3.0

"Quindi è ufficialmente un professore?" chiese Jungkook sdraiandosi a pancia sotto sul suo letto.

"Sì, lo hanno assunto ufficialmente ieri" annuì Jimin incrociando le gambe.

"Quindi tu, Park Jimin, uno studente, sei fottutamente fidanzato con un professore strafigo?!" esclamò il minore.

"Yah Jungkook, smettila" arrossì lui, appoggiando il cellulare al cuscino.

"Ma è vero, Jimin, è un dato di fatto" fece spallucce.

"Sì ma...è strano, cioè era difficile prima ed ora dovremo tenere nascosta la nostra relazione ancora più attentamente, ugh, vorrei viverla tranquillamente" disse Jimin con tristezza.

"Capisco che sia brutto tenere segreta una relazione hyung, però stai bene con lui, giusto?" domandò Jungkook.

"Sì io...sto bene quando sto con lui, cioè davvero, lui è così dolce e gentile, non mi sento mai fuori luogo o pressato in alcun modo, solo che se ci penso..è molto più grande di me, e questo..."

"Yah Jimin, sono solo cinque anni, non è niente" lo interruppe Jungkook. "Potranno sembrare molti ora, ma credimi, non lo sono, ricordi la differenza di età dei miei genitori?"

Jimin scosse la testa.

"Quasi nove anni Jiminie, eppure non si vede, a parte qualche ruga in più per mio padre, ma comunque..." aggiunse, facendo ridere il biondo. "Passando a cose serie...c'è tua madre a casa?"

"Uhm...no, è a lavoro, perc-...Jungkook" sospirò Jimin, capendo subito quali fossero le cose serie di cui parlava il minore.

"E dai Jimin, sei il primo dei due che dopo tutto questo tempo ha per la prima volta una relazione, non avrai mica intenzione di tenere per te le prime esperienze?!" esclamò Jungkook dall'altro lato del telefono.

"Kook..." arrossì il biondo.

"Dai dai dimmi, l'avete già fatto? Com'è?"

"Cosa...Dio santo, no Jungkook, stiamo insieme da poco più di un mese, ancora non è successo nulla" disse a bassa voce, distogliendo lo sguardo dal cellulare.

"Nulla nulla? Non ci credo" scosse la testa lui.

"Non credi a cosa?" sbuffò Jimin.

"Non ci credo che non siete mai andati oltre ad un bacio, Jimin, non è possibile per due ragazzi con gli ormoni impazziti" rise sotto i baffi il più piccolo.

"No uhm...davvero, è imbarazzante parlarne così, Jungkook..." arrossì ancora Jimin.

"Va bene, tiro ad indovinare io, immagino che essendo tu inesperto in tutto, abbia fatto lui il primo passo, giusto?" fece il ragazzo.

Jimin semplicemente annuì, facendo sorridere l'altro. "E qual è stato questo passo? Lavoretto di mani o...?" si illuminò alla reazione del biondo, che improvvisamente aveva buttato il viso contro il cuscino. "O sì, ti ha fatto un pomp-"

"Zitto! Zitto, per favore" disse, ormai rosso come un peperone al solo ricordo.

"Oh andiamo, è il tuo ragazzo, Jimin, non dovresti vergognarti di dirlo"

"Beh, è una cosa abbastanza imbarazzante, brutto idiota, dovresti sapere come sono fatto" mise il broncio Jimin.

"Me lo dici com'è stato? Qualcosa di mistico?" ridacchiò Jungkook.

"...decisamente sì"

"Ooooh, è bravo quindi?"

"Non sono cose che dovrebbero interessarti, Jeon Jungkook" disse fermamente Jimin.

"Smettila di fare il geloso ed il possessivo, sono cose che mi interessano proprio perché riguardano il mio migliore amico, quindi non rompere le palle" ribatté lui.

Jimin sospirò affranto. "Sì, sì Jungkook, è stato...fantastico, cioè sul serio, non credo di aver mai...ah, basta" scosse la testa arrossendo maggiormente.

"Va bene, va bene, ho capito, e sentiamo, tu hai ricambiato?"

"Uhm...no? Cioè boh io...non lo so..." disse a bassa voce, grattandosi la nuca.

Jungkook corrucciò lo sguardo. "Che vuol dire non lo sai?! Come puoi non saperlo, scusami?"

