1.6
Tutto quello che Jimin riuscì a fare fu portarsi le mani alla bocca, nascondendosi di scatto dietro al muro.
Sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime e bruciare, finché queste non caddero bagnando il suo viso delicato, sporcandolo del trucco colato.
La sua schiena scivolò fino a farlo ritrovare seduto a terra, con le gambe al petto, il corpo in preda a convulsioni dovute ad un pianto isterico.
E Yoongi era lì.
A pochi metri da lui.
A divertirsi mentre Jimin era completamente a pezzi.
Voleva andare a casa, piangere sul suo comodo letto, continuare a farsi del male psicologicamente.
Perché Jimin era così.
Era masochista, e avrebbe rivissuto quella scena fino a che non lo avesse lacerato dall'interno.
Si alzò senza forze, ringraziando che ci fosse la musica alta nella sala accanto, che avrebbe coperto i suoi singhiozzi e fortunatamente i gemiti di quella tipa.
Almeno non li aveva sentiti.
"Ma come siamo belli" disse una voce maschile.
Il suo corpo aderì a quello da cui proveniva la voce.
"Ti va di divertirci un po'? Sei nel pieno della giovinezza e fottutamente eccitante" continuò quello, sfiorando il collo con le labbra sudice.
Jimin riuscì a cacciarlo via.
"Va a farti fottere, lurido schifoso" lo spinse, scappando fuori dal bagno, ed asciugandosi il viso.
Subito tornò ai divanetti dove aveva lasciato Hoseok, gli avrebbe chiesto di tornare a casa, rovinando i suoi piani, ma non poteva resistere ancora per molto.
Peccato che Hoseok non fosse lì.
Eppure gli aveva promesso che lo avrebbe aspettato.
Lo cercò dappertutto, per quanto fosse difficile farlo in mezzo a tutta quella gente.
Difatti fu abbastanza inutile.
"Cazzo!" Urlò a sé stesso.
Fanculo a tutto
Si fece spazio tra i corpi sudati e dall'odore sgradevole, avvicinandosi al bancone.
Tanto vale sfasciarsi, peggio di così non può andare si disse.
"Cosa desideri bel ragazzo?" domandò il tipo al bancone.
"Qualcosa di forte, ti scongiuro" gli disse all'orecchio.
Sto per fare una stronzata
Questo continuava a ripetersi, ma ormai non importava più.
Il suo cuore era stato spezzato da qualcuno che non era neanche mai stato suo.
Si sentiva stupido.
Stupido ad aver creduto di poter avere un futuro con quel ragazzo che tanto lo aveva incuriosito.
Stupido ad aver creduto che un ventiduenne avrebbe potuto interessarsi ad un sedicenne.
Stupido. E basta.
"Ecco a te, bellezza" sorrise il ragazzo, porgendogli il cocktail.
Subito Jimin portò la cannuccia alla bocca, ed assaporò quel liquido.
Non poté fare a meno di tossire.
L'alcol gli bruciava in gola e scendeva lungo tutto il suo esofago come fosse lava, ma non gli interessava.
Continuò a bere, sentendo i suoi occhi pizzicare.
Finì quel cocktail decisamente troppo in fretta.
Il sapore stava iniziando a piacergli, era dolce, nonostante bruciasse il suo stomaco.
"Hey, me ne fai un altro, per favore?" guardò il ragazzo con occhioni da cucciolo.
Lui non poté negarglielo, e fece come richiesto.
Bevve, e bevve, e bevve.
Ormai l'alcol era risalito al suo cervello, e la sua testa iniziava a girare vorticosamente, mentre i suoi sensi lo facevano confondere.
La musica era diventata troppo alta, le persone troppo appiccicate a lui, il caldo sembrava portarlo all'inferno.
Fu allora che Yoongi lo vide.
"Che cazzo...?" disse tra sé e sé.
Cercò di avvicinarsi a lui il più in fretta possibile, spingendo via i corpi che gli si attaccavano dappertutto.
Era in stato di semi coscienza, la testa gli ciondolava avanti e indietro.
"Jimin, che cazzo stai facendo tu qui?!" quasi urlò, cercando di farlo svegliare un po'.
"E tu, brutto stronzo, si può sapere che cazzo fai?! Ma non lo vedi che è piccolo?! E gli dai tre cocktail, ma sei impazzito, cristo?!" tirò il ragazzo del bancone per il colletto della sua camicia.
"Hey, calma amico, non lo sapevo" fece lui portando le mani in avanti.
"Calma un cazzo, ha sedici fottutissimi anni, coglione" lo lasciò andare. "Jimin.."
"Mh...oh ciao Yoongi" il biondo fece un sorrisetto.
"Sei venuto da solo?" domandò il maggiore. "E perché cazzo sei pieno di trucco?!"
