꧁Cap 10 - L'incontro꧂


Era inverno, quando il giovane Jae Lim, all'età di appena ventun'anni aveva messo piede al college più prestigioso della capitale, dove aveva fatto la conoscenza del giovane, con cui avrebbe da quel momento in avanti compiuto, le peggiori e le migliori esperienze che la gioventù poteva riservargli.
Fu, in una parola, stupefacente. Restò senza fiato, si sentì mancare la terra sotto i piedi, mentre il suo intero mondo veniva inglobato da quegli indomabili e sinistri occhi blu.
Fu inoltre in grado di stabilire, senza ombra di dubbio, che l'uomo in questione si fosse sentito nella stessa maniera, un certo Min Yoongi.
Oh, non perché fosse rimasto incantato dai suoi modi, o dalla postura, oppure dai suoi strabilianti risultati nell'abilità di scherma, dove eccelleva. Assolutamente no.
Tuttavia Jae sapeva senza ombra di dubbio che anche per lui la terra tremò, il suo mondo si capovolse e il respiro gli si mozzò, per una decina di secondi.
Dopotutto una caduta da cavallo faceva quell'effetto.
Il liscio si trovava a Hillside, in una fredda e scura giornata invernale con il padre, un uomo dal portamento elegante e fiero, ma dal temperamento impetuoso, poco paziente nei confronti del figlio.
Era solito rimproverarlo, cosa che accadeva spesso, sollecitando il giovane a mordersi l'Interno della guancia con fare nervoso e alzando senza farsi vedere da quest'ultimo gli occhi al cielo.
Mentre l'uomo che nemmeno per un attimo aveva smesso di rimproverarlo, per questioni che a dirla tutta Jae nemmeno ricordava, sentì pochi instanti dopo un forte frastuono, cosa che spinse il liscio con crescente curiosità ad avvicinarsi sempre di più verso il suono appena udito.
Superando lentamente l'enorme olmo proprio affianco a lui, dove vide arrivare a tutta velocità un cavaliere a briglia sciolta.
O comunque lo si voglia definire un idiota che galoppava senza sella e senza redini a dorso di un imponente cavallo, senza preoccuparsi minimamente della propria incolumità.
Poi, per uno dei strani casi del destino, l'enorme destriero sotto di lui si imbizzarrì, facendo cadere il ragazzo, che atterrò piuttosto inelegantemente su un misto di neve sporca e fango.
Jae, senza pensare, sfreccio in avanti spaventato che si fosse fatto male nella caduta, dato che non si stava affatto muovendo.
Il ragazzo che era a poche falcate da lui, lo chiamò << state bene? >>
Non un suono udì dal ragazzo, portandolo così ad avvicinarsi ancora, domandando nuovamente << signore? Avete bisogno d'aiuto? >>
Ma ciò che sentì, lo lasciò di stucco. Quel ragazzo ancora steso su quella fanghiglia, scoppiò a ridere.
A ridere.
Una risata dettata dal cuore, come lo scoppio di un petardo, così chiara e calda che fece ridere, anche il ragazzo che lo fissava in piedi.
Quello fu per Jae in assoluto il miglior il ricordo del suo incontro con il giovane Duca, o per così dire, il ricordo più conforme alla nomina di "giovane Duca", il perchè era piuttosto semplice, era stato da quel momento in avanti che per lui ci fu la svolta.
Erano ancora ragazzi al tempo, adolescenti per lo più, stupidì signorotti, totalmente immaturi per ciò che la vita aveva in serbo per loro.
E così che il liscio ricordava il college, uno dei periodi più divertenti e misteriosi della sua intera esistenza.
Era stato accolto da quella prestigiosa famiglia, senza difficoltà. Ma seppur il ragazzo pensò che fosse una fortuna per lui essere così ben voluto, soprattutto per via di ciò che la conoscenza di quella famiglia comportasse, gli bastarono pochi mesi per capirne il motivo.
Il Duca, non era un uomo che si sprecava molto nel spiegare i suoi bizzarri e strani comportamenti. Dopotutto, era lui a dirigere gli affari di famiglia, dal commercio, alle possibili alleanze per conferire alla sua casata, il maggior elevamento sociale di cui potesse disporre.
Per cui quando quell'uomo gli aveva proposto, non solo di diventare amico di suo nipote, ma di poter usufruire di ciò che quella nomina comportasse, Jae pensò che fosse a causa della sua stessa famiglia, nobile anch'essa.
Di certo non si sarebbe mai sognato, ciò che in realtà quella famiglia nascondesse.
Il vecchio Duca aveva predisposto tutto, come se fosse una partita a scacchi. Aveva fatto in modo che la sua famiglia, cedesse in cambio di terreni e privilegi, i possibili seppur inutili diritti sul primogenito della loro casa, permettendogli cosi di poter dare al suo unico nipote non solo un amico, ma anche un fedele servitore. Che non avrebbe mai e poi mai tradito la loro fiducia.
Jae si perse a contemplare la figura minuta, e rigida accanto a sé, prima di essere richiamato sull'attenti da una voce profonda << cosa avete da guardare? >> Il suo tono era freddo, minaccioso.
<< non so di cosa parliate vostra eccellenza >> disse il ragazzo al suo fianco, sistemandosi la giacca
<< e da quando mi siete venuto a chiamare che mi fissate >> mormorò gelido << pensavate che non me ne fossi accorto? >>
Jae, lo guardò di sottecchi, innervosendo il Duca ancora di più << volete un ritratto? >>
Il liscio, sapeva il motivo del suo pessimo umore, dopotutto Leysa Choi faceva sempre quell'effetto al Duca, non era di certo un segreto che quella donna dall'aspetto così delicato, fosse in realtà una strega.
