꧁Cap 8 - Gelosia꧂


Yoongi non ricordava, l'ultima volta in cui aveva provato tanta apprensione, in vista del suo ingresso in una qualsivoglia sala.
Negli ultimi giorni si era prodigato, per rendere quel ballo il migliore, a cui ogni giovane donna e uomo di quella città avrebbe mai messo piede.
Lì aveva osservati uno per uno, entrando oltre le sue sontuose porte, aveva sentito gli schiamazzi, le risate, i gridolini sommessi da ogni donna che si apprestava a entrare nelle sue grandi mura.
Il Duca sotto consiglio del suo confidente decise, che si sarebbe mostrato ai suoi ospiti scoccata la mezzanotte. Cosa che aveva divertito oltre ogni immaginazione il giovane seduto sulla sua morbida poltrona di velluto, di un intenso colore rosso sangue.
Ma ciò a cui non aveva pensato, era come fosse lunga l'attesa a quella particolare ora.
Yoongi portò il viso a fissare il soffitto, mentre le ombre del fuoco si stagliavano sulle pareti buie << che noia... >> disse sorseggiando dell'ottimo brandy << non avrei dovuto accettare questa sua noiosa idea...>> borbottò
Il corvino si tirò su in piedi sbuffando, appoggiando il bicchiere ancora pieno sul tavolino che gli era accanto.
Camminando annoiato, verso la grande porta finestra che dava per gli aranceti, che oltrepassò, osservando quella notte dapprima limpida farsi sempre più scura, le nuvole che prima erano di un bianco candido, da sembrargli panna montata, avevano assunto il colore del fumo, fino a diventare quasi del colore della pietra che portava al mignolo sinistro, ma nonostante tutto il Duca le trovava ancora magnifiche, dopotutto lui adorava i temporali. Lo facevano sentire al sicuro, capito quasi, come se facesse lui stesso parte della tempesta.
Piccoli sbuffi arrivarono dalla porta. Yoongi ancora fermo a guardare il cielo mormorò un "avanti", facendo così avanzare al suo ingresso l'ospite che il Duca non aspettava.
<< sua eccellenza >>
Quella voce così melensa, da arrivargli alle orecchie, gli fecero provare un insolito senso di nausea, che lui conosceva anche fin troppo bene  << Leysa...>> mormorò acido, voltandosi, trovando di fronte a sé; una giovane donna, dall'aspetto signorile, con folti capelli scuri, che gli incorniciavano il viso, nel suo taglio corto mosso, occhi allungati di un insolito castano rosso, e labbra piene, piegate in un ghigno.
<< a cosa devo questa spiacevole visita? >> domandò riportando il viso verso le nubi che minacciose, preannunciavano l'arrivo di funeste piogge.
Una risata dal suono melodioso, si fece alta alle spalle del Duca << sua eccellenza, è sempre un onore per me incontrala >> disse << ditemi come state? >> gli domandò
Yoongi fece un mezzo sorriso sghembo << è questa la domanda che vi ha spinto fin qui? Siete uscita dal vostro nascondiglio solo per sapere della mia salute? >> la incalzò prima di portare lo sguardo verso i due occhi fermi su di lui << andiamo Miss Leysa... ditemi il vero motivo del perché vi trovate in casa mia, a cui se ricordo bene, non vi ho mandato alcun invito >>
La nobildonna che aveva mantenuto una certa compostezza, allargò di più il suo inquietante sorriso, mostrando al ragazzo i suoi perfetti denti bianchi.
<< mi ha mandato vostro nonno >>
<< mio nonno? >> domandò sorpreso << a che proposito se posso chiedere? >>
<< oh andiamo sua eccellenza lo sapete benissimo il perché >> disse melensa camminando per la stanza << mi ha mandato per impedirvi di commettere questa inutile  perdita di tempo >> disse avvicinandosi al tavolino, dove afferrò il bicchiere sorseggiando il liquido ambrato << sono giorni che vostro nonno è alquanto irritato >> disse avvicinandosi sempre di più alla poltrona su cui il ragazzo, era seduto solo qualche instante prima, posandoci le dita sopra, accarezzandone il tessuto  << aveva chiesto a vostro cugino Yoon Soo di occuparsene, >> disse << ma come penso sappiate, il Marchese ha trovato un ottimo modo per non adempiere a questa responsabilità >>
Yoongi, la osservò con la coda dell'occhio, erano parecchi anni che non incontrava colei che si definì, la nuova Duchessa della casata Min.
Il corvino se la ricordava a malapena, quando l'aveva conosciuta la prima volta, aveva capito in fretta che tra loro due non sarebbe mai corso buon sangue, motivo per il quale, aveva sempre mantenuto una certa distanza dalla suddetta donna.
<< immagino che l'ottimo modo, sia stato quello di scappare dalla finestra e fuggire >> esclamò sorridendo
Leysa, guardò a lungo il giovane << vostro nonno è stato chiaro, lo sapete eravate presente sua eccellenza >>
Il corvino, trasalì, ricordando quella scena come se la stesse rivivendo proprio in quel momento. Lui in piedi di fronte a colui che deteneva il buon nome della casata dei Min. Che gli urlava elencandogli, i doveri che il loro ducato comportava. Tra cui sposare che lui lo volesse oppure no, colei che secondo il vecchio. Era perfetta per mantenere la loro alleanza intatta.....

<< cosa vuol dire che non la sposerai? >> di solito il Duca, non era un uomo che si alterava facilmente, e quindi per lui fu uno shock, trovarsi in quella situazione a urlare contro il maggiore dei suoi nipoti. Soprattutto sapendo che Yoongi, non era il tipo da entrare in conflitto facilmente.
