꧁CAP 17 - Lo sconosciuto꧂
Yoongi non era per nulla preparato per quella cena a casa Kim.
Dopo la riunione nelle sue stanze con il cugino quella mattina, finita la loro accesa discussione, egli gli aveva proposto se avesse voluto accompagnarlo, ma con sua gran sorpresa e anche con una certa dose di curiosità il minore aveva declassato l'invito. Dicendo che per quella sera suo malgrado aveva già un impegno.
Cosa che al giovane Duca, parve abbastanza strano, considerando come il cugino fosse, senza ombra di dubbio, interessato alla più giovane delle due sorelle, e per come ci rimase male all'idea che non avrebbe potuto incontrarla.
Ma seppur avesse qualche riserva, decise di non indagare, sebbene doveva ammettere che la curiosità sul chi, o cosa avrebbe dovuto fare quella sera, gli occupava la mente.
Ma non era solamente questo che preoccupava il giovane, ormai fermo davanti al portone.
Prima di uscire dalla dimora di casa sua, era passato senza farsi notare, negli alloggi, dell'uomo che non aveva visto per l'intera giornata. Preoccupato che potesse essere per via di ciò che era successo la sera precedente. Il Duca, aveva pensato fosse più saggio per lui, almeno per il momento, lasciar che Jae, prendesse i propri spazi. All'inizio aveva pensato fosse principalmente per lasciar che il tempo sistemasse le cose, senza il suo intervento, ma una vocina nella sua testa gli ricordava, senza ombra di dubbio, di come la paura di perdere il suo amico, gli provocasse quella inesorabile sensazione di nausea.
Varcato l'ingresso, Yoongi si ritrovò la famiglia Kim al completo, dalla Viscontessa che amabilmente lo fece accomodare, alle due sorelle sempre accompagnate da uno o due fratelli come a farle da scorta, fino all'incontrare di nuovo il ragazzo, che alla sua festa non gli aveva permesso di passeggiare nel giardino con la sorella, guardandolo come farebbe un leone in procinto di un rivale nella sua zona di caccia.
Era una riunione rumorosa e turbolenta, piena di risate, e per fortuna, nessun incidente che comprendesse la sua testa servita su un piatto d'argento.
Mira sembrava non aver notato gli sguardi dei suoi figli, ma Asena seduta di fronte al Duca, li aveva visti di sicuro, perché aveva alzato lo sguardo verso di lui mormorando un lieve " sono desolata", accennando un fievole sorriso.
Durante tutta la cena, Yoongi parlò poco. In verità era più facile ascoltare i Kim che parlare con loro, specialmente considerando le numerose occhiatacce che gli avevano riservato Namjoon e Hoseok.
Occhiate che il Duca ignorò deliberatamente, concentrandosi invece, sulle interazioni di Asena con il resto della famiglia.
Ogni tanto uno di loro gli faceva una domanda diretta, a cui lui rispondeva prontamente ritornando al suo ruolo iniziale, quello di quieto osservatore.
A un certo punto il Visconte, seduto al capo opposto del tavolo, lo guardò dritto negli occhi e disse << mio signore, siete un uomo molto silenzioso, non parlate molto >> commentò << e avete mangiato pochissimo...ne deduco che forse il cibo non è di vostro gradimento? >>
Mira per poco non si strozzo con un pisello.
Asena dal punto opposto al Duca tentò di intervenire, ricevendo un'occhiata molto significativa da Namjoon, che la costrinse a mutarsi immediatamente.
Al Visconte rispose quest'ultimo, rubando così la parola al loro ospite << fratello... stiamo parlando di un Duca, e come tale il suo palato è super raffinato, sono certo che non è abituato a cene più contenute e con carni meno pregiate >>
La frecciatina non sfuggì al corvino, che si limitò all'annuire, senza proferire alcun suono.
La ragazza che guardava la scena, si intromise nella conversazione, nonostante le continue occhiatacce da parte dei maggiori, cercando di salvare il corvino dall'agguato dei fratelli << beh di certo, almeno ha l'educazione non commentare a ogni portata, ciò che gli aggrada o no...come di certo sapete anche voi fratello, è un comportamento molto offensivo >> commentò la mora scoccando un'occhiata a Namjoon, che non tardò a commentare << ma sentitela >> replicò sbuffando << parlate voi sorella? Non ero di certo io prima, che è quasi saltata sopra al tavolo, nel rendersi conto che nel suo piatto quello che addentava era un'oca e non un coniglio >>
La mora alzò un sopracciglio, scocciata, mentre con sguardo velenoso sosteneva il suo sguardo << lo sapete che sono sensibile quando si parla di papere >>
<< oche sorella >> lo corresse lui sogghignando.
<< oche, papere, sempre uccelli sono! >> esclamò facendosi rossa in viso << non sopporto l'idea di addentare quelle a cui potrei aver dato da mangiare in qualche lago, sono troppo carine >>
<< questo però non ti frena dal pensare di mangiare coniglio >> replicò Hoseok al fianco del fratello, intenzionato a infastidire la sorella che lo guardò storto << lì è diverso, i conigli non mi fanno lo stesso effetto >> mormorò abbassando lo sguardo sul suo piatto.
<< mi chiedo perché tutta questa apprensione per le papere e non per i conigli, che sia perché ti ricordando qualcuno in particolare sorella? >> domandò palesemente divertito, mentre la giovane serrò le labbra, mormorando pensò Hoseok tutti i modi in cui lo avvenne appeso per i piedi.
<< io starei attento fratello, non vorrete di certo che per puro caso io possa rammentare certe vecchie vicende, sono certa che preferiate rimangano nascoste >> commentò sfoderando il miglior sorriso.
<< devi solo darmi il via sorella, sappiamo entrambi che nulla può battere ciò che è accaduto due estati fa al lago >> commentò Hoseok sfoderando un sorriso diabolico.
Asena lo fulminò, borbottando tra sé e sè.
Il Duca da canto suo guardava la scena come se di fronte a sé ci fosse uno scontro tra due leoni, aveva notato un accenno di temperamento nella ragazza la sera del ballo, ma non credeva di poterne rimanere così affascinato.
