Grop;
25 Marzo 1996
Sì, non ve lo siete immaginato, Draco mi ha detto ti amo. Ma meglio spiegare meglio la situazione, poiché non vorrei che qualcuno capisse male.
Mentre facevamo quelle cose, il biondo mi aveva sussurrato quelle due paroline all'orecchio, ma stavo cercando di giustificare il tutto affermando che in realtà l'aveva detto dato il momento di euforia.
Fatto sta che dopo, quando avevo chiesto indirettamente spiegazioni, lui si era addormentato già. La mattina dopo era già sparito e in tutti questi giorni non ero riuscita a tirar fuori l'argomento e quindi avevo chiesto, dopo settimane, all'unica persona sulla faccia terra che poteva capirmi.
Daphne.
«Beh quindi te l'ha detto.» alzò le spalle. «Che male c'é, state insieme da un mesetto, poi si vede che è molto preso.» commentò semplicemente mentre facevamo la nostra corsa sulle sponde del lago.
Avevo ripreso ad allenarmi, Silente mi aveva raccomandato di farlo ogni mattina, dato che se il mio corpo era in forma, anche la mia mente lo sarebbe stata.
«Si Daph, ma non ne ha più parlato con me.» mi limitai a dire sbuffando.
«Gliel'hai chiesto direttamente?» chiese affiancandomi e sistemando con una mano la coda di cavallo.
Scossi la testa. «No, in realtà ho provato a dirlo senza dirlo seriamente.» cercai di spiegarmi mentre lei mi guardava confusa. «Se glielo dico e non è così mi prenderà per il culo a vita.» mi lamentai cominciando a rallentare e camminare.
«Potrebbe farlo, è Draco dopotutto, ma dovresti provarci, forse scherzandoci su.» mi consigliò mentre ci dirigevamo al castello.
«Dovrei, ma non abbiamo più un minuto libero oltre la sera, hai sentito come piangeva Pansy ieri? Se non mi avesse trattato così male mi dispiacerebbe.»
«Sí, ho sentito. Astoria l'ha consolata tutta la sera, non so come hai fatto a mantenere la calma mentre dicevano tutte quelle cose contro di te.»
«Non sapevano fossi io, ma qualcosa mi fa pensare che se l'avessero saputo, non sarebbe stata una buona cosa.» mi asciugai il pochissimo sudore che avevo sulla fronte.
«Appunto, Pansy ti avrebbe uccisa.» affermò.
«Ma la vera domanda signorina è, tu sei innamorata di Draco?» chiese spingendomi con una spalla.
«Non lo so Daph, é davvero troppo presto per dire una cosa del genere. Ammetto che mi piace, troppo per i miei gusti, ma non credo sia amore.» ammisi sinceramente.
«Devi parlarne con lui.» sospirò. «È l'unico consiglio che posso darti, però è strano che Draco abbia detto una cosa del genere con così tanta leggerezza.»
«Lo penso anche io.» mormorai poco convinta.
«E dovresti dirlo anche agli altri Eve, non so come fai a mantenere questo segreto davvero!»
Scossi la testa. «Non capirebbero Daph, vedono Draco come un assassino.» sospirai. «E non posso biasimarli, pensavo la stessa cosa di lui mesi fa.»
«Ma hai cambiato idea no? Quella di Draco è solo una stupida facciata, i suoi genitori gli hanno inculcato cose stupide e disgustose e lui non è stato abbastanza bravo da farsele scivolare addosso. Ma vorremmo davvero giudicare tutti quelli i cui genitori hanno commesso errori? Beh perché a questo punto dovremmo metterci a dare ferro e fuoco tutta la nostra casa.» prese un respiro. «Hermione capirebbe, ne sono convinta, ti vuole bene. Harry un po' meno, Draco non si è comportato di certo in modo amichevole con lui.»
«Avrei tutta la mia famiglia contro di me, ricordati che la zia di Draco ha praticamente.» ingoiai un groppone non volendo assolutamente dire la parola "ucciso". «Beh lo sai.» continuai sentendo gli occhi riempirsi di lacrime.
«Tranquilla, lo capisco. Lui cosa dice?»
«Lo stesso, preferiamo rimanga il segreto. Poi sai cosa succederebbe se la casa verrebbe a saperlo, soprattutto Pansy e Astoria, mi ucciderebbero.»
Lei rise. «Beh tra i due litiganti il terzo gode no? Comunque chi l'avrebbe mai pensato.» scosse la testa. «Tu e Malfoy insieme, anche dirlo ad alta voce mette paura.» risi anche io mentre a passo spedito ci dirigevamo verso la sala comune.