<< mi avete sentito >> gli disse << non intendo sposare un mostro >> concluse, sorseggiando con estrema disinvoltura il suo whisky invecchiato.
<< Mi stai dicendo che io il Duca della casa dei Min, dovrò affrontare i nostri alleati, annunciando che mio nipote, mio erede si rifiuta di adempiere a un dovere, che va avanti da generazioni?! >> I servitori si defilarono, mentre l'ira del Duca cresceva sempre di più.
Yoongi non battè ciglio. Rimanendo immobile, mentre fissava l'uomo negli occhi << mi risulta che io abbia già adempiuto, ai miei doveri verso questa famiglia >>
<< stupido idiota! >> urlò l'uomo, battendo con forza il bastone sul pavimento.
<< ho già dato quello che avevo di più prezioso, ho dato la mia vita! Non è sufficiente? >> domandò il corvino alzando la voce << non vi basta ciò che i miei occhi mostrano? Ho donato la mia libertà a questa alleanza, la mia anima nella vostra crociata! È mio diritto scegliere almeno colei che mi affiancherà! >>
<< i patti erano chiari, avremmo il loro supporto solo se ti unirai a Cielle in matrimonio! >> disse << lo sai da tutta la vita che questo è l'unico modo per ottenere ciò che vogliamo, io sono il Duca e tu nipote farai ciò che ti viene ordinato! >> sentenziò, con voce ferma, prima di lasciare il corvino da solo in quella sala a contemplare il fuoco...

Ancora perso nei propri ricordi, ascoltò senza prestare troppa attenzione, a colei che non aveva smesso per un attimo di parlargli.
<< Ha già scelto per voi la vostra futura sposa >> proseguì << Non avete di certo bisogno di fare questa farsa >> gli disse
<< farsa? >> le chiese ammiccando rapidamente << quale farsa? >> riprese divertito << l'unica farsa di cui sono protagonista a mio malgrado, è colei in cui mi è stata scelta una moglie, di cui non solo non so nulla, ma di cui sono certo non sia nemmeno umana >> concluse freddo.
La corvina gli si avvicinò, toccandogli lentamente il braccio con fare sensuale << oh ma mio signore, è questo ciò che vi preoccupa? >> disse maliziosa << vi posso assicurare che colei che ha scelto per voi è più che idonea per adempiere a certe pratiche >>
Il Duca, girò il suo sguardo nauseato verso la giovane che ancora passava le sue dita su e giù << in più, >> proseguì << pensate veramente che sarà facile per voi trovare una moglie qui? dato il colore dei vostri occhi? >> mormorò a un passo dal suo orecchio
Il corvino sbuffò in una risata amara << bè, sono in speranza che la mia futura moglie sorvoli sul colore dei miei occhi, un po' come mio nonno sorvoli sui vostri raggiri mia signora >>
La giovane lo guardò con astio, stizzita da ciò che egli gli aveva appena detto
<< sono certo che mio nonno non sappia, proprio tutto tutto non è forse così? >>
<< di cosa parlate? >> disse con voce bassa
<< immagino non sappia che vostro fratello è giunto a Elipley >> mormorò << e di certo non è al corrente di ciò che ha compiuto nei giorni scorsi >>
<< sua ec-cellenza...io n-non... >> balbettò
<< non cosa Miss Choi? >> domandò << non ditemi che speravate, che io non fossi al corrente dell'arrivo di vostro fratello San >>
La giovane strinse le labbra, dopo il nome che uscì dalle labbra del Duca.
<< e ditemi >> sogghignò << immagino speravate che fossi all'oscuro di ciò che é successo >> il suo sguardo era duro, freddo, crudele << so tutto della domestica >> le disse avvicinandosi a lei minaccioso << ma sono convito, che siate riuscita a oscurare la vista di mio nonno non è così? >> domandó sorridendole crudele << quindi la mia domanda è, cosa vi porta davvero qui? >>
La nobildonna, rimase in silenzio. Era convinta che sarebbe riuscita a trovare un modo, per evitare che il vecchio venisse a sapere, dell'arrivo del fratello minore, ma non aveva calcolato, che aveva a che fare con qualcuno che lei non era in grado di manipolare.

Jungkook era immobile.
Ahvi in fondo al corridoio lo guardava, in una posizione fredda e rigida, con le mani strette, appoggiate al suo abito di un colore simile all'avorio. Quindi lo inchiodò con lo sguardo, i suoi occhi scintillavano di odio e di qualcosa di peggio. Disprezzo.
<< A-Ahvi >> mormorò con voce imbarazzata, tremante persino, mentre velocemente portò lo sguardo accanto a sé, Corina era lì, aggrappata al suo braccio, che rivolgeva al ragazzo un caldo sorriso.
<< vi...>> mormorò spostando lo sguardo sulla stanza << vi stavo cercando >> disse sorridendo appena.
La giovane se avesse potuto lo avrebbe incenerito. Sapeva che non la stava cercando, e odiava quando gli mentiva << mi cercavate? >> domandò alzando un sopracciglio.
Il corvino deglutì rumorosamente, comportamento che non sfuggi all'occhio attento del Marchese, che guardava la scena come se fosse di fronte a una spiacevole se non esilarante scenetta comica.
<< ma certo che vi cercavo! >> esclamò
Ahvi gli sorrise, un sorriso che Jungkook pensò fosse più falso del suo tentare di trovare una scusa adeguata.
