Ritorno ad Hogwarts;
1 Settembre 1996
«Eveleen!» la voce di Sirius arrivò squillante alle mie orecchie. Non aprii gli occhi, anzi mi nascosi ancora di più con la testa sotto il cuscino.
«Lo so che mi senti!» battè una mano sulla porta facendomi saltare.
«Un attimo.» mugolai emergendo con la testa dalle coperte e trovandomi Kreacher difronte con un vaso pieno d'acqua pronto ad inzupparmi.
Senza pensarci due volte rotolai giù cosicché l'acqua non potesse toccarmi, fortunatamente riuscii a scampare in tempo.
«Che peccato!» sbraitò l'elfo smaterializzandosi con uno schiocco.
Mi alzai fissando scioccata la porta.
«Io ti odio!» gridai sentendo la risata divertita di zio Sirius fuori dalla porta.
«Voglio vedere la sua faccia!» continuava a ridere imperterrito.
«Kreacher.» sussurrai e l'elfo apparve scocciato davanti a me. «Prepara una ciotola d'acqua fredda e versagliela addosso.» lui sorrise malefico e scomparve.
Sbuffando mi alzai e mi diressi trascinandomi verso il bagno. La mia faccia presentava occhiaie ancora più profonde del solito, ero talmente stanca che ero propensa a ritornare a letto e saltare il ritorno ad Hogwarts. Alla fine zia Felicité si era convinta a farmi tornare, ma solo grazie all'influenza di Hermione. Molly non era stata molto d'aiuto, dato che concordava con lei.
Lavai distrattamente il viso e i denti, per poi dare una spazzolata ai miei capelli e legarli in una coda, il caldo era ancora troppo per stare con i capelli sciolti.
Ritornata in stanza afferrai attraverso un incantesimo un pantalone chiaro abbastanza largo e una semplice maglietta nera a maniche corte e leggermente aperta sulla pancia, che risaltava molto bene le mie forme. Misi un filo molto leggero di mascara e dopo aver sistemato tutto e preso il baule aprii la porta, facendo molta attenzione a non intaccare in uno degli stupidi scherzi dei gemelli o di quel bambinone di zio Sirius.
«Buongiorno.» gridai arrivando in cucina.
Gli occhi di tutti saettarono su di me. «E tu dove pensi di andare vestita così?» chiese zio Sirius facendo ridacchiare Tonks.
«Lasciala in pace, brontolone.» si avvicinò passandomi un braccio sulle spalle. «Io vorrei essere come lei!» affermò lasciandosi baciare leggermente sulla guancia.
Notai che fosse ancora asciutto, quindi i miei occhi saettarono subito verso l'elfo. «Sono io il suo padrone signorina, non puoi dargli tu comandi.» disse lui mettendo su un sorriso soddisfatto.
«Di che parlate voi due?» zio Remus spuntò improvvisamente facendo fremere Tonks vicino a me.
«Così se ne accorge.» le sussurrai facendole accendere le guance di un rosa, mi guardò poi interrogativa.
Tonks aveva un debole per lo zio da settimane ormai, ogni volta che lo vedeva sembrava voler saltare dalla sedia e corrergli tra le braccia.
Lui faceva finta di non accorgersene, ma io avevo notato le occhiatine che le lanciava ogni due per tre, cercando di non farsi vedere da zio Sirius e da me.
«Sta mattina volevo svegliare nostra nipote con una bacinella piena d'acqua.» rispose fiero guadagnandosi un occhiataccia.
«Sirius!» gridò Molly facendolo ridere ancora di più.
«Vedi dove sono costretta a vivere!» esclamai indicandolo.
Lei mi guardò compassionevole «Sei stata sfortunata bambina.» risi insieme a lei mentre zio Sirius fingeva di esserne offeso.
Presi posto a capotavola riempiendo un bicchiere con succo di zucca e bevendolo tutto d'un fiato. Salem mi saltò sulle gambe, a scuola spariva per periodi indefiniti e soltanto a casa passavamo del tempo insieme.
