Pozione Invecchiante;
5 Settembre 1995
«Continuo a pensare che tu sia un rompi scatole!» sbottò Hermione verso Ron infuriata.
«Ti ho solo chiesto una mano!» lui fece lo stesso sbattendo con forza il libro richiudendolo.
Io e Harry, spalla contro spalla, facevamo scorrere lo sguardo tra i due, che da più di dieci minuti discutevano. Il motivo principale era che Ron, nonostante Hermione avesse ripetuto più volte quando fossero importanti gli esami, non aveva studiato e ora stava pregando quest'ultima di aiutarlo, in modo insistente direi. Al suo ennesimo e giustificato rifiuto, lui si era scaldato e le aveva detto quanto fosse perfida a non aiutarlo.
«E La smettete di ingozzarvi voi due!» esclamò Hermione lanciando a me e Ron un occhiata disgustata.
«Non prendertela anche con me se ce l'hai con lui.!Ho corso per ben quarantacinque minuti Mione, me lo merito un chilo di porridge.» indicai la scodella e lei scosse la testa.
«Non la voglio neanche sapere la tua di scusa.» si rivolse a Ron.
«Sto facendo compagnia ad Eve, non potrei mica mai permettermi che mangi da sola, è da maleducati, me l'ha detto la mamma.»
«Ma la mamma non ti ha detto di ingozzarti come un maiale.» George gli passò accanto battendogli una mano sulla spalla.
«Vero fratello, a breve potresti fare a gara con Dudley!» l'altro sbucò alla mia destra e prese posto accanto a me.
E quando dico accanto a me, dico letteralmente attaccato! Il suo corpo e il mio erano decisamente vicini, ma lui sembrava pensare ad altro mentre continuava a parlare. «Avete già fatto lezione con quella nuova?» chiese Fred senza guardarmi minimanente.
«No, ha rimandato le lezioni di questa settimana per riparare ai disastri di alcuni di noi.» il suo sguardò volò su di me. «Ad esempio la nostra Eve deve assolutamente recuperare pozioni.»
«Piton mi odia per non so quale motivo, non mi farà recuperare mai e poi mai!»
«Perché sei un disastro Eve!» esclamò Ron con la bocca piena. «Peggio addirittura di Neville.»
«Ehi!» esclamò il diretto interessato.
«Senza offesa, ma sei davvero messo male.»
«Ho solo qualche problema nel mettere insieme gli ingredienti! Per il resto ricordo a memoria ogni singola ricetta e persino chi l'ha scritta. » sbuffai. «È solo che quando Piton viene a guardare cosa faccio mi porta sfortuna, l'avete visto con quegli occhietti maligni!»
«Io ho visto solo che dimentichi di girare e lasci continuamente bruciare il fondo.» Hermione partiva con le sue prediche. «Sei riuscita a far diventare una pozione rigenerante più nera della pece.»
«E nonostante questo non ti ha mai tolto più di cinque punti.» Harry prese parte alla discussione. «a me e Ron toglie punti come se non ci fosse un domani.»
«L'anno scorso ho chiesto di andare in bagno e me ne ha tolti dieci.»
«L'hai chiesto nel bel mezzo di una spiegazione Ronald, lo sai quanto odia essere interrotto.»
«E chi diavolo riesce a capirlo quello lì?» disse Harry. «Odia qualsiasi essere vivente.» non riuscì ad ascoltare il continuo della conversazione.
La mano di Fred era scivolata sulla panca, precisamente sulla mia gamba che ora teneva saldamente. Avvampai di botto guardandomi intorno e vedendo se qualcuno di loro ci stava osservando.
«Tutto okay Eve?» Hermione mi scrutò stranita.
Fred fece scattare il suo sguardo su di me, sul suo volto comparì un ghigno soddisfatto. «Probabilmente é solo in ansia per la lezione.» Hermione sembrò essere d'accordo con lui e immerse di nuovo la testa nei libri.
Il rosso si avvicinò al mio orecchio. «Sei quasi peggio del completo della Umbridge.»
