Compleanno di Ron;
1 Marzo 1996
Ron quell'anno decise di festeggiare il suo compleanno nel migliore dei modi possibili, costringendomi a restare addirittura a dormire con loro la sera. La mattina la sveglia fu impostata davvero presto a causa del fatto che per colpa di Malfoy non ero riuscita ad impacchettare il regalo per il rosso. Appena aveva scoperto che era per Ron si era impuntato che sicuramente anche senza carta gli sarebbe piaciuto un mondo.
Quella mattina infatti borbottò tutto il tempo.
«Sai fa davvero freddo sul pavimento!» commentò quando a gambe incrociate, con solo una maglietta rubata dal suo armadio (si ci stavo facendo l'abitudine, adoravo il suo odore) seduta sulle mattonelle fredde della sua camera.
Alzai verso di lui due rotoli di carta diversa. «Secondo te qual é meglio?» chiesi e lui in tutta risposta sbuffò sonoramente.
«Sono disgustose entrambe.» borbottò. Gli lanciai lo scotch dritto in faccia che arrivò di nuovo a me nell'arco di pochi secondi.
«Sei scontroso.» affermai e lui rise nascondendo la faccia nei cuscini.
Optai per la carta rossa, non solo perché si abbinava perfettamente sia ai colori di Ron che a quelli della casa, ma anche perché l'altro colore sarebbe stato verde acqua con tante stelline appiccicate sopra, esageratamente vistoso, ma dopotutto li avevo rubati a Daphne, cosa c'era da aspettarsi.
Afferrai le forbici decisa sta volta a non tagliarmi e lentamente tagliai un bel quadrato. Avevo comprato a Ron una serie di libri dedicati alla sua squadra preferita di Quidditch, anche se adesso detestava Victor Krum a causa di Hermione. Lui non l'avrebbe mai ammesso, ma ancora bruciava di non essere stato invitato o che Hermione avesse baciato lui al ballo del ceppo.
L'anno scorso ero stata accompagnata da Theo, mi ero davvero divertita un mondo, fin quando non dovetti subirmi le lacrime della riccia, che fecero afflosciare sia i suoi capelli che il suo trucco. Tenni il muso a Ron per settimane, ma lui non parve accorgersene, troppo impegnato ad essere arrabbiato con Hermione. Harry dal canto suo stava per affrontare delle prove mortali, quindi non c'era da aspettarselo se non si intromise in tutto quello che accadeva.
«Sei ancora viva o sei riuscita ad incartarti?» chiese l'acidone appoggiandosi al bordo del letto, a pochi metri da me.
«Se vuoi te lo lancio ancora una volta.» sbottai riferendomi allo scotch. «Ma mirerò meglio alla faccia.» lui storse il naso facendomi una smorfia.
«Poi come fai se divento brutto?»
Non potresti mai diventare brutto, pensai, però mi limitai a scuotere la testa senza rispondere, non gli avrei dato la soddisfazione.
«Ammetto che sarebbe difficile trovare qualcun altro con un bel faccino come questo qui.» si indicò ghignando.
Lo squadrai bene. «Sì, penso sarebbe difficile trovare una faccia da culo così.»
Mi fece un gestaccio per poi attorcigliarsi ancora una volta nelle coperte calde, lasciando scoperta la sua schiena nuda. Ormai mi ero abituata a quanto fosse dannatamente chiaro di pelle, era un bianco latte meraviglioso. Ma quando mi perdevo a guardarlo troppo, soprattutto sui fianchi, sui quali avevo scorto delle cicatrici, lui faceva di tutto per distrarmi.
Non avevo mai osato chiedere perché le avesse, sia perché non erano affari miei sia a causa probabilmente della risposta. Se avessi avuto la conferma che erano punizioni, anziché taglietti fatti quand'era piccolo, mi sarebbe venuta solo la pelle d'oca e l'odio nei confronti della sua famiglia sarebbe aumentato.
«Quindi oggi sarai impegnata tutto il giorno con loro vero?» chiede sospirando.
Annuii cominciando ad attaccare i pezzi di nastro adesivo sulla carta. «Esiste un semplicissimo incantesimo per fare quello che stai facendo ora, lo sai?» sbottò sempre con lo stesso tono scocciato.
«Sì che lo so. E poi manco dovessi farlo tu Malfoy.» commentai facendo crescere il cipiglio sul suo viso.
«Smettila di chiamarmi così Eve.» sbuffò mettendosi seduto.
