusto.

«Non ci saltiamo addosso.» Mi giustifico, ma chi diavolo voglio prendere in giro?

«Certo che no...» Borbotta Matt. «... Fanculo.» Mi dà una spallata e si avvia verso la direzione opposta all'hotel, seguito, poi, da tutti gli altri.

Camminiamo per circa dieci minuti, in cui rimango persa nei miei pensieri e non ascolto nemmeno le conversazioni che si susseguono una dietro l'altra. Resto in disparte, seguendo gli altri a qualche metro di distanza. Forse, sarebbe stato meglio restare in hotel, insieme ad Alex e chiarire con lei, ma a mezzanotte scoccherà il compleanno di mia sorella, e so che ci sarebbe rimasta male se io non fossi stata presente. Parlerò con Alex domani mattina, sarà la prima cosa che farò.

Alzo lo sguardo dai miei piedi e osservo Matt camminare di fronte a me. Le spalle larghe, coperte da una maglietta di cotone bianca, le gambe muscolose fasciate e slanciate da un paio di jeans neri e attillati, e delle semplici scarpe da ginnastica. Nonostante sia vestito in maniera del tutto semplice e sportiva, le occhiate del genere femminile sono tutte per lui. Non che gli altri ragazzi all'interno del nostro gruppo siano brutti esemplari di uomini, anzi, ma Matt possiede un fascino naturale che è in grado di ammaliare chiunque, senza nemmeno doversi sforzare. I suoi lineamenti mascolini e il fisico possente sono una calamita per le donne. E ha anche il coraggio di chiedermi il motivo della mia insicurezza? Immagino già cosa penserebbe la gente, se solo ci vedesse camminare per strada mano nella mano. Cosa ci troverà uno così in una ragazza del genere? Certo che, se quella ci è riuscita a portarselo a letto, c'è speranza per tutti. Sarà brava a letto, o avrà sicuramente un bel conto in banca, se è riuscito ad accaparrarselo.

Persa nei miei pensieri da disperata quale sono, non mi accorgo di una piccola buca presente sull'asfalto. Ci infilo diretta il piede dentro, prendendo una storta e ritrovandomi con le ginocchia a terra.

«Cavolo!» Grido, per lo spavento e la sorpresa.

«Gesù!» Commenta infastidita, Brianna, alzando gli occhi al cielo. «Possibile che dobbiamo sempre rallentare per farti tenere il passo?»

«Brianna!» La redarguisce Harper, zittendola, per poi ridacchiare benevolmente della mia condizione. Mi rigiro, mettendomi seduta, e mi pulisco le mani, strofinandole tra loro.

«Stai bene?» Cole arriva in mio soccorso, passandomi un braccio attorno alla vita e aiutandomi ad alzarmi.

«Sì, grazie.» Gli sorrido, quasi scusandomi per la mia goffaggine, e subito dopo mi abbasso per pulire il tessuto dei miei jeans sulle ginocchia.

«Ehm... sei sporca anche sul culo.» Dice, vicino al mio orecchio per evitare che tutti sentano.

«Oh...» Ribatto impacciata, passandoci subito una mano sopra per eliminare i residui di terra. «Ehm... scusate, possiamo andare.» Sorrido, con le guance rosse per l'imbarazzo. Non riesco veramente a capire come possa essere sempre così impaccia e poco femminile. La mia capacità di collezionare figuracce è incomparabile.

«Era ora.» Borbotta sprezzante Matt, mettendosi le mani in tasca e riprendendo a camminare nella direzione opposta alla mia. Per comprendere questo ragazzo avrei bisogno di una laurea in psicologia e almeno trenta dottorati.  

*************************************************************************

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top