<< e dove se posso chiedere? >> gli domandò senza abbassare lo sguardo
Jungkook la guardò confuso << d-dove? >> balbettò
La ragazza vedendolo in difficoltà, decise di aiutarlo << dove mi avete cercato? >> disse incalzante
<< bè...ecco i-io..>> disse senza parole << io..>>
La castana, si mise a guardare le pareti del corridoio, con sguardo assente, consapevole che quel ragazzo aveva preferito divertirsi. Aveva preferito godersi la serata e la compagnia di qualcuno che non fosse lei.
<< spero che vi siate divertito in mia assenza >> mormorò
Il corvino si pietrificò, il tono della sua frase era privo di collera, ma non per questo meno spaventoso.
Era come se l'aria avesse lasciato il suo corpo, non permettendogli di pensare lucidamente.
<< n-non..>> iniziò << non dite sciocchezze >> esclamò avvicinandosi a lei ancora di più, allontanandosi così dalla presa che Corina aveva su di lui, per raggiungere la ragazza dai capelli color caramello.
Ahvi piegò leggermente la testa << volete dirmi >> mormorò << che se dovessi chiedere a Lady Barker, mi dirà che avete passato la serata a cercarmi? >> il suo sguardo era gelido.
Il corvino si rese conto, che se la ragazza dietro di lui avesse parlato, la sua vita sarebbe finita. Ahvi lo avrebbe appeso per i piedi oltre la fortezza, lasciandolo lì a morire.
Agitato si leccò velocemente le labbra, cercando di assumere un atteggiamento rilassato << Miss Kim, non siate sciocca! >> esclamò afferrandogli le mani << perché mai dovrei mentirvi? >> domandò sempre più agitato.
<< non saprei, >> disse sfuggendo dalla sua presa << però vedete, trovo difficile credervi >> riflette lei.
L'onestà, decise in fretta Jungkook, sarebbe stata la strategia meno indicata in quella situazione. Se lui avesse dichiarato che invece di cercarla si era divertito, lei lo avrebbe ucciso. Soprattutto dopo ciò che era accaduto qualche ora prima nelle cucine....

[... << di cosa parlate, signorina Barker? >> disse Jungkook immobile seduto su quella vecchia sedia, nelle cucine della dimora del Duca.
Proprio in quel momento la corvina si era prodigata a sciacquare sotto l'acqua corrente la camicia del ragazzo, che pochi minuti prima, gli si era macchiata con dello champagne.
<< oh mio signore non siate così sorpreso, ve l'ho detto, mio padre ha sentito parlare di voi, e qualche pomeriggio fa, mi ha comunicato che sarebbe un'ottima idea un nostro matrimonio >>
Jungkook era senza parole. Riteneva che la corvina fosse una donna bellissima, non poteva di certo dire il contrario. Ma seppur qualche volta ci avesse fatto un pensierino, non si era di certo spinto così lontano.
<< ma Miss Barker...>> il corvino comincio inquieto
<< chiamatemi Corina >> disse lei interrompendolo
<< C-Corina >> balbettò nervoso << io non sono nessuno, sono solo il fratello di un futuro Visconte...non ho i requisiti per.. >>
<< voi avete tutti i requisiti >> lo interruppe di nuovo là ragazza, mostrandogli un sorriso << non vi dovete preoccupare di questo, in più ve l'ho già detto, è stato mio padre a propormi l'idea >> disse con voce cristallina
<< s-si m-ma >> balbettò
<< niente ma! >> esclamò Corina, avvicinandosi di più a lui.
Jungkook la guardò avvicinarsi. È una strana sensazione gli fece venire i brividi sulla schiena, il modo in cui lei lo guardava, con quei occhi così scuri e fermi, gli davano la sensazione che volesse mangiarlo.
<< volete dirmi >> sussurrò,  << che non sono abbastanza bella per voi? >>
Indossava un'abito blu notte quando arrivò da lui. Con movenze lente e ben calibrate, si portò dinanzi a lui, abbassandosi leggermente. Il corvino affascinato osservò ogni suo più piccolo movimento. Tremante tentò di parlare, ma lei gli mise due dita sulle labbra << shh >> sussurrò, prima di sedersi a cavalcioni sulle sue robuste e toniche cosce.
Il volto gli si infiammò, il cuore batteva all'impazzata per l'imbarazzo e l'eccitazione.
<< M-Miss Bar...>> gemette
<< ho detto di chiamarmi Corina mio signore >> sussurrò avvicinandosi al suo viso << ripetete con me...Corina >> mormorò spingendo decisa la sua intimità contro il bacino di lui.
Jungkook fece un grande sforzo, trattenendo a stento un gemito << C-Corina >> gemettè cercando di non muoversi << n-noi...non possiamo...>> mormorò 
<< shh >> sussurrò lei << non vi preoccupate mio signore, ciò che accadrà adesso non ha nulla a che vedere con quello >> disse divertita << vorrei solo che voi rispondiate a una semplice domanda >>
Il corvino la guardava affascinato, e al tempo stesso spaventato a morte, leccandosi le labbra che sentiva secche << cosa mia signora? >> 
La corvina gli sorrise trionfante, sapeva che effetto faceva agli uomini, e vedere l'espressione del ragazzo che a stento tratteneva il suo impellente desiderio di toccarla, la divertiva ancora di più.
Ma lei voleva che lui fosse suo, e c'era solo una persona che potesse mettersi in mezzo verso tale scopo << provate qualcosa per la signorina Kim? >>...]