E dal suo tono, così aspro e ruvido, arrivatogli alle orecchie appena aveva bussato alla porta per avvisarlo che fosse ora, aveva fatto sì, che gli bastò il nulla per capire che quella donna era riuscita a metterlo di cattivo umore.
<< per quanto quello che vi dirò vi spezzerà il cuore, preferirei di gran lunga avere un dipinto che ritragga una mucca con indosso un tutù rosa >> mormorò con leggerezza, facendo strabuzzare gli occhi al più basso.
<< avete gusti decisamente bizzarri >> sogghignò il ragazzo
<< mai quanto i vostri >> ribatte Jae di rimando
Yoongi corrugò la fronte << con questo che vorreste dire? >> domandò fermando il suo passo.
Jae si stoppò, guardando il Duca dritto negli occhi << se non ricordo male nella vostra stanza, avete un gatto impagliato >>
<< e cosa ci sarebbe di strano? >> rispose con sguardo interrogativo
<< non basta la parola gatto impagliato? >> commentò
<< lo sapete benissimo che non è semplicemente un gatto impagliato! >> esclamò accigliandosi << ma...>>
<< conosco molto bene la storia di quella palla di pelo >> mormorò, passandomi le dita tra i capelli << ciò che non capisco è perché abbiate dovuto impagliarlo >> esordì << non si abbina per nulla al vostro arredamento >>
Yoongi alzò lo sguardo, Jae era nettamente più alto di lui cosa che lo infastidiva particolarmente << è questo il vostro problema?, >> disse alzando un sopracciglio, confuso da ciò che il liscio gli stava dicendo << che non si intona con l'arredamento? >>
<< mi preoccupo solamente per voi, vostra eccellenza >> disse con tono servizievole
<< per me dite? E perché mai? >> domandò divertito
<< come pensate reagirebbe la vostra futura moglie se appena metterà piede nelle vostre stanze, troverà alla sua destra un gattaccio morto che la fissa? >>
Il Duca aggrottò le sopracciglia << perché mai dovrebbe entrare nelle mie stanze? >> domandò confuso, riprendendo a camminare lentamente verso le scale, che davano per il piano inferiore.
<< credo che vi manchi un pezzo importante riguardante il matrimonio vostra eccellenza >> disse canzonandolo, raggiungendolo subito dopo con passo leggero << per far sì che il vostro matrimonio sia compiuto avete per lo meno l'obbligo di consumare la prima notte di nozze, e per far sì che questo accada la giovane dovrà entrare nelle vostre stanze, a meno che non avete intenzione di adempiere in corridoio >> commentò fissandolo con ovvietà.
Yoongi, fece un sorriso di sbieco, mentre guardava di fronte a sé si lecco lentamente le labbra << vi riferite a un episodio in particolare? >> domandò allargando il sorriso << non è stata mia la colpa se quella volta, la signorina aveva fretta, in più non mi vorrete dire che non vi sia piaciuto lo spettacolo? >>
Jae lo guardò borbottando fra sé e sé << avrei preferito uno spettacolo diverso, invece che osservare il movimento del vostro sedere >> preciso Jae
<< potevate anche allontanarvi, se non vi piaceva la vista >> rispose lui con aria innocente e furba allo stesso tempo.
<< lo avrei fatto >> rispose << ma vedete, eravate proprio davanti alla porta che dava per le mie stanze >>
I due ragazzi ancora intenti a discutere, scesero lentamente le scale, la sala era stracolma di gente, giovani donne e giovani uomini intenti a conversare tra di loro, totalmente ignari della presenza del Duca in piedi sulle scale che ammirava nella penombra i suoi ospiti.
<< Jae >> sussurrò richiamando l'attenzione del liscio poco distante
<< sua eccellenza? >>
<< Yoon è arrivato? >>
Il silenzio arrivò pesante alle orecchie del Duca, il liscio al suo fianco non disse una parola, facendo ridere silenziosamente il corvino << quando la smetterete voi due? >>
<< non so proprio di cosa parliate vostra grazia >> disse gelido
<< era solo un ragazzo, volete portarvi questa croce fino alla vostra morte? >> continuò << sono cresciuto con lui, e vi assicuro che non è stato intenzionale, aveva solo perso di vista il bersaglio >>
<< a dirla tutta, non so dove vogliate andare a parare >> disse a denti stretti
<< non aveva nessuna intenzione di colpirvi sul di dietro >> rispose sospirando << è stato uno spiacevole, se non esilarante incidente >>
Jae serrò la mascella, sforzandosi di sorridere << ma certo, un incidente....>> mormorò in risposta.
<< Ja..>>
<< non si deve preoccupare vostra eccellenza, lo troverò e lo porterò qui da voi >> concluse superandolo.
Mentre Jae si allontanò velocemente dal suo fianco, Yoongi si perse nell'osservare i vari volti sconosciuti che quella folla gli donava, trovando poco distante il giovane che aveva visto all'entrata qualche ora prima, che con passo svelto e minaccioso si avvicinava all'uscita.
Il Duca incuriosito dal suo comportamento lo seguì raggiungendolo poco prima che arrivasse alla porta << ve ne andate senza salutarmi? >>

Taehyung al richiamo seguì con gli occhi la figura che aveva di fronte. Yoongi stava camminando verso di lui << Taehyung Park >> lo chiamò << quanto tempo >> Il castano ricordava quella voce, quella voce vellutata e profonda << siete diventato ancora più alto dall'ultima volta, >> continuò calmo il Duca << quanti anni sono passati? Quattordici? Tredici? >>
<< sedici >> sussurrò Taehyung, senza smettere di guardarlo
<< avete ragione! >> esclamò sfoderando un sorriso
Il ragazzo era senza parole, esterrefatto dall'aspetto dell'uomo che non vedeva dall'età di 11 anni. Era cambiato pensò, colui che ricordava nella sua mente anni orsono era esile, poco presentabile, impacciato nei modi, silenzioso oltre ogni immaginazione e goffo. Ma l'uomo che era dinnanzi a lui era tutta un'altra persona.
