꧁ CAP 16 ~ Partita a scacchi꧂
<< vedo che durante la mia assenza, vi siete divertiti >>
Yoongi gironzolava indolente per la stanza, rimboccandosi di tanto in tanto il bicchiere già mezzo pieno, senza essersi pienamente vestito.
Quando il minore entrò, girò lo sguardo entusiasta << Yoon! >> .
<< ti sei nutrito.. >> disse quest'ultimo guardando il corvino. Poi quando il maggiore gli rivolse uno sguardo assente decise di continuare << non hai mantenuto la promessa >> lo rimproverò.
Yoongi sbuffò, alzando di nuovo il viso e così sostenendo lo sguardo del liscio << Non era mia intenzione.. >> si giustificò
<< intendi il cibarti? O averlo quasi ucciso? >> domandò con una punta acida nella voce, sedendosi sulla poltrona posizionata di fronte all'ampia scrivania di mogano scura, che occupava quasi la metà dello studio.
<< non dirmi che sei preoccupato per Jae? >> domandò il Duca scoccandogli un'occhiata divertita
<< non ho detto questo >> precisò il minore con tono piatto << ma...anche se non sono un grande fan dei cani, devo dire che rientrare in casa e vederlo agonizzante sul pavimento dell'ingresso non è stato ciò che mi aspettavo come fine serata >>
<< tu non c'eri >> commentò il corvino
<< potevi raggiungermi, >> rispose Yoon con voce soave << eri stato invitato, ti attendevano tutti >> concluse
<< e rischiare di perdere il controllo in quella casa? >> domandò il maggiore, guardandolo con shock dipinto in volto.
<< bè, saresti stato d'aiuto nella mia lotta per difenderne l'onore di una donzella, se ci fossi stato tu probabilmente avrei un occhio nero in meno >> disse scherzosamente, indicandosi la faccia.
Yoongi girò di nuovo lo sguardo, passando l'occhio sul viso livido del cugino, << chiedi a me se mi sono divertito? Ma credo che tra i due quello che ha fatto baldoria sei tu, non vuoi raccontarmi? >> gli domandò sorridendo.
Yoon fece spallucce << racconto io che racconti tu? >> commentò.
Il corvino sbuffò di nuovo, rivolgendo al minore un'occhiata gelida << cosa vuoi che ti dica? >> gli domandò con un ringhiò << avevo fame >> concluse.
Le labbra di Yoon si incurvarono in un sorriso, dal tono amaro << sei stato tu tempo fa a dirmi che non lo avresti più fatto, soprattutto dopo Rosita >> commentò il liscio, irritando il maggiore che non si fece attendere << avevamo detto che non ne avremmo più parlato >>
<< non l'ho certo detto per farti arrabbiare cugino, voglio solo ricordarti ciò che è accaduto >>
<< non ho bisogno che sia tu a ricordarmelo, ho un'ottima memoria >>
<< non abbastanza, se solo un incontro con San ti ha portato a cibarti di colui che ritieni tuo amico >>
Yoongi si sforzò di contenere la rabbia. << non l'ho ucciso >>
<< dovevi venire da me, >> lo riprese << erano questi gli accordi, sai cosa accadrebbe se in un momento di non lucidità dovresti trovarti sulla linea del non ritorno...>> mormorò diventando improvvisamente serio << sai cosa accadrebbe se uccidessi qualcuno >> continuò non lasciando a Yoongi il tempo di rispondere << e se ciò accadresse nemmeno l'elisir di smeraldo potrà salvarti questa volta >> replicò.
<< come se non fossi già fin oltre la linea del non ritorno >> mormorò il maggiore con sguardo triste, osservando il liquido rosso nel bicchiere.
<< cugino >> lo richiamò Yoon con tono basso, cercando il suo sguardo.
<< sai che è così, ogni giorno che passa, ogni ora, ogni secondo, mi avvicino sempre di più a quella realtà che a questa...tu non sai Yoon, tu non puoi capire...>>
<< allora permettimi di capire! Mi hai sempre tenuto all'oscuro, fin da quando eravamo ragazzi, sin dal giorno in cui...>> il liscio si fermò, osservando i due pozzi blu ormai diventati neri del ragazzo in piedi di fronte a lui << quel giorno io c'ero, eravamo assieme ricordi? >>
Yoongi ancora fisso sul minore, abbasso lo sguardo rimuginando tra sé e se, ricordi ormai sepolti di un tempo passato, dove ancora poteva godere della pienezza che l'umanità gli offriva, allargando ormai il suo sorriso reso ancora più triste dal ricordo.
<< devi stare attento, l'elisir può rallentare il procedimento, ma se dovessi cibarti nuovamente da una vena, ho paura che sarà sempre più difficile per te rimanere te stesso >> mormorò Yoon preoccupato
<< non accadrà >> lo rassicurò il maggiore
Il corvino sostenne il suo sguardo, con aria preoccupata e un sorriso amaro che non gli lasciava le labbra << sarà meglio per te! >> esclamò cambiando rapidamente espressione, sedendosi comodamente sulla poltrona << perché se mi lasci qui da solo con il Vecchio penso che verrò a ucciderti io stesso! >>
<< non so se esserne felice o terribilmente preoccupato >> commentò il maggiore << conoscendoti saresti in grado di metterti contro ogni creatura del mondo immobile >>
<< o farmela amica >> lo corresse
<< cosa che mi spaventa ancora di più, se vogliamo essere sinceri >>
<< la tua preoccupazione per la mia incolumità è commovente >> disse Yoon portandosi una mano all'altezza del cuore, gesto che fece ridere il ragazzo seduto a pochi passi da lui, prima che tornasse di nuovo serio.
<< sei? >> gli domandò all'improvviso, abbassando di un ottava la voce
<< mh? >> domandò in risposta il minore non capendo dove il ragazzo volesse arrivare
<< come sta? >> domandò Yoongi infine
<< non preoccuparti è esattamente dove l'ho lasciato, ancora confortato tra le braccia di Morfeo >> commentò il minore, prima di continuare osservò il volto segnato del cugino farsi sofferente, sapeva a cosa stava pensando.