Jungkook fermo immobile e zitto, cercava di formulare una frase, o una qualsivoglia via di fuga. Con la coda dell'occhio si accorse, come se fosse sbucato solo in quel momento un ragazzo, alto, dai capelli lisci, portamento fiero, occhi felini e uno strano sorriso.
Il Marchese non aveva smesso di osservalo nemmeno per un secondo. Notando come la giovane donna con cui aveva passato alcuni attimi, fosse terribilmente irritata dalla presenza di quel giovane ragazzo e dalla sua provocante accompagnatrice. Per tutto il tempo che avevano passato a battibeccare non aveva mai smesso di stringere l'abito tra le mani.
Yoon sentendosi osservato portò gli occhi scuri a scontrarsi con quelli curiosi del ragazzo fermo a fissarlo, rivolgendogli un sinistro sorriso che mise in allerta il giovane Park.
<< mia signora >> mormorò
La sua voce era profonda, e talmente seducente da lasciare la castana accanto a lui, senza fiato. Il Marchese, si sporse verso di lei sfiorandogli l'orecchio sinistro con le labbra << non vorrei interrompervi, >> gli sussurrò << ma vorrei ricordarvi che avete acconsentito, a donarmi un ballo >> lei rabbrividì. Mentre le sue gote si fecero di un rosso acceso. Comportamento che non sfuggi ai due gentiluomini in quel corridoio.
<< c-certo >> balbettò << il ballo...>>
Yoon sorrise maliziosamente, spostandole lentamente una ciocca ribelle, dietro l'orecchio << me lo avete promesso >> disse incalzante, senza smettere di guardare negli occhi il corvino che lo fissava con sguardo duro e livido.
Ahvi alzò lo sguardo, guardando dapprima il Marchese per poi passarlo sul ragazzo di fronte a lei. Jungkook, fermo con mani strette a pugno, guardava quel ragazzo, come se fosse un sacco da box, che lui non vedeva l'ora di prendere a pugni.
<< Miss Kim >> la chiamò il Marchese
<< s-si? >>
Yoon gli porse la mano << venga, la sala da ballo è da questa parte >> disse sorridendo.
Ahvi portò lo sguardo verso la sua mano, aperta verso di lei. Guardò su verso il suo sorriso e quello sguardo da rendergli difficile dirgli di no, allungò lentamente la mano, prima che una presa ferrea la fermò.
Jungkook serrò la presa sul polso di lei << andiamo! >> disse con aria truce, prima di trascinarla via con sé.

D'un tratto, per Jim il mondo sembrava essersi capovolto.
<< c-cosa? >> balbettò in riposta, passando nervoso la lingua sulle labbra. 
Il volto di Asena prese a tingersi di rosso << n-non importa >> sussurrò imbarazzata, voltandosi dall'altra parte << lasciate perdere, fate come se non avessi detto nulla >>
Jim per un attimo, la ritenne un'ottima idea. Ma, nel mentre che si riempì di nuovo il bicchiere, la giovane voltó il viso, scontrando i suoi occhi gonfi dal pianto con quelli scuri del corvino.
<< secondo voi...>> mormorò << sono bella? >> domandò con un fil di voce, i suoi occhi erano feriti, imploranti, e lui sentì la propria fermezza venir meno, mentre si perse a contemplarli.
Il corvino preso alla sprovvista, per un attimo perse la presa del bicchiere, rischiando di farlo frantumare sul pavimento di pietra.
Jim cercò di risponderle, ma si accorse di avere la gola secca, da lì a poco sarebbe morto ne era più che sicuro.
La mora vedendolo in silenzio, pensò di aver colto il segno << non lo sono vero? >> gli domandò ancora, con un sorriso così triste che gli spezzo il cuore.
Il ragazzo, venne investito da una profonda collera, chi mai aveva osato farle pensare che non fosse abbastanza bella? chi aveva osato recargli quella così triste espressione? da incrinare il suo bellissimo sorriso?
Jim fermo a guardala andare in pezzi silenziosamente, si perse nel contemplarle il viso; un viso che aveva visto migliaia di volte, un viso che adorava guardare, e che avrebbe guardato senza mai smettere. Iniziò dai suoi capelli lunghi e fluenti, di un intenso castano, così scuri, da sembrargli quasi neri, se non fosse per il riflesso rossiccio che avevano quando il sole glieli baciava. Prima di focalizzarsi sugli occhi dal taglio dolce, e serio al tempo stesso, con quel colore che gli sembrava ambra, scendendo ancora trovando il suo piccolo nasino a patata, e infine scivolare sulle sue labbra, non troppo carnose, ma dalla linea morbida. Le stese labbra che mordeva ogni qualvolta era nervosa, come in quel momento.
<< non siete brutta >> le disse con voce profonda << voi siete bella >>
Asena alzò il viso come scottata, osservando come gli occhi di lui fossero scuri e profondi
<< No! non fatelo solo per farmi sentire meglio >>
<< siete bella >> ripetè, avvicinandosi a lei << ai miei occhi, voi lo siete sempre stata >> sussurrò.
Baciare Asena Kim era una pessima idea, per svariati buoni motivi, pensò Jim.
Il primo dei quali era che in verità voleva baciarla, un desiderio così profondo e primordiale, da non permettergli di pensare lucidamente.
Secondo motivo, i fratelli di lei lo avrebbero ucciso, il primo fra tutti, sarebbe stato il fratello di mezzo, nonché il più alto e dalla corporatura massiccia, Kim Namjoon.
