Proposte inaspettate;
15 Febbraio 1996
Tanti avevano sempre affermato che il coraggio non fosse una caratteristica dei serpeverde. Probabilmente qualche giorno fa mi sarei arrabbiata e avrei mandato a quel paese tutti coloro l'avessero detto.
Oggi però, mentre saltavo la colazione ed evitavo come la peste le lezioni, capii che il coraggio non era decisamente una mia qualità.
Anche solo pensare di vedere Draco mi faceva morire internamente, lo stomaco mi si contorceva malamente e mi sentivo come un macigno sullo stomaco.
Sta mattina mentre stavo uscendo, l'avevo trovato sui divani della sala comune a leggere.
Gli ero passata di fianco senza minimamente guardarlo, ma ero certa che lui avesse guardato attentamente me. Avevo sbirciato prima di andare via, e solo per un attimo c'eravamo incontrati con lo sguardo. Era stato un esplosione di emozioni che rischiavano davvero di farmi morire.
Non capivo il motivo di quella reazione, era Draco, il solito furetto che avevo detestato per anni. Ma quel bacio, era voluto sia da me che da lui, non mi ero scansata quando ci aveva provato e tornando indietro probabilmente non l'avrei fatto.
Dovevo parlarci assolutamente, ma solo dopo l'esame di pozioni che avrei dovuto fare da lì a poco. Passai per le cucine a fare colazione e dopo aver mangiato in abbondanza in compagnia di Winky, mi diressi verso l'aula di pozioni.
«Ehi Eve!» mi chiamò a voce alta Ron raggiungendomi.
«Ciao rosso.» addentai una focaccia.
«Dove vai? Da Piton?» chiese un tantino affaticato.
Divisi il cibo che avevo tra le mani e glielo
porsi. «Si, anche tu?»
Lo fece sparire in un secondo. «Mi ha aggiunto alla classe dei scemi con te.» lo guadai male. «Senza offesa Eve, ma tu sei un pericolo pubblico, io almeno riesco a fare una pozione antilupo.»
«Okay, sei un vero stronzo.» lo spintonai. «E comunque ora sono diventata più brava.»
«Insieme a Malfoy?» alzò un sopracciglio. «Voglio proprio vederla questa.» rise.
«Draco è molto bravo in realtà!» affermai.
«E da quant'é che vi date del tu? Draco?» imitò la mia voce.
«Ma che dici Ron!» dissi cercando di restare calma e di non far trapelare nessun emozione.
Arrivammo in aula in completo silenzio ma il cuore mi batteva ancora all'impazzata. Perché proprio adesso? Dannazione Eve concentrati, o arriverai a casa prima di poter scandire la parola quidditch.
Respirai profondamente prendendo posto accanto a Ron e guardando cosa c'era sul compito. Non volevo crederci. Era la stessa pergamena che Draco mi aveva dato il
giorno prima, la stessa identica pozione.
«Questa mattina dovrete preparare una pozione inventata e perfezionata dal sottoscritto. Dato che siete degli incompetenti non vi chiederò di completarla fino alla fine, ma almeno di arrivare al punto tre. Ora cominciate, il primo che fiata lo spedisco dal preside senza pensarci due volte.» detto questo si sedette alla scrivania lasciandoci lavorare.
Conoscevo perfettamente il procedimento e anche i tempi. Avrei ringraziato il biondo più tardi, mi aveva salvato letteralmente il culo!
Cominciai immediatamente, tagliuzzai le radici e i fiori immergendo tutto nel calderone.
Poi toccò alla coda di drago.
«I tagli devono essere superficiali.»
Posai fulminea il coltello sul tavolo. Riuscivo ancora a percepire il suono della sua voce mentre me lo mormorava all'orecchio. Il fumo del calderone mi aveva decisamente aiutata, avrei dato la colpa a quello del mio rossore.
Presi un respiro profondo e continuai, feci i tagli come mi aveva detto lui il giorno prima, mentre la sua voce mi rimbombava in testa.
Il professor Piton mi si avvicinò.
Scrutò la pozione quasi infilandoci il naso dentro. «Può andare.» disse facendomi segno di uscire.
Quello si che era una vittoria!
Attesi Ron fuori dall'aula e insieme ci dirigemmo fuori, dove sia Harry e Hermione ci aspettavano.
«Eve sei stata grandiosa!» esclamò facendomi sorridere. «L'ha finita in un batter d'occhio. Giuro.»
Hermione mi abbracciò. «Sono così fiera di te!» mormorò al mio orecchio.
«Beh dopo tutte quelle ore rinchiusa con Malfoy ci credo!» esclamò Harry.
Ma perché lo nominavano tutti oggi?
Il resto della giornata passò velocemente, io e il trio grifondoro restammo l'intero pomeriggio fuori a studiare. Più che studiare a guardare Hermione mentre studiava. Ron e Harry insistettero per spiegarmi la nuova strategia della squadra, ma io sapevo a malapena che la pallina d'orata con le ali si chiamasse boccino.