<< smettila di pensare cugino, Jae sta bene...vedrai lo troverai scodinzolarti attorno tra qualche ora, irritante e fedele come sempre >> commentò con sarcasmo << ma ciò non toglie..>> disse aspettando un mormorio da parte del ragazzo di fronte a lui << che dovrai depurarti cugino.., incominciando dal posare quel bicchiere >> gli disse indicando il bicchiere di cristallo.
Yoongi abbassò lo sguardo sull'oggetto nella propria mano, prima di riposarlo sul liscio, abbozzando un sorriso << perché invece non mi parli di ciò che è accaduto a te ora? >> gli domandò senza però posare il bicchiere, che si portò lentamente alle labbra << chi ti ha pestato così male? >>
<< lo dici come se fossi sicuro che non ci sia stata risposta da parte mia >> rispose Yoon.
<< oh, sono certo che anche tu abbia dato il meglio di te, o lo avresti dato, ma dai lividi che porti addosso, credo che tu non abbia risposto come avresti voluto >>
Il liscio soffocò una risata << oh cugino mi conosci così bene, sono commosso >>
Yoongi che fino a quel momento aveva stampato un sorriso, si ritrovò con un'espressione totalmente diversa e seria, che preoccupò il cugino di fronte a lui
<< non giocare troppo con quella famiglia Yoon >>
<< e chi dice che sto giocando? >>
Yoongi si alzò in piedi, facendo il giro del tavolo e così avvicinandosi al ripiano pieno di scotch riposti sul tavolino vicino alla libreria, posando il bicchiere che aveva fino in quel momento tra le mani, perdendosi a contemplarne il liquido << mi vuoi dire che sei interessato? >> domandò con un mormorio
Il liscio seguì con lo sguardo il maggiore << non dovrei esserlo? >> domandò in risposta attendendo il seguito che non tardò ad arrivare, << dico solo, che....se ciò che San mi ha detto è vero, i rapporti che nostro nonno vuole che portiamo a compimento con la famiglia Kim, ci porterà solo alla morte >> mormorò il maggiore
<< ciò che San ti ha detto...>> mormorò posando il suo sguardo sul soffitto << hai intenzione di parlarmene? >> domandò infine
Yoongi guardò intorno a sé, chiedendosi se raccontare a Yoon ciò che San gli aveva riferito, avrebbe in qualche modo fermato il ragazzo ad avvicinarsi, alla famiglia per cui suo nonno avrebbe venduto l'anima al diavolo, o a una creatura.
Passò lo sguardo sui grossi tomi, riposti in ordine alfabetico nella grande libreria, prima di guardare il giovane che con disinvoltura osservava ogni sua mossa.
<< Yoongi? >> lo chiamò << cosa ti ha raccontato San? >> gli domandò nuovamente, facendosi subito serio.
Il peso che opprimeva la mente del Duca divenne quasi insopportabile, ma il suo sguardo, incatenato a quello di Yoon non ebbe esitazioni. << mi ha parlato di Eiran >> disse con calma.
<< oh, illuminami sulla dinamica >> disse il minore divertito << vi siete incontrati e per passare il tempo vi siete messi a parlare di vecchie storie? Non vi facevo così amici! Anzi ricordo chiaramente come l'ultima volta per poco non gli rompessi l'osso del collo >> esclamò sghignazzando.
Yoongi sorvolò sul commento del cugino, i suoi trascorsi con San non erano certo i più rosei, ma non era quello l'importante << secondo lui chi porta quel nome è il Generale Kim >>
Il minore, aprì lentamente le labbra prima che un'espressione di totale shock e perplessità non fu chiara sul suo viso.
<< stai scherzando? >> domandò dopo svariati minuti, osservando il maggiore di fronte a lui fare un "no" con il capo.
<< questo è ciò che mi ha detto >> replicò
<< ma non è possibile..l'unico uomo con quel nome, è colui che dimora nelle storie! >> esclamò alzandosi in piedi, passeggiando nervosamente per la stanza, prima di aggiungere << ha qualche prova? >>
<< dice che ha una spia, >> annunciò il corvino << una spia vicina al Generale >>
Yoon lo guardò incuriosito << una spia? >> per poco il minore non si lasciò sfuggire una battuta << immagino a che tipo di spia si potrebbe mai riferire >> mormorò con disgusto, increspando le labbra.
<< in ogni caso >> lo interruppe il maggiore << ho intenzione di indagare io stesso sulla faccenda, >> disse ottenendo la piena attenzione del ragazzo
<< indagare dici? E come pensi di farlo? Tutti i manoscritti sono alla residenza del nonno sotto la sua totale attenzione, pensi che se ti presenti lì e gli chiedessi di rinfrescarti la memoria sulla storia di Elipley, quel vecchio non si farebbe due o tre domande...>> rispose, prima di aggiungere << o se non lui, sicuramente lei >> commentò.
Yoongi guardò il giovane farsi pensieroso, ciò che era in suo dovere dirgli lo stava preoccupando più di quanto il maggiore si aspettasse.
<< c'è un'altro modo >> disse infine
<< e sarebbe? >> chiese Yoon impaziente
<< ci sono due modi per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno >>
Yoon aggrottò le sopracciglia, preoccupato dall'espressione che vedeva nello sguardo del cugino << sentiamo >> il liscio si avvicinò al ragazzo, così vicino da sentirgli l'odore di sangue mischiato a whisky nell'alito.
<< uno è andare dal nonno >> mormorò, ottenendo una smorfia dal minore << e cercare tra i vecchi pomi una qualche traccia...>>
<< oppure? >> domandò quest'ultimo, osservando il sorriso farsi strada sulle labbra del maggiore << Yoongi, a cosa stai pensando? >>
<< c'è una leggenda rammenti? >>
Il minore gli rivolse uno sguardo confuso << una...che stai dicendo? >>
<< la leggenda dei quattro >> si affrettò a dire il corvino con enfasi
Il minore lo guardava come se fosse impazzito, << la leggenda sui quattro, fai sul serio? >>
<< non possiamo escludere la cosa >>
Yoon che fino a quel momento aveva cercando di mantenere il più possibile lo sguardo serio, iniziò a ridere senza ritegno << dimmi che scherzi! Sei per caso diventato matto?! >> esclamò << sai cosa accadrebbe se ciò che hai in mente dovesse avverarsi? >>
<< è l'unico modo >> concluse
<< e come pensi di fare? Ti presenti a casa loro e poi cosa? >> domandò isterico << vuoi farti ammazzare?, no rettifico...vuoi farci ammazzare? >>
La voce di Yoon si fece stridula mentre sul suo viso, che aveva sempre mostrato indifferenza si manifestò paura, una paura cieca, solitaria, sorda. Da far male a guardarla.