Parlare con Daphne mi faceva sempre bene. Lei sapeva esattamente cosa dirmi, come consolarmi, non che Hermione non sapesse farlo, ma la bionda a volte risultava più empatica. Poi sapevo perfettamente come la riccia avrebbe reagito e non mi andava di sentirmi dire quanto stessi sbagliando.
Nonostante il fatto che io e Draco ormai non riuscivamo più a staccarci l'uno dall'altro, sapevo che quello che stavamo facendo non avrebbe portato a niente di buono. Non avevo avuto più visioni, però mi inquietava che anche quest'improvvisa avvicinanza al biondo avesse influito, ma sapevo anche Draco non avrebbe fatto del male ad una mosca, nonostante la sua mentalità da medioevo.
Ma poteva migliorare, sapevo che poteva cambiare, non per me, ma perché era abbastanza intelligente da capire quanto quello che i suoi genitori gli avessero insegnato fosse dannatamente stupido.
Arrivai in camera di fretta e furia afferrando i vestiti puliti. Daphne mi prese in giro per la velocità con la quale sparii dalla stanza.
Non riuscivo a stargli lontana, ormai anche sentire il suo sguardo su di me mi faceva stare talmente bene. Quei momenti di pace, tra una sfuriata e un'altra(perché litigavamo davvero tanto), quando mi appoggiavo al suo petto e lui mi baciava la testa erano diventati il mio tranquillante naturale. Anche prendermi la mano a pranzo oppure ad alcune lezioni era diventato routine, non perdevamo occasione per sbaciucchiarci, che sia in uno stanzino delle scope o nelle cucine durante gli spuntini notturni.
Aprii la porta richiudendomela subito alle spalle e sentendo l'acqua della doccia scorrere. Il letto era vuoto e i vestiti sparsi qui e lì, approfittai della situazione e mi spogliai più velocemente di quanto potessi. Non bussai alla porta del bagno, che fortunatamente non era chiusa a chiave.
Entrai vedendo le tende tirate. «Ti aspettavo.» mormorò probabilmente avendo sentito la porta aprirsi. Mi intrufolai ritrovandomelo di schiena, mentre l'acqua batteva prepotentemente sulla pelle chiara. Feci passare le mie mani sotto le sue braccia attaccandole al suo petto e lasciando andare la mia testa sulla sua schiena. L'acqua e il suo cuore che batteva all'impazzata erano una ninna nanna perfetta per me.
Dopo qualche secondo si voltò prendendomi tra le sue braccia e appoggiando le sue labbra sulle mie. «Dove sei stata?» chiese mentre l'acqua ci isolava dai rumori al di fuori della doccia.
«A correre con Daphne.» risposi nascondendo il viso nell'incavo del suo collo e le sue mani finirono ad accarezzarmi la schiena.
«Non stiamo insieme da un po'.» mormorò facendomi alzare di poco la testa e avendo il libero accesso alle mie clavicole nude.
«Si lo so.» dissi dispiaciuta. «Troveremo il tempo per me e per te. Promesso.»
«Soprattutto con quello stupido coso con Potter.» ringhiò infastidito.
Sí, Draco era a conoscenza di un gruppo di studio, di certo non dell'esercito di Silente. Si era rivelato al quanto impaziente quando più volte gli avevo rifilato la scusa di studiare con i grifondoro. Non volevo che lo scoprisse a causa della squadra di inquisizione, quindi avevo detto una bugia a fin di bene.
«Che c'é sei geloso?» lo presi in giro.
«Io? Pff.» soffiò. «Mai, lo so che hai occhi solo per me.»
«E cosa te lo fa pensare?» chiesi mentre l'acqua continuava a scorrere tra i nostri corpi nudi.
«Non ti dirò niente di carino, quindi senza che ci provi. Potter é troppo stupido, solo per questo mi scende che stiate cosí tanto insieme.»
«Beh ripassare storia della magia ti assicuro che è davvero noioso!»
«Quanta pazienza hai mocciosa?»mormorò.
«Anche troppa, dato che sto con te!» lui rise. «Ora zitto! Voglio rilassarmi un po'.»
Lui ghignò divertito. «Oh allora ci penso io.» disse per poi premere forte le sue labbra sulle mie.
Quello che è accaduto dopo lo lascio alla vostra immaginazione.
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Non passavo una giornata con i ragazzi e Hagrid da una vita. Ma oggi il mezzo gigante ci aveva convocati per una cosa "urgente".
Quindi dopo aver abbandonato a malincuore il letto di Draco, dopo le sue proteste e il broncio lungo da lì fino a Hogsmade, avevo incontrato i ragazzi all'uscita principale.