Jim era più che certo, che se lo avesse scoperto lo avrebbe smembrato vivo, oltre a provocargli un'insolita e macabra sensazione di pura gioia nel farlo.
E terzo, per quanto Jim lo desiderasse, non sarebbe stato lui a unirsi ad Asena in matrimonio, non sarebbe stato lui a cui lei avrebbe dichiarato il suo amore, e seppur lo desiderasse non avrebbe potuto condividere la sua vita con lei, né a dargli dei figli, né a renderla felice come lei meritava. No. Asena avrebbe sposato Taehyung e sarebbe stato lui a donargli tutto quello che lui non poteva.
A quel punto Asena fece l'unica cosa che avrebbe fatto sì, che il corvino di fronte a lei cedesse alla sua richiesta, lo guardò fisso negli occhi scuri come la notte, fino a scendere con lo sguardo alle sue labbra << ve ne prego >> sussurrò, risvegliando così il ragazzo, che si era perso nei suoi pensieri.
Jim era perduto, era riuscita con una sola frase a distruggere la sua determinazione in un solo instante. Alzò lo sguardo, c'era qualcosa di straziante nei suoi occhi ambrati, come se senza il suo bacio rischiasse di annegare. Sembrava che avesse bisogno di lui come di un faro in mezzo alla tempesta.
Il corvino non ricordava di essersi mai sentito così importante per qualcuno.
Quella rivelazione fece sì, che il suo desiderio per lei esplose, desiderando quella ragazza ancora di più.
<< Signor Park? >> sussurrò
Lui le si avvicinò, poggiando il bicchiere che stringeva tra le dita sul tavolo adiacente a loro.
<< voi siete bella >> ripetè accarezzandole lentamente la guancia con le nocche.
Asena percepì del calore, irradiarsi nel suo corpo, come se il suo intero essere reagisse al suo tocco, lo percepiva nelle gote, nel petto, luogo la schiena fino alle dita dei piedi.
Si sentiva in preda al desiderio, al bisogno.
Jim gli si avvicinò, le loro labbra a pochi centimetri, il loro respiro si fuse, rendendo l'aria calda e ricca di aspettative.
Il ragazzo sentiva Asena tremare sotto le sue dita, come se fremesse, come se aspettasse di ricevere il bacio, che l'avrebbe salvata.
L'attirò a se, stringendola finché i loro corpi, non si toccarono. Si sporse in avanti e infine la baciò, un bacio determinato dall'urgenza e dalla passione. Assaporandola, mordicchiandola, accarezzandola. Facendole risvegliare l'anima che sentiva a pezzi e il cuore. Si stava eccitando, e la desiderava. Dio, quanto la desiderava.
La sua bocca si fece più incalzante, e la sua lingua premette fino a farle aprire le labbra.
Aveva un sapore, salato e caldo per via delle lacrime e dal whisky, ma anche così per lui era inebriante.
<< Asena >> mormorò, la desiderava ardentemente e voleva che anche lei provasse lo stesso desiderio. Le mani di lui scivolarono sull'abito, toccandole le forme attraverso esso.
<< Asena >> ripetè.
La giovane si stringeva a lui, sentiva le sue gambe cedere, ogni volta lui passava le sue labbra sulla sua pelle calda. La bocca di Jim era avida sulla sua pelle, scese per il collo, passandoci la lingua calda sopra. La mora gemeva a ogni tocco che lui le dava. Infervorando ancora di più il ragazzo che a stento riusciva a controllare il suo desiderio.
Lui si sfilò la giacca che fece cadere a terra, e si sfilò la camicia dai pantaloni e Asena fece scivolare le dita sotto la stoffa, facendo scorrere i polpastrelli sulla pelle calda.
Jim gemette a quel tocco, riportando il suo sguardo in quello di lei, caldo e pieno di desiderio.
<< siete bellissima >> le sussurrò contro le labbra, baciandola con fervore ancora maggiore.
Fece scivolare le mani lungo la schiena, avvicinandosi al suo fondoschiena, attirandola verso di sé, facendole sentire la propria erezione.
<< vi desidero così tanto >> ansimò, contro la sua pelle, sempre più calda << se solo, non doveste sposare mio cugino >>.
Fu una questione di un attimo, prima che Jim si rendesse conto, di ciò che aveva appena detto.
<< c-cosa? >> domandò Asena con un filo di voce, a pochi passi dal suo viso, il corvino, lesse nei suoi occhi lo sgomento e la confusione.
<< A-Asena...>> riprese
<< di cosa state parlando? >> domandò tremante, perdendosi nei suoi occhi scuri
Gli occorse qualche istante per capire che la donna che aveva sopra di lui non aveva idea di ciò che stesse dicendo << v-voi.. voi non sapete? >> le domandò
La ragazza spaventata sì allontanò da lui con fare impacciato, confusa, e con una strana sensazione, mentre si rimetteva a posto l'abito.
Jim la guardò con un strana morsa al petto. Con un movimento veloce si portò al suo fianco << As..>>
<< chi ve l'ha detto? >> disse gelida senza guardarlo
Jim si immobilizzò. Cercò di dire qualcosa, ma si accorse di avere la gola serrata.
Asena, sentiva gli occhi pizzicargli << n-non mi avete sentita? >> lo incalzò << vi ho chiesto da chi l'avete sentito? >> la sua voce era stridula, in preda alla confusione e a qualcosa che Jim pensò fosse, dolore?
