꧁ CAP 18 - Minacce ꧂
La stanza privata del Generale era fin troppo calda e accogliente. Il fuoco crepitava allegro nel camino, un lungo tavolo era posizionato in mezzo alla stanza dove erano predisposti pile e pile di libri antichi e quelli che a primo sguardo sembravano documenti sparpagliati, e lì appoggiato con non curanza a esso, c'era un ragazzo dai mossi capelli biondi e un viso simile a quello di un bambino, che li fissava.
La guardia che li aveva accompagnati fino al suo interno, si piegò in una mezza riverenza << mio signore, come da richiesta del Generale ho portato il Capitano Eunwoo e il Tenente Mingyu >> disse con voce solenne.
Felix volse verso di lui il viso sottile e inespressivo mentre il suo sguardo si spostò sui due giovani al suo dietro, alzando l'angolo delle labbra in un ghigno << molto bene soldato, riferirò al Generale che avete adempiuto alla sua richiesta >> mormorò << al momento è dovuto assentarsi, ma ritornerà a breve... potete andare, loro rimarranno qui >> disse facendo un gesto con la mano.
Il soldato si piegò di nuovo uscendo velocemente dalla stanza lasciando i tre ragazzi da soli.
<< siete vivi >> disse infine il biondo sedendosi sul bordo del tavolo a braccia conserte
<< sembrate sorpreso >> commentò il corvino
<< lo sono infatti >> replicò Felix chiaramente divertito << mi chiedo come sia possibile che siate riusciti a fuggire da un'imboscata senza nemmeno un graffio >>
<< si vede che non siete mai stato sul campo di battaglia >> spiegò Mingyu saccente << ci sono molti modi per evitare uno scontro sapete? Basterebbe solo usare la materia grigia >>
<< Tenente >> lo richiamò il castano in un sussurrò, cercando di calmare il corvino accanto a se. Fin dal suo arrivo era chiaro come il sole che tra Mingyu e il giovane Felix non correva buon sangue.
Per molti, o meglio tra i soldati, girava la voce che fosse per via delle preferenze che il Generale esercitava nella scelta dei suoi "valletti".
Non era un segreto che nonostante il corvino fosse suo nipote, non c'era stata mai un'interazione che potesse far pensare che per quell'uomo, il ragazzo potesse essere la scelta migliore per lui. Anzi, con l'entrata in scena del biondo per i soldati fu chiaro che il Generale preferisse Felix a Mingyu.
Creando così la tesissima situazione che Eunwoo si trovò di fronte.
<< avete finalmente imparato a parlare, me ne compiaccio Tenente >> rispose Felix compiaciuto << era ora che imparaste, continuare a usare grugniti come mezzo di comunicazione era di certo disdicevole nei confronti del Generale, sono certo che ora non si vergogni più di considerarvi suo nipote >> disse inclinando di poco il sorriso
Il corvino, strinse con tutte le sue forze i pugni, osservando il giovane di fronte a lui come si guarderebbe un sacco da box prima di prenderlo a pugni.
<< vi sorprendere mio signore, che non solo è in grado di conversare, ma è riuscito a scontrarsi contro un uomo lucertola, alto più di quattro metri senza rimanerne ucciso >> spiegò Eunwoo rimasto in disparte << e se devo essere del tutto preciso è riuscito a distrarlo abbastanza da permetterci di scappare >>
Felix scostò lo sguardo incontrando quello calmo e risoluto del Capitano << volete dirmi, che se siete qui è grazie al nostro uomo prodigio? >>
<< è proprio ciò che sto dicendo >> confermò il castano
<< wow >> disse formando una "o" con le labbra << siete riusciti ad avere anche il tempo di scambiarvi effusioni nel mentre? >>
La domanda accese Mingyu che con un passo si trovò a pari del biondo che per via della sua altezza, alzò lo sguardo << siete forse geloso mio signore? >> domandò con un ringhiò
<< geloso? >> domandò il biondo alzando un sopracciglio
<< sembrate geloso, forse è per via del fatto che chiunque qui pensa che sareste più adatto a indossare abiti da donna che i fieri abiti maschili >> replicò con veleno Mingyu
<< Tenente! >> lo richiamò il castano, alzando la voce, ma esattamente come era accaduto in quella foresta, Mingyu fece finta di non sentire.
<< è così che volete giocarvela? Alludendo al fatto che sembro una donna? >>
<< non ho detto che sembrate una donna, ma bensì che lo siete >>
Il biondo, allargo il sorriso avvicinandosi pericolosamente al suo viso << vi piacerebbe ammettetelo >> sussurrò a un passo dalle sue labbra.
