Non andare!
(Ci troviamo preso un orticello. Al centro sorge una chiesetta di pietra scura, dal tetto rossiccio. A destra, spicca un terreno colorato da ciuffi verdi. Vicino ad esso un ragazzo scava con una vanga. Da destra, avanza Helene)
Helene:(vede da lontano il giovane) Jacques, ehi, ehi, Jacques!
Jacques:(alza gli occhi dall'orto) Helene, ehi, Helene. Sono qui!
(La fanciulla, sollevando la sottana, corre verso l'amico. Per scherzo, lo spinge all'indietro)
Jacques: Eh, monella! Non mi sfuggirai!(Ridendo, le da una spintarella)
Helene: non dire stupidaggini. Nella lotta, sono molto più forte di te!
Jacques:(la spinge ancora) Vedo che la mia amazzone da aria ai denti, eh?
Helene: può darsi(scherzosamente, lo fa cadere a terra. Jacques, ridacchiando, si alza e toglie dai vestiti le tracce di terra)
Jacques: un giorno sarai tu quella che cadrà sui cavoli di Padre Charles.
Helene: E quel giorno mi rialzerò, come hai fatto tu!
Jacques:(la guarda affetuosamente) Senza dubbio!
( I ragazzi rimangono in silenzio. L'aria calda aleggia sulle querce e i castagni, penetra negli abiti degli adolescenti e a spirale sale nel cielo. Si sente il canto delle cicale.)
Helene: comunque, come mai sei qui? Non eri intento a vincere un torneo di tiro con l'arco?
Jacques:( sospira) Mon chèrie, c'è stato un piccolo, piccolo cambio di programma. Stavo per vincere, quando la mia freccia scoccata da me e Tina, il mio arco, ha trafitto il muro della chiesa.
Helene: Oh, ma non mi dire!
Jacques: Non mi interrompere! Come dicevo, la freccia ha perforato la parete dell'abbazia. Padre Charles in quel momento è uscito. Era così furioso, che ha nominato tutti i Santi in un secondo!
Helene: senza interrompersi?
Jacques: senza interrompersi. Ha cacciato Luis, Zaza, Martin. E sai che cosa ha fatto di me? Mi ha costretto a curare i suoi cavoli!
Helene: (facendo una smorfia) poverino...
Jacques: non capisci?! Io sono costretto a curare questi stupidi cavoli, che di certo non cresceranno mai. E tu ridi! Come puoi essere malvagia in questo momento? La mia schiena è intrisa di sudore, ho la gola secca e ho voglia di una focaccia!
Helene: Eh, caro, io mi sveglio alle cinque di mattina, pulisco la cucina, il salone e il bagno. Successivamente, preparo la colazione per tutti e do da mangiare alle galline e ai cavalli. Se sono fortunata, insegno per tre ore alla scuola del villaggio, altrimenti sto in quella caldaia composta da qualche banco per sette ore. Appena torno a casa, pulisco di nuovo il soggiorno e aiuto mia madre a preparare la cena.
Jacques: almeno voi donne non dovete stare in un orto a sciogliervi al sole!
Helene:(ride) Non lamentarti. Pensa se Padre Charles ti avesse imposto ad allevare i suoi maiali!
Jacques:(arriccia il naso) Che schifo! Piuttosto che infilare la mano nel culo delle scrofe, mi drogo con l'hashish!
Helene: bella mossa per suicidarsi!
Jacques: sei crudele con me.
Helene: ti serve. Così diventerai un uomo duro.
Jacques:( la schiaffeggia sul viso giocosamente) stupida!
Helene: felice di esserlo. Ho una notizia molto importante da annunciarti.
Jacques: e quale sarebbe?
(Helene è sul punto di aprire bocca, ma una ragazza ben vestita, alta, magra e dai capelli neri rompe l'atmosfera)
Christine: Jacques, indovina dove sono stata!
Jacques:( vedendo Christine) Dimmelo tu, no? Sei te quella che va ogni giorno a comprare per me nuovi gemelli.
Christine:(sensualmente) Oh, ma come sei perspicace, caro Jacques. Eh sì, la tua bambina ha comprato dei bellissimi gemelli di smeraldo. Se li indosserai negli inserti della tua giacca, sarai il ragazzo più bello di tutta la Provenza!
Helene:( irritata) Non vorrai sfruttare questa situazione per aprire le tue cosce a Jacques, vero?
Christine:(indicandosi) Io? E perchè mai una brava fanciulla come me dovrebbe volere dal suo innamorato soltanto sesso?
Helene: Sei una falsa!
Christine: io? Falsa? Che insulsaggine! Vero, Jacques?
Jacques:( svogliatamente) Vero.
Helene: senti, Christine, non ho voglia di ascoltare altre bugie. Stavo dicendo a Jacques che domani partirò a Parigi.
Jacques:(stupito) a Parigi? Come mai?
Christine: Perchè ci dovresti andare?
Helene: ecco, una nobildonna, Cora Delacroix mi ha assunto come domestica per sua sorella, una pianista.
Jacques: una pianista? Sei fortunata! Scommetto che sentirai Chopin per ventiquattr'ore.
Christine: che dici, Jacques, è orribile udire quei tasti suonare in continuazione. A pensarci, mi viene il malditesta.
Jacques: Sta zitta, Christine! Se ti sentisse tuo padre, ti cacerebbe di casa.
Christine:(maliziosa) Fortunatamente, mio padre suona l'organo in chiesa, perciò non sono condannata a subire quegli irritanti do,re, mi, fa, sol, la ripetuti ossessivamente.
Helene: questa pianista si chiama Violette e ha quindici anni.
Christine: quella ragazzina si rovina la vita. Sta sprecando la sua bellezza su uno strumento troppo ingombrante.
Jacques: puoi tacere, perfavore? Qui le cose si stanno facendo interessanti. Non ho intenzione di ascoltare le tue stupidaggini!
Helene: Jacques, sei così gentile. Per fortuna mi difendi sempre.
Jacques: È solo un piacere. Deve essere bello servire un prodigio. Scrivimi ogni giorno, così posso sapere com'è assistere alle esibizioni di una ragazzina graziosa.
Helene:( sorridendo) lo farò
Christine: Ti consiglio di non andare, mia cara. Per colpa dei nobili, diventerai narcisista, stupida e arrogante.
Helene: sei nata come noi, povera. Nonostante ciò, sei più idiota di qualsiasi altra marchesa residente a Cannes.
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