<< quella storia è più vecchia di te Hoseok, stantia direi >> replicò la mora
<< voi dite? Eppure sono certo che se dovessimo chiedere a ser John, per lui la storia è ancora molto molto fresca >> disse Namjoon, soffocando un risolino, suono che fece diventare le guance della ragazza di un intenso color porpora.
<< molto bene >> disse lei, stringendo la presa sul coltello, prima di voltare lo sguardo << madre per favore mi passereste i piselli? >>
<< certamente >> disse porgendo la casseruola, voltandosi poco dopo con sguardo di rimprovero verso i maggiori << invece di disturbare vostra sorella, vi consiglio di mangiare >>
I tre si guardarono, riportando là loro attenzione verso il piatto ricolmo di cibo.
Yoongi si tenne occupato mangiando silenziosamente, dato che i tre uomini seduti di fronte a lui non smettevano di fissarlo, ma ciò non gli impedì di lanciare sguardi fugaci verso Asena, che aveva sulle labbra un dolce sorriso e due occhi che risplendevano alla luce delle candele.
<< Jin perché hai quello sguardo? >> chiese la sorella minore, che Yoongi diede per scontato essere colei che aveva rapito il cuore del cugino.
<< non ho nessuno sguardo >> rispose il Visconte spazientito.
<< invece si! sembra che abbiate mangiato lumache >> insistette la castana.
<< se pensi che farò questo gioco, ti sbagli di grosso Ahvi >>
Asena accanto alla sorella la sostenne intervenendo per dar fastidio al maggiore << Ahvi ha ragione, sembra che abbiate mangiato lumache, avete uno sguardo terribilmente disgustato >> disse finta offesa << la ricetta del coniglio alle erbe forse non è di vostro gradimento? >> domandò
Il Visconte roteò gli occhi << sorelle vi avverto, non sono dell'umore >> le minacciò il maggiore, facendo scorgere nelle due ragazze un malizioso sorriso.
All'improvviso Mira parlò, distraendo il Duca da quell'insulso battibecco << mi dica sua eccellenza, cosa vi riporta alla vostra città natale? >>
Yoongi girò lo sguardo, incontrando quello curioso della ramata, e sentendo su di lui tutti gli sguardi della tavola.
<< bè mio nonno, il Duca, ha pensato che fosse ora per me di tornare alle origini e prendere finalmente possesso del titolo che presto succederà a me >> esordì il corvino
I tre Kim si guardarono, complici, il Visconte fu il primo a intervenire << quindi vostra eccellenza, a che età vi siete trasferito alla capitale? >>
La domanda sorprese il Duca, convinto che avrebbe finito quella cena senza proferire parola con gli uomini della casa intenti a guardarlo storto << oh, subito dopo la scomparsa di mia madre >> disse
<< oh capisco. Ho sentito che è scomparsa molto giovane, >> commentò, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo << se non sbaglio si dice che sia stato a causa di un incidente >> proseguì, fissando sempre di più il giovane << un incendio, se non ricordo male >>
Yoongi, serrò la mascella, rimembrare quello spiacevole episodio, gli provocava ancora un forte dolore al petto, ma non poteva permettere che quei sentimenti si leggessero sul suo viso << vostra signoria ricorda bene >> disse infine il corvino, << in effetti quando ero molto giovane ci fu un'incendio nella nostra vecchia casa, episodio che preferisco non riportare a galla, spero che possiate capirmi >>
Il Visconte sospirò << ma certo, mi scuso per la mia curiosità >> si scusò, incrociando lo sguardo di Hoseok proprio al suo fianco che intervenì << quindi avete vissuto alla capitale fin'ora? >>
Yoongi girò lo sguardo, incrociando due occhi castani, svegli, e un sorriso solare << si, io e mio cugino Yoon, abbiamo vissuto alla capitale fino a qualche settimana fa >>
<< oh, si il Marchese, ho avuto il piacere di conoscerlo recentemente >> disse passando lo sguardo sulla sorella minore, intenta a rincorrere un pisello nel piatto << ragazzo interessante, speravo di vederlo questa sera, sta bene? >> domandò infine.
<< sono spiacente, ma questa sera Yoon ha avuto un impegno improvviso, si scusa per la sua mancanza >> disse Yoongi, incrociando lo sguardo di Ahvi << vi posso assicurare che, ne era profondamente rammaricato >>
<< sono certo che sarà per la prossima volta >> replicò il castano, riconquistando lo sguardo del corvino << certamente >>
<< ho sentito che voi e la famiglia Park vi conoscete >> domandò di nuovo il castano
<< si io e Taehyung e suo cugino Jim, per buona parte, siamo cresciuti praticamente insieme, questo almeno finché non sono dovuto partire e...>> il ragazzo fece una pausa, ricordando il periodo in cui lui e il moro avevano passato l'infanzia assieme e di come tutto fu spazzato via da ciò che successe dopo la scomparsa della madre, << e il resto lo sapete >> taglió corto, riportando l'attenzione sul suo piatto.
Per una buona parte della serata ci fu un piacevole silenzio ad accompagnare i mormorii. Silenzio che venne spezzato da altre domande date dai fratelli Kim al giovane ospite.
<< quindi siete tornato solo per riconquistare il titolo di famiglia? >> domandò Namjoon
<< esattamente >> commentò il corvino
<< capisco, >> mormorò, mutandosi all'improvviso prima di aggiungere << sapete, è veramente strano... >>
<< cosa mio signore? >>
Namjoon puntò i suoi occhi scuri in quelli chiari del Duca << pensavo solo che, gli omicidi sono iniziati proprio la sera del vostro arrivo >> esordì il moro, fermando ogni possibile chiacchiericcio presente nella stanza, portando ogni sguardo su di sé << non ne convenite, che come coincidenza sia alquanto strana vostra eccellenza? >> domandò sorridendogli in maniera innocente, portando un bicchiere di vino alle labbra.
Asena e Ahvi guardavano la scena, scioccate da ciò che il maggiore aveva osato dire, osservando di sottecchi la loro madre, che arrossì violentemente per l'imbarazzo.