"Cioè ecco...ho fatto qualcosa ma non...non so come definire quel qualcosa ma...credo gli sia piaciuto" distolse lo sguardo e si morse il labbro. "E anche a me è piaciuto"

"Ow, che carino che sei" sorrise il minore. "Voglio essere lì a coccolarti, anche a prenderti in giro"

"Ugh, Kookie mi manchi proprio tanto, sai?" Fece con sconforto Jimin, chiudendo leggermente gli occhi.

"Manca poco a Natale Chim, poi potremo stare insieme per più di due settimane" rispose Jungkook piegando la testa.

"Non vedo l'ora" disse il biondo con un piccolo sorriso. "Mi manca fare le tre di notte a parlare a bassa voce per paura di svegliare i tuoi"

Jungkook rise piano. "Già, anche a me..." disse a bassa voce. "Ora vado a preparare la tavola, ci sentiamo dopo okay?"

"Va bene Kook, a dopo" sorrise Jimin, mandandogli un bacio volante, per poi chiudere la chiamata.

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"Quindi sei scappato di casa?" domandò Jimin passando le dita tra i capelli scuri di Yoongi.

Lui scosse la testa ed aprì gli occhi. "No, non sono scappato, cioè...non proprio. Non ho mai avuto un bel rapporto con i miei genitori, soprattutto con mio padre. Non volevano che continuassi a studiare musica né che essa divenisse il mio lavoro" disse guardandolo.

"E allora come hai fatto a studiare all'accademia?" Fece il minore.

"Beh, avevo 15 anni quando entrai all'accademia, lo sai, e insomma,a quell'età di certo non potevo entrare da solo, ho dovuto insistere per anni, sapevo che non volevano ma era davvero il mio sogno, e forse per disperazione, si sono convinti a segnarmi, dopo un colloquio sono risultato idoneo per entrare, soprattutto grazie alle mie capacità con il pianoforte e soprattutto con la scrittura di testi" spiegò Yoongi.

"Scrivevi già a quindici anni, Yoon?" domandò stupito Jimin.

Lui annuì. "Sì uhm...ho iniziato a tredici anni in realtà, per vari motivi, non è stato un bel periodo per me"

"Non me ne hai mai parlato, Yoongi..." mormorò il biondo fermando la sua mano dall'accarezzargli i capelli.

"Lo so, è solo che...non è bello da ricordare e non voglio farti cambiare idea su di me" si morse il labbro e si tirò su, sedendosi accanto a lui a gambe incrociate.

"Ma a me importa hyung, a me importa di te, so chi sei ora, mi fido di te e voglio starti vicino, io..." abbassò la voce e portò la mano sulla sua coscia, alzando lo sguardo su di lui e guardandolo intensamente. "Voglio conoscere ogni cosa di te, Yoongi, anche la parte più scura del tuo essere, per favore"

Il maggiore sospirò e portò la mano sulla sua. "Ecco io..."

"Non cambierò idea su di te, parlamene Yoongi, puoi fidarti di me?" insistette Jimin.

Yoongi lo guardò, arrivando alla conclusione che Jimin fosse davvero un miracolo inviatogli da Dio, e decise finalmente che avrebbe dovuto parlargli della sua vita.

Mancavano poco più di due settimane prima che i due arrivassero a due mesi di relazione, era decisamente arrivato il momento di raccontare, non gli pareva giusto nei confronti di Jimin tenerlo all'oscuro di tutto.

"Diciamo che...già a dodici anni ho iniziato a frequentare le compagnie sbagliate, ecco. Non ricordo neanche come ci finii, ero un dodicenne ed i miei amici, se così posso definirli, avevano dai quindici anni in su, e facevano cose che un bambino di dodici anni non avrebbe neanche dovuto conoscere, e mi trasportarono con loro..." sospirò. "Un anno dopo fumai la mia prima sigaretta, e poi un'altra, e un'altra ancora, se prima lo facevo solo per sentirmi accettato da quel gruppo, poi divenne una dipendenza che come sai continuo ad avere. A quattordici anni quei coglioni del mio gruppo hanno dovuto far incazzare dei tipi e sono finito anch'io nella rissa, rischiando di rompermi le costole, e poco tempo dopo mi hanno portato in un locale e mi sono ubriacato da far schifo, penso di aver bevuto uhm...tre cocktail, due birre ed aver fumato una canna, ero completamente andato, talmente andato che solo un anno dopo sono riuscito a ricordare che quella stessa notte uno stronzo del gruppo a cui appartenevo ha fatto di me ciò che voleva, e per un anno intero mi ha guardato in faccia tenendomelo nascosto"

"A-aspetta, sei..cioè tu..sei stato..." balbettò Jimin incredulo e stordito.