<< ora basta! >> si intromise Eunwoo dividendo i due << non è ne il luogo nè il momento per mettervi a discutere di certe questioni >>
<< dovresti ascoltare il tuo compagno Tenete >> sghignazzó Felix << non sia mai che possa lasciarvi per la vostra stupidità >>
<< almeno io posso aver la fortuna di poter chiamare il Capitano Eunwoo, compagno >> chiarì il corvino << non come voi, costretto a servire, come un cane, per proteggere la reputazione della vostra famiglia per la vergogna di esservi innamorato di vostra sorella! >>
A quella frase, Felix si avvento su Mingyu puntandogli il pugnale che aveva nascosto sotto la manica, al collo << ripetilo se ne hai il coraggio bastardo >>
<< Ahahahahah siete già diventato sordo? Avete così smania che io vi ricordi le parole dette poco fa? >>
<< Tenente Mingyu! Chiudete la bocca! >> urlò il castano, cercando di dividerli con la forza
<< non ho detto nulla che già non si sappia, tutti sanno perché il nostro caro Felix si trova ancora al servizio del Generale, non per amor della patria, ma bensì per l'umiliazione di dover accettare il triste destino rivolto verso di lui >> replicò con astio il corvino, scostandosi dalla stretta che aveva il Capitano su di lui << sebbene abbia finito da ben cinque anni il suo servizio, sembra che non voglia tornare a casa, mi domando il motivo >> chiese fissando il biondo dritto negli occhi << è la vostra famiglia ad avervi ordinato di rimanere? O è stata vostra sorella a chiedervi di non mostrarvi mai più a lei? >> domandò con un sorriso, fiero di aver toccato un nervo scoperto << ooooh lei non lo sa non è così? >> domandò mostrando al biondo la dentatura perfetta << Dovreste vergognarvi sedurla e poi scappare come un codardo! >> sputò con veleno nella voce.
<< lo dite come se foste nella posizione di sentirvi superiore, siete il nipote del Generale, eppure nonostante le vostre numerose battaglie, nonostante il vostro valore, l'uomo che è vostro zio vi ha sempre allontanato, da lui, dalla sua famiglia, me ne domando il perché >> replicò con voce calma, osservando l'occhio del corvino farsi una fessura << potrebbe essere che la vostra nascita lo disgusti, il figlio di un fratello morto in circostanze misteriose, allontanato da quella che doveva essere la vostra famiglia, cresciuto da soldati, senza la gentilezza e l'amore di una madre, trattandovi come un cane, e sebbene i vostri sforzi mai una volta vi ha guardato con amore >> commentò facendo qualche passo indietro << date del mostro a me, ma pare che tra i due il mostro qui siate voi >>
Mingyu si mosse veloce, spinse violentemente il biondo indietro, prendendolo alla sprovvista e prima che Eunwoo potesse afferrarlo, con un balzo si gettò su Felix con la lama nascosta alla mano, puntandola al cuore, ma prima che potesse raggiungerlo, un ruggito arrivò chiaro e minaccioso alle sue orecchie
<< MINGYU! >>
<< Beyon! >>
Al suono del suo nome, il ragazzo a un passo dal collo di Priscilla si scostò, sbuffando.
<< sto cercando di cenare >> il mogano sapeva esattamente chi lo avesse interrotto e si meravigliò che lo avesse trovato così presto.
L'uomo stava dietro di lui, le braccia incrociate al petto, appoggiato a un vecchio muro. Aveva l'aria di stare lì da ore << mi dispiace, ma non credo che sarà possibile per questa sera >> gli disse con voce dura << non è consigliabile nutrirsi in un luogo così esposto! Volete che vi scoprano? >>
<< Aaaaa >> le labbra di Beyon si curvarono in un sorriso, e con le dita affusolate accarezzò noncurante il collo della ragazza che con fiato corto lo guardava languidamente << non mi hanno mai scoperto, mio caro amico >> replicò
<< anche se fosse, il vostro intento è quello di svegliarli dal letargo in cui vivono? Che faremo se inizieranno a capire chi miete tutte queste vittime? Che farete? Li ucciderete tutti? Così da mandare all'aria il piano che con fatica abbiamo architettato? >>
Il mogano volse lentamente il volto, sostenendo il suo sguardo con aria di sfida e quel sorriso che non accennava a lasciare le sue labbra << mh, perché no? >>
<< Dannazione Beyond! >> sbottò il mesciato << sentitemi bene, non permetterò che mandiate tutto all'aria >>
<< non permetterai? Devo rammentarti con chi stai parlando? >> gli domandò con minaccia nella voce, mentre fissava il ragazzo fermo di fronte a sé che lo guardava senza proferire parola, << molto bene, >> disse << ora se permetti vorrei riprendere da dove avevo interrotto >>
<< non potete >>
Il mogano sospirò infastidito << e perché mai? >>
<< perché colei che avete tra le braccia è Priscilla Waterfrey >> precisò San
Il ragazzo lo guardò confuso, corrugando la fronte << Waterfrey >> mormorò a bassa voce << water...frey, Waterfrey...>> mormorò assottigliando lo sguardo << questo nome non mi è nuovo, mi chiedo come mai, vorreste essere così gentile da rammentarmi? >> domandò sorridendo appena.
<< non è così importante che voi sappiate a chi mi riferisco >> commentò San
<< o suvvia, sono curioso, è per caso una vostra nuova conquista? O una vostra possibile preda? >> domandò trattenendo a se Priscilla che mugugnava tra le sue braccia.
Il mesciato si limitò a guardarlo, senza però rispondere alle sue domande << lasciala Beyond >> lo intimò San, facendo un piccolo passo avanti
Il mogano, lo guardò di nuovo assottigliando lo sguardo, ponderando se fare ciò che quell'uomo gli suggeriva, o se fare ciò che la sua fame gli intimava << che peccato, ha un odore così invitante >>
<< Beyond! >> urlò afferrandogli il braccio, facendo pressione sulla presa << lasciala >> gli ordinò.