Era diventato incredibilmente bello, dal portamento elegante e sicuro di sé. Ma non fu di certo quello ad attirare maggiormente la sua attenzione.
I suoi occhi un tempo neri come un pozzo senza luce, ora erano blu, di un blu intenso.
Il Duca ancora fermo, si mise a osservarlo, con quel leggero sorriso che gli incurvava le labbra << state bene? >>
Taehyung come ridestato, alzò lo sguardo incontrando i suoi limpidi occhi blu fissi su di lui
<< c-come? >> chiese confuso
All'improvviso le labbra del Duca si incurvarono in un sorriso di singolare bellezza << vi ho chiesto se state bene? >> domandò nuovamente
<< ma certo >> mormorò il castano, ricomponendosi << e che,...>> continuò cercando di trovare le parole << siete cosi cambiato! ho fatto fatica a riconoscervi >> rispose accennando un sorriso.
Il corvino gli sorrise con un certo imbarazzo, prima di domandargli << ve ne stavate andando? >> commentò ancora, mentre il moro cercava di non fissarlo con troppa insistenza
<< chi? Io? >> domandò in riposta << assolutamente no! vostra grazia volevo solo...no nulla >> disse Taehyung, cercando di non notare come il Duca lo stava fissando con sguardo acuto, piegando leggermente la testa.
Più il moro lo guardava e più c'era qualcosa che non gli tornava, era più che convito che i suoi occhi erano scuri, anni prima, allora com'era possibile che ora fossero di un colore così intenso dall'aspetto sinistro?
All'improvviso la sua mente, venne rapita dal ricordo avvenuto solo poche sere orsono, mentre a casa del Kim avevano avuto quello scambio di idee.
Come se un lampo lo attraversasse, ricordò quello che si erano detti, facendolo ricredere sull'assurdità che aveva udito quella sera.
Era possibile? Poteva mai il ragazzo che aveva davanti essere colui che aveva portato le bruxe oltre il confine? E se anche fosse vero, che prove aveva per sostenere quella voce che impellente gli rimbombava in testa? Potevano i suoi ricordi essere sbagliati?
<< che succede? >> domandò il Duca
<< scusate? >>
<< sembrate esservi incantato, >> mormorò con voce roca << la mia bellezza vi ha stregato? >> gli domandò abbozzando un sorriso << sono lusingato, ma prediligo il gentil sesso mio caro amico >>
Il giovane mormorò qualcosa che al Duca sembro un borbottio confuso fra i denti, cosa che fece sghignazzare ancora più rumorosamente il Duca, prima di domandargli << mi sembrate nervoso >> commentò assottigliando lo sguardo << c'è qualcosa che vi preoccupata? >>
Il moro si soffermò su quella domanda, che gli ronzava in testa. Aveva delle preoccupazioni, impossibile negarlo, e ancora più impossibile scapparne.
Tutto, dall'inizio di quella serata lo preoccupava, tanto da fargli desiderare di scappare da quella residenza il più in fretta possibile.
Aveva bisogno di pensare, di allontanarsi da tutto per permettergli di aver una visuale delle cose che gli potesse permettere di fare la scelta giusta.
Ma cosa mai poteva dire al corvino che lo guardava in quel modo? Come poteva dirgli che il colore dei suoi occhi lo avevano terrorizzato, che il solo vederli aveva fatto sì che nella sua mente presero vita tutto ciò che i fratelli Kim avevano supposto? Gelandolo sul posto? Come mai avrebbe potuto guardarlo in faccia?
<< n-no solo che..>> risposte cercando di riprendere il controllo di se stesso.
Ma proprio quando si decise a intraprendere una conversazione con l'uomo di fronte a lui, scacciando in una parte remota della sua mente ciò che la sua mente gli stava gridando. Una discussione poco lontano prese la sua totale attenzione, verso la sala da ballo dove, colse in mezzo a un gruppo di persone la madre che con troppa enfasi urlava per la stanza con accanto la mora che con incantevole grazia gli sorrideva.
Alla vista di quel sorriso il moro si bloccò, sua madre stava parlando con Asena? e di cosa?
Preso da un terribile sensazione, Taehyung si lanciò a passo spedito in avanti verso la sala, seguito a ruota dal giovane che lo fissava con sguardo confuso.

Asena si rese conto, appoggiata al braccio del maggiore, che le sue pene erano appena iniziate.
<< ho delle domande da porgervi sorella >> il tono di Namjoon era fermo, e la ragazza pensò stranamente calmo << dimmi tutto fratello >> rispose sorridendogli, sperando di nascondere al meglio il suo turbamento, non era mai un buon segno quando gli parlava con quel tono.
<< volevo sapere, >> si stoppò esaminando il viso della ragazza << dove siete stata tutta la sera? >>
Per tutta risposta, decise che la strategia migliore fosse semplicemente ignorare il suo strano comportamento, rispondendo nella maniera più semplice possibile << dove vuoi che sia stata? sono rimasta nella sala da ballo >>
Namjoon, scrutò a fondo il viso della giovane, la conosceva abbastanza bene da sapere che c'era qualcosa che non gli stava dicendo << ma davvero? >> gli domandò in risposta << eppure è strano sai.... >> continuò, sporgendosi in avanti come se stesse per confidargli un segreto << anche io, Jin e Hoseok siamo rimasti il sala, ma non ho visto nè voi nè tantomeno nostra sorella >>
Lei smise di respirare, sentendo la gola serrarsi << f-forse è stato perché eravate impegnato, sono certa che nostra madre non vi abbia lasciato un attimo di pace >> rispose mantenendo il suo sorriso, sperando che la sua risposta bastasse per placare la sua curiosità.
