꧁Cap 11 - Turbamenti꧂
La settimana successiva in casa Kim, trascorse in uno sgradevolissimo turbinio di fiori e dolci, cosa del tutto normale dopo un'evento importante come il ballo in maschera, tenuto sere prima dal giovane Duca.
A cui si aggiunse un sconcertante via vai di giovani uomini, e le loro insulse e smielare poesie. Al ricordo, Namjoon rabbrividì.
Le sue sorelle sembravano aver sbaragliato tutte le giovani presenti. Il numero di uomini che aspiravano alla loro mano cresceva, o forse era solo l'impressione che aveva, quando ogni giorno al suo l'ingresso, si trovava a scontrarsi con un individuo diverso ogni volta.
Ovviamente non era cieco, aveva notato lo strano comportamento di entrambe le sue sorelle, che da giorni erano fin troppo silenziose e accondiscendenti.
Non avevano proferito parola quando Mira, le aveva avvisate dell'imminente serata data alla sera successiva, di visite da parte dei giovani aspiranti.
Cosa che trovò assai strana, le due ragazze non erano di certo il tipo di accettare, le audaci idee della loro madre senza far sentire a quest'ultima il loro disappunto, soprattutto la minore delle due.
Il giorno dopo a quella festa aveva pensato che fossero ancora troppo stanche dalla sera precedente, ma nessun fiato era sopraggiunto da loro, per tutto il giorno.
Al pensiero borbottò sommesso.
<< sono giorni che grugnisci, >> sospirò il Visconte al suo fianco, sorseggiando una fumante tazza di tè << si può sapere che ti prende? >>
<< nulla >> disse con tono basso << va tutto bene >>
<< qualcosa ci deve essere, è da quando siamo giunti a casa che hai quell'espressione >> rispose il maggiore osservarlo di sottecchi << se continui cosi farai preoccupare Hoseok >>
Il minore al suono del suo nome alzò il viso dal giornale che stava leggendo, guardando confuso il fratello << non sono preoccupato >> precisò riportando l'attenzione sulla sua lettura.
<< si che lo sei >>
<< no invece >>
<< ti dico di sì >>
<< e io ti dico di no!>>
<< la smettete?!> > domandò Namjoon posandosi una mano sulla fronte << santo cielo! riuscite sempre a farmi venire un gran mal di testa! >> esclamò alzandosi come una furia dalla poltroncina.
I due fratelli tacquero nell'istante stesso in cui il corvino urlò, guardandosi confusi.
<< se prima non ero preoccupato, ora lo sono di certo....avanti fratello parla!>>
<< ve l'ho già detto, non succede nulla >> mormorò portandosi con passo lento verso la finestra, dove una leggera brezza estiva gli accarezzava la pelle, e gli spostava la capigliatura.
Il Visconte che ancora sorseggiava il suo tè nero, si soffermò sulla figura del ragazzo che guardava fuori, c'era qualcosa che non gli tornava, non era la prima volta che vedeva Namjoon irritato. In effetti per essere del tutto precisi tra i tre lui era colui che si irritava più facilmente.
Ma la cosa che notò diversa dalle volte precedenti, era il suo rifiutarsi di raccontare ai fratelli cosa lo angosciasse così tanto, il vederlo così rabbuiato, teso, e per nulla intenzionato a parlare, lo stava irritando più di quanto avrebbe mai ammesso.
<< Namjoon >> lo chiamò con voce tonante << se non inizi a parlare sarò costretto a chiamare nostra madre >> lo minacciò << e sai perfettamente cosa accadrebbe se lo facessi >>
Come se fosse stato scottato si girò con sguardo spaventato << ti prego no! Tutto ma non lei, è proprio per causa sua se il mio umore è in questo stato >>
Hoseok e Jin si guardarono, il Visconte aveva sospettato che c'entrasse la loro madre, ma sapeva anche che c'era ben altro << allora vuoi rimanere lì in silenzio? o iniziare a dirci che succede? >>
Senza spostarsi dalla sua posizione, mentre con sguardo pensieroso guardava fuori, Namjoon sospirò iniziando a parlare << nostra madre...>> cominciò << sta progettando di dare Asena in sposa al Duca >>
Al Visconte andò di traverso il tè che stava sorseggiando e riuscì a malapena a non schizzarlo addosso ad Hoseok, a cui cadde il giornale dalle mani << c-cos...coff! Cosa?! >>
<< hai sentito bene >>
Hoseok a bocca aperta si alzò in piedi << aspettate! >> esclamò << stiamo parlando dello stesso Duca? >> domandò << colui che avete visto alla festa? >>
<< perché c'è nè forse un'altro? >> domandò il Visconte con voce gruttale, tossicchiando un po' prima di riprendere parola << se è così dove l'hai visto? >>
<< ma come è possibile? >> domandò il minore senza prestare attenzione alla domanda rivoltasi dal Visconte << nostra madre non stava organizzando le nozze tra nostra sorella e Taehyung? >> domandò guardando Namjoon che non aveva ancora proferito parola.
<< si finché non ha visto il Duca ballare con Asena >>
Hoseok allargo ancora di più la mascella, con un'espressione di puro sconcerto, mentre il Visconte che aveva ripreso a bere il tè per calmarsi non rischiò di strozzarsi nuovamente
<< il Duca ha ballato con nostra sorella? >> domandò il minore << stai scherzando? >>
<< nostra sorella Asena? >> chiese conferma il Visconte
Namjoon si voltò, alzando un sopracciglio guardandoli incredulo << conoscente un'altra donna di cui nome fa Asena? >> domandò alzando gli occhi al cielo, prima di rabbuiarsi nuovamente, muovendo la testa a destra e a sinistra << quel Duca Min, >> sospirò << non mi convince, soprattutto i suoi occhi....di un blu così innaturale >> mormorò serrando la mascella << Jin >> lo chiamò sconfortato e pieno di dubbi
<< fratello >>
<< pensi che possa essere....>> si fermò stringendo le labbra
<< non saprei dirti con certezza >> disse il maggiore con sguardo serio
<< bè, hai mai visto occhi come quelli? >>
<< se devo essere onesto, non li ho proprio visti >> sussurrò con un mezzo sorriso, dopotutto era andato a caccia della sorella minore, per cui era impossibile per lui averli visti. Riprese senza indugio la tazzina ormai tiepida nelle mani e aggiunse << ciò non toglie che abbiamo solo sospetti dalla nostra parte, nulla di concreto >>
<< si ma...>> replicò Namjoon guardando il maggiore con sguardo preoccupato
<< capisco perfettamente ciò che vuoi dire, ma sai meglio di me che se chiamassi nostro padre e ci sbagliassimo, ci ucciderebbe >>
I due fratelli si guardarono, chiamare il Generale senza nessuna prova, costituiva non solo un'esemplare lavata di capo, ma anche qualcosa di molto più serio. Dopotutto era un Generale e ciò comprendeva, rispettare le regole e ciò che ne conseguiva.
Restarono entrambi in silenzio come a riflettere su quelle poche informazioni appena portate alla luce quando il minore prese la parola << hai detto che ha ballato con Asena giusto? >> domando con tono serio Hoseok, che si portò più vicino agli altri due
<< si >> rispose Namjoon non capendo dove volesse arrivare
<< e abbiamo bisogno di prove non è forse così? >>
I due fratelli maggiori si guardavano sempre più confusi << si e con questo? >>
Il minore con una strana luce negli occhi li guardò, allargando il sorriso come se avesse appena trovato là soluzione a ogni loro problema << davvero non avete capito a cosa sto illudendo? >>
<< Hoseok sputa il rospo! >> esclamò il maggiore.