"Hobi hyung..." sussurrò. "Non c'è più..."
"E ora chi cazzo è Hob- Jung Hoseok?" chiese Yoongi.
Jimin annuì.
"Sei venuto con lui? E dove diavolo è ora?! Perché sei qui da solo Jimin, rispondimi ti prego" insistette.
"Vaffanculo!" urlò Jimin spingendolo via.
"Woah, calmati Jimin, ma che ti prende?!" esclamò sorpreso Yoongi.
"Tornatene in bagno a scoparti qualcuno, invece di...di rompere le palle a me"
Jimin abbassò lo sguardo e barcollò.
"Cristo, no..." sussurrò Yoongi a sé stesso. "Andiamo fuori"
Prese la mano di Jimin e lo tirò via dal bancone.
"Hey, non mi hai pagato i cocktail!" lo richiamò il ragazzo.
Yoongi tornò indietro e prese i soldi dalla sua tasca.
"Tieniti i tuoi fottuti soldi" disse tra i denti, sbattendoli sul tavolo.
"Lasciami stare..." disse Jimin.
"No, sta' zitto, dobbiamo uscire da qui"
Yoongi teneva la mano di Jimin, nonostante l'altro cercasse in tutti i modi di scivolare via dalla sua presa.
Ma era troppo ubriaco per farlo, e Yoongi riuscì finalmente a portarlo fuori da quel dannato locale.
"Si può sapere che diavolo ti dice il cervello?" lo spinse al muro, con fare arrabbiato.
"Mi dice di mandarti a fanculo, ecco che mi dice" Jimin si imbronciò, ciondolando con il corpo contro il muro. "E che sono stato...uno stupido..."
"Come?" Yoongi inarcò un sopracciglio.
"Sono così ingenuo e stupido...perché Yoongi?" chiese alzando lo sguardo verso il maggiore.
Sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime non appena questi incontrarono quelli neri del maggiore.
"Così ingenuo a credere di aver trovato... qualcuno c-che ci tenesse d-davvero a me e che...mi volesse proteggere ed amare e...Perché l'hai fatto...? Perché?! Fottutissimo stronzo dimmi perché?!" urlò tirando la camicia dell'altro, per poi cedere alle emozioni e scoppiare in un pianto isterico.
Strinse la camicia del maggiore tra le dita e poggiò la testa contro il suo petto.
"Jimin..." sussurrò Yoongi, sentendo il suo cuore spezzarsi a quella vista.
"Perché proprio davanti ai miei occhi Yoongi..." disse sottovoce Jimin, sentendo le lacrime bagnargli le labbra. "Ha fatto così male...così tanto male..."
Yoongi lo strinse a sé e gli accarezzò i capelli, leggermente sudati.
Odiava l'idea che Jimin lo avesse visto proprio mentre faceva sesso con qualcun altro.
Odiava il fatto che ci stesse male anche lui.
"Mi dispiace Jimin...mi dispiace" fu l'unica cosa che riuscì a dire.
E anche l'unica che poteva fare.
"Vorrei avere la forza di odiarti m-ma non ce la faccio..." mormorò Jimin stringendosi a lui.
"Scusami..." ripeté Yoongi. "Ti porto a casa, va bene?"
"M-mamma è uscita poco fa e-e tornerà domattina a-alle undici" rispose il biondo tirando su col naso.
"Non fa niente, dimmi dov'è casa tua e resto io con te, mh?" disse Yoongi prendendogli la mano.
Jimin annuì leggermente e lo seguì, non riuscendo a camminare in maniera decente poiché la testa gli girava da impazzire.
Yoongi lo aiutò a montare in macchina per poi partire.
"Non addormentarti o mi farai perdere" lo richiamò dopo un po'.
"Gira a...a destra" chiuse gli occhi Jimin. "Ora la prima a sinistra"
"Qui?"
Jimin annuì lievemente. "È qui"
Il maggiore fermò la macchina e scese, per poi aiutare Jimin a fare lo stesso e recarsi davanti al portone, fortunatamente aperto.
"Terzo piano..."
Il moro entrò nell'ascensore con Jimin e premette il pulsante con su scritto 3.
"Jimin, le chiavi di casa"
"Mh..." si accasciò contro di lui.
"Dimmi dove sono"
"Tasca posteriore dei...pantaloni, credo" mormorò Jimin, trasportato davanti casa sua dall'altro.
Yoongi sospirò, non era proprio il momento adatto per pensare certe cose, ma fu comunque costretto ad infilare la mano nella tasca posteriore dei jeans del più piccolo per prendere le chiavi.
Scosse la testa ed aprì la porta, entrando in casa.
"Hyung..."
"Sì, un secondo che trovo l'interruttore" fece Yoongi.