«No Eve! Quella è la pluffa!» mi riprese Harry facendomi ridere.
Ron ci andava piano invece, aveva capito quanto fossi impedita, quindi si limitava a ridere insieme a me e fissare continuamente Hermione. Io e Harry ci lanciammo un occhiata eloquente indicando prima uno e poi l'altro.
Per qualche momento avevo dimenticato quanto fossi in ansia per la situazione con Draco e solo quando gli altri Weasley cercarono di unirsi a noi, decisi che era il momento di tornare nel mio dormitorio. Non era troppo tardi, ma la cena era stata già servita e io non avevo fame oggi, affatto.
Salii le scale che portavano ai dormitori femminili, ma appena tentai di aprire la porta questa era chiusa a chiave. Sapevo benissimo che sia Daphne che Tracey avevano il brutto vizio di chiudersi a chiave, quindi come al solito mi toccava dormire su quel divano duro come la pietra.
Sbuffando mi diressi giù e dopo aver preso un libro dall'enorme libreria a muro, tolsi le scarpe e afferrai una coperta
La sala comune quella sera era più silenziosa del solito, con il suo tono verdastro e le sue mura nere. Mi ero comodamente sdraiata su una delle poltrone con la coperta a coprirmi le game e il libro di astrologia tra le mani, più che altro aperto e appoggiato sul petto.
Gli astri mi avevano sempre affascinata, fin da piccola avevo imparato i nomi di metà delle stelle presenti nello spazio a noi conosciuto e mi ero sempre interessata ai progressi scientifici babbani, addirittura erano arrivati sulla luna.
Non avevo mai compreso chi li riteneva inferiori, nessun mago aveva calpestato il suolo lunare o aveva mandato dei satelliti a tracciare l'universo. A mio parere, maghi e umani avrebbero dovuto collaborare, le due parti potevano lavorare insieme e contribuire uno alle scoperte dell'altro.
All'improvviso la porta del dormitorio si aprii e mai come un quel momento avrei preferito bere un distillato di morte.
«Che ci fai qui?» chiese la voce assonnata di Draco spuntando dal dipinto, probabilmente era appena tornato dalla ronda.
Arrossii al sentire la sua voce e ringraziai il buio della sala comune e soprattutto il caldo del camino. Ancora non riuscivo a togliermi l'immagine di lui che mi baciava nella testa.
«Le ragazze hanno chiuso la porta a chiave e preferisco dormire qui che in mezzo a tutte quelle coppiette.» sbuffai stringendomi le gambe al petto.
Lui sbuffò. «Puoi dormire in camera mia se vuoi.» indicò il suo dormitorio.
Lo guardai leggermente sconvolta, che aveva intenzione di fare. «No, grazie.»
«Avanti alzati mocciosa! Non voglio mica violentarti.» esclamò cominciando a camminare verso le scale.
Beh dopo il bacio dell'altra volta mi aspetto un po' di tutto!
Non volevo andarci, ma come se le mie gambe si fossero mosse da sole mi alzai anche io e lo seguii portando le scarpe tra le mani. Arrivammo nel corridoio del dormitorio maschile dove si sentiva un leggero vociare, nonostante fosse mezzanotte inoltrata.
Sorpassammo ogni porta e cominciai a pensare che volesse uccidermi e rinchiudermi in uno sgabuzzino per farmi zittire per quello che era successo ieri, fin quando non ci fermammo contemporaneamente davanti ad una porta in legno scuro, si sentiva un silenzio assordante e non appena girò il pomello della maniglia capii perché.
La camera era enorme, le finestre che davano completamente sul lago nero ricoprivano perfettamente le pareti.
Aveva un letto grande a baldacchino, matrimoniale e non singolo come i nostri.
E qui risaltava la cosa strana, aveva una camera tutta per lui.
«Perché non condividi la stanza come gli altri?» chiesi mentre lui si toglieva la cravatta e la gettava su una sedia poco lontana.
«Non riesco a dormire con gli altri, preferisco starmene per i fatti miei. I miei genitori hanno fatto una richiesta dicendo che era per la mia salute e grazie a Piton posso averla solo per me.» spiegò cominciando a staccare i bottoni della camicia.
Mi girai non volendo assistere a quello spogliarello in diretta. «Dormi qui?» chiesi.
«Il letto è grande, basta che non mi infastidisci, altrimenti ti spedisco a calci sul divano.» brontolò.
«Quanto sei garbato.» senza voltarmi posai le scarpe a fianco all'armadio.
«Ho fatto.»
Indossava come al solito una maglietta a maniche corte e un pantalone della tuta, ma non aveva freddo? Il stavo letteralmente congelando con i miei poveri piedi.
Il suo sguardo si posò su di me squadrandomi. «Non hai mica intenzione di dormire così vero?»
Mi guardai anche io. Avevo ancora la gonna e la camicia di sta mattina, non vedevo dove fosse il problema. «Non posso prendere il pigiama.»