Il corvino si protese verso di lei cercando di calmarla << Asena...>> la chiamò << I-io n-non...>>
<< come avete potuto non dirmelo? >> gli domandò di nuovo, girando lo sguardo di scatto << perché? >> esclamò << sapevate che avrei dovuto sposare Taehyung, e non mi avete detto nulla? >> urlò sconvolta << non solo, >> riprese << ma vi siete pure approfittato della mia vulnerabilità >> esclamò allontanandosi da lui.
A quel punto Jim, preso da un'insolita rabbia gli rispose << non è così! >> esclamò in tono imperioso << non avevo idea, che voi non lo sapeste! >> disse afferrandole il braccio << se avessi saputo che ne eravate all'oscuro...>>
<< cosa? >> urlò lei, interrompendolo << cosa mio lord ? Me lo avreste detto? Mi avreste detto che non avreste potuto baciarmi perché avrei dovuto sposare vostro cugino? >> urlò strattonando la presa.
Jim non sapeva cosa rispondere. Perché la frase che non aveva detto era: " vi avrei baciato comunque". Ma non poteva confessarglielo, non poteva fare quel torto al moro, e a lei.
<< devo andare >> sbottò disperato, lasciandole il polso e allontanandosi da lei velocemente.
Raccolse la sua giacca da terra, e si affrettò verso la porta. Asena era immobile, pietrificata da ciò che aveva commesso quella sera, così mortificata e imbarazzata da trattenere a stento le lacrime.
Il ragazzo appoggiò la mano sulla maniglia, aspettandosi che Asena lo chiamasse, che gli dicesse qualcosa.
Ma non lo fece.
E lui uscì.

Jungkook Park era famoso per molte cose.
Era famoso per il suo bell'aspetto, come tutti nella famiglia Park.
Era famoso per la sua abilità, nell'imparare senza alcuno sforzo, dalle più ardue tecniche di combattimento, ai più difficili passi di danza dopo averli visti fare non più di una volta.
Era famoso per il suo fascino rilassato, per l'abilità di mettere chiunque a proprio agio.
Era famoso per il sorriso che lo rendeva simile a un coniglietto, facendo cadere ai suoi piedi molteplici giovani donne.
Quello per cui non era famoso, era il carattere irascibile.
Il corvino era livido, era come se dentro di lui fosse esploso un vulcano, da cui scendeva lava incandescente, capace di distruggere tutto ciò che toccava.
<< Jungkook! >> lo chiamò Ahvi << Jungkook! Lasciami! >> urlò
Lui non riuscì a lasciarla, sapeva che gli stava facendo male, e che in un'altra situazione non si sarebbe mai permesso.
Ma era così *infuriato* , che il farle male, pensò potesse essere il male minore.
<< Jungkook! >> urlò ancora cercando di strattonare il polso, per liberarsi << LASCIAMI! >> gridò.
Il passo del covino era implacabile, sfrecciò svincolando, tra i corridoi senza una meta precisa, ma dovevano allontanarsi. Allontanarsi da chiunque potesse mettersi in mezzo. Doveva parlare con lei, doveva sapere, immediatamente.
Gli ci vollero ancora alcune falcate, prima di raggiungere, quello che per un momento gli parve un giardino, oltrepassò la vetrata che a colpo d'occhio sembrò vecchia, logora e traballante, e tirò verso di sé la giovane che non aveva smesso nemmeno per un attimo di divincolarsi.
Jungkook gli lasciò la presa, allontanandosi da lei.
Ahvi si massaggiò il polso, guardando con astio il corvino proprio di fronte a lei << siete impazzito?! >> gli urló << potevate rompermi il polso! >>
Il ragazzo serrò la mascella, i suoi occhi erano di un nero così imperioso che sembravano non essere nemmeno umani << mi dispiace >> disse secco, senza sentimento << non volevo farvi male >>
Ahvi cercò di guardarlo, ma quel giardino poco curato, senza luci attorno, gli rese l'intendo molto difficile. << perché mi hai portato qui? >> gli domandò
<< dobbiamo parlare >> rispose
<< e di cosa se posso chiedere? >> Ahvi era irritata. Non solo, il ragazzo di fronte a lei aveva passato la serata a divertirsi, ma ora sembrava che fosse lui quello che si sentiva tradito.
Jungkook si sporse << cosa ci facevate con quel tipo? >> le domandò
La castana era senza parole << state scherzando spero! >> proruppe lei
<< non sto scherzando Ahvi! Dimmi chi era quel tipo? >> insistette il ragazzo
<< cosa ve ne importa? >> domandò lei in risposta
Jungkook, strinse di più i pugni, mentre la sua mascella si fece più contratta << Ahvi! Maledizione rispondimi >> urlò
<< perché mai dovrei? Eh? >> urlò la ragazza in risposta << perché dovrei rispondervi? >> tuonò  << non siete mio fratello! Non vi devo alcuna spiegazione! >>
<< siete veramente insostenibile! Perché non capite? >>
<< cosa dovrei capire? Siete stato voi stesso a dirmi che siamo amici! Quindi ditemi? >> gridò  << dovrei comportarmi pure io come voi e chiedervi cosa ci facevate da solo con Corina? >>
Il corvino preso alla sprovvista tacque, permettendo alla ragazza di continuare.