Il castano sbuffò, alzando gli occhi al cielo << è semplice fratelli, chiederemo alla sola persona che ha passato del tempo col Duca >> disse ottenendo la piena attenzione dagli altri due << nostra sorella Asena >>
Erano giorni che Jim Park non si presentava nei dintorni di casa sua.
Quella sera dopo che i fratelli Kim si erano divisi, lui aveva preso la palla al balzo ed era sparito, lasciando la residenza senza tante cerimonie.
Aveva passato la settimana a pensare a ciò che era successo in quella cucina, a lei che ansimava il suo nome e a come fosse riuscito a rovinare tutto, con la sola paura che ciò che aveva udito comportasse.
Si rese conto seduto su una panchina, accanto al canale vicino al porto alle prime luci dell'alba che per lui tornare a casa era peggio che essere richiamato alla fortezza.
Si sentiva solo, e profondamente in collera.
Per le prime ore aveva provato rabbia verso Taehyung, poi verso la famiglia e solo in quel momento provava rabbia verso se stesso.
Perché era colpa sua, ne era consapevole, era lui colui che per anni aveva temporeggiato. Convincendosi che poteva accontentarsi di osservarla da lontano, vederla ridere, scherzare, vivere senza che lui la sfiorasse. Senza che venisse macchiata dalla sua colpa, dalle sue bugie.
Era questo ciò che si era ripromesso. Fino alla sera del famoso ballo in maschera di un anno prima. La sera prima che lui partisse.
Era arrivato un invito a casa dei Park, una sontuosa festa organizzata per celebrare la partenza dei nuovi cadetti alla fortezza.
Era già tenente al tempo, ruolo importante non solo a livello militare ma anche nella società, aveva faticato per ottenerlo, sputato sangue, sudore e lacrime.
Quella sera, l'invito che era nelle sue mani portava un nome in particolare "Taehyung Park" cosa per nulla scontata, considerando il ruolo che il cugino aveva nella loro famiglia,
non che lui o Jungkook non fossero invitati. Ma il moro era pur sempre il primogenito per cui, il volto della famiglia Park.
Seduto a guardare l'alba avanzare con la sua bottiglia ormai vuota tra le mani, si perse nei ricordi....
<< Taehyung scordatelo! >> urlò Jim lanciando l'invito sul letto << non andrò mai a quell'evento al tuo posto! >>
Il moro dietro di lui lo guardava con espressione disperata << avanti Jim, te lo chiedo per favore! >> disse cercando il suo sguardo << se non mi presento a quella festa in maschera nostro padre mi appenderà alla forca! >>
<< vostro padre >> puntualizzò il più basso, frase che fece imbronciare immediatamente il ragazzo che lo guardava di traverso.
<< dato che sapete l'importanza di tale evento presentatevi voi! >> esclamò Jim mentre si versava del whisky.
<< lo sapete che se non avessi già un impegno ci andrei senza problemi! >>
Jim si soffermò a guardarlo, assottigliando lo sguardo << avete detto che avete già un impegno, ma negate di farmi sapere di cosa si tratta >> commentò sospettoso, mentre passava il suo sguardo accusatorio sul cugino che guardava il soffitto << cosa mi nascondete? >> domandò
Il moro lo guardò mostrandogli un imbarazzato sorriso << io? Assolutamente nulla cugino >> esclamò sedendosi comodamente sul bordo del letto << ho solo preso già un appuntamento da un'altra parte >> mormorò giocherellando con le dita con fare nervoso
Il corvino lo osservò con più attenzione << ti prego dimmi che il tuo *impegno* non ha nulla a che fare con una certa Arianna? >> gli domandò sapendo perfettamente che la risposta era un assenso completo.
Il moro sostenne con fatica il suo sguardo, prima di allargare il suo sorriso quadrato, che fece sbuffare rumorosamente il corvino in piedi davanti a lui << sei senza speranza >> commentò, prima di precisare << tra cinque giorni dobbiamo partire! Devi ancora preparare le tue cose e invece di adempiere ai tuoi doveri te ne vai a divertiti? >> domandò adirato bevendo in un solo sorso il whisky rimasto, borbottando fra sé e sé prima di aggiungere << mettiamo caso che dovessi accettare... >> incomincio, venendo interrotto immediatamente dal moro che balzò in piedi, con sguardo eccitato << oh grazie cugino! Davvero grazie! Sapevo che potevo contare..>>
Ma il corvino si piantò di fronte a lui stoppando il moro sul nascere << ho detto se dovessi accettare >> precisò << come pensi che possa passare per il Visconte Taehyung ? >> precisò con ovvietà << non so se avete notato, ma abbiamo corporature diverse >>
Il moro ormai convito che avesse la vittoria in tasca gli passò un braccio intorno alle spalle << aaaaah cugino! Non vi dovete preoccupare per questo! >> esclamò rivolgendogli uno sguardo furbo << indosserai il mio costume, nemmeno *nostra madre*, potrebbe riconoscerti con quello addosso! >>
E così fù, pensò Jim, nessuno a quella festa lo aveva riconosciuto.
Aveva deciso che si sarebbe mostrato, giusto per far vedere che il cugino si era presentato per poi sparire esattamente come era apparso.
Ma durante il suo giro tra la folla aveva incrociato, seppur per un breve attimo una giovane donna, capelli legati in una morbida crocchia di un intenso castano, con piccoli fiori e piume tra i capelli, maschera sul viso che la copriva a metà, e un vestito di un intenso bordoux che le faceva risaltare gli occhi color ambra.
Jim ispiro l'aria marittima chiudendo gli occhi, beandosi della brezza frizzantina che gli accarezzava la pelle, maledicendosi.
Aveva passato una delle migliori serate della sua vita insieme a quella ragazza, risate, balli, giochi, e alla fine come se fosse del tutto naturale l'aveva baciata, assaporato il suo sapore, l'aveva sentita gemere nelle sue orecchie, sentirla eccitarsi con solo l'aiuto delle sue carezze.
Era stata una serata magica, fino al momento in cui lei in preda all'amplesso non aveva nominato il nome del moro, pietrificando il corvino, spezzandogli così il cuore.
Era scappato esattamente come quella sera dalle cucine, con la sola differenza che per la prima volta lei aveva visto lui, l'aveva accettato.
Pregandolo di togliergli dal cuore qualcosa che la stava avvelenando, aveva cercato lui, voleva che fosse lui, e non poteva più fermarsi, tutto l'autocontrollo con cui aveva tenuto a freno il proprio desiderio era svanito ed era stato costretto a baciarla, incitato da lei stessa.
Per la prima volta si era sentito amato, fino al momento in cui per una paura irrazionale aveva pronunciato il nome del cugino, destandola così dalla sua presa.
Perché doveva succedere? Perché doveva essere Taehyung colui che avrebbe dovuto averla?
Con rabbia lanciò la bottiglia, scaraventandola contro a un lampione. Il fragore fu assordante, mentre urlava frustrato e ubriaco.
Si sedette di nuovo sulla panchina, esausto. Arrabbiato per ciò che stava accadendo nella sua vita. Non solo stava mandando tutto in malora, ma era stato addirittura scoperto da quella odiosa donna.
<< maledetta strega >> ringhiò con voce grutale, dovuta alle continue urla << maledizione! >> urlò ancora.