Si alzò sbuffando e raggiungendo l'armadio al mio fianco. Lo spalancò poco gentilmente afferrando una felpa decisamente enorme per me e un paio di pantaloncini. «Cambiati.» me li passò.
«Beh girati.» lo spinsi via e lui si voltò restando sempre troppo vicino.
Sbuffai togliendo la camicia e infilando come un fulmine la felpa che vidi arrivare fino a metà coscia. Alzando lo sguardo sulla schiena del biondo capii quanto in realtà lui fosse alto rispetto a me. Le sue spalle erano enormi, probabilmente dato dall'allenamento di quidditch e le braccia, che ora erano conserte, erano più muscolose di quanto mi ricordassi.
Quasi inciampai per guardarlo. «Ho fatto.» sbottai mentre ripiegavo la gonna e la camicia una sedia in modo ordinato.
Mi guardò e sembrò trattenere un sorrisetto. «Allora mocciosa.» disse abbassando il tono della voce facendomi rabbrividire. «Tu da che lato dormi?»
Deglutì. «Dal lato con più luce, non mi piace dormire al buio.»
«Va bene, dormi a sinistra.» si avvicinò al letto lasciandomi lì impalata.
Che ti prende Eve!
Seguii i suoi movimenti e mi accomodai anche io spostando le coperte di raso. Mi infilai a letto e lui spense la luce. Lo stomaco cominciò a contorcersi e sentivo ogni centimetro del mio corpo andare a fuoco. Aprii gli occhi ritrovandomelo di fianco.
Mentre il suo braccio sinistro si posizionava sotto la sua nuca, quello destro scendeva lungo il corpo.
Il suo respiro era lento, aveva gli occhi chiusi e le labbra serrate. I capelli biondo platino gli ricadevano in ciuffi disordinati sulla fronte e per quanto lui cercasse di portarseli all'indietro, questo non funzionava mai.
Arricciò il naso appuntito e lo gratto leggermente con la mano destra per poi far scattare il suo sguardo su di me.
«Perché mi guardi?» chiese con voce leggermente roca, scrutandomi con quel poco di luce del lago.
Ora muoio.
«Non ti guardo.» sbottai sentendomi un'idiota.
«Non dovevi dormire tu?» chiese imitando la mia posizione, facendoci trovare a pochi centimetri di distanza.
«Si infatti.» chiusi gli occhi e mi imposi di dormire. Il suo respiro caldo mi inondò il viso, facendomi capire che si fosse avvicinato leggermente. Le sue dita cominciarono a sfiorare i miei capelli e sbirciando leggermente lo vidi appoggiato con il gomito sul letto e il capo appoggiato ad esso.
Dopo i capelli passarono alla mia guancia e al mio profilo, fino a soffermarsi sulle mie labbra. Si avvicinò pericolosamente al mio orecchio, dopo aver scostato i capelli.
«Non capisco cosa mi fai Eve.» mormorò Draco a pochi centimetri dal mio volto.
Aprii gli occhi e me lo ritrovai attaccato, il suo respiro e il mio si mischiavano, e le nostre gambe prendevano a sfiorarsi. «Di che parli Malfoy?»
anche io avevo cominciato ad avvicinarmi involontariamente.
«Perché sei scappata?»
«Non lo so.»
La punta del naso sfiorò la mia. «Draco.» mormorai.
Aprí le labbra in un sorriso. «Dimmi Eveleen.» mormorò a sua volta.
«Non mi chiami mai per nome.»
«Vuoi che lo faccia?» mi accarezzò la guancia con due dita.
«Non voglio niente da te.» la mia voce tremò.
Si avvicinò pericolosamente alle mie labbra, mentre le sue terminarono sulla mia guancia, lasciando un bacio umido. «Bugiarda.» avvampai. La sua mano raggiunse la mia pancia nuda e dopo avermi afferrato per un fianco mi fece scivolare sotto di lui.
«Voglio baciarti.» sussurrò strusciando il mio naso con il suo.
Anche io voglio baciarti, pensai tra me a me.
Lo guardai e non so bene cosa successe.
Sollevai di poco la testa e permisi alle nostre labbra di incontrarsi a metà strada.
Draco mi sovrastò, le sue mani si allacciarono dietro la mia schiena sollevandomi. Avvolsi le braccia al suo collo e lo spinsi verso di me, ne volevo ancora e ancora.
«Comunque.» mi staccai leggermente. «Sono passata a pozioni.»
Rise. «Vieni qua mocciosa.»
CIAO AMICI!
Allora, come state? Spero molto molto bene!
Innanzitutto buone fatte feste! Spero abbiate passato una buona Pasqua circondati da tante uova.
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Diciamoci la verità, era ora che questi due si avvicinassero un po'!
Ma tranquilli, la storia è appena iniziata o meglio, i problemi sono appena iniziati.
Continuate a seguirmi e scoprirete perché!
P.S.
Sto cercando di aggiornare ogni giorno, ho pubblicato subito questo capitolo perché era quello da cui è nata la storia, quindi l'ho qui pronto da un bel po'.
BACI BACI
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