Il mogano lasciò la presa, permettendo così a San di afferrarla. Priscilla barcollando si afferrò a lui << d-dove sono? >> domandò con voce flebile, mentre cercava di mettere a fuoco il viso dell'uomo che la sorreggeva
<< lady Waterfrey, è ora per voi di rientrare >> sussurrò San a un passo dal suo orecchio, con voce calda e suadente << dovete tornare a casa mi avete capito? >>
La bionda fece un piccolo cenno con il capo, e come sognate con passo incerto si avviò verso ciò che era diventata ora la sua meta.
<< cosa ci fate qui? >> domandò San poco dopo
<< mh...sinceramente? Stavo girovagando un po' di qua, un po' di là annoiato, raccogliendo margherite e per puro caso mi sono detto " perché non passare un po' di tempo con il mio amico preferito" >> continuò calmo Beyon, sfoderando un sorriso velenoso
San assottigliò lo sguardo, non era mai un buon segno quando quell'uomo si presentava senza preavviso.
<< ti ha mandato "lei"? >> domandò sospettoso il mesciato.
<< lei? >> commentò divertito, << mh no, se devo essere del tutto onesto, non credo nemmeno che sappia della mia capatina >> disse passeggiando tra le strade buie.
<< Beyon >> lo riprese il mesciato con voce bassa << te lo chiedo di nuovo, perché sei qui? La tua presenza non faceva parte dei nostri accordi, io e Leysa dovevamo occuparci della famiglia Min, e il tuo compito era quello di controllarla, assicurandoti che non volgesse il suo viso nella nostra posizione >> lo riprese San minaccioso << se lei dovesse scoprire che tu non sei alla tua solita posizione, potrebbe..>>
<< cosa? di cosa hai paura San? >> domandò avvicinandosi pericolosamente all'amico << temi che possa avvertire colui che stai cercando di incastrare? >> commentò mostrandogli la sua dentatura perfetta
<< lo sai che per la riuscita tu...>>
<< i piani cambiano >>
<< non questo piano Beyond! Non puoi mandare tutto all'aria, non di nuovo! Questa è la nostra ultima occasione di raggiungere il Generale, di distruggere per sempre gli accordi tra questi esseri e la nostra dinastia >>
<< AHAHAHAHAH >> esplose Beyond in una risata maligna << stai parlando del piano che porti avanti da mesi? Mesi in cui mi hai messo a fare da baby sitter a quella meretrice, a colei che il suo unico compito doveva essere quello di cibare colui che ora detiene il trono oltre la fortezza.. >> mormorò preso dall'ira << trono che spettava a me >> precisò prima di afferrare con presa ferrea la gola di San portandosi a un passo dal suo viso << sei qui da mesi! Ormai avresti già dovuto portare il piano a compimento, e invece stai qui a bighellonarti tra balli e cene come un qualsiasi damerino! >> esclamo digrignando i denti
<< stai attento, non sono di umore tollerante >> riuscì a dire San mostrando a sua volta i canini appuntiti, esercitando la sua forza sull'uomo che lo teneva ancora fermo
<< Ahahahahah osi minacciarmi? >> ruggì il più alto << devo ricordarti che se non fosse per me a quest'ora tu e la tua miserabile sorella sareste già senza testa da molte molte lune? >>
<< e volete che vi rammenti che è grazie a me che ora potete avvicinarvi alla vostra luccicante sedia? Se non fosse per i miei sforzi di screditare il vostro nome, sareste ancora confinato oltre la foresta gialla, nel buco dove vostro fratello vi ha gettato secoli fa >> replicò fissando l'uomo dritto negli occhi.
Occhi che si erano fatti più scuri, inglobando ogni luce attorno a loro.
<< siete il mio principe >> disse in un sussurrò il mesciato << un amico, un fratello >> continuò ottenendo la piena attenzione di colui che gli stringeva sempre più forte la gola << tutto ciò che sto facendo, lo sto facendo solo per voi non dimenticatelo >> concluse, attendendo una risposta da parte di Beyond che lentamente ritirò la mano, scostandosi permettendo così a San di riprendere fiato.
<< allora dimmi fratello >> continuò il mogano con un'espressione seria in volto << come procede la vostra partita a scacchi? >>
San ancora appoggiato alla parete non si mosse, non emettendo nemmeno un fiato, se solo Beyond avesse saputo che il suo piano era ancora alla fase iniziale, probabilmente lo avrebbe ucciso. No, doveva prendere tempo, distrarlo dal fulcro, permettendo così a lui e a Leysa di poter giocare un'altro round
<< ebbene? >> domandò Beyond mentre gli rivolgeva uno sguardo annoiato
Il mesciato perso nei suoi pensieri, decise che era meglio mantenere il mogano all'oscuro ancora per un po' << non vi dovete preoccupare, mio principe, tutto sta procedendo come avevamo concordato >>
Beyond lo guardò con sguardo divertito << capisco, mantieni pure i tuoi segreti se ciò ti aggrada >> commentò prima di aggiungere pensieroso << invece vostra sorella? >>
<< mia sorella sta bene >> rispose con tono gelido << non vi dovete preoccupare >>
<< mh, quindi sta intrattenendo senza sforzo il Vecchio? >> domandò avvicinandosi al mesciato << me lo chiedo da un po', come avete fatto a convincerla? >>
<< Leysa sa perfettamente qual'è il suo ruolo, in ogni caso non dovete preoccuparvi, come ho detto tutto sta procedendo >>
<< ricordate cosa mi avete promesso >>
<< come potrei mai dimenticare, eravamo d'accordo allora, sarà così anche in futuro >>
<< molto bene, >> disse il mogano appoggiandogli una mano sulla spalla << lo sappiamo entrambi che se mai dovessi provare a fregarmi, non avresti possibilità >> commentò dandogli delle sonore pacche << e ora se non ti dispiace, hai interrotto la mia cena come minimo dovrai offrirmi uno spuntino più che ricostituente >> sussurrò prima di avvisarsi per le lugubri strade della città, con San al seguito.
