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Sophia's POV
È mercoledì e finalmente la febbre è passata.
È iniziata per colpa di uno stupido sogno privo di significato ma mi ha bloccata in casetta per tre giorni.
Ho rinunciato alla puntata e alle lezioni, autocostringendomi a fare un po' di ordine in casetta, a studiare qualche argomento teorico e ad aspettare tutto il giorno affinché la casa si ripopolasse.
A quanto pare è stata una puntata esplosiva: Nicolò ha preso la prima maglia del serale, suscitando non poca invidia tra gli altri, Emanuel Lo ha aggiunto un banco per un ragazzo di nome Francesco, Pietro e Antonio sono in sfida e, peggio di tutti, Giorgia è stata eliminata.
Non ho avuto modo di legare con la castana, anzi ci siamo parlate molto poco per via della timidezza di entrambe, ma per quel poco che ho visto era una ballerina piena di talento e una bomba nell'hip-hop.
La ragazza entrata al suo posto, Asia, non l'ho ancora inquadrata da nessun punto di vista. Se ne sta molto sulle sue, come se si sentisse fuori posto.
Un po' mi si stringe il cuore nel pensare che fino a qualche giorno fa mi sentivo ancora nello stesso modo.
Ora, a ormai due settimane dal mio ingresso, riesco a sentirmi a casa.
Ho sempre avuto problemi nel sentirmi pare di un gruppo, di stare a contatto con tante persone diverse, eppure qui è proprio il contesto ad essere differente.
Per quanto possa essere difficile, e probabilmente lo realizzerò più in là, vivere insieme ad altre diciassette persone è stimolante e anche le persone più timide o introverse del mondo in qualche modo troveranno un equilibrio, è inevitabile.
Il mio equilibrio sono diventate le chiacchierate con Antonia di ritorno dalle lezioni, le battute di Samuele in sala relax e i suoi discorsi incoraggianti, le risate in camera verde con Chiara e Francesca, il mio turno lavaggio piatti con Deddè che riesce a tirarmi fuori anche le parole che non voglio dire e, purtroppo o per fortuna, gli sguardi lanciati da lontano da Jacopo.
Sguardi indecifrabili, a volte pieni di talmente tante parole che aleggiano nell'aria da costringermi ad abbassare gli occhi ed altre dove mi ritrovo semplicemente a guardarlo di rimando.
Dall'altra notte, durante l'incubo, non riesco a fare a meno di chiedermi cosa effettivamente significasse il fatto che ci trovassimo nello stesso posto senza riuscire a raggiungerci.
E poi c'è stato l'altro, con l'inquietante menzione del mio ex ragazzo.
Mentre queste domande mi frullano nel cervello, raccatto il solito pacchetto di Vogue, infilo il giaccone ed esco come sempre nel giardino sul retro, con la vaga speranza di incontrare Jacopo.
Sapere che non mi odia mi ha rincuorato non poco, ma è impossibile ignorare quella tensione che aleggia quando siamo insieme.
Le mille parole non dette.
Le mie scuse non pronunciate per paura.
I ricordi che vengono continuamente a galla.
E, allo stesso tempo, i miei pensieri intrusivi che mi sussurrano che tutta l'attrazione che ho provato mesi fa c'è ancora.
Non appena metto piede fuori in giardino, però, non trovo Jacopo.
Al suo posto, seduto con il telefono tra le mani e l'iqos in bocca, c'è Vybes.
Gli sguardi quasi truci che mi lanciava i primo giorni dal mio arrivo sono decisamente diminuiti, tuttavia sento ancora un bel po' di risentimento da parte sua nei miei confronti.
«Scusa, I leave you alone» affermo, appoggiando già una mano sulla maniglia della porta in vetro.
«Amor chi c'è lì?» domanda una voce femminile a me sconosciuta.
Vybes mi guarda e, quasi impercettibilmente, sospira.
«Sophia»
«¿Puedo hablar con ella?» continua la ragazza.
Gabriel mi porge il telefono, facendomi spazio sul divano.
Non appena guardo lo schermo, un paio di occhi chiari, dei capelli biondi e un sorriso smagliante fanno capolino.
Ester.
Mi si stringe lo stomaco, con i sensi di colpa che ancora si fanno sentire.
«Hola, non ci siamo ancora presentate. Soy Ester, puoi chiamarmi in qualsiasi modo tu quieres visto che mi hanno dato diez mil nomignoli»
Non posso fare a meno di ridacchiare al sentire la sua parlantina, ma allo stesso tempo resto affascinata dalla sua bellezza e la sua voce mentre mixa spagnolo e italiano.
Lo fa con così tanta naturalezza che rimango stupita da come le parole suonano melodiose quando le pronuncia lei.
A confronto, quando sono io a parlare italiano sembra stia masticando. Sul serio, italiano e inglese non sembrano andare d'accordo.
«Hi, I'm Sophia and... well, tutti mi chiamano Sophie»
Quasi tutti.
Un'altra cosa che mi colpisce particolarmente della bionda è il suo sorriso, che non accenna ad afflievolirsi ed emana una dolcezza unica.
Sembra sappia esattamente cosa io stia provando.
«Ti trattano bien, ¿verdad?»
Annuisco, ma non posso fare a meno di lanciare uno sguardo torvo a Vybes.