Ormai anche girare in coppie numerose attirava gli sguardi della Umbridge, addirittura aveva messo un decreto sul quale affermava che tutti i prodotti di Fred e George fossero aboliti, nonostante quello che era successo con Fred era comunque un assurdità.
«Avanti sbrighiamoci.» disse Harry nervosamente. «Non vorrei che quella vecchia vipera mi incidesse qualcos'altro sulla mano.»
«Gli inciderei io qualcosa!» sbottò Hermione.
«Io so anche dove!» continuai facendo voltare Ron.
«Dove?» chiese.
«Su quel cul-...»
«Eveleen!» strillò la riccia lanciandomi un occhiataccia. «Il linguaggio.»
Io e il rosso ci guardammo confusi per poi scrollare le spalle in sincrono e continuare a seguire i due ragazzi che frettolosamente scendevano le scale in pietra. La casa di Hagrid era ancora a qualche metro, ma appena vedemmo il gigante capimmo immediatamente che qualcosa non andava.
Aveva un occhio completamente nero che cercava di curare con un pezzo di carne cruda. «Che diavolo ti è successo!» esclamai correndo nella sua direzione.
«Ohoh niente.» si affrettò a dire sorridendomi. «Sono sbattuto contro una porta.»
«Si sarebbe disintegrata!» commentai facendolo sedere su una delle poltrone e controllando l'occhio livido insieme ad Hermione.
«È stata la Umbridge, per questo ci hai chiesto di venire così urgentemente?» chiese la riccia.
Lui scosse la testa. «Non perdiamo altro tempo!» borbottò alzandosi e facendomi sentire uno gnomo da giardino, non poteva prestarmi qualche centimetro? A breve avrei camminato in piedi sotto le tavolate della sala grande!
Si diresse a passo spedito verso la foresta. «Sbrigatevi!» sbottò e dopo aver afferrato il braccio di Harry ci dirigemmo all'interno di quel luogo da brividi. Non mi piaceva per niente, affatto!
«Non ti azzannerà niente Eve, massimo Thor.» il cane mi passò di fianco, non si poteva di certo definire un cuor di leone.
Il primo anno se l'era data a gambe levate insieme a Draco, ridevo solo al ricordo. Io ed Harry l'avevamo preso in giro per settimane.
Cominciai a pensare che forse stavo sbagliando a non dirgli niente, che forse mi avrebbe capito, ma non appena aprii la bocca per dire qualcosa, la cosa "urgente" di Hagrid apparve davanti a noi.
«Lui è Grop.» indicò un gigante legato ad un albero, calvo e decisamente logoro che scuoteva la mano nella nostra direzione. Era carino in fin dei conti, ma dannatamente inquietante.
«E quello cos'è?» chiesi terrorizzata ma incuriosita allo stesso tempo.
«Lui è Grop.» ripeté. «Mio fratello, da parte di mamma!» ci tenne a precisare.
«E perché è qui?» chiese Ron, ma l'urlo di Hermione precedette la risposta.
Grop l'aveva afferrata per la vita sollevandola in aria e facendola arrivare davanti al suo viso. Tutti e tre guardavano in alto increduli, non sapevamo se scappare o cercare di arrampicarci su quella dannata montagna umana e riprenderci Hermione, che sembrava abbastanza arrabbiata.
«Grop!» gridò puntandogli il dito. «Mettimi giù, ora!» ti conviene metterla giù, pensai.
Il gigante la guardò contorcendo il faccione in una smorfia dispiaciuta e mise giù immediatamente la ragazza, tornando a rintanarsi vicino al suo tronco.
Hagrid si voltò verso di noi. «Odio davvero chiedervelo, ma sapete che alla Umbridge non sto simpatico e di sicuro mi metterà alle porte come ha fatto con la Cooman. Mi dispiace, ma lui è solo un bambino e gli altri giganti lo prendono in giro, vi chiedo solo di dargli una mano, lui si procura il cibo e tutto il resto da solo, gli serve compagnia.» il gigante si asciugò una lacrima traditrice.
«Certo Hagrid.» affermai convinta guadagnandomi un occhiataccia da tutti gli altri.
«Siamo una famiglia, ci aiutiamo a vicenda.» e dopo essere stata quasi stritolata dal gigante e aver salutato Grop, andammo via da quel luogo veloci come la luce.
CIAO AMICI
SI LO SO, VI HO FATTO ASPETTARE TANTISSIMO! MI DOVETE PERDONARE.
Ora con la scuola in presenza pubblicare è diventato impossibile, ma cercherò di fare del mio meglio!
Al prossimo capitolo!
BACI BACI
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