«Togli immediatamente la mano Fred!» sibilai scansandola violentemente, tanto che andò a sbattere sotto il tavolo facendo versare sull'uniforme di Ron il succo di zucca che stava bevendo.
«Che diavolo ti prende!» sbottò verso il fratello.
«Chiedi a Eve!» esclamò massaggiando la mano leggermente arrossata. «Ultimamente è un po' su di giri.» continuò.
Sospirai. «Io vado, ci vediamo.»
Chi diavolo si credeva di essere, stupido di un Weasley. Sperava davvero che sarei caduta ai suoi piedi con i suoi modi scemi, aveva avuto la sua occasione di provarci con me e se l'era fatta scappare per non essere impegnato d'estate!
Solo Merlino sapeva quanto mi sarebbe piaciuto che ci fosse qualcosa tra di noi, ma ero stata dietro alle sue stronzate per troppo tempo e addirittura avevo pianto per lui! Avrebbe dovuto sudare per riconquistarmi, anche solo un minimo.
Se prima ero leggermente nervosa per l'imminente lezione di pozioni, ora ero del tutto fuori di testa. I suoi gesti mi facevano provare un turbine di emozioni e ora come ora non capivo se fossero soltanto legate alla rabbia che provavo nei suoi confronti o per lo strano piacere di averlo sempre così vicino a me.
Decisi che era molto meglio non pensarci, non volevo di certo rovinarmi la giornata.
Non ebbi il tempo di finire la frase nella mia mente che una tazza piena di caffé finì sui miei vestiti. Alzai lo sguardo sul malcapitato che ora spalancava gli enormi occhi blu. «Mi dispiace.» mormorò balbettante.
«Dove stavi guardando?» chiesi osservando l'orrenda macchia che si estendeva su tutta la mia camicia bianco.
«Io...io.» cominciò.
«Togliti dai piedi!» sbottai e lui sparì immediatamente dalla mia vista.
Cercai invano di cancellare la macchina sfregando con fazzoletto bagnato, ma era letteralmente impossibile. In più ero in ritardo per la lezione di pozioni, non potevo far innervosire il professor Piton già il primo giorno, in modo particolare oggi.
Sbuffante e visibilmente irritata mi avviai verso la sua aula maledicendomi mentalmente per aver deciso di non indossare il gilet grigio, almeno avrebbe coperto il tutto, ma ora era troppo tardi.
Arrivata in aula mi ritrovai Piton letteralmente difronte. «Stavo per chiudere la porta, si muova.» disse osservando attentamente com'era conciata la mia uniforme.
«Non dovrei neanche permetterle di entrare signorina McKinnon.»
Avanti Eve, mantieni la calma.
«Un ragazzino del primo anno me l'ha versato addosso due minuti fa, non avrei fatto in tempo.»
«Le sembra che possa interessarmi?» chiese accigliato. «Si sbrighi.» diede un colpo alla mia borsa facendomi cenno di entrare.
Mi accomodai in uno dei banchi vicino alla finestra attirando tutti gli sguardi su di me. «Che diavolo ti è successo?» mormorò Daphne sedendosi accanto a me.
«Non mi va di parlarne.» mi limitai a dire seccata. «Cosa dobbiamo preparare?»
«Una pozione invecchiante.»
«Speriamo che vada tutto bene, non ho nessuna intenzione di prendere ripetizioni tutto l'anno.»
Il professor Piton a braccia conserte si schiarì la gola. «Avete un'ora a partire da adesso.»
Potevo letteralmente sentire l'ansia scorrermi nelle vene ma all'esterno ero calma, feci in modo che nessuno notasse il leggero tremolio delle mie mani e appena mi fui rilassata con un respiro profondo presi gli ingredienti, disponendoli un ordine sul mio piano di lavoro.
Accesi il fuoco sotto il calderone e versai accuratamente il succo di zucca, sapevo per certo che dovevo aggiungere il pepe rosa solo quando avesse perso la sua densità. Quasi dimenticai il pepe verde, ma grazie ad un occhiata furtiva al corvonero difronte a me riuscì a ricordarmene.