<< Yoon, sai che se ci fosse un'altro modo lo metterei in atto...ma se ci fosse una sola possibilità che ciò che San ha detto è vero, potrebbe essere la soluzione a tutti i nostri problemi >> sussurrò, parlando con calma.
Il minore si concentrò sul viso del corvino, leggendo ciò che era palpabile in quella stanza, speranza.
Una speranza che non vedeva nei suoi occhi da così tanti anni, da renderlo freddo e cinico a tutto ciò che gli stava attorno.
<< va bene >> mormorò, passandosi le mani tra i capelli << ti aiuterò, ma faremo a modo mio >> .
Nel punto più alto, della montagna girata a est, c'era l'avamposto che il Generale mesi addietro aveva dato ordine di innalzare.
L'uomo in piedi sul crinale, armato di tutto punto, con il mantello vermiglio gettato sulla spalla. Guardava con occhio attento, tutto ciò a cui la sua vista poteva arrivare. Scrutava l'orizzonte in cerca di qualcosa, o almeno così Felix pensava.
Era da quella notte che senza proferire parola era rimasto fermo in quella posizione in attesa.
Più volte il ragazzo gli si era accostato, rimanendo in silenzio accanto a lui, in attesa.
Ma come ben presto capì, al Generale non interessava affatto divulgare i propri pensieri, se non era strettamente necessario per lui farlo, facendo così decidere al biondo che l'attesa era l'unica scelta che avesse potuto adempiere.
Era ormai l'alba, le prime luci del sole si facevano spazio tra le nubi nere all'orizzonte, che per tutta la notte sembravano intente a rendere la notte ancora più oscura e spettrale di quanto quella valle non era già di fatto conosciuta.
I raggi del sole che con lentezza separavano le nubi temporalesche, raggiungevano posti al di fuori della vista più acuta.
Il Generale continuava a scrutare la terra arida e morta intorno a lui, stringendo tra le mani la grossa spada ferma, impalata nella roccia come a dargli sostegno.
Mentre i suoi occhi di un intenso color ambra si facevano più vividi come a contrastare l'oscurità che gli danzava attorno, come se volesse schiacciarlo.
Felix poco lontano da lui rimase immobile a osservarne la figura; l'uomo brizzolato ma dall'aspetto fresco, non dimostrava affatto l'età che si vociferava tra i soldati, l'uomo che non si era spostato di un millimetro, avrebbe dovuto avere una settantina d'anni, cosa che cozzava completamente con ciò che i suoi occhi vedevano.
Ma l'età era la punta dei misteri che circondavano il Generale, molte erano le voci che il suo nome accompagnava. Non c'era uomo, donna o bambino che a Elipley non conoscesse la sua esistenza, o che non vociferasse di possibili calunnie per via del suo comportamento freddo e scorbutico, o più precisamente del suo strano modo di vivere.
Il biondo, disarmato, con indosso soltanto un corto farsetto trapuntato, camminava adagio su e giù senza mai perdere di vista l'uomo, brandendo di quando in quando la spada sguainata, senza mai spostare lo sguardo dal crinale.
Così concentrato che non si accorse immediatamente dei due soldati, che sudati e agitati, gli si erano affiancati.
<< mio signore >> lo chiamò il più basso, con un sussurrò, come di chi aveva corso fino alla cima di quella montagna, come se a rincorrerlo ci fosse là morte stessa alle sua calcagna.
Il biondo si girò, guardando il giovane soldato che dimostrava pochi anni meno di lui, stoccandogli un'occhiata così fredda, da farlo indietreggiare.
Senza preamboli e senza i normali convenevoli, Felix disse << spero tu abbia un buon motivo per disturbarmi? >> domandò con voce profonda.
I soldati attorno a loro li guardarono con interesse, strappati dalla noia che quell'accampamento gli regalava ogni notte.
Avevano perlustrato ogni maledetto lembo di terra, senza mai trovare il punto, che per mesi cercavano senza tregua.
<< sono spiacente mio signore >> mormorò il soldato, che con fatica cercava di regolare il respiro permettendogli di parlare << ma ho urgente bisogno di parlare con il Generale >>
Felix sorrise << parlare con il Generale dite? >> domandò incrociando le braccia al petto << e di cosa se mi è permesso chiedere? >>
Il soldato, che con agitazione si guardava attorno, cercando forse manforte da colui che gli stava affianco; un energumeno il doppio dei due ragazzi, dai lunghi capelli castani e dalla mascella spigolosa, prese a borbottare fra sé e sé << mi dispiace mio signore, sono stato mandato per portare un messaggio...non mi è consentito divulgarlo a chi non di dovere.. >> disse avanzando di un passo.
Il biondo si scostò leggermente bloccandogli il passaggio, guardando prima il ragazzo a sinistra per poi passarlo a quello a destra << forse non mi sono spiegato, >> continuò Felix con tono basso << ma per quanto possa capire la vostra urgenza, il Generale al momento è impegnato in questioni più urgenti >>
Il soldato lo guardò, spostando l'occhio oltre la sua figura ricadendo sul viso cruciato che fissava i caldi raggi del sole, prima di riportarli negli occhi spenti e tenebrosi di quel giovane ragazzo dall'aspetto così femminile.
<< mio signore...>>
<< sentì piccoletto! >> urlò una voce alle sue spalle << Siamo stati mandati qui apposta per parlare con il Generale, non con una sottospecie di omuncolo con le fattezze di una piccola fatina?! >> esclamò con voce roca e aggressiva l'omone, che da come lo tratteneva il compagno doveva essere il meno intelligente dei due, o per lo meno quello piu propenso a passare alle mani.