Jim non sapeva se era dovuto all'alcol, o alle ore passate senza chiudere occhio, ma per un breve momento si trovò davanti al viso il volto della bionda che tanto odiava, che gli sorrideva diabolica. Come mai poteva Priscilla sapere che cosa era accaduto oltre la fortezza? Chi mai avrebbe potuto riferirgli una cosa simile senza che lui sapesse nulla? Dopotutto erano solo in due nella foresta quella notte, e il corvino era certo che quella persona non lo avrebbe mai tradito, e allora chi mai era stato?.
Il ragazzo si tirò su di scattò, barcollando lievemente, alzando lo sguardo, guardando le nuvole oscurare quel sole luminoso. Quindi decise di risolvere i suoi problemi come aveva sempre fatto in passato, partendo.
Se n'era andata.
Taehyung scrutò la residenza del Duca davanti all'entrata. Il vialetto era pieno di carrozze in sosta. Si era domandato se lei era a bordo di una di quelle o se fosse ormai troppo lontana da lui per poterla raggiungere.
Frustrato calciò il vuoto imprecando a bassa voce, avrebbe voluto strozzare sua madre, che gli aveva sbarrato la strada trattenendolo per il braccio, facendogli perdere tempo prezioso, tempo che avrebbe speso cercando di rimediare al suo errore.
Quando finalmente era riuscito a liberarsi e così inseguirla, si accorse che Asena era sparita oltre una porta nascosta della sala da ballo.
E Taehyung sapeva che dopo ciò che gli aveva sentito dire lei non avrebbe mai accettato di rivederlo. Non subito almeno.
L'aveva insultata e ancora prima non contento l'aveva baciata.
Non era stata certo la scelta migliore per un uomo che stava cercando di nascondere i propri sentimenti. Era riuscito a tenere tutto sotto controllo per anni, recitando alla perfezione. Anni di bugie ed era andato tutto in malora, dopo la sua decisione di baciarla.
Come era possibile che un bacio potesse superare ogni sua fantasia? Aveva passato anni a fantasticare, immaginando baci davvero mitici.
Quello però era di più. Era, era....era Asena.
Adesso era messo peggio di prima. Si l'aveva baciata. Si era stato il bacio più spettacolare di tutta la sua vita. E si, era riuscito a rovinare ogni cosa.
E non sarebbe mai riaccaduto.
Seduto nel suo salotto il moro imprecò a mezza voce. Adesso che era accaduto, che aveva provato quel paradiso, era più angosciato di prima.
Forse, se avesse detto di no, se fosse indietreggiata, se fosse andata via....ma non aveva fatto nulla di tutto ciò. Era stata ferma ad aspettare.
Ad aspettare cosa? Che la baciasse? Non aveva più importanza, pensò, non sarebbero stati più semplici amici.
Seduto sulla poltroncina si piegò in avanti passandosi le mani dal volto fino a raggiungere l' attaccatura dei capelli mori mossi, stringendoli e tirandoli in preda alla frustrazione.
Ma nulla fu peggio di quando preso dall'irritazione nei confronti di sua madre, che spingeva senza dargli il tempo di spiegare, ad accettare la proposta fatagli quella stessa sera, aveva detto ciò che nemmeno per un secondo aveva creduto vero dentro di sé.
Ricordava ancora il suo volto. Dal momento in cui l'aveva vista, anzi, prima ancora di vederla, quando aveva avvertito la sua presenza alle sue spalle, l'atmosfera era cambiata, sentendo l'elettricità percorrergli la spina dorsale, e si era subito sentito teso, eccitato e nervoso, sensazione mai provata avendo accanto a sé una donna. Ma il danno ormai era fatto, troppo preso dalla discussione, irritato aveva buttato alle ortiche la sua pazienza, urlando più del dovuto e così ritrovandosi in quella situazione.
Taehyung imprecò di nuovo, alzandosi dalla sedia. Non era nemmeno in grado di dire che sguardo avesse, appena l'aveva vista tutto ciò che era riuscito a fare era quello di vergognarsi delle parole che aveva pronunciato, abbassando lo sguardo sui suoi piedi, comportamento mai tenuto in vita sua. Eppure in quel momento si era sentito in difetto e spaventato, dal tono con cui lei gli aveva risposto.
Così deciso e autoritario, con una nota di tristezza, che lo aveva scosso più di quanto credeva possibile.
Ma lo aveva sentito, il suo sguardo, su di lui. Così perforante, acuto, e deluso. Con quel velo di tristezza che gli aveva reso gli occhi ancora più luminosi.
Lasciandolo senza fiato, fino al momento in cui con grande risolutezza gli aveva risposto, mantenendo lo sguardo su di lui.
<< Taehyung >>
Seduto al suo fianco, nel salottino rivestito con tenui colori pastello, Jungkook Park lo richiamò cercando di comunicare con il maggiore che imprecava a bassa voce.
Il moro alzò il viso dalle sue mani, girandosi lievemente, scontrando il suo sguardo disperato in quello preoccupato del minore.
<< se stai così dovresti farle visita >> disse poggiandogli una mano sulla spalla
<< non posso >> rispose con risolutezza << dopo ciò che è accaduto, non mi permetterebbe nemmeno di varcare la soglia >> sospirò
<< questo non lo puoi sapere >>
<< tu non hai visto il suo sguardo...>> mormorò << l'ho ferita >> disse << non una ma ben due volte...>>
Jungkook alzò gli occhi al cielo << e allora quel'è il tuo piano? Rimanere qui a disperarti? Borbottando e sbuffando come un orso? >>
Taehyung sbuffò, non sapeva nemmeno lui cosa avrebbe dovuto fare. Desiderava vederla, poterle spiegare. Ma cosa mai avrebbe potuto dirle? Quale motivo poteva darle per rompere quella proposta mai avvenuta formalmente, di matrimonio nei suoi confronti?
<< dovresti parlarne con Jim >> suggerì il minore
il moro si girò di scatto, corrugando la fronte schioccato dall'idea del fratello << sei impazzito? >> esclamò esterrefatto << e cosa dovrei mai dirgli? >> disse alzando la voce tanto da urlare << dovrei forse metterlo al corrente di come nostra madre ha organizzato in gran segreto, alle sue spalle per giunta, di farmi sposare la donna di cui è innamorato? >>
<< preferisci che lo scopra da solo? >> domandò il minore, stupito che il fratello non ci avesse riflettuto da solo << anche se...>> disse mutandosi con fare pensieroso facendo attendere il moro << il fatto che siano giorni che non torna a casa mi fa dedurre che lo sappia già >>
Taehyung ancora immobile si pietrificò. Vergognandosi della poca attenzione avuta nei confronti del cugino che non vedeva da giorni.
<< in ogni caso, dovresti chiarire con lui in fretta >> mormorò a bassa voce << è arrivato un invito ore fa, dalla Viscontessa Kim >> disse con sguardo perso << domani sera aprirà le porte ai pretendenti >> sussurrò corrugando la fronte.
Il moro si alzò, avvicinandosi al tavolo dove si intravedeva l'invito color crema, prendendolo tra le mani soffermandosi quelle parole scritte sopra.
<< hai intenzione di accettare? >> la domanda del minore gli arrivò chiara alle sue spalle, come se aspettare trepidante la risposta dal fratello per dire o no la sua, in merito.