I miei occhi caddero subito su di lui, come non avrebbero potuto? Si stiracchiò le braccia facendo flettere i muscoli del petto e per poco non mi ritrovavo a sbavare sulla carta regalo. Dopo questo tempo ancora non ero abituata alla visione di un ragazzo nudo, più che altro alla visione di Draco nudo!
«Ti chiamo come mi pare.» cantilenai cercando di fare un fiocchetto decente al regalo, la cui carta si stava staccando lentamente.
«Sei scontrosa.» ripeté le mie parole. «Dovrei farti portare un barattolo di zucchero dall'elfa.»
Sbuffai. «Si chiama Winky.»
«Sì quello che è. Facciamo colazione qui?» chiese alzandosi.
«Non credo, devo raggiungere gli altri.» scossi la testa e lui mi guardò male.
«Almeno fai la doccia con me?» chiese a voce bassa avvicinandosi e costringendomi a mettermi in piedi.
Lo squadrai. «Dato che so cosa significa doccia per te.» gli battei una mano sul petto. «E io non posso perdermi la colazione, per sta volta passo.»
Lui mise il broncio. «Tante ragazze pagherebbero fior di galeoni per passare due minuti con me nella doccia e tu rifiuti mocciosa?»
Gli sorrisi. «Non ti piacevano le cose che non puoi avere? O sbaglio?» rise portando indietro la testa e io sgattaiolai via dalla sua camera con lo stesso sorriso stampato in volto.
Entrai furtivamente in camera delle ragazze che dormivano ancora tutte e dopo aver preso la mia roba mi lanciai in una doccia veloce. Ero sempre la prima a lavarmi, poiché se fossi arrivata anche solo per seconda, ci sarebbe stata una di loro a bussare insistentemente contro la porta, addirittura Tracey la scorsa volta per colpa di Daphne aveva asciugato il viso con il piccolo asciugamano con il quale Pansy faceva il bagno.
Aveva passato l'intera mattinata a simulare conati di vomito, tanto che per un pelo Piton non ci aveva sbattute fuori.
Mi vestii come al solito, questa volta indossando le calze più sottili che avevo, ultimamente con quelle in lana morivo dal caldo.
«Buongiorno.» biascicò Daphne per poi sbadigliare sonoramente. «Devi smetterla di dormire dai grifondoro tu.» guardai immediatamente verso il letto notando Blaise ancora mezzo addormentato che stringeva il cuscino.
«Beh sta notte potrei dormire tra te e Blaise.»
Lei mi fece il verso sbuffando sonoramente. «Secondo me tu mi nascondi qualcosa.» affermò. Poi guardò attentamente i miei vestiti e come una furia mi trascinò in bagno.
Mi guardò rabbiosa. «Di chi è questa maglia?» quasi strillò afferrandola con due dita.
«Che t'importa?» chiesi roteando gli occhi al cielo.
«È di quel Weasley!» sbottò sbattendo le mani sul lavandino, si stava davvero scaldando.
«No! Non è di Fred.» sbraitai anche io.
«E allora di chi è? Sono sicura che non è tua e non provare a raccontarmi bugie McKinnon!»
Sospirai. «Perché ti interessa tanto Daph?»
Poi come un colpo di genio osservò meglio la maglietta. Avrei dovuto prevedere che il narcisismo di Draco sarebbe arrivato al punto di far scrivere le sue iniziali all'interno del colletto. Daphne lo afferrò piegandolo mentre io la guardavo confusa. «Muffilato.» puntò la bacchetta contro la porta.
Poi il suo sguardò si addolcì. «C'è scritto D.M. Eve.» respirò profondamente.
Avvampai di botto e lei se ne accorse scoppiando in una risatina nervosa. «Ti vedi con Draco?» chiese calma.
Sospirai. «Sì.» portai la testa a guardarmi i piedi.
Pensai che ora sarebbe arrivata la sfuriata, che mi avrebbe detto quando fosse pessimo il mio comportamento, ma invece mi abbracciò. «Ti tratta bene?» si limitò a chiedere.
Annuii. «Stranamente si.» ammisi.
Poi si scostò passandomi una mano sul volto. «A me interessa che tu sia felice Eve. Non ti dirò di non esserlo con lui. Okay?» le sorrisi radiosa.
Ecco perché era la mia migliore amica.
Quel sorriso mi accompagnò fino in sala grande dove Ron, con una faccia estasiata apriva qui e lì qualche regalo. Andai nella sua direzione stampandogli un bacio su una guancia. «Auguri rosso!» affermai e lui mi abbracciò.
Feci scattare lo sguardo verso il tavolo dei serpeverde e vidi che Draco mi fissava passo per passo con un sorrisetto sul volto che mi faceva riempire di brividi. Decisi di sedermi di fronte a lui, affiancata da Hermione, avrei fatto di tutto per non guardarlo, cosa che sembrava dannatamente impossibile.