Mingyu aspettò con pazienza che il Generale sollevasse lo sguardo. Quando non lo fece, si schiarì la gola.
Nessuna reazione.
Provò a tossire.
Nulla.
Il corvino digrignò i denti: era tipico nello zio ignorarlo deliberatamente, il ragazzo pensò fosse un modo per rivendicare il suo disinteresse nei suoi confronti.
Pensò di iniziare con uno "scusa" oppure un "mi dispiace di aver quasi ucciso il tuo valletto". Prese in considerazione addirittura la parola " zio", ma alla fine si appoggiò alla colonna di legno logoro e si mise a fare strani suoni con la bocca.
Il Generale alzò immediatamente la testa << finiscila >> lo intimò sgarbatamente
Mingyu serrò le labbra e smise.
<< spero tu ti renda conto di ciò che hai cercato di fare?, sai di aver rischiato di essere appeso al cappio? >>
Il corvino aspetto un instante e parlò << come se vi interessasse >> commentò sarcastico
L'uomo si alzò di scatto, mentre lo squadrava con aria truce.
Mingyu deglutì. Sostenendo il suo sguardo, sapeva che quel tono lo faceva infuriare, ma dopo ciò che Felix gli aveva detto, sentiva dentro di lui la rabbia che montava, rendendosi conto che ciò che gli aveva sputato addosso era oltremodo vero.
<< stai cercando una scusa per farti ammazzare? >> disse il brizzolato
Il ragazzo abbassò lo sguardo << che io lo voglia o no, vi cambia forse qualcosa? >> replicò.
La triste verità era che sebbene quell'uomo non gli aveva mai mostrato un briciolo d'amore, in cuor suo sperava sempre che prima o poi lo avrebbe fatto, dopotutto per lui quell'uomo era più che uno zio, per lui era un padre.
<< non dite sciocchezze Tenente >> commentò suo zio << fai parte della mia famiglia, ciò comporta che m'importa >>
Il ragazzo non commentò, troppo sorpreso da quella risposta.
Il Generale lo superò, andando verso la scrivania, sedendosi nuovamente << ora >> disse, riportando lo sguardo scuro verso di lui << ho bisogno di sapere cosa è successo a voi e al Comandante Eunwoo, vi avranno informato che vi siete assentati per una settimana >>
Il corvino annuì, portandosi con passo lento di fronte al tavolo << si signore >>
<< dunque >> lo spronò << raccontatemi >> disse facendogli cenno di sedersi.
Mingyu non se lo fece ripetere due volte, e prese a raccontare, passarono svariati minuti e finito il suo monologo, il Generale che non aveva detto nemmeno una parola, si alzò in piedi avvicinandosi al piccolo tavolo con sopra varie bottiglie, versandosi del Brandy.
<< e così la storia si ripete >> mormorò affranto
Il ragazzo osservò la sagoma dell'uomo alle sue spalle << di cosa parlate? >>
L'uomo bevve un sorso di brandy, scolandolo in un solo colpo, lasciando il corvino in attesa sempre più confuso.
Alla fine si voltò, lanciandogli uno sguardo pieno di rammarico e stanchezza << ho delle domande per voi >>
<< davvero? >>
<< mh >> si voltò verso il giovane e lo guardò dritto nell'occhio sano. << ma prima, cosa sapete dei " quattro cavalieri"? >>
Mingyu lo guardò aggrottando la fronte, cosa centravano ora i cavalieri?
<< so solo ciò che si sente dire in giro Generale >>
<< ditemi ciò che sapete >>
<< come desiderate... >> mormorò sempre più confuso << bè, erano se non erro i primi uomini a proteggere i confini della fortezza, coloro che almeno da quanto si mormora, erano pari non solo a forza ma anche a resistenza dei loro nemici, esseri immortali, mostri...>>
<< Cacciatori >> lo corresse l'uomo, guardando il danzare delle fiamme del camino << erano cacciatori, chiamati anche i primi cavalieri >> spiegò
<< cacciatori? >> domandò il ragazzo
<< si esattamente >> precisò << erano i primi cacciatori immortali, coloro che avevano il compito di proteggere i confini dall'attacco delle creature che ancora adesso dimorano in quelle terre. >>
Il corvino lo guardava in silenzio, sempre più confuso << mio signore, scusi la domanda, ma cosa c'entra la leggenda dei quattro cavalieri? >>
L'uomo brizzolato, sospirò << avete detto che uno di loro vi ha chiamato "primo cavaliere" >> disse scolandosi il secondo bicchiere
<< si, è vero, l'ha detto...ma ciò che dice un essere in grado a malapena di grugnire non...>>
<< è qui che vi sbagliate! >> esclamò l'uomo interrompendolo, mutandosi subito dopo, scrutando pensieroso il corvino, che a ogni minuti che passava diventava sempre più irrequieto.