Felix rimase immobile, sorridendo ai due uomini con fare accondiscendente << vedo che le buone maniere non vi sono state insegnate >>
<< buone maniere? >> domandò il castano, avanzando ancora tanto da ritrovarsi a un soffio dal viso di Felix, che non indietreggiò di un solo passo << dove pensate di essere? Alla corte reale? >> ringhiò << non so se ve ne rendiate conto giovane signorina , ma non vedo balli o feste, o principi e principesse...anche se dato il vostro bel faccino, probabilmente è da lì che venite! >> esclamò scoppiando in una grossa risata, prima di portarsi con fare arrogante oltre la linea concessa.
Ma la lama di Felix fu più veloce, con un movimento, portò il pugnale che aveva legato al fianco proprio sul lembo di pelle esposto, sconcertando l'omone che si immobilizzò di colpo, mentre con occhi spaventati osservava il volto segnato dalla crudeltà del suo assalitore.
<< Felix >> la voce arrivò bassa, ma forte e potente, come di una bestia disturbata nel suo sonno ristoratore.
Il comando era chiaro, e come richiamato il biondo rinfoderò il pugnale, indietreggiando leggermente, permettendo alla figura dietro di lui di avanzare.
Dalla collina, esattamente come un leone scendeva dalla sua cresta, il Generale con passo deciso e dal portamento fiero si portò dinanzi ai due soldati che senza parole lo guardavano.
<< G-Generale >> dissero inchinandosi << mio Generale, abbiamo notizie importanti >>
<< parlate >>
<< come da voi ordinato, mio signore, abbiamo perlustrato il confine est. Siamo rimasti lì come concordato per quarto notti e tre giorni, ma del Capitano Eunwoo e il Tenente Mingyu nessuna traccia mio signore >> disse il soldato tutto in un fiato << abbiamo aspettato più che potevamo, ma... >>
<< ma? >>
Il soldato guardò l'uomo accanto a lui, senza emettere un suono
<< il vostro Generale vi ha fatto una domanda >> intervenì il biondo senza riuscire a trattenersi << parlate! >>
<< Felix! >> lo chiamò di nuovo, staccandogli un'occhiata carica di rimprovero.
<< mio signore...>> mormorò il soldato, cercando di trovare le parole giuste << il fianco est è stato attaccato >> disse infine.
Intanto oltre la montagna a est....
<< una cosa è certa: quel mostro sa il fatto suo >> borbottò Eunwoo, che con lo sguardo abbracciava l'enorme ammasso di squame e pelle raggrinzita del mostro, che con sete di sangue si leccava le labbra sottili.
<< da cosa lo deducete? >> si interessò Mingyu ansimando per lo sforzo al suo fianco << dal fatto che nonostante i nostri fendenti sia ancora in piedi? O per l'abilità nel gioco di gambe? >>
Il castano lo guardò confuso << gioco di gambe? Non stiamo mica ballando la quadriglia! >>
<< vi assicuro che da come si muove potrei giurare che saprebbe ballarla >> mormorò il corvino allargando il sorriso, gesto che fece preoccupare il castano accanto a lui ancora di più << sapete Tenente, sono più che certo che la lama con cui vi hanno ferito fosse avvelenata >>
<< questo spiegherebbe perché ne vedo tre >> mormorò ansimante, reggendosi a stento allelsa della spada conficcata nel terreno.
Eunwoo si accostò al corvino mentre con fatica cercava di sorreggersi in piedi << sono curioso di vedere come lo sistemerete Capitano >> commentò Mingyu
Il castano voltó lo sguardo incontrando l'occhio semi aperto del ragazzo che manteneva il suo sorriso << come lo sistemerò? >> domandò in risposta
<< si, sono certo che arrivati a questo punto voi sappiate come uscirne >>
<< arrivati a questo....siete stato voi a convincermi a continuare >> replicò Eunwoo, stizzito da come quel ragazzo gli parlava << dovreste trovare voi un modo per uscirne adesso! >>
Mingyu si sistemò i pantaloni, si schiari la gola e disse << in effetti avrei un'idea >>
<< e quanto tempo ancora volete attendere prima di informarmi? >>
<< voi non avete chiesto >> replicò lui con sguardo innocente.
Eunwoo alzò gli occhi al cielo, pregando che qualcuno avesse avuto la forza, per fermarlo nell'ucciderlo << a cosa pensavate? >>
<< seguite la mia idea, >> disse avvicinandosi al castano come di chi deve confessare un segreto << voi vi lanciate in avanti, urlando e brandendo la vostra spada resa luminosa dal sole, mentre con fendenti poderosi cercate con sforzo di ferire la bestia che vi guarda con espressione famelica e sanguigna, mentre io resto qui e mi allontano silenziosamente dal campo di battaglia >> spiegò il corvino compiaciuto di se stesso.
<< originale, molto articolato, ho solo una domanda >>
<< sarebbe? >>
<< perché dovrei andare io a morire? >> replicò il castano alzando un sopracciglio << dopotutto siamo qui grazie a voi >>
<< mh in effetti, credo che abbiate in parte ragione >> disse il corvino ponderando sulle parole del castano << voi cosa fareste allora? >>
Poco distante, la grossa creatura guardando la scena iniziò a dare segni di frustrazione << VOI DUE >> urlò con una voce gruttale e graffiante << POTETE PARLARE QUANTO VOLETE, MA NESSUNO DEI DUE USCIRÀ VIVO DA QUI >> esclamò con un'ululato che fece riecheggiare insieme a lui le creature che come scudo gli si erano avvicinate.
Il mostro davanti a loro era alta poco più di una tesa, aveva gli occhi sporgenti, lunghe corna simili a un drago e un muso simile a una lucertola. Anche la bocca, mobile, spaccata nel mezzo faceva venire in mente un rettile. La parte inferiore del mostro era ricoperta da squame verdognole e nere, con una grossa spada tra le dita della mano destra ricoperte di artigli.
La creatura era inoltre munita di una lunga coda liscia che muoveva energicamente. << MI AVETE SENTITO? ENTRO SERA ASSAGGERÒ LA VOSTRA CARNE >> esclamò muovendo la coda.