Yoongi si leccò le labbra, << in effetti ho sentito alcune "voci" su queste presunti morti, non ero comunque al corrente fossero iniziate al mio arrivo, >> replicò sorridendo al castano << spero mio signore, che non stiate alludendo a un mio possibile coinvolgimento? >> domandò
Namjoon picchietto le dita sul tavolo, la tensione là si poteva tagliare con un coltello << non sia mai vostra eccellenza, era solo un modo per conoscere la vostra posizione in merito >>
<< posizione? >>
<< Namjoon >> lo chiamò Mira, rossa di rabbia << ora basta >> lo intimò, ma il moro la ignoro deliberatamente continuando a incalzarlo << ero curioso di conoscere la vostra posizione in merito alle creature oltre la fortezza >> disse a bassa voce, senza far sparire il sorriso << sapere se come noi siete anche voi pro a cacciarle, distruggerle, sterminarle... >>
Asena, sentiva una strana sensazione nell'aria, come se bastasse una piccola goccia a far esplodere una guerra, girò il viso cercando sostegno dal maggiore << fratello, >> sussurrò, cercando il suo sguardo << fratello fa qualcosa >> lo pregò, ma era come se Jin non la sentisse nemmeno, troppo impegnato a sorseggiare il suo vino.
<< Ebbene, intendete rimanere a Elipley, vostra eccellenza? >> domandò Mira, scoccando un'occhiata gelida al figlio di mezzo.
Il corvino si girò << si >> rispose deciso << credo che non ci sia motivo per me di partire nuovamente, in più come già vi ho esposto prenderò presto il titolo di Duca >>
<< immagino che presto dovrete prendere moglie >> commentò Mira sorridendogli << credo sappiate che mia figlia Asena è in cerca di marito >> disse la ramata, sconcertando metà tavolata intenta a mangiare.
<< MAMMA! >> esclamò Asena innervosendosi sulla sedia, arrossendo violentemente << non credo che questo interessi al Duca >>
<< oh sciocchezze! >> esclamò sventolando una mano in aria, << non ho detto nulla di sconcertante, sono informazioni che ogni madre con figlie da età da marito, esponga senza nessun imbarazzo >> replicò la ramata, sorridendo alla figlia, che nervosa cercava sostegno dai suoi fratelli.
<< madre >> la chiamò il Visconte << non credo che al nostro giovane ospite, interessi sapere certe questioni >> intervenì << in più, parliamo di un Duca, come avete detto voi stessa all'inizio di questa piacevole serata, e a un uomo di rango così elevato non credo interessi una giovane donna, come la nostra Asena >>
Mira fissò a lungo il figlio maggiore, cercando di capire il perché fosse così contrario a una possibile unione tra la mora e il corvino << Ma io non credo che...>>
<< in verità >> disse una voce profonda a capotavola << sono più che interessato a questo genere di questioni >> disse mostrando un sorriso prima al signore di quella casa e subito dopo alla ragazza che nervosa osservava la scena.
<< in effetti se devo essere del tutto onesto >> sussurrò sorridendo lievemente, << la signorina Kim, mi ha affascinato fin dal nostro primo incontro >> disse << avevo domandato da poter passeggiare con lei quella sera, ma come mi avevate esposto, Miss Kim era troppo stanca >> replicò << cosa che, mi é dispiaciuto molto, avrei tanto voluto mostrarle gli aranceti >>
Namjoon, si mosse sulla sedia ma prima che potesse controbattere, fu Jin a rispondere per primo << capisco, mi dispiace però informarvi che per mia sorella Asena ho già scelto un pretendente che penso sia più adatto a lei >>
La tavolata se prima era affascinata dal Duca, girò velocemente il capo, nella traiettoria del Visconte che rilassato, mangiava senza alcuna fretta il suo coniglio.
<< pretendente dite? >> domandò Yoongi curioso
<< si. >>
<< e chi se mi è permesso domandare? >>
<< oh, bè, credo lo conosciate dopotutto siete cresciuti insieme, credo che il Sig. Taehyung Park sia il pretendente più adatto a mia sorella>> commentò sorseggiando il suo vino << dopotutto dovete sapere che le nostre famiglie sono molto unite, e se devo essere del tutto sincero, la proposta è stata fatta proprio la sera del vostro ballo mio sìgnore, quindi sono spiacente, ma ciò che chiedete temo non sia possibile >>
Asena seduta al suo posto, si rese conto solo in quel momento di aver trattenuto il respiro, al suono del suo nome il viso del castano si materializzò nella sua mente, e con lei anche ciò che era successo con il presunto ragazzo quella famosa sera in cui aveva urlato contro alla propria madre come mai e poi mai l'avrebbe sposata.
Gli ci erano volute intere giornate, tra ricami e conversazioni segrete con Ahvi per sorvolare, anche se controvoglia, a quelle parole che gli sembravano veleno.
Era impossibile che ciò che suo fratello stava annunciando fosse vero, dopotutto lei l'aveva sentito, il suo astio nel respingerla.
Ahvi accanto a lei, accorgendosi del turbamento che la mora, a stento riusciva a mascherare allungò una mano stringendo quella della sorella sotto il tavolo che con forza si teneva il vestito.
<< Taehyung Park? >> domandò Yoongi con finto interesse prima di domandare << siete sicuro sia lui a nutrire interesse nei confronti di Miss vostra sorella? >>
Il Visconte alzò un sopracciglio << volete per caso dirmi che non so ciò che sto dicendo? >> replicò
<< ma certo che no, vostra grazia, solo che non mi era sembrato che il sig.Park fosse interessato >>
<< e da cosa potete dedurlo? >>
Yoongi alzò il viso, rivolgendosi garbatamente al castano seduto all'altro capo << sono un gentiluomo, mio signore, ma come ben sapete quando un uomo è interessato a una giovane donna, non si comporta come se il solo vederla gli provocasse l'orticaria >>
Jin fermo lo guardò curioso, non capendo dove volesse andare a parare, conosceva Taehyung, era per lui come un fratello minore, e sapeva meglio di tutti, seduti in quella lunga tavola, quali fossero i suoi sentimenti per la sorella. Dopotutto non era il Visconte di casa Kim per nulla.