Avrei dovuto aspettare dai dieci ai quindici minuti quindi mi apprestai a tagliare finemente lo Stridiosporo. Osservavo assiduamente il colore della pozione, l'avevo sbagliata abbastanza per ricordare di non farla diventare assolutamente di un giallo intenso, ricominciare dall'inizio non era affatto una buona cosa. Aggiunsi alla poltiglia la ghianda di quercia. Avrei dovuto affettarla?
«Al diavolo, non mi ricordo!»non avevo tempo di autocommiserarmi.
Lanciai letteralmente la ghianda nel calderone e mescolai tre volte in senso orario e due in senso antiorario, il tutto doveva essere ripetuto ogni due minuti per quasi mezz'ora.
L'unico scopo era di far diventare la pozione verde, il procedimento era troppo lungo per vederne gli effetti, quasi un mese in totale. Non capivo il perchè l'avesse assegnata, ma meglio questa che un distillato di morte. L'anno scorso ci avevo ingenuamente provato, la reazione di Piton fu talmente esagerata che avrei preferito di gran lunga berla.
«Sta mattina Tracey è arrivata in camera alle cinque del mattino. Ho sentito che è sgattaiolata con Theo.»mormorò Daphne che come me stava aspettando di girare la pozione.
«Beh Daph anche hai fatto una piccola fuga d'amore sta notte.»le sorrisi consapevole facendola arrossire di botto.
«Io e Blaise siamo stati sui divani in sala comune a leggere insieme!» il suo sguardo non incrociò il mio.
«Davvero? Dimmi a cosa non devo credere, tu che leggi o che sei stata tutta la sera sul divano? No perchè per tua informazione so esattamente che la seconda è falsa, sono stata in sala comune a studiare e di te e Blaise neanche l'ombra.»mescolai delicatamente.
«Quando lo farai anche tu sarò pronta a coprirti.» mi sorrise. «Prima però allontaniamoci da quel Weasley.»
La guardai paonazza. «Abbassa la voce idiota.» le intimai minacciandola con il mestolo in legno stretto tra le mani. Lei si allontanò disgustata.
«Non vai da nessuna parte se sbavi ancora appresso a quello!»commentò con la voce ancora troppo alta per i miei gusti. «Ci sono tanti di quei ragazzi che tu non vedi, ma che ti vengono dietro.»
Roteai gli occhi al cielo. «Tipo? L'ultima volta che uno ci ha provato è stato Pucey, neanche arrivati sugli spalti di quidditch e mi ha fatto una proposta indecente, cercando di ficcarmi la lingua in gola!»le ricordai facendola sbuffare.
Sembrò pensarci su. «Se Draco non fosse così ti direi quasi di provarci con lui.»rise alle sue stesse parole.
«Se non fosse acido, razzista e viziato. Non ci passeri insieme del tempo neanche legata ad un palo.»
Probabilmente quel giorno sarebbe stato meglio se avessi ricordato attentamente le parole di mia zia, mai parlare prima del tempo, perchè quando meno te lo aspetti ti gioca davvero brutti scherzi.
La conversazione con Daphne divenne ancora più intrigante, lei era letteralmente la regina dei pettegolezzi e stare insieme a lei significava parlare di venti persone diverse in due minuti. Ma allo stesso tempo distrarsi era molto più semplice di quanto si pensasse e sfortunatamente ebbi la presunzione di non concentrarmi abbastanza.
Mentre lei girava la sua pozione ogni due minuti, io cominciai a farlo ogni cinque, poi ogni sette e dopo di che l'ultima volta grattai letteralmente il fondo del calderone poiché la poltiglia oltre ad essere di un giallo brillante, era appiccicata sul fondo, bruciata probabilmente.
Guardandomi intorno per cercare una soluzione veloce, come rubare un altra pozione da qualcuno, mi accorsi di aver mancato le radici del tranello del diavolo. Mi sbattei una mano in fronte per la disperazione, attirando subito l'attenzione del professor Piton.