<< si. >> confermò prima di aggiungere << Ma ricordo chiaramente, come nostra madre cercasse pure voi, cara sorella, soprattutto dopo che la Viscontessa Park è venuta per parlare con nostra madre di un progetto, che ha come protagonista sia voi che il maggiore dei suoi figli >> gli disse fermando il suo passo << quandi ve lo richiedo, dove siete stata? >> disse incalzante stringendo la mano ferma sulla sua.
Namjoon era un abile osservatore, secondo solo al maggiore, se Asena voleva tornare viva a casa quella sera avrebbe dovuto confessare senza dargli troppi dettagli, se solo il ragazzo avesse anche solo intuito che quella sera il suo onore era stato minacciato non da uno, ma da ben due Park, Asena era più che certa che li avrebbe uccisi entrambi.
<< bè ecco vedete...>> si stoppò cercando le parole, nervosa << ...i-io e Ahvi...>> balbettò
<< noi.. >>
<< voi? >>
La mora si irrigidì, preoccupata di ciò che avrebbe dovuto dire al fratello, che la guardava con sempre più attenzione, come se cercasse di leggergli la mente.
Asena si inumidì le labbra, mentre il suo cuore gli batteva come un tamburo. Come poteva spiegargli; che qualche sera prima li avevano sentiti parlottare tra di loro nel grande salotto vicino all'ingresso, che li avevano spiati, scoprendo così fatti che di certo non erano autorizzate ad ascoltare.
Per poi subito dopo spinte dalla curiosità, decidere di aiutarli in gran segreto. Dividendosi in quella grande dimora, dove per un completo caso del destino, arrivò alle sue orecchie una conversazione che riprendeva il piano di uccidere il loro padre, che l'aveva così sconvolta e terrorizzata da ritrovarsi piangente tra le braccia del suo primo amore.
Quel ragazzo che l'aveva sempre fatta sentire al sicuro e pienamente amata, così amata che quando si era chinato su di lei, baciandola, si era sentita scoppiare di felicità, sensazione rovinata solo pochi secondi dopo da lui stesso.
Si era scostato, terrorizzato dal gesto che aveva compiuto, rivolgendole quello sguardo che l'aveva fatta sentire sola e non voluta, come se avesse commesso il peggiore dei peccati, scappando, lasciandola in quella stanza spoglia.
Cosa avrebbe dovuto dire a suo fratello? Che prima del loro incontro in quella cucina, disperata aveva chiesto a Jim Park di portarle via quel veleno che la feriva così profondamente? Risvegliando in lei un ricordo, un ricordo così peccaminoso assopito nel tempo che l'aveva turbata più di quanto riuscisse lei stessa ad ammettere?
E alla fine cosa sarebbe successo? come avrebbe potuto reagire l'uomo che la guardava preoccupato, del suo inspiegabile silenzio. L'avrebbe confortata? Oppure sgridata? Avrebbe cercato di porre rimedio obbligando quei due ragazzi a sposarla? Era questo ciò che lei voleva? Che Taehyung o Jim venissero costretti a prenderla in moglie?
<< sorella? >> il maggiore la chiamò, preoccupato dal silenzio che proveniva dalla ragazza che si teneva sempre più stretta al suo braccio. Timorosa e tremante.
La mora ancora in silenzio si sentì mancare, mentre apriva e chiudeva la bocca, senza che nessuna frase lasciasse le sue labbra. Accorgendosi di come, non una parola poteva dire a suo fratello.
<< Miss Kim! >>
L'urlo arrivò chiaro alle orecchie della mora, fecero scattare sull'attenti entrambi.
Se Asena fino a quel momento era convinta che la sua serata non potesse peggiorare, si dovette ricredere, nel momento che davanti a lei si palesò colei che più di tutti l'avrebbe confusa ancora di più.
<< V-Viscontessa Park >> mormorò la giovane sorridendo alla donna che con passo svelto si avvicinava a lei sempre di più.
Emily era la felicità fatta a persona, i suoi occhi così scuri che risplendevano di luce propria, così simili a quelli del ragazzo che aveva visto solo poche ore prima, la facevano sentire in grado di poter anche lei accarezzare quelle stelle che vedeva luccicare attraverso i suoi occhi.
La donna la prese per il braccio, mentre un caldo sorriso gli si formò sul volto << Suvvia, Asena! chiamami Emily, dopotutto presto saremo una famiglia >> disse stringendola con fare affettivo.
Asena si sentì sprofondare, passò i suoi occhi sul viso della donna che la guardava sognante. La Viscontessa Park era una donna deliziosa, con i capelli di un intenso castano e gli occhi scuri della stessa intensità di quelli dei suoi figli, sebbene apparisse minuta per aver partorito dei figli cosi robusti.
Chiacchierarono in quella sala del più e del meno ancora un po', prima che Emily rivolse ad Asena la domanda che la ragazza più di tutte temeva << avete visto mio figlio stasera? >>
Lei deglutì a fatica << v-vostro...>> balbettò prima di rivolgere lo sguardo sulla sagoma del fratello che distava a pochi passi da lei << no mi dispiace >> rispose sorridendo.
<< mi chiedo dove sia finito! >> esclamò corrugando la fronte, mentre cercava la sagoma del figlio con lo sguardo tra la folla, prima di rivolgersi al gentiluomo accanto alla giovane
<< Sig. Kim? >>
Namjoon sentendosi chiamare decise di voltarsi << mi dica Viscontessa Park >>
<< avete per caso visto mio figlio? >> gli domandò.