Lentamente girò lo sguardo, cercando un chiarimento negli occhi dei suoi fratelli.
<< mi dispiace deluderla sua eccellenza, ma credo che le vostre informazioni siano errate >> commentò Hoseok, prendendo la parola.
<< errate dite? >> domandò il corvino divertito << e se posso, cosa vi rende così sicuro? >>
Hoseok, sostenne lo sguardo del suo ospite, ponderando se raccontare ciò che era successo tra lui e il moro la sera precedente, confessando così i sentimenti che Taehyung gli chiese di costudire.
<< non ho il potere né la presunzione di parlare per chi non è presente, sua eccellenza >> replicò il castano << ma ciò non toglie, che sono più che sicuro di ciò che affermo >>
Yoongi passò lo sguardo sul ragazzo, che lentamente cercava gli occhi preoccupati della mora, come a confessarle un qualcosa che sembrava che le sue labbra non potessero rivelare.
All'improvviso Mira prese la parola << vostra grazia, ditemi domani avete impegni? >>
La donna a pochi passi da lui, gli si era avvicinata e Yoongi notò che pur avendo capelli ramati e due intensi occhi castani, vide in lei, una lieve somiglianza con Asena, mentre gli poneva quella domanda, per un momento restò disorientato, confondendolo sulla risposta che gli avrebbe dato da lì a poco << n-no, non mi sembra >>
<< perfetto! >> esclamò radiosa << allora, dovete venire voi e vostro cugino, insieme a noi alla nostra residenza in campagna, lo stiamo organizzando da settimane, ci saranno molte famiglie a cui voi vostra eccellenza avete già avuto la cortesia di presentarvi, la organizziamo ogni anno, verrete vero? >> domandò speranzosa Mira
<< mamma sono certa che il Duca abbia molti impegni. Non avrà di certo tempo da perdere per venire con noi a uno stupido picnic a.. >> intervenì Asena
Mira lanciò alla mora, un'occhiata tagliente << sciocchezze, ha detto che non è impegnato >> commentò la donna
<< madre! >> intervenne il maggiore << Vi prego, non credo che questo sia il modo, lo state pressando, in più come ha detto mia sorella, sono certo che abbia di meglio da fare e... >>
Yoongi guardò Asena, prima di rivolgersi al Visconte << sarà per noi un grande piacere, venire con voi domani >>
Mira fece un urletto di felicità a quelle parole, Asena insieme ai suoi fratelli furono più che certi, che quello sarebbe stato l'inizio della fine
Corina seduta nel suo calesse, cominciò a sentirsi agitata e con una strana morsa allo stomaco. Quando qualche sera prima aveva ricevuto quello strano bigliettino, tra le porte di casa sua, tutte le sue certezze erano come svanite. Il viaggio dalla sua casa al cosiddetto punto d'incontro, con il suddetto proprietario del messaggio, gli fece pensare che forse il piano del suo signore non fosse poi così infallibile.
Sentiva il cuore martellargli nel petto. Com'era possibile che qualcuno sapesse chi fosse? dopotutto era stata attenta, così attenta nell'interpretare due ruoli che poteva benissimo recitare per vivere. E allora come era possibile? Chi era la persona che portava quel sigillo?
<< chi diavolo siete? >> mormorò, mentre stringeva tra le mani quel bigliettino, rileggendo ancora e ancora, la piccola frase incisa sopra.
Ma ciò che la sua mente si mise a pensare in quel lasso di tempo, era che se fosse stata scoperta prima che avesse portato a termine il suo compito, non era certo l'umiliazione che avrebbe dovuto preoccuparla, ma bensì l'ira del proprio padrone.
All'arrivo del punto in questione, Corina si sistemò al meglio il lungo mantello che gli copriva l'intera figura e scese lentamente i tre scalini della carrozza.
All'esterno l'aria era frizzante di salsedine in quella notte buia.
Diede una rapida occhiata alle sue spalle, giusto il tempo per osservare la carrozza ripartire, e stringendo il biglietto a sé insieme al mantello si diresse verso la logora chiesa diroccata di fronte a sé.
La corvina, sentiva ogni fibra del suo corpo rabbrividire, quella chiesta così malridotta emanava una sensazione di morte e ambiguità.
Strinse a sé il mantello come se ne dipendesse la propria vita, fece un profondo respiro e varcò la soglia.
L'interno della chiesa era lugubre, il pavimento fatto di marmo bianco era sporco di fango è disseminato di foglie, le finestre ormai distrutte dal tempo, erano per lo più rotte.
Corina che con passi lenti entrò all'interno della chiesa sondò con estrema attenzione l'ambiente circostante, sul bigliettino c'era scritto che si sarebbero incontrati quel giorno con il suo suddetto soggetto, ma più si guardava attorno e più non sentiva anima viva a parte se stessa.
Con fastidio si fermò, doveva trovare un punto in cui poter guardare senza farsi vedere,
scannerizzò la stanza con attenzione scorgendo una piccola rientranza, che si apprestò a raggiungere.
Essa gli dava una buona visuale di ciò che aveva attorno, facendole decidere di aspettare.
La chiesa era vuota e rimandava l'eco del vento che passava attraverso le finestre rotte, erano passati un paio di minuti da quando la giovane era giunta, stava quasi per perdere la pazienza quando scorse in lontananza una sagoma scura avvicinarsi, che lentamente passeggiava, prima di sedersi a pochi passi da lei.
Corina l'osservò senza muoversi, da quella posizione poteva scorgere una figura avvolta da un ampio mantello, che immobile sembrava fissarla da lontano.
Rimasero in silenzio e immobili per quelli che alla corvina sembravano ore prima che uno dei due prese la parola.
<< volete rimanere nascosta tutta la sera? Mia signora? >>
Corina aggrottò le sopracciglia, l'uomo che aveva parlato con tono basso, sembrava sapere esattamente chi lei fosse.
La ragazza decise di non rispondere, decisa a scoprire chi fosse l'uomo di fronte a lei prima di mostrarsi.