Non guardò neanche il contenuto. «Nel mio ufficio dopo la lezione.» si limitò a dire con un'espressione impassibile sul volto.
Ecco dove mi trovavo adesso, seduta sulla scomoda sedia mentre i suoi occhi neri mi scrutavano.
«In tanti anni della mia carriera signorina Mckinnon ho visto ragazzi diventare veri talenti nell'arte delle pozioni, addirittura creavano perfettamente un filtro d'amore al secondo anno. Lei invece non riesce a concentrasi abbastanza neanche per crearne una di livello medio.» abbassai la testa leggermente mortificata.
«Rimandarla ancora significa che non potrá fare i G.U.F.O.» scosse la testa. «Essendo a capo della tua casa, non posso permettermi un disonore così.»
Dei passi raggiunsero immediatamente la porta e si sentì qualcuno bussare. «Entra.» rispose annoiato.
Le mie parole si stavano appena avverando.
«Voleva vedermi professore?» chiese Malfoy entrando a passo spedito nella stanza senza guardarmi mezza volta.
Era in tenuta da Quidditch, leggermente sudato sulla fronte e con il fiatone.
Se non l'avessi detestato così tanto, mi sarei quasi azzardata a dire che era carino.
«Si, siediti.» indicò la sedia accanto a me.
Trasalì, non ce lo volevo così vicino. «Mi stavo allenando signore.» i suoi occhi si posarono su di me.
Il professore lo ignorò. «Conosci la signorina Mckinnon?» chiese.
Lui annuì. «Siamo nella stessa casa.» rispose ovvio.
«Il signorino Malfoy.» ora si rivolgeva a me. «È uno dei migliori della classe.» sentì il ragazzo al mio fianco sogghignare.
«Ma sfortunatamente ha molte ore di punizione non scontate con il sottoscritto.»
Lui sembrò arrossire per un attimo, ma le sue guance ripresero in fretta il colorito pallido di sempre. «Cosa significa?»
Sul volto di Piton sembrò dipingersi un lieve cenno di un sorriso. «La signorina Mckinnon ha un urgente bisogno di ripetizioni e chi meglio di lei che ha più di diciotto ore da scontare.»
Draco si infuriò e lo stesso anche io. «Preferisco recuperare da sola signore.» sbottai.
«Io ho il quidditch ogni pomeriggio, sono impegnato!»
«Bene. Allora Mckinnon non farà i G.U.F.O e Malfoy verrà cacciato dalla squadra a causa delle continue assenze che farà.» cantilenò quasi aspettando una nostra risposta.
Ci pensai su, avrei tranquillamente potuto dire di si, poi non ci avrebbe mai controllati, non poteva sapere se avremmo davvero studiato insieme. Si, pensai, era davvero un ottima idea.
«D'accordo, ma non voglio che ci veda qualcuno!» sbottò.
Piton si alzò. «Avrete a disposizione il laboratorio.» commentò per poi far spalancare la porta.
Fantastico, complimenti per essere così dannatamente acuto Malfoy.
«Vedi di non starmi tra i piedi!» ringhiò non appena uscimmo.
Sentì persino le punte dei miei capelli arrossarsi per il nervosismo. «Se non avessi chiesto più discrezione come un idiota ora non saremmo costretti a stare insieme per forza!»
Lui ci pensò, probabilmente arrivando alla conclusione che avevo ragione. «Decido io quando.» disse acido. «non mi interessa se hai da fare, smetti di farlo e vieni con me.»
Risi. «Non pensarci neanche Malfoy. Cosa credi? Che mi comanderai a bacchetta come fai con le tue amichette?» sbottai per poi voltarmi.
«Domani alle sette, fattelo andare bene.» gridò.
«Sette e mezza o niente. Ricordati che io posso tranquillamente imparare il necessario da qualcun altro, sei tu quello che ha bisogno di me!»
«Prima di impartire ordini, lava quella camicia mezzosangue!»
Mi voltai verso di lui. «Silencio!»
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