«Buon compleanno fratellino.» George affiancò Ron a destra.
«Il mondo è pieno di scemenza per un altro anno.» lo derise Fred, per poi consegnargli il regalo che non aprì subito.
«Ciao Eve!» esclamarono entrambi in coro per poi dileguarsi. Da quanto in qua Fred mi salutava?
«Avanti aprilo Ron!» disse Harry spingendolo nella sua direzione, ma lui fece una smorfia.
«L'ultima volta mi avevano regalato una scatola piena di ragni finiti, ci sono volute ore per toglierli tutti.» rabbrividì al ricordo spingendolo via.
Ginny lo afferrò delicata come al solito. «Dammi qui femminuccia.» lo scartò velocemente e appena aprì il pacchetto questo scoppiò riversando sul volto di Ginny una polvere nera.
Tutto il tavolo grifondoro scoppiò a ridere e mentre Ron si teneva la pancia Ginny gli sferrò un pugno dritto nello stomaco. «Che ridi idiota?» ringhiò cominciando a togliere il colore dal viso.
«Dammi qui femminuccia!» la imitò facendola arrabbiare ancora di più.
Io e Hermione capimmo che sicuramente Ginny l'avrebbe ammazzato se avesse continuato a prenderla in giro, e vi assicuro che non era per niente divertente prenderle da Ginny.
«Vieni qui.» ci apprestammo a dire trascinandola in bagno con noi.
Non fu affatto semplice toglierle tutta quella robaccia da viso, anche perché tra imprecazioni contro Ron e mentre malediceva i fratelli, non stava un secondo ferma. Hermione tentò addirittura di tirare fuori la bacchetta, ma l'espressione di Ginny gliela fece mettere via in un attimo.
Dopo quelle che sembrarono ore io e la riccia ci avviammo spedite verso la classe di Divinazione, pronte a subirci un'altra ora in compagnia di quella vecchia scopa.
Fu la prima volta probabilmente che non arrivai in ritardo, Hermione ci teneva talmente tanto alla puntualità che appena arrivammo c'era solo qualcuno.
La costrinsi a sederci all'ultimo posto, mi annoiava il fatto che la vecchia strega potesse arrivare fino al mio banco. Non mi stava per niente simpatica, ma davvero per niente!
«Troppo dietro non capiamo niente!» sbottò.
«Perché tu ascolti anche quello che dice!» bisbigliai afferrando una tazza.
«No, ma almeno facciamo finta no?» inclinò il capo verso di me facendomi sentire un'idiota.
«Un po' come ti pare Granger.» scosse la testa a sentire il suo cognome e mi trascinò nei banchi di mezzo.
«Cos'hai regalato a Ron?» chiesi afferrando il libro e aprendo la pagina sulla lettura del tè.
Non rispose immediatamente, ma potei vedere come osservava di sottecchi il ragazzo che stava appena entrando. «Dei guantoni per il quidditch.» alzò le spalle.
«Potevi dagli un libro dove spiegavi come si capisce che la tua migliore amica ti sbava dietro.» mi colpì sulla spalla violentemente facendomi sussultare.
«Chiudi la bocca scema!» sibilò. «E smettila di fare congetture. Sì, sono solo congetture Eve. Non sbavo dietro a Ron.»
Sbuffai. «Seh, voi due finirete per sposarvi, e sai cosa succederà all'altare.» lei non mi prestava più attenzione. «mi alzerò in piedi e dirò "te l'avevo detto idiota di una Granger".» un sorriso si aprì sulle sue labbra.
«Mi rassicura il fatto che sarai al mio matrimonio sai?»
Con l'imminente guerra alle porte, la speranza che Hermione e Ron potessero davvero sposarsi mi rassicurò per una frazione di secondo. Ormai non si poteva sperare più in niente, ma soltanto immaginare che domani sarebbe stato diverso, oppure uguale, forse la seconda mi rassicurava di più.
Pregai che quegli attimi non potessero mai finire e scossa dai miei pensieri vidi la professoressa Cooman avvicinarsi pericolosamente.
Con fare teatrale come suo solito afferrò la mia tazza. «Vedo tanto dolore ragazza mia, ma al culmine riuscirai a trovare la tua pace. Non aver paura, a volte il serpente, nonostante morda la carne, non inietta il suo veleno.» detto questo si dileguò.
Io ed Hermione ci scambiammo un occhiata. «Io direi di darcela a gambe levate.» sussurrai.
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