A quel punto Mingyu non si trattenne << l'unica cosa che assaggerai entro sera sarà la mia spada piantata nel tuo stomaco, schifosa lucertola! >>
<< AH AH AH LA TUA LINGUA SARÀ LA PRIMA CHE ASSAGGERÒ >> replicò la creatura
<< Tenente tacete! Non una parola >> ringhiò Eunwoo
<< FORZA COSA ASPETTATE? VENITE A FARMI ASSAGGIARE LA VOSTRA LAMA PRIMO CAVALIERE! >> fece il mostro furioso, mostrando al corvino una lunga scia di denti bianchi accumunati.
Mingyu fece di sì con la testa << non credevo che smaniassi così tanto in attesa della tua morte imminente, ammettilo che non vedi l'ora che la tua testa venga appesa tra le mura della mia dimora! >>
Eunwoo guardò senza parole il ragazzo, che anche dopo il suo ordine diretto continuava a infierire sulla riuscita del piano che aveva in mente << Tenente! Vi ho detto di smetterla maledizione! Così rovinate tutto! >>
Il mostro, fece un ringhiò << CI STATE METTENDO TROPPO E IO HO FAME...>> disse leccandosi avidamente le labbra sottili ricoperte di bava e sangue rappreso << SE VOI NON VENITE DA NOI, SAREMMO NOI A VENIRE DA VOI >>
Il mostro fece un balzo e alzò il braccio dove teneva la spada << FORZA MIEI SEGUACI, PRENDETELI! >>
Le creature ferme, presero a ringhiare eccitate dopo l'ordine diretto datogli dal loro capo, file e file di creature presero a correre in direzione dei due uomini, che con terrore guardavano di fronte a loro.
Come se le spade non fossero sufficienti, dal folto della foresta videro quelle che a prima vista sembravano palle, palle fatte di ferro amassate come una piramide pronte a essere lanciate, tutte di picciolo diametro, il castano si mise a osservarle, chiedendosi a cosa servissero, ma prima che potesse anche solo sperare di poterci pensare sentì un sibilo, un fischio sordo passargli sopra la testa.
Senza pensare prese il braccio del corvino cercando di tirarlo indietro, ma prima che potesse fare un passo, una sfera di ferro del diametro di un pollice raggiunse il Capitano alla spalla, mentre là successiva colpi Mingyu al polpaccio. Il corvino lanciò un grido e un'imprecazione sconcia e cerco di allontanarsi più che poté seguendo il castano poco distante da lui, che cercava di raggiungere la cima della rupe.
<< PRENDETELI, PRENDETE IL PRIMO CAVALIERE! >> urlò la lucertola incitando i suoi simili.
Un'altra sfera fischio l'aria. Mingyu lanciò un'imprecazione, afferrandosi la nuca.
Eunwoo si lanciò di fianco, in mezzo agli arbusti morti, ma non evitò il proiettile che lo colpì alla scapola.
I due cavalieri presero a correre a zig zag verso la collina, le ringhia dei mostri che temerari li seguivano, e subito dopo il sibillo dell'ennesima palla, le imprecazioni di Mingyu e poi, senza che potessero fare nulla per evitarlo calò il silenzio.
La mattina seguente, fu una di quelle che di solito seguono un temporale, limpida e luminosa, ma con una leggera umidità che rinfrescava la pelle.
Jim non si accorse troppo del tempo, aveva passato quasi la metà della notte a fissare l'oscurità senza pensare ad altro che a ciò di cui lui e Asena avevano discusso.
Si era addormentato quando le prime striature rosa dell'alba avevano tinto il cielo. Quando si risvegliò erano passate le tre del pomeriggio, ma lui non si sentì riposato.
Nei suoi sogni la vedeva ancora di fronte a lui, pungolandolo di domande a cui aveva tutto diritto di risposta. Mostrandogli più e più volte scenari differenti, a cui si rese conto troppo lentamente, avrebbero potuto essere ottimi modi per spiegare alla mora ciò che successe quella notte.
Aveva il corpo pervarso da una strana combinazione di stanchezza e energia nervosa.
Quando però lo stomaco cominciò a brontolargli e la testa dolere, decise che era ora per lui di alzarsi.
Si mise barcollando in piedi e si infilò la vestaglia, sbadigliando e così uscendo dalla stanza.
Appena scese le scale un vociare stuzzicò la sua attenzione, facendogli cambiare immediatamente direzione dalla cucina, al salottino affianco all'ingresso.
<< ti prego Jungkook dimmi che ciò che ho letto non è vero? >> domandò Taehyung sventolando il giornale davanti al volto del minore << perché ho dovuto scoprirlo dalla cronaca che mio fratello è in procinto di sposarsi? Per di più con Corina Barker!>> continuò Taehyung scattando in piedi, mentre il minore si guardava smarrito i piedi.
<< o suvvia tesoro! >> esclamò Emily raggiante << È una notizia splendida! >> continuò sorridendo al minore mentre con attenzione leggeva lo stesso giornale.
<< mamma...per favore non è proprio il momento >> la riprese il figlio, guardandola rassegnato.
<< non capisco il tuo problema Taehyung >> lo rimproverò << potrei capire il tuo astio se avesse in qualche modo disonorato il proprio nome, o se avesse messo incinta una giovane cameriera >>
<< MAMMA! >> dissero in coro entrambi i fratelli guardandola con sconcerto.
<< smettetela di fare i puritani >> esclamò sventolando una mano in aria << non vi crede nessuno >> disse riportando l'attenzione sul giornale prima di aggiungere << Jim, tesoro, vieni a sederti con noi invece di soggiornare sulla porta >>
Come se la loro madre li avesse appena informati della presenza di una terza persona, i due ragazzi si girarono trovando di fronte a loro, un giovane ragazzo che con confusione guardava la scena di fronte a lui
<< Jim! >> esclamò Taehyung, avvicinandosi al corvino e così passandogli una mano sulla spalla << vieni a sentire cosa ha combinato Jungkook durante il ballo del Duca >> esclamò lanciando uno sguardo carico di rimprovero al minore dei tre, che a tutta risposta guardava dalla parte opposta, bofonchiando a bassa voce << ero in procinto di dirtelo >> si scusò Jungkook, mentre si torturava le mani << ma...>>
<< ma? >> replicò il maggiore, avvicinandosi a lui, attendendo con impazienza la risposta che tardava ad arrivare << è stata nostra madre vero? >> gli domandò << Ti ha spinto lei non è così? >> lo supplico il maggiore mentre cercava lo sguardo del fratello.