Ahvi gli si avvicinò e lo guardò con occhi fiammeggianti << ditemi Signor Park, è successo qualcosa tra voi e Miss Barker? >>
Jungkook abbassò lo sguardo su di lei << qui non stiamo parlando di me >> disse ringhiando << eravate voi quella che si trastullava con un perfetto sconosciuto! >>
Ahvi era senza parole, non poteva credere a ciò che stava accadendo << come osate? >> disse stizzita in preda all'ira << come osate parlarmi in questo modo? >>
<< come osò io? Come osate voi domandarmi cosa io abbia fatto o non fatto, con Corina Barker? >> urlò << nemmeno fossi un animale >>
<< come se voi invece vi siate comportato come un signore, nel dirmi che mi trastullavo con un gentiluomo che mi aveva gentilmente domandato di ballare! >>
Ormai il ragazzo era a un punto di non ritorno, più la guardava e più la sua rabbia aumentava. Odiava il ricordo delle sue guance rosse appena quel ragazzo gli aveva rivolto la parola. Odiava averla vista in imbarazzo, odiava lo sguardo di lui mentre la contemplava, e odiava come lei non lo avesse respinto.
<< siete più testarda di un mulo! >> urlò
<< e voi mio signore siete un idiota! >>
Jungkook si immobilizzò << c-cosa? Che avete detto? >>
La castana sostenne il suo sguardo sconvolto con una leggera alzata di spalle << siete diventato sordo? Ho detto idiota! >> ripetè
Il corvino scoppio a ridere << io un'idiota? >> Jungkook sentiva le orecchie farsi rosse << sto solo cercando di mettervi in guardia! >>
<< vi ho già detto che non ho bisogno del vostro interesse per la mia incolumità! sono in grado di provvedere alla mia sicurezza anche da sola! >> ringhiò
<< e come se posso chiedere? svenendo tra le sue braccia? >> le domandò sarcastico
<< parlate proprio voi? Vi ho visto imbambolato mentre passeggiavate con Corina, com'è che dicevate? "oh Miss Barker avete le mani d'oro, senza di voi non so come avrei potuto fare!" >> gli fece il verso con aria tragica << patetico >> disse con disprezzo
<< se non vi conoscessi direi che siete gelosa! >> rispose sogghignando
Punta sul vivo Ahvi, puntò i suoi occhi chiari in quelli scuri del ragazzo << non sarei gelosa di voi nemmeno se foste l'ultimo uomo sulla terra! >> esclamò a denti stretti.
<< stessa cosa vale per me! >> gli rispose il corvino
Ahvi, serrò le labbra, mentre cercava di calmare il respiro, impedendo a sé stessa di gettarsi su di lui e così ucciderlo << in ogni caso non mi avete risposto >> riprese imperterrita
<< su cosa? >>
<< è successo qualcosa tra voi e lady Barker? >>
<< tra me e Corina non è successo assolutamente nulla! >> disse
<< se non è successo nulla come mai la chiamate per nome? >> domandò pignola
<< volete veramente soffermarvi sulla formalità? >> domandò lui a sua volta
<< se volete mi soffermo sul vostro abbigliamento! >>
Jungkook aggrottò la fronte confuso, mentre abbassò lo sguardo, notando come sotto la giacca non portava la camicia con cui aveva fatto il suo ingresso quella sera << p-posso spiegare >> balbettò
<< che cosa vorreste spiegare di grazia? >> domandò sarcastica << volete raccontarmi la storia di come la vostra camicia abbia preso e sia scappata? >>
Il corvino sbuffò << si era macchiata, così Miss Barker si è offerta di lavarmela >> disse con un'alzata di spalle << non ci vedo nulla di male >>
<< come la proposta fattami qualche minuto fa! >> esclamò
Jungkook spinse la lingua contro l'interno della guancia, sorridendo. Ahvi per quanto odiosa, doveva dargli atto di avere uno spirito ammirevole. Era incredibilmente testarda, e seppur non lo avrebbe mai ammesso apertamente, dannatamente affascinante quando gli teneva testa.
<< ve l'ho già detto! È un farabutto! >> esclamò irritato
<< come voi dopo questa sera! >> disse lei incrociando le braccia
<< come ve lo devo dire che ciò che pensate è sbagliato? Non è successo nulla stasera! >>
Là castana lo osservò, alzando le sopracciglia << non mi pare di avervi detto il contrario mio signore >> mormorò in risposta, donandogli un educato sorriso
Il ragazzo riuscì a controllarsi con fatica, aggiungendo con voce ferma << adesso faremo così. Noi due torneremo dai vostri fratelli, e voi non vedrete più quel ragazzo!>>
Ahvi sorrise con finta accondiscendenza << io ho un'idea migliore, io tornerò alla sala, dove accetterò molto educatamente la richiesta che il Marchese mi ha fatto poco prima che voi mi trascinaste nel nulla >> esclamò << con o senza la vostra non richiesta supervisione >> concluse.

La sala era in fermento, gli ospiti erano stati avvisati dell'arrivo imminente dell'ospite d'onore. Lo stavano aspettando da tutta la sera. Desiderosi di incontrare colui che aveva dato per loro quel famoso e sfarzoso ballo.
Come api richiamate dalla loro regina, uno per uno si mossero fino a raggiungere il centro della sala.
Ahvi stava ripercorrendo con grandi falcate i corridoi, borbottando fra sé e sé, con il corvino che la rincorreva irritato.
Jungkook dietro di lei fece un ringhio frustrato, la castana lo stava mandando ai matti, e nonostante le sue buone intenzioni, stava sempre di più perdendo la lucidità
<< ti vuoi fermare? >>
<< per sentirvi ancora blaterare su chi io, possa o non possa frequentare? No! vi ringrazio! >> esclamò
<< lo sto facendo per voi! >> brontolò
<< non mi sembra, che io vi abbia chiesto di farlo >>
Il ragazzo ormai esasperato fece un lamento << ma perché non volete ascoltarmi? >> domandò afferrandola per il braccio, fermando così la sua fuga
<< perché la vostra richiesta è....è >>
<< è? >>
<< del tutto ingiustificata! >> disse cercando di liberarsi.