Era un gatto niente male, gli piaceva essere accarezzato di continuo ed era un vero antistress, solo che non andava molto d'accordo con grattastinchi, per dire la verità neanche io andavo d'accordo con quel mostriciattolo, era davvero terrificante.
«Hai fame Eve?» chiese zio Remus porgendomi una fetta di pane e marmellata.
Gli sorrisi e affamata addentai il pane morbido gustandomi il sapore pungente delle fragole. Poggiai la testa sulla sua spalla e lui l'appoggiò di rimando, ero molto affettuosa con entrambi, stranamente direi, dato che con il resto dei miei amici non lo ero più di tanto.
Qualche giorno fa zio Remus era venuto in camera e avevamo parlato un po', probabilmente zio Sirius gli aveva detto tutto, poiché indirettamente aveva chiesto chi fosse il ragazzo, ma come al solito me l'ero tenuta per me.
«Siete pronti?» Malocchio entrò nella cucina notando immediatamente l'assenza degli altri.
«Mckinnon sei l'unica sveglia?» chiese autoritario.
Mi misi immediatamente sull'attenti. «Si signore.» sentì le sottili risate di zio Remus e zio Sirius.
«Vuoi cominciare a chiamarla con il suo nome?» chiese Molly mettendo le braccia a cingere i fianchi.
Lui si accigliò un attimo. «Chiamavo Marlene così e chiamo cosí anche sua figlia, mi sembra abbastanza giusto.» il mio cuore perse un battito a sentire il suo nome e un sorriso malinconico mi incorniciò il volto, probabilmente mi avrebbe seguito per tutto il tragitto.
Dopo quelli che sembrarono anni, gli altri scesero in cucina e dopo essere stati costretti a mangiare da Malocchio, ci avviamo tutti insieme alla stazione, seguiti da felpato che una volta arrivati vicino al treno mi salutò leccandomi la mano e poi sparì.
Non avevo nessuna voglia di tornare a scuola, non volevo vederlo per nessuna ragione al mondo. L'ultimo mese era stato il peggiore della mia vita,
Dannato Hogwarts Express, lui e tutte le persone che lo occupano, sembra quasi impossibile riuscire ad arrivare al treno senza inciampare ogni due per tre. Sbuffai sonoramente spingendo a spallate tutti quelli che mi si buttavano addosso e trascinando il pensante baule.
«Ti serve una mano?» chiese Harry nelle mie stesse condizioni.
Scossi la testa. «Sono indipendente.» affermai per poi salutarlo e vederlo dirigersi verso la parte opposta, probabilmente per raggiungere lo scompartimento dei grifondoro.
Io entrai come al solito in quello dei serpeverde cercando Daphne, Blaise, Theo e Tracey, mi mancavano terribilmente. Li vidi seduti in uno degli ultimi scompartimenti, seduti intorno ad un tavolino vicini ai finestrini.
Mi voltai verso destra e la scena mi fece venire il voltastomaco. In uno dei tavolini erano seduti Tiger, Goyle, Pansy e Draco.
Quest'ultimo era steso sulle gambe della ragazza, mentre questa gli toccava i capelli guardandolo ammaliata.
Gli lanciai un occhiataccia e dopo aver sospirato, e soprattutto fatto attirare l'attenzione su di me, andai a sedermi.
«Si torna sempre dove si è stati bene.» disse Pansy derisoria alle mie spalle.
Mi girai verso di lei. «Sì, infatti ho visto che le due protuberanze che hai sulla testa stanno cominciando a crescere. Tra poco dovremmo allungare le porte.» le sorrisi falsa e lei sfoderò la bacchetta.
«Mettila giù Pansy.» ordinò severo Draco e lei dopo avergli scoccato uno sguardo di fuoco, la mise giù.
«Patetici.» commentai mettendomi a sedere vicino a Daphne.
«Litigate già di prima mattina?» chiese la bionda facendomi posto.
Tracey mi guardò preoccupata. «Come stai Eve?» chiese vedendo probabilmente il mio sguardo farsi vuoto.