<< no, anche se ad essere onesti dovrei anche io rivolgergli due o tre domande >> mentre Namjoon gli rispondeva, Asena gli si girò di scatto a quella frase << domande? >> domandò scrutando il fratello << che genere di domande? >>
Il maggiore rimase impassibile cosa che preoccupò ancora di più la sorella << nulla di cui dovete preoccuparvi >> disse sorridendole appena << devo solo avere delle conferme su certe questioni >> concluse mentre guardava il suo orologio da taschino.
Asena represse un gemito << quali questioni? >> domandò sconcertata, sebbene cercasse di mantenere quello strano sorriso
<< questioni private >> rispose il maggiore senza dargli troppo peso
La mora provò a controbattere, ma la donna al suo fianco riprese subito la conversazione
<< avete già incontrato vostra madre? >> le domandó, richiamando la sua attenzione << n-no non ancora >> rispose la mora sorridendole di rimando.
<< so che non dovrei..>> continuò << ma sono così entusiasta! >> esclamò stringendosi a lei ancora di più << probabilmente Mira vorrà aspettare che torniate a casa, ma io devo confessarti che non sto più nella pelle >> disse
Ad Asena gli si mozzo il respiro, sapeva perfettamente a cosa alludesse, dopotutto Jim glielo aveva spifferato solo pochi attimi prima.
Ma proprio quando cercò di distrarre la donna che saltellava sul posto, una sagoma si palesò nel suo campo visivo.

Quando lui si avvicinò a passo veloce nella stanza per poco Asena non si strozzò con la sua stessa saliva. Era bellissimo, così bello da fargli male il petto. La ragazza rimase immobile incapace di distogliere lo sguardo, mentre il moro si avvicinava sempre di più.
Asena notò che, mentre Taehyung si avvicinava, gli occhi scuri di Emily Park si erano illuminati. Generando in lei un calore inaspettato.
<< Taehyung! che piacere vederti >> esclamò allegra, lasciando il braccio della mora per avvicinarsi a suo figlio << Asena e io stavamo facendo due chiacchiere >>
<< lo vedo >> commentò il giovane guardando prima sua madre e poi la ragazza accanto a lei.
Taehyung si perse nel suo sguardo, e le rivolse un breve e impercettibile sorriso, prima di passare il suo sguardo sull'uomo accanto a loro << Sig. Kim vi state divertendo? >> domandò con educazione
Namjoon che non aveva mai smesso di osservarli, pensò che il loro comportamento fosse piuttosto insolito. Non era mai successo in anni di frequentazione, saluti così freddi e distaccati, se prima il maggiore aveva solo il sospetto che ci fosse qualcosa che non andasse, ora ne aveva la certezza.
<< molto >> rispose infine, guardandolo dritto negli occhi << e invece voi Sig. Park? Vi state divertendo? >> domandò a sua volta, passando lo sguardo da lui a sua sorella che si era ammutolita all'improvviso.
<< certamente >> rispose
<< avete fatto un giro fuori? >> domandò incalzante il maggiore
Taehyung sorrise appena << ero vicino all'ingresso per prendere una boccata d'aria >> disse con tono calmo, guardando dietro di sé << mi sentivo soffocare qui rinchiuso >>
<< Taehyung lui chi sarebbe? >> domandò la madre guardando il corvino alle spalle del moro.
Fu una questione di un attimo, il minore si scostò appena, mostrando dietro di sé la figura non troppo alta di un giovane uomo, un uomo che Asena non aveva mai visto prima di quel momento; lunghi capelli corvini, lisci come seta che gli ricadevano leggiadri sul viso, pelle bianca dall'aspetto immacolato, portamento elegante come se ogni sua movenza fosse una danza, così leggiadro e innaturale nella sua perfezione, e infine due occhi così blu che lasciarono i presenti senza parole.
<< signori >> disse con voce profonda
<< madre! Ti presento il giovane Duca Min, immagino che lo rammentiate >>
<< ma certo >> confermò educata Emily
<< è un piacere rivedervi Viscontessa >> disse baciandole la mano
Namjoon che era rimasto in silenzio, cogliendo una pausa nella conversazione si affrettò a intervenire << molto felice di fare la vostra conoscenza, vorrei presentarmi, io sono Namjoon Kim >> disse il maggiore prima di indicare la dama al suo fianco << lei è mia sorella Asena >>
<< è un piacere fare la vostra conoscenza vostra grazia >> rispose la ragazza con un piccolo inchino.
Ciò che il Duca vide lo lasciò interdetto. Ricordò immediatamente ciò che suo nonno gli aveva detto sulle figlie, dell'uomo che tanto odiava.
Asena Kim era attraente agli occhi del Duca, con folti capelli castani che gli ricadevano morbidi sulle spalle. Aveva la pelle chiara, labbra rosa e si muoveva con una tale delicatezza e sicurezza che lui non poteva non trovare affascinante.
<< il piacere mia cara, è tutto mio >> la voce era piacevole con un leggero cennò di qualcosa che Asena non riusciva a identificare.
Era come se emanasse un potere antico, come se riuscisse a toccare le corde del cuore di chiunque. La sala che solo pochi attimi prima era composta da numerose voci. Alla sola vista del fantomatico Duca si ammutolirono, come stregati da quella voce, rapiti dal colore dei suoi occhi, così particolari e sinistri.
Asena sentiva il suo sguardo addosso, cosa che la faceva sentire stranamente indifesa, senza pensarci strinse il braccio del fratello accanto a sé, accorgendosi di come Namjoon avesse tutti i muscoli tirati.