<< vogliamo fare questo gioco dunque? >> domandò lui, picchiettando le dita sul legno marcio << molto bene allora >> disse infine << immagino che vogliate sapere chi io sia? >> le domanda lasciò la ragazza interdetta, chi mia poteva essere l'uomo che gli stava parlando? E perché mai gli aveva mandato quel biglietto?
<< si >> rispose la donna senza muoversi, nascosta nel suo nascondiglio protetta dalla notte.
L'uomo alzò lentamente la testa, puntando lo sguardo verso il punto da cui proveniva la voce, lasciando che la luce della luna gli accarezzasse la guancia scoprendone le labbra, labbra che si incurvarono in un sorriso << sono certo che la curiosità vi stia mangiando viva, ma! >> esclamò allargando il sorriso e mostrando la sua dentatura perfetta << permettetemi di proporvi un gioco >>
<< gioco dite? >> replicò lei confusa \<< che tipo di gioco? >>
<< oh è molto semplice >> cantilenò << risponderò a tutte le vostre domande ma a una condizione >>
<< quale sarebbe? >>
<< risponderete voi a una mia domanda >>
<< che domanda? >>
Lo sconosciuto voltò lentamente il viso << sono più che certo che voi siate una bruxa, >> disse osservando la posizione della giovane
<< è questa la vostra domanda? >> replicò lei, trattenendo il respiro nervosa.
<< assolutamente no, non ho bisogno della vostra conferma, ciò che voglio sapere è chi vi ha trasformato? >>
Fu in quel momento che Corina si mosse. Uscendo dall'ombra, camminò con passo deciso verso l'uomo incappucciato, decisa ad avere le sue risposte << chi siete? >> domandò
<< non sapete chi sono? >>
<< se lo sapessi non sarei qui a chiedervelo mio signore? >> Replicò lei
<< giusta osservazione >> disse lui allargando il sorriso << vi basti sapere che sono un umile osservatore >>
<< osservatore dite? >> domandò << e cosa mai un osservatore potrebbe mai volere da me? >>
L'incappucciato si alzò in piedi, prendendo a passeggiare per il rudere << se devo essere del tutto onesto, è stato un puro caso per me scoprire di voi, dopotutto non mi sarei mai aspettato che una donna del vostro calibro, potesse essere invischiata con tali personaggi >>
<< parlate come se sapeste più di quanto dite, sapete il mio nome, mi parlate come di chi mi conoscesse, ma sono spiacente di dirvi che di me non sapete proprio nulla! >> esclamò superandolo, cercando di raggiungere l'uscita
<< io se fossi in voi, aspetterei >>
<< e perché mai dovrei? State per dirmi qualche altra scempiaggine? >> domandò con astio << sapete cosa penso? >> disse in fine, volgendo lo sguardo nella sua direzione << secondo il mio istinto, non sapete proprio nulla, avete solo pensato che essendo la figlia del Governatore avreste potuto intortarmi con false accuse, in modo forse di poter in qualche modo elargire dei soldi, o altro >> commentò con disgusto << sono spiacente di dirvi che tutto questo non capiterà mai! >> replicò riprendendo a camminare, prima che una risata raggiunse le sue orecchie bloccandola sul posto.
<< estorcervi dei soldi? >> domandò lui ridendo tra una parola e l'altra << oh mia signora, state prendendo un'abbaglio >>
La corvina l'osservò, sempre più confusa, se non era per soldi perché mai l'aveva voluta incontrare in quel posto?
L'uomo si avvicinò a lei << sapete è curioso, dite di essere una donna rispettabile, una donna piacevole, eppure sono certo di avervi visto sere orsono al "La bell moon", >> commentò picchiettandosi la guancia con le lunghe dita affusolate, << ho dovuto guardarvi un paio di volte per essere sicuro, ho fatto fatica a riconoscervi vestita come una donna qualsiasi, con i capelli sciolti e quei vestiti da cortigiana, e sono rimasto ancora più scioccato nel vedere in piacevole compagnia con un uomo che a quanto ne so, ha il triplo dei vostri anni >> disse con fare pensieroso prima di puntare il suo sguardo su di lei.
<< ciò che dite è delirante, io sono Corina Barkere, badate bene a ciò che vi esce dalle
labbra, mi basterebbe una sola parola per mandarvi a morire in qualche buco sperduto >>
<< non ne dubito mia signora, anche se non credo che rischierete che il vostro segreto venga scoperto, dopotutto come avete detto voi siete una Barker e non credo che a vostro padre, aggradi sapere che sua figlia, la sua bellissima e corteggiata giovane donna, possa essere una buxa che come passatempo, trova piacevole trovare il cibo nella bettola della città >>
A quelle parole Corina si bloccò, ponderando su ciò che quello sconosciuto gli stava dicendo, terrorizzata da ciò che quelle parole comportassero.
<< non so di cosa parliate, credo che vi stiate sbagliando, non ho mai frequentato..... sono una donna rispettabile! >> esclamò alzando la voce << e fidanzata, se non lo sapete mi sposerò presto con..>>
<< state parlando del giovane Park, non è vero? >> domandò parlandogli sopra, prima di aggiungere << devo dire che tra tutto ciò che ho potuto vedere, la scelta del vostro fidanzato è ciò che più mi intriga >>
<< cosa volete dire? >>
<< perché mai una Barker, figlia del Governatore, così arguta e sveglia ha scelto di maritarsi con un giovane che non solo ha donato il suo cuore a una donna che non siete voi? Ma che addirittura non subentrerà in linea di successione diventando così Visconte? >>
<< ciò che dite non ha senso >>
<< ciò che non ha senso, sono le vostre macchinazioni, ogni vostro passo è stato ben architettato, ma per quanto mi sforzi so per certo che l'idea di sposare Jungkook Park non viene da voi, chi è il vostro padrone? >>
<< padrone? >> domandò ridendo leggermente << di che cosa parlate, non ho nessun padrone >>
<< quindi non avete nulla a che fare con San Choi? >> a quella domanda Corina sentì il suo respiro venire meno, sentiva il suo cuore pompargli nelle orecchie, la ragazza restò in silenzio per un lunghissimo e interminabile momento, prima di rispondere con voce ferma << state delirando >>
L'uomo ancora nascosto dal mantello, gli si avvicinò ancora prima di arrivare a pochi passi da lei. La corvina sentiva la sua fragranza, un miscuglio di cedro e una nota dolce che non riconosceva, ma che piano piano stava iniziando a darle alla testa.