Era la prima volta da quando ne aveva memoria che quell'uomo lo guardava in maniera tanto apprensiva. Uno sguardo che per anni sperava di ricevere, ora gli provocava timore.
<< tornerete a casa >> disse all'improvviso
<< signore? >> sbottò Mingyu, rischiando di strozzarsi.
<< domani alle prime luci, tu e il Capitano Eunwoo partirete >> confermò l'uomo brizzolato.
Il corvino si alzò in piedi come una furia. Perché mai mandarlo a Elipley? Perché adesso? E, soprattutto a quale casa si riferiva?
<< e ora per voi di rincasare, siete giovane, sono certo che Mira troverà un'ottima moglie per voi >> continuò il Generale con tono fermo, riportando la sua totale attenzione ai documenti sparsi per il tavolo
<< moglie? >> sussurrò il corvino, non capendo lo strano comportamento dell'uomo che continuava a muoversi come un leone in gabbia dentro la stanza, senza posando mai lo sguardo su di lui << Generale, perché mai rimandarmi a casa? Sono un soldato il mio posto è qui! >>
L'uomo inchiodò il nipote con lo sguardo << ho detto che tornerete a casa, non è un suggerimento Tenete >>
<< ma...come? perché? >>
<< Tenente! >> sbottò l'uomo alzando la voce << vi ho dato un ordine! Tornerete a Elipley! >>
Mingyu non riusciva a capire.
<< per me siete diventato un peso, >> aggiunse il Generale << non posso più tollerare i vostri comportamenti! Le vostre mancanze di rispetto! Ma nonostante tutto ho adempiuto a crescervi! E ora che mi restituite il favore e vi comportiate da uomo facendo il vostro dovere >>
Il corvino non disse nulla, riusciva a malapena a respirare.
Aveva vissuto tra quelle terre dall'età di undici anni, sempre a contatto con morte e soldati.
Non era in grado di sostenere la routine degli uomini di città, non era stato educato per cene e balli, come mai poteva il Generale pensare che fosse nelle condizioni di trovare moglie?
Fissò suo zio senza parole. Mentre apriva e chiudeva le labbra, per la prima volta in vita sua era a corto di una risposta pungente.
<< allora ci siamo capiti >> concluse l'uomo, dinnanzi al silenzio del ragazzo << manderò una lettera a mia moglie per avvisarla del vostro arrivo, sono certo che sarà più che felice di ricevervi nella nostra casa in campagna, >> commentò accennando un piccolo sorriso << conoscerai finalmente i tuoi cugini, vedrai ti troverai bene >> continuò
Mingyu osservò il suo viso. Mentre un senso di vomito e ansia si impossessava di lui, permettendogli di porgergli solo una semplice domanda << perché anche il Capitano Eunwoo? >>
Il Generale alzò lievemente lo sguardo, << il motivo del perché il Capitano verrà con voi, non è affar vostro Tenete >> ripose con tono freddo, riportando l'attenzione sulle lettere che scriveva << avete altre domande? >> domandò infine
<< no >> mormorò il corvino
<< molto bene allora, potete andare >>
Il ragazzo si chinò leggermente e senza dire una parola se nè andò.
<< non è deliziosa? >> domandò Mira osservando la dimora con occhi sognanti
Asena annuì << molto >> mormorò facendo una breve pausa, guardando con sofferenza la sorella che gli fece un piccolo cenno della mano per darle coraggio.
La sera prima dopo che il Duca si era congedato, la mora si era confessata alla sorella, cercando in lei conforto, nel raccontargli i suoi timori per quella settimana.
Sua madre aveva per loro dei progetti precisi, ma Asena non era sicura che quelli fossero i suoi desideri.
La ragazza prese un profondo respiro e si avvicinò cautamente alla ramata, che eccitata saltellava di fiore in fiore
<< mamma >> la chiamò con un fil di voce
<< mh? >> rispose canticchiando la donna, intenta ad annusare una peonia
Asena volse di nuovo lo sguardo verso la sorella, che la incitava a parlare << mamma, vorrei parlarti >>
<< di cosa tesoro? >>
La mora deglutì a fatica, incerta su come impostare il discorso, doveva essere diretta ma non troppo per non rischiare di offenderla.
<< e-ecco >> balbettò << a proposito del vostro invito dato ieri sera al Duca... ecco io penso che..>> La voce gli si fermò in gola, Mira volse lo sguardo verso di lei e i suoi occhi eccitati e felici la travolsero. Era bellissima. Risplendeva di pura luce mentre la guardava
<< Asena >> la chiamò con voce soave << dimmi, sto ascoltando >>
La mora volse di nuovo lo sguardo verso la sorella minore in evidente difficoltà, se c'era una cosa che non voleva era distruggere i sogni di sua madre, o quel che peggio fargli perdere quel sorriso che non gli vedeva addosso da mesi.
