0.2

Jimin prese un bel respiro, osservò l'immensa struttura davanti ai suoi occhi e si sistemò lo zaino sulle spalle.

Aveva paura, l'ansia lo stava mangiando vivo.

Era sempre stato così da quando lo ricordava: timido, ansioso, ma pur sempre con tanta voglia di vivere e scoprire il mondo.

Doveva ancora abituarsi a quella nuova città.

Daegu non era poi così diversa dalla sua città natale, Busan.

Di sicuro era una città più piccola, ma comunque metropolitana.

Jimin era lì da poco meno di una settimana, ma era ancora totalmente disorientato.

Era già un bel passo avanti aver trovato l'Accademia, fortunatamente era a pochi minuti da casa sua, e Jimin camminava sempre a passo spedito.

Jimin era un ragazzo minuto, non poteva di certo definirsi alto, era magro, sì, ma danzava dalla tenera età di cinque anni, ed il suo corpo muscoloso, anche se non lo dava a vedere.

Era bello, bellissimo.

I suoi lineamenti erano delicati, quasi a ricordare ancora un bambino, il volto pulito e la pelle chiara.

Eppure lui si sentiva così insicuro.

Era sempre stato timido e spesso poteva sembrare introverso, ma non era così.

Gli piaceva fare nuove amicizie, nonostante fosse terribilmente chiuso, ma in una nuova città, senza il suo migliore amico, si sentiva completamente perso, e solo.

Respirò profondamente un'altra volta ed aprì le grandi porte, per poi entrare.

Non appena si trovò dentro, si sentì ancora più piccolo, se possibile.

L'entrata era immensa, camminò lentamente fino alla segreteria e cercò di mantenere la calma.

"Uhm...buongiorno" disse a bassa voce.

Una donna sulla cinquantina alzò lo sguardo da una rivista a lui.

"Sì?" Fece.

"Sono Park Jimin, un nuovo studente all'Accademia, è il mio primo giorno" rispose lui.

"Park Jimin..." ripeté la donna cercando il suo nome sul registro. "Sì, eccoti qui. Dunque, ora ti dò la piantina delle stanze in ogni piano"

La donna si chinò a cercare nei cassetti per poi tornare con delle carte in mano.

"Questa è la piantina, e questi sono gli orari dei corsi a cui ti sei iscritto, spero tu possa fare una bella esperienza qui" sorrise gentilmente lei.

"Grazie mille" rispose lui prendendo i fogli, per poi allontanarsi e cercare l'aula di danza moderna.

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"Io sono Hoseok, è un piacere conoscerti, Jimin" disse un ragazzo, leggermente più alto di lui.

Aveva un'aria simpatica, un sorriso a trentadue denti e gli occhi luccicanti, i suoi capelli erano tinti di un castano chiaro.

"Quindi uhm...in quanti frequentano questo corso?" chiese Jimin mordicchiandosi il labbro inferiore.

"In totale siamo quindici, i corsi sono organizzati per fasce di età, e quest'ora di danza moderna è per chi ha diciassette e diciotto anni, ti hanno messo qui con noi perché li compi tra poco, credo" spiegò questo Hoseok.

"Capito...e tu quanti anni hai?" domandò Jimin curioso.

"Io ne ho diciotto" rispose il più alto. "Oh eccoli, stanno arrivando gli altri, tra due minuti dovrebbe iniziare la lezione"

E cosí fu, l'insegnante raccolse tutti gli alunni per presentare loro Jimin, poi entrarono tutti nell'aula di danza.

"Vedi quello seduto di spalle, lì al pianoforte?" disse Hoseok a bassa voce, avvicinandosi all'orecchio di Jimin.

Il minore deglutì, pensando a Yoongi, ma in una struttura talmente grande non poteva esserci solo un pianista, giusto?

"Lui è Min Yoongi, accompagna la lezione con il piano da quando sono entrato qui" fece.

"Ah..." impallidì Jimin, quando quest'ultimo si girò.

I loro sguardi si scontrarono in modo fugace e subito le guance del minore divennero rosse.

"Ti piace eh?" ridacchiò il castano.

"C-cosa?! No, ma che dici, non l'ho mai visto in vita mia, ti pare" ribatté Jimin.

"Beh, ad essere figo è figo, in effetti" constatò il maggiore. "Ma non è che sia tanto socievole, è sempre solo, nonostante in molti qui abbiano una cotta per lui ...non ci ho mai parlato. Però suona davvero bene"

"Una cotta per lui?"

"Eh sì, sia ragazze che ragazzi, forse perchéè tanto bello quanto misterioso, chi lo sa" disse Hoseok.

La lezione ebbe finalmente inizio, fortunatamente era inizio anno, e Jimin non era indietro con niente.

Non riusciva a distogliere lo sguardo da Yoongi, mentre suonava, e vedeva l'altro osservare la lezione di tanto in tanto, alla ricerca di qualcosa, o qualcuno forse.

Forse cercava proprio lui, e Jimin ringraziò il cielo che oltre a lui ci fossero altri tre nuovi arrivati, anche se uno di loro era una ragazza.

La musica era davvero bella, Yoongi era decisamente bravo a suonare il pianoforte.

Jimin si lasciò andare a quella melodia, grazie alla danza metteva da parte tutta la sua timidezza e insicurezza, dando il meglio di sé  in ogni singolo movimento.

La danza lo rendeva libero, solo ed esclusivamente la danza.

Iniziando a ballare scordava ogni cosa, anche il fatto che a suonare fosse il bel ragazzo al quale aveva chiesto aiuto la sera precedente.

Era così, il corpo di Jimin era nato per ballare, nelle sue vene scorreva musica.

Era dannatamente bravo, nonostante la sua insicurezza lo portasse a credere il contrario.

Ma non aveva idea che qualcuno, in quella stanza, lo stesse letteralmente mangiando con gli occhi.

E quel qualcuno era Min Yoongi.


Primo vero capitolo andato, che ne pensate? Mi raccomando fatemi sapere!
All the love xx
Clau

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