"Violentato? Sì, credo sia il termine adatto, anche se a detta sua ero consenziente, eppure quando un anno dopo sono finalmente riuscito a colmare il vuoto di memoria di quella notte, l'ho ricordata dolorosa, sia fisicamente che moralmente, anzi, soprattutto moralmente. Quel ricordo mi ha finalmente dato il coraggio di fuggire da quella comitiva, finalmente ero entrato in accademia, e credevo che avrei potuto dare una svolta alla mia vita, ma non fu così, continuai a fumare e a bere, e dopo le sbronze mi ritrovavo sempre a letto con un ragazzo diverso, ero pieno di rabbia e avevo bisogno di sfogarla, e l'unico modo per farlo era sugli altri o su me stesso. Scrivevo fiumi di parole ogni giorno e l'unica cosa che mi faceva compagnia era il pianoforte, i miei non mi aiutavano, non capivano che in me c'era qualcosa che non andava, ho dovuto capirlo andando da solo da uno psicologo che mi ha diagnosticato depressione ed una forma di sociofobia, ma ero così stanco di stare male...ho tentato il suicidio una volta, d'altronde ero solo, non avevo amici e i miei sarebbero stati meglio senza di me, ma poi...poi è arrivato Taehyung. Ah, Taehyung è stato un raggio di sole nella mia vita, che non era più vita. Lui è riuscito a farmi aprire, ci ha messo mesi, ma non ha mai perso la speranza, nonostante fosse difficile essere vicino ad uno come me. Ho iniziato a parlare, a sorridere, cosa che avevo scordato, e gli devo tutto, è grazie a lui se oggi sono qui, e beh, se non fosse stato per la forza che mi ha donato, non sarei qui ora a confidarmi con te, Jimin" buttò fuori, quasi a non avere più il fiato.

Il biondo sentiva gli occhi bruciare a tutte quelle parole, sapere finalmente la sua storia, quella raccontata nella canzone che gli aveva fatto sentire mesi prima, fu un colpo al cuore.

Yoongi aveva sofferto.

Aveva sofferto così tanto...

"Tu Jimin...sei stato...non ti sei lasciato condizionare da ciò che conoscono gli altri di me, hai visto il buono che ho dentro, l'hai fatto uscire fuori, capisci? Nessuno è mai riuscito a farmi sentire così, non sono mai stato così gentile nei confronti di qualcuno, non ho mai voluto che il mio cuore si aprisse a sentimenti diversi dalla rabbia, dalla tristezza e dalla solitudine, ma tu in qualche modo sei riuscito a farmelo fare. Sei...sei riuscito a rendermi migliore, e di questo ti sarò sempre, sempre grato, Jimin"

Furono quelle le parole che fecero scoppiare Jimin in un pianto. A volte odiava essere così sensibile ed emotivo, ma non riusciva proprio a farci nulla.

Gli buttò le braccia al collo e lo strinse a sé quanto più possibile, affondando una mano tra i suoi capelli. "Yoongi..." mormorò poi.

"Non piangere, per favore Jimin..."

"N-non..non voglio che tu soffra m-mai più Yoongi" tirò su col naso e si sciolse dall'abbraccio, per poi salire sulle sue gambe agilmente.

Si asciugò le lacrime, prese il suo volto tra le mani e lo guardò.

"Non ti lascerò solo, voglio stare al tuo fianco sempre hyung, per favore" mormorò appoggiando la fronte sulla sua. "Ti prometto che cercherò di farti felice ogni istante, Yoongi"

Il moro portò le mani sulla schiena di Jimin ed un tenero sorriso gli si formò sulle labbra a quelle dolci e sincere parole.

"Me lo prometti Jimin?" chiese quindi.

"Sì Yoongi, te lo prometto" disse con voce ferma il minore, guardandolo negli occhi.

Poi, annullò le distanze tra loro e posò le labbra sulle sue, unendole in un bacio ricco di passione, ma anche di dolcezza.

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