La ragazza si girò osservando il volto del fratello, i suoi occhi erano scuri, la mandibola serrata, conosceva quell'espressione, e non preannunciava mai nulla di buono << fratello >> lo chiamò con un sussurro << fratello che succede? >> gli domandò preoccupata, cercando di attirare la sua attenzione, prima che voltandosi, si trovò una mano dal palmo aperto nella sua direzione << signorina Kim, vi andrebbe di ballare? >>

Asena titubante, guardò il Duca e subito dopo suo fratello, prima di poggiare la mano sulla sua.
Aveva cercato lo sguardo del moro, ma era come se Taehyung fosse scomparso e con lui sua madre.
La mora si trovò in mezzo alla pista. I musicisti stavano facendo una breve pausa così dovettero aspettare, permettendo così al corvino di intraprendere una breve conversazione << Grazie a dio non avete rifiutato >> osservò il Duca con sollievo
<< come se ne avessi avuto il tempo >> replico lei sospirando.
Lui rise << avete ragione, perdonatemi, significa che dovrei chiedervelo di nuovo? >>
<< no di certo >> replicò lei << in fin dei conti, mi avete appena salvata >>
Lui la osservò, piegando leggermente la testa di lato come se stessa valutando la sua personalità in base alle risposte da lei fornitegli.
In quel preciso momento i musicisti ripresero a suonare con le note soavi di un valzer
<< siete sicura che non devo richiedervelo? >> domandò Yoongi
Lei sorrise << sono sicura >>
<< quindi ho il vostro permesso? >> domandò con un sussurro
<< naturalmente >>
Yoongi gli sorride trascinandola nella danza << meno male >>
Avevano fatto mezzo giro della stanza quando lei gli domandò << conoscete la famiglia Park da molto? >>
Yoongi si limitò a sorriderle << sono cresciuto con Taehyung, anche se per l'esattezza devo dire che sono più vecchio di lui di qualche anno...>> il Duca si stoppò, sospirando << ma l'ho frequentato per poco, prima che mi trasferissi nella residenza di mio nonno >> taglio corto.
Asena si limitò a guardarlo. La verità era che il Duca era un ballerino provetto e lei si stava godendo quel valzer tanto da non prestare attenzione a quella banale conversazione.
<< e invece voi? >> continuò lui, spostando l'attenzione della conversazione su di lei << conoscete la famiglia Park da molto? >>
<< i nostri padri sono molto amici, per cui è stato facile per noi frequentarci, già in tenera età >>
<< strano >> riflettè << non ricordo di avervi mai vista >>
<< oh beh è molto semplice da spiegare vostra grazia, i nostri fratelli sono sempre stati molto apprensivi e protettivi, prima di permetterci di passare del tempo con i Park, hanno preferito essere sicuri che non avessero...>> si stoppò cercando le parole più indicate << cattive intenzioni >> disse sorridendo cordialmente
<< ah capisco, ora si spiega la sensazione che mi avete dato, sembravate molto affiatati, mi chiedevo come mai >>
La mora alzò il viso di scattò, era questo ciò che dimostrava ogni volta che lo guardava? Affiatamento?
Lei si morse il labbro inferiore, gesto che non sfuggì all'occhio attento del Duca << ho detto qualcosa che vi ha forse turbato? >> domandò preoccupato
<< assolutamente no! >> si affrettò a dire << mi ero persa solo nei miei pensieri >>
<< spero che siano pensieri positivi, anche se dalla vostra espressione si direbbe tutto il contrario >> sussurrò prima di aggiungere << avete detto che vi ho salvato, sono curioso da cosa precisamente? >>
<< se non mi aveste chiesto di ballare probabilmente avrei finto di svenire >>
<< stava andando così male la conversazione? >> domandò ridendo
<< non ne avete idea >> mormorò
<< oh suvvia >> la schernì << non può essere andata così male >>
<< invece vi posso assicurare che se eravate al mio posto, avreste pensato anche voi a una qualsiasi via di fuga >>
<< allora se la mettiamo così, vi confesso che anche io ho avuto delle pessime conversazioni questa sera >>
<< mi dispiace molto vostra eccellenza.. >> mormorò con tono basso e triste.
<< non vi preoccupate, non tutti i mali vergono per nuocere, ho potuto parlare con voi questo rende la mia serata migliore di come me l'aspettassi >>
Asena sorrise, sentendo le gote arrossarsi lievemente
<< ma ora sono curioso, di cosa trattava la vostra conversazione? >> domandò di nuovo il Duca
<< vediamo >> riflette lei << vi dico solo che essere donna non è mai un ruolo facile in certe occasioni >>
Il corvino la guardò con interesse spingendo Asena a spiegarsi meglio << stavamo entrando in una conversazione molto pericolosa >> disse sospirando << dopotutto il tema matrimonio fa sempre un certo effetto >>
<< se posso chiedervi, perché non accettate di sposarvi così da porre fine alle vostre sofferenze? >>
Lei gli lanciò uno sguardo tagliente << è una proposta? >>
Il Duca gli rivolse uno sguardo che Asena non captò immediatamente, gli sembrava stranamente pensieroso come se stesse ponderando l'offerta, ma proprio mentre la mora decise di rivelargli la vera natura della sua domanda, il corvino la anticipò << per ricevere un pugno in faccia da colui che non ha mai smesso di guardarmi, da quando vi ho offerto di ballare? >> domandò il Duca esterrefatto << assolutamente! ditemi ora e posto e mi presenterò >>
A quella frase Asena rise, con un lieve suono musicale che gli riscaldò le membra.