Senza rispondere Taehyung si rigirò il bigliettino tra le dita, quindi fece un sospiro. Non voleva passare la serata a guardare tutti i possibili pretendenti alla mano di Asena. Con la fortuna che aveva sarebbe stato pieno di uomini pronti a dichiarare il loro amore nei confronti della mora, ma avrebbe mentito a se stesso se avesse detto che non voleva andare. Desiderava vederla, incontrare il suo sguardo, farsi accarezzare da esso, sentire il suo nome attraverso le sue labbra.
<< fratello? >> lo richiamò il minore
Senza rispondergli, ripose il bigliettino sul tavolo e si diresse oltre la porta d'ingresso chiudendola rumorosamente alle sue spalle.
Alcol e sigari. Partite a carte, scommesse e donne allegre in abbondanza. Era il genere di feste che Min Yoongi apprezzava immensamente. Era il genere di divertimento che gli permetteva di allontanarsi da tutto ciò a cui era costretto ad adempiere.
Lui e il Marchese erano soliti, ogni volta che il destino li riuniva a darsi a ogni più piccolo piacere, senza limitazioni. E quella settimana per loro non fu diversa dalle altre volte. Ogni sera c'era una festa, una scommessa, un bordello diverso da visitare, scoprire.
Erano appena le undici, e il cielo fuori dalla finestra si tingeva di un intenso color argento. Yoongi seduto al piano accarezzando i tasti con fare annoiato si mise a guardare le nuvole che piano piano si accingevano a coprire il sole. Non ricordava molto della serata appena vissuta, in verità non ricordava nulla della settimana passata, a parte un unico momento, durante il suo ballo, in cui senza accorgersene la sua mente prese a vagare.
Non capiva come fosse possibile eppure ogni volta che chiudeva gli occhi sentiva il suo sguardo addosso, non era nemmeno in grado di dire esattamente di che colore avesse gli occhi.
I suoi occhi che lo avevano guardato senza paura alcuna al contatto con i suoi. Non erano marroni, di questo era certo. Ma alla luce fioca delle candele gli era parso di vederci una luce al loro interno, che brillava ogni volta che veniva colpito dalla loro ombra.
E per qualche motivo, il pensarci era causa di un acuto rimpianto, che si manifestava con un senso di vuoto allo stomaco.
Al ballo non si sarebbe mai aspettato di incontrare la famiglia Kim, non che non l'avesse invitata, ma seppur lo sapesse non avrebbe mai creduto che potesse rapirlo tanto incontrare Asena Kim.
Ancora perso a contemplare il cielo, un forte frastuono alle sue spalle lo fece girare di scatto
<< non so più come dirglielo sua eccellenza! Ma questa residenza non è un bordello! >>
Jae era furioso, tanto che per quanto il Duca si sforzasse di rammentare, non ricordava di averlo mai visto così adirato da quella famosa volta alla battuta di caccia da ragazzi.
<< non so proprio perché vi scaldiate così tanto >> disse il Marchese saltellando all'interno della stanza, con un innocente sorriso dipinto in volto << ero convinto che un po' di compagnia vi avrebbe giovato >>
Jae, respirò rumorosamente segno che si stava spazientendo << non vi ho mai chiesto di adempiere a certe mie necessità! >> esclamò << non so cosa pensiate di me vostra grazia, ma vi assicuro che non sono attratto dai giovani gentiluomini > > replicò.
Al suono delle sue parole il Duca si girò verso il cugino << Yoon! Gli hai mandato un ragazzo in camera? >>
Il Marchese al richiamo del Duca si girò con finta innocenza << se dobbiamo essere onesti gli ho mandato una coppia, ho pensato che fosse un peccato non fargli provare certe esperienze, dopotutto che c'è di male? >> domandò allargando il sorriso
<< c'è che non sono interessato alla sodomia >> urlò Jae stringendo i pugni
Yoon, senza prestargli troppa attenzione si avvicinò al tavolo, dove prese in mano una mela che addentò gustandosela prima di rispondergli << avete ragione non me l'avete chiesto > > disse << Ma ho pensato che per ringraziarvi del vostro duro lavoro, >> tacque fissando il liscio dritto negli occhi, sorridendogli furbo << una notte di piacere non poteva che giovarvi, dopotutto deve essere stancante per voi lustrare le nostre scarpe sporche dalla mattina alla sera >> dichiarò.
Il liscio, si stava contenendo a malapena << ripeto >> ringhiò serrando la mascella << non ho bisogno del vostro intervento per adempiere a certi piaceri >> ripetè Jae sempre più irritato
<< non capisco proprio perché siete così adirato, >> continuò il Marchese << il mio intento era quello di farvi scaricare un po'! >> esclamò offeso, portandosi una mano sul petto, piegando così la testa leggermente di lato << sono sincero quando ho detto che era un mio modo per ringraziarvi, avete fatto così tanto per me e per mio cugino, >> disse avvicinandosi a lui, il tanto da sussurrargli all'orecchio << leccare le scarpe deve essere stancante, soprattutto se la persona a cui le leccate non ha il minimo interesse nei vostri confronti >>
Il liscio era senza parole, mentre sosteneva lo sguardo del Marchese << non ho idea di che cosa parliate >> mormorò agitato, sentendo la paura montargli dentro.
Il corvino lo guardò con finta confusione prima di rispondere << deve essere cosi snervante, provare dei sentimenti per colui che dista a pochi passi dalla vostra persona >> mormorò a bassa voce, allungando una mano verso la sua giacca, accarezzandola con le dita lentamente << invece di fare tante storie dovreste accettare il mio dono, dopotutto lo faccio solo per voi >> concluse spostando un pelo dalla sua giacca. Il Marchese lo fissò, allargando il sorriso, in un'espressione di puro veleno che gelò il liscio << io starei molto attento a ciò che potrebbe uscirvi dalle labbra >> disse con molta calma << non devo di certo rammentarvi il vostro posto....>> sussurrò senza mai perderlo di vista, mentre con leggerezza si scostò da lui, riprendendo con tono allegro << in ogni caso, per quanto la vostra compagnia sia per me una grande fonte di gioia, sono spiacente di dirvi che ho un incontro importante oggi >>
Il Duca lo fissò. << state uscendo? >> gli domandò
<< si cugino >> rispose il corvino addentando un muffin
<< mi raccomando, >> continuò senza guardarlo, sorridendo appena << moderazione >>
<< come sempre >> rispose sorridendo furbo, mentre prese con velocità il cappello e la giacca.
<< Yoon? >> lo richiamò il Duca << ricordati...>>
<< non preoccupatevi >> rispose il corvino stoppandolo sul nascere << non farò tardi alla serata di domani >>
Il Marchese aveva lasciato finalmente la dimora, cosa che fece sospirare di sollievo il più alto che con irritazione borbottava cose senza senso fra sé e sé.
Era così concentrato nel suo borbottio, da non accorgersi minimamente degli occhi blu che lo scrutavano minuziosamente.
Yoongi sospettava che se per qualsiasi motivo, fosse mancato per qualche giorno in quella residenza, l'avrebbe ritrovata distrutta.
Il pensiero fece sghignazzare rumorosamente il Duca, ottenendo la piena attenzione di Jae.
<< cosa avrete da sghignazzare vostra eccellenza? >> domandò con rimprovero
<< stavo immaginando voi e il Marchese da soli in questa casa >> confessò << sono sicuro che riuscireste a raderla al suolo, con solo i vostri litigi >> disse sfiorando i tasti con le dita
<< sono molto felice che le mie disgrazie vi divertono così tanto >> borbottò guardandolo con sguardo gelido << e sicuramente sarò ancora più felice alla vista del vostro sguardo dopo che vi avrò consegnato questa >>
Jae si protese in avanti, porgendo al Duca un piccolo biglietto, se lo passò tra le mani sapendo immediatamente da chi arrivasse
<< vostro nonno vi attende alla casa principale vostra grazia >> disse il liscio
Il Duca sospirò, l'ultima cosa che avrebbe voluto era incontrare il vecchio, senza dare attenzione al ragazzo che in piedi lo guardava, strappò via il sigillo, leggendo ciò che quelle poche righe dicevano "vi aspetto domani nel pomeriggio".