<< volevo dirti che...>>
<< che? >>
<< che e-ecco...i-io..io >> balbettò sempre più scoordinata, torturandosi il bracciale appeso al polso << credo che...>>
<< o santo cielo Asena forza sputa il rospo! >> esclamò Mira esasperata del continuo balbettio della mora.
Asena serrò le labbra, prendendo la battaglia che era dentro di lei dalla sera precedente, volgendo di poco lo sguardo, facendo capire alla castana accanto a lei che non poteva.
<< credo che come centro tavola stiano meglio le Dalie madre >> mormorò sconfitta, sfoggiando un cortese sorriso
Mira, osservò a lungo sua figlia, non gli era sfuggito lo strano comportamento che aveva. Ma come poteva la donna sapere che ciò che dimorava nel cuore della mora, era il fine dei sogni che Mira nutriva per lei?
<< dici? >> domandò osservando i fiori che aveva in mano, prima di alzare di poco lo sguardo verso la ragazza << ma Asena tu adori le peonie, ricordo ancora come pregasti tuo padre per far piantare in tutto il giardino più peonie possibili >> commentò sorridendo tristemente
<< avete ragione >> rispose la maggiore << ma, quest'anno non sono la sola a cui un uomo fa la corte, e ad Ahvi piacciono le Dalie >> disse, rivolgendo uno sguardo alla sorella che si mise immediatamente al suo fianco.
<< oh, santo cielo...>> sussurrò Mira, portandosi una mano sulle labbra << oh Ahvi mi dispiace, ero così presa che... >> mormorò << perdonami >>
<< non vi preoccupate madre, non è di certo un problema per me, se preferite le peonie per me andranno benissimo >> la rassicurò la castana, ponendole una mano sul braccio.
<< no no! >> esclamò la donna << Asena ha ragione, entrambe avete avuto la fortuna di conquistare gli sguardi di due perfetti candidati >> disse sorridendo a entrambe << rimanete qui, vado ad avvertire le cameriere di aggiungere le Dalie ai bouquet >> commentò lasciando le sue figlie ferme a fissarla.
<< perché non gli hai detto che non intendi sposare il Duca? >> domandò Ahvi alla sorella che aveva lo sguardo ancorato alla sagoma della madre
<< non potevo >> commentò lei
<< che vuol dire! >> esclamò facendola voltare verso la sua direzione << sorella? >>
<< dimmi Ahvi, da quanto tempo non vedevi nostra madre così felice? >>
La domanda prese la castana contro piede, sapeva esattamente dove sua sorella voleva andare a parare << Asena, se nostro padre non torna a casa non è di certo colpa tua, non puoi pensare che sposare un uomo che lei sceglie per te, renderà te felice! >> esclamò la castana sostenendo lo sguardo della maggiore << soprattutto se il tuo cuore ti grida il nome di un'altro uomo >>
<< e se, gli spezzassi il cuore? >> domandò << e se, la mia decisione dovesse portarle un dispiacere? >>
<< i se non ti porteranno da nessuna parte! >> esclamò attirandola a se, affondando il naso nei suoi capelli, lunghi e morbidi, chiuse gli occhi e la strinse << lei ci ama sorella, chiunque sceglierai, sono certa che ne sarà più che felice >> sussurrò sentendo la sorella sciogliersi un po' nel suo abbraccio, prima di riguardarla negli occhi << ora andiamo, se non la fermiamo rischieremo di avere peonie e dalie perfino nel piatto per cena >> disse Ahvi, e si incamminò con Asena su per le scale.
<< sembro un confetto >> mormorò Hoseok, girandosi più e più volta di fronte allo specchio, borbottando parole incomprensibili, guardandosi da ogni angolazione disgustato << no mi correggo, sono un confetto >> precisò sedendosi sfinito sulla poltroncina accanto al letto, mentre si massaggiava le tempie affranto << perché tra tutti i colori mi è toccato proprio il rosa? >>
<< non chiederlo a me fratello >> replicò Namjoon sconsolato << dopotutto non sono stato di certo io a suggerire a nostra madre un colore così privo di mascolinità >> grugni con astio verso il maggiore dei tre che si specchiava ammirato dalla sua stessa figura.
<< non so proprio perché vi lamentiate così tanto >> disse il Visconte guardando la propria immagine riflessa << soprattutto quando dovreste ringraziami >>
<< ringraziarti? >> domandò scioccato il minore << ti sei accorto che sembro un pasticcino? >> esclamò alzandosi dalla poltrona, avvicinandosi come un diavolo al maggiore << avevamo concordato, lo ricordo come se fosse ieri che avresti suggerito a nostra madre un blu...>>
<< il blu è stato scelto dai nostri ospiti, che la nostra dolce madre ha invitato ieri sera a cena, fratello >> lo corresse Jin sistemandosi un ciuffo ribelle
<< il Duca Min..>> mormorò Namjoon grugnendo, borbottando parole incomprensibili a cui il maggiore poteva solo immaginarne il significato.
<< Allora un verde >> continuò Hoseok imperterrito, parandosi al suo fianco, cercando di ottenere la sua attenzione
<< il verde quest'anno è stato scelto dalla famiglia Waterfrey >> commentò Jin, senza prestargli troppa attenzione.