<< sua grazia, non scherzate >> disse cercando di controllarsi << se vi sentissero vi porterebbero a forza sull'altare, oltre a rischiare un pugno da colui che come avete detto vi fissa, che a proposito sento l'obbligo di scusarmi, vi assicuro che non è sempre così imbronciato >> disse affabile
<< non vi dovete preoccupare, non è di certo il primo a guardarmi in questa maniera >> rispose con un sorriso beffardo sul volto << ma in ogni caso chi vi dice che stavo scherzando? >> la domanda colse Asena di sorpresa che la fece arrossire leggermente. Si notava appena alle luci delle candele, ma Yoongi era attento e l'aveva osservata da vicino. Lei restò in silenzio, così il Duca aggiunse << anche se probabilmente dato i numerosi sguardi rivolti verso di voi non sono l'unico ad aver pensato a questa possibilità >> disse volgendo lo sguardo verso la sala << ora capisco meglio l'espressione del Sig. Kim, essere vostro fratello non deve essere per nulla facile >>
<< voi dite? >>
<< assolutamente! >> confermo lui << vi basta guardare il suo viso >> continuò avvicinandosi a lei << lo vedete? >> gli domandò a un passo dalle labbra
La mora si girò leggermente osservando come ogni sguardo fosse rivolto verso di loro, ma seppur cercasse, non riusciva a intravedere gli unici occhi che sperava di incontrare.
Sconsolata sospirò, riportando la sua attenzione sul Duca << credo che vi sbagliate >> mormorò, facendo inclinare la testa di lato al corvino << scusate? >>
<< non è me che guardano sua eccellenza >> rimase in silenzio, poi, con sguardo rivolto in lontananza aggiunse << siete voi, ciò che la gente sta osservando >> lo fissò con sguardo sincero << Non guardano me vostra signoria, ma l'uomo che mi sta dinanzi >>
I loro occhi si incontrarono, quelli di lui intensi e ardenti nonostante così freddi all'apparenza. Yoongi la trovava stranamente piacevole, così diversa dalle donne incontrare fino a quel momento. Non era certo che la desiderasse come possibile consorte, o almeno non ancora.
Ma seppur ciò che gli era stato detto sulle figlie del Generale Kim gli risuonasse in testa, l'unica cosa che riusciva a pensare era che, voleva passare più tempo con quella giovane signorina, godendo della sua compagnia.
<< vostra grazia? >> lo richiamo Asena. Lui battè le palpebre e lei constatò << state sognando a occhi aperti? >>
<< stavo solo meditando sulle vostre parole >>
<< e hanno il vostro lascia passare? >>
<< in verità, >> mormorò il corvino << non sono del tutto d'accordo con la vostra analisi >>
<< come mai se posso chiedervi? >>
<< voi dite che non vi stavano guardando, >> disse sottovoce << ma io vi posso assicurare che più di uno sguardo si è soffermato sulla vostra figura Miss Kim >>
Asena lo fissò << e come fate a esserne così sicuro? >>
Lui si tese verso di lei sussurrandogli << perché il primo sguardo che vi ha accarezzato, è stato il mio >>

<< cosa credi li stia trattenendo così a lungo? >> Mira Kim accanto a Namjoon era nervosa e sovreccitata da quando aveva visto Asena danzare con il Duca
<< non ne ho idea madre >> guardando intorno a sé, cercando i suoi fratelli sperduti nella sala in cerca della sorella minore << ma spero che si decidano a tornare >>
<< credi che lei gli piaccia? credi che Asena possa diventare Duchessa? >> domandò eccitata Mira
L'espressione del ragazzo era spazientita e incredula allo stesso tempo << madre, hanno solo ballato, in più solo poche ore fa smaniavate per un possibile matrimonio con Taehyung Park >>
<< ho parlato con troppa fretta, credevo che non ci fosse speranza per Asena di sposare un Duca, ma ora le cose sono decisamente cambiate >>
Namjoon spalancò gli occhi << madre state parlando di mia sorella, non di una giumenta! Non potete prometterla o architettare matrimoni alle sua spalle senza sapere il suo volere! >>
<< sono sua madre! >> esclamò indignata << mi prodigo solo per fornirgli il miglior matrimonio che gli permetta di avere una sicura e felice vita coniugale >> disse scoccandogli uno sguardo gelido << e mi offende sapere che tu possa pensare questo di me >>
Staccò gli occhi dalla sala da ballo un secondo, avvicinandosi di più al maggiore << in più ho notato qualche ora fa anche la nostra Ahvi a braccetto con il Marchere >> gli disse sempre più eccitata tirandolo per la manica << ci pensi? Le tue sorelle maritate una con un Duca e l'altra con un Marchese >>
<< madre siete senza speranza >> mormorò il ragazzo, cosa che fece scattare nella sua direzione il volto di sua madre << ti consiglio di tacere, a meno che non tu non preferisca che mi concentro sul tuo di futuro coniugale >>
Il moro si limitò a scuotere il capo e a borbottare qualcosa fra sé e sé.
<< Namjoon lo sai che non sopporto quando borbotti >>
<< sempre meglio il borbottio che quello che vorrei dire >> disse il maggiore con un sorriso.