<< Jim smettila di fare l'idiota >> gridò il moro mentre gli sbarrava la strada << sei appena tornato!>> esclamò adirato << non è questo il modo di risolvere le cose >>
<< togliti dai piedi Taehyung! >> esclamò il corvino spingendolo lontano da sé << desidero partire e cascasse il cielo partirò! >> rispose senza posare lo sguardo su di lui.
Il moro era senza parole, adirato dal comportamento del cugino.
<< lo sai che non intendo accettare! >> disse avanzando verso di lui, impedendogli di portarsi sempre più vicino a quella maledetta nave pronta a salpare << gli ho già risposto che non la sposerò! >>
<< non mi interessa >> fu tutto ciò che si sentì dire.
Era come se di fronte a lui ci fosse uno sconosciuto. Come se tutto ciò che avevano passato assieme non contasse più nulla ai suoi occhi.
Taehyung era disperato, dopo la sua conversazione con il fratello quel pomeriggio, era uscito di casa come una furia, cercando per ore intere il corvino che per giorni non si era fatto vedere.
Sicuro che lo stesse evitando. Era andato da tutti i loro amici, fatto rassegna dei bordelli più conosciuti, fino al loro pub preferito, quando nelle tarde ore del pomeriggio, finalmente dopo tanto cercare era riuscito a trovarlo, nei pressi del porto, pronto a salpare per raggiungere il punto più vicino alla fortezza.
Quando era arrivato nei pressi della strada lo aveva avvistato, con addosso gli abiti ormai sudici di una settimana prima, e un borsone vecchio sulle spalle, aveva capito che ciò che il fratello gli aveva detto, era vero.
Jim sapeva ciò che sua madre gli aveva proposto, e la soluzione che aveva trovato era quella di scappare da tutto il più velocemente possibile. Comportamento già tenuto in passato.
<< Jim per favore! >> urlò ancora strattonandolo per il braccio << rimani! Sono sicuro che se ne parlassimo potremmo...>>
Il corvino ormai al limite della pazienza strattonò la presa, rischiando di cadere in una pozzanghera per il contraccolpo << rimanere per cosa? >> ringhiò, livido di rabbia << vederti sposare Asena! Vedere le nostre famiglie riunite? Sentirvi professare amore eterno? >> domandò lanciando il sacco per terra << smettila di mentirmi Taehyung! Tu la ami! >> esclamò alzando le braccia al cielo << ti sto dando quello che vuoi >> urlò << vi sto dando ciò che volete! >>
<< non è affatto così! >> esclamò livido di rabbia << non mettermi in bocca parole che non.. >>
<< perché continui a mentire? >> domandò il corvino
<< non ti sto mentendo >> replicò il moro
<< si invece! Vi ho sentito! E ho visto il tuo viso, ho sentito la tua voce, tu la ami!, smettila di mentirmi! Maledizione!>> urlò Jim con voce strozzata
Taehyung lo guardò, sentiva la gola pizzicargli per le urla, sentiva occhi sconosciti addosso di tutta la gente che li guardavano, ma era nulla a confronto a quegli occhi scuri che lo scrutavano con risentimento e odio.
Solo in quel momento capì, che sé voleva far in modo che il cugino non partisse avrebbe dovuto dire la verità << hai ragione! >> esclamò d'un tratto << hai ragione >> disse di nuovo ottenendo la piena attenzione del corvino << è vero! È come dici tu! Ho mantenuto la mia maschera per anni, ma non c'è la faccio più a nascondere i miei veri sentimenti >> confessò guardando Jim dritto negli occhi << se ora te ne vai, se ora partirai, scappando da ciò che provi, lo giuro... >> lo minacciò puntandogli il dito contro << chiederò ad Asena di sposarmi, e lei mi accetterà..perché come hai detto tu tempo fa, non conosce la verità su quella sera! lei non sa che eri tu! E non potrà mai saperlo se non sarai TU a dirglielo >>
Jim restò in silenzio per un lunghissimo e doloroso momento, e poi come se lui non avesse nemmeno parlato, si girò, prese il borsone e si incamminò verso la nave, prima di fermarsi e così voltarsi verso il moro che non si era mosso.
Il suo corpo nonostante la mente gli dicesse di voltarsi e così sparire da tutto ciò che lo faceva stare male, da tutto ciò che lo faceva sentire insignificante, si rifiutava di muoversi, di arrendersi.
Conosceva bene Taehyung, sapeva che la sua minaccia era reale, e tutto ciò a cui riusciva a pensare oltre al dolore, alle bugie e alla delusione, era che se fosse partito, l'avrebbe persa per sempre. Non poteva accettarlo. Chiuse gli occhi, urlando per la frustrazione, mentre con passo veloce superò il moro.
<< o mio!...>> urlò Mira con in mano il giornale, aperto sulla pagina delle cronache mondane << devo, devo dirglielo immediatamente! >>
Là signora di quella casa saltellava mentre con passo veloce si portava nel giardino sul retro, dove la minore delle sue figlie, si allenava con il minore dei suoi figli maschi.
<< Ahvi! >>
La castana voltò lo sguardo verso il richiamo proveniente dalle sue spalle, fermando così la fase di allenamento con il suo allenatore.
Sua madre stava correndo con fretta nella sua direzione, tenendo stretto tra le mani il giornale, aperto sulle cronache mondane, nello stesso modo in cui Ahvi si sarebbe aggrappata a una qualsiasi fune che l'avesse portata via da lì all'istante.
<< madre >> mormorò cercando aiuto negli occhi del fratello, che per tutta risposta alzò le mani a suon di resa e se ne andò silenziosamente.
<< hai visto cosa c'è scritto? >> domandò Mira sempre più eccitata
<< si lo so >> rispose a bassa voce
Mira si accigliò. Odiava che qualcuno - chiunque fosse - non la prendesse in considerazione per questioni che riguardavano i suoi figli.
<< lo sapevi e non mi sei venuta a dire nulla? >>
<< non è nulla d'importante mamma >> replicò Ahvi rinfoderando la spada.
<< n-nulla di importante? >> domandò costernata Mira << come fai a dire una cosa del genere? >> la incalzò << si tratta sempre di un Marchese! >>
<< era solo un ballo >>
Mira si picchietto il mento, come faceva sempre quando tramava qualcosa << il Marchese Min è dell'età giusta per cercare moglie >>
Ahvi guardò scioccata sua madre << madre non ho nessuna intenzione di sposarlo se è questo a cui state mirando! >>
Mira come se non la sentisse scrollo le spalle << o suvvia cara, vi ho visto sai! >>
<< e cosa mai avreste visto? >> domandò in risposta
<< bè ho visto il modo in cui lo guardavate mia cara >> disse rivolgendogli un sorrisino furbo
La castana era senza parole, ciò che sua madre alludeva non era assolutamente vero; o meglio, era ciò di cui era convinta. Almeno per il momento.
<< credo madre che abbiate bevuto troppo alla festa >> disse la castana, slacciandosi la cintura che portava alla vita, sistemandola con cura nel suo apposito appendino.