Hoseok alzò gli occhi al cielo << ma avevi dato la tua parola! >> esclamò spazientito, << e ricordo chiaramente che ci avevi detto che l'avresti convinta senza problemi >>
<< in verità ci ho provato >> replicò volgendo di poco il busto, prima di essere raggiunto dalla voce di Namjoon << non abbastanza a quanto pare >> ringhiò dal fondo della stanza alle prese con lo sbuffo delle maniche
<< sentite >> disse esausto il Visconte alzando gli occhi al cielo << ho provato ve l'assicuro, ma...>>
<< ma? >> domandò Hoseok
<< non è stata colpa mia >> disse esasperato Jin << nostra madre mi ha teso una trappola! >>
<< che genere di trappola? >> chiese curioso il castano
<< immagino già la suddetta trappola, >> si intromise Namjoon, ottenendo l'attenzione del fratello minore << si sarà fatto convincere, da nostra madre con qualche trucchetto di basso valore, avrà sicuramente detto che il rosa gli dona >> commentò osservando il fratello di sottecchi << non è forse così Jin? >>
Il Visconte preso in contropiede si fece rosso sulla punta delle orecchie, chiaro segno che ci avesse preso, sconcertando il minore dei tre << non ci posso credere! Ti sei lasciato fregare con qualche banale complimento?, guardati sembri un macarons rosa! >>
<< parla per te! >> esclamò fulminandolo << io trovo che il rosa mi doni! >>
Hoseok si scostò dal maggiore passandosi le mani tra i capelli scuri << non ci posso credere che sei tu a detenere le decisioni in questa casa, se sei il primo a cui basta un solo complimento per deviare dalle sue promesse >>
<< non è affatto colpa mia se per quest'anno la nostra casa porta i fieri colori della gradazione del rosso, >> replicò girandosi appena << e soprattutto ho avuto un'imboscata da almeno tre donne Kim, che mi chiedevano, o meglio pregavano di poter indossare un colore scelto da loro...>>
<< potevi almeno trattare con più impegno per dare a noi un colore più scuro e alle nostre sorelle il desiderato color rosa! >> replicò il moro dal fondo della stanza
<< vi lamentate come due poppanti, è solo un colore santo cielo! >> commentò il Visconte
<< solo un colore! Non ricordi lo scorso anno? >> urlò Hoseok ormai esasperato
<< che c'è di male nel colore che avevo scelto? >> domandò di rimando il maggiore, non capendo lo sguardo che il castano gli donava.
<< c'è di male che per un'intera stagione mi hanno chiamato " il signore del baccello!" >> urlò ricordando immediatamente come il maggiore li avesse convinti che il verde pisello, fosse un colore in gran moda quell'anno, e di come era stato deriso da ogni persona a lui conosciuta alla loro festa in campagna << Non ho potuto mostrami in società per tre mesi! >> replicò affranto.
Jin passò lo sguardo sulla figura del fratello attraverso lo specchio, non capendo come mai si adirasse così tanto << io trovavo che ci donasse >>
<< ti prego fratello non iniziare >> lo ammonì Namjoon, con tono basso e supplichevole
Il maggiore lo guardò << iniziare cosa? >> domandò del tutto consenziente su come si sarebbe svolta quella conversazione.
<< lo sai bene cosa! >> esclamò Hoseok, accanto alla finestra
<< no, non ne ho assolutamente idea >> replicò di nuovo Jin, sorridendo con aria di sfida
<< Jin basta! non faremo questo stupido giochetto con te! >>
<< io veramente non ho idea di cosa mi stiate accusando >> si giustificò << dopotutto se non ricordo male, lo scorso anno alla mia domanda se il verde vi andasse bene, voi mi avevate risposto energicamente con un sì...>>
<< questo era prima di scoprire che il verde in questione, era un pastelloso verde pisello! >>
Al ricordo Jin soffocò una risata, dopotutto ciò che i suoi fratelli non sapevano, era come si divertisse a scegliere colori che donassero alle sue sorelle e che mettevano in ridicolo i suoi fratelli più giovani, portando il Visconte a dilettarsi dei loro grugniti e imbarazzanti commenti << io lo trovavo carino >> commentò superficiale
<< carino? >> domandò Namjoon al suo commento << ma sentitelo, "carino" stai scherzando? >>
<< no >> replicò il Visconte << anzi se devo essere del tutto onesto trovavo che quel verde donasse sia a te che a Hoseok >>
Il nominato ormai appoggiato alla finestra con sguardo rassegnato, grugnì in risposta facendo ridere il maggiore << ti detesto Jin, se non detenessi il ruolo di Visconte ti avrei già seppellito vivo nel giardino di casa >>
<< meno male allora che ne detengo il ruolo >> replicò sogghignando << e comunque dovresti ringraziarmi, se al mio posto ci fosse Namjoon, minimo avremmo avuto il nero alle pareti, e stampe di cani morti sui vestiti >>
<< hey! >> esclamò il nominato << avevo solo sedici anni, e la tua domanda mi aveva preso alla sprovvista >>
<< ti avevo solo chiesto di che colore preferissi la tinteggiatura delle pareti della tua stanza, non mi sembra una domanda così difficile, ma di certo non mi aspettavo che in risposta mi dicessi " tetra come la notte " >>
<< stavo vivendo un periodo particolare >> si giustificò Namjoon
<< oh avanti fratello, >> lo incitò il maggiore << sono cresciuto con te e ricordo chiaramente il nome di quel fantomatico periodo >> lo stuzzicò sorridendogli
Hoseok li guardava cercando di ricordare << di che parlate? >>
<< NON OSARE >> lo ammonì il moro, girandosi di scatto in direzione del maggiore, puntandogli il dito << giuro che se dici una sola parola svelerò ciò che è successo al ballo dei tuoi diciotto anni >>
Jin sorridendo alzò le mani in segno di resa << non sia mai fratello, scherzavo >>
Hoseok distolse lo sguardo dal bisticcio dei fratelli e si avvicinò di nuovo alla finestra. Il pomeriggio era soleggiato, il sole alto nel cielo toccava con i suoi raggi caldi ogni parte di quella dimora.