<< Miss Barker, ditemi qual'è il vostro legame con quell'uomo? >> domandò di nuovo, sussurrando appena, avvicinandosi sempre di più.
La ragazza che con paura e debolezza si guardava attorno, cercando una possibile via di fuga, da quella situazione che lei stessa non sapeva come affrontare, rimase immobile a ogni passo che la figura faceva nella sua posizione.
Come aveva fatto a scoprire il suo segreto? Come faceva a sapere del suo padrone?
<< Miss Barker >> la chiamò ormai a un passo dal suo viso.
<< non avete il diritto di dire il suo nome >> ringhiò con voce profonda e gracchiale, << non dovete osare pronunciare il suo nome >>
<< perché volete sposare Jungkook Park? >> la incalzò, senza preoccuparsi del suo cambio di tono << perché San vuole che sposiate un Park? >>
<< non osate chiamarlo...>> mormorò con un ringhiò
<< Miss Barker >>
<< NON OSATE! >> esclamò alzando il viso di scatto, ciò che l'uomo vide lo fece arretrare di qualche passo, mentre di fronte a lui si materializzò ciò che solo nei racconti aveva potuto immaginare.
Corina aveva la pelle bianca come se gli fosse stato risucchiato ogni più piccola goccia di sangue dal corpo, mentre i suoi capelli neri lunghi e lisci non gli coprivano una parte del viso.
Ma non era certo la sua carnagione a provocargli quella sgradevole sensazione, no.
Da sotto l'acconciatura ormai dismessa, scintillavano due enormi occhi coloro antracite, spalancati e fissi su di lui.
<< SE OSERETE DI NUOVO PRONUNCIARE IL SUO NOME, VI UCCIDERÒ >>
Mingyu si portò alla fronte il canovaccio bagnato con l'acqua fredda del ruscello. << sapete Capitano, non ne avevo idea. Un'enorme lucertola gigante, vi ha messo in fuga come un soldato qualunque. E io mi sono preso una palla in testa, guardate che bernoccolo? >>
<< è la quarta volta che me lo mostrate, non è che più volte io lo guardi e meglio diventa! >>
<< siete veramente gentile! E io che pensavo di aver fatto la scelta giusta tirandovi fuori da quella scarpata! >>
<< non vi ho chiesto io di seguirmi. Invece vi avevo chiesto di tacere, tenendo a freno la vostra linguaccia. Non avete obbedito e ora vi meritate di soffrire. In silenzio di grazia! >> esclamò mettendosi il canovaccio pieno di neve sul viso.
I due si zittirono, uno al lato opposto dell'altro, si erano salvati per un pelo. Raggiunta la collina dove Eunwoo per via del dolore era svenuto, fu soccorso prontamente dal suo fedele compagno che rincorrendolo, lo aveva afferrato per la vita impedendogli così di finire nel burrone.
Ma questo non gli impedì di scivolare per via del peso e essere finiti entrambi nel fiume.
E così salvati per puro caso da alcuni uomini mandati apposta nei dintorni.
<< Tenente >> lo chiamò il castano con un mormorio, mentre con fare pensieroso, ripensó a ciò che era successo in quella radura.
Nessuna risposta arrivò dal moro, costringendo il castano a richiamarlo << Tenente! >> esclamò alzando la voce, e di nuovo nessuna risposta.
<< TENENTE MYNGYU >> urlò Eunwoo, scoccando uno sguardo carico di rimprovero al suo fianco, incontrando così due occhi scuri << mh? >>
<< come sarebbe "mh" vi stavo chiamando non mi avete sentito? >> domandò scocciato.
<< mi avete ordinato di rimanere in silenzio, e così ho fatto >> replicò con finta innocenza, irritando il castano che si rimise il panno in faccia borbottando fra sé e sé. Prima di rivolgergli la domanda che ponderava da svariati minuti
<< perché? >>
<< perché cosa Capitano? >>
<< perchè quella creatura vi ha chiamato "Primo cavaliere"? >> disse il castano.
Mingyu serrò la mascella, mentre portò il viso in quello coperto del ragazzo poco lontano da lui.
Il corvino conosceva bene il suo Capitano, sapeva che gli avrebbe posto quella spinosa domanda a cui lui stesso non aveva nessuna risposta. Mentre osservava la sua figura, si prese il tempo per ponderare a una possibile spiegazione, sebbene non ne avesse alcuna, decise di non permettere al castano di indagare oltre << non ne ho idea >> disse mutandosi.
<< volete farmi credere che questa è la prima volta in cui vi abbiano mai chiamato con quell'appellativo? >> domandò di nuovo, incredulo, alzando di poco il panno, seguendo con lo sguardo i movimenti del corvino
<< ve l'ho detto Capitano, non ne so nulla >> replicò Mingyu con tono piatto,
<< quindi è solo una coincidenze, che chiamino il Generale il "Quarto cavaliere", >> commentò senza posare i suoi occhi sul corvino, ma bensì portandoli sulla notte fatta più scura, ricevendo da parte sua l'assoluto silenzio << credete veramente che io sia così stupido Tenete? >>
<< non so a cosa alludiate capitano >> replicò il corvino, << vi ho già detto che non ho la minima idea di come e soprattutto del perché, quella lucertola gigante mi abbia chiamato in quel modo! >> esclamò alzandosi di poco in piedi, movimento che gli provocò un sordo dolore alla ferita aperta sull'addome.
<< non dovreste muovervi >> commentò un uomo che con passo deciso si avvicinava.
Il castano, alla vista del suo superiore cercò di alzarsi, ricadendo sonoramente sul suolo
<< non si sforzi Capitano Eunwoo >> disse l'uomo, dalla folta capigliatura corvina, e dalla folta barba << e già un miracolo che la mia squadra sia riuscita a tirarvi fuori dal fiume semi incolumi >> ringhiò con voce profonda.