<< pensi veramente di poter far passare tua madre per un'idiota? >> le domandò Mira
Ahvi sollevò lo sguardo sconcertata, sicura che avesse chiuso l'argomento. << bè >> disse lentamente << tanto per cominciare non sono attratta da lui >>
<< sciocchezze! >> commentò Mira << l'attrazione arriverà con il tempo >>
La giovane si accigliò, borbottando frasi incomprensibili.
<< inoltre >> continuò la madre tutta allegra << lui ha...>> a quel punto apri il giornale per verificarne i dettagli << ventisei anni, solo qualche anno più di te >> disse avvicinandosi << ha la stessa età di Jungkook >>
Quello che diceva sua madre era vero, ma seppur non poteva dargli torto, Ahvi non riuscì a non mostrare un'aria disgustata << volete che lo sposi solo perché è un Marchese >>
<< sai perfettamente che non è così >>
<< e se non volessi? >> boffonchiò in risposta
<< cosa mia cara? >>
<< se non volessi sposarlo! >> esclamò << se non volessi sposarmi affatto? >>
Mira si soffermò sul volto di sua figlia, corrugando la fronte << e perché mai non dovresti volerlo? >> le domandò
<< perché....perchè >> ripetè senza riuscire a finire la frase << non è questo il punto madre! >> esclamò prima di aggiungere << non potere organizzare un *matrimonio* senza che il diretto interessato sappia nulla >> rispose irritata la castana.
Mira, si mise a giocherellare con le pagine ingiallite del giornale che teneva in mano, con un sorriso che ad Ahvi sembrò troppo compiaciuto << dolce bambina >> disse con voce vellutata << sono in questo mondo da molti più anni, ogni passo che faccio in nome dei miei figli è calcolato e sempre preciso, in più so che la cosa ti sorprenderà ma sono certa che per la fine dell'estate sarà lo stesso Marchese a farsi avanti >>
Lei la fissò con sguardo confuso e irritato << perché ne siete così sicura? >>
<< bè è semplice cara >> disse sorridendole dolcemente << sia lui che il Duca hanno confermato la loro presenza per l'evento di domani >>
Tre ore dopo, Jungkook Park si trovava all'ingresso del pub più famoso della città, di pessimo umore.
Era andato a La Bell Moon, che non era altro un pub poco raccomandabile, che apriva le sue porte a scommesse e a donne di facili costumi. Jungkook lo aveva frequentato di tanto in tanto insieme ad alcuni amici già da prima che partisse la prima volta verso la fortezza. Quasi tutti gli uomini di sua conoscenza conoscevano il Pub in questione, anche Taehyung lo aveva frequentato qualche volta.
Ed era proprio per lui che si trovava in quel posto. Era scappato via da casa talmente in fretta che non era riuscito nemmeno a capire dove e perché se ne stesse andando.
Anche se, a dirla tutta immaginava che il motivo fosse proprio colei che gli stava offuscando la mente. Prese a girare senza una vera meta, intorno ai tavoli, sperando di incrociare il volto del fratello, magari seduto su una sedia con qualche giovane donna a cavalcioni su di lui.
E così si recò al bar. Lo scopo? Ovviamente attendere magari sorseggiando un whisky l'apparizione del fratello, e sperava che l'alcol l'avrebbe accompagnato in quella serata che prevedeva tutto fuorché divertimento.
<< ma guarda chi si vede >>
Jungkook sollevo lo sguardo, incontrando l'ultima persona che avrebbe voluto vedere Yoon Min.
Maledizione.
<< Marchese Min >> brontolò.
Maledizione ripetè nella sua mente, il Marchese era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere. Avrebbe preferito di gran lunga l'apparizione di una creatura venuta a strappargli il cuore piuttosto.
<< sedetevi con me >> disse Yoon indicando la sedia di fronte a se.
Jungkook non aveva possibilità di scampo, avrebbe potuto mentire dicendo che aveva appuntamento con qualcuno, ma non era mai stato un abile bugiardo, gli sarebbe bastato uno sguardo perché il Marchese scoprisse il suo bluff.
Quindi serrò la mascella e si sedette, sperando che il corvino seduto di fronte a sé avesse altro da fare, nell'arco di trenta secondi circa.
Yoon prese il bicchiere e se lo portò alle labbra osservando il ragazzo con scrupolosa attenzione, quindi rimase a fissarlo mentre lentamente beveva un sorso di liquido ambrato << da quel che ho capito, voi siete amico di Miss Kim >>
Jungkook annuì
<< siete amici da tanto? >>
<< da quando eravamo bambini >> rispose il moro
<< oh! Un tempo relativamente lungo >> disse il Marchese a bassa voce << e in tutto questo tempo non avete mai...pensato di convolare a nozze? >>
Il giovane non rispose.
<< è molto strano sapete? >> continuò senza mai smettere di osservarlo << è una donna molto accattivante, con quella nota di ironia che gli illumina gli occhi >> disse sorridendo << resisterle è alquanto difficile, voi non credete? >>
<< certo >> confermò a denti stretti.
<< bè chi meglio di voi potrebbe saperlo, no? >>
Il giovane l'osservò di rimando assottigliando lo sguardo, dove voleva andare a parare?
<< ah bè >> aggiunse il corvino sistemandosi il bordino della giacca << sono certo che in molti dopo il ballo dato da mio cugino, si siano interessati a colei che è protagonista dei nostri discorsi, non ne convenite? >>
Jungkook annuì di nuovo, guardando nella stanza in cerca di una possibile via di fuga, che per sfortuna sembrava non essere in vista.
<< non siete un uomo di molte parole? >> domandò Yoon facendo irruzione nelle sue macchinazioni per scampare a quella conversazione.
<< no >> rispose tagliente il ragazzo
Il Marchese ridacchiò, bevendo in un sorso il liquido rimasto nel bicchiere << ho saputo che vi sposerete presto, la signorina Barker sembra una donna deliziosa >> disse sistemandosi meglio sulla sedia << siete un uomo fortunato >>
Jungkook lo fissò, c'era qualcosa di quel ragazzo che non gli piaceva affatto, ma era pur sempre un Marchese per cui avrebbe dovuto rimanere almeno educato nei suoi confronti << già >> confermò senza alcun entusiasmo << un uomo fortunato...>>
<< mi sembrate alquanto >> mormorò il corvino senza staccare gli occhi da lui
<< alquanto? >> domandò Jungkook confuso
Il corvino gli sorrise, facendo nascere sulle sue guance due adorabili fossette << non avete l'espressione di un uomo felice delle proprie nozze in arrivo, ne devo forse dedurre che in verità non è ciò che desiderate? >>
La domanda colse Jungkook del tutto impreparato, tanto che rischió di strozzarsi con il liquido che stava bevendo. Non sapeva dove quel giovane volesse arrivare, ma di certo non era nulla di buono.
<< vi sbagliate vostra eccellenza >> rispose il moro << non è affatto come dite, è che mi avete incontrato solo nel momento sbagliato >> mentì << sono veramente felice di sposare la signorina Barker, come avete detto voi, sono un uomo fortunato >> disse sorridendo mentre giocherellava con il bicchiere.
<< capisco >> disse Yoon con un sorriso sospettosamente rilassato.
Jungkook alzò un sopracciglio con aria confusa << cosa capite? >> domandò
<< che l'aria che avete di star sposando la donna sbagliata, è solo una sensazione errata da parte mia >> commentò il corvino imperterrito.