<< Taehyung! >> esclamò Emily a pochi passi da lui, fulminando il castano con lo sguardo << non osare! >>
Il castano fece un largo sorriso quadrato a sua madre, sussurrando uno "scusa", riportando il buonumore nella donna che senza farsi vedere lasciò la stanza incamminandosi verso la cucina, facendo sì che il maggiore potesse riportare l'attenzione sul minore dei tre.
<< forza fratello, racconta come è potuto accadere che ti fidanzassi con la signorina Barker, e soprattutto, dato che ci siamo, racconta a Jim cosa è accaduto con il Marchese >>
Jim alzò lo sguardo verso Taehyung << il Marchese? >> domandò in risposta << che c'entra il Marchere con la signorina Barker? >>
Taehyung incrociò entrambe le braccia, guardando di sottecchi il moro << ieri sera alla festa dei Kim, il nostro principino, ha pensato fosse una buona idea dare spettacolo di sé e picchiare il Marchese Min di fronte a Ahvi >> spiegò il castano lasciando Jim con bocca aperta << aspetta >> replicò << mi stai dicendo che, questo piccoletto, ha preso a pugni il Marchese? Quel Marchese? >>
<< conosci un altro Marchese? >> domandò il castano alzando un sopracciglio, sorridendogli
<< perché? >> domandò Jim senza riuscire a formulare più di due parole, sconcertato dalla notizia appena ricevuta. Non riusciva a capacitarsi come fosse possibile che quel nanerottolo che si torturava le mani, avesse potuto commettere una tale imprudenza.
<< cosa? >> domandò Taehyung confuso
Jim lo guardò esasperato, << perché l'ha picchiato? >>
<< non ne ho idea >> commentò il cugino, sedendosi sull'enorme poltrona accanto al camino
<< bè chiediglielo! >> esclamò Jim parandosi di fronte a lui << ha colpito un Marchese, hai idea di quanto abbia rischiato? Se fosse stato un'altro a quest'ora sarebbe in prigione o addirittura preso a frustate se non peggio >> esclamò sempre più adirato, sbraitando contro il castano, che preso in contropiede si alzò dalla sua seduta commentando subito dopo << pensi che non lo abbia ripreso? Appena sono arrivato, per tutto il tragitto di casa e di nuovo ora! Non ho fatto altro che sgridarlo! >> replicò alzando di un'ottava la voce.
Jungkook li guardava senza commentare, ben consapevole di come le sue azioni avrebbero potuto portarlo a risultati ben peggiori che una semplice ramanzina da parte del fratello maggiore.
<< lo hai ripreso? Quanti anni pensi che abbia 10? Non è più un bambino Taehyung! Ormai é un uomo e come uomo deve essere trattato! >> esclamò il corvino ormai a un passo dal volto del castano, che si limitava a rimanere in silenzio, mossa che Jungkook pensò fosse un modo per calmare gli animi, cosa che però non avvenne << continui a trattarlo come quando eravamo bambini, sempre a scusarlo per ogni cosa! Ti rendi conto che se i Kim non fossero intervenuti, queste impertinente avrebbe addirittura rischiato di essere spedito oltre la fortezza per almeno cinque anni! >> Jim era furente, una bomba a orologeria pensò il minore.
<< e sentiamo cosa avrei dovuto fare? >> domandò Taehyung fronteggiando il più basso << avrei dovuto picchiarlo a mia volta? Magari dando spettacolo! In più hai un bel coraggio a rimproverarmi! Tu, che sei così bravo dov'eri ieri sera? >>
Jim preso alla sprovvista si mutò immediatamente, serrando le labbra e respirando rumorosamente << non sono affari che ti riguardano >> puntualizzò.
Taehyung inarcò un sopracciglio cercando di capire se il cugino gli stesse nascondendo o no qualcosa << non mi riguardano...allora se permetti, l'educazione di mio fratello non è affar tuo! >> lo informò il castano, irritando ancora di più il corvino.
Nella stanza regnava quella che Jungkook pensò fosse la discussione più ridicola e al contempo la più difficile a cui avesse mai partecipato.
La sera precedente al suo rientro a casa, il moro si era sentito malissimo per tutta la notte.
Steso nel suo letto, ripensava senza sosta a ciò che era successo in quel giardino con la minore della famiglia Kim.
Aveva picchiato il Marchese, un uomo che a parte l'irrefrenabile effetto irritante che riusciva a donargli ogni volta che lo vedeva. Non gli aveva mai mancato di rispetto, non come invece aveva fatto lui, e cosa più grave sospettava di aver rovinato per sempre il suo legame con Ahvi.
Più di tutto era quello che lo faceva stare peggio. Prima di tutto perché teneva alla loro amicizia, secondo perché si rendeva conto solo ora di quanto lei fosse diventata importante, e questo gli generava una vaga sensazione di panico, più forte del rischio della sua chiamata oltre la fortezza.
Non gli era piaciuto come si erano lasciati. Non ricordava di essersi mai sentito in imbarazzo con Ahvi, non prima di quella sera per la precisione.
Che diavolo! Pensò scattando in piedi, e così fermando la discussione ormai portata al ridicolo tra i due che si prendevano a parole per un nonnulla.
<< L'HO BACIATA >> urlò, ottenendo così la totale attenzione dagli altri due.
Come se nella stanza fosse arrivata una tormenta di neve a spegnere il fuoco che divampava tra i due ragazzi, Taehyung e Jim rimasero senza parole, guardandosi tra di loro in pieno shock, << tu-tu cosa? >> domandò Jim balbettando
<< io l'ho baciata >> disse nuovamente Jungkook cercando di spiegarsi, ma venne prontamente fermato, ancora prima che iniziasse.
Taehyung e Jim erano senza parole, sapevano che il minore era un tipo impulsivo. E che spesso prendeva decisioni senza riflettere, ma ciò che stava accadendo li lasciava interdetti.
<< l'ha baciata >> mormorò il castano sotto shock portandosi le mani sulle labbra << ha baciato Corina! >>
<< ha baciato Corina? Hai baciato Corina? >> domando Jim quasi urlando.