<< O-Onorevole Søren Black >> incominciò il castano leccandosi le labbra << come avete...>>
<< come abbiamo fatto a trovarvi? >> domandò l'uomo guardando il ragazzo fisso negli occhi << due uomini sono arrivati all'accampamento giorni fa, dicendo come voi e il Tenente Kim non foste rientrati, avvertendo così il Generale >> replicò con astio << avevate un solo incarico Capitano, osservare i confini e fare rapporto! Non so bene come sia andata, non so nemmeno come facciate a essere vivi dopo la vostra sparizione per così svariati giorni >>
Eunwoo fissò a lungo il suo superiore che stringeva l'elsa della spada, mentre lo guardava con preoccupazione e astio, non capendo come la sua vista potesse provocare in lui un tale comportamento, rivolgendo uno sguardo interrogativo al corvino al suo fianco, che prese immediatamente la parola, confuso da ciò che quell'uomo gli stava dicendo
<< di cosa parlare onorevole Søren? Che succede? Dite che siamo stati via giorni, questo non è possibile...siamo entrati nella radura la notte scorsa >> replicò Mingyu, respirando a fatica.
Søren Black volse lentamente lo sguardo verso il giovane che con fatica respirava << capisco la vostra confusione Tenete, ma ciò che vi sto dicendo è la pura verità. Siete spariti dai nostri radar per almeno due settimane >> spiegò osservando i volti dei due ragazzi che con confusione gli restituivano lo sguardo.
<< due settimane? >> domandò il castano << come sarebbe due settimane? No non è possibile! Ve lo assicuro ci deve essere un errore...noi, noi...>> mormorò prima che un ricordo non gli fece morire le parole sulle labbra << la foresta...>> sussurrò
<< la foresta? >> domandò Mingyu sempre più confuso, riportando a sé l'attenzione del castano
<< si la foresta! >>
<< parlate della foresta in cui ci hanno attaccato? >> riprese il corvino, confondendo ancora di più il loro comandante che li guardava senza capire
<< conoscete forse un'altra foresta? >> riprese il castano
<< beh si, >> mormorò il Tenente, << c'è la foresta a nord delle montagne chiamata anche la "foresta della torre nera", poi c'è la "foresta del lago giallo" e infine la foresta di Lot..>> commentò fiero nel ricordarsi tutte le foreste a memoria, mostrando un compiaciuto sorriso al castano, che lo guardava con rimprovero.
<< io stò parlando della foresta morta >> lo rimproverò con sufficienza << la foresta in cui ci siamo addentrati ricordate? >>
Il corvino ci pensò su, aggrottando le sopracciglia, prima di commentare << mi dispiace Capitano, ma credo vi sbagliate >>
<< non mi sto sbagliando >> replicò sbuffando << siete voi a sbagliarvi! >> esclamò alzando
la voce << la botta in testa deve avervi confuso le idee Tenente >>
<< le vostre idee sono confuse nonostante non abbiate avuto nessuna botta in testa, se dobbiamo essere del tutto onesti, mio signore. >>
Il battibecco tra i due giovani prese piano piano, ad alzarsi di tono, irritando sempre di più l'omone che li guardava senza parole.
<< ORA BASTA! >> ordinò con un urlo, ammutolendo i due, come se avessero perso l'uso della parola stessa.
Black li guardò torvo, esercitando su di loro tutto il suo potere << siete stati convocati! >> urlò << il Generale vuole vedervi! ADESSO >>
Quella sera Priscilla uscì di casa, non sapeva esattamente cosa la spingesse ad avviarsi tra le strade deserte della città, ma avrebbe fatto carte false per un po' di tempo lontano dalle grinfie di sua madre, dopo la loro *discussione* qualche giorno prima, sul darla in sposa al Barone, la bionda non aveva fatto altro che pensare a un modo per evitare tale avvenimento.
C'era da dire che essendo una donna abbastanza arguta, aveva passato intere giornate a studiare un piano, che gli avrebbe permesso di mantenere la promessa fatta alla madre.
Era una serata abbastanza tiepida, però piovigginava quindi, per la breve passeggiata, Priscilla portò con sé un ombrellino dello stesso colore dell'abito che indossava, uno splendido vestito color lavanda.
Era un tragitto che la bionda aveva percorso mille volte, non per raggiungere una dimora in particolare, ma quelle strade le permettevano di raggiungere la sua destinazione senza imbattersi in persone che la bionda preferiva evitare più della morte stessa. Come ad esempio la maggiore della famiglia Kim.
Non che fosse successo qualcosa di eclatante tra le due signorine, ma per Priscilla era chiaro quanto il suo rapporto con Asena fosse traballante. Dopotutto, sospettava che come lei anche la mora fosse innamorata di Taehyung, procurando in lei un vero e proprio astio nei confronti di quella giovane signorina.
Avanzò per le strade con passo leggero, superando così la dimora della ragazza in questione, che per giorni aveva preso spazio nella sua mente, riportandola così all'episodio in cui aveva legato il corvino al letto di mogano, minacciandolo di rivelare ciò che il suo fratellastro gli aveva raccontato in una lettera, qualche mese prima. Ricordava ancora la vista di lui irritato che la minacciava di lasciarlo libero, provocando in lei un gradevole senso di imperiosità.
Sensazione che durò anche qualche ora dopo, mentre passeggiando per i corridoi, non si imbattè per puro caso in Asena, che cercava di inseguire lo stesso ragazzo.
Permettendo così a Priscilla, di piantare il primo seme che l'avrebbe portata più vicina alla sua meta. Ma la bionda doveva sapere, averne conferma. Conferma dell'avere in positivo la possibilità di allontanare Taehyung da Asena, senza che lei lo ammettesse apertamente, senza che lei sospettasse di nulla.
E per felicità della bionda tale certezza divenne lampante, quando nel mezzo della loro chiacchierata, Priscilla gli annunciò del suo presunto fidanzamento con il corvino, notizia che lasciò la mora senza parola, rendendo così la bionda raggiante.