Il giovane Park lo guardò con sguardo torvo, mentre il cameriere gli mise davanti altri due bicchieri.
<< in ogni caso, spero che possiate aiutarmi allora >> disse l'altro allungando la mano verso il bicchiere appena arrivato
<< aiutarla in cosa? >> domandò il giovane
<< credo che abbiate letto, sul giornale stamattina, di ciò che le rubriche mondane riportano? >> gli domandò il corvino
<< non ho avuto occasione di leggerlo >> replicò secco
<< non c'è problema >> concluse Yoon scrollando le spalle << sono certo che il barista ne abbia una copia, in modo che così possiate leggerlo e capire di cosa sto parlando >>
Prima che Jungkook potesse rispondergli che non era affatto necessario, con uno scocchio di dita come se il barista sapesse già tutto dall'inizio, portò al tavolo il giornale di quel giorno, porgendoglierlo con rispetto tra le mani.
Il moro osservò il giornale, mentre con riluttanza aprì le pagine, fino a trovare l'articolo in questione "il Marchese Min é stato visto alla serata in maschera, data dal Duca Min poche sere fa, insieme alla minore della famiglia Kim, formavano una coppia elettrica e affascinante, rendendo la serata, agli occhi dei lettori, piacevolmente ricca di brio e suspence, sarà lei la giovane donna che potrebbe diventare la futura consorte del giovane ragazzo venuto in visita?"
Jungkook serrò la mascella tanto da digrignare i denti, mentre cercava senza riuscirci di mantenere un minimo di compostezza.
<< bella la foto non ne convenite? >> domandò il ragazzo << Miss Kim era assolutamente deliziosa con quell'abito quella sera, mai vista donna più bella >>
A quelle parole il moro ebbe l'impulso di lanciargli il bicchiere ormai vuoto dritto in faccia.
<< e questo l'aiuto che volete da me? >> domandò Jungkook chiudendo il giornale con un gesto secco.
Per un momento il Marchese tacque, osservando i tratti del ragazzo di fronte a sé, deliziandosi della reazione che il moro cercava di nascondere ai suoi occhi esperti. Era da quella sera che aveva il sospetto che il giovane Park provasse qualcosa per la ragazza dagli occhi ambrati, ma il suo comportamento e il suo continuo scappare, lo stavano irritando, dopotutto a lui piaceva cacciare, e nulla era più divertente ed elettrizzante che avere un avversario.
<< mi state dicendo che non mi aiuterete? >>
Jungkook restò immobile << scusate? >>
L'altro sorrise altezzoso << con Miss Kim >> rispose
<< non capisco perché pensiate di aver bisogno del mio aiuto? >> replicò torvo il ragazzo
<< bè siete amici, sarebbe molto più facile per me entrare nelle sue grazie se avessi il vostro appoggio >>
<< il mio appoggio dite? >> domandò con un sorriso irritato << credete veramente che se anche vi appoggiassi, lei mi ascolterebbe? >> continuò rivolgendosi al Marchese, che lo guardava senza commentare, cosa che fece irritare ancora di più se possibile il giovane Park che stringeva con tutte le sue forze il giornale << con tutto il rispetto ma, >> continuò senza guardarlo negli occhi << sperate male se credete che Miss Kim possa cambiare opinione su di voi grazie a me >>
Il Marchese alzò le spalle, per nulla turbato da ciò che il giovane gli aveva appena detto, anzi agli occhi di Jungkook, il corvino gli era apparso divertito.
Ma prima che potesse anche solo domandargli altro, il ragazzo si tirò su in piedi, era arrivò lì per un motivo, e per sua sfortuna non solo non era riuscito a trovarlo, ma era incappato nell'unica persona che sperava di non vedere, senza indugio si mosse mettendosi davanti al Marchese, mostrandogli un gesto con il capo << spero che la vostra serata si concluda nel miglior modo possibile >> disse Jungkook
Yoon gli sorrise con sguardo furbo << bè >> continuò << se devo essere onesto, spero che sia domani la serata che avrà come finale ciò che spero >> ribattè
<< prego? >> domandò il ragazzo
<< domani sera a casa Kim apriranno le porte per i pretendenti, credo che voi lo sappiate >> disse il Marchese allargando il sorriso << ci andrete? >> incalzò il corvino.
Jungkook gli lanciò un'occhiataccia. Odiava il fatto che il ragazzo che aveva di fronte fosse convinto di manipolarlo, ma non sapeva come smentirlo senza ammettere che voleva partecipare anche lui a quella serata.
<< Perché mai dovrei partecipare? >> domandò di rimando << dopotutto ormai sono un uomo impegnato >> disse pentendosi immediatamente di ciò che gli uscì dalla bocca.
<< giusto >> rispose Yoon << in effetti avete ragione >>
Senza che il ragazzo gli potesse rispondere, il Marchese si alzò in piedi allungando una mano verso il moro << arrivederci Sig. Park >> concluse mentre gli strinse la mano << mi faccia gli auguri, chissà, forse la prossima volta che ci vedremo saremmo entrambi convolati a nozze >> disse sorridendogli sicuro
Il moro ripensò alla scena in cui avrebbe strozzato il Marchese e lo trovò ancora più stuzzicante di prima.
Imprecò fra sé e sé mentre con passo veloce si portava oltre la soglia di uscita, decidendo mentre guardava alle sue spalle che sarebbe andato a quella festa, impegnato o no.
Asena non riusciva a dormire.
Era chiaramente una di quelle notti da passare a guardare le ombre che la candela sul comodino rifletteva sul soffitto.
La ragazza gemette mentre scostava le coperte e si alzava. Maledicendo il proprio cervello a lavorare freneticamente e così impedirgli di dormire.
Non riusciva a liberarsi di quell'immagine, non era ancora sicura di cosa fosse accaduto. L'aveva guardato, senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso, quel momento era inciso nella sua memoria, turbandola di notte e facendola sognare di giorno; la camicia bianca semi aperta, la giacca buttata con fretta per terra, i capelli corvini mossi, gli occhi scuri e carichi di desiderio, i suoi baci e le sue mani che con insistenza e voracità cercavano ogni suo lembo di pelle.
Poi gli aveva voltato le spalle. E in quel momento per lei cambiò tutto. Aveva provato un desiderio irrefrenabile di fermarlo, inseguendolo oltre la soglia. Venendo ostacolata solo dalla sfortuna.
Era a letto da quasi un'ora, a fissare le ombre e a sentire il vento tra gli alberi, costringendosi a chiudere gli occhi e dormire, ma non aveva funzionato.
Indossò la vestaglia e andò silenziosamente al piano inferiore, sperando che bere una tazza di latte caldo l'aiutasse a prendere sonno.
La cucina era buia, cosa che la portò a cercare una lampada in modo da potersi concentrare meglio sul suo vero obbiettivo.
Cosa che la portò velocemente a imprecare borbottando fra sé e sé.
<< è la prima volta che vi sento imprecare >> disse una voce famigliare proveniente da un punto scuro alle sue spalle << sorella >>
Asena si giró, trovando a pochi passi da lei il maggiore, con un sorriso gentile e una piccola lampada accesa, che mise delicatamente sul tavolo
<< Jin >> mormorò << non ti avrò svegliato spero? >> domandò preoccupata che potesse averlo disturbato in qualche maniera
<< non ti preoccupare sorella, ero sveglio, >> continuò avvicinandosi a lei << ero intento a firmare documenti, e a fare conteggi >> disse sedendogli accanto << tu piuttosto, che fai in giro a quest'ora? >>
La sorella si sedette nella sedia vuota accanto a lui << non riuscivo a dormire. Ho pensato che una tazza di latte caldo avrebbe potuto aiutarmi >>
<< meno male che sono arrivato allora >> commentò il maggiore << non sia mai che tu possa fare esplodere l'intera casa >> esclamò prendendola in giro.