Il ragazzo sembra divertito e, per la prima volta, sembra rilassato in mia presenza.
«Puede ser sincera con me, lo so che Gabriel non lo fa. Ma deve sapere che non è culpa tuya se mi hanno eliminata» la voce di Ester si alza di qualche tono nel pronunciare l'ultima frase, in modo che il suo ragazzo la senta al meglio.
«Devo ancora abituarmi, ok?»
«No, cabron, trattala bene»
I due battibeccano per un po' e io, dal mio canto, li osservo.
Sembrano una coppia sposata, una di quelle che si ama davvero: litigano ma nei loro occhi c'è lo stesso amore intramontabile.
Poi, l'attenzione di Ester torna su di me «Entonces Sophie, conoscevi già qualcuno?»
Lancio un'occhiata a Gabriel, in cerca di conferma ai miei dubbi.
Il castano annuisce. «Sì, lo sappiamo entrambi. Jacopo ci ha parlato di te»
La mia curiosità aumenta.
Ester si affretta a prendere la parola «Solo cosas hermosas» garantisce.
Un sorriso amaro mi invade il volto «I don't think so»
«Amore ma non illuderla» ribatte Vybes e poi si rivolge a me. «Sinceramente, non ne potevamo più di sentire parlare di te. Non posso tradirlo quindi non ti dirò cose ha detto, però...»
Al che, la parola ritorna alla bionda. «Ha detto che l'hai trattato de mierda y que ancora ti pensava»
«Ester!»
Nuovamente mi ritrovo a guardarli, divertita ma anche un po' invidiosa di ciò che c'è tra loro.
La bionda continua a chiacchierare con entrambi per un po', finché il tempo al telefono per Vybes non scade e i due si salutano con una lunga sfilza di "mi manchi" e "ti amo".
Ester saluta anche me, promettendomi di risentirci e facendomi i complimenti per come ho ballato nella sfida.
Il giardino cade in un silenzio tombale.
Nessuno dei due sa bene cosa dire o se effettivamente dire qualcosa.
Stranamente, sono io a rompere il silenzio. Una cosa che ultimamente accade molto di frequente a quanto pare.
«She's amazing»
Gabriel annuisce, fissando verso il pavimento. «Lo è. Lo è davvero»
Un sorriso malinconico gli dipinge il volto. Riesco a sentire la sua sensazione sulla mia pelle.
«Scusa se sono stato uno stronzo, non ti ho neanche dato la possibilità di farti conoscere e sono stato accecato dalla rabbia e anche un po' dalla paura. Mi dispiace davvero, infondo forse Jacopo ha ragione non sei tanto male»
Il mio cuore salta dalla contentezza.
«It's okay, non mi dovevi niente. Anzi, anche a me dispiace per Ester, I think she is una ballerina classica e neoclassica fantastica, oltre che una persona pura»
Lo sguardo del ragazzo si fa se possibile ancora più innamorato.
«Le stai simpatica, quindi suppongo che lo sei anche a me. E poi me la ricordi, a volte anche troppo»
Curiosa, lo invito a continuare il discorso.
«Parli sia italiano che un'altra lingua, balli, vieni sempre qui in questo giardino come faceva lei, bevi lo stesso the al mirtillo di Ester, a tarda notte sei ancora in piedi»
Sorrido, sinceramente colpita. «Dille che anche lei mi sta simpatica»
«Mi sa che di questo passo vi mettete insieme voi due e lasciate soli me e Jacopo»
Scoppio a ridere forte, nel silenzio della sera di Roma.
Dentro la casa si sentono le solite urla di Alessia contro qualche cosa stupida commessa da Luca.
«I'm truly honoured» affermo alla fine.
Il silenzio cade nuovamente tra di noi, ma mi sembra di sentirle il cervello di Vybes pensare ad alto volume.
«What's up? I mean, se vuoi puoi non dirmelo, but mi sentivo in dovere di chiedertelo» chiedo con un certo livello di disagio nella voce mentre farfuglio le parole.
Il ragazzo sbuffa, sistemandosi l'onnipresente cappellino beige in testa.
«Questa nuova modalità di ingresso al serale mi mette un po' di ansia» confessa.
In vista del serale del programma, la maestra Celentano ha proposto una nuova modalità per accedervi: ognuno di noi dovrà ottenere il consenso di tutti e tre i professori della propria categoria per ottenere l'ambita maglia oro.
In questo momento mi sembra di camminare con una benda sugli occhi dato che ho poche puntate per convincere tutti e al momento so solo il parere di Deborah nei miei confronti.
«I don't really know what to say, solo... fai quello che sai fare meglio e metti sempre il massimo in ciò che fai»
Gli occhi chiari di Gabriel indugiano un po' su di me, prima di scoppiare. «Fai schifo a consolare»
Mi mostro fintamente offesa, mentre mi torna in mente l'interazione avvenuta qualche sera fa tra me e Jacopo.
«Ho detto la stessa identica cosa al tuo amico, l'altro giorno»
Gli occhi di Vybes si fanno tremendamente seri. «Trattamelo bene, per favore»
«Ho poco da trattarlo bene se a malapena mi rivolge la parola»
Il ragazzo ridacchia «Allora è vero che gli americani sono più stupidi. Quel ragazzo ti sta ancora sotto come un treno, sei tu a non vederci»
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