<< ora si spiega ciò che riporta il giornale >> commentò il castano << l'hai baciata, qualcuno l'ha visto e ha dovuto fargli la proposta, ora tutto ha un senso >> disse passando una mano sulla spalla del cugino che guardava il minore confuso prima di commentare << allora perché ha picchiato il Marchese? >> domandò togliendo il sorriso al ragazzo, che confuso guardava il minore.
<< ragazzi, vi sbagliate...>> provo a dire Jungkook non ottenendo però l'attenzione sperata.
Taehyung ponderò sulla domanda << ricordo di aver visto il Marchese parlottare con Miss Barker alla festa del Duca! >> esclamò come se avesse risolto un caso super difficile
<< parlottare? Conversare semmai >> lo corresse il cugino
<< parlottare, conversare stessa cosa >> commentò Taehyung con un gesto della mano << Jungkook deve averli visti e la gelosia ha preso il sopravvento, tanto da colpirlo quando l'ha rivisto >>
Il corvino confuso fece un leggero si con la testa << si ma, perché si trovava da solo con Ahvi in giardino ieri notte? >> domandò di nuovo.
<< se mi faceste spiegare >> provò di nuovo il minore, ma esattamente come pochi attimi prima non ottenne la loro attenzione, troppo presi a commentarsi tra di loro.
<< ah ci sono! >> esclamò Taehyung con slancio << Jungkook e Ahvi sono molto amici, gli stava sicuramente raccontando l'accaduto, e quando passeggiavano tranquillamente nel giardino hanno incontrato il Marchese, Jungkook nel rivederlo deve aver perso la testa! >> esclamò entusiasta, trovando manforte nel cugino.
<< HO BACIATO AHVI >> esclamò il moro con impeto, lasciando i due uomini senza parole, che confusi e sotto shock si misero entrambi a sedere.
Diverse ore più tardi, casa Kim era nel caos.
Asena era stata chiamata, in tutta fretta dalla madre, che come un tornado gli si era piombata in camera, spaventando lei e la sorella intente a raccontarsi gli ultimi avvenimenti, avvenuti la sera precedente.
Il caos era tale che quando Mira entrò, per poco non andò a sbattere contro la cameriera che in quel preciso instante era arrivata con l'abito che la mora, sotto *dolce* richiesta avvenuta pochi attimi prima, dalla donna febbricitante che saltellava sul posto, avrebbe dovuto indossare immediatamente.
Facendola così arrivare nell'atrio a cercare insieme alla sorella di calmare i nervi tesi di sua madre.
<< non ci posso credere >> esordì Mira portandosi una mano al petto << lo sapevo che c'era un motivo se il Duca non si era presentato la scorsa sera >>
Asena diede un'occhiata alla sorella, che gli sorrise comprensiva << madre, non era mica obbligato a presentarsi, dopotutto abbiamo ballato solo una volta >>
<< oh Asena basta! È vero, è stato solo un ballo, però....si vedeva dal modo in cui ti guardava che gli sei rimasta impressa >> replicò la donna. << se solo lo avessi saputo prima che era intenzionato a presentarsi avrei organizzato qualcosa di più cerimoniale di una semplice cena >>
<< non penso madre che il Duca avrà motivo di lamentela >> commentò Ahvi alla sua sinistra.
<< lo spero tesoro >>
<< in più, è solo una visita, non siamo nemmeno sicure sé ha intenzione di rimanere a cena >> disse Asena alla sua destra.
Mira gli rivolse un'occhiata severa << che rimanga o no, non posso di certo non preparare nulla, se dovesse decidere di rimanere è obbligo di ogni padrona di casa di avere almeno la tavola imbandita, e soprattutto stiamo sempre parlando di un Duca, non esistono pranzi o cene informali in loro presenza >>
Asena osservò la sorella dietro di lei, roteando gli occhi all'indietro, facendo ridere la castana.
Prima di riposarli sulla madre, che si torceva nervosamente le mani << mamma, >> la chiamò << sono certa che il Duca non si aspetta di certo che tu organizzi un banchetto per una semplice visita >>
<< lui forse no >> replicò la donna << ma la società segue certe regole Asena, ed è nostro dovere rispettarle >> commentò, prima di aggiungere << non so che tu riesca a rimanere così calma...se la cena dovesse andare bene potresti anche diventare Duchessa entro domani >>
<< D-Duchessa? Madre ti prego...mi sembra eccessivo che da una cena...>>
<< Asena Kim! >> esclamò Mira facendola saltare sul posto << mi stai forse dicendo che l'idea di sposare un Duca non ti aggrada? >> domandò sua madre guardandola con sospetto. << ti rendi conto di quanto sia incredibile questa visita? Santo cielo! Perché mai dovrebbe venire a trovarti se non è interessato a sposarti! >>
La mora guardò sua madre, cercando di mantenere più garbo possibile nel rispondergli << madre, non ci siamo parlati oltre i dieci minuti consentiti in un ballo, è impossibile che sia qui perché è interessato a sposarmi >>
<< sei veramente così ingenua da non capire che se il Duca verrà qui è perché è interessato a te tesoro? >> le domandò parandosi di fronte a lei con sguardo confuso << oh Asena, so che tutti i balli e le feste a cui hai partecipato gli scorsi anni non hanno mai portato a niente di più di qualche chiacchierata, ma ora è diverso, sono certa che appena lo vedrai stasera lo capirai anche tu! >> esclamò non lasciando modo alla figlia di poter controbattere aggiunse << dove sono i vostri fratelli? >> domandò a entrambe le ragazze che si guardarono confuse e disorientate.
<< vado subito a cercarli >> disse Ahvi girando i tacchi e lasciando la maggiore con un'espressione accusatrice sul volto.
<< si, va pure >> disse distrattamente Mira << assicurati che i tuoi fratelli siano presentabili. Digli che ti ho detto che si devono affrettare! E Ahvi se osano lamentarsi digli che li vengo a cercare io stessa! >> esclamò la Viscontessa sempre più agitata, mentre la castana prese a correre per i corridoi andando in cerca dei maggiori.
<< mamma >> la chiamò Asena, << mamma rilassatevi, andrà tutto bene >> le disse la mora con tono calmo e accondiscendente, mentre gli accarezzava il braccio con premura.