<< credo che tu sbagli fratello! >> replicò la sorella << colui che potrebbe far esplodere la casa non sono di certo io! >> precisò mostrandogli il broncio
<< mi scusi tanto mia signora! Come ho potuto sbagliarmi e confonderla con nostro fratello >> commentò ridendo << anche se ricordo chiaramente le urla di nostra madre quando due estati fa, avete cercato di cucinare i vostri fantastici biscotti >>
Asena si rabbuio, guardandolo con sguardo omicida << ė-è stato un incidente..>> balbettò << mi ero solo distratta...e comunque..>>
<< cosa? >> la interruppe il maggiore
<< erano comunque buoni, anche se un pò bruciati >> precisò
<< e salati >> commentò a sua volta
<< non così tanto >> mormorò la mora
Il maggiore rise << solo perché Taehyung li ha mangiati non significa che fossero buoni! >>
Al suono del nome del castano, la ragazza si mutò, poteva mai un nome rattristarla così tanto? Si era ripromessa di non pensarci, ma nonostante tutti i suoi sforzi ciò che aveva detto alla festa tornava a tormentarla. Poteva mai essere che in verità lui non la volesse? E che non l'abbia mai voluta? Che la vedesse solo e esclusivamente come una sorella?
<< Asena >>
<< mh? >>
Il maggiore si soffermò a osservare il volto della sorella, ripensando alle parole di quella mattina, suo fratello Namjoon aveva ragione c'era qualcosa che non andava.
<< mi prendi il latte mentre io cerco il "padellino" >> gli disse prima di aggiungere con un sorrisetto << sai dove si trova vero? >>
<< ma come siamo divertenti >> gli disse superandolo
<< io chiedo solo sorella >> disse con quel sorriso che Asena trovava altamente fastidioso
Il maggiore rise tra sé e sè nell'osservare la ragazza, mentre armeggiava alla ricerca del padellino attaccato al muro sopra la sua testa.
<< allora Asena hai trovato il latte o devo uscire per andare in cerca di una fattoria? >> domandò infastidendo ancora di più la giovane che borbottò prima di trovare ciò che cercava << trovato! >> esclamò entusiasta, voltandosi verso il fratello sorridendogli radiosa.
Jin alla vista di quel sorriso, si rilassò all'istante, erano giorni che non aveva visto quell'espressione sul suo viso, iniziando a far preoccupare pure lui più di quanto non sembrasse.
<< bravissima sorellina! Ora và a sederti mentre preparo del latte caldo >>
Asena lasciò là bottiglia del latte nelle mani del maggiore, e fece ciò che lui gli aveva chiesto, sedendosi poco lontano nel lungo tavolo nella cucina.
<< allora >> inziò il maggiore << ho saputo che hai danzato con il Duca >> disse con tono pacato prima di domandare << ti sei divertita? >>
La mora osservò il fratello, di solito per quanto fosse un caccia naso il Visconte non si era mai interessato a certe questioni << si, è stato piacevole >> concluse
Il ragazzo ancora intento a mescolare, si zitti, facendo pensare alla ragazza che la storia fosse finita lì o così lei sperava.
<< hai...notato qualcosa di strano?>> gli chiese nuovamente
<< strano? >> domandò lei di rimando aggrottando le sopracciglia << che intendi? >>
Jin alzó con non curanza le spalle con fare disinvolto prima di continuare << non saprei, un modo di fare? Un odore? Qualche particolarità sul viso? >>
Asena lo scrutò, ripetendo nella sua mente le domande che il maggiore gli aveva appena rivolto. Modo di fare? Odore? Particolarità sul vìso?
<< fratello posso farti una domanda? >> gli chiese alquanto esitante
<< ma certo >>
<< mi state forse nascondendo qualcosa? >>
Il Visconte smise per un attimo di mescolare << come mai questa domanda? >>
<< tu e i nostri fratelli, vi state comportando in una maniera un po' strana >>
<< strana? >> domandò in riposta << se è per le domande ero solo curioso >>
Asena inarcò un sopracciglio << è questo il punto! Non vi siete mai interessato a questo genere di cose, di solito lasciate sempre che sia Namjoon a intervenire >>
Il maggiore si maledì all'istante, dopotutto Asena era sua sorella per cui aveva anche lei il tratto di essere una ragazza dallo sguardo acuto.
<< avete ragione >> confermò << ma vedete, ero preoccupato, vi ho vista un po' sconnessa in questi ultimi giorni, così ho pensato che fosse più saggio chiederti io personalmente, invece che mandare alla carica Namjoon >> gli spiegò mentre con calma spense il fuoco e verso il latte in due ciotole, porgendola fumante sul tavolo di fronte alla sorella.
<< non volevo farti preoccupare >> mormorò in risposta << ma, non è accaduto nulla al ballo per cui tu ti debba impensierire >>
Ma più il ragazzo la guardava e più non era convinto di ciò che lei gli stava dicendo, ma decise che per il momento poteva pur far finta che ciò che gli stesse dicendo era la verità
<< che cosa volevi domandarmi precisamente? >>
<< voi e i nostri fratelli mi nascondere qualcosa? >> domandò avvicinando le dita alla tazza << ho visto lo sguardo di Namjoon al ballo quando ha incontrato il Duca >> disse abbassando lo sguardo sul latte << era...>> si stoppò cercando le parole << così minaccioso >> mormorò a bassa voce << che è riuscito addirittura a spaventarmi >>
Il Visconte si ammutolì, sospirando prima di prendere parola << sorella >> la chiamò attendendo da lei un cenno che gli permettesse di continuare, che lei garbatamente gli diede << ti abbiamo raccontato, vagamente negli anni di ciò che vive oltre la fortezza, ma ciò che non sai è che, nelle settimane passate ci sono stati degli attacchi in città >> spiegò il maggiore, avendo dalla sorella la sua totale attenzione << vedi, nostro fratello crede che dietro a questi attacchi ci sia qualcuno, di ceto alto...>> si fermò osservando il viso della sorella che lo guardava corrugando la fronte per le troppe informazioni.
<< Namjoon crede che ci sia il Duca dietro? >> chiese conferma la ragazza.
<< si >> confermò il maggiore << in effetti per quanto non abbiamo prove in merito, la sua apparizione improvvisa, lo stesso periodo delle aggressioni, e i suoi occhi....danno poco spazio all'immaginazione >>
Asena iniziò piano piano a capire, lo strano comportamento del fratello in quella serata, il suo astio nei confronti del Duca, il suo sguardo ogni volta che lo guardava. Sapeva che c'era più di quello che credeva e il Visconte gli aveva appena dato delle importanti informazioni che avrebbe assolutamente raccontare alla sorella minore.
<< è questo il motivo delle vostre domande nei confronti del Duca >>
Il Visconte fece segno di assenso << si questo e anche perché volevo chiedervi un favore sorella >>
Asena avvicinò le labbra alla tazza, e ne bevve un piccolo sorso prima di guardarlo con curiosità.
<< io e i nostri fratelli, ci chiedevamo se....>>
<< se? >> domandò Asena
<< se alla serata di domani, voi poteste avvicinarvi a lui >>
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