«Sto bene.» dissi afferrando un libro dalla mia borsa e cominciando a leggere qualcosa, cercai di concentrare l'attenzione su quelle pagine per tutto il viaggio.
Quando arrivammo venni svegliata con una spallata da Theo, probabilmente mi ero addormentata sulla sua spalla. «Avanti Eve.» mi disse lui sorridendomi.
Annuii energicamente e mentre gli altri uscivano misi a posto il libro nello zainetto nero che avevo portato con me. Pansy mi sorpassò e dopo aver lanciato un occhiata dietro di lei, si dileguò senza dire una parola.
Mi alzai dirigendomi verso la porta. Il biondo era ancora seduto, mentre contemplava lo spazio dove si mettevano le valige.
«Ancora qui Mckinnon?» chiese sospirando mettendosi in piedi.
Presi lo zaino mettendolo in spalla, poi lo guardai. «Te la fai di nuovo con Pansy adesso?» chiesi acida.
Mi scoccò un occhiataccia. «Lo sai che faccio quello che mi pare mocciosa.»
«Smettila di chiamarmi così.» sibilai. «Ma poi d'altronde me lo aspettavo, siete fatti per stare insieme.» lo derisi.
«Non eravamo fatti per stare insieme io e te?» inclinò la testa verso di me.
Risi amara. «Che c'è Malfoy? Ti ritornano in mente le vecchie stronzate che mi dicevi?»
«A te piaceva.» mormorò senza accennate ad un sorriso. «Pansy mi capisce, capisce i miei errori, tu no.»
«Quali errori Draco?» chiesi preoccupata. «Di che diavolo stai parlando?»
Un rumore nella parte superiore del treno lo fece distrarre, rivolse ancora lo sguardo in alto e con un ghignò sul volto estrasse piano la bacchetta.
«Rispondimi!» ordinai facendo scattare i suoi occhi su di me.
«Va via Eve.» ringhiò puntando la bacchetta verso la porta, facendola spalancare.
Si lasciò andare, respirando profondamente, ma prima che potesse dirmi qualsiasi cosa, aprii la porta e scomparvi dietro di essa.
Non andai a cena quella sera e dopo essermi cambiata con dei vestiti comodi, mi diressi direttamente verso l'ufficio del professor Silente.
Non potevo di certo affermare che mi mancasse da morire, anche solo vederlo per pochi minuti mi faceva stare bene, nonostante ogni volta che parlavamo, almeno quelle due volte che ci eravamo incontrati, non ne usciva mai niente di buono.
Le parole che mi aveva rivolto nel vicolo mi risuonavano nelle orecchie e nella testa da giorni, non riuscivo a non pensarci.
Sapevo che non mi aveva lasciato per sua scelta, o almeno ci speravo talmente tanto che quella speranza stava diventando pian piano realtá.
Il presentimento che il signore oscuro gli avesse chiesto qualcosa o lo avesse preso nelle sue fila mi stava decisamente terrorizzando, Draco non era forte come sembrava o come lui pensava di essere, aveva bisogno di momenti di debolezza, ma per credersi migliore di chiunque altro sapevo avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Doveva capire a suo malgrado di avere dei limiti, sperai li avesse affrontati e non lasciati in disparte. Sicuramente l'evento che aveva spinto suo padre in prigione l'aveva segnato, avrei dovuto parlaci, ma prima il nostro rapporto doveva ammorbidirsi, non si sarebbe mai aperto con me.
Con mia grande sorpresa, trovai Harry seduto sulle scale in pietra. Aveva il naso spaccato che teneva con uno straccio per tenere fermo il sangue.
«Che ti è successo?» chiesi accovacciandomi vicino a lui.
Lui scosse la testa. «Malfoy, mi ero nascosto.» disse facendomi arrossire.
«Eri tu quindi?» chiesi sentendomi prendere fuoco fino alle orecchie.
Lui mi sorrise. «Sì, non volevo origliare. Ma sta tramando qualcosa Eve.»
Sospirai. «Lo so Harry, lo so bene.»
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