"Hyung, mi sento male..." si lamentò Jimin. "Cazzo"
Yoongi accese velocemente la luce, per poi vedere l'altro correre, se quello poteva definirsi così, verso il bagno.
Jimin si accasciò per terra davanti al water, rigettando tutto l'alcol che aveva messo in corpo troppo velocemente.
Il maggiore cercò di aiutarlo, portando una mano a tenergli la testa e l'altra ad accarezzargli la schiena.
Faceva davvero così schifo ubriacarsi le prime volte?
Yoongi neanche lo ricordava più.
"Fatto?" Domandò poi, cercando una risposta da parte dell'altro.
"Credo...credo di sì..." si lamentò lui. "Che schifo..."
Si alzò lentamente per andare sul lavandino, sciacquarsi il viso e cercare di lavarsi i denti.
Yoongi tirò lo sciacquone e gli porse l'asciugamano, che il minore passò sul viso.
Il suo volto era pallido e solcato dal trucco sciolto dalle lacrime.
Gli passò accanto e crollò sul letto di camera sua in uno stato di incoscienza.
"Oh no, mica vorrai dormire con quei vestiti luridi Jimin" esclamò Yoongi, non ricevendo risposta.
"Oh andiamo, non fare il bambino Jim- ho capito" disse poi vedendo che l'altro continuava a rimanere immobile.
Si girò in cerca di qualcosa ed aprì l'armadio, prendendo una maglietta e dei pantaloni comodi, poi si riavvicinò a lui.
Gli tolse le scarpe delicatamente, poggiandole a terra.
"Dio santo" sospirò sonoramente.
Doveva spogliarlo, non poteva farlo dormire così.
Slacciò la sua camicia, rivelando quello che aveva sempre immaginato, coperto da una maglietta bianca mentre danzava.
Il suo corpo era semplicemente perfetto.
Sotto la camicia si scoprivano i suoi addominali scolpiti ma allo stesso tempo delicati.
Yoongi scosse la testa, e gli fece alzare le braccia per sfilargli le maniche della camicia.
"Certo che non sei proprio leggero se fai il morto, eh?" si lamentò tirandola via.
Poi slacciò i suoi pantaloni, ma Jimin tornò a parlare.
"Che c'è, ora mi scopi come la tipa del bagno?" Biascicò ad occhi chiusi.
"Sta' zitto" fece finta di nulla Yoongi, sfilandogli finalmente i pantaloni, decisamente stretti.
Prese la maglietta pulita e gliela fece indossare, per poi cercare di fare lo stesso con i pantaloni del pigiama, ma Jimin scalciò.
"Ho caldo" disse.
"Va bene..."
Yoongi cercò qualcosa che potesse andare bene anche per lui, ed optò per una maglietta a maniche corte piuttosto larga e dei pantaloncini.
Non lo avrebbe di certo lasciato solo in quelle condizioni.
Così andò nel bagno a rinfrescarsi ed indossò ciò che aveva preso precedentemente.
Tornò sul letto e si sdraiò accanto a Jimin.
"Se ti senti male chiamami, okay?" disse avvicinandolo a sé.
"Mh..." mugugnò il biondo stringendo la sua maglietta in un pugno. "Ti volevo solo per me..."
"Sh...Jimin, dormi, per favore" scosse la testa Yoongi.
"Volevo che tu fossi solo mio ed i-io solo tuo" tremò, facendo cadere una lacrima sul cuscino.
Tirò su col naso e Yoongi lo attirò ancora più a sé.
"Lo voglio anch'io Jimin, mi dispiace che abbia dovuto assistere a quella scena, non avrei mai voluto" sussurrò cosciente del fatto che la mattina successiva il minore non avrebbe ricordato nulla.
"È colpa tua se sto male" Jimin strofinò il naso nell'incavo del suo collo. "Ma ora...ora sto bene"
"Sì?"
"Tra le tue braccia sto sempre bene hyung" disse quasi impercettibilmente.
Ma Yoongi lo sentì, come sentì il suo cuore battere all'impazzata a quelle parole.
"Cerca di dormire ora, Jimin" disse soltanto.
Il minore annuì, intrecciando le gambe con le sue e avvicinandosi di più.
"Buonanotte hyung"
"Buonanotte piccolo" gli baciò la fronte e portò il suo braccio a circondargli un fianco.
Jimin crollò all'istante, ma Yoongi continuò a vegliare su di lui, una mano tra i suoi capelli e l'altra ad accarezzare la sua schiena.
Si sarebbe fatto perdonare.
Glielo doveva.
A tutti i costi.
Mi perdonerete? Spero di sì, già questo capitolo mi sembra soft BUT
boh vi amo anche se voi mi odiate hehe
All the love xx
Clau ♡
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