Poi pochi attimi dopo, Namjoon attirò l'attenzione della donna << eccoli madre >>
Mira lanciò uno sguardo carico di rimprovero al figlio, che significava solo una frase "comportati bene altrimenti vedrai", prima di richiamare a se la mora con accanto a sé il ragazzo << Asena!>>
<< vostra grazia, vi presento mia madre là Viscontessa Mira >> disse Asena
<< felice di fare la vostra conoscenza >> disse educato il corvino
<< il piacere è mio vostra grazia, spero che il ballo vi sia piaciuto >>
<< molto. Vostra figlia è un'ottima ballerina >> rispose il Duca, sorridendo con fare seduttivo alla ragazza che sorrideva imbarazzata
Namjoon emise un grugnito, che il Duca ignorò << spero che in futuro Miss Kim mi riserverà molti altri balli >>
Mira era raggiante << oh, ne sono sicura. Asena attenderà con ansia il momento, non è forse così mia cara? >>
<< mh? >> disse la ragazza che non prestava troppa attenzione alla conversazione << ma si naturalmente >>
<< sono sicuro che vostra madre non ci concederà un'altro ballo, ma...mi chiedevo se potevo avere l'onore di una passeggiata con voi >> continuò il Duca con disinvoltura << magari negli aranceti >>
A quella frase Namjoon si sporse affiancando la sorella con fare protettivo << credo che per stasera possiamo chiuderla qua >> intervenne con un ringhiò
<< Namjoon! >> esclamò indignata Mira, guardando il maggiore con astio << penso che permettere una semplice passeggiata non sia così improponibile >> disse abbozzando un sorriso << non fate caso a lui >>
<< Asena ascolta >> sussurrò il maggiore avvicinando il viso a quello di lei << è ora per noi di tornare a casa >>
<< Namjoon Kim! >> quasi urlò Mira, facendo voltare nella sua direzione troppe teste
<< madre, faccio solo gli interessi di mia sorella >> disse con tono duro << in più è tardi, e Asena è stanca non è forse così? >> domandò inchiodando Asena con lo sguardo del tipo "sono tuo fratello non osare."
<< bè si un po' ma...>> balbettò spaventata dallo strano comportamento del maggiore
<< molto bene è deciso! >> esclamò voltandosi in direzione del Duca, che osservava la scena come se lui non fosse nemmeno lì presente << mi dispiace vostra grazia, ma come avete sentito mia sorella è molto stanca >> concluse il maggiore
<< capisco >> mormorò il Duca, avvicinandosi alla giovane in modo da sussurrargli con voce roca all'orecchio << ci vediamo presto Miss Kim >>
Asena era senza parole, mentre le labbra di lui gli lasciavano un delicato bacio sulla guancia, cosa che fece avvampare la mora e irritare ancora di più il fratello che stringeva visibilmente il pugno chiuso.
Il Duca dopo un breve inchino si allontanò, lasciando soli la famiglia Kim.
<< ottimo >> ringhiò Namjoon << mamma, io e te andremo a cercare i rimanenti della nostra famiglia, e tu invece sorella andrai all'ingresso e ci attenderai >>
<< certo >> confermò la mora prima di aggiungere << ma..>>
<< niente mà Asena! Sono tuo fratello e ti ho detto che torneremo a casa! >>
La ragazza esterrefatta dal tono del fratello, fece come gli era stato chiesto.
Si allontanò da loro avvicinandosi sempre di più all'ingresso e così tornare a casa quando, uscendo dall'atrio principale, udì delle voci. Voci familiari. Voci che avrebbe riconosciuto ovunque.
Erano Taehyung e sua madre Emily. Stavano discutendo o almeno così parve alla giovane che cercava di allontanarsi. Li vedeva dal portone principale, ma non riusciva a sentire ciò che si stavano dicendo finché non raggiunse la soglia.
Il loro linguaggio del corpo era chiaro, c'era qualcosa che non andava, non aveva mai visto il moro alzare la voce contro nessuno, tanto meno sua madre, soprattutto in una serata come quella.
Si avvicinò cauta, l'ultima cosa che voleva era che le dessero dell'impicciona, con un piede oltre la soglia la voce di Taehyung la raggiunse, e le sue parole non furono affatto gentili.
<< basta madre! Ve l'ho già detto non ho intenzione di sposarmi, meno che mai con Asena Kim! >>
<< oh >> quell'esclamazione le uscì senza che ne avesse pieno controllo, un mormorio che fece voltare nella sua direzione i due membri della famiglia Park.
Taehyung voltandosi nella sua direzione rimase impietrito con un'espressione inorridita sul volto.
Lei non disse nulla per quel che le sembrò un'eternità e poi, con una dignità che non credeva di possedere, fisso il moro e sorrise prima di rispondergli << non rammento di avervi chiesto di sposarmi >>
Le guance di lui passarono dal rosa al rosso intenso. Aprì la bocca ma quel sorriso, gli aveva fatto perdere l'uso della parola, per cui le richiuse immediatamente.
<< o mio... >> mormorò la Viscontessa scioccata, mentre guardò il figlio accanto a lei con rimprovero << scusati immediatamente >> mormorò con astio
Ma il moro che la guardava non sapeva cosa dire, era riuscito a mortificarla non una volta, ma bensì due, in una sola sera.
<< Taehyung! >> esclamò la madre
<< i-io...>>
Asena ancora in silenzio, lo guardò, bloccandogli le parole in gola, prima di rivolgersi a Taehyung dicendo << e non ricordo di aver mai detto, che volevo che me lo domandaste >>
disse con inspiegabile calma e compostezza.
<< Asena >> riuscì a dire infine << n-non è come pensate >>
<< io non penso affatto >> replicò lei gelida
<< aspettare vi prego, se solo mi lasciaste spiegare >>
<< cosa? >> gli domandò << cosa vorreste spiegarmi mio signore? Avete detto che non avete intenzione di sposarmi >> continuò Asena << e io vi ho detto che non desideravo che lo faceste >>
<< Asena >> la chiamò Taehyung, prima di afferrarla per il polso << aspettate, lasciate che mi spieghi >>
<< non c'è nulla da spiegare >> disse con delicatezza, una delicatezza che sembrò spezzare il cuore del ragazzo, che lasciò la presa sul suo polso e la vide sparire oltre il portone d'ingresso.


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Buonasera! Volevo solo dire che ringrazio tutti coloro che stanno leggendo, spero veramente che vi stia piacendo!
Dato che fino al 14 gennaio non pubblicherò, volevo farvi gli auguri di buon Natale! Capodanno! E Befana dato che ci sono! Ci vediamo nell'anno nuovo!! ^^

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