Gli mancarono solo pochi passi per raggiungere il parco, e mentre avanzò sorridendo tra sé e se, tanto da portarla a canticchiare, pensando che forse il suo piano avrebbe anche potuto funzionare aiutandola così a sfuggire dal suo triste destino. Andò a sbattere contro qualcosa di duro, rischiando di cadere come un sacco di patate.
In un primo momento, la ragazza era confusa, non capendo cosa fosse realmente successo, portandola a girarsi di scatto, dopo un leggero mormorio proveniente da dietro di sé << sono spiacente, non l'avevo.. >> si affettò a dire, ma proprio quando incontrò due occhi scuri e vividi, in qualche modo senza che lei ne avesse pieno controllo, le labbra si richiusero immediatamente, permettendo così allo sconosciuto di potersi accovacciare accanto a lei, e così porgerle la mano.
<< signoria state bene? >> disse in un sussurrò << mi dovete perdonare, non volevo venirvi addosso con tanta ferocia, e non volevo neppure spaventarvi >>
Priscilla gli sorrise, << no, la colpa è mia! >> esclamò << ero persa nei miei pensieri e...vi sono venuta addosso, perdonatemi. >> disse infine, chinando la testa imbarazzata.
Lui tentò di non sorridere, << spero possiate perdonare la mia sfacciataggine signorina, ma...>> disse, cercando il suo sguardo << stavate ballando? >>
<< b-ballando >> balbettò lei << no, certo che no, mio signore >> replicò sentendo le gote diventare calde, prima di aggiungere << mi stavo solamente recando al parco che dista solo pochi metri da qui >> precisò, deglutendo a fatica.
C'era qualcosa nell'uomo che gli stagliava di fronte che gli provocava una leggera ansia e un pizzico di soggezione.
Ancora in silenzio Priscilla si permise di osservarlo, e ciò che vide, sotto la luce fioca del lampione era; un uomo incredibilmente bello, il suo volto era pallido sotto la luce, ma Priscilla riusciva a vedere come i suoi lineamenti fossero nettamente delineati e quasi perfetti sotto una massa di capelli di un colore particolare. Aveva una corporatura longilinea, con spalle larghe, viso ovale leggermente affusolato, occhi allungati, e un sorriso così accattivante da seccarle la gola.
<< signorina >> la richiamò con voce vellutata e calda, mentre la bionda ancora immobile lo guardava come se di fronte a lei si trovasse un demone venuto apposta per rapirla e farla sua.
<< vi sentite bene? >> chiese di nuovo allargando di poco le labbra
<< eh? S-Si >> balbettò lei, afferrando timorosa la mano da lui porsa, << mai stata meglio >> disse infine, provocando nell'uomo un sorriso ambiguo, sorriso che provocò nella bionda una strana sensazione.
<< stavo iniziando a preoccuparmi sapete? Avevo paura che la mia spallata vi avesse provocato un danno permanente >> la voce era dolce, colta, e lei riusciva a sentirgli il divertimento mascherato da qualcos'altro che non riusciva ad afferrare << siete qui da sola? >> domandò con un velo di preoccupazione nella voce.
Preoccupazione che non sfuggì alla bionda che sentì un calore irradiarsi sulle gote, seppur non conoscesse il giovane uomo di fronte a lei. Dettaglio che come una lampadina, si accese nella sua mente, facendole domandare chi fosse l'uomo che la guardava con preoccupazione e con così tanto interesse.
<< ma certo che no mio signore >> mentì, sorridergli educatamente << vedete abito qui vicino, e mi stavo recando a casa di un'amica >>
<< un'amica? >> domandò lui in risposta << capisco, e se posso permettermi, la vostra amica sa del vostro arrivo? >>
La domanda dal tratto così innocente e genuina, confuse leggermente la giovane, lasciando dietro di sé anche una sgradevolissima sensazione di pericolo, facendole decidere che la sua passeggiata per quella sera poteva concludersi lì.
<< signorina >> la chiamò nuovamente, mentre si avvicinava a lei con passo lento e ben calcolato << la vostra amica sa che state arrivando? >> le domandò di nuovo.
Priscilla, che per tutto il tempo sembrava come se avesse perso la voce, lo guardò avvicinarsi con una strana luce negli occhi, come se potessero guardarci all'interno cadendo dentro un mare di tenebra, che piano piano inglobava a sé ogni spiraglio di luce, mentre ammontava in lei una spiccata sensazione di paura.
Sensazione che le fece fare timorosamente qualche passo indietro, andando a finire suo malgrado contro una parete.
Lui poco lontano da lei la fissava ancora, con quegli occhi scuri, puntati su di lei in un modo che la metteva sempre di più a disagio.
Con gli occhi fissi sul viso di lei, il ragazzo mormorò << avete paura >>
<< cosa? >> domandò Priscilla, aveva guance e gola in fiamme per il rossore, si sentiva molto frastornata, se solo lui avesse smesso di guardarla.
<< Vi ho chiesto se avete paura mia signora >>, ripetè lui a voce leggermente più alta. Poi con passo veloce si avvicinò a lei, mozzandole il fiato per la vicinanza.
Priscilla non riusciva a respirare. Lui le stava molto vicino, così vicino da toccarla, sentiva un leggero aroma di colonia e gigli. E quegli occhi fermi incatenati ai suoi...così magnetici da non riuscire a togliere lo sguardo.
Erano diversi da tutti gli occhi che avesse mai visto, neri come la notte più buia, le pupille dilatate come quelle di un gatto.
Riempivamo la sua intera visuale mentre lui si chinava su di lei, piegando la testa sulla sua. La bionda di accorse di avere gli occhi socchiusi, la vista sfocata. Sentì la testa piegarsi indietro, la labbra aprirsi.
Sentiva le sue mani posarsi su di lei, con delicatezza, esercitando pressione nel tenerla ferma, immobile.
Priscilla si sentiva confusa, come se fosse all'interno di un sogno, pronta a lasciarsi andare per quell'uomo che mormorava il suo nome come un dolce canto. Quando proprio mentre sentiva le labbra di lui fredde sulla pelle, una voce alle loro spalle non ruppe la magia, di quel bacio rubato, << Byeon! >> .
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