Lady Kim organizzava quell'evento ogni anno, gioendo nel riempire la loro dimora di ospiti.
In realtà, seppur lei stessa non lo avrebbe mai ammesso apertamente, il castano immaginava che sua madre stesse soffrendo immensamente, e credeva che la sua intenzione di rendere la casa di campagna piena di ospiti, gli facesse sentire meno la mancanza dell'unica persona che sperava di incontrare.
Hoseok sospettava che sua madre soffrisse della sua stessa malattia.....ricordi del padre in ogni angolo.
Dopotutto per i primi anni, prima che lui partisse, non c'era giorno in cui in casa non ci fossero risate e festeggiamenti.
Il castano sospirò, indeciso se versarsi o meno da bere. Stava fissando il prato con sguardo assente, quando in lontananza vide una carrozza decisamente più elegante di qualsiasi altra.
Il castano assottiglio lo sguardo curioso su chi fosse arrivato, prima di venir rapito dalle urla alte nella stanza.
<< t'è l'ho detto Namjoon! Non rivelerò a nessuno la volta in cui hai baciato la signorina Black per errore! >> esclamò il Visconte alzando il tono della voce.
<< JIN >> urlò Namjoon rosso di rabbia.
Hoseok si girò di scatto, bianco in viso << hai baciato Miss Black? Quando? Dove? E perché lo scopro solo ora? >> domandò intromettendosi nella conversazione, dimenticandosi di ciò che voleva dirgli, avvicinandosi ai due.
<< ecco è stato..>> provo Jin ma venne fermato ancora prima di iniziare da un furibondo Namjoon << Ti giuro fratello, ancora una parola e ti tiro un pugno in bocca! >>
<< oseresti veramente prendere a pugni il tuo dolce fratello? >> domandò il Visconte sconcertato dalle parole del moro
<< se oserai continuare quella suddetta storia assolutamente, soprattutto se consideriamo che vorresti raccontarla a colui, per cui il tenere un segreto è più un opzione che un accordo vincolante >> precisò Namjoon indicando il fratello minore.
<< come sarebbe? >> domandò quest'ultimo << non ho mai raccontato i nostri segreti a nessuno! >>
Il Visconte e il moro si guardarono per qualche secondo << sei sicuro Hoseok? >> domandò Jin alzando le sopracciglia << non sei stato tu anni fa a raccontare alle nostre sorelle della volta in cui è stato messo in fuga da un cinghiale? >>
Il castano, osservò i fratelli che incombevano su di lui, ricordava come se fosse ieri quell'episodio, e doveva ammettere che appena ne aveva avuta l'occasione era andato a cercare Asena apposta per raccontargli ciò che era accaduto al fratello.
<< bè, ma quella volta fu diverso, nessuno di voi mi aveva detto che era un segreto >> provò a giustificarsi il minore dei tre << e in ogni caso questa discussione è meno rilevante di ciò che volevo dirvi >>
<< e sarebbe? >>
Hoseok si fermò guardando prima uno e poi l'altro, non proferendo parola.
Dopo cinque minuti in cui vedevano il minore silenzioso, i due si guardarono preoccupati
<< Hoseok, stai bene? >> Namjoon gli si affiancò, poggiandogli la mano sulla spalla, guardandolo con sguardo preoccupato, era insolito per il moro vedere il minore così sconsolato << non devi preoccuparti >> gli disse infine, stringendo la presa << non permetterò mai a un Min di sposare Asena, te l'assicuro >> ripetè com sguardo deciso
<< e sé nostra madre insiste? >> domandò il castano << dopotutto sospetto che l'abbia invitato apposta >>
<< bè è molto semplice, faremo in modo che non stiano mai da soli >> replicò il moro
<< e come farai? >> domandò il maggiore manifestandosi alle sue spalle
Namjoon si rimise dritto osservando i fratelli dritto negli occhi << mi avvinghierò a lei nemmeno fossi il suo promesso sposo >> spiegò serio in volto
<< nostra madre ti ucciderà >> commentò Hoseok
<< già >> concordo il Visconte.
Il moro si scostò dagli altri due, alzando gli occhi al cielo << se la mia idea non vi aggrada sarei lieto di ascoltarvi >> replicò irritato.
I tre si guardarono, per minuti che sembravano ore, prima che uno dei tre si mosse << io avrei un piano >>.
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