Mira osservò il gesto premuroso della figlia, passando su di lei lo sguardo, ricordando come la ragazza che gli era a fianco, fosse diventata senza che lei se ne accorgesse, una donna tanto bella e gentile.
<< Asena >>
<< mh? >>
<< spero veramente che questa cena possa portare a qualcosa di buono, penso che il giovane Duca possa essere un ottimo pretendente per la tua mano >>
<< possa? >> disse canzonandola << credevo che proprio perché fosse un Duca, fosse un ottimo candidato anche se avesse avuto le corna e la coda da drago >> disse scoppiando a ridere << con ali annesse >>
Mira le sorrise, << lo so che tutto questo è così oppressivo e deprimente per te tesoro, ma ti assicuro che lo faccio solo per vederti felice, è tutto ciò che desidero per te Asena >>
Ancora prima che la mora potesse ribattere, sua madre era sparita lasciandola da sola a riflettere all'ingresso.
Mentre con il pensiero prese a viaggiare verso il volto di colui che occupava da giorni la sua mente.
Nel frattempo in una stanza non molto distante...
<< Namjoon ti prego, vuoi calmarti? >> esclamò il Visconte << è solo una cena, >> mormorò sbuffando rumorosamente, mentre il fratello camminava su e giù senza sosta << vedila così, in qualche maniera la sua visita ci cade proprio a fagiolo, dopotutto avevamo già programmato di indagare su di lui >>
Il moro che per tutto il tempo non aveva mai smesso di muoversi per la stanza si fermò proprio di fronte alla finestra che dava per il giardino.
<< ma questo è diverso, non lo capisci? >> ringhiò voltandosi di scatto << verrà qui! Jin! Sai cosa significa quando un uomo va a cena da una signorina in età da marito?!>> esclamò urlando << te l'avevo già detto quando avevi proposto questo assurdo piano che l'idea di nostra sorella accanto a quel..quel..>>
<< quel? >> domandò il minore dei tre curioso
<< quel mostro, non mi piaceva! Ti avevo scongiurato di lasciar perdere! E invece eccoci qui! Ad averlo in casa! >>
<< la stai facendo più grande di quello che realmente è! >> esclamò il maggiore << verrà solo a cena! Non significa di certo che gli permetterò di far la corte a nostra sorella! O addirittura di prenderla in moglie >> replicò il Visconte spazientito.
Il fratello soffocò una risata << non gli permetterai dici? >> commentò furente, << pensi che nostra madre ti permetterà di intervenire se riterrà il Duca giusto per Asena? >>
<< sono il Visconte di questa casa Namjoon, e sono io che decido se e quando..>>
<< non sei tu il Visconte fratello e lo sai bene! >> disse il moro scoccando un'occhiata carica di rimprovero al maggiore << se nostro padre fosse qui non permetterebbe mai tutto questo! Non se porterebbe a mettere a rischio l'incolumità di uno dei suoi figli >>
Lo sguardo del moro era duro, feroce, mentre con veleno sputava quelle parole addosso al fratello, che per tutta risposta si limitava a osservarlo in silenzio.
Da canto suo Hoseok osservava la scena come se lui non fosse nemmeno presente, era dalla sera precedente che tra i due ragazzi era giunta la tempesta. Un po' per ciò che era accaduto la sera precedente nel loro giardino, tra Jungkook e il Marchese. E poi da quel pomeriggio quando il maggiordomo aveva consegnato alla loro madre il famoso bigliettino, motivo di discordia tra i suoi fratelli, dove preannunciava, l'attesissima e inaspettata visita, da colui a cui nessuno dei tre aveva pensato fino a quel momento.
Accendendo così la discussione mai terminata, data dalla sera in cui, suo fratello Jin aveva suggerito, di *usare* la loro giovane sorella come spia per scoprire qualcosa di più sul giovane Duca, arrivato da poco in città.
<< so che sei preoccupato Namjoon ma..>>
<< non osare dirmi di calmarmi! >> replicò il moro con un ringhiò
<< non è ciò che stavo per dire in effetti >> mormorò il Visconte portandosi a passo lento accanto al ragazzo ancora teso << ciò che stavo dicendo è... te lo posso assicurare sulla mia vita, non permetterò che il Duca si unisca ad Asena >> pronunciò fissando il fratello dritto negli occhi << sono tuo fratello Namjoon, e sono il Visconte di questa dimora, ciò che accadrà stasera sarà solo una cena informale con un giovane uomo che guarda caso è avvolto in un mistero a cui siamo coinvolti nostro malgrado >> spiegò, mentre con gesto affettuoso passo la mano grande e calda sulla spalla tesa del ragazzo che terrorizzato lo guardava.
<< non accadrà nulla te lo assicuro >> lo rassicurò
<< sarà meglio che sia così >> lo ammonì Namjoon << perché se mai accadesse qualcosa ad Asena, non importerà che tu sia mio fratello, ti appenderò con le mie mani alla forca >>
Il Visconte ridendo disse << vorresti veramente appendere alla forca un uomo dall'aspetto così bello? Nostra madre ti ucciderà >>
<< probabilmente se sapesse cosa stiamo tramando ci ucciderebbe in ogni caso >> replicò Hoseok sorridendo lievemente, portando su di sé quattro occhi scuri << anche se sono più che certo che il primo che appenderebbe, saresti proprio tu Jin >>
<< io? E Perché mai? Dei tre sono il più bello, non lo farebbe mai >> puntualizzo compiaciuto
<< sarai anche il più bello ma come hai detto poco fa, fratello, sei il *Visconte* >> disse ridendo apertamente, coinvolgendo il fratello di mezzo << sai Jin, credo che Hoseok abbia ragione, dopotutto tu sei il Visconte, e non solo, sei il maggiore, colui che dovrebbe insegnarci a comportarci bene. Non colui che ci istiga a comportamenti disdicevoli. Ha ragione ucciderebbe prima te >>
Il maggiore guardo entrambi i suoi fratelli, assottigliando lo sguardo e puntandogli il dito << per voi sono il Visconte solo e quando vi fa comodo >> puntualizzò << e ora muovetevi, abbiamo un Duca da ricevere >>
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