<< io voglio solo mettervi in guardia >> le sussurrò
<< ho già dei fratelli che possono adempiere a questo tipo di incarico mio signore >> rispose puntigliosa.
Il battibecco riprese velocemente, come se non si fosse mai fermato, fino al momento, in cui i due ragazzi non sentirono dei mormorii arrivargli oltre l'angolo, proveniente dal corridoio adiacente.
Silenziosamente la castana, presa da un'irrefrenabile curiosità, e nonostante la presa del corvino sul suo braccio, che gli intimava di non ascoltare, per paura ella pensò di essere scoperti, fece sì che con passo furtivo, avanzò fino a fermarsi sullo svincolo, dove potè udire il mormorio trasformarsi in parole comprensibili.
<< voi siete il Marchese Min? >> domandò una voce, che Ahvi riconobbe appartenente a Miss Barker.
Il corvino alzò lievemente lo sguardo incontrando due occhi scuri e grandi. Yoon osservò a lungo quella ragazza, dall'aspetto signorile e elegante, ma più la guardava, più la convinzione che nascondesse più di quanto immaginava, si rafforzava. La corvina continuò a sondarlo prima che lui gli rispose << come avete fatto a capirlo? >> e questo doveva essere il Marchese.
<< oh bè sua eccellenza, mio padre mi ha insegnato l'etichetta, e di conseguenza tutti i volti dei più rispettabili gentiluomini del nostro tempo >> disse porgendogli un piccolo inchino << mi presento, io mio nome è Corina Barker, figlia del...>>
<< del Governatore Barker >> la interruppe lui.
<< esattamente sua eccellenza, vedo che siete informato >> gli rispose, avvicinandosi di più a lui << se posso chiedervi, perché rimanete fermo qui? >>
<< sto aspettando Miss Kim >> le disse con tono freddo << mi ha promesso un ballo, prima di essere trascinata via, da colui che sospetto sia il suo accompagnatore >>
Corina per poco non si strozzò con la saliva << il suo? >> disse iniziando a ridere con tono stridulo << oh no mio signore vi sbagliate >> esclamò << il signor Park non è il suo accompagnatore >>
Yoon la guardò incuriosito << ne siete certa? >>
<< assolutamente! >> esclamò << vedete può sembrare così, ma vi assicuro che il signor Park la vede solo come una sorella >> disse trattenendo una risata
<< sorella? >>
<< sorella...>> mormorò Ahvi a bassa voce, era questo che Jungkook pensava di lei? La vedeva come una sorella? Era questo il motivo del suo comportamento?
La castana, si perse nei suoi pensieri non dando troppa, attenzione ai due che ancora parlavano a pochi passi da loro.
<< si vedete, la famiglia Park ha forti legami di amicizia con la famiglia Kim, talmente forti da far crescere i loro figli assieme, non si deve preoccupare, tra quei due non c'è nulla di romantico >>
<< avete qualche prova a conferma di ciò? >> domandò il corvino curioso
Corina gli si avvicinò  << volete sapere come faccio a saperlo? È semplice sua eccellenza, il signor Park è promesso a me >>.
La conversazione fece sì, che per colei ferma ancora in ascolto ci fu un attimo in cui pensò che non potesse essere vero. Se fosse stata la verità, Ahvi era più che certa che il ragazzo, fermo dietro di lei, glielo avrebbe di certo detto.
Lentamente, voltò il viso, incontrando dietro di sé, due occhi scuri fermi a fissarla
<< Jungkook... >> mormorò  << di cosa parla? >> domandò sorridendo appena
La sua voce era fievole, sentiva come se si stesse sgretolando, come nonostante la confusione e la rabbia sempre più presente, dentro di lei stava soffrendo, si stava spezzando. Come aveva potuto? proprio lui? come aveva potuto non dirgli che si sarebbe sposato? Come aveva potuto permettere che lei lo scoprisse così?
Si sentiva come se non avesse più forze, come sé tutta la grinta che aveva prima di quel momento, nel litigare con lui si fosse spenta. E una nuova sensazione stava prendendo piede dentro di lei.
Ahvi gli si avvicinò, posandogli una mano sul braccio, sondando il suo viso in cerca di una qualche spiegazione << è v-vero? >> gli domandò con voce tremante, mentre sentiva le lacrime salirgli.
Il corvino, rimase fermo, osservando gli occhi della sua amica, di colei cui si ostinava a dirsi, che a parte l'amicizia non li legasse nient'altro, farsi più confusi, scuri. Avrebbe dovuto dirglielo lui, e voleva farlo,  ma appena l'aveva incrociata era rimasto senza parole nel costatare, che aveva attirato l'attenzione di un uomo. Un uomo che lui non conosceva, un uomo che gli dava una strana sensazione, un uomo che la guardava come nemmeno lui si era mai permesso. Aveva provato gelosia, una profonda e violenta voglia di trascinarla via con sé e non permettere a nessuno di avvicinarsi a lei, ma non poteva, non dopo ciò che era accaduto. Sentì la presa della castana sul suo braccio, mentre lo chiamava, il suo viso che aveva guardato per tutta la sera, per un attimo gli sembrò di vederlo veramente per la prima volta << Jun..>> 
<< È vero >>

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